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Racconti GayTrio

Una serata in palestra

By 9 Febbraio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Era da tempo che mi eccitavo molto alla vista di due ragazzi, di qualche anno più grandi di me e molto amici tra di loro, in palestra.
A 18 anni avevo deciso di mettere su un po’ di muscoli poichè il mio fisico tonico non mi sembrava il massimo. Il primo giorno che misi piede nella palestra li vidi, che parlavano e si allenavano insieme. Erano ambedue molto muscolosi, il petto era nascosto dalla canottiera, ma quando essa era bianca il loro sudore mi permetteva di vedere qualcosa in più del solito, ed era notevolmente sviluppato, le braccia erano molto muscolose. Uno di loro era riccio coi capelli neri e portava una barbetta non perfettamente rasata, l’altro era biondo coi capelli abbastanza lunghi e due grandu occhi verdi. Avevo passato i miei 6 mesi di palestra prima a capire i loro orari per andarci quando loro c’erano e poi a cercare di farmi notare da loro, ma non avevo ottenuto alcun effetto. Un giorno decisi di osare di più.
Andai in palestra un giorno in cui sapevo che ci sarebbero stati anche loro ed iniziai ad allenarmi. Mano a mano il tempo passava e loro continuavano ad allenarsi e a chiacchierare, io, lì da solo, li guardavo sempre, sia per godermi la loro vista, sia per osservare i loro movimenti. Circa alle 22.00 iniziò a scemare la quantità di persone che c’erano in palestra, era l’orario al quale di solito me ne andavo anche io. Loro però non facevano cenno di andarsene ma continuavano imperterriti le loro faccende. Dovevano però essersi accorti dei miei sguardi perchè era già un’ora e mezza che li guardavo. Alle 22.45, c’eravamo soltanto io, loro due, il proprietario (un ‘giovane vecchio’) e un’altro paio di persone, il proprietario si avvicinò ai due ragazzi dicendo loro che sarebbe andato a casa e chiedendogli il favore di chiudere loro aggiungendo le tre parole ‘come al solito’. Capii quindi che avrei dovuto aspettare fino alle 23.30 (ossia l’orario di chiusura). Già alle 23.10 però eravamo rimasti solo noi e cinque minuti dopo loro due scesero negli spogliatoi per farsi la doccia. Era il mio momento. Aspettai qualche decina di secondi e poi scesi anche io, andai in uno spogliatoio e mi svestii completamente, poi andai nelle docce.
Quel che vidi fu fantastico: erano lì loro due con un fisico statuario, uno di fronte e l’altro di schiena; i muscoli perfettamente scolpiti dalle spalle fino ai piedi senza essere sovrabbondanti; il più vicino a me (quello di schiena) aveva dei dorsali perfettamente definiti, un sedere tondo e proporzionato che sormontava delle gambe muscolose e dritte; l’altro (quello di fronte) aveva spalle tonde e larghe, pettorali lisci, abbondanti e sodi, gli addominali perfettamente accoppiati e delle cosce glabre con quadricipiti molto sviluppati, in mezzo ad esse una specie di proboscide, grossa e mezza in tiro, faceva mostra di sè; nessuno dei due aveva peli di qualsiasi genere che impedissero la vista.
Davanti a quello spettacolo rimasi qualche secondo impietrito con gli occhi di fuori, tanto che quello di fronte a me, quello biondo, che mi vide mi invitò a non preoccuparsi e di farsi pure la doccia con loro. Non me lo feci ripetere due volte e andai nella doccia che loro avevano lasciato libera tra di essi. Iniziai ad insaponarmi girandomi quando da una parte quando dall’altra per vedere tutti e due. Le parti che non avevo visto al pimo colpo si rivelarono al pari delle altre e anch’esse mozzafiato. Non riuscivo a contenermi nè a mascherare i miei sguardi avidi di maschio e in men che non si dica il mio cazzo fu perfettamente eretto. Loro due rispondevano ai miei sguardi studiandomi ma non sembravano per nulla scandalizzati anzi: notai dall’allungamento del loro pene che gli piaceva. Quando li vidi ambedue completamente eretti mi accorsi che erano veramente grossi. Quello del ragazzo biondo era lungo più di una spanna e abbastanza largo, quell’altro era sin più grande. Era di 5 o 6 centimetri più lungo di quello dell’amico e decisamente più largo. Quella vista mi eccitò moltissimo e mentre mi insaponavo decisi di tentare il massimo: feci cadere la saponetta per terra. Ambedue si fermarono e guardarono me e la saponetta alternativamente, poi la raccolsi. Per fare ciò non piegai le gambe, in maniera tale da porgere il culetto a uno di loro, decisi di porgerlo a quello biondo poichè l’altro cazzo mi spaventava un po’. Non li sentii parlare e mi stavo già per deprimere pensando che si sarebbero accontentati di guardare quando sentii una mano sul culo che separava le natiche e un’altra, mentre mi rialzavo, che dirigeva la mia bocca verso il cazzo che avevo davanti. Dopo le mani sul culo sentii che il biondo mi stava massaggiando il buchetto con il cazzo: andava su e giù, ci passava sopra senza entrarci eccitandomi moltissimo. Intanto la mia bocca era ormai a contatto con l’altro cazzo, la cui vicinanza lo ingrandiva ancora di più. Aprii le labbra appena lo ebbi a portata e iniziai il primo pompino della mia vita: era estremamente grande e tenerlo in bocca era una sensazione stranissima. Avevano spento le docce e il biondo aveva provveduto ad insaponarmi per