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Racconti di DominazioneRacconti erotici sull'Incesto

Frankfurt blues

By 11 Maggio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Arrivo

(continua da Mara)

Mara arrivò a Francoforte in pieno inverno, la sorella, Chiara, aveva lasciato l’Italia venticinque anni prima, aveva sposato un poliziotto della città, Karl Krueger, un biondone alto uno e novanta tutto muscoli, burbero come la gestapo e di 10 anni più giovane di lei. Vivevano in un quartiere poco lontano il centro di Francoforte. Avevano una figlia, Elisabeth , nome poco tedesco e frutto di numerose sfuriate tra i due, che viveva con loro e frequentava l’università cittadina.
Mara era arrivata in Germania per allontanarsi dal turbine di droga e sesso che la stava avviluppando, sperava che stare con la sorella, una persona stabile, l’avrebbe aiutata.
Chiara accolse la sorella con entusiasmo, Karl fece fede al suo carattere mostrandole sempre una certa scontrosità. I mesi passarono, Mara non toccava cocaina da quando era arrivata a Francoforte, Karl, con le conoscenze dovute al suo lavoro di poliziotto, le trovò un lavoro in un supermarket del quartiere. Se il vizio della cocaina le era passato, Mara non perse mai il languore sordo al basso ventre, quella voglia di essere posseduta duramente, in totale balìa di qualcun altro; uscì per un certo periodo con un certo Hans, il direttore del supermarket dove lavorava, il sesso con lui era monotono, banale, le ricordava il rapporto che aveva col marito, una noia mortale che in lei, nel suo essere femmina, non accendeva nulla. Con sua figlio, Roberto, per quanto potesse essere osceno, aveva sperimentato, superato i limiti della decenza, si era completamente abbandonata ad atti che inizialmente aveva creduto essere dovuti alla cocaina, poi con suo enorme stupore, scoperto essere dovuti alla sua reale natura venuta a galla.
Hans fu ben presto un ricordo, le notte Mara si consolava toccandosi nel suo letto pensando a suo figlio, al bastone nodoso che le infilava in ogni orifizio del suo corpo, ai suoi modi rudi e violenti che la facevano sentire così puttana. Più tardi ricorse a degli oggetti comprati nel fornitissimo Sexy Shop del quartiere. Da sola nella sua stanza iniziava a guardarsi oscenamente nello specchio di fronte al letto, allargava le sue gambe, guardava la sua intimità oscenamente allargata dalle sue mani, due grossi vibratori di forma naturale, con venature enormi, venivano guidate dalle sue mani dentro di lei, adorava essere penetrata in tutte e due i buchi, sentirsi piena, si masturbava fino allo sfinimento per poi crollare in un sonno profondo.
La domenica in casa Krueger era un incubo, Mara era ormai nove mesi che viveva in quella casa, odiava il rituale della messa, Karl e Chiara erano religiosissimi, pretendevano che tutti i componenti della famiglia si vestissero eleganti per essere presentabili davanti al Signore.
Quindi la domenica era un inferno, il bagno era unico, Mara e la nipote Beth, Elisabeth, avevano deciso di dividere il bagno per poter fare prima. Beth era alta 1 metro e 50, mora, capelli a caschetto corti con una frangia storta che le ricadeva sugli occhi verde intenso, durante la doccia Mara ammirava il suo corpo rotondetto, con due belle cosce tornite e piene ed un seno appena accennato. Beth le raccontava dei suoi due amici Mirko a Malik che le facevano una corte spietata. Ma Mara era distratta, si lavava i denti guardando il proprio seno pieno, grande. I suoi fianchi ancora tonici non aspettavano altro che essere afferrati da mani rudi.
”.Zia’.Zia’ma mi stai a sentire ?’.
Si svegliò dal torpore, sentiva del liquido colargli tra le gambe, aveva voglia di essere presa e scopata come mai nella mia vita.
”.si, si scusami”.quindi dicevi di Malik ?….’.
Quando uscirono dal bagno Karl e Chiara li stavano aspettando, Karl era in doppiopetto blu, più pronto per un colloquio che per una preghiera, Chiara indossava un completo scuro, attillato, scarpe lucide con un tacco vertiginoso, un corpetto che stentava a contenere la sua quinta rifatta in una clinica svizzera. Chiara era stata sempre gelosa di Mara e del suo seno, essendo lei più mediterranea in Italia riceveva più attenzioni da parte degli uomini, appena sposata Chiara sembrò volersi prendere una rivincita facendosi ingrandire il seno, ora vestita così, con quel biondo ossigenato osceno sembrava veramente tedesca.
Era bella però, la sua bocca carnosa e rossa, marchio di fabbrica delle femmine della famiglia, facevano contrasto con la sua pelle bianchissima e la sua altezza atipica.

