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OrgiaRacconti erotici sull'IncestoTrio

George e Antonella

By 28 Aprile 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

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Quella mattina, stranamente, mi ero svegliato da solo. Ovviamente avevo il cazzo duro come una trave. Mi alzai, mi preparai cappuccino, pane e marmellata e una spremuta di arance. Misi tutto sul vassoio e tornai a letto.
Colazione tranquilla guardando la tv, una spulciata a internet e relax totale.
Non avevo impegni quel giorno e me la sarei spassata un po’. Peccato il pisello che teso e dritto mi chiedeva di potersi rilassare anche lui… Magari mi faccio una sega pensai….magari anche due….
Per fortuna il problema si risolse da solo mezz’ora dopo quando mia zia Luisella aprì la porta ed entrò in casa… Non ricordavo nemmeno di averle dato le chiavi quindi per un attimo il rumore mi spaventò, tanto che balzato giù dal letto andai in corridoio a vedere cosa stava capitando. ‘Zia?’.
‘O George sei a casa? Scusami ti ho svegliato?’ disse la mia bella zietta matura.
Luisella era la sorella più vecchia delle quattro che aveva mia madre. Bionda, un po rotondetta, bel culone e tette enormi…. Come sempre indossava la gonna corta al ginocchio, le calze nere velate e una camicetta che nascondeva appena quel voluttuoso seno. Ai piedi gli immancabili tacchi bassi da sei.
‘No no ero sveglio… Ma non sapevo avessi le chiavi del mio appartamento’.
‘me le ha date tua madre. Dice che ha lasciato qui ‘.-fece una pausa- si ha lasciato qui una cosa e…’.
‘Che cosa di preciso….?’.
Lei arrossì ‘Bhe magari l’hai già trovato’.
‘Non so sono tornato ieri sera da Sidney e non ho fatto l’inventario’.
‘Bhe insomma ha lasciato qui un cazzo a cintura’.
‘A!’ sorrisi.
Facendola breve la zia mi raccontò che la mia cara mammina si era presa una mezza cotta per la polacca che veniva a farmi le pulizie. Quindi era venuta a casa proprio quando sapeva di poterla trovare e avevano finito per farsi una bella lesbicata…
Poi le era venuto in mente che sarei tornato a casa nel week-end, che aveva dimenticato il suo giochino che aveva certo usato con la badante Marika e aveva chiesto alla sorella di andarlo a prendere…
Per tutto il tempo abbassò gli occhi cercando di non fissare il mio corpo nudo e il mio uccello teso e di marmo. Ma era chiaro che sbirciava, esattamente come io le guardavo le cosce inguantate nel nylon che trovavo sensualissime.
‘Bho chissà perchè tanta fretta… mica è la prima volta che fa lesbo con una vacca….’.
Commentai senza sconvolgermi. La mia mammina aveva fatto ben di peggio…
Certo quando zia tirò fuori dalla vasca da bagno un cefalo di 40 centimetri nero e tutto borchiato capiii… ‘Minchia da sfondarsi!’ dissi.
‘Forse non voleva sconvolgerti’ ipotizzò la zia.
‘In effetti faceva prima a farsi montare da un cavallo….’ e risi anche io.
Zia Luisella prese l’aggeggio e lo fece sparire in una borsa che si era portata dietro. ‘Spiace che sono venuta per nulla. Senti che ne dici di far finta di non averlo visto. Ultimamente tua madre ha tanti problemi non voglio dargliene un altro’.
Le toccai il culo con una manata ‘e chi lo ha detto che sei venuta per niente’.
‘Ummm si ho visto che sei bello teso tesoro…
Sbottonò la gonna che le scivolò fino alla caviglie. Sotto aveva solo il collant nero velato senza mutande. La sua fica cespugliosa era bellissima da vedere.
Mi chinai e iniziai a leccargliela attraverso il collant con l’idea di darle dei piccoli morsi fino a strapparli… Il pelo della patatona mi fece il solletico mentre ficcavo la lingua nell’utero penetrandola più che potevo.
Zia Luisella era già un lago. Prese a gemere a tutto spiano mentre io sentivo il cazzo vibrare dalla voglia di fotterla.
La portai a letto e lei si mise a pecorina offrendomi una bella veduta del suo culone. Le montai in groppa e, quasi senza spingere l’uccello le entrò nella figa ormai pregna di liquame. Il collant strappato a misura di uccello si aprì ancora un po’ mentre pompavo, le grandi poppe ciondolavano ritmicamente ad ogni colpo di reni…
‘Ummm quanto mi è mancato sto cazzone’ sussurrò la zia.
In effetti era quasi un annetto che non trovavamo occasione per farci una bella chiavata ma ero sicuro che la troia con qualche zucchina o qualche fallo di gomma si era comunque trovata di che godere.
In fondo era da capire, suo marito ce l’aveva davvero piccolo e se ciò non bastasse aveva pure un po’ di eiaculazione precoce tanto da venire ancora prima di poterlo infilare nella moglie… Sicuramente lo zio aveva tante altre qualità e per questo zia Luisella probabilmente lo amava ma di certo a letto non era molto utile.
Fra l’altro se avevano un figlio ormai maggiorenne il merito era quasi tutto mio che, giovane e voglioso, l’avevo riempita una volta di troppo.
La cosa all’inizio ci aveva dato di che pensare ma, fatti gli esami, il bimbo si era rivelato sano e in salute e persino col pisello bello lungo mia eredità che gli avevo donato. Lo zio cornuto e ignaro era stato felice di avere un figlio, la zia lo stesso anche se mi aveva chiesto di non ripetere la cosa. Alla fine tutto era andato bene e ci eravamo persino sollazzati come porci mentre aveva il pancione pieno. Anzi, da pregna, zia Luisella era parsa persino più vacca.
Dopo avevamo iniziato a fare più attenzione e avevo preso l’abitudine di schizzarle nel culo per non correre rischi. Lei era stata subito d’accordo ed era stata una buona scusa per convincerla a farsi infilare la mazza anche in quel buco che così avevo avuto il piacere di sverginare a dovere….
In effetti anche se da allora erano passati anni, mentre la montavo notai subito come il dito le entrasse nell’ano senza fatica…
‘Che scema tua madre a farsi coi cefali di lattice quando ha questo uccello cosi bello e grosso e vero in casa’ sospirò la zia.
‘Stai tranquilla che prende anche questo solo che lo sai che le piace fare il maschio con lo straphon’.
‘Lo so, lo so, ho avuto il piacere anche io di essere montata stai tranquillo’ e rise mentre contraeva la figa sentendo arrivare un altro orgasmo.
Aggrappato a quelle belle maniglie dell’amore me la spassavo come un pazzo fin chè non sentii la cappella gonfiarsi pronta ad esplodere… La zia dovette avvertire la cosa perchè subito mi disse ‘Sono in menopausa da due anni fai pure caro’.
‘Sei sicura? Vuoi rischiare?’.
‘Ummm si fammi una doccia di sborra. Riempimi. Voglio venire mentre sento la frustata del tuo spruzzo dentro di me. Siii’.
