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Racconti 69Racconti erotici sull'Incesto

136 – Paoletta seduce il suo paparino

By 28 Febbraio 2014Febbraio 9th, 2020No Comments

Paoletta si stava preparando per andare a scuola, ormai, la fine dell’anno scolastico era vicina. Spiò dalla finestra per vedere come si presentava il nuovo giorno, il sole già faceva capolino e si preannunciava una giornata calda, tirò fuori dall’armadio una minigonna di tela bianca, la buttò sul letto, poi fece qualche prova con le magliette che aveva, ne scelse una di maglina, color pesca, parecchio attillata e ‘scordandosi’ del reggiseno la indossò. Aprì il cassetto delle calze, prese in mano dei collant, quindi li rimise a posto e preferì poi un paio di calze autoreggenti. Sapeva che erano meno comode ma era anche consapevole che quel bordo malizioso si sarebbe intravisto far capolino sotto la gonna corta. Lei amava vedere lo sguardo dei maschietti quando al suo passaggio si giravano a guardarla e oltre al suo fantastico culetto vedevano anche il bordo delle sue calze autoreggenti. Per ultima cosa indossò la gonna e si rimirò allo specchio. Era uno schianto, i capezzoli puntuti spingevano contro l’esile tessuto e le cosce ampiamente scoperte, uscivano invitanti dalla microscopica gonna. Certo che lei era una bellissima ragazza con tutte le curve al suo posto e poi aveva nei suoi scintillanti occhi verdi, un ché di altamente erotico e stuzzicante. Raccolse le scarpe con il tacco da nove e passando ancora una volta davanti al grande specchio dell’ingresso si diede un ultimo ritocco ai capelli ed uscì di casa.
Fu fortunata, l’autobus stava arrivando proprio in quel momento, compatibilmente con i tacchi alti fece una corsetta e vi salì sopra. A Paoletta parve di essere entrata in una scatoletta delle sardine. Lei tentò di farsi strada nella calca fino ad arrivare nelle vicinanze della porta di uscita; si agganciò saldamente al mancorrente, a stretto contatto, davanti a lei, un uomo che poteva avere sui quarantacinque anni, più o meno l’età di suo padre. Paoletta, maliziosamente, approfittando della calca gli si appoggiò con il seno contro le spalle e ad ogni movimento iniziò intenzionalmente a strofinargli i suoi capezzoli induriti contro la schiena.
Cento metri prima della sua fermata, passò davanti a lui e’..

‘Mi scusi io scendo qui’

Lui la esaminò dalla testa ai piedi, vide il bordo delle autoreggenti fare capolino da sotto la gonna, vide sotto alla maglietta le turgide punte che fino a qualche secondo prima aveva chiaramente percepito contro di se, la fissò lungamente nella verde prateria degli occhi, le sorrise e”..

‘Prego signorina, buona scuola e complimenti per la sua bellezza’.’

Lei lo osservò attentamente, era proprio un bell’uomo, brizzolato, viso regolare con un filo di barba incolta, una polo della ‘Lacoste’ blue scuro e un paio di jeans azzurri, scoloriti sulle cosce e quasi bianchi nel punto cruciale. Aveva proprio un bel pacco, a lei parve che la forma del cazzo fosse bella grande. Poi si accorse che lui la guardava e arrossendo distolse lo sguardo e lo posò nuovamente sugli occhi del bel maschio.
Non si accorse che le porte si erano aperte e per poco rischiò di non scendere alla fermata della scuola”.

‘Signorina, ma’., non doveva scendere???

‘Oh, si grazie, buongiorno’..’

