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Racconti erotici sull'IncestoTrio

Che bella la salita

By 16 Dicembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Ormai odiavo quella strada che ero costretto a percorrere due volte al giorno, andata e ritorno a casa, e non c’era ora in cui non fosse trafficata: se quell’ora esisteva, certamente non aveva mai visto alba o tramonto e neanche il sole.
Eppure ormai era compagna della mia vita da circa quattro anni.
Ed anche quel giorno ero lì, alle 15,00 in fila, aspettando di arrivare allo svincolo in cima alla salita per poi girare a destra ed immettermi nel viale che mi avrebbe condotto a casa, dopo una lunga notte di lavoro ed una mattinata di verbali.
Dalla macchina che mi precedeva, ad un tratto una mano prese a salutarmi facendo il gesto del ‘ciao’; vedevo benissimo nel suo specchietto retrovisore due occhi che certamente erano di donna contornati da una folta capigliatura mora ed istintivamente risposi al saluto pensando che fosse un’amica o una conoscente o chissà chi altro.
Dopo qualche metro mi fece cenno di entrare in un distributore proprio lì davanti a noi.
Misi la freccia e seguii la vettura che mi faceva strada, la quale passò tutto il piazzale e andò a parcheggiare sul retro in prossimità di un piccolo bar che aveva all’esterno uno spazio con sedie e tavolini sotto un pergolato.
Ad uno dei tavoli c’era una coppia di anziani che giocava a carte intenta a godersi il fresco.
Spensi il motore proprio di fianco a lei e vidi che non solo era una donna ma che era anche bella ma anche che certamente io non la conoscevo affatto.
Avrà avuto circa 45 anni, capelli ondulati mori e lunghi fin sopra le spalle, con due occhi verdi intensi e svegli e mi rammaricai che dovesse vedermi in quello stato così stanco e sfatto.
Ma ero certo di non riconoscere quel bel volto tra nessuna delle amicizie ne’ mie ne’ quelle di mia moglie.
Mi fece cenno con la mano di entrare in macchina da lei ed io, sempre più sorpreso, aprii la porta della mia macchina in un attimo fui dentro quella della tipa.
‘Ciao’, mi disse appena fui dentro ‘trovo stupido dover perdere tanto tempo in coda quando si potrebbe impiegarlo meglio’.
‘Scusa ma non credo….’ accennai e lei immediatamente ‘Oh lo so che non ci conosciamo ma preferisco stare qui a parlare anche con uno sconosciuto, piuttosto che in auto da sola a rompermi le palle di questo traffico’ o scusa’ aggiunse subito dopo ‘io sono Franca”.
‘A si’ questo l’avevo capito’ risposi giocando con il suo nome, ”piacere, io sono Andrea ma non credo di conoscerti’ altrimenti me ne ricorderei’
Ridemmo insieme della battuta appena fatta e si scusò del frasario, proprio nel momento in cui aggiunsi che non c’era nulla di cui scusarsi perché anch’io ero stanco delle continue file.
‘Capisco che la cosa non è usuale’ ma quando vedo un tipo interessante preferisco conoscerlo che mandarlo via senza essermi almeno presentata’
‘Ti ringrazio’, risposi ‘sei molto gentile’ .. ed anche un tipo deciso’
Giudicai giusta l’età che avevo dato a Franca ma quello che non potevo vedere dalla macchina, potevo ammirarlo ora: sotto una camicia di cotone color rosa pesco, sapientemente slacciata ad evidenziare una terza di seno bello sodo e turgido, faceva bella mostra anche di un reggiseno a balconcino nero, completava l’abbigliamento una gonna scura piuttosto corta, che evidenziava due cosce ben tornite, lisce e senza un pelo segno che la cura della persona per lei, andava ben oltre il particolare.
Nell’insieme certamente un bel vedere tanto che il mio cazzo non sentiva più ne’ il sonno ne’ la stanchezza ma anzi dava già evidenti segni di apprezzamento a cotanta grazia così generosamente mostrata, complice anche il fatto di stare a parlare con una donna che fino a qualche istante prima neanche sapevo esistesse.
