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Cristina & Mauro – Schegge di vita 4

By 4 Giugno 2023No Comments

Salve a tutti.
Prima di cominciare a narrarvi le nostre ultime avventure assieme, Cristina ed io abbiamo pensato di raccontare alcuni episodi, vissuti singolarmente, precedenti alla nostra conoscenza e successiva convivenza, per farvi meglio comprendere le nostre personalità e caratteri.
Proseguiremo, poi, raccontandovi le nostre storie recenti.
Inizia Cristina raccontandovi come e quando ha conosciuto l’amore saffico.
Buona lettura.

Cristina

Questo episodio, anche se avvenuto anni dopo, è un po’ il seguito di quello dove narravo ciò che era accaduto con mio nipote Simone.
Erano diversi mesi che avevo ottenuto il divorzio ed avevo chiesto il trasferimento ad un’altra sede perché volevo lasciare Torino e tutto ciò che rappresentava nella mia vita.
Nell’attesa continuavo, anche se controvoglia, ad occupare l’appartamento del mio ex marito.
Mi sentivo sola e un po’ depressa, finché un giorno ricevetti una telefonata.

-“Ciao zia sono Simone”.
Apro una parentesi.
Anche dopo il divorzio avevo continuato ad avere buoni rapporti sia con Mario, il mio ex cognato, anche lui divorziato, che con suo figlio Simone.
Mario dopo il divorzio si era trasferito, per lavoro, in una città del nord est e Simone, ormai ventisettenne, si era laureato in ingegneria e viveva con suo padre (la madre era partita all’estero con un altro uomo) in attesa di trovare un lavoro.
-“Ciao Simo, come stai?”.
-“Benissimo e tu?”.
-“Mah, che vuoi che ti dica; mi sento sola, sono anche un po’ depressa, aspetto con ansia il trasferimento”.
.”Mi dispiace, zia, che non sei in piena forma. Comunque ti ho chiamato perché ho una novità”.
-“Cioè?”.
-“Ho vinto una borsa di studio per uno stage al Politecnico di Torino; a partire da maggio sarò lì per due mesi!!”.
-“Oohh, complimenti, sono contentissima per te; finalmente ci rivedremo, è passato un bel po’ di tempo dall’ultima volta”.
-“Sì, è vero.” – poi continua – “Pensavo che, se non ti disturba e se sei d’accordo, potrei alloggiare da te. Mi risparmierebbe di cercare una stanza in affitto, poi, ti farei compagnia, visto che ti senti così sola. Che ne dici?”.
Sul momento, colta alla sprovvista, esitai a rispondere.
Pensavo a quello che era successo in estate, anni prima con lui.
-“Ma allora era un ragazzo,” – mi dissi – “in pieno fermento delle passioni giovanili. Ora era un uomo, laureato, con una vita sua. Perché no?”.
-“Ok.” – risposi – “Il posto c’è. E quando arriveresti?”.
-“Oohh grazie. Tra una quindicina di giorni. Il corso inizia il 6”.
-“Va bene. Fammi sapere la data esatta”.
-“Certamente zia, e grazie ancora. Ciao e a presto”.
-“Ciao caro”.
Riattacco e comincio a rimuginare sulla mia decisione.
Simone era un bel ragazzo ed ora è un bellissimo uomo; alto, con un fisico scolpito da anni di attività sportiva, moro e con degli occhi neri, magnetici, un carattere aperto ed allegro.
Anni prima, durante un’estate passata assieme, aveva provato a farmi delle avances per fare sesso con me, ma io avevo, diciamo parzialmente, rifiutato (ma leggete il racconto).
Negli anni a seguire, però, si era sempre comportato correttamente e non ci aveva più riprovato ed in fondo mi avrebbe fatto piacere avere una persona con cui parlare e scherzare un po’.
Sono tornata dal lavoro e sto aspettando, un po’ impaziente, l’arrivo di Simone; mi ha telefonato che stava entrando in Torino, quindi, non dovrebbe tardare molto.
Suona il citofono.
-“Ciao zia, sono arrivato”.
-“Ciao, sali pure, tanto sai dov’è. Hai bisogno d’aiuto?”.
-“No, grazie, faccio da solo”.
Apro la porta e me lo trovo davanti sorridente, alto, anche con i tacchi gli arrivo alle spalle, ci abbracciamo, bacetti sulle guance… I soliti saluti tra parenti, o ex, non so.
-”Sei sempre bellissima!!!” – mi dice, scostandomi da se e guardandomi dall’alto in basso.
-“Adulatore!! Gli anni passano, anche se cerco di mantenermi in forma” – rispondo.
-“Magari gli anni passassero per tutti come per te. Sei un fiore nel pieno della sua matura fioritura”.
-“Adesso mi fai arrossire. Vieni, posa i bagagli e parliamo un po’”.
Ci sediamo e cominciamo a chiacchierare, delle nostre vite, del lavoro… e via discorrendo si fa sera.
-“Vieni.” – gli dico alzandomi – “Ti mostro la tua stanza. Sistemati, fatti pure una doccia, io intanto preparo la cena”.
Dopo cena chiacchieriamo ancora un po’ e poi ci ritiriamo nelle nostre stanze.
Prima di addormentarmi ripenso a Simone.
È proprio un bell’uomo!! Intelligente, sa parlare, è allegro, e, poi, quei suoi occhi che calamitano l’attenzione delle persone con cui parla; farà sicuramente successo.
E con questi pensieri mi addormento.
Sono passati una quindicina di giorni, la convivenza con Simone è piacevole, ci vediamo solo nel tardo pomeriggio, quando lui torna dal corso ed io dalle lezioni; si comporta da vero galantuomo con me, in più avere qualcuno in casa mi ha risollevato il morale.
È venerdì sera e stiamo cenando, quando Simone se ne esce dicendo:
-“Sai Cristina (ormai ci chiamiamo per nome), pensavo che visto che lunedì è festa ed io non ho il corso e tu le lezioni, potremmo passare il weekend sulle colline; Il tempo sarà bello, ho visto le previsioni. Se ti fa piacere e non hai altri progetti”.
Ci rifletto su un poco.
-“D’accordo, mi sembra una buona idea per riposarci, tutti e due, dalle fatiche del lavoro e lo stress del tuo stage”.
-“Perfetto.” – dice sorridendo ed alzandosi – “Mi occupo subito del programma e delle prenotazioni” – e si dirige verso la sua stanza.
La mattina dopo partiamo sul tardi.
Passiamo la giornata girovagando sulle Colline Torinesi, tra i parchi e visitando un paio di castelli, fino a pomeriggio inoltrato quando arriviamo all’albergo che Simone ha prenotato.
È un simpatico alberghetto, un po’ fuori da un paese, circondato dagli alberi e gestito da una simpatica coppia di quarantenni.
Ci accolgono con calore e ci assegnano le stanze.
-“Sono stanca e non vedo l’ora di fare una doccia e cambiarmi” – gli dico mentre saliamo al piano superiore.
-“Anch’io.” – risponde – “Ci vediamo verso le otto per andare a cena”.
In camera mollo il trolley e mi dirigo subito al bagno.
Nel bagno non c’è la cabina doccia, ma una vasca con la tenda; opto, allora, per un bel bagno caldo.
Mi allungo nella schiuma calda e profumata e mi rilasso, ripensando alla bellissima giornata passata insieme.
Mi accarezzo il corpo nell’acqua calda e senza volerlo la mia mano scivola giù, tra le cosce, ad accarezzare la fighetta.