Beth indossava un giubbetto jeans sopra una minigonna da stupro ed un paio di zatteroni, con allaccio alla schiava, da prostituta di strada, il tutto veniva bellamente rifinito da un trucco da troione di bordello.
La ‘famigliola arrivò in chiesa in perfetto orario, per buona pace di Karl. Durante la celebrazione Beth con una scusa uscì dalla chiesa, girata a destra del colonnato imboccò una porticina rossa. Il teatro della chiesa, scarsamente illuminato da un faro penzolante al centro della grande sala era enorme, file e file di sedie vuote sparivano nella penombra.
Beth chiamò.
‘ Hei Malik dove sei ?…..’.
Il ragazzo sbucò dal buio abbrancandola da dietro con affetto, lei si scostò sorridendo.
‘..guarda che mica siamo fidanzati, che sono queste confidenze’..’.
”dai Beth, così mi fai impazzire’.mi hai fatto venire qui’cosa vuoi allora ?’.
”ti volevo chiedere se pomeriggio mi aiuti a portare a termine quella serie di equazioni che dobbiamo consegnare domani’lo sai che di matematica non ci capisco niente”.
Malik si rabbuiò :”Beth lo sai che oggi ho la finale del torneo di scacchi’.’.
‘allora se proprio non vuoi’.’, fece lei passandosi la lingua sul labbro superiore, le sue labbra carnose erano invitanti, Malik non poteva fare a meno di desiderarla.
”uff, sei un macello lo sai ? Te ne approfitti perché sai che non ti posso dire di no”.
La ragazza gli girò intorno, sorniona, Malik le piaceva, lo abbracciò da dietro anche lei, le sue mani, smaltate di nero, scesero verso la cerniera del ragazzo, la abbassò, la sua mano frugò nei pantaloni tirando fuori il suo uccello, già duro. Beth iniziò a masturbarlo, la sua mano muoveva su e giù la pelle tesa del cazzo di Malik, le sue dita si soffermavano sulla cappella del ragazzo che iniziò a mugolare. Beth si sedette su una poltroncina del teatro, tirò giù la sua blusa e scoprì i piccoli seni. I capezzoli erano di un rosa pallido che si perdeva sulla sua pelle chiarissima, masturbava il ragazzo, strusciava il suo uccello sui suoi capezzoli, avvicinava il cazzo alla sua bocca ma senza infilarlo, vicinissimo tanto che Malik poteva sentire il respiro della ragazza sulla propria cappella.
”.Mhhh Beth’.mi fai impazzire’.dai continua a masturbarmi così’.siii ora passatelo sulle tette’mhhhh sto per venire’.’.
Lei lo guardava con i suoi occhi verdi e grandi, con la sinistra continuava a menare il cazzo mentre teneva il palmo della destra aperto di fronte alla cappella del ragazzo, il primo fiotto le imbrattò la mano, il suo palmo fu ricoperto di sperma caldo e colante, lei iniziò a leccarlo, sempre guardando il ragazzo negli occhi.
”Santo cielo quanto sei puttana Beth’.va bene’ti do una mano oggi pomeriggio”.
‘Ah bene”, rispose lei mentre si puliva con un cleenex, ”c’è anche Mirko con noi, mi doveva dare una mano ad attaccare dei quadri oggi’ti dispiace ? ‘.
Lui si rabbuiò un secondo, vedeva sfumare i suoi sogni di sesso a causa della presenza dell’altro, ma avrebbe fatto tutto per quella ragazza.
”no tranquilla’sopravvivrò..’.
Si salutarono, Beth si ricongiunse alla famiglia, il padre la guardò severo ma lei non se ne curò, era indipendente, abitava nel garage, accanto alla casa dei genitori, l’avevano trasformato in un piccolo appartamento e lei era quasi completamente autonoma, e ribelle.
Dopo il pranzo Mara aiutò la sorella a rassettare la cucina, la domenica era anche più noiosa, di solito Chiara e Karl non uscivano dalla loro stanza per tutto il giorno mentre a Mara, in assenza di amici o fidanzati, non restava che girovagare per l’enorme casa vedendo la TV o facendo un giro in internet o leggendo un libro.
Così il pomeriggio Mara, scalza e con una maglietta lunga che la copriva, girava annoiata per casa curiosando tra i libri di Karl, nella biblioteca del suo studio. La maggior parte dei libri erano in tedesco, la sua scarsa conoscenza della lingua le permetteva di capire a malapena il senso dei titoli. Tutta la casa era austera, scura, con grossi mobili intarsiati, soffocanti, di un marrone nero che metteva angoscia. La camera dei coniugi era praticamente un secondo appartamento, Karl le aveva permesso di vederlo solo una volta, come se fosse geloso dei suoi spazi. A Chiara faceva invece piacere mostrare alla sorella le sue cose, sempre per quel senso di rivalsa che la bionda donna aveva nei confronti della sorella.
Mara fu attratta da un volume col titolo dorato, era nero, finemente rilegato, fece per prenderlo e sentì un clic. La parete della libreria si era scostata dal muro rivelando un passaggio, incuriosita la donna entrò, i suoi piedi nudi toccarono un freddo parquet di mogano, era una stanza buia, cercò l’interruttore, accese le luci, la stanza era circolare, enorme, al centro troneggiava una sedia di legno col sedile di cuoio nero. Al centro del sedile c’erano delle aperture, di fronte la sedia un grande specchio dorato mentre intorno, attaccati alle pareti c’erano dei mobili alti chiusi a chiave.
Si avvicinò allo specchio, alla sua destra c’era un piccolo interruttore verde, lo spinse, la superficie del vetro smise di riflettere, Mara guardò che ora l’immagine dello specchio dava sulla camera di Karl e Chiara. Vide suo cognato completamente nudo, il suo cazzo era mostruoso, arrivava a metà coscia, un diametro pazzesco già a riposo, Mara era ipnotizzata dalla visione, ma che stava facendo suo cognato da solo e nudo in piedi vicino al letto ? Lo vide armeggiare con un telecomando, evidentemente lo stereo, guarda in attesa verso la porta del bagno. Mara indietreggia sedendosi sulla poltrona di legno al centro della stanza, i buchi sul sedile fanno pendere verso il basso la dolce carne del suo ventre, la sua ubicazione doveva essere stata scelta proprio per quello, per poter osservare comodi le immagini riflesse nello specchio.
Dal bagno esce una donna, che Mara stenta a riconoscere, completamente coperta da un corpetto aderente di lattice rosso, il volto completamente nascosto tranne la bocca e gli occhi, i capelli escono a coda di cavallo dalla sommità del cappuccio, è la sorella, è Chiara.
Mara vede la sorella avanzare verso il marito, lei gli accarezza l’enorme bestia tra le gambe, lui gli tira i capelli e la fa mettere carponi sul letto. Mara sente un brivido tra le cosce. Dall’armadio posto alla destra del letto Karl prende un frustino, accarezza una natica della moglie, il completo della donna è come una seconda pelle, le aderisce al corpo mostrandolo come se fosse nudo. La prima scudisciata sulle natiche fa gridare la sorella di Mara, il cazzo di Karl reagisce all’urlo drizzandosi in una mostruosa erezione, una seconda scudisciata la fa gemere, le seguenti la fanno sbavare di piacere, ad ogni colpo inarca meglio la schiena per offrire le natiche al dolce supplizio. Karl la colpisce fino sudare, il suo cazzo ora è enormemente teso, lo porge alle labbra della moglie che lo ingoia allargando le labbra rosse, il marito le ficca in gola tutto quel bastone di carne, le ha dei conati di vomito ma lui non le lascia la testa, anzi, gliela spinge ancora più in fondo facendola soffocare, Chiara è paonazza in viso. Mara, a gambe larghe sulla sedia, si masturba osservando quello che la sorella combina in camera da letto, le sue dita entrano nella fica, si torturano il clitoride, entrano nel suo ano esplorandolo, muovendosi veloci dentro di lei.
Karl si avvicina nuovamente all’armadio, prende un tubetto bianco, Chiara è sempre in posizione sul letto, poggiata sulle ginocchia, la testa adagiata sul letto, ansima muovendo il suo bacino, gustandosi il contatto del lattice sulla sua intima natura. Il marito le tira giù la zip che le parte dalle natiche e scende fino all’inguine,
La pelle bianca, le parti rosa delicate ed eccitanti letteralmente fuoriescono dal body di lattice di Chiara, i suoi buchi oscenamente a servizio dell’uomo che sosta dietro di lei. Karl spalma con cura il liquido del tubetto, il culo della sorella di Mara viene unto con maestria, le dita del marito iniziano ad insinuarsi nei suoi pertugi.

Malik e Mirko nel frattempo stanno litigando per la posizione di un quadro, mentre Mirko sostiene che è attaccato dritto, Malik gli grida che è cieco e che il quadro è più storto del Titanic durante il naufragio.
”.è che proprio non ci arrivi, l’avrai attaccato pure tu ma è STORTOOOO’, continua a gridare Malik.
”Cazzo dici”, risponde l’altro, ‘..guarda ho usato anche la livella, guarda appoggiala sulla cornice e dimmi se è storta’.’.
Malik si rivolge con un sorriso beffardo verso Beth, che nel frattempo si sto rollando una canna.
”L’hai visto Beth, hai la casa storta allora’.la tua fottutissima casa ha le pareti storte perché l’idiota qui vicino sostiene di essere il Dio delle Livelle”.
Beth sbuffa, espirando nuvolette di fumo, si è stancata di vedere i due maschi combattere, su di un argomento stupido per giunta, per determinare chi è quello dominante. La verità è che Beth è attratta da tutti e due, a loro modo si completano.
”.ora basta’..’, fa la ragazza con piglio deciso, ”mmmh vediamo..quello più bravo uscirà con me stasera”.
”Più bravo a fare cosa’.’, chiedono i due ragazzi all’unisono girandosi verso Beth con la faccia più idiota mai esistita.
Beth allarga le gambe, la corta gonna scopre immediatamente il minuscolo perizoma che la copre, lo scosta mostrando ai sempre più inebetiti ragazzi la suo fichetta rosa ed invitante.
I due si fiondano sulla loro preda, impazziti, le loro lingue si accaniscono contro la carne morbida della ragazza, le loro dita toccano e violano sempre più centimetri di pelle, sotto le loro mani la fica di Beth si unge di umori e saliva, inizia a godere, si morde le labbra, allarga le sue gambe per far entrare meglio i le mani dei suoi amici.

La mano di Karl è completamente dentro il ventre di Chiara, Mara vede il polso dell’uomo penetrare nella sorella centimetro dopo centimetro, la sta sfondando. Le mani di Mara si torturano la fica, il suo liquido caldo ha ormai bagnato il sedile di cuoio, vede la sorella sventrata dal marito, con le mani gli allarga la fica, un enorme buco nero, caldo e pulsante si rivela agli occhi di Mara.
Chiara urla e gode, sente la sua fica espandersi sotto i movimenti di Karl, della bava le cola ai lati della bocca, sta avendo un orgasmo dietro l’altro, il marito non accenna a smettere.
Karl sfila la mano dalla fregna della moglie, lentamente, gode nel vedere le caldi carni della moglie oscenamente dilatate, le sputa in fica per poi rientrare con forza nel ventre di chiara, un dito, due dita, quattro; la mano scivola dentro, le grandi labbra della donna sono madide di liquidi, rosse ed accoglienti.
Chiara urla ancora :”.mhhhh dai ancora’.comincia ad allargarmi il culo daiii’.preparami”.
Karl armeggia ancora col tubetto, inizia ad infilare le dita nel culo di Chiara, poi si ferma, si interrompe e si avvia verso la porta, la moglie lo segue.

