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Racconti erotici sull'Incesto

Con Mira e la zia

By 18 Luglio 2005Dicembre 16th, 2019One Comment

Le perette nel pagliaio

A me e a mia cugina, che ha un anno piu’ di me, e’ sempre piaciuto un mondo giocare ai dottori. Da quando eravamo bambini. Ma adesso è più divertente! Erano almeno un paio d’anni che non ci vedevamo e, l’estate scorsa, mi invitarono a passare le vacanze in campagna da loro. Mia zia aveva divorziato e si erano ritirate nella vecchia casa dei nonni. Fu mia cugina a suggerire il vecchio gioco. Ci infilammo in una cascina, in mezzo al fieno. Prima fece lei il malato. Non credetti alla mia fortuna quando si lasciò mettere tutta nuda, e toccare dappertutto. Era cresciuta dall’ultima volta che avevamo giocato. Ora aveva i peli sulla patatina e le tettine gonfie. Mi diceva dove aveva male, ed io la visitavo. Eravamo arrivati alla fica, che tenevo tutta aperta per esplorarla meglio, quando arrivò sua madre, mia zia. Credetti che ci avrebbe come minimo bastonato, ma con mia grande sorpresa, non fece niente, non si arrabbiò neanche. Ci chiese che cosa stessimo combinando e, saputolo, se poteva giocare con noi. Pero’ voleva essere lei a fare la dottoressa. Continuammo a visitare Mira. La perlustrò ancora meglio di quello che avevo fatto io. Le aprì persino il buco del culo!. Poi venne il mio turno. Mi fece spogliare. A me naturalmente era venuto duro. Me lo prese subito in mano, scappellandomelo, tirandolo, spremendomelo. Lo fece toccare tutto anche a Mira. Anche a me visitò per bene il buco del culo. Poi ci comunicò che, per curare i nostri problemi, il grosso taglio di Mira ed il mio pisello gonfio, avremmo avuto bisogno di un clistere. Ci lasciò soli dicendo che avrebbe fatto subito. Intanto che aspettavamo, io e Mira riprendemmo a toccarci ed esplorarci raccontandoci delle nostre esperienze. Quando la zia torno’, Mira mi stava infilando un dito nel culo, per simulare il clistere. Ci fece mettere tutti e due in ginocchio e ci infilò due perette vere! Ed erano anche di quelle grosse!! Quando finimmo di svuotarci ci ritrovammo soli e nudi. Si era portata via i nostri vestiti! Tornammo a casa nudi. Fortuna che da quelle parti non girava nessuno e che eravamo vicini! La trovammo in cucina. Appena ci vide arrivare cominciò a ridere di gusto. Ci chiese se volevamo giocare ancora. Rispondemmo di si, ma che doveva essere lei l’ammalata. Quasi stramazzai dalla sorpresa quando accettò. Le chiedemmo di spogliarsi, di togliersi proprio tutto. Si lasciò guardare dappertutto. La prima donna adulta che vedevo nuda, che potevo toccare. Con il cazzo talmente duro che quasi mi scoppiava, le toccai le tettone, la ficona, se la lasciò aprire, infilare le dita dentro, anche il culo si fece frugare. Si fece tirare un nocciolo duro che stava proprio in cima, dove cominciava la fica. Mira disse che quello era il clitoride. Anche lei ne aveva uno ma ancora piccolino. Mentre la toccavamo ansava e mugolava. Mia cugina preparò una pera e gliela facemmo. Quando tornò io Mira ci stavamo toccando. Mira mi stava facendo vedere il suo di clitoride! Ci disse di andare con lei che avremmo fatto un altro gioco, più bello. Andammo sul suo letto e là ci insegnò a godere. Prima mi fece una sega. La prima della mia vita. Mentre me lo prendeva in mano mi chiese se lo avevo mai fatto. Dissi di no. Allora mi disse di stare bene attento e cominciò a contare facendo su e giù con la mano. Arrivò a nove e quasi svenni spruzzando dappertutto. Poi fece un ditalino alla figlia. Lei si era già toccata qualche volta ma non così. Le teneva la fichetta aperta con due dita e con l’altra mano le massaggiava il grillettino, sondandola con un dito, ma senza infilarglielo, perché lei era vergine. La fece godere come una matta! Poi, mentre noi la guardavamo se ne fece uno anche lei. Non un ditalino! Un super ditalone!! Anche lei se la teneva tutta aperta, il grilletto stretto tra due dita, ma con l’altra mano si sbatteva tre dita dentro e fuori la fica, velocemente. Quando venne urlò. Noi ci eravamo eccitati di nuovo, ed allora ci insegnò a godere con la bocca e la lingua. Me lo prese tutto in bocca, succhiandolo e leccandolo, un pompino spiego’, fino a quando non le spruzzai tutto in gola. Poi leccò la patatina a Mira, fino a che anche lei grido’ di piacere. Per finire ci fece leccare la sua. La leccammo a turno, mettendole anche le dita nella fica. Abbiamo passato tutta l’estate a godere. Nei boschi, nelle cascine e naturalmente a casa. Ci leccavamo tutto a vicenda, cazzo, fiche, culi. E ci facevamo il clistere tutti e tre contemporaneamente. Di solito portavamo le pere nel fienile e tutti e tre assieme ce le infilavamo toccandoci. Si gode da matti! Vicino c’era anche un ruscello dove andavamo a sciacquarci.Quando le vacanze finirono la zia promise che la prossima volta ci avrebbe insegnato a scopare.