Nonostante il calore dell’acqua, un brivido mi percorre il corpo, stringo le cosce e faccio scivolare un dito tra le labbra ad accarezzare la clitoride.
A parte qualche intermezzo con il mio vibratore, sono in astinenza da troppo tempo, più di un anno!!
Una dolce sensazione di piacere sale dolcemente dalla figa alla testa, che abbandono all’indietro, sul bordo della vasca, poi, inaspettato come un fulmine, arriva l’orgasmo.
Punto i piedi, inarco la schiena ed il piacere mi travolge facendomi tremare tutta.
-“Uuuhhhffff!!!” – sospiro, mentre mi lascio andare, sprofondando nell’acqua e rilassandomi.
Si sta facendo tardi!!!
Dopo essermi asciugata mi vesto velocemente: infilo un paio di leggins neri, stivaletti col tacco, un maglioncino fucsia e mi butto sulle spalle una giacca di pelle, anch’essa nera, siamo in collina e la sera fa ancora fresco.
Nell’atrio, Simone mi sta aspettando chiacchierando con il gestore.
-“Ho chiesto a Franco, il gestore, se poteva indicarci un posticino dove mangiare bene e passare la serata.” – mi dice mentre ci avviamo all’auto – “Mi ha indicato un ristorantino tipico, a pochi chilometri, dove fanno un vitello tonnato, secondo lui, da favola ed, in questa stagione i ”Capunet” con i fiori di zucca. Sai cosa sono?”.
-“Sì, li ho mangiati qualche volta.” – rispondo – “Sono fiori di zucca riempiti di carne lessata o arrostita, salame cotto, prezzemolo, aglio, uova e parmigiano e poi fritti; se fatti bene, sono squisiti”.
-“Andiamo, allora”.
Il ristorante è un tipico locale di campagna, dove ci accoglie una signora, la moglie del cuoco, sorridente e gentilissima, che ci fa accomodare in un tavolo d’angolo, un po’ appartato; forse crede che siamo amanti!!
Ordiniamo come da copione: vitello tonnato, ”Capunet”, il tutto accompagnato da una bottiglia di Dolcetto locale.
-“Sono affamata” – dico allegramente.
-“Anch’io. È stata una giornata intensa e poi, oggi, abbiamo mangiato poco e niente”.
Quando arrivano le portate mangiamo e beviamo di gusto; è tutto squisito!!
Dopo qualche bicchiere di vino, sono allegra e ho la testa leggera; anche Simone è allegro e mi stuzzica raccontandomi alcune sue avventure galanti.
Nel locale c’è anche un trio che suona e canta motivi locali e vecchie canzoni anni ottanta, da un palchetto sopraelevato ad una piccola pista.
-“Balliamo?” – mi chiede Simone.
-“Perché no! Basta che con quelle tue gambe lunghe non mi fai correre!!” – rispondo ridendo.
Volteggiamo, allegri al ritmo delle musiche, Simone balla molto bene; finalmente dopo tanto tempo mi sento bene e sto divertendomi!!
Non so come, ma ad un certo punto, suonano un ritmo sudamericano, una bachata; lui mi stringe a se e cominciamo a strusciarci al ritmo della musica.
Stretta a lui, sento chiaramente il suo uccello premermi contro e, devo dire, che mi sembra già abbastanza duro.
Decido, forse per colpa del vino, di divertirmi un po’ e di non allontanarmi, ma anzi di cominciare a ondeggiare per provocarlo.
Lui mi fa un sacco di complimenti per come ballo, ed intanto le sue mani mi accarezzano dappertutto, i fianchi, la schiena e una scende a toccarmi il culo.
Sento il suo cazzo, ora duro, che mi sta letteralmente bucando la pancia, mi fa girare ed aderire a lui, ora è sulla mia schiena, mi fa girare ancora e mette una gamba tra le mie, con la coscia a stretto contatto con la figa.
Una vampata di calore e piacere mi attraversa il corpo e sento la figa inumidirsi.
-“Ooohhh” – un gemito mi esce dalle labbra, mentre perdo il ritmo e mi stacco da lui barcollando.
-“Che c´è zia ti senti male?” – mi chiede preoccupato.
-“No, no, sto bene, scusami ho avuto un piccolo giramento di testa, adesso sto bene, vado a rinfrescarmi un po’”.
Entro nel bagno; sono stravolta!!
Infilo una mano nei leggins, tra le gambe sono tutta bagnata e anche i leggins sono umidi, visto che non ho le mutandine!!
Simone mi aveva toccata, accarezzata ed il contatto della sua coscia contro la figa mi aveva provocato un forte piacere e quasi un piccolo orgasmo.
Non avrei mai immaginato che potesse succedermi una cosa del genere, non ricordo e, forse non mi è mai successo, di aver goduto così, in una situazione simile!!
Per fortuna ero appoggiata a Simone altrimenti sarei caduta… e lui poveretto si è preoccupato pensando che mi fossi sentita male.
Mi lavo il viso con un po’ di acqua fredda per riprendermi, mi asciugo ed esco per raggiungerlo al tavolo.
-“Che ti è successo? – chiede Simone con aria preoccupata.
-“Sto bene adesso.” – dico abbassando gli occhi – “Un capogiro improvviso, forse il vino, ma adesso sto bene perciò balliamo“ – e lo prendo per mano.
-“Forse é meglio se ci sediamo e beviamo qualcosa“ – suggerisce lui.
-“Non ho più voglia di bere; allora andiamo in albergo a riposare”.
Così usciamo dal locale.
Tornati in albergo, prendiamo le chiavi e saliamo alle camere.
Apro la mia porta, mi giro e mi sollevo sulla punta dei piedi per dargli il bacio della buonanotte sulla guancia.
Lui si china e… mi bacia sulle labbra!!
La testa mi gira, tento una debole resistenza, ma lui mi tira ancora di più verso se; la figa s’inumidisce e pulsa, mi lascio andare e passo le braccia intorno al suo collo.
Dischiudo le labbra e la sua lingua entra trionfalmente nella mia bocca; saetta sul palato, gioca con la saliva, mi scorre sui denti e ne esplora ogni più segreto anfratto e quando incontra la mia inizia una danza sfrenata.
Mi arrendo completamente e rispondo al bacio con passione.
Lui mi afferra per le natiche, mi solleva con le sue forti braccia e mi porta dentro la stanza.
Quando mi deposita a terra, le sue mani risalgono a sollevare il maglioncino e si stringono sui miei seni, si china e inizia a leccarmi un capezzolo.
Mi sento invadere dal piacere.
-“Oh, siì…” – sospiro spingendo sua testa tra le mie mammelle.
Abbasso una mano e, attraverso i pantaloni, afferro il cazzo eretto di mio nipote e lo stringo leggermente; è duro da far paura!!.
Simone non sembra che aspetti altro, subito una sua mano scende tra le mie cosce a palparmi la figa.
Le sue dita sentono l’umidore del cavallo e chiaramente le labbra della vagina.
-“Ma sei senza mutandine!!!” – esclama sorpreso.
Ci stacchiamo ed accarezzo il suo viso.
-“Ti dispiace?” – ribatto sorridendo.
-“Al contrario, è una piacevole sorpresa!!”.
-“Ti desidero Cristina.” – continua guardandomi negli occhi – “Ti ho sempre desiderato, da quell’estate in riviera, sei sempre stata l’oggetto dei miei desideri. Ti voglio con tutto me stesso”.
-“Sai non mi giudicare male, anche tu mi sei sempre piaciuto, ma un rapporto con te m’imbarazzava enormemente, eri e sei il nipote di mio marito… ex”.
-“Questo l’avevo capito, ma ora sei libera. Mi piacerebbe se i nostri desideri si concretizzassero stasera”.
Non rispondo, ma gli sorrido e do una stretta più forte al suo cazzo.
La mia è una resa completa!!
Simone non perde tempo; mi toglie la giacca, mi sfila il maglioncino, poi s’inginocchia e prende ad abbassarmi i leggins.
Man mano che questi scendono, sento il suo alito caldo sul ventre, le sue labbra tracciano un sentiero bollente dal ventre al pube, facendomi impazzire di desiderio, mi toglie gli stivaletti e abbassa completamente i leggins sfilandoli.
Quando sono completamente nuda, si alza e prende a spogliarsi anche lui.
Quando si abbassa i pantaloni e i boxer, il suo cazzo duro scatta verso l’alto come una molla.
Lo prendo carezzevolmente in mano ed indietreggio tirandolo con me.
Quando le mie gambe toccano il bordo del letto, mi siedo e me lo ritrovo giusto all’altezza delle labbra.
Sorrido e comincio a riempire di baci il suo pene, lo lecco dalla base fino alla punta, gli faccio passare la lingua su tutto il glande, poi prendo a giocare col filetto, mentre gli accarezzo i testicoli.