Si accorse che apprezzavo il suo corpo, così come sono certo che lei si accorse del gonfiore sotto i miei pantaloni.
‘Veramente ti avevo già notato la scorsa settimana sempre qui in fila’ e mi ero ripromessa che nel caso ci saremmo rincontrati, ti avrei fatto cenno di fermarti’ ed io sono una che mantiene sempre le promesse’, disse calcando la parola sempre.
‘Mi spiace di non averti vista la volta scorsa’ avrei potuto così dire che gli angeli esistono già da una settimana’ risposi ‘torni dal lavoro?’
‘Si e finalmente vado a casa da mia figlia ‘rispose aggiungendo ‘non vedo l’ora di arrivare farmi una doccia e sedermi sul balcone con un caffè ed una sigaretta”
‘Sei sposata?’ chiesi
‘No, non lo sono mai stata’ ho solo la figlia perché lui quando ha saputo che ero incinta se l’è data a gambe”
‘Mi spiace’ dissi mentre lei concluse la frase con un ” e devo dire per fortuna perché sto così bene con Federica che non saprei cosa farmene di un uomo in giro per casa’ ci bastiamo da sole” concluse.
‘Beh mica sempre però’ magari un uomo serve pure a volte” dissi con voce allusiva
‘Oh si certo’ fece lei ‘ma quando serve lo si trova e poi tutti a casa’ Sai come chiamo mia figlia?’
‘Federica mi hai detto”
‘No, quello è il suo nome ma io la chiamo Fica’ beh quando siamo sole è chiaro’è bellissima’ magari un giorno se vuoi te la faccio conoscere. Ha 24 anni, mora occhi grandi e scuri, studia ingegneria; è alta un metro e settantacinque e un nugolo di maschi le girano intorno. Ha tutte le cose al posto giusto, tette, culo’ mi piace da impazzire la mia Fica’, disse ridendo.
‘Beh sei una che parla chiaro” dissi
‘Beh sono franca” disse aggiungendo subito dopo ”se vuoi puoi venire domani verso quest’ora e te la faccio incontrare ‘ sono certa che ti piacerà”
‘Se è per questo già la madre mi piace’ e non poco’ terminai.
E lei, posando la mano sul mio cazzo, ‘anche tu mi piaci’ ti aspetto domani’ pensi di farcela per le 16,00 a liberarti? o hai impegni?’
‘Impegni? ma scherzi?’ dissi mentendo perché sapevo che avevo una giornata piena zeppa di appuntamenti ” disdico tutto, mi butto malato, mi faccio rapire dagli alieni per qualche ora, ma stai certa che domani sarò da te”
‘Benissimo’ ti aspetto’ anzi ti aspettiamo” mi disse avvicinandosi e dandomi un tenero bacio sulle labbra.
La sua lingua mi sfiorò leggermente ed una sapore dolcissimo invase la mia bocca, ‘ci vediamo domani’ dissi con un filo di voce mentre le tenevo la mano poggiata sul cazzo.
Scesi dalla sua auto, la salutai di nuovo e poi rimasi fermo mentre lei si allontanava.
Mi sembrava incredibile ciò che avevo appena vissuto; non è che mi ritenessi brutto ma neanche un divo, un tipo normale insomma’ diciamo che i miei 52 anni li porto ancora discretamente ma non mi sento un latin lover ed un invito così esplicito poi’ speriamo che Federica dopo abbia da fare pensai tra me.
Il giorno, dopo violando quasi tutto il codice della strada, alle 16,00 puntualissimo suonavo al citofono ‘Chi è’ rispose una voce che non conoscevo ‘Sono Andrea’ dissi, pensando che potesse essere Fica.
‘Terzo piano’ mentre sentivo il clic dell’apertura del cancello.
Arrivato, si aprì una porta senza che si mostrasse nessuno ”vieni Andrea’ entra’
E quello che vidi mi lasciò a bocca aperta.
Davanti a me una ragazza di 24 anni, completamente nuda, mi si mise davanti non appena la porta fu chiusa.
Capelli lunghi più della madre, ondulati, due grandi occhi marroni, divisi da un piccolo naso che sovrastava una bocca con due labbra rosse e carnose, il tutto contenuto in un viso regolare in cui non si scorgeva alcuna imperfezione.