‘Ummm si zia….. Siiiiiii’ e mi lasciai andare.
‘ooooo si anche io siiiii’ mugugnò lei tutta calda.
Era la prima del mattino quindi quella più fluente. Credo che, minimo gliene misi dentro un litro. Quando glielo sfilai la ficona colò sperma per quasi due minuti.
‘A posto cosi?’ domandò seria mentre se ne stava ancora ferma a pecorina a farsi colare sperma lungo le gambe e sul collant.
‘Bhe in effetti visto che sei già nella posizione giusta ne approfitterei? Tu hai fretta zia?’.
‘Basta che mi lasci andare per le undici che devo far da mangiare a tuo zio e tuo cugino’.
‘Non sono neanche le dieci’ risposi guardano l’ora e, senza esitare, glielo piantai secco nel culo con un unico colpo che la fece ululare come una cagna.
Alle undici meno un quarto dopo essere venuto altre tre volte e averle riempito anche la bocca e le tette le lasciai il posto nella doccia perchè si ripulisse mentre io, sempre nudo me ne andai in veranda a fumare una sigaretta e a bermi la mia spremuta. Quando la zia tornò feci in modo che trovasse un paio di calze di nylon ancora chiuse nella loro busta sigillata.
La zia uscì dalla doccia in accappatoio. Aperto, si vedeva praticamente tutto. Prese la busta ‘E queste calze?’.
‘Sono della nonna. Di scorta per quando viene a trovarmi…’.
‘A. Immagino come mai le strappi qui da te…. Vecchia porca….’.
‘tale madre, tali figlie’ risi io.
Lei rise, tolse l’accappatoio e prese a indossarle. ‘Queste però sono autoreggenti così mi resta la patata al vento’.
‘Che devo dirti metti le mutande’.
‘Ma dai che lo sai che nella nostra famiglia non si usano. Però almeno un collant tanto per non avere proprio la presa d’aria in bella vista….’.
‘bhe io ho queste, se vuoi i tuoi collant pieni di sborra saranno sul pavimento in camera’.
‘No, no le tengo…. Si passò la mano sulle gambe accarezzando le calze ‘certo che tua nonna… Settantanni suonati in calze a rete….’.
‘bhe che hai contro le calze a rete…. Guarda che effetto che fanno’ e le mostrai che solo a guardare il suo corpo nudo che indossava le autoreggenti già lo avevo duro più di prima’.
‘Aaaaa…. Quindi le mette per fare quello la troia di tua nonna’ esclamò la zia.
‘Che poi è anche tua mamma – Zia sei troppo figa con quelle calze’.
Lei fissò il cazzo teso ‘Lo vedo, lo vedo…’.
‘Peccato che devi andare….’.
Lei mi fece l’occhiolino e si avvicinò ‘vuol dire che il cornuto si farà da mangiare da solo’… Mi montò in braccio sbattendomi le tettone in faccia e senza esitazione si fece scivolare dentro la canna dura di carne….un’altra volta….
‘Certo che così finisce che mi si smagliano anche queste calze…’ borbottò mentre già mi cavalcava’.
‘Non ti preoccupare ne ho altri dieci paia…’ e affondata la faccia nelle sue tettone mi dissetai succhiando i suoi capezzoli duri come chiodi….
Quando finimmo di scopare era pomeriggio inoltrato.
Quella sera avevo invitato mia madre a cena noi due soli. Avrei preparato io qualcosa di buono, poi avremmo parlato un po’, bevuto un bel po e quindi a letto tutta la notte…
Andai a fare un po di compere per la serata. Anche se sono molto pigro a farlo posso dire che non me la cavo affatto male tra i fornelli, merito anche di un paio di cuoche di straordinaria bravura che oltre ad avermi lasciato ottimi ricordi fra le lenzuola hanno anche trovato il tempo di insegnarmi qualcosa…
Avevo il mio bel carrello da spingere e stavo studiando il banco verdura quando notai una donna sulla quarantina che mi passava a fianco.
Era impossibile non notarla: minigonna, calze nere, tacchi, una stazza un po abbondante e soprattutto due tette da paura.
Lo ammetto ho un debole per le mature, specie se sono un po grassottelle e in carne ma non esitano ad indossare i tacchi e le gonne corte. L’effetto di quei trampoli da alla loro camminata un senso di ‘mucca al pascolo’ che trovo irresistibile ed eccitante.
Se per una donna giovane e filiforme tacchi e mini sono sinonimi di eleganza per queste rubiconde mature sembrano solo segno di troiaggine…
In più, wow, aveva davvero due tette che erano uno spettacolo. Due belle pere che traboccavano sotto alla camicetta e che non domandavano altro che esplodere magari palpate dalle mie mani vogliose.
Mi accorsi che il cazzo mi stava diventando duro sotto ai jeans e cercai di darmi un contegno ringraziando di non indossare ancora gli short o peggio… Non che mi faccia problemi a mostrare con orgoglio la trave che ho tra le gambe, ma esibirlo in mezzo al supermercato non era proprio il caso.
Così tornai a concentrarmi sulla spesa ‘pomodori…. una melanzana…… ma dove è il prezzemolo?’.
La bionda matura era già passata al banco latticini. Tanto meglio visto che avevo bisogno di formaggio avrei dato ancora una bella occhiata alle gambe, al culo, alle poppe… Guardare non costa nulla.
Però cazzo….ma che stava facendo? Per un secondo pensai di averlo sognato ma poi lo rifece una seconda volta ed ero certo di aver visto bene. Si era portata un pezzo di formaggio (credo di Provola) al naso, lo aveva annusato con lungo trasporto come se ne volesse verificare la qualità e intanto, l’altra mano, le si era infilata velocemente sotto la gonna.
Ora ci può anche stare che le si fosse infilato l’elastico delle mutande nel culo o che le tirasse il collant ma quando lo fece per la terza volta e la mano restò li a lungo muovendosi delicatamente mentre continuava ad odorare quel pezzo di formaggio, non c’erano dubbi. Si stava accarezzando la patatona….
Non potevo farne a meno. Mi avvicinai.
La donna mi notò e lesta tolse la mano da sotto la gonna facendo finta di nulla.
Io, come nulla fosse, presi a mia volta un pezzo di Provola confezionata e poi, senza guardarla, dissi ‘chissà se è della stagionatura giusta?’.
Lei non disse nulla, aveva già messo il suo pezzo di formaggio nel carrello pronta ad andare via quando aggiunsi ‘lei che dice signora? E’ di qualità questa Provola?’.
Lei mi fissò dritto negli occhi. ‘Io la adoro’ e accennò un mezzo sorriso.
Mi feci più vicino abbandonando il carrello ‘Ho notato che se la stava proprio gustando’ e le feci l’occhiolino.
Non so se capì che avevo visto tutto o se notò più che altro il cazzo che mi si stava visibilmente indurendo lungo la gamba fatto sta che ammiccò ‘ho visto subito che sei un tipo goloso’.