Simone ha la testa reclinata all’indietro e gode il suo piacere sussurrandomi con voce roca quanto gli piace.
-“Oh si cosi… cosi Cristina… sei fantastica… mi fai impazzire!!”.
Glielo sego velocemente, poi lo metto tra i seni e glielo stringo con la mia carne.
-“Sìì… masturbami con le tette ti prego, quelle belle tettine che mi fanno impazzire” – e prende a muoversi su e giù.
-“Va bene così…ti piace?”.
-“Oh si si… continuaaa”.
Si muove cosi veloce che ho paura che venga subito ed io non voglio;ora che ho saltato il fosso lo voglio in me, dentro la mia figa bollente che aspetta solo di essere riempita.
-“Oh si, Simone, ma non venire…non ancora, voglio che mi scopi, ti voglio dentro di me”.
-“Non preoccuparti zia…ti scoperò… ti farò godere tutta la notte”.
-“Dimmi la verità Simone, quante seghe ti sei fatto pensando a me?” – gli chiedo continuando a masturbarlo.
-“Tante, troppe forse… avrei dovuto continuare provarci con te quell’estate, fino a quando non avessi ceduto…”.
-“Sei un porco. Avresti scopato la moglie di tuo zio, con lui e tuo padre che giravano attorno, eh?”.
-“Oh si, ti scoperei anche fossi mia madre senza problemi””.
La sua cappella mi continua ad arrivare sempre più vicina alla bocca e non posso certo ignorarla, cosi la ingoio ed ogni suo colpo di reni mi arriva in gola.

