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Racconti di DominazioneRacconti erotici sull'Incesto

A.A.A. Schiava cercasi 3

By 19 Ottobre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ ormai passata quasi un’intera settimana per Giulia da quando ha mandato la mail per scusarsi col tizio e niente ormai le fa credere che lui si farà
vivo. Fortunatamente il suo esame di russo ormai è alle porte e l’ha tenuta abbastanza impegnata da dimenticare lentamente la storia del tizio.
Mentre è seduta alla sua scrivania a dare l’ultima ripassatina di russo, la chiama al cell un sua amica di corso che le chiede se si può connettere per
un pò su MSN per passarle alcuni esercizi che lei non ha capito molto bene. Giulia accetta e accende il suo portatile, che aveva tenuto spento gli ultimi
2 giorni proprio per evitare di fissare il monitor tutto il tempo. Appena però accede ad MSN succede qualcosa che le fa subito cambiare idea e chiamare
di nuovo la sua amica. “Ciao scusa, lascio MSN acceso ma scendo un attimo, non trovo un orecchino, penso di averlo perso mentre facevo compere, vado a
cercarlo, ciao ciao”…
Era stata frettolosa, ma voleva essere sola. Il tizio l’aveva aggiunta su MSN e lei continuava a fissare la richiesta di aggiunta sul monitor. Finalmente
accetta ed aggiunge il tizio su MSN, vedendo che lui è online. Ma subito si blocca; per 2 giorni non aveva acceso il portatile, quindi adesso lui potrebbe
essere di nuovo offeso se avesse mandato la richiesta 2 giorni prima. Guarda come una scema la vinestra del tizio, e mentre gira e rigira a pensare cosa
scrivere, con stupore finalmente lui scrive qualcosa.
“Accendi la webcam, voglio vederti mentre parliamo”
Lei spalanca gli occhi, per un attimo pensa a bloccarlo, non perchè magari sia nuda, anzi, veste con una tuta per niente sexy, ma che le sta bene.
Solo che si aspettava un approcio meno diretto, mentre lui invece continua a darle ordini anche adesso che si è rifatto vivo.
“Non esitare, ho solo 20 minuti prima di uscire di casa”
A queste parole Giulia torna ad avere la strana paura di non avere una seconda chance per conoscerlo meglio, quindi si dice “ormai il dado è tratto” e mentre
pronuncia queste parole fa partite la sua cam.
E’ un poco arrossita in volto, anche lui usa la webcam, ma non si fa vedere, la webcam sta inquadrando un muro bianco, probabilmente lo stesso dove si
trovava il famoso foglio che attirò l’attenzione di Giulia la primissima volta.
Finalmente Giulia si fa coraggio e scrive “mi scusi ancora per l’altra volta, non volevo offenderla”, ma mentre finisce di scrivere lui già replica
“regola numero 1: MAI E POI MAI MENTIRMI”
Gli occhi di Giulia guardano giù poi di nuovo la webcam, mentre con stupore chiede “che cosa intende?” è stupita, non riesce a capire come lui abbia fatto
a capire che c’è una bugia.
Di nuovo lui interrompe i pensieri di Giulia scrivendo “sono cresciuto tra le menzogne, riconosco la verità anche senza guardarti negli occhi, anche solo
leggendo la tua application form, e la bugia sta nel fatto che tu dici di avere un ragazzo, ma questo ragazzo non esiste.”
Giulia era vergine, e non conosceva ancora il concetto di essere penetrata, ma quel tizio era riuscito a penetrarla metaforicamente. Lei ora si sentiva come
se lui fosse dentro di lei e riuscisse a leggere nei suoi pensieri.
Alla fine decide di essere onesta “mi scusi, ho detto di avere un ragazzo perchè ero andata in panico, forse in quel momento credevo che lei fosse solo un
pervertito”
“Non ho ancora fatto niente per dimostrarti il contrario” ribatte lui “ma di questo ne parleremo un’altra volta, sciogliti i capelli, non mi piacciono
raccolti in quel fermaglio.”
