Skip to main content
OrgiaRacconti di DominazioneRacconti Gay

Un annuncio che ti cambia

By 29 Gennaio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Non rispondere all’annuncio &egrave quello che mi ripetevo, ma con una mano sul cazzo che si muoveva frenetica su e giù per darmi piacere e l’odore dell’eccitazione che mi intasava le narici, non ho più potuto ragionare.
Sta di fatto che nel giro di pochi minuti ho risposto all’annuncio mentre ormai stavo per spruzzare la mia voglia, tanto le palle erano cariche.

In pochissime ore ho ricevuto la risposta che desideravo.
Rapidamente, cercando sul mio portatile, ho trovato la foto del cazzo duro. Non contento però, ho voluto allegare al messaggio anche una foto di un primo piano del mio culo mentre sono piegato a novanta, con le chiappe sode aperte ed il mio buchino stretto ed invitante ben visibile.

Non ho ricevuto risposta fino a sera, quando finalmente un messaggio mi lascia senza parole:
– Hai un bel cazzone da torturare ed un culo tutto da sfondare. Ti voglio come mio schiavo per 24 ore. Ci incontriamo sabato sera, voglio che ti depili cazzo e culo e che ti vesti come voglio io. –
Il cazzo mi torna istantaneamente duro leggendo questo messaggio e con mani tremanti rispondo :
– Attendo tutti i dettagli –
Attendo trepidante per circa un’ora, aggiornando di continuo la posta in arrivo e segandomi senza sosta il cazzo quasi paonazzo tanto &egrave il sangue che viene pompato all’interno.
– Al termine di Via xxxxx troverai un piazzale e sulla destra una strada sterrata che dovrai percorrere fino a quando attraverserai una pineta. Al termine, sulla destra prenderai una nuova stradina molto stretta che ti porterà in un piccolo spiazzo molto appartato. Mi attenderai fuori dall’auto con addosso solo quello che ti ordino: scarpe, calzini, pantaloni della tuta e giacca pesante.
Ti attendo alle 20.40, sarò già li, ma dovrai aspettare che sia io ad avvicinarmi. –
Con il cuore in gola e l’eccitazione a mille, rispondo con un semplice – A sabato –

Sabato.
Dopo essermi lavato e depilato, mi vesto come richiesto.
Nemmeno uscito di casa, mi rendo già conto che i pantaloni della tuta non trattengono affatto il cazzo duro che molleggia all’interno, provocando un vistoso bozzo tra le gambe.
Fortunatamente però, fuori &egrave già buio ed il rischio di esibire la mia erezione a qualche passante &egrave ridotta al minimo. Di contro però, il freddo &egrave pungente, sopratutto con i pantaloni leggeri che indosso.
Mentre guido verso il posto stabilito, ripenso al fatto che non ho alcun numero telefonico di questa persona, mai vista una sua foto e solo discusso via email.
Forse &egrave per questo che la situazione mi eccita molto?
Alle 20,36 sono già sul posto e noto subito un’auto dal colore scuro parcheggiata nel buio.
Attendo qualche minuto, visto sopratutto il freddo pungente e alle 20,39 esco dall’auto, lasciando all’interno documenti e chiavi di casa. Chiusa la serratura della portiera, mi sposto in modo da essere visibile all’altra auto e attendo.
Passano svariati minuti di silenzio e buio più completo. Dato il freddo pungente, il tempo sembra trascorrere ancora più lento ma finalmente, sento una portiera aprirsi e dall’auto esce un’uomo.