Paoletta arrivò a scuola in largo anticipo, in attesa del suono della campanella, con lo sguardo cercò,nel grande atrio, la sua migliore amica Mirella, non riuscì a vederla da nessuna parte, pensò che quel giorno, aveva deciso di non venire a scuola. Vide invece un capannello di studenti tutti attorno al preside e al bidello, mossa dalla curiosità si avvicinò anche lei e così udì una notizia che le diede allegria: Non ci sarebbe stata scuola perché si era fulminato l’impianto elettrico e non funzionava niente, si sperava di riattivare l’impianto per il giorno seguente, quindi tutti a casa.
Un grido di soddisfazione accolse la notizia, lesti gli studenti iniziarono a dileguarsi, Paoletta rimase a parlare con alcune amiche, poi uscirono dall’istituto e chiacchierando, chiacchierando camminarono per una buona mezzora, quindi si separarono e Paoletta, non sapendo cosa fare decise di far ritorno a casa.
Quando arrivò a casa erano ormai le dieci, appena aperta la porta, senti degli strani rumori, pensò subito a dei ladri, anche perché i suoi genitori avrebbero dovuto essere entrambi al lavoro. Quatta, quatta si avvicinò alla fonte di questo rumore soffocato, fin quando fu vicina alla camera dei suoi genitori, ora si sentivano chiaramente dei sospiri e dei mugolii affannati. Altrochè ladri, il babbo e la mamma stavano facendo sesso in camera loro!!!! Paoletta presa dalla curiosità si avvicinò alla porta accostata e furtivamente sbirciò all’interno della camera. Suo padre e sua madre sul letto, lei li vedeva di spalle, suo padre inginocchiato dietro alla mamma che se ne stava a quattro zampe, lui la teneva per i fianchi e le sue natiche si contraevano ritmicamente, sprofondandole il cazzo dentro. Da quel poco che Paoletta riusciva a vedere notò che il babbo aveva un bel fisico e si domandò se avesse anche un bel pene. Si rese conto solo in quel momento che il suo perizoma si stava bagnando dall’eccitazione, sperò che si girassero per poter vedere com’era messo suo padre e loro, quasi leggendole nel pensiero, decisero di cambiare posizione, suo padre si sdraiò supino e la donna salì sopra. Paoletta, per poco non svenne, ella si mise una mano sulla bocca reprimendo un urlo, suo padre non stava scopando con sua madre, ma con la sua amica Mirella!!! Sopraffatta dalla forte emozione si nascose dietro la porta, preoccupata che si fossero accorti di lei, ma i due erano presi dall’amplesso, e non si accorsero di niente.
Mirella le aveva detto di avere una storia con un uomo più grande, ma non si era mai voluta sbottonare più di tanto, non le aveva mai voluto dire chi era, e adesso capiva il perché.
Paoletta sentiva il suo cuore battere a mille, era indignata, come poteva suo padre tradire sua madre, e poi con la migliore amica di sua figlia!!! Si sporse nuovamente dalla porta, indecisa se fare una scenata o no, il suo sguardo si posò sul culo di Mirella, vedeva il grosso cazzo di suo padre entrare e uscire dalla figa dell’amica, restò affascinata dalla visione dei loro corpi sudati che godevano, lentamente la sua mano ritornò fra le cosce ad accarezzarsi la fighetta, le sue dita abili si insinuarono fra le labbra, penetrarono all’interno, e iniziarono a muoversi. Paoletta, passata la prima emozione, fissò il suo sguardo sulla coppia che, inconsapevole d’essere spiata continuava a scopare selvaggiamente.
Paoletta, iniziò una furiosa masturbazione, le sue dita strofinavano il suo clitoride, mentre con l’altra mano infilava un dito dentro la sua vagina, in pochi secondi un orgasmo violento la scosse, si morse un labbro per non gridare facendosi scoprire, quando il suo corpo smise di tremare, guardò ancora dentro la stanza e poco dopo sentì la sua amica, emettere lunghi gridolini e con voce roca dire al suo partner che stava per venire. Lui attese che lei soddisfacesse il suo piacere e poi estrasse il lungo cazzo dalla figa di Mirella sborrandole sul ventre con un forte rantolo gutturale.