‘Bhe di solito si, soprattutto di patate, belle patate umide magari un po’ mature. Sono quelle che preferisco….E poi pere. Gigantesche, succulente pere. Sapesse quanto mi piace ciucciarle….’ e intanto le fissavo dritto il solco fra gli enormi seni.
‘Piacciono a tutti le pere belle grosse’ commentò lei.
‘Bisognerebbe avere il tempo di assaggiarle con calma’ annuii.
‘Magari poi ci starebbe bene anche una bella zucchina. Sai di quelle belle grosse e dure’.
‘O si si, una zucchina dura in mezzo alle pere fa proprio gourmet da chef’ e ridemmo insieme.
‘Piacere io sono George’ dissi porgendole la mano.
‘Antonella piacere mio -poi mi accostò la bocca all’orecchio- comunque ho una ottava’.
‘Alla faccia delle pere qui parliamo di angurie’ e ridemmo ancora.
La aiutai a finire rapida la spesa mentre riempiva il carrello di latticini e aggiungeva un paio di bottiglie di spumante secco che forse non aveva previsto e lesti fummo alle casse…
‘Ma che fai paghi tu?’ mi chiese.
‘Tranquilla è un piacere’ dissi porgendo alla commessa la carta di credito.
Antonella intanto chinata in fono alla cassa metteva tutto dentro alla busta della spesa. Era chiaro che anche lei aveva la stessa premura di andare in un posto tranquillo e appartato.
La posizione però così arcuata in avanti era troppo bella. Le pere ondeggiavano, il culo formoso ballonzolava, la gonna si era alzata un pelo.
Incurante di sguardi estranei allungai la mano per palparla un po’ sotto panni.
‘Wow’.
Non so se mi stupì di più che non avesse le mutande sotto al collant o che quest’ultimo fosse tutto zuppo di umori femminili.
‘Cazzo ma sei già venuta?’ le sussurrai.
‘Non resisto. Quando sento odore di Provola mi eccito troppo e mi bagno quasi senza toccarmi’.
‘Strana sta cosa’.
‘Ognuno ha le sue perversioni’ mi disse mentre scendevamo ai parcheggi sulla scala mobile.
‘O puoi dirlo forte’ ammisi rivedendo nella mia testa rapidi flashback di tutte le porcate che avevo combinato io.
‘L’hai mai fatto mangiando Provola?’ chiese intanto che ci avvicinavamo ad una Panda grigia.
‘No. Ma non vedo l’ora di provarci’ sorrisi io.
‘Allora seguimi Cow-boy così potrai tirare fuori quella pistola che ti sta scoppiando nei pantaloni. E salita sulla panda avviò il motore.
Raggiunsi il più in fretta possibile la mia Cayenne parcheggiata poco più avanti e mi avviai in fretta per non perdere contatto con Antonella.
Solo in quel momento realizzai che avevo mollato il carrello al banco latticini e non avevo fatto la spesa.
Peccato avevo perso due euro, ma pazienza sorrisi.
Cercando di guardare comunque la strada presi l’iphone e digitai veloce un messaggio a mamma ‘mi spiace ho avuto un contrattempo. Niente cena. Rimandiamo a fine settimana mamy?’.
Dopo pochi secondi arrivò un messaggio ‘Tranquillo caro. Ci vediamo domenica. Nessun problema’
Mamma sapeva sempre essere comprensiva anche se mi immaginai che adesso si sarebbe data da fare per trovarsi qualche troia per riempire la serata….
Intanto la Panda stava accostando sotto ad una palazzina. La sensuale gamba di Antonella fasciata nel nylon del collant era già apparsa fuori dalla portiera. Mi parcheggiai giusto dietro mentre lei prendeva la borsa della spesa.
Trattenendo i nostri impulsi salimmo in ascensore fino al quarto piano. Stare così stretti e vicini non faceva che aumentare la nostra voglia. Avevo il suo petto così vicino che potevo quasi sentire i suoi capezzoli pulsare induriti sul mio petto…
Aprì la porta di casa e non mi trattenni più. Chiusi la porta con un piede e intanto l’avevo già spinta contro il muro. Le nostre bocche si avvicinarono. La mia lingua le entrò in gola e una mano scivolò sotto alla gonna…

I bottoni della camicetta si aprirono, il reggiseno bianco li tratteneva a stento e non ci mise molto a volare via insieme alla camicetta lasciando Antonella nuda dalla vita in su.
Che spettacolo magnifico. Due enormi, mature angurie pronte per essere gustate.
La mia mano abbandonò il lago che aveva tra le gambe e si agguantò sul suo seno destro che presi a strizzare e massaggiare con tutta la voglia di sesso che avevo in corpo.
Antonella intanto non se ne stava certo con le mani in mano. Con sapiente maestria mi sbottonò i pantaloni, abbassò la zip e li accompagnò piano piano mentre mi calavano fino alla caviglie.
‘A sei socia del club odiatori delle mutande anche tu’ commentò lei notando che non avevo intimo.
‘Difficile trovarne della mia misura’ dissi e mollando a malincuore le tettone feci un passo indietro per poterle mostrare tutta l’erezione del mio uccello in tutta la sua magnificenza.
‘Cristo ma cos’è un palo?’.
‘Un palo per signore in calore’ dissi mentre lei spinta da un istinto naturale me lo afferrava salda con la mano e iniziava a segarmi con grande maestria…
Approfittai che era già un po china per metterle una mano sulla nuca e spingerla verso il mio inguine. ‘A porco vuoi soffocarmi?’.
‘Non dirmi che non lo vuoi’ dissi mentre con la mano tornavo a palparle un seno.
‘Ummm, fammi prendere un bel respiro’ disse lei.
Un attimo dopo era china su un ginocchio e appoggiava la bocca sulla mia cappella turgida pronta a farmi un pompino fantastico.
Le sue enormi tette mi ballonzolavano sull’inguine e ne sentivo tutto il calore e la dolcezza che aumentava il mio orgasmo.
Antonella aveva metà cazzo in bocca, ciucciava a tutta forza e intanto con la mano mi muoveva il cazzo avanti e indietro…. ‘O si cazzo…. O si dai che ti sborro sulle tettone siiiii’.
Lei mollò la presa, si tolse il mio attrezzo dalla bocca e mi guardò indispettita. ‘Di già? Ma cazzo allora è solo di figura se schizzi dopo tre slinguate e poi ciao’.
‘Cara ma con chi credi di parlare…. Questo è a getto continuo. Posso schizzare 4/5 volte prima che mi cali l’erezione e anche dopo bastano dieci minuti e torno operativo’.
‘Scherzi?’ disse lei.
‘Provare per credere. Sdraiati a terra che facciamo una bella spagnola e poi vedrai’.
‘Sono proprio curiosa’ ammiccò lei.
Obbediente si sdraiò sul pavimento, si sfilò la gonna da sotto il culo ma quando fece per togliere anche il collant la bloccai ‘Quello tienilo ti prego. E’ così sexy la figa sotto al collant’.
‘Bella da vedere ma….per infilare…’ balbettò la donna.
‘Tranquilla. Te lo strappo a morsi’.