‘I cazzi di Malik e Mirko sono buoni’.’, pensa Beth mentre spompina i due ragazzi.
Li sente indurirsi sotto la sua lingua, sono davanti a lei in piedi, i loro bastoni dritti puntati sulla sua faccia, la spingono, la cercano. Lei li accoglie nella sua bocca, li succhia, li lecca partendo dalla base e percorrendo con la lingua l’asta dura.
”sei una zoccola Beth’una fantastica zoccola’non è vero Malik ?…’.
”Si ”, risponde l’altro ” mai avuto un pompino come questo’ora possiamo darglielo in latre parti vero collega ?’.
” concordo..’, risponde Malik sorridendo.
Beth affannata ed eccitata si gira mostrando loro il piccolo culetto sodo e bianco.
”.se volete usare il mio culo’prima leccatemelo bene’coraggio”, fa lei passandosi vogliosa un dito suo piccolo forellino.
Le lingue dei ragazzi guizzano intorno le pieghe succose del suo orifizio, si insinuano con forza penetrandola, lei muove il bacino, gli occhi chiusi in attesa dell’orgasmo imminente.
Malik la penetra, la piccola fica accoglie il ragazzo allargandosi ed inghiottendolo, il cazzo esce madido di umori, Mirko le si posiziona sotto, Malik si sfila da lei permettendo al suo ‘nuovo’ amico di prendere ilo suo posto.
Beth sta impazzendo, quando Malik si è sfilato ed è entrato Mirko lei è venuta, il ragazzo sente sguazzare il suo cazzo nei caldi umori della fica della ragazza. Malik avvicina la cappella al buchino delicato di Beth, lei ferma la cavalcata su Mirko e respira profondamente, è la sua prima volta.

Il suo dolce orifizio cede, lo sente tendersi nel tentativo di ricevere la tozza cappella rosa di Malik. Sente cedere il suo culetto sempre di più, le brucia un po’ ma il dolore è affievolito dal cazzo che Mirko tiene ben piantato nella sua fica, ogni movimento doloroso nel suo culo è affievolito dal piacere del cazzo nella fica. Un altro orgasmo, Malik le sfonda completamente il culo infilando tutto il suo pilone nello stretto pertugio. Ora i movimenti di Mirko e Malik riiprendono, entrambi la penetrano a ritmo, Beth perde la cognizione di se stessa. Sente Malik sborrarle nel culo, sente il liquido scendere nelle sue viscere. Mirko le vuole venire in bocca, lei apre volentieri le labbra, pronta ad accogliere il seme di uno dei due ragazzi che l’hanno fatta godere come mai nella vita.
Ingoia tutto lo sperma, lo beve soddisfatta, viene ancora mentre ingoia.

La porta della biblioteca viene spalancata di colpo, sulla soglia suo cognato e Chiara la guardano severi, adirati. Mara è sulla sedia al centro della stanza, la maglietta completamente tirata su, le sue dita ancora si muovono nella fica fradicia della donna.

‘Ora verrai punita’..’, le fa la sorella con una voce tremante, sta guardando il viso cinereo del marito.

La rapina

‘Ora verrai punita’..’, le fa la sorella con una voce tremante, sta guardando il viso cinereo del marito.
Mara guarda la sorella, fasciata nel suo corpetto rosso, i suoi occhi brillanti guardano Mara con cattiveria.
Karl ha ancora il suo mostruoso cazzo eretto, grosso e nodoso, Mara non riesce a sfilare le sue dita da dentro di lei, continua a muoverle, il suo cervello in tilt, un cortocircuito le impedisce qualsiasi movimento che non sia destinato a farla godere.
‘Vieni qui..’, fa Karl afferrandola per i capelli con forza.
‘Vieni qui puttana da quattro soldi..’.
Mara strilla, eppure quel comportamento animalesco la fa colare tra le cosce, le ricorda suo figlio, il modo selvaggio in cui la prendeva.
Viene trascinata in camera da letto, Chiara li segue, in silenzio, Mara viene sbattuta sulle lenzuola, l’uomo le strappa la maglietta lasciandola nuda, lei si ritrae, gli occhi di Karl sono due tizzoni ardenti.
‘Mettiti a pecora ora”.
‘Cosa’.’, balbetta Mara.
‘HO DETTO METTITI A PECORA O QUANTO è VERO DIO TI UCCIDO A FURIA DI SCHIAFFI”.
Impaurita Mara obbedisce, la sorella si precipita a prender il tubetto di lubrificante e lo porge al marito :’sfondala amore, ci stava spiando la puttana, dopo tutto quello che abbiamo fatto per lei’NON è VERO BRUTTA ZOCCOLA DROGATA’..NON SIAMO STATI BUONI CON TE ?’.
Mara ora piange sommessamente, allarmata dalla loro furia, a quattro zampe sul letto, il suo culo rivolto verso sua sorella e il marito.
‘Mettile il bavaglio’.’, intima Karl alla moglie.
Chiara tira fuori da un cassetto un bavaglio di cuoio, al centro una sorta di pallina bucherellata, con poca grazia lo fa indossare alla sorella che la guarda implorante con gli occhi lucidi di lacrime.
Karl le sta accarezzando il culo, sente le sue mani che passano sulle sue natiche, tra il suo solco, ad ogni tocco è un brivido, inarca meglio la schiena in modo di offrire meglio il suo piccolo fiore scuro all’aguzzino, lui le spalma delicatamente il gel untuoso sul buchino, sulla fica, Mara inizia a mugolare, il suono strozzato dal bavaglio.
Le dita di Karl si insinuano nella fica di Mara, entrano ed escono umide di lubrificante. L’uomo infila tutte e quattro le dita, il pollice si insinua nel culo della donna, Mara gode gemendo e chiudendo gli occhi, Chiara, la sorella le allarga le natiche ed inizia a leccare il suo buco del culo mentre il pollice del marito è saldamente piantato dentro di lei.
‘Gode la puttana vero Chiara, forse pensa che sia questa la punizione’.vediamo di farle cambiare idea’prendi la frusta”.
Gli occhi di Mara strabuzzano, non può protestare ma inizia ad emettere versi allarmati attraverso il bavaglio.
‘Si caro..’, fa obbediente la moglie di Karl.
Chiara tira fuori dall’armadio di fianco al letto un frustino di cuoio nero, Mara fa versi disperati, cerca di alzarsi ma Karl le molla uno schiaffo in pieno viso, il segno rosso delle cinque dita le rimane stampato sulla guancia.
‘Se non stai ferma ti mando fuori di casa mia nel giro di cinque minuti, senza soldi e senza un posto dove andare, vuoi davvero questo grande zoccola ?’.
Mara guarda Karl implorante, grosse lacrime le solcano le guance, è in trappola, sua sorella ed il marito la tengono in pugno, ha vinto la schiavitù della droga ma ora è prigioniera in una gabbia più sottile.
Karl la fa sistemare sul letto, carponi, il culo oscenamente pronto a quello che vogliono fargli Karl e sua moglie.
Le mani di Karl si infilano nuovamente in lei, si muovono febbrili, le dita le dell’uomo le slabbrano la fica, entra tutta la mano, Mara strilla, la prima scudisciata la colpisce sulle natiche, il dolore è assoluto.
Per Mara inizia un ciclo di dolore e piacere, la mano di Karl saldamente piantata nella sua fica si muove, la scopa selvaggiamente con il suo pugno infilato nel ventre, la frusta la colpisce violentemente all’improvviso, il dolore lancinante viene subito sostituito dal piacere di quello che le stanno facendo alla fica, Mara ulula di piacere.
‘Ma allora anche così le piace’.è una cliente difficile”, fa la sorella di Mara rivolta al marito :’forse dovremmo cambiare tattica’.
Karl le sfila la mano dalla fica, è oscenamente aperta, il liquido le cola copioso tra le cosce, Chiara inizia a leccarle le cosce salendo verso l’alto, la penetra con la lingua, le tortura il clitoride con le dita guantate di rosso, Karl porge alla moglie il cazzo che lei non indugia ad ingoiare.
Mentre chiara spompina il marito, lui inizia ad infilare le sue dita nel culo di Mara, che nel frattempo continua a gemere e godere. Le dita di Karl entrano nel culo della donna come se fosse di burro, facilitate dal gel e dall’eccitazione, al quarto dito la penetrazione inizia a farle male, urla, sempre soffocata dal bavaglio, ma Karl non si ferma, spinge fino ad infilarle anche il pollice. Il culo di Mara viene slabbrato dalla mano dell’uomo, Chiara la colpisce con il frustino, il dolore si impossessa ancora della donna, ora la mano di Karl si sfila dal culo di Mara che riamane oscenamente dilatato, lui lo tira con le dita allargandolo di più, ci sputa dentro e poi infila di nuovo tutta la mano, il frustino colpisce le natiche della donna più volte.
‘Ahhhh’ora non godi più cagna”, dice la sorella a Mara con gli occhi crudeli mentre le rifila un’altra scudisciata.
Il culo di Mara ora è violentato dalla mano di Karl, interamente dentro di lei, umori le colano copiosi dal buco oscenamente slabbrato, il dolore viene sostituito lentamente dal piacere, le piace sentire il dolore lancinante della frusta, il sentirsi riempita totalmente nel culo, inizia muovere il bacino per farsi penetrare meglio, geme e soffre allo stesso tempo.
‘mhhh non c’è niente da fare’la cagna gode caro’a questo punto fai divertire anche me’.
Chiara leva il bavaglio alla sorella, le lecca le lacrime dalle guance, la sua lingua incontra quella di Mara, si baciano voluttuosamente, entrambe a pecora sul letto, Karl penetra la moglie nel culo, senza dolcezza, infilandogli quella bestia enorme nel retto, lei non fa una piega, continua a baciare la sorella persa nel godimento senza fine.
Mara sta venendo, sente l’orgasmo che le esplode nel ventre, urla mentre la sorella viene inculata selvaggiamente da Karl.
L’uomo passa a sodomizzare Mara, la donna sente entrare dentro di lei quel cazzo enorme, facilitata dalla penetrazione di prima lo accoglie senza fatica, si sente piena ed inizia a muovere i fianchi cercando di godersi ogni centimetro di quel mostro. La sorella di Mara le scivola tra le cosce leccandola in ogni centimetro disponibile, un altro orgasmo sopraggiunge, un getto di liquido caldo le esce dalla fica leccato avidamente dalla sorella, urla e gode. Karl estrae il cazzo dal culo di Mara e lo infila in bocca alla moglie, due colpi potenti e lo schizzo di sperma innaffia la gola della donna che ingoia tutto avidamente. Mara giace esausta sul letto, il culo dolorante, gli occhi socchiusi, la sua brama di godimento è stata soddisfatta in un modo che non avrebbe mai immaginato.
La sorella la accarezza baciandole le guance :’tutto bene sorellina’abbiamo esagerato ?’.
‘No”, le risponde lei con un filo di voce :’per me è tutto nuovo ma mi è piaciuto”.
‘Grazie”, fa Mara rivolta ai coniugi :’io vorrò sempre essere scopata da voi due come una cagna, sarò la vostra schiva’abusate di me come volete..’.
Karl e Chiara si guardano sorridendo, si baciano e poi si chinano a baciare la donna stesa sul letto.

