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Racconti Gay

Serata oziosa.

By 9 Maggio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Ė sabato sera, Carla è stesa sul divano con le gambe leggermente divaricate e la testa sulla coscia di Piergiulio, il suo ragazzo, che le accarezza i capelli. Ci annoiamo, siamo solo in quattro, c’è solo una ragazza molto disinibita ma non abbastanza per prendere parte ad un’orgia.

“C’è altro da bere?” domanda Luca, seduto sul mio stesso divano. Luca è il migliore amico di Carla, ha i capelli neri, gli occhi nocciola e una carnaggione scura data dall’abbronzatura artificiale delle lampade.

“No, è finito tutto, non ho nemmeno un po’ d’erba” risponde Piergiulio senza distogliere lo sguardo dai capelli della sua ragazza.

“Mi annoio” dico per smuovere un po’ la situazione. “Non c’è qualcosa che possiamo fare? Abbiamo casa tua a completa disposizione e niente da fare, mi sento tanto un pensionato.”

“Qualcosa si potrebbe fare” risponde Carla, alzandosi, con uno sguardo tra il malizioso e il divertito.

“Ah, sì? E cosa?” le domanda Luca.

“Buttiamoci in piscina!”

“Ma no, dai! Fa freddo e loro non hanno nemmeno i costumi!”

“Ragazzi, vi dispiace fare il bagno in boxer?” domanda la ragazza cominciando a togliersi la camicia e mostrando un reggiseno nero semplice.

“Per me va bene!” risponde Luca.

Tutti quanti cominciano a spogliarsi, io mi tolgo la camicia lentamente, poi anche le scarpe e i pantaloni; ci dirigiamo verso l’esterno della villa di Piergiulio e ci avviciniamo alla piscina illuminata dai lampioni a sfera.

Carla si butta in acqua seguita da Piergiulio, poi da me e Luca.

I due fidanzatini cominciano a baciarsi molto innocentemente, io mi allontano con qualche bracciata e raggiungo il bordo opposto a quello da cui sono saltato, Luca mi segue e si avvicina, anche lui si posiziona con i gomiti sul bordo.

“Fa un po’ freddo, eh?” mi domanda sorridendo.

Sento un’improvvisa botta allo stomaco, però la ignoro.

“Sì, in effetti, è ancora marzo, e poi è notte!”

“No, dai. Sono ancora solo le undici.”

Torno con la testa sottacqua, faccio qualche bracciata ma mi volto perché sento qualcosa che mi tocca la gamba, è la mano di Luca. Lo vedo che si avvicina e mi ritrovo con la sua faccia a pochi centimetri dalla mia. Ė bellissimo, ha i capelli che si muovono lentamente, un nasino piccolo e allinsù, le labbra carnose. Riemergo un po’ turbato da quella vicinaza piacevole. Sento il mio cazzo eretto, ho paura che qualcuno se ne accorga, così esco dalla piscina con la scusa del freddo. Corro e raggiungo il bagno, mi chiudo la porta alle spalle, mi sfilo i boxer e comincio a masturbarmi. Qualcuno apre la porta, allora afferro il primo asciugamano che trovo e mi copro le parti intime.

“Io… stavo per fare una doccia” dico cercando di nascondere il più possibile la mia erezione.

Luca senza dire niente si avvicina e mi afferra per i fianchi, poi scende giù fino ai glutei e li stringe violentemente.

“Cosa stai facendo?” urlo mentre cerco di allontanarlo con una spinta.

Lui stringe più forte sul mio sedere e spinge il suo bacino contro il mio, solo ora noto che anche lui ha un’erezione in bella vista sotto i boxer neri. Mi costringe a camminare e dopo pochi passi sento freddo alle coscie, mi giro e noto che sotto di me c’è il lavabo. Spinge più forte il bacino e sono costretto a sedermi sul sanitario, lui approfitta delle mie gambe aperte e ci si infila in mezzo, comincia a baciarmi, a toccarmi i pettorali e a sforarmi un capezzolo con la mano destra mentre con l’altra continua a stringere la mia natica.

Io ormai non oppongo più resistenza e lo lascio fare prendendo parte a quei gesti lussuriosi.

“Hai proprio un bel culo, lo sai?” sussurra con le labbra incollate alle mie. Quelle parole mi inebriano, mi gira la testa, e cingo le mie braccia intorno al suo collo.

Con le mani mi tira ulteriormente a sé e mi prende in braccio, io ho le cosce strette attorno ai suoi fianchi. Scendo e, tenendolo per mano, lo seguo al piano superiore; apre una porta e entriamo. Nella stanza c’è un letto matrimoniale con le lenzuola e tutto il resto, è un ambiente carino anche se c’è odore di chiuso.