Sono piena di lui, quasi non respiro, ma mi piace davvero tanto.
Le sue mani si poggiano sulle mie spalle e mi spingono indietro staccandomi.
-“Sdraiati, ora tocca a me” – mi ordina.
Mi sdraio sul letto ed apro oscenamente le gambe e lui si butta, quasi, fra le mie cosce.
-“Hai una passera bellissima zia. Non me la ricordavo così bella!!”
-“Muoviti… leccami… non ne posso più”.
Abbassa la testa e fa scorrere la punta della lingua nel solco delle grandi labbra leccando i miei umori.
-“Ed è anche dolce… dolce come il miele”.
-“Smettila di parlare e fatti tua zia,, scopami con la tua lingua, caro”.
Comincia a chiavarmi con la lingua; ad ogni colpo la mette più a fondo ed io comincio a ansimare e a godere.
-“Il grilletto caro, succhiami il grilletto”.
-“Ahhh…” – mio nipote mi sta leccando, mi sta facendo impazzire di piacere – “Siìì… Cosi cosiìì…”.
Simone sostituisce la lingua con due dita e le infila dentro, mentre le sue labbra si stringono attorno alla mia clitoride, cominciano a succhiarla, a leccarla, a mordicchiarla, la strapazza come più gli pare e piace ed un’irrefrenabile ondata di piacere mi sommerge e godo.
-“Sììì… Cosììì… Fammi godere… Godooo…” – stringo le cosce contro le sue orecchie e godo, godo senza ritegno ed uno schizzo di umori mi esce dalla figa, poi un altro e un altro ancora; tocca a lui affogare nella mia sbroda.
Quando l’onda dell’orgasmo si placa, allento la morsa e Simone torna a prendere fiato; ha le orecchie rosse e il viso bagnato dai miei umori.
Si stende accanto a me e mi bacia facendomi gustare il mio sapore.
-“Scusami, non avrei voluto, ma è stato incontrollabile”.
-“Non ti preoccupare, mi è piaciuto, te l’ho detto che sei dolce come il miele” – mi sussurra a fior di labbra.
Comincia ad accarezzarmi il corpo; i seni, il ventre, il pube e quando le sue dita incontrano la clitoride, il piacere si riaccende.
Il suo cazzo è duro e preme contro la mia coscia; lo accarezzo con il palmo della mano e lo sento bollente.
-“Vieni, ora, ti voglio dentro di me, scopami caro.” – gli dico – Ma stai attento, non prendo più protezioni, non combinare guai”.
-“Stai tranquilla, non sono più un ragazzino, so controllarmi” – si solleva e si posiziona tra le mie gambe.
Io tengo ancora il cazzo con la mano, lo faccio passare tra le grandi labbra, bagnandolo con i miei succhi e poi lo posiziono all’entrata della figa.
Lui percepisce l’apertura e con una spinta penetra in me, fino in fondo.