Paoletta si risistemò velocemente e si catapultò in camera sua, rimase lì in attesa che la sua cara amica se ne andasse. I due amanti sicuri di non essere disturbati, si fecero la doccia con calma e dopo una ventina di minuti e una serie di estenuanti baci, dati in piedi sulla soglia di casa, finalmente la ragazza, soddisfatta se ne andò.
Poco dopo, sentì che anche suo padre se n’era andato. Finalmente sola uscì dalla sua camera e si buttò in poltrona a guardare la tv. Guardò distrattamente alcuni programmi, poi la sua mente le riportò incessantemente le scene che aveva visto poco prima.
Era arrabbiata con suo padre e anche con Mirella. Si accorse però che ciò che più la infastidiva, non era il tradimento del papà verso la mamma, ma era invece una sorta di forte gelosia che lei nutriva nei confronti di suo padre. Paoletta, da sempre, era segretamente innamorata degli uomini maturi, li trovava molto più sicuri e affascinanti dei ragazzi della sua età. Un paio di volte lei aveva ceduto alla corte di uomini grandi e non se ne era mai pentita, loro,contrariamente ai suoi coetanei, si erano dimostrati capaci di farla veramente godere come una piccola e giovane maialina.
Un insano pensiero si fece strada nella sua testa, voleva essere posseduta da suo padre, analizzando il comportamento del suo vecchio, la cosa non era certamente facile, non riusciva a scorgere segnali che facessero pensare che in qualche modo lui la considerasse una donna, era sempre stato affettuoso si, ma i suoi gesti verso di lei erano sempre stati paterni, nessuna carezza particolare, nulla di sensuale, eppure le ragazze giovani gli piacevano, e Mirella ne era la prova.
Sarebbe stata una bella sfida, doveva riuscire ad ogni costo a conquistarlo, a farsi notare da lui e non solamente da tutti i maschi che incontrava per la strada.
La sua opera di seduzione iniziò quella sera stessa, a cena quasi non mangiò, stette quasi tutto il tempo a studiare la sua preda, non aveva mai pensato a suo padre come a un possibile amante, ma adesso che lo osservava doveva dire che non era niente male, portava benissimo i suoi 45 anni e le ore che ancora passava in palestra, lo mantenevano in piena forma, aveva tutti i suoi capelli e la brizzolatura lo rendeva molto più affascinante, dovette convenirne, era proprio un bell’uomo, Mirella aveva avuto gusto, ma adesso toccava a lei.
Dopo cena suo padre guardò un po’ di televisione, Paoletta andò a mettersi ‘comoda’, si tolse i vestiti poi ancora una volta si guardò allo specchio, era alta 1,65, il seno terza misura era bello pieno, la sua figura non aveva niente da invidiare a una modella, la vita stretta, i fianchi pieni, il suo culetto sodo e le gambe ben tornite e dritte facevano di lei una ragazza assolutamente affascinante. Il visino da bambolina impreziosito dagli smeraldi dei suoi occhi e i capelli biondi che le contornavano morbidamente l’ovale del viso erano un biglietto da visita per tutti i maschietti che numerosi le ronzavano quotidianamente attorno.
Si, pensò, sono proprio una bella figa, così si preparò per essere ancora più seducente. Indossò una maglietta leggera, si guardò allo specchio, i suoi capezzoli si vedevano in trasparenza, benissimo! Tolse le mutandine e si infilò un paio di short aderenti tirandoli verso l’alto, il tessuto sembrava disegnare le labbra della sua figa, perfetto!
Fece il suo ingresso in soggiorno mentre suo padre spaparanzato in poltrona si stava leggendo il giornale:

‘Che stai leggendo pà?, Come mai non sei al lavoro oggi?’

‘Sono in ferie per quindici giorni”

‘Ah! Benee!!!

‘Già..’

Lei, fingendo di interessarsi alla lettura del giornale si sedette sul bracciolo della poltrona, gli mise un braccio dietro le spalle e gli appoggiò il seno contro il bicipite. Lui sembrò non farci caso e continuò indifferente la sua lettura. Fingendo di muoversi per spostare le pagine Paoletta si mosse strusciando un po’ le tette contro i pettorali del papà. Per effetto dello sfregamento i capezzoli si inturgidirono e questa volta lei notò il capo di lui voltarsi impercettibilmente a guardargli le tette. Incoraggiata da questa mossa lei allungò una gamba in avanti e la posò distrattamente fra quelle di suo padre, lasciò poi scivolare fra le cosce dell’uomo il suo polpaccio. Sentiva nell’incavo della coscia il contatto con il ‘pacco’ di suo padre ed ebbe una chiara percezione di un qualcosa che li sotto si stava muovendo.
Con il cuore in tumulto, emozionata al massimo comprese che stava riuscendo a farlo eccitare. Sentiva le gote in fiamme e non seppe o forse semplicemente non volle insistere e al termine del programma tv, approfittando che lui aveva posato il giornale, si alzò e sbirciò, da dietro la poltrona, la patta dei pantaloni di suo padre. Era bella piena e a sinistra si vedeva una forma cilindrica che si propagava fin verso il fianco. Bene, soddisfatta, lo salutò con un bacino sulla guancia e se ne andò a dormire felice.
Il giorno seguente, telefonò a scuola per sapere se tutto era stato riparato e le dissero che il danno era più vasto di quanto si era previsto e che quindi sarebbero occorsi alcuni altri giorni per risistemare il tutto.
Paoletta ne fu felice, avrebbe potuto continuare il suo giochino perverso.
Così al mattino, rimase a letto fin quando sentì la mamma uscire per andare a lavorare, poi restò in ascolto per captare i movimenti di suo padre. Quando, grazie a quella molla rumorosa del letto, lo sentì muoversi, si precipitò in bagno, lasciò naturalmente la porta aperta, si sfilò la maglietta, e rimase a seno nudo, quindi si mise a lavarsi i denti. Con la coda dell’occhio, vide suo padre passare davanti alla porta, poi si accorse che, dopo averla vista, tornava indietro e si fermava ad osservare. Lei velocizzò il movimento dello spazzolino facendo in modo che le sue tette per effetto del movimento vibrassero fortemente. Papà Luigi stette a guardarla ancora per un lungo istante, poi si allontanò. In cuor suo Paoletta rise, non pensava che la sua strategia cominciasse a fare effetto così rapidamente. Per tutto il giorno non successe più niente, perché suo padre doveva approfittare dei giorni di vacanza per effettuare alcune commissioni importanti. Paoletta, rimase in casa a riordinare un po’ e ad escogitare qualche sotterfugio per adescare il suo bellissimo papà.
Erano le venti, quando suonò il telefono, per la felicità di Paoletta, la mamma avvertì che sarebbe passata da casa per prendersi qualcosa per cambiarsi e che poi sarebbe partita per Francoforte, dove un importante cliente aveva un serio problema con uno dei macchinari che aveva acquistato qualche mese prima. La mamma di Paoletta era proprietaria di una azienda, ereditata da suo padre, che produceva macchinari personalizzati per assemblaggi industriali e spesso partiva all’improvviso, accompagnata da alcuni tecnici, recandosi in giro per l’Europa.
Così, la sera, Paoletta e il suo papà, soli soletti, seguirono i programmi della tv, verso la mezzanotte, Paoletta, seguendo il suo perverso programma, diede un bacino sulla guancia a suo padre e gli disse che sarebbe andata a letto. Andò in bagno, si fece la doccia e dopo essersi abbondantemente profumata, si infilò in camera sua. Ebbe l’accortezza di lasciare la porta aperta e si spogliò completamente nuda e si sdraiò sul letto. Lasciò appositamente la luce dell’abat-jour accesa e si mise a leggere un libro. Quando si accorse che suo padre si stava alzando dalla poltrona, lasciò che il libro gli si appoggiasse sul seno, chiuse gli occhi e finse di essersi addormentata leggendo. Con il capo rivolto verso la porta, spiò tra le palpebre ciò che stava avvenendo. Suo padre passò davanti all’uscio aperto e vide la scena, Paoletta lo vide entrare in punta di piedi, le tolse il libro che le copriva parzialmente il seno e lo posò sul comodino, poi si fermò immobile ad ammirare quell’acerbo e magnifico corpo, lei percepì leggerissima la mano di suo padre sfiorarle la gamba destra vicino al ginocchio, un brivido le percorse il corpo quando la sentì risalire verso l’inguine voglioso, poi, lui non ebbe il coraggio di proseguire e si fermò. Quindi la ricoprì con il lenzuolo, spense la luce e si allontanò silenziosamente.

La ragazzina lussuriosa, continuò a provocare suo padre per tutta la settimana. Utilizzò tutte le armi di seduzione che conosceva, girava sempre mezza nuda per casa, quando lui si sedeva in poltrona lei a sua volta gli si sedeva in braccio, ogni scusa era buona per chinarsi e mostrargli le tette senza il reggiseno, ad ogni piè sospinto lei lo baciava sulla guancia e qualche volta anche parecchio vicino alla bocca, gli si strusciava contro continuamente, insomma stava adottando tutto il repertorio di ‘adescamento’ che conosceva. In qualche occasione che lei aveva insistito parecchio nel mostrarsi mezza nuda, suo padre aveva accusato il colpo, esibendo, sotto i pantaloncini, un’erezione più che evidente,

Paoletta sperava che in quell’ultima settimana di ferie che il babbo aveva, la mamma si assentasse ancora una volta, almeno un paio di giorni. Le preghiere della ragazzina ebbero il loro effetto il venerdì mattina, la cara mammina avvisò che per motivi di lavoro, sarebbe andata a trascorrere il week-end in Spagna e precisamente a Toledo.
Paoletta era al settimo cielo, si ‘svestì’ in modo veramente ‘sobrio’ . Si infilò infatti una microgonna plissettata a quadratini bianchi e rossi, una maglietta aderentissima bianca e’. nient’altro.
Luigi uscì per fare alcune commissioni e tornò verso mezzogiorno”

‘Ciao pà, ho preparato io il pranzo”

“Oh che brava la mia bambina””.