Silenziosamente lo noto venirmi incontro.
In realtà quello che vedo &egrave solo una sagoma, senza volto, senza un’aspetto definito, eppure me lo sento che &egrave un uomo.
– Voltati di schiena ‘ ordina una voce rauca che conferma rapidamente i miei sospetti.
Non attende molto e dopo aver raggiunto i miei polsi, li porta dietro la schiena e li lega tra loro.
– Faccia sul cofano, sporgi bene il culo e allarga le gambe ‘ sono gli ordini impartiti mentre senza esitazione mi forza nei movimenti trattenendomi per i capelli.
Mentre mi piega in avanti, come richiesto allargo le gambe ed appena la guancia tocca il freddo cofano, i pantaloni mi vengono calati fino alle ginocchia con un unico e forte strattone.
– Ora vedi di stare fermo ‘ ordina mollando la presa dai capelli per posizionarsi dietro di me.
Le sue mani si impossessano del culo, carezzandolo, palpandolo, allargando le chiappe e sprofondando nel solco, fino al mio buchino posteriore che viene toccato senza esitazione.
Mentre con il pollice tasta la resistenza dell’ano, con l’altra mano scivola tra le mie gambe, passa sulle palle, le strizza e poi sale lungo l’asta dura e pulsante fino ad avvolgerla in una forte stretta.
Quasi non ho il tempo di ragionare, offuscato da tutta questa agitazione mista ad eccitazione e la mano stretta sul cazzo inizia a segarmi lentamente.
Il pollice dell’altra mano, dopo esser passato nella mia bocca per una rapida lubrificazione, torna all’azione iniziando a spingere per entrare nel culo.
L’uomo trova resistenza nel penetrarmi, l’attrito &egrave notevole e di tutta risposta, la mano che mi sega, si ferma e aumentando la stretta, tira il mio cazzo indietro, tra le gambe, tirandolo fino a puntarlo verso terra, fino a farmi lamentare ed ancora fino a quando lo sento teso e duro che sbuca tra le mie cosce, puntando indietro quasi verso i piedi del mio aguzzino.
A quel punto, con il pollice preme più forte e dopo un mio gridolino, finalmente sprofonda dolorosamente.
– Mi farai divertire molto – afferma muovendo ripetutamente avanti e indietro il pollice.
Infine mi libera dalla dolorosa stretta al cazzo e dopo avermi estratto il dito dal culo, tirandomi per i capelli mi riporta in piedi.
Nell’ombra non riesco ancora a distinguere il suo volto, ma posso affermare che &egrave molto più grosso e forte di me. Ha un profumo buono e pungente che mi sottomette ancora di più.
La mano, dai capelli si sposta alle corde strette attorno ai miei polsi e trattenendomi, con l’altra mi apre la zip della giacca facendomi sentire ancora di più il freddo e poi torna a impugnare il cazzo ancora duro.
Stringendo l’asta, tira la pelle verso il basso con forza, fino a quando la mia cappella non viene scoperta completamente. Sposta quindi la mano su quest’ultima per poterla stringere dolorosamente e con un dito controllare quanta eccitazione sto sgorgando.
– Quindi ti eccito ‘ mi dice sottovoce, all’orecchio dopo aver trovato la conferma con abbondanti succhi che ricoprono la cappella.
Senza mollare la presa dai miei polsi, l’altra mano si stacca dal cazzo e sale lungo la pancia, fino al petto nudo e raggiunti i capezzoli, uno per volta li stringe fino a farmi mancare il fiato.
Soddisfatto mi richiude la zip, si posiziona dietro di me e dopo un forte e doloroso sculaccione sulla chiappa sinistra, mi tira su alla meglio i pantaloni, per poi obbligarmi a camminare verso la sua auto.
Mi porta sul retro della sua grossa bmw staion wagon e aperto il baule, mi ordina di inginocchiarmi all’interno.
Eseguo a fatica, con i piedi che penzolano ancora fuori mi fa allargare le ginocchia ed ancora una volta mi cala i pantaloni quanto possibile per raggiungere con una mano il cazzo duro e scappellato.
Questa volta mi viene stretto alla base, impugnando così sia l’asta che le palle e tirandolo verso il basso come per allungarlo, mi avvolge nello spazio creato una lunga corda che presto sostituirà la sua stretta.
Rimane qualche metro di corda che viene buttata sui sedili anteriori e poi mi viene ordinato di accucciarmi con il culo rivolto verso i sedili e il volto verso l’uomo che ora vedo meglio grazie la luce artificiale.
– Fallo gemere un po ‘ lo sento rivolgersi verso l’interno della macchina.
La corda improvvisamente si tende, il cazzo viene violentemente tratto indietro tra le gambe, verso l’alto, da dove la corda sparisce dietro i sedili e per lo spavento mi scappa un piccolo lamento.
– Ancora ‘ ordina l’uomo sorridendo.
Questa volta la corda &egrave già tesa e quando la tensione aumenta, il culo si alza e il cazzo sbuca ancora una volta tra le mie gambe, dolorosamente, eppure sempre duro, forse ancora più di prima.
Gemo forte e l’uomo di risposta mi assesta uno schiaffo sulla guancia sinistra.
– Bene, ora fai il bravo. – ordina prima di chiudere il portellone per poi raggiungere il posto di guida .
– Ottimo affare vero? – domanda mentre avvia il motore.
– Si decisamente ‘ sento affermare da qualcuno
– Si anche secondo me ‘ afferma un altro ancora.
La corda tesa, viene tirata nuovamente e quando gemo, tutti i presenti si mettono a ridere mentre l’auto prende velocità.

