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Racconti erotici sull'Incesto

Attrazione per la mamma

By 5 Ottobre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Ho passato gran parte della mia adolescenza, chiuso in bagno ad odorare la biancheria intima della mamma, quante seghe e quante sborrate sulle sue mutandine, l’ho da sempre desiderata, un sogno che mi sono portato dietro per tanti anni.
Riconosco che la mamma non è bellissima ma il cazzo mi si rizzava in maniera inaudita solo a vedere come dimenava il suo culone grosso e tondo, con due glutei da mille e una notte.
Una donna robustella di 44 anni e neanche portati tanto bene, sembrava averne 5 o 6 di più, però, come ho gia detto il suo culo anche se ricoperto come una cartina geografica di smagliature e cellulite, dovete vedere cos’è quando si mette a 90 gradi con il gnocchettone che sporge rigonfio, e due tette enormi che penzolano a sfiorare il pavimento, una donna che piace e anche se non bella, è straordinariamente sexy, affascinante come poche e il suo corpo, modellato di curve mozzafiato, sprigiona, tutta la sensualità di una femmina fatale.
L’ho spiata molte volte mentre trombava con papà, che spettacolo vedere le sue mammelle schizzare da una parte all’altra sotto le sue spinte furibonde e come gemeva, le sue urla di piacere si sentivano per tutto il quartiere e come mi eccitava vederla con il cazzo in bocca, era una pompinara nata, lo succhiava, lo leccava con tale avidità, che non mollava la presa sin che papà, non gli aveva riversato in gola la spremuta dei suoi coglioni.
La mamma a letto è una gran maiala, i suoi servizietti sono da sballo e non si negava neanche quando papà che ha un cazzo di notevoli dimensioni, pretendeva di rompergli il culo.
Ed io? Oltre a segarmi selvaggiamente sognavo di pigliare la mamma in tutti i suoi buchi, desideravo lo stesso trattamento che riceveva quel bastardo.
Del babbo, ne parlo così perché una sera quel maiale, non è più rientrato a casa, era scappato con la segretaria venticinque anni più giovane di lui, è da allora che la mamma si è lasciata andare ed è caduta in depressione, dando sfogo alla sua delusione e per fortuna solo nei momenti di sconforto più intensi, ingurgitando liquori sino a sbronzarsi.
Alcolista ma, l’ho scoperto soltanto dopo, una terapia per non fare la schizzinosa quando aveva l’irrefrenabile voglia di prendere un cazzo, così capitava che si offrisse al primo che la importunava, anche perché era facilmente abbordabile dopo aver mandato giù una bottiglia di gin e non gli importava che fosse bello o brutto, alto o basso, voleva solo un bel cazzo resistente per reprimere il forte desiderio da cagna in calore.
Si vergognava tremendamente e la paura di essere riconosciuta o considerata una puttana, la portavano lontano da casa, andando a rintanarsi nei bar più infimi dei paesi vicini e riusciva quasi sempre a rimorchiare, non è difficile per una che si veste da baldracca e si lascia palpare da chiunque gli si avvicini ma, quando rientrava a casa, nonostante barcollasse ciucca come una spugna, era la donna più appagata di questa terra e stranamente la sua lucidità era ben al disopra di quello che aveva ingurgitato, come una sera di alcuni mesi fa.
Era notte fonda, circa le tre del mattino, il sonno tardava ad arrivare ed ero beatamente accomodato su una poltrona, leggendo l’ultimo capolavoro Wilbur Smith che avevo appena acquistato, quando è rientrata la mamma, è visibilmente sbronza, ciondola da una parte all’altra della stanza, hic, hic singhiozza e col passo pesantissimo, avanza con fatica, riesce sorreggendosi su tutto quello che trova in giro, ad arrivare sulla poltrona davanti alla mia, lasciandosi cadere di peso, indossa un abito corto, inusuale per una donna della sua età e sedendosi così scompostamente che gli si solleva la sottana, scoprendogli un paio di gambe fantastiche, ed esibendomi completamente le cosce sin quasi a mostrarmi l’inguine.
Sembra stanca, è sguaiatamente stravaccata sulla poltrona, mi saluta levandosi le scarpe, naturalmente dal tacco finissimo e altissimo, si massaggia i piedi, dall’espressione del viso sembrano dolergli ma, forse c’è più delusione che altro, dal suo sguardo trapela un grande incazzo e tra me penso che di nerchia, oggi non ne ha visto o che non ne ha preso abbastanza per essere appagata o magari non si sente riempita di sborra come vorrebbe.
