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Due Padrone

By 30 Luglio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

DUE PADRONE

Dopo quello scherzetto di Giulia con le unghie, dovetti passare il sesso sotto l’acqua fresca per diverso tempo, ammirandomi arrossata e con dei lievi segni del suo passaggio dalla punta fino alla base.

Inutile dire che mentre mi leccavo le ferite, tra cui anche quelle sul seno e sui capezzoli, mi eccitai nuovamente, specialmente pensando che a causa mia, Andrea avrebbe passato momenti difficili; so che sono orribile, non so nemmeno io quando effettivamente avevo preso a ragionare in maniera contorta, ma quella lenta trasformazione non sembrava che peggiorare giorno dopo giorno.

Seppellendo la coscienza sotto un cemento di lussuria e perversione, decisi di pensare altro, svagarmi un attimo da quella situazione e certamente vedere qualche amica o amico mi avrebbe fatto ritrovare un pizzico di normalità.

Contattai Giada, la mia migliore amica e Alessandro anche con lui c’era un grande rapporto di stima ed erano persone a cui non serviva il pretesto di una serata in giro per locali per uscire e fare due chiacchiere.
Per puro gossip , posso anche dirvi che per Alessandro all’inizio provai anche qualcosa, ne ero particolarmente attratta, non perché fosse bellissimo, ma era molto stravagante psicologicamente, infatti tutt’ora possiede un modo tutto suo di vedere il mondo e vive assai bene con se stesso, molto meglio di altre persone, me compresa.

Inventai il semplice pretesto di voler prendere una pausa dallo studio che quei giorni invece avevo largamente accantonato e ci trovammo davanti la gelateria vicino la biblioteca.
Non abitavano nel mio stesso quartiere però non era mai stato un problema in quanto eravamo soliti camminare dalle mie parti, senza un vero motivo; e fu una mattinata davvero rilassante.

A volte il pensiero di Giulia tornava alla mente, ma Giada, ragazza molto, ma molto loquace, sapeva come distrarmi e quindi arrivò l’ora di pranzo e decidemmo di pranzare fuori.

Quel pomeriggio andai anche agli allenamenti e tornai a casa verso le sei del pomeriggio trovando mia mamma in salotto e nessun altro. Come immaginavo, Giulia era già andata a casa del suo amico, ma non volli pensarci, preferendo filare a farmi una doccia e preparando a tempo debito una cena sfiziosa aspettando il ritorno di mia sorella.

Quando la porta di casa si aprì, Giulia fece capolino sorridente e giuliva annusando l’aria decisamente affamata.
Guardandola sedersi scompostamente sulla sedia la passai ai raggi X alla ricerca di un qualche sciocco cambiamento e lo trovai, restando con occhi preoccupati.
Era uscita di casa con una gonna, niente calze ed i suoi soliti anfibi da cui, essendo non allacciati, si intravedeva l’orlo dei calzini grigi che quella mattina avevo notato; adesso, quei calzini non riuscivo a vederli.

Risi di me mentalmente perché ero quasi paranoica, ma Giulia si accorse del mio fissare e cogliendo un attimo in cui nostra madre era girata a preparare i piatti, estrasse dallo stivale un piede, esattamente nudo come avevo immaginato.

Quando mamma si voltò mia sorella aveva già inserito nuovamente il piede nella calzatura e se la rideva continuando a sottolineare quanto avesse fame; poi, mi sedetti anche io visibilmente più taciturna, cercando di non pensare all’odore che quei piedi dovevano avere dopo del tempo a contatto con il solo materiale sintetico.

Fu una cena piuttosto lunga e nostra madre prese a fare qualche domanda su Andrea sapendo quanto Giulia lo stesse frequentando ultimamente; fu abile nel non far trafugare notizie scomode e sopratutto negò qualsiasi coinvolgimento sentimentale.

Finita la cena, due motivi mi spinsero verso le undici passate ad alzarmi dal letto ed andare da Giulia; volevo sapere che cosa avesse fatto ad Andrea e… motivo molto meno alto, desideravo annusare i suoi piedi.
Ci sarebbe anche un terzo motivo e forse spostereste le priorità per come le ho inserite sapendolo; infatti, mentre combattevo con me stessa sul non andare da lei, mi arrivò un sms.
Sentii un tuffo al cuore ricordando gli sms di Giulia di giorni fa e quando lessi il suo nome come mittente una sensazione di calore nel bassoventre iniziò a invadermi.