Lunedì Mattina, la FDB, Federal Deutche Bank, si trova al centro di Francoforte, poco distante dal distretto di polizia dove lavora Karl. Sono le undici, è una mattinata particolarmente tranquilla, le scuole sono chiuse a causa delle lezioni imminenti. Beth è in fila alla cassa, deve prelevare i soldi per pagare le tasse universitarie, Mara è con lei, la nipote le ha chiesto di accompagnarla.
Beth come al solito si è vestita da stupro, Mara pensa che la ragazza esageri ma non le dice niente per non inimicarsela, è una ragazza e non vuole che la veda come una matusa che si intromette nella sua vita. La ragazza indossa una gonna di pelle nera sopra un paio di calze a rete e delle scarpe lucide dal tacco vertiginoso, sopra un toppino rosa, indossato senza reggiseno, ed un giubbotto di pelle nera, corto per finire il tutto. La ragazza è piccola e ben fatta, Mara non può fare a meno di ammirare le sue forme, rotondetta al punto giusto, armoniosa con quelle labbra rosse che farebbero impazzire ogni uomo.
‘uff’ma quanto ci mettono”, fa Beth spazientita, ticchetta sul pavimento con la scarpa.
Mara indossa una gonna verde aderente, una camicetta bianca trasparente ed un paio di sandali col tacco che le ha prestato la sorella. Non indossa il reggiseno, sotto la gonna un piccolo fallo di plastica, cucito all’interno di uno slip di pelle nera, è piantato nella sua fica. Pensa alla sorella ed al cognato che la mattina sono entrati in camera sua dicendole :’Indossa questo tutto il giorno, goditi ogni movimento che fai, stasera giocheremo un po’ insieme”. Mara a quelle parole si era bagnata immediatamente, aveva scoperto che le piaceva essere sottomessa, lo aveva già capito dalle sue esperienze con Roberto, il figlio, ma ora, dopo la domenica di sesso con karl e sua moglie le era ben chiaro anche il ruolo che le piaceva assumere, aveva accettato, indossandolo con un brivido di piacere, lo slip particolare dei due coniugi.
‘Vedrai che dopo che hanno finito con quel signore la fila scorrerà più velocemente’, risponde Mara alla nipote. La donna non riesce a concentrarsi, ogni movimento le provoca fitte di piacere nel basso ventre, inizia a guardare gli uomini presenti nell’androne della banca, ammira il pacco prominente della guardia giurata ferma all’angolo dell’ingresso, i capezzoli le si ergono, visibili attraverso la camicetta trasparente.
‘zia..zia”, fa Beth svegliandola dal sogno ad occhi aperti.
‘Che c’è ?’.
‘copriti si vede tutto..’, fa Beth indicando con la testa i capezzoli di Mara sporgenti ed invitanti.
Mara si copre come può con il giacchino verde.
‘complimenti !’, le fa la nipote sorridendo.
Mara arrossisce e fa finta di controllare la fila.
Di colpo è come se tutto esplodesse al rallentatore, grida, la guardia giurata cade a terra, all’ingresso irrompono sei uomini con giacche di pelle scura, passamontagna e armi in mano.
Urlano, intimano di mettersi tutti quanti a terra, uno di loro scivola sopra le casse a va a minacciare direttamente gli impiegati dietro al bancone, non un solo colpo viene sparato.
‘Tutti giù, a terra, non un fiato, state buoni e nessuno si farà male’.’, grida quello più alto, ha un accento calabrese, Mara lo riconosce ma non osa alzare gli occhi, tiene abbracciata sotto di se la nipote.
Tutti i presenti sono fatti mettere spalle ai banconi delle casse, tre dei sei uomini li controllano, mitra in mano, camminano nervosamente avanti ed indietro, dall’ingresso entra un altro rapinatore.
Chiede ad uno dei sei come và.
‘Tutto bene, sono tutti qui davanti , non hanno azionato l’allarme e la giornata non è particolarmente movimentata, altri dieci minuti ed abbiamo svuotato tutto, lui sarà contento’.
Quello che sembra il capo annuisce, passa in rassegna gli ostaggi :’bravi, siete stati molto bravi, un altro po’ e vi lasciamo liberi”.
Stavolta Mara non può fare a meno di alzare la testa, l’accento dell’ultimo è romano, e lei crede di conoscerlo, i suoi occhi incrociano quelli del rapinatore, lui la fissa :’Cazzo’, queste due vengono con noi quando abbiamo finito..’.
‘Ma lui ha detto che’.’.
‘,,NON ME NE FREGA UN CAZZO DI QUELLO CHE HA DETTO LUI’VENGONO CON NOI E BASTA..CHIARO ?’.
Mara non vuole crederci, sente Beth che trema sotto le sue braccia, si chiede spaventata come finirà questa storia, l’effetto del fallo nella fica è completamente dimenticato, il terrore si è impadronito di lei.