Di sicuro è contrariata, si accarezza, pastrugnando i suoi tettoni, si slaccia il reggiseno sfilando da prima una spallina attraverso una manica e poi la gemella dall’altra per tirarlo fuori dalla scollatura e buttarlo per terra, sin qui niente di male, un gesto che ho visto fare a tante donne, se subito dopo non si fosse levata anche l’abito esibendo due mammelle che mi hanno fatto rizzare fulmineamente il cazzo davanti a tanta abbondanza, che spettacolo, la mamma con le poppe al vento e indosso solo i collant senza le mutandine, anche se coperta dalle calze, sono così velate che il suo culo e la sua fica sono in bella mostra e così da vicino non li avevo mai visti, il pisello mi sta esplodendo dentro le mutande, vorrei allungare la mano su quel culo che sembra parlare, vorrei stracciare il nailon delle calze ed infilare le dita nel suo fantastico figone peloso e perché no nel suo deretano grandioso ma, non ho il coraggio, sono suo figlio.
La situazione precipita, quando Marina che mi da le spalle, inizia a scendersi i collant per sfilarseli, leggermente inchinata con un piede appoggiato sulla poltrona per liberarsi della prima calza, vedo perfettamente il suo culone e il rigonfiamento di due labbroni carnosi leggermente aperti e visibilmente bagnati di eccitazione.
La guardo a bocca aperta, quel corpo completamente nudo, mi eccita da morire, la mamma è talmente bella e ci manca poco che mi sborri nelle mutande, la scena è talmente eccitante che non riesco a fare a meno di toccarmi il cazzo, infilo la mano dentro la tuta e con il pisello strizzato nel pugno, inizio a menarlo ma, questa volta non avevo bisogno di sognare, la sua gnocca dalle labbra rosa che sono uno splendore, il suo culo e le sue tettone, erano li, a portata di sguardo e di mano.
Segarmi è istintivo, lo faccio meccanicamente senza pensarci, senza preoccuparmi che mi può vedere, con una mano mi tengo abbassata la tuta con i boxer , con l’altra mi meno furiosamente, preso da un’eccitazione animalesca.
La mamma è lucida il tanto da capire che la mia sega è in suo onore e che col cazzo duro in mano mi sto gustando il suo corpo, per lei è raccapricciante quello che sto facendo ma, la colpa era sua come poteva pretendere di spogliarsi mettendomi culo e figa sotto il naso senza che il mio cazzo sussultasse, cosa poteva pretendere una troia nuda davanti ad un ragazzo che tante volte l’ha desiderata, che ha sognato di scoparla e di pigliarla contro natura?
La sua reazione è violenta, mi piglia a ceffoni, picchia alla cieca, colpendo dove le capita è veramente incazzata, ‘Sei un porco’ non rispondo subisco la sua sfuriata ‘Sei un degenerato, mostrarti a tua madre con il cazzo in mano’ continua se pur barcollando a colpirmi sul viso, sulle spalle, sul petto, mi sento in colpa ma, il mio cazzo svettava sempre prepotente, di fronte alle sue mammelle che ad ogni movimento, ballano paurosamente.
Capisce di essere nuda, di avere un atteggiamento osceno davanti a suo figlio e se ne rende conto, intuisce di avermi umiliato dandomi del porco, del depravato, forse ha ragione ma, si è pentita, mi accarezza, ‘Scusami, scusa amore mio, è colpa mia’ mi bacia sulla fronte, sulle guance, mi abbraccia ‘Sei un uomo e io sono nuda, i’ io non volevo’ puzza di alcol ma le sue mammelle, penzoloni mi scendono sul viso, è più forte di me ed allungo le mani, sfioro i suoi capezzoli, non dice niente, mi spingo oltre, li pizzico, li sento inturgidirsi tra le mie dita, sono grossi, scuri, leggermente puntati all’insù, proprio come piacciono a me, continua a sbaciucchiarmi, mi approprio delle sue mammelle, che nonostante l’età e il peso, stanno su da sole, le palpo le stringo nella mano, mi sembra di sognare, non mi schiaffeggia, sento i suoi gemiti, cerca la mia bocca e mi bacia, infilandomi tutta la sua lingua vogliosa dentro la mia.
Lingue guizzanti, saettanti si cercavano e avide si intrecciavano, con le sue labbra carnose spiaccicate sulle mie.
La sua mano mi scivola sul petto, esplorandomi il torace, scende incontrando gli addominali, sono tesi, duri, è troppo vicina al mio sesso per stare calmo, non vedo l’ora che l’acchiappi, poi sempre più giù, si insinua sotto la tuta, sino a ritrovarselo stretto nel pugno.