I minuti passano e quando finalmente la strada torna ad essere asfaltata, qualche lampione illumina a tratti l’interno dell’auto.
La radio viene accesa, poco dopo anche le sigarette iniziano a sentirsi nell’ambiente, mentre i presenti parlano del più e del meno aumentando e diminuendo continuamente la tensione della corda.
Finalmente sento l’auto rallentare, entra in quella che credo essere una ennesima strada sterrata, viaggia ancora qualche minuto e poi li sento discutere su dove parcheggiare.
Optano infine per entrare nel garage e uno di loro esce dall’auto.
Pochi istanti e l’auto si muove per l’ultima volta, terminando il suo percorso in quello che credo essere il garage citato poco prima.

Finalmente la corda viene mollata e mentre nel cazzo torna a circolare il sangue, sento uscire le altre due persone dall’auto.
Il baule della bmw si apre e una forte luce mi viene puntata in volto rendendomi quasi cieco di fronte quelle tre sagome.
– Quindi hai risposto all’annuncio perch&egrave parlava di cazzi belli e grossi come quelli dei film porno? – mi domanda uno dei due uomini che all’incontro era rimasto in auto.
Con gli occhi stretti per la forte luce, rispondo con un cenno del capo e un flebile si.
– Ti sei già fatto scopare il culo ? – domanda sempre lui
– Si, solo una volta ‘ rispondo sotto voce.
– Ti &egrave piaciuto ? – domanda ridacchiando
Questa volta rispondo di si solo con la testa.

Vengo nuovamente preso per i capelli e tirato fuori dall’auto.
– Quindi io… per 24 ore posso farti tutto quello che voglio ? – domanda questa volta la persona che ho incontrato all’appuntamento.
Finalmente in piedi e con i pantaloni della tuta ormai alle caviglie non smettono di puntarmi la luce negli occhi nemmeno mentre cerco di rispondere alle loro domande.
– Si ‘ dico con ancora la sua mano che impugna i miei capelli.
– Anche i miei amici possono farti quello che vogliono? – domanda mentre apre nuovamente la zip della giacca.
– Si ‘ rispondo in preda all’eccitazione mista a un gran senso di paura per la situazione.
Uno dei due amici, quello che non mi sta puntando la luce in faccia, a questo punto con una mano raggiunge il mio cazzo e con calma lo slega dalla lunga corda.
– Rende molto di più dal vivo rispetto che in foto ‘ afferma quello che mantiene la luce puntata negli occhi mentre con l’altra mano raggiunge la mia asta dura per poterla palpare.
Pochi attimi e i polsi mi vengono slegati, mentre ora due mani non smettono di palpare.
– Girati verso l’auto… lascia tutto quello che indossi nel baule e poi mettiti la benda ‘ ordina porgendomi una striscia di stoffa nera.
In breve le invadenti mani si staccano da me e con il cazzo ormai dolorante da tutte queste eccitanti attenzioni, mi volto e in pochi attimi lascio tutto nel baule, comprese scarpe e calzini.

Prendo un respiro e mi bendo.
– Voltati – ordina
Passano pochi attimi di silenzio e l’inconfondibile voce dell’uomo che ho incontrato per primo, ordina di mettere le mani dietro la testa e mentre lo sento avvicinarsi al volto prende possesso delle mie palle stringendole saldamente alla base.