‘Vedo che mamma non ti ha detto nulla’ fa sempre così non avverte mai i suoi amici che a noi in casa piace stare nude’ disse mentre rideva
‘No, non mi aveva avvisato’ ‘, feci io con espressione inebetita
” ci piace fare così, specie quando viene a trovarci un uomo’ diciamo che siamo birichine”
‘Ma’ siete a casa vostra e fate bene a stare come più vi piace” risposi cercando di ritrovare un certo tono almeno nella voce.
Devo dire che ciò che mi aveva riferito Franca riguardo a sua figlia era molto riduttivo nei confronti di Fica; aveva due tette belle sode che sembravano sfidare la gravità, due aureole color nocciola e in cima facevano bella mostra due bottoncini lunghi e duri che puntavano diritto verso la mia bocca e lei accorgendosi che la stavo ammirando, fece un giro su se stessa permettendomi così di vedere anche il culo da incanto che aveva.
Un mandolino pronunciato e proporzionato con il resto del corpo che ti invitava a toccarlo per sentire se fosse reale.
In lontananza sentii la voce di Franca ‘Ciao Andrea vieni’ sono subito da te’ e poco dopo si affacciò sulla porta del salone, ed anche lei era completamente nuda.
Era bellissima; più bassa della figlia ma ugualmente proporzionata.
Il seno, che non mostrava cenni di cedimento, era più grande e pesante di quello della figlia e i due capezzoli che si ergevano sovrastavano due aureole marrone chiaro mentre il culo forse rivelava qualche segno dell’età ma nell’insieme uno spettacolo meraviglioso.
Davanti a me vedevo due fiche nascoste entrambe da una fitta peluria ben modellata nel taglio che permetteva loro di indossare qualsiasi indumento intimo, anche il più audace, senza però mostrarti apertamente la fica.
Non avevo mai visto nulla di simile e mai mi era capitato di stare così vicino ad una madre e una figlia.
Il cazzo sembrava voler esplodere dalla voglia e premeva ferocemente contro gli indumenti fino a farmi male’ non mi aspettavo un’accoglienza, diciamo, così calorosa e particolare.
‘Vieni accomodati’ e scusami se non ti ho detto nulla ieri ma mi piace troppo emozionare gli uomini”
‘Beh non posso dire che non ci sei riuscita” dissi ‘ma ti do ragione’ mostrate insieme uno spettacolo che anticiparlo sarebbe del tutto inutile’ nessuna parola più descrivere ciò che sto vedendo ora e viverlo così è certamente molto meglio”
‘Sì però mamma certamente non ti ha detto che se noi stiamo nude anche tu devi spogliarti’ anzi ti devi far spogliare da noi”, disse Fica.
‘Ma non chiedo di meglio’ sia io che”
”il tuo cazzo’ terminò ridendo Franca.
Così Fica si avvicina fino a strusciare i suoi seni sulla mia camicia e prende a sbottonare i primi bottoni mentre Franca inizia a slacciare la cinta ai pantaloni.
Fica appena scopre i miei capezzoli, inizia a toccarli delicatamente con le dita, girando l’indice sopra loro e poi premendoli con il pollice.
La mamma nel frattempo aveva abbassato i calzoni e attendeva che Fica mi lasciasse il tempo di alzare le gambe per poterli sfilare, togliendo insieme anche la scarpe.
Nel frattempo Fica aveva finito di aprire la camicia e, girando intorno a me, aveva fatto in modo di toglierla, gettandola in terra nello stesso punto in cui erano finiti in precedenza scarpe e pantaloni.
Ero rimasto in mutande e subito quattro mani abbassarono l’elastico facendo sobbalzare fuori il mio cazzo che non ne poteva più di stare racchiuso, mostrandosi ai loro occhi in tutta la sua lunghezza. Quest’ultima non era eccessiva ma certamente la circonferenza doveva esser gradita alle due donne che mostrarono un significativo apprezzamento.
‘Ecco ora puoi visitare il resto della casa’ disse Fica
E così dicendo, Franca mi prese per mano facendomi strada verso il salone mentre Fica, dall’altro lato, avvolse la sua sul cazzo con estrema delicatezza.