Quando si dice avere sfiga!! La mia speranza di poterle vedere a Settembre salto’ causa mio padre. In poche parole ho dovuto aspettare fino alle vacanze di Pasqua per riuscire a rivederle, anche se per poco tempo. Non vi dico la tortura! Ce l’ho avuto in tiro per tutto l’inverno! Io e mia cugina ci scrivevamo ed io le dicevo che cosa volevo fare con loro. Lei rispondeva raccontandomi dei ditalini che si faceva con sua madre leggendo le mie lettere, ed io giù a menarmelo. Una masturbazione postale!! Ho cercato di darmi da fare a scuola, ma nessuna voleva andare oltre bacetti e toccatine, neanche sulla pelle! Quando le facevo toccare il mio uccello duro diventavano tutte rosse e volevano scappare. Perché non ho delle compagne tipo Mira? Anche i miei compagni di classe sono tutti tipi vergognosi. In palestra si coprono con l’asciugamano e nella doccia stanno lontanissimi l’uno dall’altro. Non conosco nessuno abbastanza intimamente da invitarlo a casa a guardare una rivista porno. In casa poi! Mia mamma che appena può si mette in vestaglia e ha sempre le tette in mostra e anche le cosce. Ho provato con lei la storia del mal di pancia per vedere cosa sarebbe successo, ma mi ha rifilato una purga. Decisamente non ha la mentalità. Però con papà scopa. Ora che ci faccio caso mi sono accorto che ci danno dentro almeno tre o quattro volte alla settimana. Però sono piuttosto velocini. Le ho chiesto di venire a lavarmi la schiena, ma non ha mostrato nessunissimo interesse nel mio pisello. Forse perché era solo un pochino basanotto. Avevo sentito dire che in un cinema del paese battevano delle checche. Ho provato ad andarci da solo, mettendomi nelle file scure, ma nessuno ha cercato di avvicinarmi. Che iella, ragazzi!! Così giù a seghe fino a Pasqua! Avevo avuto un po’ di speranza verso Natale, ma anche lì era andata buca. Ma Pasqua arrivo’. La notte quasi non riuscii a dormire. Sabato mattina ero in piedi due ore prima del tempo. Finalmente arrivai al paese. Mi vennero a prendere alla stazione. Mia cugina era cresciuta ancora e, in quei pochi mesi, aveva messo su un bel paio di tette. Mi sedetti in macchina che l’avevo già duro. Me lo fecero tirar fuori e guidammo fino a casa con il pisello in bella vista. Loro non si erano messe di mutande e si erano alzate la gonna mettendo in mostra le fiche. A Mira erano cresciuti anche un bel po’ di peli. Arrivammo a casa super arrappati. Meno male che da quelle parti non passa nessuno o avremmo potuto causare qualche incidente. Ero pronto ad esplodere, ma prima vollero godersi una pera come ai vecchi tempi. Cosi portammo una poltrona in cucina. Si ci metteva seduti a gambe aperte e alzate in modo da appoggiarle ai braccioli. Cosi’ si era completamente spalancati.La zia volle essere fatta per prima. Si tiro’ uno dei suoi ditaloni a fica aperta. Se mi avessero toccato sarei esploso. Mira addirittura portò un bicchiere di acqua e ghiaccio, ma il sollievo durò poco. Dopo la facemmo a Mira. Mi disse che si era mantenuta vergine per me. Voleva che fossi io a darglielo per primo. Anche lei godette frugandosela velocemente. Poi finalmente decisero di farmi smettere di soffrire. Mia zia si rimise in poltrona nella stessa posizione a fica aperta e mi ordino’ di sborrarle sulla fica. Mi misi davanti a lei. Non potevo neanche piegarlo per metterlo nella direzione giusta. Mira mi venne dietro a massaggiarmi le palle. Lo strinsi in mano e, al secondo colpo spruzzavo. La sborrata più forte della mia vita! Finora!! Il primo fiotto le arrivo sulle tette, il secondo sulla pancia, le gambe mi si piegarono e riuscii a schizzarle il resto sulla fregna che poi mia cugina si leccò tutta facendola godere di nuovo. Era ora il mio turno di essere sperettato.Messo in posizione si dedicarono al mio culo. Lo slargarono, mi infilarono le dita, chiedendomi se mi piaceva. Non so come ma il discorso si diresse verso le inculate.La zia ci disse che suo marito era riuscito a convincerla a darglielo, quando era incinta. Le aveva fatto così male che poi non ne aveva più voluto saperne. Ma ora voleva riprovarci, visto