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Racconti Gay

Weekend a Ischia

By 9 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Ciao a tutti.
Sono Nicola, ma chi mi conosce sa che preferisco il nome che mi hanno dato i miei amici: ‘Cinzia’.
Vi ho già raccontato in altro racconto della gita a Roma e di come ho conosciuto Adriano.
Per il weekend del 30-31 agosto l’ho invitato a venire a trascorrere due giorni a Ischia (io sono napoletana).
Adriano non se l’&egrave fatto ripetere e abbiamo prenotato una stanza in un alberghetto di Forio.
Siamo arrivati sabato mattina e già vedevo gli sguardi vogliosi di Adriano che veramente mi fanno sentire FEMMINA o, forse, ‘TROIA.
Appena in camera andai a fare una doccia e mi ritrovai addosso Adriano che immediatamente mi inculò ‘per augurarti il benvenuto’ mi disse.
Andammo in spiaggia. A fine giornata cenammo e poi uscimmo un po’ a passeggio per il paesino. Sentivo molti sguardi addosso perché, sebbene stessi in pantaloni e camicia, il mio sguardo, il mio modo di camminare, la mia ‘aura’ denunciavano la calda femmina che &egrave in me.
Al ritorno in hotel trovammo il portiere di notte che sonnecchiava e aveva chiuso a chiave l’ingresso.
Era un bellissimo ragazzo di circa 28-30 anni abbronzato e con uno sguardo sensualissimo.
Giunti in camera Adriano mi fa:
– visto come ti guardava il portiere? Come ti squadrava dalla testa ai piedi?
– Si ‘ risposi ‘ e posso dirti che mi faceva immensamente piacere il suo sguardo.
Adriano ammiccò e cominciò a spogliarsi. Quando rimase nudo si avvicinò a me e mi sfilò la camicia, poi sbottonò i pantaloni e rimasi solo con il peri rosso che esaltava come due meloni maturi il mio culo.
Baciandomi mi spingeva lentamente verso il letto e mi fece distendere. Io volevo togliere il peri ma lui me lo impedì e si distese al mio fianco con il cazzo che già svettava imperioso.
Volevo accarezzarlo, ma lui niente.
– cosa ti prende ‘ feci io
– nulla, solo che ho sete, voglio bere e dopo mi dedicherò solo a te.
Così facendo prende il telefono e chiede al portiere se poteva portare su un bottiglia d’acqua perché quella in frigo l’avevamo terminata.
Io lo guardai di sottecchi e chiesi:
– vuoi farmi dare un’altra occhiata a quello splendido esemplare di maschio? Ma non credere che ce ne sia bisogno, sono tutta un fuoco.
Lui non rispose e mi fissava accarezzando lentamente il cazzo.
Dopo nemmeno tre minuti sentimmo bussare. Adriano invece di alzarsi, coprirsi e andare ad aprire, rimase disteso e disse: avanti.
In quel momento capii il suo programmino ‘ e ne fui entusiasta.
Il portiere, che si chiama Davide, entrò salutando e per un attimo rimase a guardarci, capendo a volo cosa avevamo intenzione di fare.
Entrando richiuse la porta, posò l’acqua e cominciò a sfilarsi la polo che indossava.
Mi avvicinai sinuosamente e comincia ad accarezzarlo e contemporaneamente a sbottonargli i pantaloni. Lo facevo con il massimo impegno per rendere la situazione languida, gli sfioravo la ‘patta’, mi strusciavo sulla ‘patta’, appoggiavo il viso alla ‘patta’, insomma avevo messo al centro della mia attenzione la sua ‘patta’.
Lui rispose prontamente facendomi sentire il vigore del suo cazzo stretto nella ‘patta’.
Infine glielo liberai e vidi, finalmente, svettare il suo grosso cazzo. Me ne innamorai all’istante (forse avrete già capito che io subito mi innamoro dei grossi cazzi) e presolo in mano lo attirai sul letto come se fosse un cagnolino al guinzaglio.
Mi distesi supina fra i miei due maschi che cominciarono a baciarmi tutta mentre io stringevo i loro membri nerboruti.
Davide mi prese le gambe me le sollevò facendomi strusciare il cazzo fra le mie desiderose chiappe che provai a stringere ritmicamente per cercare di acchiapparlo e cominciammo a giocare così.