Prigionia

Karl arrivò sul luogo della rapina alle quindici, si fece aggiornare la situazione da un suo collega :’Ispettore, erano sette uomini, sei di loro hanno fatto irruzione facendo sistemare gli ostaggi lì, a ridosso degli sportelli, il settimo, pensiamo fosse il capo, è arrivato in un secondo momento’.
‘I testimoni che dicono ?’, fa Karl osservando la scena, sua figlie e sua cognata sono state portate via dai malviventi, deve fare uno sforzo enorme per rimanere lucido.
‘Gli uomini portavano dei passamontagna, i testimoni non possono fare un identikit, sappiamo che sono andati via su un furgone blindato della Kartoff Security ma ancora non lo abbiamo rintracciato, sembra che uno di loro abbia sentito che i malviventi si riferissero ad un’altra persona, forse la mente del piano’.
‘Ok grazie..’, Karl congeda il poliziotto e compone un numero sul cellulare.
‘Pronto Papà, si sono Karl, ah hai già saputo !’.
Il padre di Karl, Gustav, è il ministro degli interni, il responsabile del corpo della polizia, vive a Berlino ed è uno degli uomini più influenti della Germania.
‘Si Karl, ho già dato ordine che a questa faccenda venga data la massima priorità, io sto seguendo le indagini da qui, tu sei sicuro di essere abbastanza presente da coordinarle sul luogo, lo so che il coinvolgimento di Beth ti sconvolge..’.
‘Si papà ce la faccio, ti aggiorno appena ci sono novità, sul luogo abbiamo rintracciato un cellulare, stiamo verificando se appartiene agli autori della rapina o se è di uno degli ostaggi..’.
‘Va bene’fammi sapere”, Gustav attacca, pensieroso si affaccia alla grande finestra del suo appartamento privato, è un uomo enorme che trasuda una grande forza di volontà, negli ambienti politici lo chiamano ‘il Bufalo’ per la sua irruenza nel contrastare gli avversari politici.

Mara ha gli occhi bendati, sono quattro ore che viaggiano, sente i discorsi dei malviventi ma non può vederli. Al suo fianco dorme Beth, la nipote, stremata dagli avvenimenti. Hanno entrambe le mani legate dietro la schiena, le spalle doloranti dal lungo viaggio in posizione scomoda.

‘Lui ha detto che hai fatto una cazzata”, dice animatamente un dei delinquenti rivolto verso quello che sembra il capo.
‘Ha detto che non dovevamo prendere nessun ostaggio, ha detto di portargli la più giovane al rifugio sul lago, ci penserà lui”.
‘Così ha detto ? ‘, risponde il capo, ‘..lo dico io quando e se facciamo qualcosa, ed ora lasciami un attimo da solo, devo pensare’.
Mara riconosce quella voce :’Roberto ? Sei tu vero ? Ma cosa hai fatto ? Cosa stai facendo, dio mio non ti rendi conto della situazione in cui sei invischiato, non ti rendi conto di quello che stai facendo a noi ? Lei è tua”.
‘Zitta”, fa lui urlando.
‘Stai zitta altrimenti giuro su Dio che ti ammazzo”.
Spaventata Mara tace, di fronte a lei, suo figlio. Il figlio che ha abusato di lei approfittando della sua dipendenza dalla cocaina, il figlio che l’ha costretta a fare cose indicibili, che l’ha messo di fronte alla sua vera natura, il figlio che lei ama non come madre, ma come donna, la sua voce ha l’effetto di una scarica elettrica sui suoi sensi.
Roberto guarda sua madre, ha fatto un gran casino, quando lei lo ha riconosciuto lui ha perso la testa, incapace di pensare lucidamente. Sua madre è lì davanti a lui, durante questi mesi ha pensato molto a lei, l’indifferenza provata dopo la sua fuga è diventata, nel corso del tempo una mancanza vieppiù maggiore, credeva che provasse solo disprezzo per la donna che lo ha messo al mondo, ma si è reso conto che quella donna, così calda, disponibile e sottomessa a tutti i suoi capricci è qualcosa di importante. Roberto guarda anche sua cugina, dorme distrutta dalle emozioni, non l’ha mai vista, la trova carina e dolce, non sa come uscire dalla situazione.
Arrivano al rifugio, un capannone immerso nel verde, nascondono il furgone.
‘Voi badate alle donna’, la ragazza viene con me da Lui ‘.
Roberto fa entrare in una jeep la cugina e parte a razzo, ha fretta di chiudere la storia, la rapina è andata a buon fine, vuole capire cosa vuole Lui dalla ragazza, vuole impedire qualcosa di cui non si perdonerebbe mai.
‘Mi raccomando la donna..’, urla ai suoi scagnozzi, ‘non le fate del male..’.
I suoi annuiscono, facce dure, capelli disordinati, occhi malvagi che lo osservano allontanarsi.
Quello che chiamano il Siciliano prende la donna con forza e la butta su un materasso adagiato su di un pavimento grezzo.
‘Stai buona puttana.. Altrimenti ti ammazzo, hai capito ?’.

Karl si trova nella sede del distretto, siede alla scrivania leggendo i referti, il telefono squilla, è Kiever della scientifica :’Capo, abbiamo analizzato il cellulare, venga giù che le dico tutto, è una cosa delicata..’.
Karl esce di corsa dall’ufficio, percorre il lungo corridoio, entra nell’ascensore. Gli uffici della scientifica brulicano di tecnici indaffarati, gli viene incontro Kiever :’venga ispettore, mettiamoci qui..’, fa indicando un piccolo ufficio, ‘..così parliamo in tranquillità’.
Karl è impaziente, chiusa la porta alle sue spalle incalza :’Quindi ?’.
‘allora..’, inizia il tecnico, ‘..la scheda trovata nel telefono è una di quella usa e getta e quindi non possiamo risalire al suo proprietario, inoltre le chiamate effettuate sono state fatte ad altri numeri ugualmente anonimi..’.
‘e perché allora tutta questa segretezza..’, fa spazientito Karl.
‘Perché possiamo risalire alle chiamate effettuate dall’apparecchio, cioè, il telefono era usato prima per telefonate personali, solo successivamente è stato utilizzato con una scheda anonima’.
Un lampo passa negli occhi di Karl, forse hanno qualcosa in mano.
‘Allora..’, prosegue Kiever, ‘il proprietario, o presunto tale, si chiama Fritz Lanforn, un elemento già conosciuto, legato alla mafia italiana esercita qui da noi da un paio di anni principalmente spaccio di droga ed estorsione, pensiamo che sia stato ingaggiato da un unità estranea alla mafia’.
‘Estranea alla mafia ? Cioè..’.
‘Cioè abbiamo fatto delle ricerche, negli ultimi sei anni ci sono state altre rapine, tutte grosse somme di denaro, nessun arresto, pensiamo che ci sia qualcuno usa la manovalanza della mafia per finanziare qualche suo progetto personale’.
‘Ok..’, fa Karl spazientito, ‘Ma tutta questa segretezza a che è dovuta, non mi sembra che siano informazioni così scottanti, o c’è dell’altro ?’.
‘C’è dell’altro’, fa Kiever soddisfatto della curiosità suscitata nell’ispettore, ‘questa è la lista delle telefonate fatte da Fritz Lanforn negli ultimi 4 mesi, guardi il numero evidenziato..’.
Il tecnico porge a Karl il tabulato, dapprima l’ispettore legge attentamente, strabuzza gli occhi e guarda stupito Kiever :’Merda’.’.
‘Chi sa di questo ?’, dice allarmato.
‘Nessuno, lei è il primo.
‘Bene, rimanda il più possibile la diffusione, io scappo, mi raccomando’.
Karl esce dalla porta come un razzo, chiama con sé Franz Heine, il suo vice ispettore :’vieni con me’.
Montano in macchina, Karl alla guida, partono a tutto gas.

Roberto è arrivato al rifugio sul lago, Beth si è svegliata ma non parla, in silenzio con la benda sugli occhi se ne sta mansueta sul sedile posteriore.
Roberto la fa scendere e, afferrandola per un braccio, la guida verso la porta di legno del rifugio.
Apre la porta, la luce è spenta, le chiuse tirate giù, il buio quasi assoluto al di fuori del cono di luce proiettato dalla porta aperta.
‘Ehi..’, grida Roberto, ‘Ehi c’è qualcuno ? Dove sei’.
Un dolore improvviso sulla nuca, un lampo accecante e Roberto sviene colpito dal calcio di una pistola.
‘Benvenuta piccola..’, fa la voce dell’uomo che ha colpito il malvivente.
Beth trasale, conosce la voce di chi le sta parlando.