come si godeva le nostre dita e la nostre lingue. Era anche incoraggiata dal fatto che il mio uccello non era ancora adulto. Disse che il mio cazzo e i loro culi sarebbero cresciuti assieme. Ridemmo da matti. Fu Mira a mettermela, mi sembro’ piu’ grossa di quelle di una volta, mentre la zia mi sbocchinava. Tutto questo ed era appena ora di pranzo. Mangiammo nudi, facemmo un pisolino e mi svegliai con Mira che me lo succhiava. Ricambiai ed intanto si svegliò anche la zia. Leccate a tre. Godemmo di nuovo. Ancora scopare niente. La zia disse di avere pazienza. Uscimmo per funghi. Alla sera dopo cena a letto, ma non senza un clisterino, uno di quelli veloci senza godere. La prima fu la sera delle fiche. La zia si fece scopare alla pecorina, facendo un sessantanove con Mira. Godette velocemente e poi tocco’ alla verginella. Un certo timore lo avevo, ma quando me la mise davanti, tenuta offerta da tre cuscini sotto le reni, mi sentii come un torello. Inginocchiata al suo fianco mia zia le succhiava il grilletto, tormentandola con la punta delle dita. Appena fu pronta mi fece segno. Mi inginocchiai davanti a lei, appoggiai le mani sulle cosce aperte, puntai e spinsi. Non era ancora adulto, ma bastò allo scopo. Sentii una resistenza e spinsi con decisione. Ero dentro! Urletto! Rimasi fermo fino a che non mi fece segno di continuare. Gemiti, mugolii e poi mi disse di sbatterla più forte. Mi strinse tanto quando venne che quasi non riuscivo a tirarlo fuori e darlo in bocca alla zia che me lo spremette fino all’ultima goccia. Il giorno dopo fu il giorno dei culi. Durante il giorno mi tennero quasi costantemente in tiro. Facemmo una visita alla nostra cascina preferita dove, dopo una bella perettona, ci uscirono un paio di pecorine con doppio pompino come conclusione, ma fu tutto. Si fermarono a far pipì e la fecero di fronte a me. A me venne così duro che non riuscii a farla. Mi fecero soffrire fino a casa e poi per tutta la cena. Un clisterone triplo, nel senso che ce lo facemmo contemporaneamente, e fummo pronti. A mia zia, il culo lo aprii sul letto, sempre mentre faceva il sessantanove con Mira. Godette appena lo infilai, e continuò a godere per tutto il tempo che la stantuffai. Quando non ce la fece più si staccò e giacque come morta per almeno dieci minuti. Poi disse che il fatto di farsi fare il culo da suo nipote l’aveva messa in uno stato tale di eccitazione mai provato prima, neanche quando mi aveva dato la fica, neanche la prima volta che mi aveva fatto godere. Mira invece fu rimessa sui cuscini, stavolta a pancia sotto. La leccammo turno fino a che il buchetto divenne tenero, le nostre lingue entravano e uscivano senza sforzo. Allora la infilai. La zia un gridolino lo aveva dato quando l’inculai, ma Mira niente. Un profondo sospiro e fu tutto! Anche lei venne dopo una decina di colpi, aiutandosi con un dito sul grilletto. L’ultimo giorno lo dedicammo a ripassare la lezione. Le chiavai davanti e di dietro non so per quanto tempo cercando di resistere al massimo. Quando mi riaccompagnarono alla stazione, il Lunedì sera, loro erano pimpanti, io non riuscivo quasi a fare i gradini. Ma sono sopravvissuto! Ora mentre scrivo questo racconto, sono qui da loro, stavolta sara’ per tutta l’estate. La zia e’ riuscita a convincere i miei che avrei fatto meglio a scuola se passavo l’estate con loro. In questo momento mi stanno leccando. La zia me lo succhia e Mira mi lecca il culo. Le perette sono gia’ pronte!!

Maria Klister

Aspetto i vostri commenti a: enemagirl2@hotmail.it

One Comment

  • Andrea Minerva Andrea Minerva ha detto:

    Ciao Maria Klister
    Leggo sempre i tuoi racconti, sono sempre meravigliosi, sono sulla mia stessa lunghezza d’onda.
    Anche io ho qualche racconto qui su Milù, sono CLISTERINO.
    E’ una pratica che adoro moltissimo e mi piacerebbe scambiare con te esperienze epistolari.
    Mi piacerebbe che tu leggessi i mie ultimi due racconti che sono veri al 95%
    Spero di leggerti presto in privato
    Clisterino
    galante.sodoma_gmail.com

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