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Racconti Gay

Un cazzo in metropolitana.

By 20 Agosto 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

I corpi sono ammassati, si toccano, si sfregano. Il movimento del metrò fa risvegliare qualcosa nel mio fondo schiena, lo sento è qualcosa che si agita, cresce, prende vigore, si fa duro, tanto duro da farsi sentire oltre gli abiti.

Metropolitana di Roma, è sera, siamo pigiati come sardine e un cazzo in piena erezione cresce, cresce sodo a contatto con le mie chiappe. E’ una sensazione strana, tra imbarazzo e lasciar fare, indifferente cerco di evitare il contatto ‘pericoloso’, non più di tanto, rischierei di provocare un altro contatto ‘pericoloso’con il donnone davanti di cui temo la possibile reazione furibonda. Ogni piccolo movimento sollecita quell’affare duro e l’andatura del metrò ne produce di movimenti! Sarà il contesto, sarà l’imprevedibilità della situazione, sarà che da parecchio non ho a che fare con un cazzo, certo è che lascio fare, non do segni di reazione. In fondo mi fa piacere quel contatto passeggero con una durezza maschile.

Mi mancano quattro fermate. Siamo finiti in un angolo, a lato dell’interpassaggio fra le carrozze, lui è appoggiato al finestrino ed io sono addossato a lui, faccio pressione all’indietro. La ressa è sempre fitta, l’affare dietro di me si è comodamente disteso lungo il solco del culo e lo riempie, lo sento per intero che si struscia, è a suo agio, ha capito che tutto sommato non mi dispiace averlo in quel posto.

Ancora tre fermate, la mano è strattonata giù ad afferrare la stoffa leggera della tuta, la mano avverte tutto lo spessore di quell’oscuro coso duro, percepisco profilo e venature, distinguo nettamente il suo glande pulsante. Non porta neanche gli slip, il porco!

Mi dico:’però! Va bene così!! Una strizzatina veloce non ha mai fatto male a nessuno, diamoci una botta e via!’

Due fermate. Non scende nessuno, la mano è sempre più stretta a quel cazzo sconosciuto, il cui padrone si masturba usandomi, non oso voltarmi e non ho la più pallida idea di chi sia quel cazzo che mi ha riempito la mano: un giovane, un anziano, un maniaco o chissà che cos’altro.

Penultima fermata, tre minuti alla discesa. Un pensiero intrigante e provocante si fa strada nella mente: cogliere l’attimo, prendere l’iniziativa. Sono io che stringo con decisione e mi gusto in lungo e largo le sue dimensioni, vado oltre, trattengo il respiro e affondo la mano nella tuta, ce l’ho in mano, ooohhhhh è mio!, lo palpo, lo stringo: è caldo, grosso, eccitante, lo sego lentamente su e giù, su e giù con malcelato piacere. Devo avere in viso un’espressione soddisfatta e beata: quanto mi piace stringere questo cazzo nelle mani, e poi dopo un lungo digiuno è meraviglioso, appagante!

Lo sconosciuto gradisce la mia intraprendenza, grugnisce sommessamente nell’orecchio.

Ho scommesso con me stesso: voglio sentirlo vibrare e fremere nella mano mentre me la riempie di sperma, tutto prima dell’ultima fermata.

Il contesto è sempre più eccitante. Affronto impunito anche il rischio che mi veda qualcuno, ma siamo troppo ammassati e il suo giaccone fa da tendina, accelero la masturbazione, la mano continua ad andare su e giù, è un bel cazzo grosso, molto grosso, liscio e durissimo. Giacchè mi trovo affondo ancora la mano fra i suoi peli e gli stringo le palle, sudate, pesanti, deve essere in arretrato da parecchio. ‘ Tranquillo ‘ penso ‘ ora te le svuoto!! Ti faccio un lavoretto che ricorderai tutta la vita!!’ Lo masturbo con intensità, lui gode e io pure, la mano stringe e sega, lo smanetta e lo scappella senza tregua. Uuuuhhhh!!! dai bello, su esplodimi in mano!