“Per il mio papà questo e altro”. Cinque minuti ed è pronto, tu intanto mettiti comodo”

Dopo qualche minuto Paoletta vide tornare suo padre, aveva indossato un paio di pantaloni di cotone leggeri, e una maglietta polo della ‘Fred Perry’, lei lo fece sedere e gli versò un bicchiere di vino che aveva messo in fresco. Lei osservava attentamente suo padre e si accorse che lui era ipnotizzato dai capezzoli puntuti che si evidenziavano chiaramente sotto l’aderente maglietta. Paoletta servì a suo padre il risotto allo zafferano, che aveva preparato con tanta cura e mentre lo serviva, con fare indifferente, non trascurò di premergli il seno sulla spalla.
Fu così anche per l’arrosto con le patate e poi con la torta di mele. Il babbo intanto si era bevuta quasi l’intera bottiglia da solo e adesso stava lì a guardarla sparecchiare. Lei poi gli girò le spalle e si mise a lavare i piatti, lo faceva tenendo il suo magnifico culetto ben sporgente.
Poi la puttanella mise in atto la seconda parte del suo piano’.

‘Pà, puoi posare questo piatto lassù in alto che io non ci arrivo’.’

Suo padre si avvicinò e prese il piatto che Paoletta gli porgeva, mentre lo metteva in alto, lei avvicinò il suo culo all’inguine di lui e ne percepì la durezza, poi agitando la spugnetta nei piatti, mosse sinuosamente il deretano. Quindi, con un bicchiere mezzo pieno d’acqua in mano, si voltò di scatto e fingendo l’incidente, glielo rovesciò sui pantaloni’.

“Oh scusa, che maldestra che sono, aspetta che ti asciugo…’

Paoletta prese uno straccio e iniziò a sfregare la patta dei pantaloni, che meraviglia, sentiva sotto le sue dita la consistenza del membro dell’uomo’..

‘Oh, mamma mia, pà, ma cosa sento ??? Ma, sono io a farti questo effetto???…’

‘Ecco ‘.. Non so, io, tu, insomma, scusa, non capisco”..’

Paoletta intanto si era alzata e si era messa di fronte a lui, i loro corpi adesso erano a stretto contatto, i seni di lei premevano fieri contro il corpo di lui.

“Pà, mi spiace di averti causato questo effetto, vediamo se riesco a farmi perdonare…’

Le mani di Paoletta, andarono a cercare i pantaloni del padre iniziando a slacciarli, l’uomo ebbe un soprassalto di lucidità e cercò di sottrarsi al suo tocco, ma Paoletta si aspettava quella reazione e trattene i pantaloni con una mano, con l’altra intanto si insinuò dentro alla cintola, gli toccò il cazzo duro e lui a quel punto smise di agitarsi. Paoletta sentì l’asta pulsante nella sua mano, il suo sguardo incontrò quello di suo padre, lo vide brillare di eccitazione, iniziò a muovere la sua mano intorno al cazzo, mentre con l’altra gli slacciò completamente i pantaloni.
Sempre guardandolo negli occhi si chinò piano davanti a lui, adesso il cazzo duro era all’altezza del suo viso, vedeva la cappella violacea puntare verso di lei, tirò fuori la lingua passandogliela sopra, il corpo di suo padre sussultò, la sua lingua iniziò a muoversi sul membro e a percorrerne la superficie, arrivò fino a leccargli le grosse palle pelose, poi risalì lentamente fino alla punta, dandogli veloci colpi di lingua. Paoletta si sentiva felice, finalmente poteva prendere in bocca quel magnifico pene del suo papà. Ella aprì la bocca facendoselo scivolare fino alla gola, quindi risalì fin sotto la cappella, quindi strinse fortemente le labbra succhiandolo con foga’.