-“Aaahhh come sei grosso… Possente…” – rantolo.
-“E tu sei bollente e stretta come un guanto” – ed affonda il viso sul mio collo e i capelli, cominciando a pompare con colpi lenti e cadenzati.
Il mio corpo, ancora ricettivo dopo l’orgasmo, dopo pochi affondi è di nuovo pronto a godere.
-“Siii carooo… Continua così… Fammi godere di nuovooo…”.
Lui non se lo fa ripetere ed i suoi affondi diventano più rapidi e possenti.
-“Sììì… Oraaa… Godooo…” – gli urlo nell’orecchio e parto per l’orgasmo.
Sentendomi godere, lui si pianta a fondo e si ferma, lasciandomi gustare appieno le sconvolgenti sensazioni del piacere.
Quando sente che i miei tremori si stanno calmando, si sfila da me e si mette al mio fianco e fa stendere di fianco anche me.
Sento la punta del suo cazzo che mi cerca da dietro e quando trova la strada, entra fino in fondo ed inizia a scoparmi.

-“Odio, di nuovo!!” – penso, ma non lo dico e non lo fermo.
Non ci vuole molto perché un nuovo orgasmo arrivi e mi prenda nuovamente mente e corpo.
Affondo il viso nel cuscino ed un urlo soffocato scaturisce dalle mie labbra, mentre le mie mani stringono spasmodicamente la stoffa.
Sentendomi godere di nuovo, si lascia andare anche lui; esce da me e sento i getti del suo sperma bagnarmi i glutei e la schiena.
Sono sfinita, ma appagata.
Lui è steso dietro di me e mi abbraccia accarezzandomi il seno.
Vorrei girarmi e dire qualcosa, ma non ce la faccio, mi lascio andare e lentamente scivolo nel sonno.
Quando mi sveglio, al mattino, lui non è più accanto a me.
Ci ritroviamo all’ingresso pronti a partire.
La giornata scorre via tranquilla e non facciamo cenno a quanto è accaduto la notte precedente.
La sera rientriamo a casa stanchi, ma felici del weekend trascorso assieme.
Mentre sto preparando la cena, Simone si avvicina da dietro e mi bacia sul collo.
-“Sei la zia più sexy che potevo immaginare” – mi sussurra all’orecchio – E sei anche un’amante meravigliosa”.
-“E tu sei il nipote più intraprendente che ho mai avuto” – gli rispondo ridendo.
Le sue mani sollevano il bordo della lunga maglietta che indosso sul corpo nudo e mi carezzano i fianchi e le natiche.
Poi sento qualcosa di duro aprirsi la strada tra le mie cosce; non mi ero accorta che avesse il cazzo di fuori!!
-“Che fai? – chiedo sorpresa, ma non mi scosto.
-“Ti scopo mentre cucini” – mi risponde semplicemente.
Con una mano s’inumidisce di saliva il glande; lui non lo sa, ma al solo contatto con il suo cazzo la mia figa si è già bagnata.
Una spinta ed è dentro di me ed io l’accolgo con un sobbalzo.
Non sto a raccontarvi come è andata e quante volte lo abbiamo fatto nei giorni a venire.
Nei due mesi che è rimasto con me, Simone ha riempito la mia vita solitaria e non solo la vita!!!