‘A porcone disse’ e tutta allegra si sdraiò lunga distesa sul pavimento.
Mi misi comodo sul suo ventre. Infilai il cazzo fra quella latteria di tette lasciando che lei spalancasse di nuovo la bocca e si saziasse con quanto più cazzo poteva ingoiare.
Ciucciava come una professionista.
Si mise le mani sui seni. Strinse come se dovesse stritolarlo e iniziò a muoverle su e giù a tutta birra. Era un paradiso….
‘O si cazzo. Si Antonella cazzo come godo siiiii’.
Il cazzo era di marmo. I coglioni pieni e roventi. Antonella ciucciava e passava la lingua sul prepuzio dandomi scariche di adrenalina incandescenti.
Qualche minuto dopo ero al limite ‘O si, sborrroooooooooo….. Bevi troia bevi’ e con uno spasmo schizzai un fiotto di sborra che andò dritto giù in gola alla donna.
Di reazione se lo tolse di bocca mentre la sborra le colava giù lungo le labbra. Il cazzo le si poggiò nel solco delle tette, me lo presi in mano veloce e con qualche segata feci altri due abbondanti schizzi inondarono per bene anche le tettone….
Allungai le mani, afferrai i seni e li massaggiai col mio sperma come se fosse crema rassodante.
Sentii la sua mano che si allungava afferrandomi il cazzo ‘Oi non scherzavi qui sotto è ancora di marmo….’.
‘Te l’avevo detto cara. Ora ti faccio un buchino nel collant e te lo faccio provare’.
‘No dai, aspetta un minuto. Andiamo sul divano che voglio farti provare anche la Provola’.
Mi fece sedere nudo su un divano in salotto e semi nuda con i soli collant neri che enfatizzavano la bellezza del suo pelo pubico sparì in cucina….
‘Tienilo così duro che torno subito caro…. Vedrai che bella serata che ti faccio passare’.
‘Non vedo l’ora’ risposi mentre le mostravo che avevo il cazzo completamente eretto in attesa della sua figa.
Tornò dopo una decina di minuti, nuda, con una vestaglia a fiori aperta. Purtroppo aveva tolto i collant e ora dava aria alla figa pelosa in bella mostra. Le grandi poppe erano in bella mostra coi capezzoli duri come chiodi. Il mio cazzo era teso in tutto il suo splendore.
Antonella aveva in mano un vassoio con il formaggio già tagliato a piccole fette e due calici pieni di spumante… Sta cosa del formaggio la faceva arrapare davvero.
Mi sedette accanto strusciando le poppe su di me e ne approfittai per accarezzarle una coscia. ‘Ti faccio assaggiare la provola caro’ disse.
Avrei preferito assaggiare subito il suo succo di figa ma dissi comunque si.
Lei prese un piccolo spicchio se lo portò alla bocca e lo leccò un paio di volte con il fare da vera porca quindi fece il gesto di avvicinarmelo alla bocca ma, quasi subito, cambiò direzione.
Spalancò le gambe, e si passò il formaggio sulle carnose e sporgenti labbra vaginali ‘un po di salsa per insaporirlo’ disse.
Idea deliziosa….
Iniziammo a mangiare cosi. Io le passavo la provola sulla figa prima di mangiarla e lei alternava a ogni fetta delle lunghe succhiate al mio cazzo… Andammo avanti così lenti e arrapati fin che non finimmo tutto il vassoio.
A quel punto Antonella non ne poteva più e anche io sentivo il cazzo vibrare di forza propria per quanto aveva voglia di fottere.
‘Tesoro non ce la faccio più. Impalami’ disse. Si alzò in piedi, mi scavalcò con la gamba scivolandomi in braccio e, mentre le poppe mi si strusciavano in faccia si impalò sul mio cazzo facendoselo scivolare dentro fino ai coglioni ‘Madonna mia me lo fai uscire dalla bocca’ mugolo mentre già cominciava a godere.
Assestato bene il mio manganello dentro all’utero cominciò a cavalcarmi come una vacca impazzita. Io dal canto mio avevo piazzato la faccia nel suo tettame e ciucciavo che era un piacere… Di tette così non avevo mai abbastanza.
‘O si, o si si sfondami siiiii’ nitriva Antonella aumentando il ritmo ad ogni cavalcata.
‘Ummmm dai si dai porcona’ mugugnavo io.
‘Vengooooo, si ancora siiiiii’…. non so quanti orgasmi ebbe la vacca ma dopo una quindicina di minuti di quella cavalcata selvaggia mi lasciai andare e le riempii la figa di sborra….
Lei si gettò a terra sul tappeto sudata ed esausta ‘Wow che scopata!’.
‘E non ho mica finito tesoro’ dissi alzandomi in piedi.
Prima che avesse a dire altro l’avevo già fatta mettere a pecorina e la montavo a tutta forza con le mani che le scorrevano sotto alla spalle e le mungevano le tettone….
‘O cazzo siiii. Cosi lo sento anche di più…. Siiiii….. Sfondami porco’ implorava la troia.
‘Dai dai che te lo faccio uscire dalla bocca’ incitavo io mentre la fottevo a tutta forza aumentando il ritmo come un martello pneumatico…
‘Oooooooooo….. Esci Esci cazzo esci!!!’ urlò lei.
Le obbedii senza capire ma appena sfilato l’uccello fu come stappare una bottiglia di spumante. Un fiotto denso e pesante di umori orgasmici le schizzò fuori dalla vagina colando a terra. ‘Non ero mai venuta così disse…Mi hai fatta sborrare’ disse.
‘Già’ dissi io ma, siccome era ancora a pecora e io avevo ancora il cazzo marmoreo senza girarci tanto attorno glielo piantai in pancia un’altra volta e me la montai ancora per un po’ fin che un terzo orgasmo che le inzuppò la figa non placò un po la mia voglia di sesso…

Lo sfilai e glielo diedi da succhiare. Adesso, lo ammetto, avevo perso un po di vigore e un aiutino con la lingua non mi avrebbe fatto male. Antonella, ancora a pecorina, non si fece pregare, appena ebbe il cazzo puntato in faccia aprì la bocca e si mise al lavoro….
Glielo sfilai dalla gola quando era di nuovo bello duro e le sorrisi malizioso.
‘Che vuoi fare un altro giro nella mia fichetta tesoro?’.
‘Veramente vorrei fare un giro nell’altro buco’.
Lei sbalordì ‘Ma sei pazzo? Con un affare così? Ma vuoi spaccarmi in due davvero?’.
‘Tranquilla non sei mica la prima che inculo….E’ solo questione di tecnica e pazienza fidati’.
‘Se però fa troppo male smetti ok?’.
‘Ok’ dissi senza alcuna intenzione di obbedirle e poggia la cappella umida di saliva fra le sue chiappone.
Il culo della troia non era vergine, si vedeva e si sentiva. Non stupiva per nulla che una porca così si fosse già fatta inculare alla grande. In ogni caso per una trave del mio diametro era sempre come sverginarle di nuovo…. La cappella entrò senza troppa fatica. Antonella fece appena un timido belato e già piano piano stavo spingendo in avanti per fargli entrare il cazzo dentro….