Sento il suo volto a pochissimi centimetri dal mio.
Sento il suo respiro sulle labbra e poi lo sento distintamente avvicinarsi al mio orecchio sinistro.
– Abbassa il braccio destro e infilalo nei miei pantaloni ‘ ordina sottovoce
– Prendimi il cazzo in mano ‘ ordina torcendomi leggermente le palle.
Silenziosamente eseguo mantenendo l’altra mano dietro il capo ed una volta raggiunto l’uomo, tastandolo delicatamente raggiungo la vita dei suoi pantaloni.
Fortunatamente sono elastici e serve pochi attimi per riuscire a infilarmi all’interno.
Una volta raggiunto il bordo di quelli che suppongo essere boxer, entro all’interno e noto immediatamente una grossa presenza.
Piegato su un lato, in semi erezione, trovo il suo cazzo ed una volta impugnato, non riesco ad avvolgere tutta la sua circonferenza.
– Segalo delicatamente ‘ ordina ancora sottovoce
Ancora una volta eseguo percorrendo solo parte della sua asta avanti e indietro.
– Te lo chiedo per l’ultima volta – mi sussurra mentre con la mano libera raggiunge le mie chiappe.
– Vuoi essere ancora il mio schiavetto? – domanda mentre affonda l’indice fino ad incontrare il mio ano.
– Si ‘ riesco a sussurrare mentre il dito inizia a spingere per entrare.
– Sarai disposto a tutto? – domanda aumentando la pressione
‘ Sarai la mia puttana ? – conclude sprofondando con la prima falange mentre il suo cazzo inizia ad ingrossarsi nella mia mano.
– Ahhh… si… – riesco a dire prima che mi manchi il respiro quando il dito viene spinto dentro fino alle nocche e le palle mi vengono tirate e strizzate fino a farmi mugolare.
Preso dall’attimo quasi non mi accorgo di aver interrotto la sega per stringere a mia volta la sua asta ormai quasi completamente dura che alzandosi &egrave uscita di parecchi centimetri dall’elastico dei boxer.
Dopo una sonora risata da parte degli altri due presenti, l’uomo si stacca da me per qualche attimo.
– Ora puoi mollare il mio cazzo ‘ ordina ad alta voce facendomi arrossire.
Estraggo la mano e senza chiedermelo la riporto dietro il capo, ricongiungendola con l’altra.
Nonostante i miei 75kg, vengo alzato da terra, caricato a spalle e portato via dal garage mentre il mio culo viene preso di mira da diversi sculaccioni.

Con il mio peso sulle spalle, l’uomo riesce a salire apparentemente senza problemi diverse rampe di scale e giunti in un luogo decisamente molto riscaldato, mi deposita a sedere su quello che presumo essere un tavolo in legno.
L’uomo riprende fiato mentre sento gli altri due armeggiare con dei cassetti e confabulare tra loro a bassa voce.
Viene accesa la radio, li sento servirsi da bere.
Due mani si appoggiano sulle mie ginocchia e forzando leggermente me le fanno divaricare molto, lasciando sicuramente ampia vista del mio cazzo duro e scappellato che non ne vuole sapere di ammosciarsi.
Altre due mani prendono le mie spalle da dietro e mi costringono a coricarmi.
– Mantieni le mani lungo i fianchi o saremo costretti a legartele ‘ ordina uno dei due sconosciuti
Le mani sulle ginocchia risalgono fino a incontrarsi sul mio cazzo, impugnandolo con una ed avvolgendo le palle con l’altra.
Le mani sulle spalle invece scendono fino al petto, lo toccano, lo massaggiano per poi raggiungere i capezzoli.
Passano pochi attimi, forse di intesa tra i due e dopo che i capezzoli iniziano ad essere strizzati ferocemente, le mani sul cazzo diventano più decise.
Una prende possesso della base, sotto le palle e l’altra l’asta.
Da qui inizia una sega frenetica in cui l’energica stretta alterna momenti di godimento a quelli di fastidio, quasi di dolore.
Mi viene colato un liquido freddo e denso sul cazzo e mano a mano che scende, si spande incontrando le mani che mi masturbano. Quello che credo quindi essere lubrificante ha il suo effetto ed in pochi attimi la sega aumenta di ritmo, tanto che raggiungendo la base del cazzo, si scontra con l’altra mano al di sotto delle palle, creando così un continuo impatto come se me le stessero quasi prendendo a pugni.
Inizio così a contorcermi, a mugolare ed inevitabilmente a muovere le mani fino a quando trovo i bordi del tavolo a cui aggrapparmi.
I due non sembrano quasi curarsi di ciò che provo ed imperterriti come in una specie di gara, non si fermano nemmeno un secondo.
Boccheggio, mi lamento e mentre le palle mi dolgono sempre più, con le mani aumento la stretta.
I muscoli si tendono, la schiena si inarca, il respiro si blocca a tratti e a tratti esplode facendomi lamentare. Il viso dato il calore sulle guance, deve aver preso un certo colorito mentre la cappella sembra debba esplodere ed i capezzoli quasi non li sento più tanto &egrave forte la stretta.
– Basta – annuncia uno dei due
Entrambi si fermano immediatamente lasciandomi riprendere fiato e allontanandosi da me ridacchiano.