Mara sente i delinquenti nell’altra stanza bisbocciare per la riuscita della rapina, è un ora che bevono ed urlano come dei forsennati, è stanca, le mutandine con il fallo cucito le iniziano a fare male, ha bisogno di andare al bagno, chiama affinché qualcuno le sciolga i polsi.
Entra quello che chiamano ‘Mannaia’ :’che vuoi zoccola’ hai interrotto la nostra festa’.
‘Ho bisogno di andare al bagno, per favore mi sciolga’.
La donna giace su un vecchio materasso, le gambe raccolte quasi completamente scoperte dalla gonna tirata su, la camicetta trasparente le sta appiccicata ai seni rigogliosi a causa del sudore.
Mannaia la guarda, ne ammira la bellezza con una faccia porcina e cattiva.
‘Mhh, va bene..’, l’afferra per i capelli, la donna urla trascinata fuori dal bruto, la fa fermare in un spiazzo appena fuori il rifugio.
Tagliandole le corde che le legano i polsi le intima :’Piscia e non fare scherzi, altrimenti ti taglio la gola’.
‘Ma’qui’davanti a lei ?’.
‘Certo”, risponde lui sarcastico, ‘mica sei in hotel, spicciati cagna..’.
Mara non ce la fa più, si tira su la gonna, piccole lacrime le solcano le guance, non può fare a meno di pensare al suo Roberto. Si sfila le mutandine donatale da Karl e sua sorella, imbarazzata, spera che il suo aguzzino non le noti.
‘Ma porc”, esclama lui, ‘guarda questa zoccola che c’aveva’allora sei un gran puttana affamata ? Bene, dentro ce ne sono quanti ne vuoi, tutti veri e non di plastica”, fa lui ridendo sguaiatamente.
Mara si accuccia e fa pipì, è stanca, non le importa di cosa sta dicendo l’uomo, senza mutandine e senza urina nella pancia sta meglio, ha paura e spera che il suo Roberto rinsavisca e la venga a salvare.

Karl guida la macchina come un forsennato, un paio di volte evita l’incidente per un pelo, durante il tragitto spiega tutto al suo vice, Franz, che ancora stenta a credere alla storia.
‘Quindi ora dove ci stiamo dirigendo ?’.
Karl è concentrato alla guida, il viso tirato, risponde :’Verso il lago Hamb..’.

Roberto si risveglia, la testa dolorante, si guarda intorno, si trova in un ambiente sotterraneo, una stanza circolare, è legato ad una struttura di legno a forma di X, le mani legate a due anelli di metallo. Al centro della stanza c’è Beth, sua cugina, completamente nuda, in ginocchio, le mani tenute legate a due catene che scendono dal soffitto. Roberto si rende conto di essere nudo anch’esso, dall’ombra fuoriesce Lui, l’uomo che gli ha commissionato la rapina, quello che lo ha chiamato mesi prima per ingaggiarlo.
‘Eppure mi avevano detto che eri, bravo”, fa l’uomo, ‘..invece hai fatto una bella cazzata, chi ti ha detto di prendere ostaggi ?’.
Roberto lo guarda furioso :’Hai visto chi c’era, mi ha riconosciuto, cosa dovevo fare”.
‘DOVEVI UCCIDERLA SUBITO, ecco cosa dovevi fare, ma questo succede a chi usa dei principianti, rimedierò io”.
‘Non potevo’.io non ho potuto farlo..’, fa Roberto, la voce triste.
L’uomo non gli risponde, si avvicina alla ragazza.

Trascinata per i capelli Mara viene sbattuta sul pavimento da Mannaia, il Siciliano interrompe la sua bevuta :’Allora, perché l’hai portata qui ?’.
‘Potremmo divertirci un po’, guarda cosa portava..’, fa tirando sul tavolo le mutandine particolari indossate da Mara.
‘Hai capito’ allora sei una a cui piace il cazzo’guarda qui ce ne sono molti, sono sicuro che li troverai di tuo gusto..’.
‘No.. lasciatemi stare vi prego..’, fa Mara indietreggiando di fronte l’uomo che avanza verso di lei.
Lo schiaffo la colpisce forte sul viso, piange mentre il Siciliano la strattona e la palpa.
Altri due tizi si avvicinano tenendole le mani in modo di bloccarla mentre lo sgherro le strappa la camicetta, I suoi seni vengono denudati seguiti dai grugniti di ammirazione dei delinquenti che, ubriachi ed infoiati si riversano sulla donna.
Mara sente un onda di mani che la toccano, dita ruvide la penetrano nell’ano, nella vagina, in bocca, guaisce spaventata, gli uomini la fanno sdraiare sul rudimentale tavolo dove prima erano seduti a bisbocciare. Uno dei malviventi le allarga le gambe, un altro si precipita tra le sue cosce leccando con la sua lingua ruvida il clitoride della donna, un altro le fa girare la testa ficcandole in gola il cazzo :’Ciuccia’ Ciuccialo tutto troia, ti voglio venire negli occhi..’.
Uno dei delinquenti le lecca i capezzoli, li tira, Mara urla ma il suo grido viene strozzato da un altro uomo che le piazza in bocca il suo uccello, le girano la testa a destra, a sinistra, i cazzi degli uomini le vengono infilati tra le labbra, sbattuti sul volto.
Quello chiamato il siciliano la penetra, lei urla ancora, lui inizia a scoparla mentre gli altri le sono intorno, ognuno alla ricerca di un buco in cui infilare il proprio cazzo.

Roberto, legato, non può intervenire, il suo capo, l’uomo che ha commissionato la rapina si avvicina a Beth, sua cugina, lei legata alza gli occhi sull’uomo, la sua voce sofferente per la posizione innaturale che è costretta a mantenere :’Nonno’tu’. Che fai’. Liberami ti prego’.’.
Gustav la guarda divertito, davanti a lui sua nipote, la stronzetta che a malapena lo saluta durante le cene di famiglia, la ribelle che gli ha sempre sputato in faccia il disprezzo per la politica sua e del suo governo.
‘Oh mia cara, credo che a questo punto sia impossibile, lo vedi quel bel tizio là..’, fa indicando Roberto legato alla X di legno, ‘.. beh quello è tuo cugino, il figlio di Mara, un rapinatore buono a niente che ti ha coinvolto in qualcosa che non può essere fermato..’.
” sono tua nipote’ ‘, le urla lei disperata.
‘Oh si, ma sei anche un bel bocconcino ed un problema da eliminare”, fa mentre si sfila i pantaloni.
‘..Perchè sprecare un occasione, ho sempre ammirato il tuo corpicino, durante le riunioni di famiglia, agghindata come una puttanella non potevo che darti un’occhiata, ho sempre voluto levarmi lo sfizio con te..’. Gustav si è denudato, si avvicina a sua nipote.
‘Vedi..’, prosegue lui avvicinando il suo cazzo duro alle labbra della ragazza, ‘ad un certo punto della vita non ti servono più amici, parenti, tutto quello che conta è il potere, se non avessi racimolato la mia fortuna non avrei mai potuto occupare la carica di ministro”.
L’uomo poggia la cappella alle labbra della nipote, che si rifiuta di aprire la bocca.
”Chi pensi che abbia finanziato la mia campagna eh ? Quella banda di froci del mio partito ? No mia cara, il mondo è come uno se lo fa ‘ e a me non frega un cazzo di nessuno se non di me stesso.. ‘.
Le chiude il naso con due dita alzandole il viso a farle ingoiare il cazzo nodoso :’Adesso da brava prendi il cazzo del nonno e magari possiamo trovare una soluzione’.
Beth stremata dalla posizione, spaventata, apre le labbra, sente il bastone di carne dell’uomo scivolarle sulla lingua.
‘Ora succhia, e cerca di essere brava se vuoi salvarti”.
La ragazza si aggrappa a quel minimo di speranza, ingoia il cazzo del nonno ed inizia a succhiarlo, lo sente scivolarle in gola, le scappa un conato di vomito, l’uomo spinge più a fondo facendola rigettare.