La sera prima di partire, mentre lui prepara i suoi bagagli, io sto prendendo un bagno.
Mentre mi abbandono al piacevole tepore del bagno, Simone fa capolino dalla porta accostata.
-“Posso?” – chiede rispettosamente.
Mi faccio una risata e dico:” Entra pure”.
-“Ti dispiace se condivido il bagno con te? Sono accaldato da morire”.
Si spoglia in un attimo e senza nemmeno che io possa replicare, me lo ritrovo nella vasca e devo rannicchiarmi nella mia metà per fargli posto.
Le sue gambe si intrecciano alle mie e la sensazione è così piacevole che mi sistemo meglio per adattarmi a questa situazione del tutto nuova.
Dovendo sedermi quasi dritta, il mio seno spunta per intero dalla superficie dell’acqua.

“Che bel seno! Coperta di schiuma sei davvero molto attraente!” – mi dice mentre comincia ad insaponarmi le ginocchia – “Faresti eccitare anche un santo, figuriamoci un giovane come me” – mi dice lusingandomi.
-“Questa è l’ultima sera che stiamo insieme.” – comincia a dire – Sono consapevole che la nostra storia non può continuare, almeno agli occhi del mondo, ma voglio dirti che per me è stato un periodo meraviglioso, del quale manterrò il ricordo per sempre. E, non lo dico solo per compiacerti, ma credo di essermi un po’ innamorato di te”.
-“Non usare parole grosse.” – rispondo ridendo – “L’amore è una cosa seria. Questa per te è stata un’avventura passeggera e, quando troverai il vero amore, la dimenticherai.
-“Mai” – ribatte, quasi arrabbiato.
Poi il suo sguardo si fa dolce, viene verso di me, mi bacia ed inizia a insaponarmi le spalle e il collo con le mani.
Gli sorrido mentre sento il suo membro già duro contro la mia coscia.
Le sue mani accarezzano i miei seni provocandomi una sensazione quasi elettrica; me li massaggia, li palpa per benino, ne titilla i capezzoli già duri ed eretti.
-“Non credi di essere un po’ troppo invadente?” – gli dico scherzando, ma la mia voce è roca perché mi sta procurando un piacere incredibile.
-“Se la importuno, smetto subito” – fa lui con un’aria da ragazzino per bene, dandomi del lei, ben sapendo che questo è solo un artificio linguistico che rende ancor più malizioso il nostro rapporto.
Socchiudo gli occhi e le mie mani scivolano tra le sue cosce per stringere quel pene magnificamente turgido.
-“Un ragazzino dovrebbe comportarsi meglio con una signora…” mormoro – “Ooohhh…” – e mi scappa un gemito di piacere.
La situazione è eccitante e mi abbandono alle sue mani che mi stanno palpando tutta procurandomi un piacere indescrivibile; me le sento scivolare tra le cosce e volentieri le apro per farmi toccare.
-“Così va meglio?” – mi sussurra lui mentre le sue dita si impossessano della mia figa eccitata.
-“Sììì… Ooohhh sììì…” – un lungo gemito esce dalle mie labbra, seguito da un altro.
Mi inginocchio e mi piego verso di lui.
-“Siamo sulla buona strada, ma si può migliorare” – mormoro, poi incapace di trattenermi incollo le mie labbra alle sue e ci baciamo a lungo, mentre le sue dita continuano a titillarmi la vagina e io non capisco più niente.