Giulia alza istintivamente la mano per scioglierseli, ma poi si ferma, come se l’orgoglio avesse preso il sopravvento e chiede “perchè lei continua a darmi
ordini? non mi sento a mio agio, io volevo solo che ci chiarissimo, tutto qui”
Lui per un attimo non scrive niente, quasi come se attendesse che lei completasse l’ordine, o forse stava pensando cosa dire. Ma di tutta sorpresa vide che
il tizio aveva richiesto di parlare usando il microfono. Lei spalanca gli occhi più di prima ma poi la curiosità di sentire che tipo di voce abbia il tizio
le annebbia i pensieri e la fa accettare.
Per circa 10 secondi, che per Giulia saranno sembrati un’eternità, il tizio non dice niente, poi finalmente dice “Prima di tutto non abituarti a questa voce.
Al microfono la mia voce è più alta, quasi come se cantassi in falsetto.” Infatti aveva ragione, la voce era molto alta, diversa da come Giulia avrebbe potuto
immaginarla in qui “lunghissimi” 10 secondi. Una cosa era sicura, il tizio non era anziano, aveva una voce troppo giovane per essere anziano.
Alla fine lei decide di annuire con la testa. E fa per scrivere “si” ma lui la ferma dicendo “usa la voce, probabilmente stai usando un portatile, ed i
portatili hanno il microfono incorporato”
Era stata penetrata di nuovo per la seconda volta metaforicamente. Lo guarda con stupore e gli vorrebbe chiedere come lui abbia fatto ma lui la anticipa:
“Non è difficile da capire, non vedo microfoni davanti a te, ne vedo auricolari, ma allo stesso tempo posso sentire il rumore di te che premi i tasti.
Quindi o hai un microfono professionale lontano da te, o hai un portatile.”
Penetrata per una terza volta, questa volta perchè lui anticipava persino le sue risposte.
Alla fine riesce a dire semplicemente “non mi sento a mio agio, di solito non mi apro con gli altri” ed era vero. Giulia si era sempre mostrata forte
proprio per nascondere la timidezza e la sua insicurezza. Per esempio sapeva di essere bella, ma aveva troppa paura di avere un rapporto fisso per non essere
delusa da un ragazzo che avrebbe potenzialmente voluto stare con lei solo perchè era bella e quindi solo per il sesso.
Di nuovo il tizio interrompe il silenzio dicendo “se il tuo disagio è superiore alla tua curiosità posso sempre andare via. Non devi preoccuparti, devi solo
dirlo ed io sparirei per sempre dalla tua vita. Dimenticheresti questa conversazione nel giro di pochi giorni se tutto va bene.”
Lei è un pò perplessa, stupita. Ma non per il fatto di pensare di accettare o meno di digli di andare via, ma per il fatto che abbia scelta, ed infatti gli
dice “credevo che i Master, o Padroni, o non so come lei li definisca……beh…..insomma….credevo che….”
“che non dessero vie di scelta?” la interrompe lui. Ormai cominciava a perdere il conto di quante volte lui la penetrasse col pensiero, era ovvi che il tizio
non era un semplice pervertito.
“Personalmente non ho nulla contro chi decide di non dare scelta, ma io sono differente, voglio essere circondato da persone che desirerano la mia presenza,
e questo vale anche per una eventuale schiava.” Si ferma per un attimo, come se stesse bevendo qualcosa, poi continua aggiungendo “come ti ho detto prima,
se vorrai, potrai sempre dirmi di uscire dalla tua vita, non mi offenderei, ne cercherei di persuaderti con parole ingannevoli o suadenti o di qualsiasi
altro genere possano avere effetto su di te”.
In cuor suo Giulia sapeva che lui non stava bluffando, anche se non riusciva a spiegarselo, sentiva che lui era onesto.
Ad un tratto si sentiva quasi a suo agio, e con naturalezza finalmente con la mano si sciolse i capelli, facendo attenzione che non le coprissero il volto.
Poi, con un leggerissimo sorriso, guardava la webcam, poi il muro bianco inquadrato dalla webcam del tizio, a cercare forse una approvazione.
“Molto bene, ora, dimmi, tu abiti a Napoli vero?”
