Skip to main content
Racconti 69Racconti erotici sull'Incesto

123 – La professoressa, gli allievi e la figlia, tutti in vacanza.

By 31 Gennaio 2014Febbraio 9th, 2020No Comments

Io sono Erica e sono una insegnante di matematica, ho quarantatre anni, un po’ formosetta, ma niente di particolarmente esagerato, capelli e occhi scuri un viso mediterraneo, alta un metro e sessantotto, porto la quarta di seno, ho delle belle gambe e un bel sedere sodo e abbastanza importante. Vorrei raccontarvi cosa successe durante una settimana di vacanza con la mia scolaresca della quinta superiore. Devo dirvi innanzitutto, che in quella classe c’era anche una delle mie due figlie, purtroppo ripetente anche lei, ma non per motivi di studio ma per questioni riguardanti la salute. Lei si chiama Linda ed è biondina come il papà, fisicamente è molto diversa da me, più magra e minuta con le tette piccoline e un culetto molto sporgente. Di viso è molto carina, con gli occhi azzurri e il nasino all’insù. Dicevo della classe, è composta da soli sedici allievi, ma quasi tutti sono ragazzi disagiati, nella totalità sono ripetenti per almeno un anno e parecchi dei quali sono stranieri. Di sedici allievi dodici sono femmine e quattro sono maschi. Era primavera inoltrata e precisamente il due di giugno, quel mattino partimmo in autobus per raggiungere una località sulla costa azzurra dove, in un grandissimo campeggio, avevamo prenotato una villetta in legno, equipaggiata al primo piano con otto camere a due letti e una con un solo letto matrimoniale. A pian terreno invece si trovava una enorme cucina con quattro tavoli, un salone e quattro bagni. Faccio ora un passo indietro e voglio confidare a chi mi legge una cosa che poi è stata la pietra dello scandalo che ha provocato la reazione a catena scatenante tutti i problemi che si verificarono più avanti. Io, fin da giovinetta, mi sono scoperta con tendenze bisessuali, insomma per farla breve, a me piacciono anche le femmine.
In particolare, mi ero innamorata di una ragazzina diciottenne di nome Lisa. Con lei inizialmente ci scambiavamo sguardi intensi e abbastanza significativi. Questo amore era sbocciato in classe, ma era sempre rimasto un amore prettamente platonico. Fisicamente in un paio di occasioni ci eravamo appositamente sfiorate il seno a vicenda, ma era sempre successo in pubblico e non avevamo mai avuto l’occasione per trovarci da sole in qualche posto sicuro per riuscire ad approfondire la nostra intesa sessuale. La vacanza assieme poteva rappresentare finalmente una ghiotta occasione per conoscerci meglio. E così il secondo giorno, approfittando che tutti erano in spiaggia, lei ed io separatamente ci allontanammo per rincontrarci davanti alla villa, una occhiata in giro e poi finalmente sole dentro casa. Ci spogliammo rapidamente dei copricostume e dei bikini e lasciando sparsi gli indumenti per il corridoio e per le scale raggiungemmo camera mia. Le nostre mani febbrilmente cercarono una il corpo dell’altra, le nostre bocche avide e piene di desiderio represso, si impadronirono dei capezzoli, nella posizione del sessantanove io leccai la sua meravigliosa e depilatissima fighetta, lei ricambiò lappando la mia e sputando di tanto in tanto qualche pelo che gli si infilava in bocca. Fu sesso delirante, fu anche e soprattutto una fortissima passione ad avvolgerci e a portarci rapidamente all’orgasmo, dopo l’amore trovammo dolcissimo accarezzarci teneramente e con estrema delicatezza, in quella occasione vissi uno dei momenti migliori, sessualmente parlando, della mia vita.