Franca mi portò davanti alla finestra che dava accesso al balcone di casa e senza curarsi del fatto che stavamo nudi, con il rischio che qualcuno potesse vederci, l’aprì mostrandomi il panorama di cui godeva; un bel parco dove erano intenti a giocare alcuni bambini con mamme e nonni al seguito.
Subito dopo rientrammo e Fica andò a prendere dei caffè che bevemmo stando seduti sul divano mentre aveva di nuovo poggiato la mano sul cazzo e Franca aveva preso a giocare con un capezzolo.
A quel punto anch’io poggiai la mano sulla fica di Fica, cercando di scovare quel buchino che tanto mi attirava e non ci misi molto a trovarlo infilandoci dentro con delicatezza il mio dito indice.
Sentivo la sua fica già bagnata di desiderio mentre serrava le sue labbra gemendo.
Ma non volevo lasciare Franca senza attenzioni per cui passai il mio braccio intorno al suo collo fino a raggiungere con la mano il capezzolo che presi tra le dita iniziandolo a stuzzicare dapprima con delicatezza e poi con strette sempre più forti.
Sentii che anche lei gradiva le attenzioni mentre vedevo Fica allontanarsi per poi tornare subito dopo, con una ciotola in mano.
‘ Cos’è?’ dissi e lei subito ”è panna e te ne voglio spalmare un po’.
Con le mani ne prese una manciata ed iniziò a spalmarla dapprima sui capezzoli, poi sul mio ventre e d infine sul cazzo che volle coprire interamente e con cura; appena terminata l’operazione si chinò subito sulla mia asta, iniziandola a leccare golosamente e la stessa cosa faceva Franca sui miei capezzoli.
Quest’ultima con la bocca piena di panna, si avvicinò alle mie labbra offrendomi ciò che aveva ed iniziò così ad esplorarmi la cavità, facendo roteare la sua lingua per spalmarmi bene il dolce che aveva appena prelevato dai miei capezzoli.
Poggiai le mie mani sul seno di Franca prendendo tra le dita i suoi capezzoli che sentivo turgidi e duri; giocavo con loro e li stringevo, anche forte, provocandole dei sussulti di piacere e nel mentre vedevo Fica che ormai aveva pulito il cazzo dalla panna ma continuava a leccare come prima.
Scendeva lentamente lungo tutta la lunghezza del cazzo per poi salire fino su in cima, leccando il buchino dal quale uscivano goccioline di piacere.
Leccava con avidità la secrezione e poi prese ad ingoiare la cappella, facendola scomparire al suo interno.
La mamma nel frattempo si era liberata dal mio abbraccio ed aveva preso a sua volta a leccare e mordere i miei capezzoli provocandomi sensazioni e brividi di piacere.
‘Dai mamma andiamo di la”, disse Fica e così dicendo si alzò mi prese per mano e tutti e tre ci dirigemmo verso la stanza da letto.
Subito mi fecero sdraiare e Fica riprese la dove aveva lasciato poggiando la sua bocca sul cazzo e continuando il bocchino interrotto; Franca invece si sdraiò sul letto portando la sua fica alla mia bocca mentre cercava di leccarmi le palle e dirigendosi poi verso il mio buchino posteriore.
Io iniziai e leccarle la fica, spingendo ben dentro la mia lingua; volevo sentire il suo sapore e non disperdere nel letto nessuna goccia del suo nettare.
Con una mano allargai le labbra per meglio inserire il mio organo dentro di lei e così facendo mi fermai a lungo sul clitoride che sentivo duro e proteso verso di me; giocavo con il suo piccolo pene e lo succhiavo così come Fica stava facendo sul mio cazzo’ stessi movimenti e stesso ritmo.
La stanza era piena di piacere e odore di sesso; per un attimo spostai il mio sguardo su Fica sempre alle prese con il mio cazzo e vidi così che aveva divaricato le gambe e si stava facendo un ditalino proprio nel momento in cui sentii che anche Franca stava per inserire dentro la sua fica uno, due, tre dita della sua mano che contrastavano l’azione della mia lingua.