Di sicuro stai pensando a quanto li ho tenuti senza calzini negli stivali…
Se vieni qui te lo dico. Andrea ti saluta e ripone molte speranze in Giovedì

Baci

Era un MMS come temevo…
Quando cliccai sull’icona dell’allegato preparata al peggio, scoprì di non esserlo affatto.

La foto si caricava lentamente, ed ogni striscia in più che veniva mostrata spalancavo sempre un po’ di più la bocca, finché non fu interamente svelata.
Chiaramente era Giulia a scattare quindi il punto di vista era il suo; inquadrava il pavimento di una stanza ove sdraiato se ne stava Andrea nudo dalla vita in giù.
Aveva il volto molto arrossato sulle guance e nella bocca riuscivo a distinguere un qualche tessuto grigio che associai ai calzini di mia sorella, tenuti in bocca da nastro adesivo trasparente quasi come fosse un prigioniero di qualche rapimento.

Scesi con l’attenzione soffermandomi in mezzo alle sue gambe dove diversi giri di spago da pacchi stringeva il sesso fino a renderlo una specie di involtino violetto e malmesso, proseguendo anche sotto e circuendo la sacca di carne, da cui partivano due filamenti più lunghi che si avvicinavano verso l’obiettivo, forse nella mano di Giulia che gliele teneva come un guinzaglio.

La forza con cui erano stretti quei nodi doveva essere molta perchè anche quei poveri testicoli sembrava dovessero esplodere da un momento all’altro, rossi e paonazzi.
Al solo pensiero che quel poveretto non avesse ancora spruzzato fuori nulla di quello che teneva dentro da una settimana presi a toccarmi involontariamente sia sopra che sotto ed a chiudere quella foto mostruosa c’erano le gambe ed i piedi di mia sorella che stringevano quel pene stremato sulla punta comprimendolo sadicamente.

Arrivai davanti la porta e bussai prima di entrare.
La trovai sul letto, con la luce del comò vicino per agevolare la lettura di un fumetto.

‘potrei diventare una gran fotografa tra qualche anno…’

‘tu sei… sei…’

‘bellissima?’

‘una gran bastarda! Altro che bellissima… che altro gli hai fatto?’

‘mmm… vuoi tutti i dettagli mentre resti li vicino la porta?’

‘non voglio i dettagli!’

‘… me li hai appena chiesti…’

Sorrise in modo ovvio mettendo un segnalibro a dove era arrivata e poggiando al suo fianco il piccolo libricino, poi scuotendo la testa la raggiunsi cercando di tenermi lontana dai suoi piedi che maledettamente ancora teneva chiusi negli anfibi… un qualcosa di decisamente preparato.

‘se hai notato quelle belle guance rosse è perché l’ho preso a schiaffi per tutto il pomeriggio… eravamo da soli, ti puoi solo immaginare; li sotto era più o meno così da sempre, quando è rilassato quei nodi non gli danno alcun fastidio, ma se si agita beh… lo hai visto. Infine ho fatto la stessa cosa anche alle palle visto che continuava a lamentarsi che gli facevano male, contenta?’

Ascoltai basita quella che sarebbe dovuta essere mia sorella più piccola e non seppi cosa dire, ma la verità è che stavo già godendo e stentavo a non farlo vedere.

‘tu che hai fatto di bello oggi? Non c’eri a pranzo’

‘sono stata fuori con amici e poi in palestra… Giulia non cambiare discorso. Ha detto qualcosa di me?’

‘mmm… gli piaci no? Non te lo avevo già detto?’

‘intendevo di me… di me qui sotto. Ci avrà almeno pensato no?!’

La vidi spostare gli occhi verso destra per ricordare.

‘ti giuro che non ne ha fatto parola… forse ha proprio rimosso l’accaduto Nadia’

Rimasi interdetta.
Era impossibile che non avesse riconosciuto un pene in gola… e non credevo neppure che il cervello lo avesse aiutato a dimenticare;

‘non preoccuparti; e comunque ti avevo detto sin da stamattina che non gli avrei fatto niente e che anzi sarei stata buona e invece tu non hai avuto la minima esitazione’

‘non provarci! Non è per colpa mia…’

‘no? Mmm… ci credi a quello che hai detto?’