Nel frattempo, per distrarla dal dolore le avevo anche messo due dita in figa e la masturbavo dolcemente. Sotto era un vero lago…
‘Ci sei tesoro…Comincia a bruciare un po’ disse dopo un po’.
‘Rassegnati sono neanche a metà porcona’.
‘Ummmm mamma mia!’.
Diedi un secco colpo di reni. ‘AIA!’ cacciò un urlo lei.
‘Rilassati vacca. Se contrai il culo è peggio’.
‘Fffffa maleee’.
‘Pazienza’ e diedi un secondo colpo deciso sfondandola di altri centimetri.
‘Cazzzzzz! Piano ti prego pianoooooo’.
‘Resisti vedrai che poi diventa bellissimo’ la consolai masturbandole la figa più forte.
‘Bastardo tu vuoi davvero che mi esca dalla bocca’ singhiozzò.
Terzo colpo secco: SPROOK.
‘PORCAVACCAMIGNOTTAMERDA!!!!!’ urlò Antonella con tutto il fiato che aveva in gola ma ormai avevo i coglioni appoggiati alle sue chiappe.
Le baciai la schiena per tranquillizzarla un po mentre si abituava a quella trave nel culo ‘Adesso vedrai che diventa bello’.
‘Ummmm si, si comincio a sentirlo bene si….’
Cominciai piano con colpi delicati e leggeri mentre lei gemeva passando dal dolore al piacere…. Ci stava prendendo gusto…. Poco dopo era lei ad incitarmi a pomparle nel culo con tutte le forze che avevo ‘O si cosi siiii! Pompa! Pompa forte! Sfondamiiiiiiiiiiiii’.
Mi aggrappai ai suoi fianchi con tutte le forze che avevo e presi a fotterla come un dannato ‘Si si godo…. Si ti faccio un clistere di sborra….’.
‘O si si…. O si ho il paradiso nel culo!’
‘Sborrrooooooooooooo!!’ ululai infoiato.
‘Dai dai si’.
Sentii il piacere divino del mio uccello che spruzzava litri di sperma dentro di lei. Eravamo al culmine del piacere quando una voce alle nostre spalle urlò ‘Mamma ma che cazzo fai?!!’
Mi voltai con il cazzo ancora nel culo di Antonella e vidi un ragazzino di non più di vent’anni che mi fissava con lo sguardo basito.
Antonella si tuffò in avanti e il mio uccello che non si era potuto svuotare a dovere fece un sussulto dolorosissimo, come una frustata sull’inguine.
La donna fece una veloce rotazione su se stessa e fissò il ragazzo ‘Bruno caro come mai sei già a casa?’.
‘Ho finito prima a calcetto’ mormorò lui a testa bassa.
‘Lui è il mio amico George’ disse la donna cercando di mostrargli un sorriso.
Il ragazzo mi squadrava malissimo. Non sapevo cosa dirgli e in più avevo ancora il cazzo teso e duro che mi tirava la sborrata interrotta….
‘Siete due stronzi’ disse il ragazzo e scappò via quasi correndo…..

Restammo noi due sul divano ancora nudi a fissarci. Antonella si era rimessa la vestaglia anche se non nascondeva un gran che. Io, anche volendo, non avrei potuto rimettermi i pantaloni con l’erezione così evidente. La cosa migliore sarebbe stato farmi fare un pompino da Antonella o almeno una sega ma capendo l’imbarazzo della situazione non osai chiedere.
‘Mi dispiace tanto…. certo che però avessi almeno chiuso la porta’.
‘Se qualcuno non mi avesse messa l’uccello in bocca appena entrato magari ci avrei pensato’.
‘Scusa. Non immaginavo avessi gente a casa’.
‘Ho lui, una figlia più grande più mia sorella maggiore e la figlia a carico’.
‘Azzz….E vivete tutti qui?’.
‘Si da quando mia sorella ha divorziato dividiamo la casa’.
‘Potevi dirlo che avevi tutta questa folla, andavamo in un posto più appartato’.
‘Mia sorella è in viaggio per qualche giorno, mia figlia e mia nipote fanno l’università a Verona e tornano solo nei week-end e Bruno doveva avere calcetto fino all’ora di cena… Cazzo ne sapevo che tornava quasi due ore prima’.
‘Nessuno poteva saperlo’ ammisi.
‘Bhe ormai la frittata è fatta…. Almeno fossimo andati a scopare in camera non mi avrebbe trovato che me lo faccio mettere nel culo come una vacca’.
‘Vuoi che me ne vada?’:
‘Non so….Da un lato sarebbe meglio ma dall’altro ho paura che quando saremo soli dovrò affrontare la cosa. Fin che ci sei tu so che resterà buono in camera…. Forse vorrei non te ne andassi più’.
‘Ma scusa tu sei divorziata giusto?’.
‘Si da sei anni’.
‘Quindi a parte magari il culo che male hai fatto…. Mi pare grande per capire che hai le tue esigenze….’.
‘No George tu non capisci. Bruno è un ragazzo così timido e introverso che…. Insomma è come dire…..’.
‘Edipico’ dissi io:
Lei non capì. ‘Intendo che ha il complesso di Edipo ossia che ha sviluppato un attaccamento alla madre di natura sessuale….Succede spesso ai figli di divorziati. Quando la madre resta sola sviluppano un senso di gelosia e possesso nei suoi confronti…’.
‘Si ecco bravo però non è solo quello….Tu non puoi capire’.
Le accarezzai i capelli ‘Bhe raccontami allora’.
‘E’ stato due anni fa. Forse ero un po su di giri perchè avevo bevuto, forse tutti quei suoi sguardi sul mio seno mi avevano stufato…. Insomma per fartela breve ci siamo seduti in salotto a mangiare formaggio e io ero con la stessa vestaglia che ho adesso…’.
‘A bhe avrà apprezzato’ sorrisi.
‘Anche troppo. Aveva i pantaloni che stavano per scoppiare’.
‘Gli hai fatto una sega?’
‘No. Gli ho proprio tirato un pompino….ed è stato solo l’inizio’:
‘A però…..ragazzo fortunato’.
‘Aveva fatto 18 anni giusto il giorno prima e sapevo che era ancora vergine. Sapevo che ne soffriva e ho pensato che potevo…..potevo sbloccarlo capisci?’.
Più che altro pensai che la porcona aveva così voglia di cazzo che si era presa il primo che le era arrivato a tiro ma non lo dissi per non offenderla.
‘Quindi avete scopato’.
‘Si io sotto e lui sopra e gli ho guidato io il cazzo fin dentro’.
‘Ti ha riempita?’.
‘Si perchè’.
‘Di solito quando hanno il complesso edipico l’idea di fecondare idealmente la madre li realizza di più’.
‘Vuoi dire che vorrebbe ingravidarmi?’.
‘No non credo. Solo riempirti….spero. Ma poi lo avete fatto ancora?’.