-“Ooohhh… Oraaa…” – vengo presa da sussulti violenti e deliziosi e senza ritegno mi abbandono a un orgasmo sublime con abbondanza di gemiti rauchi, tanto è grande e piacevole l’eccitazione che provo.
Mentre godo, Simone si attacca, come una sanguisuga alle mie tette, che mi sembrano sul punto di scoppiare tanto sono gonfie e godo dei suoi denti che mi mordicchiano i capezzoli e delle sue labbra che me li succhiano.
-“Massaggiami la schiena” – gli dico voltandomi.
Sento le sue mani sulle spalle, sulle scapole, sui fianchi e di nuovo mi abbandono a gemiti di piacere; questo ragazzo sa perfettamente come si accarezza una donna!!
Durante questo periodo ho scoperto che Simone ha la capacità di farmi vibrare, in pochissimo tempo, solo accarezzandomi.
Non mi era mai successo prima; con mio marito arrivavo al piacere, con carezze e toccamenti, solo dopo diverso tempo.
Che, forse, le sue mani e le sue dita hanno la capacità di scoprire i miei punti più sensibili e sanno come toccarli per eccitarmi in così poco tempo?
Mi sollevo e sento le sue mani sulle natiche e poi la sue labbra che le baciano.
Gli strofino il sedere sul viso e lui, inaspettatamente, mi spinge in avanti facendomi mettere a quattro zampe, mi apre le natiche e con la lingua mi accarezza l’ano.
-“Ooohhh” – un lungo gemito di piacere e di sorpresa esce dalla mia bocca; è la prima volta che lo fa!!
Mi volto e lo vedo ergersi dall’acqua come un apollo, il pene, magnificamente eretto, prorompe dal folto pelo scuro, pronto a dare e ricevere piacere.
Lungi dal sottrarmi, mi abbandono alle sue mani che mi accarezzano con i palmi tra le cosce allargandomele con dolcezza; sono già tutta bagnata e non certo di acqua!!
Simone struscia il membro tra le mie natiche e fino all’ultimo mi lascia nel dubbio su dove intende penetrarmi, non lo ha mai fatto di dietro, ma non importa dove, perché lo desidero sopra ogni altra cosa.
Finalmente mi solleva il culo, lo bacia di nuovo e sento quel membro favoloso infilarsi tra le mie cosce.
-“Proprio come desideravo, tesoro…” – gli dico.
Poi, di colpo, la penetrazione: lunga, dolce, piena, completa.

Comincia a scoparmi con colpi decisi, estraendolo quasi del tutto per poi immergerlo fino in fondo alla mia figa impazzita.
Le sue mani mi stringono i fianchi, si china su di me per palparmi le tette, senza smettere di stantuffarmi e ai miei gemiti incontrollati mi sussurra all’orecchio paroline dolci, eccitate, maschie.
Raggiungo un altro orgasmo in men che non si dica.
-“Aaahhh… Sei tremendo… Mi fai godere da impazzireeee…”.
Quando mi riprendo, constato con estremo piacere che lui non ha ancora finito, è ancora duro dentro di me e riprende con aumentato vigore a scoparmi.
Il mio piacere, anziché scemare, aumenta a dismisura; ansimiamo entrambi mentre sento il suo cazzo che mi riempie la figa e le sue mani che mi strizzano le tette.
Desidero baciarlo e mi volto e riusciamo a toccarci con le lingue; rimaniamo così, lui dentro di me, duro come un fuso, baciandomi e accarezzandomi la schiena ed io con la figa piena e la mente offuscata dal piacere.
Ed è proprio con la mente offuscata dal piacere che decido di fargli provare qualcosa di nuovo, come regalo per l’ultima notte insieme.
Mi sposto e, a malincuore, lo faccio uscire da me.
Lo prendo per mano ed esco dalla vasca.
-“Vieni” – gli dico trascinandolo con me in camera dove m’inginocchio sul letto.
-”Fammi quello che hai fatto prima, leccami dietro” – gli dico inarcando il culo.
Lui s’inginocchia e, da dietro, comincia a leccarmi la figa.
-“Più in alto…sul buchino, ti prego”.
Si ferma un attimo… le sue mani mi aprono le natiche, la sua lingua percorre il solco ed arriva al buchetto.
Lì si arresta e comincia a leccarlo, prima dolcemente poi sempre più insistentemente…la sua lingua si fa’ dura e cerca di penetrarmi.
Sento il piacere riesplodere nel ventre.
-“Sì, dai…Mi piace leccamelo bene…Sodomizzami con la lingua…Dai…”.
Lui si mette d’impegno… sento la sua lingua entrare nel culo e leccarmi all’interno tutto attorno.
-“Aaahhh… Sìììì… Cosììì mi piaceee…”.
Va avanti per un po’ portandomi al culmine del piacere, poi si solleva, si stende sulla mia schiena; sento il contatto della sua nuda pelle, l’inconfondibile durezza del cazzo in mezzo alle natiche, la sua lingua che sfarfalla impazzita sul collo, sulle orecchie…
Mi volto per assaporare il mio gusto dalla sua bocca,le lingue s’incontrano, si toccano e si
avvinghiano in un bacio interminabile.
-“Ora…ti voglio insegnare come sodomizzare una donna…sarà il mio ultimo regalo” – gli sussurro sulle labbra – “Prendimi così di dietro…voglio sentirti in me…ho voglia di sentire il tuo bel cazzo che mi prende di dietro”.
Allungo una mano dietro, lo prendo e lo punto contro il buchino fremente, il quale, dopo il lavoretto di lingua di prima e il piacere che provo è morbido e dilatato…pronto ad accoglierlo.
-“Spingi ora…ma con delicatezza… fai piano… sei così grosso!!”.
Simone mi passa una mano sotto al ventre e con l’altra mi stringe una tetta e comincia a spingere, lentamente.
Lo sento farsi strada dentro di me dilatando lo stretto pertugio; la cappella supera lo sfintere e il resto affonda lentamente come un coltello caldo nel burro, invadendomi il retto.