La visione di Fica e la mano di Franca fecero subito il loro effetto giacché sentivo i respiri farsi affannati e ben presto le donne vennero in un orgasmo violento al quale mi aggiunsi anch’io sborrando violenti schizzi dentro la bocca di Fica che mostrava gradire il sapore del mio sperma.
Leccò tutto con cura per poi alzarsi subito dopo per poter condividere con la madre il frutto del suo lavoro; si avvicinò alla sua bocca e baciandola le passò parte di ciò che avevo dato a lei e che le era rimasto in bocca.
Si baciarono a lungo mentre io toccavo il seno di una ed inserivo l’altra mano nella fica di un’altra.
Nessuno di noi era ancora sazio e il mio cazzo eri lì a testimoniare che c’era ancora molta libidine e voglia di sesso in quella stanza.
Mi sdraiai proprio mentre Franca si mise sopra di me e prendendo il cazzo lo dirigeva dentro la sua fica e facendolo entrare tutto al suo interno muovendosi poi dall’alto verso il basso.
Fica nel frattempo si era messa cavalcioni sopra il mio viso, dandomi le spalle, e guardando sua madre voleva che le leccassi la sua fica.
Allargava le sue gambe per permettere alla mia lingua di penetrarla in profondità ma si muoveva anche lei in su e giù perché la voleva utilizzare proprio come un cazzo: la lingua tesa verso il suo buco al punto di penetrarla.
Ogni tanto riuscivo a leccarle anche il buco del culo che lei mi offriva con voluttà e piacere.
Vedevo che le due donne poi avevano preso a toccarsi i capezzoli; Fica quelli di Franca e viceversa, dapprima con delicatezza e poi con sempre maggiore violenza.
Li torcevano, li tiravano fino con forza, sembrava volessero strapparseli; certamente quel dolore che si procuravano dava a loro ancor più godimento perché sentivo che i loro respiri erano via via più affannati.
I loro movimenti si fecero più veloci ed anche le torture ai capezzoli divennero più brutali perché Fica si avventò sul seno della madre ed iniziò a morderle i capezzoli provocando in Franca grida di sofferenza ma anche di intenso piacere; Franca tirava fortemente quelli di Fica che a sua volta mordeva quella della madre fino a che al culmine del piacere venimmo insieme.
Io dentro la fica di Franca che muoveva il bacino come una furia proprio mentre lasciava scendere sul cazzo e sulle mie cosce tutto il suo sperma, Fica dentro la mia bocca nella quale riversò una quantità del suo dolce seme mentre anche io mi ero afferrato i miei capezzoli e li stavo stringendo con forza.
Tutti eravamo intenti a godere e a procurarci piacere, fino a quando sfiniti e sudati ci sdraiammo vicini ed io andai a leccare prima i capezzoli di Fica e poi quelli di Franca dai quali, a causa della pressione delle dita e della bocca, era fuoriuscito piccole gocce di colostro.
La pausa però non durò a lungo perché Franca mi disse che a quel punto voleva prenderlo nel culo e così, dopo aver fatto in modo di rimettere in sesto il cazzo con una buone dose di leccate di entrambe, si alzò mostrandomi il suo bel posteriore nel quale con delicatezza feci scivolare il cazzo mentre Fica si era sdraiata a gambe aperte mostrando a sua madre tutta la sua fica.
Franca leccava Fica, che prese di nuovo a torcersi i capezzoli ansimando, mentre infilava contemporaneamente uno o due dita dentro la sua sorca ed io che stavo impalando la madre che guaiva di piacere.
Non impiegammo molto a venire di nuovo: la prima fu Fica che investì il volto della madre con una sborrata incredibile, poi venni io dopo aver visto Fica ed infine fu la volta di Franca che, dopo essersi leccata tutto lo sperma della figlia, iniziò a contrarre la fica nella quale avevo inserito due dita fino a raggiungere il suo orgasmo e poi, finalmente appagati, ci adagiammo sul letto godendoci un meritato riposo ristoratore.

Attendo commenti, suggerimenti o semplici indicazioni a: pisolo55@email.it e grazie per aver letto anche questo mio racconto

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