Il cazzo e i capezzoli bollenti mi pulsano al ritmo rapido del cuore, tutto attorno &egrave fermo e silenzioso fino a quando una voce diversa dalle tre conosciute, richiama la mia attenzione, ordinandomi di scendere dal tavolo.
Mi domando quante persone ci siano mentre scendendo dal mio patibolo. Quando tocco con i piedi scalzi il freddo pavimento, con un brivido che sale lungo la schiena mi viene una leggera pelle d’oca.
– Mani dietro la schiena’ ordina l’uomo mentre lo sento armeggiare con la cintura dei pantaloni.
Pochi attimi dopo aver eseguito l’ordine, preso per le spalle vengo girato di schiena e impugnati i polsi, mi vengono legati con la cintura.
– Girati ‘ ordina ancora.
Mentre eseguo anche quest’ordine, mi rendo conto che il cazzo non ha smesso un secondo di pulsare, duro e svettante tra le gambe ed immagino i presenti l’abbiano notato.
Lo sento avvicinarsi, si sposta a lato sinistro e dopo una decisa palpata alle chiappe, tenendomi per le spalle, mi indirizza in un altro luogo della stanza dove a terra sento la presenza di un tappeto.
– In ginocchio ‘ ordina
Attende che esegua per poi ordinarmi di sedere sui talloni.
– Allarga le ginocchia ‘ ordina posizionandosi di fronte a me
– Di più ‘ comanda secco aggiungendo diversi calcetti fino a quando non le ho allargate allo spasimo

Lo sento togliersi le scarpe, si avvicina nuovamente a me e poggia una mano sul mio capo.
Pochi istanti di silenzio e un calcio mi arriva dritto tra le gambe, prendendo cazzo e palle con decisione.
– Aaaahhh ‘ mi lamento con decisione mentre cerco di piegarmi in avanti con il busto.
La mano sul capo però me lo vieta e riportato in posizione, bastano pochi istanti prima di ricevere un secondo calcio.
Il lamento &egrave ancora più deciso e nemmeno il tempo di finire il fiato nei polmoni che un altro calcio mi arriva repentino e più forte dei precedenti.

Questa volta la mano si leva dal mio capo ed allontanandosi, mi concede di piegarmi su me stesso, stringere le cosce e riprendere fiato mentre il cazzo sembra esplodere e le palle inviano fitte di dolore in tutto il bacino.

Pochi minuti in cui i presenti tornano a parlare tra loro e qualcuno si avvicina, mi prende per i capelli e mi spinge la faccia in terra.
Approfittando della posizione e lasciandomi il capo, passa alle mie spalle, infila una mano tra le gambe e raggiunto il cazzo ancora in piena erezione, lo impugna.
– Puttana, alza il culo e allarga le gambe ‘ ordina deciso mentre inizia a tirare il cazzo indietro tra le mie gambe.
Più lo tira verso di se e più alzo il culo in cerca di sollievo da questa torsione sempre più dolorosa.
Quando ormai espongo il culo oscenamente verso l’alto ed il cazzo &egrave tirato allo spasimo tra le mie gambe, sento la sua bocca avvolgere la cappella come a saggiarne il gusto.
Pochi istanti di questo assaggio e senza mollare la presa, si posiziona a cavalcioni e con il suo peso mi riporta verso terra fino a sedersi letteralmente sulla mia schiena mantenendo il cazzo puntato ormai verso i miei piedi.
Ansimo diverse volte mentre sembra divertirsi a muoverlo a destra e sinistra ed infine, dopo aver mollato la presa, una rapida sequenza di sculaccioni si abbatte con forza su entrambe le mie chiappe.
A questo punto l’uomo si alza e prendendomi per i capelli mi riporta in ginocchio con il cazzo che pur provato, non vuole ammosciarsi.

Ancora una volta passano istanti di smarrimento e rumori confusi fino a quando, una mano raggiunge il nodo della benda sui miei occhi ed in pochi attimi torno a vedere.
Ai miei occhi si mostrano 8 uomini, massicci, muscolosi, chi più alto e chi più basso, ma sempre più grossi e maturi di me. Sono intenti a rifocillarsi in un fornito banchetto preparato su un tavolo posto in un angolo della stanza e quando mi vedono finalmente senza benda, un breve applauso contagia tutti i presenti che si rivolgono a me.
– Ora ci siamo presentati ‘ afferma la voce del primo uomo che avevo incontrato e che ora ha finalmente un volto.
Con passo svelto mi raggiunge e liberati i polsi dalla cinghia, facendomi alzare mi si pone di fronte.
– Ci sembri ancora da svezzare e abbiamo pensato a una cosa – Afferma prendendomi il mento con una mano mentre un altro uomo mi raggiunge alle spalle.
– Uno alla volta ci tiri fuori il cazzo, ci giochi un po, lo assaggi e passi al successivo ‘ afferma portando le mie mani ai suoi pantaloni mentre sento quello dietro spogliarsi rapidamente.
– Nel frattempo, Giovanni pensa al tuo culetto ‘ sorride divertito mentre sento l’altro avvicinarsi e prendermi per i fianchi.