Scostai lo sguardo altrove aggrottando la fronte. Sentirmi dire in faccia la verità mi dava altamente fastidio quindi ancora una volta tornai a recitare una parte che pian piano diventava sempre più comoda.

‘è uno stupido. Si fa torturare a quel modo eccitandosi… se lo merita. Giovedì gli farò passare questa stupida fissazione, almeno riguardo a queste schifezze’.

Giulia sorrise sorpresa alzandosi con la schiena.

‘che intendi? Che hai in mente?’
‘non lo so… Piuttosto, perché hai ancora le scarpe?’

Stavolta cambiai io immediatamente discorso senza avventurarmi in qualcosa che avevo solo detto per nervosismo, mentre lei sorrise togliendosele e poggiando i piedi sudati sul letto. Nonostante la distanza, mi arrivò al naso un odore fortissimo che mi costrinse ad alzarmi non per fastidio, ma perché per un attimo avevo totalmente chiuso il cervello e avrei potuto fare qualche pazzia, come quella mattina.

‘ok, oggi puzzano davvero… lo ammetto. Andrea li ha adorati anche così, anche se non poteva parlare visto che aveva la bocca occupata’

‘Giulia oddio toglili… vatteli a lavare… fa qualcosa’

‘l’ho toccato ovunque, la maggior parte del tempo proprio li sotto, ci sarà anche il suo odore, era praticamente un fiume di quella roba trasparente che esce anche a te…’

Le tornai vicino prendendo un lungo respiro e fissandomi sulle dita e sul collo delle estremità, poi me le ritrovai sul grembo una sopra all’altra venendo avvampata dall’odore intenso di sudore, plastica e cuoio o roba simile.

Vinse lei.
Presi un piede in mano e me lo portai sulla faccia immergendomi in quel misto di aromi e godendo della leggera umidità delle piante. Al primo aggiunsi presto anche il secondo baciati entrambi dalle mie labbra che solleticarono tutte le dita, tra le quali finì presto anche il naso.

Quando riaprii gli occhi ansimante, Giulia si stava masturbando davanti a me ed infilandomi una mano nell’intimo presi ad imitarla, arrivando a tirare fuori la lingua e usarla per pulirli come avrebbe dovuto fare lei con dell’acqua.
Alla mia iniziativa sembrò rispondere eccitandosi ulteriormente e portando il piede sinistro dietro alla mia testa, lo usò come appoggio per avvicinarmi al destro che entrò dritto nella bocca penetrandomi agevolmente.

Non opposi la minima resistenza ed ingoiai e pulii tutto quello che c’era da pulire, passando la lingua tra le dita, sopra e sotto facendo colare una gran quantità di saliva sul lenzuolo sottostante.
Come saprete, non resistetti che pochi minuti e molto prima di Giulia, numerosi spruzzi riempirono i miei vestiti imbrattandoli completamente, compresa la mano con la quale mi ero masturbata.

Tornata con un minimo di lucidità mi allontanai facendo uscire il suo piede dalla bocca intriso di saliva e restai ad assaporare quel gusto acidulo, mentre lei sembrò fermarsi.

‘aspetta e io?’

‘io? Io cosa?! Vatti a lavare piuttosto, ti sembra normale che dopo una giornata fuori casa non ti fai neppure una doccia?’

Sorrisi in bilico tra la malizia ed il severo, guardandola chiudere le gambe e tirar fuori una mano unta da far schifo. Giocherellò attaccando assieme le dita appiccicose della mano per farmi pena, ma a parte godere di quell’immagine restai della mia idea.

‘brava, adesso vatti a pulire…’

‘il ruolo della stronza sembra di famiglia però…’

‘a quanto pare si… anzi, ti dirò di più, visto che ti piace tanto guardare…’

Azzardai molto, ma venne tutto in modo naturale e sedendomi sulla sedia della sua scrivania praticamente di fianco al letto, tolsi un calzino allungando una gamba fino a poggiare il piede vicino al cuscino dov’era.