Quando si pecca, come avevamo fatto noi, poi si paga pegno e così fu. Noi non ci accorgemmo di nulla ma il giorno seguente Beatrice la più bastarda della classe mi venne vicino ed esibendo il suo mega cellulare mi mostrò un video. Credo che voi già immaginerete di cosa si trattasse, era naturalmente l’intero film di quanto successo il giorno prima tra me e Lisa, sonoro compreso. La ragazza mi disse che per loro la mia autorità finiva in quel momento e che da quel preciso istante, lei e le sue amiche, durante quella vacanza avrebbero deciso sul da farsi e io, insegnante inflessibile e severa, avrei dovuto eseguire ogni loro ordine. Rimanemmo d’accordo che a fine vacanza il video sarebbe stato cancellato.
Inizialmente pensai di ribellarmi e di sporgere denuncia alle autorità per questo ricatto ignobile, poi riflettei meglio e cambiai idea, se Beatrice e company avessero divulgato il video, magari postandolo su you tube, sarei andata incontro a situazioni molto spiacevoli, che avrebbero coinvolto in primis la mia vita privata. Avrei certamente perso mio marito, i miei figli, la mia parentela compresi mio padre e mia madre e allora, decisi di sottostare alle richieste del gruppo. Pensai ancora che anche per il discorso professionale ci sarebbero state delle notevoli conseguenze, tipo l’allontanamento dalla scuola, con la conseguente perdita del posto di lavoro e quindi tutte queste considerazioni non fecero altro che consolidare la mia intenzione di sottostare ai desideri della mia ricattatrice e delle sue complici.
Considerai anche che per fortuna la settimana di vacanza sarebbe terminata presto e con il ritorno a casa e la promessa cancellazione del filmato sarei ritornata alla pace ed alla tranquillità personale rientrando di diritto in quello che era il mio ruolo professionale e scolastico.
Così la sera, quando gli altri allievi, compresa mia figlia, uscirono dalla casa, Beatrice, il suo gruppo di quattro allieve bastarde, alle quali si unirono due maschi, decisero che le avrei dovute accontentare, facendo un bel giochino con loro.
Mi condussero letteralmente in camera mia e mi fecero sdraiare nuda e supina di traverso sul letto, poi Sabrina si tolse le mutande e si sedette sulla mia faccia, ordinandomi di leccargliela. Le altre, tutte attorno al letto mi prendevano in giro, mi dileggiavano dicendomi che tanto ero una lesbica perversa e che leccare la figa per me era un piacere. Beatrice ad un certo punto mi ordinò di leccare il culo di Sabrina. Io non volli farlo, era una cosa che non mi piaceva tanto e mi rifiutai. Sentii un dolore pazzesco ai capezzoli e pregai subitaneamente la mia anonima torturatrice di smetterla, giurandole che avrei leccato lo sfintere alla ragazza. Cominciai a leccare il buchetto della giovane mentre molte mani mi perlustravano intimamente il corpo, soffermandosi fra le mie cosce che qualcuno mi teneva spalancate. Non riuscivo a vedere nulla, il culone di Sabrina mi concedeva la sola possibilità di vedere il suo fondo schiena e ciò che succedeva dietro di me.
Strabuzzai gli occhi all’indietro quando vidi Giampiero, era in piedi vicino al mio viso, con quello che definirei un cazzone gigante, se lo menava vicino al mio capo, poi, piegando un po’ le ginocchia, cominciò ad appoggiare le grosse palle sulla mia fronte spingendo la cappella fra la mia bocca e il culo di Sabrina, la quale nel sentirlo così grosso e duro iniziò a muovere il culo oscenamente. Tirai fuori la lingua e cominciai a leccargli il frenulo, lui, visibilmente eccitato, si mise eretto e con i polpastrelli della mano lo spinse verso il basso cercando di ficcarmelo in bocca. Lo accolsi volentieri, la tortura non era poi così brutta, un bel cazzo come quello io non l’avevo mai visto, pensare che il giovanotto era mingherlino, occhialuto e per niente bello, ma aveva un cazzo straordinario. Sabrina alzò il sedere dalla mia bocca e tuffando il suo viso fra le mie cosce iniziò a leccarmi la figa. Intravidi Giampiero che intanto gli aveva ficcato due dita in culo e ora entrava e usciva stantuffandola con vigore. Lei intanto continuava a lapparmi la vagina e grufolava godendo come una maiala. Mi sarebbe piaciuto sistemarmi in un’altra posizione per meglio spompinare il mio giovane allievo, ma mi accontentai cercando di dargli il massimo del piacere con la mia lingua leccatrice. La lingua di Sabrina stava dando i frutti da me sperati e mi accorsi che stava per arrivare l’orgasmo. Giampiero me lo spinse profondamente in gola ed io con le dita gli sollecitai il buco del culo, fu la fatidica goccia che fa traboccare il vaso e in effetti mi sentii invadere il cavo orale da una fontana di sborra calda, sembrava non finire mai, io ingurgitai fino all’ultimo suo schizzo e poi venni assieme a Sabrina gridando il mio piacere all’unisono con lei.