“Siii, daiiii, succhiamelooo, siii, brava, uuummhhhh…’

Paoletta iniziò a muovere la testa facendo scorrere il cazzo duro nella sua bocca, ad ogni affondo aspirava con forza, la sua lingua contemporaneamente massaggiava la grossa mazza che gli scorreva in bocca. Lui, era veramente troppo eccitato e non durò a lungo, in pochi altri attimi sentì arrivare la sborra e affondando il membro nella gola della figlia, le schizzò in bocca un fiume di sborra calda e densa, lo tirò fuori all’improvviso e destinò gli ultimi getti all’angelico viso di sua figlia. Luigi vide la sua bambina, raccogliere con le dita lo sperma dalle gote e nutrirsene estasiata e golosa.

‘Pà, non vorrai lasciarmi così…’

‘No porcellina mia, adesso a te ci pensa il tuo papà…’

Luigi sollevò Paoletta e la fece sedere sul tavolo, poi tuffò il suo viso fra le cosce di lei e iniziò a leccarle la fighetta bagnata, le picchiettò il clitoride con insistenza mandandola in visibilio, poi fu lei che gli disse di smettere ”’..

‘Pà, lo voglio dentro, ficcamelo nella figaa!!! ‘

Lui la prese in braccio come una sposa che deve superare la soglia di casa e la depose sul letto, si tolse i pantaloni mentre lei provvedeva a far cadere la gonna e a sfilarsi la maglietta.
Un uomo e una donna nudi, si accarezzarono teneramente a lungo, lei accarezzò il cazzo di suo padre che non voleva saperne di tornare in vita, lui continuò a leccarle la figa, fino a quando ancora la bocca di Paoletta iniziò ad occuparsi di quel pene riottoso. Poco alla volta lo sentì crescere nel suo cavo orale, mentre in posizione di sessantanove lui le leccava ancora instancabilmente la figa. Finalmente il cazzo era nuovamente duro e lei gli chiese quasi supplicandolo’.

‘Pà, per favore, mettimelo dentro, ti pregoooo’..’

‘Si amore mio, apri bene le cosce che te lo sbatto tutto dentrooo!!!’

‘Siii papiiii, siiii, cosììììì, siiiiiiii, ooohhhh, papino miooooo”.., uuummmhhhh che bellooooo’.’

L’erezione calda e dura di Luigi si strofinava sul clitoride e scivolava nella vagina fradicia di sua figlia.

‘Fammi godere papiiii, fammi godereeee”’

‘Prendilooo, prendilooo, prendilooo amore miooooo’.’

‘Siii, papiii, siiii, vengo papi, vengo, papi mio, ti amo, papiiiiiiii, vengoooooo, ahhhhhhhh, ahhhhhhh, ahhhhhhh, uuummmhhhhhhh, uuummmhhhhhh’

“Girati adesso, piccola mia, girati, ti voglio prendere da dietro”

Paoletta si mise carponi spingendo il culetto all’indietro e inarcando la schiena per meglio offrirsi a lui’.

‘Sei uno spettacolo fantastico bambina miaaaa, che culettoooo, apri un po di più le cosce, siiii, brava cosìììììì, siiiii, toh prendilo ancora, ooohhhhhh, figlia miaaa sei grandeeee”..

‘Anche tu papiiii, anche tuuuu, ti piaccio papino miooo??? ‘

‘Siiiii, mi fai impazzire, sei la mia troiettaaaaa, ooodddiiiioooo sborrooo ancoraaaa, sborroooo, sborrroooooo’..’

‘Nooooo papiiiii, no, togliloooooo, toglilooooo”’

‘Prendimelo in bocca alloraaaa, eccoloooo, eccoloooooo”..’

‘Ummmhhhhh, uuummmhhhh, uuummmmmhhhhh, uuummmhhhhh””

‘Wowwwww, figlia miaaaa che sborrataaa che mi hai fatto fareeee, hai il più bel culo del mondooooo!!!!’

‘Oh si papi me lo dicono tutti a scuola sai???’

‘La mia porcellinaaa”’

Si sdraiarono beati, fianco a fianco mentre lei pensava: Certo che sarebbe bello farlo tutti e tre assieme, io, papi e anche la mia amica Mirella””

Buon sesso a tutti da parte di ombrachecammina
e-mail: alexlaura2620@libero.it

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