‘No no. Lui ci ha provato ma io gli ho detto no. Gli ho detto che quella notte era stata unica e sola come fosse il regalo di compleanno ma adesso che era sbloccato doveva trovarsi una ragazza della sua età….’.
‘Quindi sono due anni che non lo scopi più?’.
Mi sorrise ‘George caro sono due anni che non scopo proprio. Forse mi vergognavo per ciò che avevo fatto quella sera con mio figlio e volevo punirmi non lo so ma sono due anni che non tocco un uomo giuro….’.
‘Fatico a crederci. Sei cosi calda e sensuale….’.
‘Bhe ho detto che non tocco un uomo ma il vibratore che ho nel comodino ha le pile sempre scariche’ rise.
Risi anche io.
‘Senti secondo me ormai è adulto e ne possiamo parlare. Se vuoi gli faccio un discorso da uomo a uomo e poi vediamo se reagisce bene che ne dici?’.
‘E se reagisce male che fai gli dai una bastonata in testa?’ rispose indicando il mio cazzo ancora in erezione.
‘Hai ragione. Forse è meglio se vado da lui disarmato’.
‘Ti presto una vestaglia’.
‘Grazie…. I jeans per adesso li dobbiamo proprio escludere’.
‘Ma fino a quando ti resta così scusa?’.
‘Bho…. penso fin che non schizza’.
‘Quindi prima di andare via bisogna farti una sega?’ sgranò gli occhi Antonella.
‘Preferirei un giro nella tua figa ma se non hai meglio anche una sega non mi spiace’.
Allacciai la vestaglia più stretta che potevo cingendo il cazzo duro sotto alla stoffa perchè si notasse il meno possibile….
‘Dai fammi parlare con lui vedrai che capisce…’
‘Speriamo’ sorrise forzatamente Antonella.
Non glielo dissi ma l’idea che quella troia si era sbattuta anche il figlio mi eccitava da matti. Mi allontanai cercando di trovare la stanza del ragazzo. In realtà non sapevo nemmeno io cosa dirgli.
Aprii la porta della camera. Tutto mi potevo immaginare: un ragazzo in lacrime, arrabbiato, rissoso, incazzato nero, turbato…. Non di certo una che si sparava una sega.
Lui fu lesto a far sparire l’uccello sotto ai pantaloni della tuta ma avevo ben visto che ci stava dando di mano e ancor meglio vedevo l’erezione mal celata.
Quindi vedere la mamma che lo prendeva in culo gli aveva fatto questo effetto. E bravo porcellino.
‘Ciao senti io volevo chiederti scusa. Cioè non è che ho pensato che tu potessi vederci…Insomma mi spiace che ti sei trovato tua madre così. Posso capirti’.
‘A puoi capirmi? Perchè tu hai trovato tua madre che lo prendeva in culo quando rientravi a casa?’.
‘No però gli ho messo nel culo il mio quindi so cosa vuol dire avere la madre un po’ troia’:
Bruno sgranò gli occhi ‘Ti sei inculato tua madre?’.
‘Culo e figa se è per questo…’. Avrò tanti difetti ma non sono reticente. Della mia vita sessuale non nascondo nulla…
‘Quante volte?’ chiese.
‘Non so dirti. L’ultima volta sono che stato a trovarla era circa un mese fa e abbiamo passato la giornata a letto…. Se conto dalla prima volta penso almeno un centinaio di volte… di più probabilmente’.
‘Io una volta sola’ disse.
‘Si me lo ha detto….’.
‘Ti ha detto che abbiamo scopato?’.
‘Bhe mica ti devi vergognare Bruno anzi sentiti pure libero di…. -indicai il pacco duro sotto alla tuta- fai pure. Anche a me eccita parlare di mamme’.
Lui timidamente infilò la mano sotto la tuta toccandosi un po. ‘Ti dispiace che te l’abbia data solo quella volta vero? E sei geloso che l’ha data a me’.
‘no…cioè un po si ma non è quello’.
‘E allora che hai. Tanto domani sparisco e mamma torna tutta tua anzi potrei parlarle per un bis tu e lei….’.
‘Ti ha detto cosa è successo quella notte?’
‘Si mi ha detto del formaggio, che era mezza nuda e poi la scopata sul divano….’.
‘E che poi siamo andati a letto non te l’ha detto?’.
‘A siete andati anche a letto?’.
‘Si e sono venuto altre tre volte sulle sue tette’.
‘Complimenti… Bhe capisco perche vorrsti rifarlo’.
‘Già ma sai perchè non te l’ha detto. Perchè si vergogna di me….’.
‘Forse si vergogna solo di aver fatto una notte di sesso col figlio’.
‘No no…Lei si vergogna perchè io…. Io…. Lei…..’.
‘Parla ragazzo fammi capire. Abbiamo scopato tua madre tutti e due siamo quasi parenti di che ti vergogni….’.
Prese fiato ‘Io avevo il suo vibratore nel culo’.
Risi ‘Ed è di questo che ti vergogni? Io ho due carissimi amici bisessuali e non ci facciamo tanti problemi pensa che con uno di loro abbiamo passato una settimana in una baita in montagna solo lui, sua madre ed io… E ogni buco era buono’.
‘Quindi sei gay anche tu?’.
‘No. Non credo. Al massimo bisessuale o meglio di mentalità larga. Se un buco mi eccita non guardo se è maschio o femmina e se un cazzo mi piace a volte lo provo senza farmi troppi problemi. Vivo sereno e libero…’.
‘O wow ma è stupendo…. Ma io….’ ora la mano sotto alla tuta si muoveva più forte.
Feci un passo avanti per afferrarne un lembo e con un colpo secco gliela feci calare fino quasi ai polpacci… ‘Fattela bene…. Rilassati’.
‘Non ti da fastidio se lo sego?’.
‘No no tranquillo anzi se vuoi me la faccio anche io… Sai non è che avessi proprio finito’.
Lui arrossì ‘Davvero vuoi fartela? No perchè io prima…. Insomma io non sono scappato per lei, sono scappato per te….’.
‘In che senso bruno?’.
‘Che ti stavo guardando il cazzo e mi veniva voglia’.
‘A ma se è solo quello il problema potevi dirlo bello mio’ sospirai. Un colpo secco alla cintura legata in vita e la vestaglia nera si spalancò. Il mio uccello bello duro sbucò fuori dritto davanti a lui.
‘Ce l’hai davvero enorme’ esclamò Bruno che ora si segava anche più forte.
‘Vuoi toccarlo?’.
‘Posso?’.
‘Tocco il tuo anche se vuoi… Sentiti libero’.
La sua mano timida prima me lo sfiorò appena poi piano piano lo afferrò sempre più salda.
Io a mia volta con la massima dolcezza afferrai il suo e presi a muovere la mano su e giù molto lentamente….
‘Ti piace vero Bruno’.
‘Si’ e sospirò.
‘Che hai dovresti essere felice’ dissi segandolo più in fretta di prima.
‘Sono proprio frocio vero….’.
‘Perchè dici cosi….’.
