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Racconti Gay

Suo Padre.

By 5 Maggio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Piacere il mio nome virtuale è Valik. Sono un ragazzo bisex di 19 anni che grazie ad un bell’aspetto fisico ( sono alto 170x56kg , biondo con gli occhi azzuzzi, con un corpo ben definito grazie a qualche anno di nuoto e calcetto ) ha potuto fare diverse esperienze sia con ragazze che con ragazzi. Abito in un paese di diecimila abitanti, gioco a calcetto, esco con gli amici, smanetto ore e ore davanti ai videogames e qualche volta studio. Amo scopare con tipei che hanno su per giù la mia età anche se una volta non ho resistito al fascino di un bel 40 enne .
Ricordo che era il mese di maggio e a causa delle interrogazioni di fine anno passavo i miei pomeriggi sui libri da solo oppure a casa di amici.
Un giorno ero a casa di Enrico un mio caro amico nonché compagno di squadra ( calcetto) alto 1,75 con gli occhi e i capelli neri e un bel fisichetto magro e atletico. Ero da lui per preparare l’interrogazione di matematica quando nel bel mezzo del pomeriggio rientrò suo padre Paolo dal lavoro. Alto, fisico atletico, bei bicipiti, occhi blu scuro, capelli neri corti, il tutto accentuato da un vestito giacca e cravatta da urlo. Mi salutò come sempre accomodandosi sul divano sconsigliandomi in maniera scherzosa di non intraprendere il lavoro di direttore generale di banca perchè estremamente stressante .Lo guardavo incuriosito, era perfettamente rasato, le sue mani avevano delle belle dita affusolate e in mezzo alle gambe si intravedeva qualcosa di possente. Lui era li davanti a me con le gambe più o meno aperte che sorseggiava un ice tea chiedendomi come procedevano gli studi e cosa mi sarebbe piaciuto fare da grande. Ero li che rispondevo e nello stesso tempo nella mia testa sognavo di poter semplicemente sfiorare quell’uomo che il mio amico Enrico aveva la fortuna di avere come padre.
Passarono i giorni e con Enrico ci incontravamo durante le partite di calcetto al quale prendevamo parte due volte alla settimana, il campionato dilettantistico era alla fine e quindi eravamo in lotta per il titolo finale .Durante l’ultima partita nonchè quella decisiva scorsi sugli spalti del campetto suo padre che ci osservava, la banca del quale era direttore era il nostro sponsor quindi non appena poteva veniva a vederci giocare. Segnammo un goal ma nonostante ciò i nostri avversari si portarono a casa la coppa. Finita la partita eravamo negli spogliatoi, a causa del nervosismo avevamo buttato tutto in aria ( borsoni, calzette, scarpe, mutande etc ) cosi ci infilammo arrabbiatissimi sotto le docce. Nonostante la delusione della mancata coppa, era sempre un piacere per me guardare i miei compagni con i loro cazzi a penzoloni che si muovevano sfiorando una coscia e l’altra e le loro corone di peli pubici perfettamente tagliati. Per fortuna riuscivo a tenere a bada il mio cazzo e quindi potevo tranquillamente godermi lo spettacolo senza dare nell’occhio. Enrico era al mio fianco e continuava a bestemmiare a causa dell’esito della partita. Il suo cazzo lo conoscevo bene, era da un anno che appena potevamo ci incontravamo da me o da lui e passavamo del tempo a succhiarcelo. Mi piaceva prenderglielo in bocca, ciucciare la sua cappella in maniera regolare leccando le gocce di pre sperma che fuoriuscivano inumidendola. Era un bel cazzo quasi identico al mio, 17cm dritto e duro. Avevamo cominciato le nostre sedute di cazzo per caso un pomeriggio dopo aver finito di giocare al computer. Senza rendercene conto ce lo grattavamo spesso forse per attirare l’attenzione l’uno dell’altro fino a quando un giorno non ricordo ancora come ci ritrovammo a succhiarcelo in camera sua senza neanche preoccuparci di chiuderci a chiave. Diceva che lo sbocchinavo meglio di una ragazza e anche lui non era da meno , leccava il cazzo in maniera ritmica scendendo fino alle palle per poi tornare fino alla punta alternando a tutto ciò una leggera sega. Ricordo le infinità di volte che sborravamo l’uno nella bocca dell’altro. A 17-18 anni lo sperma è abbondante e copioso, all’inizio ci limitavamo a sborrare ognuno per conto proprio, dopo però cominciammo con le sborrate in faccia , in bocca e sul petto. Sentivo i suoi schizzi che mi raggiungevano il viso in maniera davvero forte, spesso ebbi la sensazione di ricevere delle pisciate in faccia tanto erano violenti e copiosi i getti .Io invece preferivo fargli aprire la bocca e sparargli dentro tutto il mio sperma. Dopo se eravamo ancora eccitati ci leccavamo reciprocamente la sborra presente sui nostri corpi.