Mara viene girata a pancia in sotto, il corpo poggiato sul tavolo, le gambe, divaricate, a terra ; mani ruvide le allargano le natiche, altre le vengono infilate nella fica, nel culo.
‘Vediamo la zoccola quanto riesce ad allargarlo”, fa uno dei delinquenti bevendo l’ultimo sorso di vino dalla bottiglia. Si avvicina al culo della donna, Mara viene tenuta ferma sul tavolo mentre a turno la scopano in bocca. Il siciliano le inizia a leccare il culo, la fica, Mara, ormai senza il controllo del suo corpo, sente il calore avvolgerle il ventre, anche in questo frangente la sua parte sottomessa e torbida viene a galla, anche se violentata brutalmente dai suoi rapitori il suo corpo reagisce fremendo di piacere ad ogni tocco, maggiore è la violenza maggiore è il piacere.
Spaventata da quello che prova tenta di reprimersi, la lingua del siciliano le penetra nell’ano mentre mani forti le tengono ben larghe le generose natiche.
‘La zoccola c’ha un bel culo largo’.vieni qui vediamo di finire il lavoro..’.
L’uomo che ha la bottiglia in mano sputa nel buco del culo di Mara, con la mano libera la penetra con tre dita, Mara urla, prontamente un altro cazzo le entra in bocca ad interromperla.

Karl ed il suo vice scorgono la villetta di legno, spengono al macchina e si avvicinano a piedi verso lo spiazzo antistante. Gustav sente un cicalino provenire da un laptop sistemato su un tavolino, sfila il cazzo dalla bocca della nipote che tossisce con la gola rossa dal vomito e dall’atto orale che stava consumando. L’uomo si avvicina allo schermo, veloce si rimette i pantaloni ed afferra la pistola, sale le scale di legno che portano al piano terra.
Karl fa segno al suoi vice di tenere d’occhio l’entrata principale, lui si dirige sul retro della villetta.
Nessuno rumore, un’auto è parcheggiata su un lato della casa, il motore è ancora caldo, prova la maniglia della porta che dà sul retro ma è chiusa, prova a sbirciare attraverso le finestre, nessuno.
Franz Heine è fermo davanti la costruzione, gli scuri delle finestre sono tirati giù, impossibile vedere qualcosa, si avvicina alla porta principale, prova a tirarla è aperta, entra, le luci sono spente, avanza veloce, la pistola tenuta ferma davanti a sé, destra nessuno, sinistra nessuno, avanza nell’ingresso quando da un anfratto buio vede saettare un coltello, troppo tardi, sente un dolore lancinante al collo, un altro lampo ed il mondo si tinge di rosso, si porta le mani al petto, sente l’umido del suo sangue imbrattargli i vestiti, stramazza al suolo, morto.
Karl sente un tonfo, veloce si dirige verso la facciata principale della costruzione, gira l’angolo, un colpo secco sulla nuca, una pala, sviene sul selciato, le mani di Gustav lo afferrano da sotto le braccia e viene trascinato dentro.

Mara viene fatta montare sul cazzo di un altro dei suoi aguzzini, l’uomo si sdraia per terra, lei viene sistemata sul palo di carne a cavalcioni, altri cazzi tra le labbra, le hanno sborrato in viso, sente lo sperma colare sulle sue guance e sul collo, mentre l’uomo sul pavimento la scopa quello con la bottiglia le appoggia il la parte finale della stessa all’entrata del suo culo.
La donna sente che l’orgasmo sta arrivando, cerca di trattenersi, di non far capire agli uomini che quelle umiliazioni non fanno altro che aumentare il suo eccitamento, si vergogna del suo corpo, di quello che le fa provare.
La bottiglia inizia ad entrare, Mara urla, un grido disumano, sente il suo culo slabbrarsi, sente la bottiglia penetrare nel suo intestino sfondandole l’elastico fiore scuro del suo orifizio anale.
Gli uomini ridono, la troia ha il culo sfondato, la bottiglia è penetrata per metà dentro di lei, la sfilano, il buco del culo rimane orrendamente dilatato, ci infilano le dita, a turno, per poi infilarle di nuovo la bottiglia.
Mara sente lo sperma schizzarle nel ventre, si danno il cambio a scoparla, altre schizzi in faccia, è madida di sborra, il culo oscenamente sfondato dalla bottiglia, chi è già venuto osserva ai bordi della scena lo scempio della donna bevendo.

Anche Karl si risveglia nella stessa posizione di Roberto, si guarda intorno, non può gridare quando vede suo padre infilare il cazzo tra le labbra della figlia, Gustav lo ha imbavagliato.
‘Vedi brutto stronzo come mi diverto con la tua piccola Beth”, fa l’uomo mentre dà colpi di bacino penetrando nella gola della nipote, ‘sei sempre stato un perdente, una delusione, ma morirai tu, lei, tutti, quello che conta è la riuscita del piano, fra tre anni ci saranno le elezioni e questa tragedia, la vostra morte per mano di questi delinquenti, sarà il mio trampolino..’.
Karl osserva orripilato la scena, si gira e vede il ragazzo alla sua destra, legato, lo sguardo concentrato nel vuoto. Gustav si sposta, Beth boccheggia con le bava che le cola dalle labbra, viene sciolta dalle catene, si accascia, il nonno le infila le dita tozze nella fica, lei geme di dolore ma non riesce a reagire.
‘Ora me la scopo..’, fa l’uomo rivolto a suo figlio.

Alcuni degli uomini sono sdraiati per terra, Mara li vede ubriachi accasciarsi sui divani addormentati, sono rimasti Il siciliano, ed il mannaia. Le mani del siciliano armeggiano col suo culo mentre il mannaia la sta scopando selvaggiamente, Mara sta godendo, è venuta tre volte riuscendo a nasconderlo. Il siciliano le infila la mano nello sfintere, sente il polso dell’uomo slabbrarle l’orifizio ad ogni movimento, viene di nuovo, stavolta urla.
‘aaaahhh siiii diooooo’.
‘Ma allora ti piace veramente eh !’, Fa l’uomo sotto di lei che la scopa tenendola per le natiche.
‘Eh si..’, risponde il siciliano che continua fotterle l’ano con l’intera mano, ” questa è una gran zoccola… guarda come è fradicia ‘. La mia mano le scivola dentro come se avesse una caverna ‘ godi zoccola ? Stai godendo ?’.
‘Siii ‘ oh diooo ‘ daiii daiii daiii daiii’.
Mara ha perso il controllo, il suo ventre è fuso in un unico godimento, gli uomini aumentano i loro colpi, la fica della donna viene scossa dal cazzo del Mannaia che le tira le labbra della frega violacea e gonfia mentre la scopa, Il Siciliano inizia a slargarle il culo con entrambe le mani, il suo orifizio anale cola sperma ed umori caldi, è dilatato all’inverosimile.
‘..dai, sfondamelo ancora”, fa la donna ormai preda di un raptus inarrestabile..’, l’uomo si alza e le si piazza dietro, le infila il cazzo, ora la scopano entrambi, in entrambi i buchi, Mara viene di nuovo, strillando urlando, anche i suoi aguzzini vengono, dentro di lei, facendole schizzare nel ventre sborra calda.
Giacciono semisvenuti, ubriachi, Mara riesce ad aprire gli occhi, è dolorante, spaventata, si alza, nessuno ci fa caso, ve verso l’angolo dove hanno buttato parte dei suoi vestiti, esce dalla stanza, scalza, le cosce bagnate di sperma sangue e umori.
Il sole è alto, stringe gli occhi, vede il furgone che l’ha portata qui, entra nell’abitacolo e mette la mano sulle chiavi di accensione, si ferma, guarda verso il rifugio.
Mara scende dal furgone, la tanica di benzina è poggiata sul muro di legno del piccolo rifugio, inizia a spargere il liquido tutto intorno, nessuno si sveglia, entra, cercando di fare piano, continua a spargere benzina vicino agli uomini addormentati, ne butta sui divani non occupati, raccoglie un accendino sul tavolo ed un giornale. Esce di nuovo, guarda il sole, senza espressione, accende la punta del giornale arrotolato, butta la torcia improvvisata in una pozzanghera di benzina all’interno, il fuoco divampa. Mara si dirige verso il furgone, accende il motore, inizia a sentire le grida, ingrana la prima, urla più vicine, due torce umane, irriconoscibili schizzano dalla porta del rifugio, si buttano a terra cercando di spegnere le fiamme che li consumano. Mara lascia il freno e parte, le grida sempre più lontane.