Ultima fermata, ho perso la scommessa.

Il calore eccitante di quel bastone cazzuto evapora dalla mano, si aprono le porte, il vagone si svuota, sono risucchiato fuori.

Ho esagerato, mi sono fatto prendere troppo dal gusto della trasgressione, devo ricompormi alla normalità e lasciar perdere le strane fantasie erotiche, potrebbe essere rischioso, poteri aver innescato meccanismi incontrollabili. Imprimo velocità alle gambe, ma non rispondono, la scala mobile avanza lentamente, vorrei saltare ma non ce la faccio.

Avverto un’oscura presenza alle mie spalle, quello sconosciuto mi sta certamente seguendo, non oso voltarmi e non vedo l’ora di essere fuori dai meandri della metro, mi prende l’ansia e l’agitazione, ho la sensazione di essermi cacciato in un guaio più grande di me.

Sono fuori dalla metropolitana, altri duecento metri e sono nel portone di casa. L’ombra minacciosa è sempre dietro che mi segue? Non lo so. Le gambe riprendono velocità, ecco il portone, sono arrivato e, porca miseria, di nuovo avverto quella presenza angosciante alle mie spalle, le gambe ridiventano molli e pesanti, procedo al rallentatore, l’ansia cresce dentro, sudo freddo. Sono la preda facile di un animale che ho risvegliato dal torpore estivo?

Finalmente sono dentro il portone e faccio per chiamare l’ascensore ma il mio dito rimane sospeso in aria’ un freddo metallo si appoggia alla gola, un ferro sottile e minaccioso preme sulla pelle, bofonchio: ‘ prenditi il portafoglio che sta dietro, lasciami stare!’, a stento deglutisco la saliva che riempie la bocca, la mano sospesa è tirata in basso da un’altra mano, tozza, ruvida e pelosa.

Mi sfilerà il portafoglio dalla tasca posteriore dei calzoni e andrà via! penso e spero. Nella mano, però, mi ritrovo quel caldo cazzo metropolitano che è fuori dalla tuta e svetta proteso nell’aria e reclama maggiore attenzione.

Provò a gridare, la voce si strozza in gola, sono paralizzato dal terrore, mi poggia la mano sulla spalla, provo a staccare la mano dal suo cazzo ma la lama premuta sulla gola mi fa capire che non devo farlo, lo riprendo in mano senza particolare intensità, la lama preme ancora sulla gola e lo stringo, la lama preme ancora tagliente e allora lo stringo e smanetto lentamente con delicata maestria. La lama non preme più sulla gola. ‘ Cazzo ‘ penso ‘ volevi solo riprendere il discorso interrotto dalla fermata! E va bene così, dai ora ti faccio venire, ti svuoto le palle, mi sborri e siamo tutti più contenti!! Non c’era bisogno di tirar fuori il coltello per una sega veloce!! Che cazzo, mi stai facendo morire di paura!! Bastava chiederlo, non mi sarei tirato indietro! Quando lo ritrovo un cazzo così!!’.

Con la mano sulla spalla mi dirige giù nel sottoscala. ‘ Meglio così ‘ continuo a pensare fra me e me ‘ almeno ci leviamo da questo posto in vista!!’ Scendiamo i gradini, la mano è sempre attaccata al cazzo duro, teso con la cappella rosso fuoco turgida e gigantesca che appare e scompare nella mano mentre lo sego: è grosso, è proprio grosso questo grosso cazzo, non ho mai preso in mano un cazzo così grosso!

Ora sono in completa balìa dello sconosciuto, quello che conta è salvare la pelle e per il resto, a questo punto succeda quel che deve succedere, purché tutto finisca presto e’ bene. Siamo appartati nell’angolo più remoto del sottoscala in penombra, vicino ad un vecchio tavolo abbandonato. Poggia il coltello sul tavolo e mi porta anche l’altra mano sul cazzo, è un vero piacere ora stringerlo con tutte e due le mani, mi sento pieno.