Avevamo un modo di comunicare segreto, quando c’era voglia di cazzo aspettavamo con ansia che uno dei due mandasse il nostro tipico messaggio in codice : GIOCHIAMO ?! che subito il cazzo si tirava su. Quante volte le nostre rispettive fidanzate si son sentite dire : ci vediamo dopo passo un po da Enrico a giocare e viceversa !!
Tornando al dopo partita, usciti dagli spogliatoi trovammo Paolo che ci aspettava in macchina. Non dicemmo una parola mentre lui sorridente sdrammatizzava la situazione. Ero intento a guardare il suo profilo mentre lui era concentrato alla guida quando Enrico, con una faccia stranita e un’espressione interrogativa, mi risvegliò dai miei pensieri dandomi appuntamento da lui il giorno dopo per un nuovo pomeriggio di studio. Suonai al cancelletto della loro villa e una volta entrato trovai suo padre sul divano che leggeva un quotidiano . Era vestito in maniera semplice con una polo, un paio di jeans e a piedi nudi. Sapevo che Enrico era uscito in scooter per cercare un libro da un’amica e quindi decisi di pazientare seduto anch’io sul divano.
‘Che giornale palloso leggi’ , dissi , ‘dipende dai punti di vista’ fu la sua risposta .Ne approfittai per avvicinarmi curioso di sapere che articolo leggeva. Ero a pochi centimentri dal suo volto, sentivo l’odore del suo dopobarba e nello stesso tempo diedi un’occhiata al suo pacco. Il cazzo era sul lato sinistro mentre invece sotto, sul lato destro, notai il rigonfiamento delle palle. Lui posò il giornale e io ritornai al mio posto. Mi girai verso la porta in attesa di vedere Enrico rientrare e poi mi rigirai verso suo padre. Aveva la sua mano poggiata sul pacco e nel frattempo mi parlava , non ricordo di cosa perchè il mio sguardo era fisso su quel rigonfiamento dei jeans. Avevo l’acquolina in bocca pensando a quel cazzo che al riposo mi sembrava già cosi gonfio e invitante. Lui sembrò grattarselo distrattamente e io senza dire una parola mi avvicinai mettendo una mano sul bozzo delle palle e cominciando ad accarezzarle. Non osavo guardarlo in faccia, gli sbottonai i jeans e li abbassai fino alle caviglie, il cazzo era più o meno eretto e premeva contro i boxer larghi. Aprii il bottoncino al centro dove c’è lo spacchetto per poterlo tirare fuori in caso di pisciata, e lo presi in mano .Era caldo, lungo e cominciava ad indurirsi. Scesi prendendolo in bocca, sentii subito il profumo del bagno schiuma accompagnato da un leggero retrogusto di piscio, decisi allora di cominciare a pomparlo. Ero in ginocchio al suo fianco sul divano. Scesi e mi accomodai tra le sue gambe, lo succhiavo e lo insalivavo sbattendolo qua e la sulla mia faccia. Ero in trance, non capivo più nulla. Facevo rumore con la bocca, succhiavo quella cappella che si era ingrossata ed era bagnata di sperma, gli leccavo con la punta della lingua il punto da dove sarebbe uscita la sborra e nel frattempo gli massaggiavo le palle. Tolti i boxer mi gettai letteralmente sulle sue palle, qui all’odore del bagno schiuma si mischiava in maniera leggera quello di maschio che in diversi anni di