Gustav penetra Beth semisvenuta, muove il bacino. Le tira i capezzoli rosei e delicati, lei si sveglia.
‘Ohhh piccola, come sei tenera, poi nonno ti fa anche il culo eh”.
Beth dà un occhiata dietro di se, vede suo nonno in ginocchio che la sta scopando, vede il giovane legato che le fa un cenno, lei annuisce impercettibilmente.
Beth inizia a gemere, il nonno si ferma :’Mah. Godi allora’hai visto Karl che troia che è tua figlia..’.
Beth si sistema meglio, si mette carponi, punta bene le ginocchia divaricando le gambe, gli occhi chiusi :’Dai nonno scopami ‘ mi piace.. ‘.
L’uomo le entra dentro di nuovo, le divarica le natiche per ammirarle il buchino del culo, lo stuzzica col pollice. Karl, allibito assiste alla scena.
‘Ma guarda il tuo papà chi lo avrebbe detto’.’, fa Gustav girando la nipote verso il padre legato ai pali. Karl ha un erezione, la sua mente orrendamente confusa, pieno di odio verso l’uomo che l’ha cresciuto e che ora sta scopando sua figlia, eppure la vista di lei in quella posizione ha risvegliato il suo cazzo, eretto ed eccitato come se quella fosse una normale scena di sesso, l’uomo prova vergogna, vorrebbe scusarsi con la figlia ma il bavaglio glielo impedisce.
Gustav si avvicina al figlio, trascina per i capelli Beth :’succhia il cazzo a tuo padre mentre io ti scopo, forza”.
Beth, in ginocchio, guarda il padre, i suoi occhi sono sereni, gli inizia a leccare il cazzo, sale, gli lecca la pancia, sale ancora fino ad arrivare di fronte al suo viso, gli lecca il lobo nell’orecchio, gli bisbiglia :’lo so che non è colpa tua papà..’, passa all’altro lobo, ” fra poco finisce, tutto quello che faccio lo voglio fare io’ e con te non sarà brutto”.
La ragazza si inginocchia di nuovo, il nonno, che assista alla scena masturbandosi si inginocchia dietro di lei, il cazzo di Karl viene ingoiato dalle labbra delle figlia, Gustav le entra dentro con un secco colpo di reni, la ragazza arcua la schiena per riceverlo meglio.
‘Mhhhh che mignottella Karl, la vuoi scopare anche tu ? se sei buono te la faccio inculare.. eh..’, fa l’uomo rivolto al figlio con piglio cattivo.
Beth ingoia il cazzo del padre a fatica, è troppo grosso, la lingua scivola sull’asta di Karl rendendola lucida e tesa, gli occhi di Beth fissi nei suoi.
‘Daiii ancora”, fa lei incitando il nonno, ‘ mettimelo nel culo ora..’.
Gustav si sfila, Beth si sposta leggermente affinché il vecchio dia le spalle a Roberto.
La ragazza sente il nonno penetrarle nel culo, il cazzo del padre ha un guizzo, sente che sta per venire. Gustav tiene le chiappe della nipote ben divaricate con le mani mentre il suo bastone le scivola nell’intestino.
Roberto ha quasi finito di sfilare le mani dalle catene, le sue dita sottili sono quasi completamente libere, cerca di non far rumore, il suo sguardo perso in un punto non definito, sudato per la concentrazione.
Karl inonda la faccia di sua figlia di sborra calda, gli occhi dilatati dalla consapevolezza, ha sborrato in viso a Beth, lei sembra gradire, l’uomo è in stato confusionale.
‘Ahhhh vengono ti sborroooo nel culo”, il nonno di Beth le irrora l’intestino con una schizzo di sborra. Roberto è libero, fa un passo per accertarsi di poter reggersi sulle gambe, fa uno scatto verso lo sgabello dove è poggiata la pistola, Gustav si gira, sfilando il cazzo gocciolante dalla nipote, si alza e va incontro al giovane. Roberto arma il cane della pistola, la punta verso l’uomo, un colpo, una rosa rossa si allarga sulla fronte del vecchio, fa altri due passi prima di crollare a terra, morto.
Il ragazzo si avvicina a Beth :’Stai bene’ho fatto più in fretta possibile, scusami, scusa per tutto, sparami se vuoi, è colpa mia..’.
Beth lo guarda, la sua voce è tenue, stanca :’Si’ma ci hai salvato la vita, grazie’aiutami a liberare mio padre..’.
I due armeggiano con le catene fino a liberare Karl che toltosi il bavaglio abbraccia la figlia.
‘Scusami Beth..’, fa lui piangendo, ‘..ero costretto..’.
Lei si avvicina al suo orecchio :’Papà lo so’tranquillo..’, fa per scostarsi quando si riavvicina :”e mi è piaciuto.. lo sai ?’. Karl la guarda, non sa cosa pensare, poi rientra in lui, sfila la pistola dalla mano di Roberto e gliela punta addosso.
‘Papà ci ha aiutati”, fa Beth strillando.
Karl guarda la figlia, guarda il ragazzo, di nuovo la figlia.
‘Vestiti, prendi le chiavi della macchina di Gustav ed i soldi, vai a questo indirizzo, trovalo, ti aprirà mia moglie, raccontagli che sei venuto non appena hai saputo del rapimento di tua madre, tu qui non sei mai stato.
‘ma se prendete gli altri parleranno..’.
‘Sanno il tuo nome ?’, fa Karl, non aveva pensato a questa evenienza.
‘No, non sappiamo i nomi degli altri’, risponde Roberto.
‘Bene, allora vai”, fa Karl indicandogli la porta, il ragazzo dà un accennato sorriso a Beth e si dirige verso l’uscita.
Karl stringe la figlia a sé :’ora io e te ci inventiamo una storia.

QUATTRO MESI DOPO.

La casa è silenziosa, il salone deserto, sembra che a casa di Karl Krueger non ci sia nessuno.
Un gemito, un urlo.
‘Ahhhh ancora daiii, si usalo di nuovo”.
Chiara è chinata sul tavolino della sua camera da letto, Karl le sta infilando un grosso vibratore nel culo, Beth da sotto le lecca la fica :’daii mamma schizzami tutto sulla faccia’.
Karl porge il cazzo alle labbra di sua figlia, muove il grosso fallo nel culo di Chiara, lo vede dilatarsi e stringersi. Mara sta succhiando il cazzo di Roberto, se lo infila in gola, gli succhia le palle.
‘Mhhh mamma, sei fantastica, si iii sulla punta, daiiii..’.
Ora Karl è dietro a Chiara e sua figlia, entrambe a pecorina, le penetra a turno, mentre loro gli offrono il buco del culo aperto e caldo.
Mara avvicina la fica alle labbra della piccola Beth, lei tira fuori la lingua leccando la vulva aperta della zia, sente i suoi umori colarle in bocca.
Roberto entra nel culo di Beth :’Siii Roby’dai scopami nel culo, allargamelo, infilaci le dita..’.
Mara e Chiara inginocchiate leccano il cazzo di Karl, le loro lingue si intrecciano tra di loro, sulla cappella rossa dell’uomo, si toccano entrambe la fica col le mani.
‘Vengo’ ohh vengo ‘.’, fa Roberto tenendo con le mani le natiche della cugina.
‘Vienimi dentro il culo dai Roby’.fammelo sentire’.
Il ragazzo le fiotta uno schizzo di sborra nel culo, Beth si gode la sensazione di sentirla colare dentro di sé.
Karl schizza in faccia alle due donne, che ingorde si leccano il viso ed ogni goccia di sperma, Beth si avvicina al padre, gli pulisce il cazzo con la lingua, il padre la guarda :’Brava piccola, pulisci il cazzo di papà’. Dai ora andiamo in bagno, devo pisciare.. ‘.
Tutti si alzano, le tre donne si mettono nella grande jacuzzi della stanza personale di Karl, si baciano tra loro, Beth lecca i capezzoli della madre, Chiara sditalina la sorella mentre la bacia.
I getti di piscia calda le investono all’improvvisa, le donne la bevono, se la spalmano sulla fica, se la versano una dalla bocca dell’altra. I soldi della rapina sono stati ufficialmente dichiarati scomparsi, oggi è giorno di festeggiamenti.

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