Apro la cintura dei pantaloni, tiro giù la zip rigonfia e aperti i pantaloni, mentre li calo, quello alle mie spalle sputa ripetutamente sul solco delle mie chiappe.
Portati alle caviglie, quando tento di rialzarmi, l’uomo mi ferma mantenendo la faccia di fronte i suoi boxer deformati dal grosso membro. Giovanni invece, con il suo si presenta sul mio culo, raccoglie la saliva e la indirizza sull’ano.
Tocco l’asta da sopra il tessuto elastico mentre la cappella di Giovanni viaggia su e giù tra le mie chiappe. Infine, mentre punta deciso sul mio ano, estraggo l’asta che ho di fronte.
Non ho nemmeno il tempo di rendermi conto di quanto sia grossa e con arroganza l’uomo me la ficca in bocca trattenendomi per i capelli.

– Succhia puttanella che ora Giovanni ti allarga il culetto –
Inizio a succhiare a fatica e mentre la lingua saggia il gusto di quella cappella eccitata, Giovanni inizia a spingere con decisione.

Le prime spinte non danno risultato e aggrappandosi ai miei fianchi, spinge con più forza.
I miei lamenti anticipano la cappella che allarga i muscoli dell’ano.
Poco dopo, mentre il cazzo in bocca inizia a spingere fino a raggiungere la gola, con un colpo deciso di reni, Giovanni mi entra dentro con forza.
Avrei voluto urlare, tirare fuori il fiato, ma il cazzo vuole sprofondare in gola, mi blocca il fiato, mi fa sgorgare lacrime dagli occhi e innumerevoli conati di vomito mi provano pesantemente.
– Facciamolo respirare e poi più decisi ‘ afferma l’uomo nella mia bocca, prima di uscire assieme a quello nel culo.
Tossisco, respiro a fatica e riesco a riprendere fiato in pochissimo mentre sento il culo aperto che cerca di richiudersi.
– Dai ‘ ordina prima di infilarsi con prepotenza in bocca mentre l’altro torna ad appoggiarsi sul mio ano.
Questa volta Giovanni &egrave più deciso, spinge con forza e sprofonda in me molto più di prima.
Il cazzo in bocca intanto &egrave tornato a farsi strada fino alla gola ed una volta raggiunta, spinge.
Giovanni inizia a fare avanti e indietro, esce, rientra, esce, rientra mentre io non riesco a urlare, a respirare e la testa inizia a scoppiare.

Infine il cazzo in bocca cambia, un altro si pone di fronte a me, mi obbliga ad aprirgli i pantaloni , a calarli e quando lo tiro fuori dai boxer, anche lui &egrave già duro e particolarmente lungo.
Lui vuole che glielo lecchi tutto, palle comprese mentre Giovanni ha iniziato a fottermi con affondi decisi, fino a quando il suo bacino non sbatte contro le mie chiappe.

Il terzo che mi si pone di fronte mentre Giovanni ha iniziato a scoparmi sul serrio, dopo averlo spogliato, ha voluto che gli succhiassi solo la cappella mentre con le mani ha preteso un massaggio alle palle.
Lui più che in lunghezza era dotato in larghezza e quasi faticavo a tenerlo in bocca.

Il quarto invece, dotato quanto me, ha preteso baci sul cazzo e mentre con le mani lo segavo dolcemente Giovanni mi dava dei colpi decisi, profondi e talmente forti da farmi ansimare continuamente.

Il quinto arriva già nudo dalla vita in giù, con una mazza davvero notevole quanto la prima che ho provato, scura, scappellata e con un filo di umori che cola dalla punta.
– Non resisto più! – afferma ficcandomelo subito in bocca
– Spaccalo mentre io gli sborro in gola ‘ ordina a Giovanni mentre tenendomi con una mano per i capelli, con l’altra si sega frenetico tenendomi la cappella in bocca.
Giovanni si ferma qualche istante, si posiziona meglio e stringendomi ancora per i fianchi, riparte praticamente violentandomi da quanta foga usa nel fottermi.