Sorrisi, lei restò sorpresa e portò di nuovo la mano sotto la gonna, ma fui celere a fargli capire di non farlo, indicando con l’indice quello che gli avevo messo davanti.
Fece un po’ di storie per la questione del toccarsi, quasi come una bambina in effetti, ma infine ritrasse la mano e si abbassò mantenendo sempre lo sguardo su di me fino a portare le labbra sul collo del piede e poi vicino le dita.

‘che vuoi che faccia?’

‘niente… volevo solo vederti come mi fai stare tu a me’

Sorrise dando qualche bacio qua e là, poi visto che la pervertita ci stava prendendo gusto, alzai anche la seconda gamba senza rimuovere il calzino e premetti il piede sopra la sua faccia facendone un sandwich tra i due.

Risi dei suoi baci e dei suoi morsi, poi li ritrassi e le diedi un pizzico sulla guancia rammentandole di andarsi a lavare.
Si alzò dopo essersi girata e rigirata nel letto facendo la stupida vogliosa e poi entrambe uscimmo dalla sua camera lei diretta al bagno, io a cambiare l’ennesimo paio di pantaloncini.

Il giorno seguente passò piuttosto in fretta.
Decisi di non lasciare che la voglia prevalesse più del necessario e lasciai dormire Giulia tranquillamente, poi durante il pomeriggio andai a pallavolo e la sera guardammo un film; soltanto prima di andare a letto volle entrare un attimo in camera, mettendo in difficoltà quanto avevo mantenuto a fatica.

‘ci pensi a quanti giorni sono?’

Restò in piedi mentre aprivo il letto e preparavo il pigiama per dormire.

‘parli di Andrea?’

‘ovvio!’

‘no… non mi interessa’

‘beh, domani ti interesserà vuoi scommettere?’

‘perché dovrebbe?’

‘non lo so… ho questa sensazione, comunque si ripete la cosa del film? Mamma non ci sarà, tutto calcolato, gli possiamo fare quello che vogliamo’

Mi voltai guardandola sorridere e le tirai un poco i capelli.
Effettivamente mi eccitai non poco all’idea di quello che gli avevo fatto l’ultima volta, ma non so come riuscii a cacciarla dalla stanza e finalmente mi misi a letto faticando non poco a dormire.
Quella notte non mi toccai e la mattina dopo come effetto collaterale mi svegliai in compagnia di una erezione clamorosa.
La voglia che avevo tenuto a bada sembrava essersi moltiplicata, poi andai in bagno a lavarmi trovando sollievo nell’acqua gelida. Incrociai Giulia quando tornai nel corridoio, restando ad occhi aperti nel vederla senza reggiseno ed in perizoma.

‘b-buon giorno… ma ti pare che devi andare in giro così!’

‘ti sei svegliata male stamattina per caso? Io giro come mi pare…’

Cercai di non guardare il suo seno ma la cosa non fui così brava e quando mi venne addosso accostandomi alla porta chiusa del bagno mi sentii morire.
‘stavo per farmi la doccia… però non faccio in tempo mi sono svegliata tardi… si sente il sudore?’

mi fece cenno di avvicinarmi sulle tette sostenute assieme dalle sue mani e senza accorgermene mi ritrovai in mezzo a loro annusando e gemendo, dura come quando mi ero svegliata.

‘ok… penso significhi che possa andare uguale, dai fammi andare a preparare, ci vediamo questo pomeriggio alle quattro vengo direttamente con lui, che ci vado a pranzo a casa’.

Non aggiunsi altro e mi superò aprendo la porta, lasciandomi con una voglia enorme da gestire.

E le quattro del pomeriggio infine arrivarono.
Con qualche minuto di anticipo sentii suonare il citofono ed in preda all’agitazione ed un principio di erezione, andai alla porta accogliendo prima Giulia e poi Andrea.
Lo trovai estremamente sofferente, il suo viso carino ed aggraziato era segnato da un che di affaticamento che ben sapevo da cosa dipendesse.
Senza farlo apposta, baciandolo sulla guancia scesi con lo sguardo sul cavallo, un qualcosa che subito tentai di arginare svagando; poi iniziammo salire le scale.

Quando fummo in camera chiusi la porta alle mie spalle entrando per ultima e restai in piedi assieme ad Andrea; al contrario Giulia si sedette di buon grado sul letto.

‘allora, oggi la scelta è su The Avengers e Una notte da Leoni, che volete vedere?’