Adriano si sentì escluso dal giochino ed allora cominciò a sforarmi il viso con la sua cappella.
Alla fine entrambi si insinuarono nei mie buchi: Adriano mi infilò il cazzo in bocca, mentre Davide cominciò a lavorarmi il buco del culo.
E così, mentre succhiavo avidamente, sentivo un dito, poi due dita, poi tre dita che mi allargavano il culo superando la resistenza dello sfintere e massaggiandolo dolcemente. Quando fui pronta Davide appoggiò la cappella ed io lo agevolai spingendo a mia volta il culo per verso di lui. In un istante la cappella superò la resistenza dello sfintere ed io fui piena!!! Piena di quello splendido cazzo che si era impadronito del mio culo e mi riempiva tutta. Ripresi il pompino ad Adriano che si eccitò ancora di più nel vedere come il cazzo di Davide cominciava a pomparmi ed anche lui cominciò il suo andirivieni nella mia bocca vogliosa.
Davide mi apostrofava in tutti i modi affibbiandomi tutti gli epiteti più pesanti: ‘Sei la mia troia!’, ‘Godi puttana!’, ‘ti sfondo il culo zoccola!’, ‘vacca prendi questo cazzo’ e così via.
Tutto ciò mi infoiava ancora di più e succhiavo ancora più forte il cazzone di Adriano fino a ché, per la foga, Adriano non seppe più trattenersi e mi riempì di sborra.
Mi calava lungo il viso e un pò era schizzata sugli occhi, io guardandolo negli occhi (agli uomini piace essere guardati nella loro mascolinità) la raccolsi con un dito e me la infilai di uovo in bocca ingoiandola tutta. Questa scena intostò ancora di più, se possibile, il cazzo di Davide che mi esplose dentro con una sborrata colossale.
Sentivo la sborra che mi colava fuori dal buco mentre Davide ancora pompava. Ero in estasi godevo come una pazza.
Ci stendemmo tutti e tre e ancora per un istante mi godetti la sensazione di forza che mi dava stringere i loro cazzi ormai mezzi mosci.
Poi Davide disse:
– &egrave stato fantastico, ma io ora devo andare.
e con un bacio ci lasciò.
Io accarezzavo ancora il cazzo di Adriano che cominciò a rivivere la scena della chiavata descrivendomi le espressioni del mio viso. Nel farlo si eccitò di nuovo ed il cazzo cominciò a intostarsi ancora.
Scesi ai piedi del letto e guardandolo in viso cominciai a leccare di nuovo il suo cazzo che dopo poche, sapienti succhiatine (sono una spompinatrice nata) era di nuovo eretto.
Lui continuava a parlare ed io mi misi a cavalcioni e, guardandolo negli occhi, mi impalai nuovamente su quella mazza vibrante.
– troia ti piace proprio sentirti piena eh? – mi disse,
ed io sempre vogliosa, cominciai a muovermi su e giù lungo l’asta priapesca. I movimenti erano lenti, volevo godermi l’inculata fino in fondo, e lui raccontava ‘ raccontava ‘ ed io dicevo: ‘dimmi come mi riempiva il cazzo di Davide, così?’ e contemporaneamente a queste parole mi calavo facendomi entrare la mazza tutta dentro. Così lo cavalcai ancora per una decina di minuti, poi mi sfilai il cazzo dal culo e inginocchiatami a fianco al letto alzai la testa e, aperta la bocca, cacciai la lingua fuori.
Lui immediatamente capì e sollevatosi cominciò a tirarsi una sega che dopo pochi colpi esplose in una meravigliosa sborrata che mi colpì in faccia, non era notevole come quella di prima, ma comunque sostanziosa.
Poi usando il cazzo come una spatola mi spalmò tutta la sborra sulla faccia, sul naso, sulle labbra.
Gli ripulii il cazzo con una leccatina e mi sistemai a fianco a lui e mi addormentai. Avevo la migliore maschera di bellezza di Ischia per la pelle del mio viso.
Un bacio a tutti sul cazzo. Cinzia
Chi mi vuole mi trova al 392.8264984
La mia email &egrave: nicmaz10@hotmail.it

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