Bastano pochi minuti, tanti miei urli smorzati dalla cappella gonfia tra le labbra e l’uomo mi spruzza tutto il suo seme direttamente in gola.
– Bevi puttana e poi puliscimi il cazzo ‘ ordina ancora ansimante.

Giovanni non si ferma, continua a sbattermi anche quando ho ripulito e ingoiato tutto il seme.

Quando l’ultimo si presenta, Giovanni &egrave nel pieno della scopata, &egrave quasi al culmine mentre il mio volto credo sia deformato dall’eccitazione mista a tutta questa foga che mi sconquassa.
Come una macchina, gli apro i pantaloni, li calo alle caviglie, estraggo il cazzo ma quando sto per ficcarmelo in bocca, vengo fermato.
Con le mani mi aggrappo a lui mentre Giovanni come un toro mi sta alesando il culo.
L’uomo che ho di fronte intanto, con il cazzo di marmo, uno dei più belli visti fin’ora, mi prende la testa e mi ‘spalma’ il suo cazzo sul volto. Lo struscia, lo passa sulle guance, sugli occhi, sulle labbra e poi mi ordina di succhiargli i coglioni.
Giovanni non resiste più, urla che sta per venire, assesta ancora qualche spinta decisa e poi uscendo mi sborra sulla schiena tutta la sua voglia.

Non si fa nemmeno pulire dalla mia bocca ancora impegnata con le palle dell’altro uomo ed a passo svelto lo intravedo di sfuggita allontanarsi mentre tra le chiappe sento con sempre più nitidezza la presenza di un buco grosso come un cratere.

Anche quello di fronte a me si stacca e dopo una strizzata al mio cazzo ancora duro e grondante umori, si allontana lasciandomi quasi come privato di qualcosa, eccitato, provato e allargato.
Crollo a terra, in ginocchio e pieno di voglia, con una mano raggiungo il cazzo dolorante mentre mi rendo conto di avere di fronte 7 cazzi duri, pieni di voglia, tutti rivolti verso di me.
Immagino che a loro si aggiungerà anche Giovanni quando si sarà ripreso.

L’uomo che dirige il gioco, il primo incontrato nel parcheggio ed il primo ad aver usato la mia bocca, torna verso di me con volto serio e passo deciso.
La sua mano impugna rapidamente i capelli con violenza obbligandomi con forti strattoni ad alzarmi in piedi.
Passa alle mie spalle e dopo avermi spinto entrambe le braccia in alto, sopra il capo, due sculaccioni esageratamente forti raggiungono prima la chiappa destra e poi quella sinistra.
Questa volta urlo per il male mentre il bruciore si fa sempre più forte, come se le sue mani incandescenti fossero ancora posate sulle chiappe e poi, quasi mi manca il fiato quando raggiunge le palle stringendole senza pietà.
Istintivamente cerco di piegarmi in avanti anche se bloccato dalla stretta ai capelli, con le mani raggiungo la sua tra le mie gambe e come in cerca di salvezza da quella stretta, la stringo a mia volta.
Per tutta risposta, la presa sui miei capelli finalmente cessa, ma ben presto urlo nuovamente quando altri due portentosi sculaccioni raggiungono le mie chiappe già rosse fuoco.
– Rimetti quelle cazzo di mani sulla testa o ti strappo le palle ‘ ordina con rabbia senza mollare la presa e iniziando a tirarle verso il basso, quasi a volerle strappare sul serio.
Appena riporto le mani dietro il capo, altri due sculaccioni raggiungono le mie chiappe facendomi uscire qualche lacrima dagli occhi e mentre mugolo dal dolore, non vedendo più mie reazioni, lascia finalmente la presa.
Sento le palle pulsare da tanto &egrave stata forte la stretta e mentre tento di riprendere a respirare regolarmente, con un calcio nel culo ed un forte spintone, mi sbatte contro il tavolo che ho a pochi passi di fronte a me.
Un altro spintone sulla spalla sinistra e mi ritrovo piegato a novanta con la guancia poggiata sul piano freddo di marmo.
– Allarga le gambe ‘ ordina mentre prende possesso delle chiappe, allargandole fino a quando non mostro l’ano dilatato dall’ultima penetrazione.