Andrea sorrise con sguardo assente e notai senza difficoltà la sua attenzione vagare sbadatamente sul corpo di mia sorella e più raramente sul mio.
Quel pomeriggio avevo indossato un toppino praticamente inesistente e senza reggiseno con dei pantacollant neri molto leggeri, una tenuta quasi da mare in effetti, ma a conti fatti, gli occhi del ragazzo che cercavano di non guardarmi il petto iniziava seriamente a piacermi.

‘per me fa lo stesso, non ho visto né l’uno né l’altro, decidi tu Andrea’.

Dissi avvicinandomi e beandomi del suo imbarazzo grazie al quale proprio non riusciva a guardarmi in faccia, se non per qualche secondo.

Dopo un cenno di riflessione, gli chiesi di aiutarmi a spostare il letto come l’ultima volta, poi abbassai la tapparella sentendo la scelta del film caduta sui supereroi.
Peggio che mai, quel giorno il tempo segnava quasi 40′ gradi; l’afa era pazzesca ed il vento praticamente nullo… io tolleravo bene il caldo, ma già da metà mattinata avevo preso a sudare parecchio (piccolo appunto, in casa non abbiamo condizionatori).
Consapevole della fornace che la stanza sarebbe presto diventata, raggiunsi il mio posto e guardai Andrea mettersi a terra davanti a noi due in silenzio.

La violenza che gli avevo fatto quel giorno era ancora bella vivida in me ed era incredibile che non avesse portato conseguenze, a parte quella di renderlo ancora più schifo e riservato. Mentre riflettevo e passavo una mano sul mio basso ventre per arginare l’erezione che andava e veniva, notai Giulia allungare una gamba in avanti prendendo l’immediata attenzione del ragazzo; non servì neppure parlare e davanti a me, mia sorella si fece letteralmente togliere le scarpe, liberando un profumo davvero, ma davvero forte.

L’aroma invase la piccola stanza ed investì in pieno Andrea che rimase a bocca aperta davanti a quei piedi sudati, quasi in bilico tra il gettarcisi a capofitto e trattenersi.

‘non segui il film così…’

Parlai senza riflettere rimanendo seria e come un bambino ripreso dalla maestra, Andrea si voltò subito tornando verso lo schermo in silenzio.
Giulia mi fece cenno sulle mie scarpe per dirmi di toglierle e lo feci senza rimostranze, aggiungendo anche il mio profumo che certo non era dei migliori.
Per darvi un’idea dell’aria che si respirava li dentro, considerate che con la scusa del caldo che entrava, Giulia si alzò un attimo e chiuse del tutto la finestra creando una vera e propria sauna.

Presi lentamente a sudare, come pure lei; non solo i piedi, ma anche il tipico odore di sudore impregnò presto la camera, a causa prettamente di mia sorella e ci tengo a sottolinearlo visto che doveva farsi una doccia quella mattina ma se ne era fregata.
Ad ogni modo, se da un lato Andrea non riusciva a stare fermo due minuti, anche io, inebriata di quelle fragranze, presto smisi di ragionare lucidamente e presi a sfiorarmi delicatamente per cercare sollievo.

Verso la metà del film, Giulia ordinò ad Andrea di salire vicino a noi, ed a quel punto eravamo Giulia a destra, Andrea al centro ed io a sinistra, che dovetti smettere di toccarmi per ovvi motivi.
Io smisi… ma con una mano galeotta, Giulia mi raggiunse da dietro la schiena di Andrea arrivando purtroppo proprio nel momento che ero riuscita a darmi un contegno.
Senza poter dire nulla, immobile godetti del lento massaggio che durò finché in me non scattò quella molla di cattiveria portata dall’esasperazione.

Afferrai il telecomando e fermai il film, alzandomi per andare a sedermi sulla scrivania e solo allora feci un lungo respiro e tornai a guardare i due coinquilini.

‘parlami un po’ di te Andrea vuoi? Mia sorella ti conosce piuttosto bene, ma io no, quindi avanti, dimmi qualcosa’.

Sembrò rimanere sorpreso ed anche Giulia si tirò su con la schiena al suo fianco. Mi chiese cosa volessi sapere.

‘perché ti fai trattare così?’

Non rispose e sembrò vergognarsi.