Di nuovo il panico…Come faceva a capire che abitava a napoli? Eppure lei non aveva l’accento napoletano, nemmeno lo sapeva parlare il dialetto essendo a
Napoli solo per studio. “Ti prego di calmarti, non sono un hacker, semplicemente il tuo viso non mi è nuovo, anche se non abbiamo amici in comune, studi
all’università vero? Come ti ho detto cerca di calmarti, ricordati che hai sempre la facoltà di farmi uscire dalla tua vita. Annuisci se non hai la forza di
parlare”
Fu proprio quello che lei fece, un leggero cenno col capo per annuire, mentre nella sua mente cercava di ricordare tutti i ragazzi con cui è stata in contatto
ai corsi, per cercare di capire se ci fosse qualcuno che le avesse dato in passato un leggero senso di supremazia rispetto agli altri, magari un ragazzo che
avesse addirittura dato segni di essere un maschio alpha, un maschio predominante. Ma poi capisce che questo non è un racconto, questa è la realtà di
tutti i giorni, e lei sta parlando con un ragazzo che magari nel quotidiano ha una vita normalissima.
“tra 5 minuti esco, credo di sapere il tuo nome, ma per sicurezza voglio sia tu a dirlo”
“Giulia……mi chiamo Giulia” ribatte lei velocemente come se stesse nel panico che quei 5 minuti siano gli ultimi della sua esperienza col tizio, poi
decide di osare e chiede “e lei come si chiama?” mentre arrossisce ad usare il lei ad una voce così giovanile di un ragazzo che magari potrebbe avere la
sua stessa età…
“Ti dirò il mio nome faccia a faccia, lunedì, se riuscirai a trovarmi tra la folla di studenti. Io non farò nulla per farmi riconoscere.”
Ora si che il panico era totale, il tizio le stava proponendo uno strano gioco da fare nello stesso giorno dell’esame di russo, e per giunta la riuscita
del gioco implicava che si sarebbero incontrati, cosa che lei non aveva proprio immaginato possibile.
Ma restava li, in attesa forse di conoscere altri dettagli sul gioco.
“Lunedì fai semplicemente quello che fai di solito, se hai esami fai gli esami, se hai corsi, seguili, insomma non cambiare niente, tranne che magari guardarti
intorno di tanto in tanto. Quando ti sentirai sicura di aver capito chi sono io o quando vorrai provare i indovinare, avvicinami e di “hai visto axia per caso?”
Fa di nuovo una piccola pausa, e poi continua “Axia non è un vero nome, in greco antico significa cosa preziosa. Quindi solo io potrei rispondere correttamente
a questa domanda.”
Giulia guarda spaesata, non sa cosa rispondere, non sa nemmeno se vuole davvero incontrare il tizio, e poi dove la mettiamo la concentrazione necessaria per
superare l’esame di russo? Eppure l’unica cosa che riesce a chiedere è “cosa succede se non ci riesco?”
“Assolutamente niente. Questo è solo un piccolo test, ma saprai di più domani, resta da vedere se lo saprai dal vivo o qui su MSN”
Adesso Giulia si sentiva meglio…sapeva che anche se avesse fallito, lui sarebbe comunque riapparso il giorno dopo.
“Domani non sarò online, e ora devo proprio andare, buona domenica Giulia e mi raccomando, lascia i capelli sciolti per me”
Era una strana senzasione di piacere a penetrare il cuore di Giulia adesso; a modo suo, anche se indiretto, lui le stava dicendo che gli piacevano i suoi
capelli sciolti, e questo le bastava per non essere triste per il fatto che lui stava andando via adesso. Fece di nuovo un cenno con la testa ed alla fine
disse “Allora ciao, buona domenica anche a te”
Appena finì, il tizio interruppe la chiamata e spense MSN, ed all’improvviso c’era un silenzio paradossalmente assordante. Ma ora Giulia sapeva come passare
il sabato e la domenica, ovvero preparandosi per bene per l’esame di russo. In fondo non poteva certo rubare troppo tempo al gioco…

Ancora una volta ringrazio i lettori che mi hanno inviato commenti e critiche costruttive. Arrivederci al prossimo capitolo. Come sempre la mail
per contattarmi è empire50@live.it

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