Quando i nostri corpi si divisero, vidi finalmente ciò che stava succedendo nella mia camera.
Un orgia, una ragazza si stava facendo scopare da Ghedì l’unico ragazzo di colore della classe, io vedevo solo il suo culo che si muoveva avanti e indietro mentre penetrava Alba, la ricciolina, con la pelle ambrata, ragazza molto bella, extracomunitaria di origini etiopi. Lei stava a pecorina sulla poltrona con le braccia conserte appoggiate alla spalliera, lui con le lunghe gambe lievemente piegate la stava prendendo in figa con poderosi affondi. Più in là due femmine stavano sul tappeto, una inginocchiata fra le gambe dell’altra, quest’ultima in posizione ginecologica si faceva ficcare tre dita nella figa. Beatrice invece seduta da sola sulla sedia si stava sditalinando furiosamente sfarfallando sul clitoride con movimenti ondulatori e circolari.
Scesi dal letto e mi avvicinai a lei, mi inginocchiai a terra e le spostai la mano sostituendola con la mia bocca. Le lavorai il clitoride meticolosamente, leccandolo, succhiandolo, stringendolo fra le dita, rotolandolo fra i polpastrelli e tirandolo verso l’esterno. La vidi sollevare il bacino ripetutamente, compresi che stava godendo, seguii i suoi movimenti senza mai smettere di lavorarle il grilletto, fin quando udii ripetere la prima vocale dell’alfabeto lungamente, con tono gutturale, quasi rauco e infine, la vidi venire stringendomi fortemente il corpo fra le sue cosce.
Mi alzai in piedi, avevo la bocca bagnata e lucida dei suoi umori, le sorrisi e lei dimenticando la solita durezza, con gli occhi ancora velati dal piacere intenso appena provato, ricambiò dolcemente mostrandomi il pollice sollevato verso l’alto in segno di approvazione.
Vidi in quel momento Ghedì sfilare dalla figa di Alba, quello che pensai fosse un nerissimo palo della luce. Era circonciso, la cappella rosa che contrastava con il fusto color ebano era enormemente gonfia, pareva dovesse esplodergli da un momento all’altro e in effetti un’esplosione avvenne realmente. Se lo prese in mano e masturbandosi sborrò una quantità industriale di sperma bianchissimo. Grosse placche si depositarono sulla schiena di Alba, maculandole la pelle e poi a mano a mano che i getti continuavano le ricoprirono le meravigliose chiappe tonde e sporgenti. Alla fine come ultimo schizzo sembrò che stesse pisciando, emettendo ancora sborra calda che indirizzò sul canale del culo della giovane etiope, lo sperma scese giù dal culo e scivolò sulla figa rimanendovi appesa come una stalattite lattiginosa e tremula.