bene tutto il culo andando anche dentro il buchetto con due dita per iniziare ad allargarlo. A un certo punto, con il cazzo in bocca sentii che iniziava ad entrare anche da dietro, faceva molta fatica e io sentivo anche un discreto dolore ma anche un vago piacere. Finalmente entrò tutto e mi sentii le viscere piene di carne. Quello davanti sembrava molto soddisfatto della pompa che gli stavo facendo e, quando dietro di me il biondo iniziò a spingere avanti e indietro, iniziai anche con il pompino ad avere più o meno cazzo in bocca. A un certo punto quello avanti fece un passetto verso di me e fece in modo tale che quando da dietro mi spingeva in avanti io fossi costretto a prendere più cazzo in bocca senza che uscisse quando la spinta da dietro non c’era più. Il suo cazzo enorme mi riempì completamente la bocca e arrivatomi in gola ancora non ce l’avevo tutto dentro. Dopo poco però tutti e due sfilarono i loro cazzi da me lasciandomi il culo dolorante e la bocca con il tipico sapore di maschio. Il moro commentò la mia bravura nel fare le pompe asserendo che se davvero era la prima ero un pompinaro nato. Poichè ero così assetato di cazzo mi proposero di metterci più comodi di sopra. Accettai e rapidamente ci sciacquammo, asciugammo per poi andare su una di quelle panche con la seduta rettangolare e dritta senza schienale sulla quale, però, erano stati messi degli asciugamani. Mi ci fecero sdraiare a pancia in su. Il biondo prese di nuovo posto vicino al mio culo mentre l’altro andò a prendere del lubrificante che diede al suo amico e si mise vicino alla mia faccia. Iniziai a leccargli tutto quello che avevo alla portata, la cappella, le palle, una parte del pene mentre sul mio culo veniva sparso abbondante lubrificante e il buchetto veniva riaperto con due dita. Quando il biondo ebbe finito i preparativi alzò le mie gambe in maniera tale che il dietro del ginocchio fosse sulle sue spalle e avvicinò abbastanza il suo busto a me. Iniziò a ficcarmi il cazzo di nuovo dentro molto delicatamente anche se ora scivolava meglio, sia per il lubrificante, sia perchè era già un po’ aperto. Intanto il moro iniziò a spingermi in bocca il suo cazzo che io succhiai con molta goduria. Di nuovo mi sentii pieno davanti e dietro ma questa volta con molto meno dolore. Era una sensazione fantastica. Il biondo iniziò a scuotermi con i suoi muscoli facendo entrare e uscire il suo cazzo da me mentre il moro da davanti faceva un movimento simile, anche se meno violento, e mi scopava la bocca. Il suo cazzo enorme mi riempiva completamente arrivandomi fino in gola e cercando di andare anche oltre; sentii una prima gocciolina di sperma ma non riuscii a sentirne il sapore perchè la cappella era ben al di là della mia lingua. Ero però sicuro che gli stesse piacendo. Dietro i colpi si erano fatti meno frequenti ma più violenti, sentivo il mio culo allargarsi e godevo. Dopo qualche minuto così, di nuovo tirarono fuori i loro cazzi da me e questa volta il sapore di maschio che mi rimase in bocca fu molto più forte di prima. Gli chiesi perchè smettessero se ancora non mi avevano fatto assaggiare quel che avevano dentro quelle due bellissime verghe di carne e mi risposero di non preoccuparsi e di rimanere lì fermo. Il biondo andò a sciacquarsi e dopo essere tornato si mise vicino alla mia bocca, allora capii ed ebbi un po’ di paura. Nonostante l’aggiunta di lubrificante quando il moro cominciò a infilare quel cazzo enorme dentro il mio culo non riuscii a trattenere un grido di dolore, che il biondo accolse mettendomi il suo bel cazzo in bocca e il moro spingendo con ancora più forza. Il dolore per fortuna durò poco perchè venne sorpassato dalla sensazione di estremo piacere che mi dava tenere dentro di me quel pene enorme. Inoltre, anche se avessi voluto, non mi sarei potuto lamentare a causa del cazzo che stavo succhiando come un ossesso: il sapore, simile a quello dell’altro cazzo, era però più buono ed ero quindi doppiamente deciso ad assaggiare tutto quella crema. Spompinai quindi al meglio delle mie possibilità mentre da dietro il moro mi rompeva l’ano con forti colpi facendomi provare un piacere del tutto nuovo e sconosciuto. Andammo avanti così un po’ fino a quando il moro non tirò fuori il suo cazzo e venne schizzando il suo latte cremoso sulla mia pancia; quasi in contemporanea anche il biondo sfilò il suo cazzo dalla mia bocca e aggiunse il suo sperma a quello che già c’era sulla mia pancia lasciandomi solo il sapore del suo cazzo in bocca. Il biondo pulì il suo cazzo sulla mia faccia dallo sperma residuo mentre il moro usò il mio culo. Poi sparsero il loro sperma ovunque sul mio corpo. Sembrava che facessero apposta a impedirmi di assaggiare lo sperma. Io, dopo avergli chiesto il permesso, mi segai poichè non resistevo più e prima me lo avevano impedito e venni quasi subito. Mi portarono di nuovo giù alle docce e ci sciacquammo tutti insieme. Poi mentre ciascuno mi baciava io ne approfittai per toccare qualcosa dei loro magnifici corpi. Mi rivestii e gli chiesi perchè non mi avessero fatto assaggiare il loro dolce latte e mi assicurarono che ce ne sarebbe stata di sicuro l’occasione in futuro. Con questa promessa li lasciai.

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