Il click di una manetta mi serra un polso, la voce mi esce dalla gola: ‘ Ma che fai, no!! lasciami stare!! Così nooo!!’ La lama è di nuovo alla gola, decisamente minacciosa, un secondo click mi fa capire che sono ammanettato e tra le mani in manette pulsa il grosso cazzo, la lama puntata alla gola non mi ha lasciato alternative.

E’ un gioco? penso. Sarà pericoloso?

Deve essere un tipo a cui piace sottomettere i partner dei suoi giochi erotici, ed io assecondo il suo gioco, in fondo a me piace essere sottomesso. Glielo lascio capire avvolgendomi fra le mani il cazzo e le palle e riprendendo a masturbarlo con libidinosa intensità.

Il gioco va avanti, una benda mi copre gli occhi, sono al buio e le sensazioni che provo sono ancora più intense, dalle mani strette nei ferri si sprigiona piacere intenso, vivo che mi fa rizzare la pelle.

Mi cala i jeans che finiscono a terra, poi con la lama mi lacera gli slip, quel cazzo caldo e duro che ho in mano ora lo sento sulla pelle e nel freddo della paura che mi pervade, quel calore è l’unica cosa di senso positivo. Muovendo il bacino porta la punta del cazzo a strofinarsi fra le chiappe e poi finisce a premere sul mio buchetto, anzi sono io che me lo strofino in quel posto. Il calore che si propaga dal mio culo, riscalda il corpo e scaccia il freddo della paura.

La situazione sta sfuggendomi completamente di mano??

Con un piede mi sfila le scarpe ed una gamba del jeans, sono nudo dalla cintola in giù, gli occhi bendati, le mani ammanettate ed un cazzo che preme minaccioso sulla rosellina del mio culo. A questo mi ha portato la mia sfida in metropolitana!!

Mi afferra i capelli e spinge giù la testa, è chiaro il messaggio, è inequivocabile che vuole che mi sottometta in ginocchio a succhiargli il cazzo: devo farlo non ho scelta, volevo fargli una sega leggera e disinvolta, e invece dovrò fargli un pompino.

‘ E va bene! ‘ penso sempre fra di me ‘ vuoi riempirmi la bocca, vuoi che ti spompini e io ti faccio un bel pompino e mi ingoio tutto, così svuotato per bene te ne vai e mi lasci in pace. Tanto, tutto sommato, non mi costa niente prendermelo in bocca, anzi così conciato è davvero eccitante, sono così eccitato che ti succhierò anche l’anima!!’

Sono in ginocchio, inizia a colpirmi la faccia con il suo cazzo durissimo: sulle guancia, sulle labbra, sul naso, sugli occhi e sulla lingua che ho tirato fuori per leccarglielo. Nelle narici sento il fortissimo odore del suo cazzo. Se lo lascia leccare, tanto lo lecco e insalivo che glielo sto lucidando. Non dice una parola, solo un respiro ansimante, rantoli sinistri e mugugni di piacere.

Lo appoggia alle labbra, me lo spinge in bocca. E’ grosso, molto grosso, più grosso di tutti i cazzi che ho succhiato fino adesso. Allargo le labbra e lo infila dentro, a grandissima fatica ne imbocco solo una metà, mi muove la testa avanti e dietro e spinge con il bacino. Mentre mi penetra la bocca, glielo succhio e lecco, glielo risucchio e lecco, sbavando.

Non è affatto male, anzi me lo voglio succhiare a lungo e sentirmelo in bocca per bene prima che mi riempia di sperma. Avere la bocca piena di quel cazzo è molto eccitante, anche se è una vera invasione che toglie il respiro, un cazzo in bocca è sempre un cazzo in bocca e vale qualsiasi sacrificio!

Non è un pompino però che vuole da me!!!

Mi tira su per i capelli e mi sbatte sul tavolo polveroso, mi schiaccia la testa e il petto mentre mi divarica le gambe, stendendomi alla pecorina con il culo in bella mostra.