Nel mentre anche le due cerbiatte avevano terminato leccandosi la figa con un appassionante sessantanove. Eravamo in pratica tutti nudi, quando, senza che nessuno se ne accorgesse i ragazzi e le ragazze che prima erano usciti per andarsi a divertire fecero rientro. Ce li trovammo sulla porta della camera a guardarci stupiti e increduli. Una delle ragazze purtroppo era mia figlia Linda. Mi disse poche parole chiedendomi in pratica che cazzo stessi facendo tutta nuda nella mia camera da letto, assieme alle sue compagne e ai suoi compagni, tutti altrettanto nudi. Balbettai una serie di scuse, le altre risero, anche Lisa, la mia giovane amante segreta rimase un po’ interdetta, poi lei si avvicinò a me e inaspettatamente, guardandomi intensamente negli occhi, mi prese il viso tra le mani e mi baciò appassionatamente. Mi sentii donna oggetto, ma non seppi respingere la sua passione, non seppi dir di no al suo candido e acerbo corpo che premeva prepotentemente contro il mio e così ricambiai il bacio e anche le intime carezze. Feci questo davanti a tutti, sputtanandomi per sempre, anche davanti alla mia bambina, che tutto si aspettava da sua madre tranne quello che aveva appena visto e che ancora stava vedendo in quel momento. Mi isolai da tutto ciò che stava succedendo attorno a me, dedicandomi solo alla mia dolce e tenera Lisetta. Ci rotolammo sul tappeto, in terra, io e lei, una sull’altra, abbracciate e fuse in un sol corpo e una sola anima. Sentivo offuscate, come se provenissero dall’aldilà, delle voci, dei gemiti e dei sospiri che si propagavano nella stanza, ma non ce la facevo a distogliere la mia attenzione dal corpo armonioso che in quel momento si strusciava contro il mio, le sue tettine che si scontravano contro le mie tettone, la bocca sua che succhiava i miei capezzoli, le mani che mi stringevano con forza spremendomi le poppe e il suo e mio ansimare che si mescolavano armoniosamente tra di loro. Non mi resi conto del tempo che passava e quando la mia amante ed io giungemmo al sospirato orgasmo, tutto attorno a noi era rappresentato da giovanissimi e fantastici corpi che si amalgamavano tra di loro, formando un baccanale orgiastico incredibilmente elettrizzante. Cercai con lo sguardo la mia bambina e la vidi, la porcellina si stava dedicando ad un suo compagno, lui con i pantaloncini e le mutande alle caviglie e lei con le sole mutandine addosso gli stava succhiando avidamente il cazzo. Mi avvicinai a loro e mi accucciai a fianco di mia figlia, lei mi vide e sorridendomi mi porse il durissimo membro, lo imboccai anch’io e feci vedere alla mia inesperta figliola come si fa un bel pompino. Poi mettemmo il cazzo in mezzo tenendolo fra le nostre labbra dischiuse e scivolando sul cilindro di carne dalla cappella alla base e rifacendo il percorso inverso portammo il ragazzino sull’orlo del precipizio. Lo lasciammo libero un attimo e ci baciammo con la lingua in bocca, io le ficcai una mano fra le gambe e lei ricambiò, era brava a sditalinarmi, ero eccitatissima e vicina a godere ancora, lasciai la sua bocca e la invitai con un cenno a dedicarci al pene vibrante e teso del ragazzo e lui poco dopo ci omaggiò con una bella e abbondante sborrata in faccia e in bocca. Mia figlia ed io ci baciammo ancora scambiandoci lo sperma che ci aveva spruzzato direttamente in bocca, le nostre mani a pasticciarci i seni e poi ancora fra le gambe fin quando abbracciate fummo scosse e squassate da un orgasmo energico e violento. Mi sollevai ed esausta mi buttai sull’unica poltrona libera, Linda mi raggiunse e si sedette sul bracciolo imbottito al mio fianco, mi accarezzò i capelli e mi sorrise dicendomi che ero la mamma migliore del mondo e che lei era felice di avermi conosciuta così a fondo. Tra un sospiro e l’altro l’orgia volse al termine e così dopo una salutare doccia, andammo tutti a dormire, felici e contenti. Ci sarebbero anche i giorni seguenti da raccontarvi ma per il momento mi fermo qui”’

Buon sesso a tutti da parte di ombrachecammina

Scrivetemi vostri pareri e consigli, le vostre fantasie, le vostre esperienze””
e-mail : alexlaura2620@libero.it

Leave a Reply