‘Non sono mai riuscito ad avere una donna. Non ho la ragazza e l’unica scopata l’ho fatta con mia madre e ho finito per farmi una sega mentre mi metteva un dildo nel culo…. Non sarò mai felice’.
‘Secondo me ti fai solo dei problemi tu… Sei un bel ragazzo hai un cazzo neanche male….Devi solo lasciarti andare un po….E se ogni tanto ti gira di eccitarti l’ano che c’è di male?’.
‘Ma ti immagini avere una ragazza e dirle che oggi tocca a lei inculare te….’.
‘Non ci vedrei nulla di male. Anzi guarda quelli che non si fanno certi problemi con un maschietto alla fine sono più spregiudicati e disinibiti anche con una donna…’.
‘Però mia madre si vergogna di me. Dopo che le ho chiesto di incularmi non ha più voluto saperne. Si vergogna, sente che sono mezzo frocio’.
‘Non dire stronzate. Lei si vergogna di se stessa perchè è tua madre solo quello’.
‘George io…io lo voglio nel culo….io….’.
‘Tesoro ma mettiti sul letto che anche io non ce la faccio più….
Antonella si era rivestita completamente e non fu una buona idea.
Quando entrò in camera e mi trovo a pecora che inculavo Bruno a tutta forza ebbe un sussulto.
Lui si masturbava a tutta forza godendo come un pazzo. Aveva un culo di burro che profanai con poche spinte…. La sborra che non avevo dato alla madre la diedi al figlio.
‘A è questo il discorsetto che volevi fare a mio figlio?’ chiese Antonella.
‘Su su non fare la morale…Dai che aspettavamo solo te’ le dissi senza smettere di pompare a tutta forza nel culo del ragazzo.
‘Ma siete due pazzi’ disse sorridendo.
‘E tu una troia vogliosa’ dissi mentre allungavo la mano, le afferravo la gonna e gliela tiravo via a forza lasciandola in collant e camicetta.. La donna non fece obiezioni. Si avvicinò e mi baciò con mezza lingua in gola mentre stantuffavo nel culo al figlio a tutta forza….
Bruno approfittò che il corpo della madre era alla sua portata e senza esitare le ficcò la lingua nella fica…
‘Ummmm o si bravo si’ mormorò la donna godendosela per bene.
Bruno la leccò come un formichiere mentre lei limonava con me come una pazza. Sentivo i brividi scorrere sul suo corpo mentre le palpavo le tettone morbide e calde.
Il gioco era appena all’inizio.
Quando portammo Antonella al primo orgasmo Bruno se la bevve tutta come fosse succo d’ambrosia. Ormai la vacca era nelle nostre mani disposta a soddisfare ogni nostra passione.
La facemmo sdraiare sul letto a gambe larghe e il figlio glielo ficcò dentro senza esitazioni con un unico colpo di reni mentre io, sempre nel suo culo, gli stimolavo l’ano e gli davo il ritmo.
‘Ti piace Bruno vero?’.
‘Un sogno che si avvera’ ammise il ragazzo che ormai non aveva più vergogna ma solo tanto desiderio di godere.
Il ragazzo teneva una mano per tetta alla madre. Gliele strizzava, gliele mungeva, gliele succhiava come un pazzo.
La donna lo incitava ‘Si scopami Bruno. Sfonda la mamma bambino mio’.
Alla fine il ragazzo non ne poteva più e sborrò.
Io mi godetti la piacevole sensazione del suo culo che si contraeva sul mio cazzo e lui riempì la madre con tutta la sborra che aveva nei coglioni. ‘Ti riempio mamma siiiiiiiiiiiiii’.
Io a mia volta, eccitato dalla scena gli venni nel culo…. Bruno dimenò un po il piccolo culetto a mandolino dimostrando di averlo gradito.
Ma non era certo finita. Appena Bruno si sollevò dalla madre fu il mio turno. Glielo piantai dentro in un sol colpo e presi a scoparla con foga ancora una volta.
A Bruno intanto stava già tornando duro. Vedere la madre scopata lo eccitava a dismisura. Poco dopo sentii la piacevole sensazione della sua lingua nel culo…
‘Ummmm bravo si ummm bravissimo’.
Stimolato scopai Antonella ancora più forte. La donna aveva perso il conto degli orgasmi e ululava alla luna il suo piacere.
A un certo punto sentii qualcosa di più duro della lingua sul sedere. ‘Ti spiace se….’ domandò timido Bruno.
‘Ma figurati….Lo gradisco anche io ogni tanto… Divertiti’.
Il ragazzo non se lo fece dire due volte. Sentii il suo cazzo entrarmi dentro e me lo godetti ben bene anche io senza smettere di fottere Antonella…
Guardai l’orologio… Era più di un ora che ci sbattevamo in due la tettona e non eravamo ancora sazi.
‘Urgh! George sborroooo’ gemette Bruno pompandomi nel culo a tutta forza.
‘Riempimi dai’ lo incitai io mentre mi apprestavo a fare lo stesso in fica ad Antonella.
Ma Bruno aveva una perversione migliore. Lesto me lo sfilò dal culo invitandomi a mia volta ad uscire dalla patata della madre e, con i nostri due attrezzi duri in mano ci porgemmo sulla faccia e sulle tette delle donna.
‘Apri la bocca troia!’ ordinò il figlio e prima che lei avesse a dire altro le facemmo una doccia con dose doppia di sborra…
Ora eravamo davvero soddisfatti…. Almeno per un po….
Antonella che aveva ormai sborra ovunque si alzò in piedi. Tolse il collant tutto strappato e lordo di sperma e disse ‘Scusate ragazzi ma me la sto facendo sotto….’.
Io e Bruno restammo sdraiati nudi nel letto a guardarla che si allontanava sculettando le belle chiappone… ‘Ti fermi a dormire qui stanotte vero?’ mi chiese il ragazzo.
‘Bhe ovvio’ annuii io accarezzandogli il cazzo….

Cena nudi e tutta a base di formaggio per risvegliare i sensi ad entrambi. Già a tavola bastò la presenza dei latticini perchè a Bruno venisse duro e iniziasse a mangiare mentre metteva al contempo il cazzo in bocca a sua madre.
Lei, chinata a terra glielo succhiava che era un piacere. Anche lei ogni tanto si toglieva di bocca l’uccello, piluccava qualche pezzo di provola e poi ricominciava il pompino al figlio.
Forse intuendo che mi sentivo un po trascurato Antonella allungò la mano verso il mio attrezzo e me lo afferrò iniziando a segarmi ben bene…
Senza neanche andare a letto ci mettemmo a scopare sul tappeto in salotto e venne l’ora di sfondare Antonella completamente… Prima mi misi io sotto invitando la donna a sdraiarsi su di me, quindi quando fu in posizione ecco arrivare Bruno alla carica inculandosela per bene.
‘Oiiiiiiii’ borbottò la donna.
‘Oggi ti sfondiamo mammima’ rise il ragazzo che già aveva afferrato le maniglie dell’amore alla donna e la inculava come un pazzo….
‘Oddio mi state aprendo come una cozza…’.