‘ Cazzo!! ‘ penso ‘ mi vuole proprio inculare, mi vuole fottere!!! E fottimi, dai rompimi il culo, fammi godere come un maiale, vienimi dentro, riempimi tutto!!!’.

Non importa che quel cazzo ha una circonferenza mostruosa e che rischia di squarciarmi l’ano, a questo punto godiamoci il dolore e il piacere della messa in culo, volevo cogliere l’attimo e l’attimo sta venendomi dentro a riempirmi come mai nessun altro cazzo aveva fatto.

Uno spesso dito umido di saliva si fa strada nel culo, lo dilata, lo penetra, affonda in profondità nelle viscere. Anche il dito è grosso, produce bruciore, cerco di facilitargli la penetrazione, non vorrei indisporlo: mi rilasso e contraggo il retto verso l’esterno. Il dito è continuamente insalivato ed entra con facilità, penso che me lo abbia messo tutto dentro, mi sento pieno, mi massaggia la prostata e mi s’intosta il cazzo. Mi sta bene dentro, lo sento, mi fa salire il sangue alla testa, il cuore in gola, comincio ad ansimare anch’io, gemo, dalla bocca escono degli ‘oooohh!!!’ e degli ‘uuuuhhhh!!’ di piacere, alzo il tono dei gemiti, il sottoscala ne risuona. Mi tappa la bocca con i miei slip lacerati, vuole silenzio!! Vuole farmi la festa in religioso silenzio, deve sentirsi solo lo stridìo del cazzo fra le pareti del culo!

Il dito è fuori, mi sento svuotato, con la testa fra la polvere del tavolo sono in attesa delle sue prossime mosse, abbandonato agli eventi, disposto a subire tutte le sue voglie.

Con le dita mi allarga il buco del culo, lo insaliva sputandoci ripetutamente. Le sue dita mi stanno aprendo come un frutto, sono alla sua mercè. Sul buco così dilatato appoggia l’enorme cappella: non entrerà mai nel mio culo!

Ansima come un animale, spinge il cazzo contro il culo ma niente. Lo sento innervosirsi, mi dispongo a facilitargli la penetrazione: spingo il culo all’indietro, mi rilasso, contraggo allo stremo l’ano’ mentre lui continua ad insalivarsi il cazzo e a sputare nel buco.

Sento che ora ha centrato l’obbiettivo, la punta del cazzo è posizionata nel bel mezzo del buco, spinge, spinge, spinge e spinge con una pressione crescente e poi’. l’ano cede, il cazzo si fa largo, avverto la divaricazione del buco: è solo l’inizio!!

Si ferma, ho dentro di me solo un accenno di cazzo, il resto è ancora fuori. E’ ancora fermo, l’attesa mi snerva. Con un sordo rantolio affonda un colpo di reni formidabile, le pareti dell’ano cedono, il suo grosso cazzo tosto dilaga nel culo, mi squarcia, mi riempie: è un’invasione anale, straripante, furiosa.

Uuuuuuuuuuuuuuhhhhhhhhh!!! Urlo il dolore fra i brandelli di slip che ho in bocca, mi mordo la stoffa, fitte tremende mi risalgono dall’intestino al cervello, brividi laceranti risalgono la spina dorsale.

Dopo avermi sfondato si ferma, questo mi consente di riprendermi dalla terribile botta dell’inculata. Rimodulo il respiro, assorbo lentamente il dolore, non il bruciore della dilatazione, il cuore è schizzato in gola, mi fischiano le orecchie.

Il mio culo prende confidenza con quell’ammasso di carne che l’ha riempito, modulo ancora il respiro e dal profondo delle viscere sale una sensazione di piacere. Comincia a dondolarsi, il cazzo si muove dentro di me, lentamente, ‘ooh, sìì, oooohhh, sssìììì!!!. Mi ha sottomesso completamente, non posso gridare il piacere che provo, posso solo pensarlo:’ Cazzo, quanto mi piace tenerlo ficcato in culo! Ooooooooooooooohhhhhhhhhh!! Sìììì, così mi piace prenderlo dentro!!!’