calcetto sentivo ogni qual volta entravo negli spogliatoi. Ne prendevo una in bocca e nel frattempo gli facevo una sega , sentivo che ansimava e riuscii di sfuggita a vedere il suo viso che con gli occhi chiusi aveva una smorfia di piacere. Ansimava e dopo poco prese la mia testa tra le sue mani facendole fare quello che più preferiva. Mi infilava il cazzo in fondo alla gola facendo dei movimenti con il bacino scopandomi la bocca , poi schiacciandomi la faccia tra le sue palle mi permetteva con la lingua di leccargliele e ciucciarle con foga. Cominciò a sussurrarmi cose del tipo: succhia, dai leccami, sei bravo, succhiami le palle, che bella bocca che hai, succhialo, succhialo, ti piace, e poi guidando la testa con le mani mi rimetteva il cazzo in bocca. Me lo spingeva in gola scopandomi la bocca, chiudevo le labbra sulla sua asta e come una ventosa scendevo e salivo in maniera ritmica. Ansimava e mi diceva : apri questa bocca, voglio scopartela, il suo cazzo entrava e usciva velocemente. Lasciò la presa, si sputo su una mano e lubrificò il suo cazzo mentre io pensavo a lubrificargli le palle. Tornai a leccarlo, era bagnato dalla sua saliva. Nei miei jeans avevo il cazzo che esplodeva e le palle che avevano voglia di svuotarsi, sentivo che la mia cappella era inumidita ma nonostante ciò non mi sfioravo perché avevo voglia di concedermi totalmente al suo gran bel cazzo. Disse che non ce la faceva più, aveva voglia di sborrare , mi misi in ginocchio spalancai la bocca , chiusi gli occhi e cominciai a segarlo con una mano mentre con l’altra gli massaggiavo le palle. Sentii il cazzo pulsare, riaprii gli occhi, lo indirizzai verso il mio viso e fui raggiunto pochi sencondi dopo da una getto di sperma potentissimo che mi colpì una guancia, un altro che arrivò dritto sulla lingua, un altro ancora sui capelli, sulla fronte e le ultime gocce mi colarono sulla maglietta e sul jeans. Non potei fare a meno di pensare che la potenza della sborrata era stata simile a quelle del figlio diciottenne. Mi tirai su, fu allora che con gli occhi lo ringraziai
sistemandogli il cazzo nei calzoni. Accennò un sorriso, riabbottonò il jeans e si rimise a leggere il giornale. Andai in bagno e mi diedi una rinfrescata, una volta uscito trovai sul mio cel un messaggio di Enrico che diceva che presto sarebbe tornato a casa .
Lo aspettai in camera, la madre bellissima avvocatessa in carriera dopo essere rientrata, passò a salutarmi e uscii con il marito per fare delle compere.
Enrico era al mio fianco sui libri di filosofia, avevamo voglia di ‘giocare’. Chiudemmo i libri e ci mettemmo sul letto, tirò fuori il mio cazzo e sentendolo già duro e bagnato di sperma mi disse: hai proprio una gran voglia eh ?! Annuii e cominciai a godere sotto i colpi delle sue leccate, poi mi inginocchiai e glielo presi in bocca. Sussurrò impercettibilmente : ti piace il mio cazzo eh?? vorresti provare a prendere in bocca quello di mio padre?!
Storia VERA.
Aspetto i vostri commenti: valikkk@hotmail.com ( anche msn ) .

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