Mentre eseguo l’ordine, diversi sputi raggiungono in pieno il solco tra le mie chiappe e dopo pochi istanti, la sua cappella fa capolino sul mio ano.
Molla la presa con una mano, per poter impugnare il suo membro , lo fa correre su e giù lungo il solco per poter raccogliere più saliva possibile ed una volta all’entrata, dopo averla spalmata con cura, si ferma.
– Lo senti come &egrave duro? – mi domanda sottovoce dopo essersi piegato su di me.
– Si ‘ affermo sentendolo pulsante contro il mio buchino via via sempre più stretto.
Con le mani passa tra il tavolo ed il mio petto e raggiunti i capezzoli, li strizza contemporaneamente.

– Voglio sentirti urlare come una puttanella ‘ ordina ridacchiando e poi….
‘.. affonda con un colpo secco di reni nel mio culo.

– Aaaaaahhh!!!!! – urlo….

‘…eccome se urlo.

Ma senza darmi nemmeno il tempo di adattarmi all’intrusione, &egrave già uscito e senza attese, affonda nuovamente in me facendomi urlare nuovamente.
– Ora che ti trattiamo come la peggiore delle troie da sfondare ti piace ancora??? – mi urla in un orecchio mentre attorno a noi, gli uomini si stanno pian piano avvicinando.
Mi accerchiano, tutti con una mano sul cazzo duro, tutti a guardare come mi viene spaccato il culo.
Al terzo affondo dopo un urlo più energico, crollo sul tavolo dichiarando involontariamente la mia resa.
A questo punto, dopo aver mollato la presa sui capezzoli, inizia a scoparmi con forza, godendosi il mio culo con lunghi affondi fino a quando il suo bacino non si scontra con forza sulle mie chiappe trattenute con le sue mani.
Uno degli spettatori si abbassa per guardarmi in volto, nota quanto sono provato dalla cavalcata mentre produco continue smorfie, sudori e lacrime che scendono inesorabili dagli occhi.
Mi sorride, mi schiaffeggia con forza una guancia e poi mi sputa in faccia mentre continuo ad essere cavalcato senza sosta con irruenti affondi.
Non si allontana, continua a guardarmi negli occhi e poi, dopo un ennesimo sputo, mi prende per i capelli e mi trascina fino al bordo del tavolo.

Di fronte a me trovo il cazzo che si era presentato per ultimo, quello che non ha voluto il pompino ma solo la succhiata ai coglioni.
Questa volta però &egrave più pretenzioso e dopo aver puntato deciso tra le mie labbra, si fa strada fino a quando non si posa sulla mia lingua.
– Succhia e lecca ‘ ordina trattenendomi per i capelli.
L’uomo dietro di me intanto, sembra arrivato al culmine, gli affondi iniziano ad essere più violenti, più dolorosi, tanto da spostare il tavolo, tanto da farmi finire in gola diverse volte il cazzo.
Bastano pochi minuti, bastano una decina di mie urla soffocate e dopo essere uscito dal culo, prendendomi per i capelli mi stacca dall’altro cazzo e trascinandomi in ginocchio mi infila il cazzo fino in gola dove come un fiume quasi mi affoga con in suo sperma.

Finito di eruttare, esce dalla bocca e dopo essersi pulito sulla mia faccia, si allontana.

L’altro uomo ancora da soddisfare, con calma torna verso di me.
Mi guarda mentre cerco di riprendere fiato e colorito in volto.
Si accovaccia di fronte e senza smettere di fissarmi, impugna il mio cazzo ancora duro.
Lo stringe, lo torce leggermente e poi forza a rialzarmi trascinandomi da esso.

Passa quindi alle mie spalle, si appoggia con il cazzo tra le chiappe, ci affonda nel mezzo facendomi sentire quanto sia duro e grosso mentre mostro a tutti quanto sia duro anche il mio.
– Mettiti a pecora ‘ ordina spingendomi in avanti.
Eseguo l’ordine posizionandomi come richiesto.

– Allarga le gambe e sporgi bene il culo ‘ ordina ancora sotto lo sguardo eccitato di tutti i presenti
– Brava vacca ‘ si complimenta infine prima di posizionarsi in ginocchio di fronte il mio volto.

Il suo cazzo torna ancora una volta contro il mio volto e dopo avermi ordinato di prenderlo in bocca, lo sento rivolgersi agli spettatori.
– Chi vuole fare il toro da monta? – domanda ridacchiando.

– Vengo io – dice uno con tono deciso, come i suoi passi che mi raggiungono.

Leave a Reply