Chiude a chiave la porta, si avvicina di qualche passo e con una spinta mi butta sul letto.

Mi ritrovo con le gambe divaricate, completamente nudo, lui è sopra di me e continua a baciarmi, scendendo sul collo per poi arrivare ai capezzoli. Mi fa impazzire la sua lingua su quei bottoncini di carne rosa scuro, emetto qualche gemito leggero. Si sfila anche lui i boxer e torna a stendersi su me.

“Guido, mi fai impazzire. Quanto sei bello?” dice fra un sospiro e l’altro mentre fa sfiorare i nostri peni fra di loro.

Non ce la faccio più, devo toccarmi, sento il cazzo che mi scoppia, così comincio a segarmi ma la mano di Luca mi blocca. “Fermo, ci penso io” dice con tono lussurioso.

Chiudo gli occhi, respiro a fatica, non ho mai provato nulla del genere.

Sento le sue mani posarsi tra i glutei e le cosce, la sua testa è fra le mie gambe e comincia a leccarmi la cappella, emetto un urlo acuto e mi piego in avanti per guardarlo, non l’ho mai visto così bello.

Luca continua a leccarmi scendendo lungo tutta la lunghezza del cazzo, arriva ai testicoli e se li infila in bocca, non riesco a trattenermi, urlo sempre più forte. Torna su e comincia a segarmi, si avvicina e mi bacia.

“Hai le guance tutte rosse, infuocato di piacere sei ancora più bello! Ora però è il mio turno!” dice e poi apre la porta della camera ed esce.

Torna qualche minuto dopo con in mano un paio di preservativi e una bottiglietta.

“Cos’è?”

“Boh, credo un olio per massaggi, l’ho trovato in camera di Piergiulio.”

Si sende a cavalcioni sul mio addome con le mani sulle clavicole, poi comincia a massaggiarmi i pettorali. Vedo le sue cosce toniche modellate dagli anni di tennis, abbronzate e perfette, vorrei morderle, comincio ad accarezzarle fino ad arrivare a tastare il suo sedere.

“Ehi, guarda che sei tu il passivo!” dice alzandosi per poi stendersi con il bacino tra le mie cosce.

Mi bacia il petto, poi l’addome, infila la lingua nel mio ombellico facendomi ridere per il solletico e mi dice di stendermi a pancia in sotto.

Sento lo strappo della bustina del profilattico e qualche secondo dopo il rumore di un tappo che viene aperto. Le sue dita cosparse di liquido viscoso cominciano a sfiorarmi l’ano, segue il bordo del mio buco e lentamente infila il medio, sento un dolore forte ma sopportabile. Continua a muoversi dentro di me e poi aggiunge un altro dito, ho un sussulto ma stringo i denti, ho troppa voglia di averlo per potergli chiedere di fermarsi.

“Non possiamo farlo mentre ci guardiamo?” chiedo timidamente.

“Come?”

Mi metto a pancia in su e divarico le gambe, lui mi si getta addosso e comincia a baciarmi. Mi alza le gambe, sento la sua cappella sfiorarmi il solco e piano piano farsi strada in me. Sento qualche lacrima scendermi al lato degli occhi, non ho mai sentito tanto dolore. “Fai più piano, per favore” dico sottovoce. Lentamente riprende a scendermi dentro, sento molto dolore ma non dico altro, non voglio che si fermi di nuovo.

Sento il suo scroto toccarmi i glutei, è entrato completamente, ma rimane fermo per farmi abituare, mi alzo leggermente i cerca delle sue labbra e le trovo pronte per baciarmi. Lentamente comincia a muoversi, subito il dolore si tramuta in piacere, comincio a godere di quelle spinte man mano più vigorose, Luca accelera, io reclino la testa, il fiato è sempre più corto e faccio fatica a mantenere i respiri privi di gemiti. Comincio a masturbarmi furiosamente, Luca stringe la sua mano attorno alla mia e mi aiuta, sento la cappella pulsare e imbratto i nostri ventri con il mio seme mentre un urlo liberatorio esce dalla mia gola.

Luca continua a muoversi, ogni botta è più vigorosa e più dolorosa, allo stesso tempo piacevole. La stanza odora di sesso e sudore, è invasa dai nostri gemiti e dall’orgasmo di Luca che arriva qualche minuto dopo.

Sfiniti ci rilassiamo, Luca è ancora dentro di me, mi abbraccia fortissimo e mi dà dei piccoli baci sul collo, ci addormentiamo l’uno nelle braccia dell’altro. 

 

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