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Racconti erotici sull'Incesto

Desidero

By 28 Luglio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Sfregavo il cazzo all’interno dei boxer, da sopra i pantaloncini. Navigando in internet, leggevo un racconto erotico che parlava di incesto. Una madre si lasciava possedere dal figlio. Che fantasia. Leggendo le prime parole mi ero subito eccitato. Avevo una voglia matta di fare l’amore, in quel momento. E’ notte fonda, ma mia madre ancora non era andata a dormire. In cucina, guardava la televisione e fumava qualche sigaretta, ancora. Allora, niente sfogo. Mi piaceva troppo leggere quel racconto e provocarmi piacere, fermandomi un attimo prima che questo esplodesse. Il problema era uno soltanto: e se mia madre mi avesse scoperto? Se mia madre mi avesse visto con la mano fra le gambe, la bocca aperta, i sospiri che non finivano più? Di certo sapeva che mi masturbavo, ma un conto è sapere, un conto è vedere.

Sono di nuovo al limite. Leggo un altro rigo di quel racconto online: il ragazzo gode nella bocca della madre che avidamente beve ogni goccia del suo piacere. Per poco non godo anch’io. Fantastico su mia madre, su quei seni non più sodi ma grandi e eccitanti, su quel sedere niente male, nonostante l’età che del resto non è neppure elevata. Penso al suo seno che ho visto proprio l’altra sera, di sfuggita, mentre passavo nel corridoio per raggiungere la cucina, e lei in camera che si cambiava. Non resisto più. Chiudo il computer e corro in bagno. Mamma è ancora in cucina. Chiudo la porta a chiave, accendo la luce, mi abbasso i pantaloncini e i boxer. Il membro è dritto, duro, turgido. Lo stringo nella mano destra e finalmente sfogo, vengo.

“Francesco, io vado a dormire. Spegni tutto quando esci” è la voce della Mamma. Sta andando a dormire, proprio un attimo dopo che mi sono sfogato. Forse mi ha sentito e, sicuramente avrà intuito per quale ragione ansimassi.
“Ok mamma” rispondo, debolmente, tirando lo sciacquone e rivestendomi. Mi lavo le mani e quando sono fuori getto un’occhiata all’interno della sua camera, adiacente al bagno. Anche questa volta la vedo quasi nuda: indossa solo un paio di mutandine nere. Distolgo lo sguardo e vado in camera mia. Sono certo che m’ha visto, quando sono passato. Poco dopo, lei spegne la luce. Camera mia è immersa nel buio più totale. Ripenso a lei, nuda. Al fatto che abbia potuto sentirmi, vedermi. Penso che probabilmente lo fa volutamente: si, sicuramente si spoglia volutamente con la porta aperta, proprio quando io ci passo davanti. Mi eccito e, ovviamente, mi sfrego il membro con la mano destra, carezzandolo dolcemente.

Mi sveglio tutto sudato. Fa caldo, è estate, ma il sudore è dovuto a ben altro. Ovviamente, sono eccitato, come ogni mattina. Mi tocco il membro duro, turgido, che sporge dalla molla dei boxer. E’ umido. Sfrego il dorso della mano sinistra sugli occhi, e mi rigiro nel letto. Vedo un’ombra passare davanti la porta. E’ di certo mia madre. Certamente avrà visto la mia eccitazione. Rimembro il sogno di questa notte: possedevo mia madre come quel ragazzo che, in quel racconto scritto alla bene e meglio, faceva l’amore con la donna che lo aveva generato. Non ho voglia di sfogarmi, del resto sono mezzo addormentato. Mi alzo, vado in bagno. Quando sono fuori, mi dirigo in boxer in cucina. Mamma è lì, vicino ai fornelli.

“Ciao mà” la saluto, sbadigliando. Sono a torso nudo. Lei si volta, mi sorride debolmente.
“Ciao Francesco. Bensvegliato. E’ quasi l’una” risponde. Faccio spallucce, fregandole una sigaretta dal pacchetto che ha sul tavolo. L’accendo e siedo. Fumo, in silenzio, mentre lei parla di chissà cosa. Annuisco, semplicemente. Mi ritorna in mente quel ricordo, quel particolare: lei che si spoglia. La guardo, un istante. Scuoto il capo e continuo a fumare.

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