‘tua mamma ti picchiava? Perché ti piacciono i piedi?’

Mirai a farlo imbarazzare ulteriormente e cercai di rimanere seria il più possibile, per accentuare la cosa.
Tentò di rispondere timidamente che non sapeva di preciso cosa dire.

‘hai mai avuto una ragazza? Sei vergine?’

Sembrò farsi più chiuso e scosse il capo alla prima domanda e rispose affermativo alla seconda.

‘a Giulia non piaci… almeno non abbastanza da prenderti come ragazzo, io sono troppo grande ed ho gusti speciali, quindi come vedi non otterrai quello che vuoi e rimarrai in questo stato finché non ti farai male sul serio. A meno che…’

Sorrisi soltanto un attimo scostando lo sguardo verso la TV e sistemandomi una punta di capelli sul viso, cercando di mettere a fuoco quello che volevo.
Andrea se ne rimase zitto ed ebbe un’unica reazione al mio accenno di speranza, invitandomi a parlare.
Lo notai muovere la gamba nervosamente e la sua fronte era perlata di sudore, come le nostre del resto, ma quella infame di mia sorella ci metteva il suo carico cingendolo senza forza tra le gambe e costringendolo a guardargli i piedi vicino al cavallo dei jeans.

‘io non cerco per ora un ragazzo, specialmente se più piccolo… ma potrei giocare con una ragazzina o una sorella più piccola…’

Sembrò non comprendere e Giulia spalancò gli occhi in attesa di capire.
Mi alzai dalla sedia incurante che sotto i pantacollant fossi chiaramente ben visibile ed andai all’armadio aprendone un’anta e tirando fuori una minigonna, un altro toppino con motivi floreali e la trousse dei trucchi.

‘se vuoi qualcosa da me devi diventare una ragazza… se lo farai prometto che farò qualcosa per la tua situazione, altrimenti accetterò che preferisci subire angherie e basta e lascerò a mia sorella carta bianca. A te la scelta’.

Divenni leggermente nervosa e tentavo di coprirmi con gli indumenti in attesa di sapere se veramente quel pervertito avrebbe fatto una simile pazzia… e la fece.
Dopo un paio di minuti spesi nel silenzio a farsi toccare dai piedi di Giulia che nel frattempo mi sorrideva sinistramente, arrivò la sua decisione con un cenno di assenso.

Sussultai per la sua decisione e ammetto che non persi tempo, dicendo a Giulia di farlo alzare e a lui di portarsi in piedi avanti a me.
Lo aiutammo a svestirsi, prima la maglia, poi il resto, finché non rimase imbarazzato a coprirsi i boxer.

‘mmm… quelli non vanne bene? Pensi che una ragazza li metterebbe?’

Annuì.

‘toglili e metti queste… ti staranno un po’ strette ma sarai carina’.

Disse Giulia aprendo un cassetto e dandogli un mio perizoma abbastanza vecchio, che puntualmente e in silenzio venne indossato davanti ai nostri occhi.
Nel momento in cui fu totalmente nudo, notai la sua bellissima erezione e lo spago che legava la base del membro e la sacca di carne sottostante in modo davvero cruento.
Una nuova ondata di eccitamento mi fece respirare in modo affannato in attesa che anche il resto degli indumenti fosse vestito ed infine, davanti a me e Giulia ci fu una perfetta ragazzina bionda.

Il fatto che fosse biondo aiutava enormemente la questione; la sua pelle era diafana, aveva pochissimi peli ed i capelli lisci e lunghi fino alle spalle potevano essere facilmente gestiti. Prima di farlo guardare allo specchio decidemmo di concludere al meglio la sua trasformazione, quindi si sedette sulla sedia della scrivania e li, lo truccammo e legammo i capelli con due ciucci infantili.

Quando aggiunsi il rossetto alle sue labbra rimasi davvero sorpresa di quanto fosse femminile.

‘ti piaci?’

Chiesi portandolo davanti lo specchio grande della camera, ma lui quasi non volle vedersi e mi eccitò terribilmente.

‘adesso sei una ragazza e ti devi abituare… ora torniamo a vedere il film ti va?’