Ora mi stantuffa, m’incula con ritmo crescente, il cazzo scorre avanti e dietro, dentro e fuori facendomi sciogliere in un lago di piacere. Mi stringe con una mano la nuca schiacciandomi contro il tavolo, con l’altra mi stringe le mani che ricambiano la stretta ed è l’unico gesto umano in questa sodomizzazione bestiale: un animale arrapato che monta la sua femmina in calore.

Il ritmo regolare e possente del suo stantuffare nel culo mi ha letteralmente schiantato, sono in un totale deliquio, abbandonato su quel tavolo polveroso, usato a piacimento, non poteva succedermi niente di meglio.

‘Quanto mi piace stare a prenderlo in culo così’ da impazzire come mi sta fottendo questa bestia’ dai’ sfondami.. riempimi le viscere di sborra’ dai ancora suuuu’!!!’

Tra rantoli e affondi decisi nel culo il bestione che mi monta mi riempie di sperma, cinque ‘ sei- sette fiotti che sento scorrermi dentro come un fiume caldo, non ci sono parole per descrivere quello che provo a sentirmi sbattere dentro gli schizzi poderosi di quell’animale.

Di botto estrae il cazzo dal culo lasciandomi svuotato e sventrato. Chissà come appare il mio culo squarciato da quella bestia di carne che lo ha fottuto alla grande, un buco rosso oscenamente aperto e da cui comincia a rifluire il suo sperma che mi cola lungo le cosce. Rimango inerme sul tavolo, mi godo tutte le stupende sensazioni provate anche se il culo è dolorante. ‘Un’inculata da sogno!!’

Cosa succederà ancora?

Non ne ho la più pallida idea, aspetto e mai avrei immaginato che dopo pochi attimi di pausa senza preavviso mi riaffondasse il cazzo nel culo per riprendere a incularmi senza fiatare e senza pietà. Evidentemente deve aver pensato:’A questa grandissima zoccola piace da morire il cazzo in culo, e visto che ti piace tanto farti inculare eccoti servita, beccatelo tutto dentro un’altra volta, fino in fondo e fammi godere, troia!!’

E mentre penso a quel che pensa, il suo cazzo mi riapre la mente a nuovi orizzonti sconosciuti del piacere. E mentre mi appresto a ricevere il suo sperma spumeggiante nelle viscere, sfila di colpo il cazzo dal culo sborrandomi sulle chiappe e sul fondo schiena, gli schizzi sono colpi di frusta, poi la lama fredda del coltello prende a ripulirmi la pelle, mi sfila gli slip dalla bocca e mi ripone fra le labbra la lama intrisa di sperma che ripulisco con il terrore di ferirmi: una, due, tre volte la lama sgocciolante di sborra passa fra le labbra che la ripuliscono pericolosamente, la lingua lecca con libidine la lama affilata, il sapore della sborra mi riempie la bocca: è densa, salata ed amarognola, ma questo è lo sperma, se piace piace e se non piace è inutile mettersi a fare pompini e a me quel gusto di crema salato piace e sarà anche rischioso ma leccare un lama sborrosa non capita tutti i giorni!

Raccolta tutta la sborra dalla pelle del culo, e ripulito per bene a lucido la lama, la punta del coltello si appoggia nel buco dilatato mi cala il gelo: ‘Cazzo ora mi apre come una scrofa!!!

Il sudore mi cola freddo lungo la fronte. Non è possibile che finisca così, una cosa così bella!

La lama comincia ad entrare come un cazzo metallico nel culo, il filo della lama sfila sull’orlo, sono eccitatissimo e agghiacciato dal terrore, mi piacerà anche questa tortura?

Sono in attesa del dolore finale e ‘

‘balzo nel letto mentre mi allago il ventre con una liberatoria e salutare sborrata mattutina.

‘ Che cazzo di sogno è questo???’

Sono accettati e graditi commenti e giudizi: Stefy545@virgilio.it

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