Un lungo gemito, ‘Ohhhhh amore mio è più grosso di quello di tuo padre’ l’accarezza dolcemente e con lentezza la sua mano scorre su e giu.
Mi avvento ai suoi seni, sono il suo bambino e inizio a poppare succhiando due capezzoli che più li stimolo, più si rizzano, facendosi lunghi e grossi come due filtri di sigaretta, mi sembra di sentire il sapore del latte e il cazzo mi cresce smisuratamente, li mordicchio stringendoli tra le labbra, li titillo con la punta della lingua, ci giro intorno, li risucchio fissandomi all’aureola come una sanguisuga mentre con una mano mi occupo dell’altro seno e maltrattandolo, lo strizzo, lo palpo ne seguo i contorni per capire quanto è largo, non finisce mai, è talmente grosso da perdermi nel calore delle sue bellissime mammelle.
La mamma geme, sento i suoi sospiri, mi stringe il cazzo cercando di menarlo ma è impacciata dalla tuta, me la sfila lasciandomi completamente nudo e questa volta si inginocchia tra le mie gambe, davanti ha i miei goglioni gonfi, pieni di sborra, alla mia nerchia dura come non mai e ritta da far paura, lo tiene in mano e l’accompagna alla bocca iniziando a slinguazzarmi la cappella, scende lungo il randello, su e giù, insalivandolo, non tralascia i coglioni che succhia, mordicchia, sino al contatto col mio sfintere anale.
Sussulto, il giochino di lingua che mi sta facendo, è fantastico e quando lo imbocca, il mio respiro si fa affannoso è bravissima la sua bocca mi avvolge il cazzo e se lo spinge completamente dentro, superandogli la gola ed ingoiandolo fino alla radice.
Qualche conato di vomito, quasi si soffoca ma, la sua gola è profonda lasciando che il cazzo le scompaia in bocca sino a farsi appoggiare i coglioni sulle labbra, mi sbocchina con passione, avanti, indietro, su e giù, mentre con la mano accarezza le palle, le afferra, le strizza, sono tutto un fremito, mi fa un po male ma, tutto questo mi eccita più di quanto potessi immaginare.
Che pompinara, mi sta portando dritta all’orgasmo ma, quando si accorge che la mia resistenza si sta esaurendo, molla la presa, mi piglia la mano ed alzandosi, se la mette sulla gnocca dal folto vello, nero corvino.
La accarezzo, è grassottella, carnosa, il dito scivola meravigliosamente bene nella spacca da quanto abbondanti sono colati i suoi umori, assieme alla mia mano c’è la sua, anche lei si tocca, si pastrugna la micetta, si apre la fica mostrandomi quanto è fradicia, ho una voglia matta di assaggiarla, di gustare il suo dolcissimo nettare.
La butto sulla poltrona, al posto mio, con le cosce oscenamente aperte, ed inizio a leccarla, sento il suo sapore, è buonissimo, inebriante, mi sembra di affogare nei suoi umori e con la lingua raccolgo ogni stilla del suo piacere.
Lecco la sua fessura frugandola da cima a fondo, raspando profondamente, mi soffermo sul clitoride, titillandolo, succhiandolo golosamente, strappandogli dei gemiti che sembrano ululati, soprattutto quando la mia lingua viola il suo culetto che lentamente cede alla pressione delle mie slinguazzate.
Ha goduto ed è pronta a farsi sfondare, gli alzo le gambe, portandogli le ginocchia sopra le spalle, i suoi buchi che ho sempre desiderato sono li bene aperti e a mia disposizione.
Faccio zuppetta con i suoi umori per lubrificarmi la cappella, facendola scivolare lungo il solco della passera e glielo butto dentro che era già tutta fradicia, un lungo gemito strozzato gli si alza dalle labbra strette fra i denti, la sua figa è calda, avvolgente, ci è scivolato dentro facilmente accettandomi sino ai coglioni.
La scopavo piano, con dolcezza, scorreva completamente nella sua fica pigliandolo profondamente, affondando quando con le palle sono vicino alle chiappe per farglielo sentire bene sul collo dell’utero, alternavo le spinte con baci in bocca e continuando con slinguazzate sulle tette e a ciucciare avidamente i capezzoli.
La mamma, spudoratamente ingorda, di cazzo, si contorceva nel piacere, era in delirio, gemeva, urlava, piangeva travolta da orgasmi prolungati, uno appresso all’altro senza fine, ormai non ragionava più, subiva ragliando, l’impeto con cui affondavo nella sua gnocca.