Giulia si gettò sul letto afferrando il telecomando pronta per continuare e dopo averlo preso per mano, lo condussi di nuovo in mezzo a noi sistemando il cuscino dietro la schiena e tirandomelo sopra in modo da farlo quasi sdraiare sul mio petto in direzione della TV.
Lo carezzai in viso e non nascosi l’erezione che avevo e che probabilmente sentiva sulla schiena e così passammo il resto del film.

A parte Giulia che mentre guardava il film tormentava Andrea con i piedi sotto la gonna, io mi limitai a strusciarmi un po’ su di lui sentendolo ansimare e tremare dalle contrazioni.

‘è stato un bel film… un po’ lungo, ma davvero bello’

Espresse Giulia a me continuando a tenere i piedi sotto la gonna.

‘si è vero… ma lei non l’ha seguito molto credo…’

‘ti sta bagnando tutta la gonna Nadia…’

‘davvero? Che maleducata… io ti presto qualcosa e tu la rovini?’

Ridemmo come cretine, mentre Andrea si tirò su pregandoci di liberarlo perché il dolore che sentiva ai testicoli lo stava facendo impazzire.
Lo spinsi delicatamente con la testa in mezzo alle gambe di Giulia che mi guardò confusa, ma non si scansò e lo accolse sentendo la sua faccia incontrare il pube.

‘mmm… ma che fai?’

‘Giulia, non sapevo che la tua amica avesse certi gusti…’

‘già… neppure io, Andrea sei lesbica per caso?’.

Ridemmo ancora mentre lui continuò a restare immobile inebriandosi probabilmente dell’odore delle secrezioni di Giulia che a suo dire era parecchio eccitata.
Mentre scherzavamo con lui, mi resi conto che avevo davanti a me, a neppure venti centimetri, il su sedere in bella vista, segnato dal filo del perizoma e mi irrigidii all’istante.
Smisi di scherzare ed allungai una mano facendo uscire di lato quelle povere palle ormai scure e presi a giocarci strizzandole un poco, facendolo gemere.

‘fanno davvero così male?’

‘beh, c’è tutta la roba di una settimana… e poi lo hai torturato ogni giorno praticamente’.

Risposi a Giulia che iniziava a prenderci gusto e teneva la testa con le mani muovendosi leggermente con il bacino; poi, scostai ancora un po’ l’intimo e trovai quello che volevo.

‘hai detto di essere vergine vero?’.

Non rispose.

‘stavo pensando che adesso sei una ragazza, quindi non possiamo farti venire che un ragazzo… sarebbe troppo strano. Devi godere come una donna…’.

Tentò di alzarsi, ma Giulia lo tenne giù facendomi segno di continuare quello che avevo in mente. Mi morsi il labbro e iniziai a carezzarlo sul morbido buchino osservando varie contrazioni, poi eccitata ed un po’ emozionata, mi leccai due dita e presi a penetrarlo lentamente.
Fortuna per lui non avevo le unghie lunghe, almeno non tantissimo, ma fece molte storie lo stesso e fu necessario tappargli la bocca per diminuire i lamenti.

Iniziai con il medio, al quale poi aggiunsi l’indice e dopo una decina di minuti ero arrivata all’anulare e poi il mignolo; in tutto, per la sua dilatazione, ci vollero venti minuti, venti minuti di urla e preghiere di smettere alle quali secondo me, non credeva nemmeno lui.
Non avevo mai fatto una cosa simile a qualcuno quindi andai a istinto, muovendomi avanti e indietro, di lato, su e giù, cercando i punti per meglio farlo godere, anche se non sapevo se effettivamente lo avrebbe fatto.

Quando estrassi le dita, Giulia rimosse il piede che gli aveva infilato in bocca per farlo stare zitto e ci rendemmo conto che era praticamente fuori di testa.
I suoi occhi erano aperti, ma guardavano in una direzione persa oltre il letto e continuava a leccare il lenzuolo ripetendo di voler far uscire quello che aveva dentro.
Guardai mia sorella e sorridemmo scambiandoci di posto.

‘Andrea… adesso continua un po’ Giulia, tu cerca di rilassarti, però adesso devi fare il bravo come l’altro giorno, ti ricordi?’.