-“Sììì, cosììì… Bravo mettilo bene in fondo… Fermati ora”.
Si ferma… Lo sento ansimare dietro di me…Il suo pube poggia contro le mie natiche.
-“Adesso comincia ad incularmi; prima lentamente…e poi…”
Ma lui comincia subito a dare spinte poderose penetrandomi fino alle palle.
Il mio ano si adatta subito alla sua grossa presenza e il cazzo profondamente inserito dentro il mio culo mi fa godere da matti.
-“Sì, dai sodomizzami…ti voglio…inculami a fondo” – lo incito girando la testa per guardarlo.
Il piacere mi aggroviglia le viscere…mi sento una femmina scatenata…e lui è un’inculatore nato.
-“Adesso fermati ed esci, poi rimettimelo dentro, voglio sentire il tuo pene rientrare in me” – lo istruisco su come mi piace farmi fare il culo.
Lentamente, estrae il cazzo, con un leggero rumore di risucchio.
Attende qualche istante prima di penetrarmi nuovamente.
Ripete questi movimenti più volte cambiando di volta in volta l’angolazione con la quale introduce il pene come se volesse allargarmi lo sfintere ed io impazzisco dal piacere.
-“Mi piace…vorrei sfondarti” – mi dice nell’orecchio, stringendomi a lui, tenendomi per le tette di cui pizzica i capezzoli inevitabilmente duri per l’eccitazione.
-“Sì, dai…fallo…non aspetto altro…sfondami…fammi godere…ancora…” – gli dico di rimando.
Ondate di piacere mi avvolgono, partendo dallo sfintere per esplodere nella testa.
-“Dai Cris prendilo tutto… sììììììì che bello che è…ti voglio sfondare”.

-”Sììì… Vai adesso, infilamelo tutto…voglio sentirti in fondo…sfondami” – lo incito.
Gli affondi diventano più possenti, sento il cazzo espandersi nel mio intestino.
-“OOhhh ohh che duro che sei, mi spacchi… Sììì… Sììì spaccami…inculami tutta”.
-“Hai il culo più caldo della fica…mi piace… AAHHH…Hai un culo favoloso…Caldo e morbido…Sto per venire…Adesso… Aspetta… Ecco, vengooo…”.
Si scarica dentro di me stendendosi sulla mia schiena e mordendomi una spalla nell’impeto del piacere.
-“Mi fai morire… Sììì… Anch’iooo… Sto godendo col culo… Riempimi…” – e la sborra calda comincia ad invadermi l’intestino.
Mi sento allagare, sento caldo fino all’utero, continua a riempirmi del suo liquido bollente ed io sto godendo; l’orgasmo mi esplode dentro moltiplicato per cento…più caldo…più lungo… mi sembra duri un’eternità.
Mi lascio andare distrutta sul letto e restiamo li, l’uno sopra l’altra a riprendere fiato, con il cazzo di Simone ancora profondamente piantato nel culo.

Il giorno dopo è partito e quando l’ho salutato ho avuto la sensazione come se una parte di me si staccasse.

Forse mi sono dilungata troppo in questo racconto, ma volevo farvi comprendere bene come il tutto fosse accaduto e le sensazioni provate.

Seguiranno altri di questi racconti brevi delle nostre esperienze.

Fateci sapere le vostre impressioni ed i vostri commenti a miziomoro@gmail.com

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