‘Sii siiiiiii fottimi siiiiii lo sento lo sentoooooooo spingiiiiiii’
Sono passati solo cinque minuti non di più ma, ero talmente eccitato che sotto una pulsione incontrollata, con il cazzo in mano gli ho sborrato sulla pancia, non soffro di eiaculazione precoce ma l’emozione del contatto carnale con mia mamma, mi aveva fatto venire in un baleno, in un esplosione estrema dei sensi come non mi era mai capitato con nessuna ragazza.
Cazzo che sborrata, ne era ricoperta dal pube con degli schizzzi che arrivavano alle tette ma la cosa che mi arrapava di più della sua troiaggine, era vederla raccoglierla con le dita e ciucciarsele assaporando il mio seme, mentre mi osservava con una faccia da gran maiala.
Pensavo che dopo una sborrata di quel genere, di essermi prosciugato i coglioni ma, il cazzo non ne voleva sapere di cedere, sono un porco e dovevo recuperare gli anni di seghe, fatte pensando a quanto doveva essere troia nel pigliarmi il cazzo, di come mi avrebbe spompinato, a come l’avrei cavalcata e inculata, sogni che si stavano realzzando.
Mi sono avvicinato alle sue labbra e non ci ha pensato un attimo a riprendermi il cazzo in bocca, risucchiando le poche stille di sborra rimaste, mischiate ai suoi umori, lappandolo con la lingua come se si stesse gustando il più buono dei gelati, picchiettando e slinguando la cappella per ripulirmelo tirandolo a lucido.
‘Fammi godere ancora, vienimi nel culo ma, non qui sono ciucca, nel letto staremo meglio’ la mamma è ancora vogliosa, d’altronde come lo sono io e non c’era bisogno di chiederlo, l’avrei trombata e di sicuro inculata per tutta la notte.
Si alza e pigliandomi per mano mi porta nella sua camera da letto, sarà anche ciucca ma sa benissimo come vuole prendere il mio cazzo, si è disposta a quattro zampe sul bordo del letto, tenendosi bene aperte le chiappe con le mani.
Sono in piedi dietro di lei vedo il suo buco del culo semi aperto ed inchinandomi ci sputo sopra, pensando che lubrificandola, la penetrazione sarà meno dolorosa.
La grossa cappella è sul suo sfintere anale e spingendolo l’ho sentito cedere, si è aperto sin quando la cappella gli è schizzata dentro e gliel’ho piantato nel culo, l’ho fatta urlare di dolore, non rendendomi conto che il mio pene è bello grosso e che ci sarei dovuto andare piano per farla abituare all’intruso ma, ormai era fatta, godevo del suo stretto budello e ci affondavo violentemente, lasciando che i testicoli si schiacciassero sulle chiappe.
La mamma si è irrigidita, ha inarcato la schiena ma ben presto, ha iniziato a spingere le chiappe contro il cazzo, iniziando a contorcersi nelle spire di incontrollato piacere.
La mamma come suo solito, quando gode urla alla maniera di una scrofa sgozzata e le sue grida animalesche mi entravano nel cervello, adoravo sentirla godere come una gran maiala.
‘Rompimi il culo siiiiiiii siiiiiiiiiiii sfondamiiii così cosìììì’
Più gridava e si divincolava, più mi eccitava e tenendola per i fianchi, abusavo del suo stretto buchetto, impalandola selvaggiamente.
Il suo possesso era totale e dopo la prima sborrata sapevo che sarei durato un casino, gli stavo mettendo a fuoco lo sfintere anale ma, lei si dimenava in preda alla più sfrenata libido, infilandosi le dita nella gnocca e torturandosi il grilletto.
Sentivo il sopraggiungere dei primi spasmi dell’orgasmo e tenendolo ben piantato nel budello, mi sono svuotato nel culo, ed ora ero io che tremavo, ululavo, che la insultavo mentre sborravo e schizzo dopo schizzo l’ho riempita.
‘Siii sborro siiiiiiii godoooo dimmi che sei una troiaaa’
‘Sono la tua troia, dai daiii svuotati i coglioni nel mio culo siiiiiiii sarà tuo ogni volta che lo vorrai’
Mi sono accasciato su di lei, stanco e squassato dall’orgasmo e non mi sono mosso sin che non si è ammosciato ed è scivolato fuori, volevo baciarla ma lei dormiva pesantemente con un rivolo di sperma che si faceva strada tra le chiappe.

Felice di ricevere i vostri commenti, gio23@hotmail.it
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Gio

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