Non sembro ascoltarmi, ma quando presi il posto di Giulia, i suoi occhi si fermarono sul pene turgido che gli mostrai a pochi centimetri dal viso.
Seguì un’espressione refrattaria e tentò di allontanarsi, ma l’intervento di Giulia che affondo con forza tutte le dita insieme dentro il suo intestino appena aperto, lo costrinsero ad urlare e cadere in avanti.
Persa nella voglia, colsi l’occasione per farglielo ingoiare trattenendolo per i ciucci dei capelli.

Tossendo e lamentandosi, affondai nella sua gola godendo al pensiero di quanto Giulia ci stesse andando pesante ed in breve dopo neanche un minuto, gli svuotai tutto dentro tappandogli il naso.
Inghiottì come l’ultima volta e mi accorsi che stava piangendo come un bambino; stranamente non mi impietosì, piuttosto mi fece eccitare nuovamente, ma uscii comunque dalla sua bocca per farlo rendere conto.

‘hai visto? Sei più ragazza di me… era il tuo secondo pompino. Sei davvero brava’.

Posseduta dal diavolo della lussuria, lo carezzai togliendogli una sbavatura del rossetto, sentendolo pregare di smettere di violentarlo e che qualcosa stava uscendo.
L’ultima frase mi lasciò sorpresa ed anche Giulia scese con lo sguardo in mezzo alle sue gambe tese a carponi notando gocce meno trasparenti farsi largo in quel pene stretto nella morsa.
Il movimento di mia sorella si era fermato, ma non appena riprese, ripresero anche le suppliche, finché non mi alzai e presi le forbici per recidere lo spago.

Arrivai davanti a lui facendolo alzare con la schiena sentendomi dire di fare presto poiché stava scoppiando, ma restai ancora un poco a giocarci.
Mentre perdevo inutilmente tempo a togliere il DVD dalla TV, Giulia ci stava andando giù sempre di più ed ormai era riuscita ad infilarci dentro anche il pollice e parte della mano.
Andrea non parlava più, gemeva e perdeva saliva serrando i denti, ma proprio quando decisi di liberarlo, una volta inforcato lo spago e tagliato, una fortissima contrazione mi sparò in faccia almeno cinque schizzi densissimi ed altrettanti colarono sul lenzuolo, sospinti dalla penetrazione di Giulia che finalmente sembrò dargli tregua.

‘ma che cazzo fai? Per poco non mi hai preso gli occhi!’

Esclamai cercando velocemente dei fazzoletti nel cassetto del comò; l’odore era intollerabile dentro la stanza e chiunque, con gusti particolari, probabilmente sarebbe venuto nei pantaloni appena entrato.
Giulia corse un attimo fuori a lavarsi le mani, cosa che avrei dovuto fare anche io e tornò abbracciandomi sudata e felice.
Andrea, con la gonna sconciamente alzata era sceso sul pavimento e giaceva in uno stato terribile.

Ci andai vicino girandogli il viso con il piede sudato e lo misi supino notando la fuoriuscita di altro liquido seminale.
Parlò senza aprire gli occhi dicendo di averne ancora e di slegargli i testicoli, gli unici ancora ad essere legati e lo aiutai, almeno nell’ultima richiesta.

‘oggi non sei andata molto bene… le ragazze non fanno così, le prossime volte faremo diversamente, chiaro?’

Non rispose, tentando di alzarsi e sottrarsi al passaggio del mio piede.

‘ti fa male? Domani sarà anche peggio… purtroppo non eri molto elastico, ti ci devi abituare’.

Notammo che la sua erezione non era affatto diminuita, ma erano ormai tardi ed era il momento di andare.
Lo aiutammo a rivestirsi o meglio lo vestimmo noi come una bambola di pezza, ed alla meno peggio lo rimettemmo in forma.

‘sono quasi le sette, vedi di continuare in camera tua Giulia, che io devo pulire’

‘va bene, vieni Andrea andiamo di la…’

Come per inerzia, Andrea si alzò zoppicante senza neanche guardarmi e fui io a fermarlo da dietro accostando al suo sedere una durezza che mai se ne era andata del tutto.

‘da oggi sei la nostra ragazza… non provare a capire e lasciaci fare, mi dispiace di averti fatto male, ma non riesco a controllarmi con uno come te, dormici su’

Gli morsi l’orecchio afferrandolo per i fianchi sentendolo ansimare, poi ridendo con Giulia li lasciai andare, voltandomi per sistemare quel casino che avevamo creato.

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