Ma il peggio fu quando ci scambiammo i ruoli e si ritrovò il mio nel culo con le sue dimensioni assai più generose…. ‘Aia cazzzooooooooooooo’ urlò così forte da trapassare i timpani ma noi non sentivamo ragioni… La chiavammo così fin che ne sentimmo la forza…..

Ci spostammo di nuovo in camera da letto e non per dormire, non subito di certo….
Di nuovo ci inculammo a turno Antonella, prima Bruno poi io mentre la donna con le grandi tette sempre in movimento spagnolava ben bene l’altro….
Poi si mise a pecora e si fece di nuovo prendere il culo da Bruno mentre io mi rifeci un giro nel suo… Un bel trenino.
Poi toccò a me prenderla a pecora in figa e Bruno nel contempo le sborrò di nuovo in bocca facendogli bere fino all’ultima goccia. Lui non glielo tolse nemmeno dopo aver svuotato i coglioni ma afferrati i biondi capelli della donna la obbligò a fargli un bel lavoretto di gola per farselo tornare duro…
Altra chiavata di Bruno in figa, poi di nuovo io, poi lui, poi io….
Alla fine la donna aveva il culo che sanguinava e la figa tutta rossa e slabbrata….
‘Oddio ragazzi è stato meraviglioso ma sono esausta…. Se andiamo avanti mi uccidete’.
In effetti anche noi eravamo esausti e i nostri uccelli indolenziti domandavano una tregua.
La facemmo sdraiare e poggiati sulle poppe ci facemmo un ultima bella sega finale quindi crollammo sul letto sfiniti…..
‘Buonanotte Bruno’.
‘Buonanotte mammina’ sussurrò il ragazzo che si addormentò sul petto della madre con una tetta a fargli da cuscino….
‘A Buongiorno!’ mi svegliò una voce femminile e un po roca. Aprii gli occhi e mi ci volle qualche istante che stavo dormendo accanto a un ragazzo nudo e a sua madre, sempre nuda, dall’altra parte…. Questo non feci fatica a ricordarlo. Ciò che invece mi appariva del tutto alieno era la donna sulla cinquantina che mi fissava da in fondo al letto.
Provando a capirci qualcosa la studiai meglio e notai subito che aveva davvero un bel davanzale, almeno una sesta, che aveva almeno una cinquantina d’anni e che portava un pantacollant nero davvero molto attillato che segnava alla grande le sue generose forme.
Intanto anche Bruno aveva aperto gli ochhi…. ‘Ummmm…. Zia? Zia Evelina ma che cazzz’.
‘A bene vedo che avete avuto una piacevole serata’ mormorò secca la donna.
Intanto anche Antonella aveva aperto gli occhi ‘Evelina….?’.
‘E io che credevo sentissi la mia mancanza…. Invece non ti sei fatta mancare nulla vedo’ ridacchiò la donna che, dedussi, doveva essere la sorella maggiore di Antonella.
‘E il fenomeno chi è?’ chiese.
‘Fenomeno?’.
‘Bhe hai tre gambe mi pare’ e rise di nuovo….
Il mio uccello, come ogni mattina aveva la sua brava erezione da risveglio e faceva la sua porca figura teso fra le mie gambe.
‘Ragazzi però aprite le finestre che c’è una puzza di sborra che fa paura…. Mamma mia ma avete proprio svuotato i tubi stanotte….’.
‘Scusami Eve, non credevo arrivassi così presto’ mormorò Antonella.
‘Ho preso il treno della notte e siccome non vi volevo svegliare così presto ho preso un taxi’.
‘Andata bene?’ sussurrò Antonella.
‘Ma va. Ho solo perso tempo… Tante parole e poi un pisello piccolo e troppa foga di venire. Venti minuti ed era già finita la festa….’.
Come poi mi avrebbero confessato ad Evelina piaceva fissare incontri di sesso con sconosciuti trovati su internet. Questo le permetteva di mantenere una certa facciata di perbenismo in città perchè se la spassava con illustri sconosciuti a centinai di chilometri di distanza. Però, non avendo la patente doveva spostarsi in lunghi viaggi in treno che a volte duravano anche dieci ore o più…
‘Tu piuttosto avevi detto che non ti saresti più scopata Bruno. Che ti vergognavi troppo dell’incesto invece vedo che hai cambiato idea’.
Vidi il ragazzo impallidire. L’idea che la madre avesse detto alla zia che avevano rapporti intimi lo turbò non poco.
‘Bhe sai è capitato per caso….’.
‘Per caso o per cazzo’ rise Evelina.
‘Io comunque sono George signora’ dissi alzandomi in piedi.
Lei mi squadrò studiandomi e soprattutto studiò la spranga di carne dura che avevo fra le gambe ‘E questo è vero?’.
‘Controlli pure cara’ dissi avvicinandomi fino a sentire le tette contro di me.
La donna non si fece tanti problemi. Incurante che il nipote e la sorella la guardassero mi aveva già messo una mano sul cazzo segandolo piano piano ‘Che cannone ragazzo!’
Io dal mio canto non stavo certo con le mani in mano e le stavo già sbottonando la camicetta per far uscire quelle belle perone piene…
In un attimo si era già calata il pantacollant mostrando una figa matura ma completamente rasata che subito accolsi ficcandoci dentro un dito….
Sul letto intanto Bruno si era meccanicamente preso il cazzo in mano e si stava segando…. Anche Antonella non poteva fare a meno di toccarsi tra le gambe eccitata.
In breve la sega divenne una pompa quando Evelina, ormai nuda sedette sul letto.
Bruno e la madre avevano iniziato a far sesso fra loro. Antonella, senza esitare troppo aveva preso il cazzo in bocca al figlio e lo succhiava avidamnete mentre con la mano segava a tutta forza.
Lui le stritolava i seni con tutta la forza che aveva….
‘meno male che era timido’ sussurrò Evelina.
‘la timidezza gli è passata ieri sera cara’ dissi mentre le leccavo la schiena e le palpavo i grandi seni. La donna assunse la posizione a pecorina e mi porse il deretano. La figa, grazie al mio giochetto con le dita era già un lago… Un secondo dopo la stavo scopando ficcandole dentro la mia trave fino ai coglioni.
‘O siiii o siii questo si che è un cazzo’ mormorava la donna allegramente.
Bruno intanto era già montato sopra la madre e la stava fottendo ben bene. La donna a gambe tese verso l’aria offriva al figlio tutta la sua ficona e il suo tettame senza problemi…
‘O mamma voglio la tua fica tutti i giorni’.
‘O si amore la mia e quella della zia caro, tutte le volte che vuoi… Si, si… Pompa amore pompa, fai godere la mamma siiiiii’.
‘Così possiamo buttare via lo straphon’ sorrise Evelina mentre si godeva la mia vanga di carne che la penetrava a tutto spiano.
Nonostante la concitazione di fottere la madre Bruno la sentì. ‘Lo straphon è tuo zia?’.
‘Ma certo che è mio… Credevi che tua madre lo tenesse nel cassetto per ricordo… Sono anni che ci sollazziamo fra noi quasi ogni sera….’.
‘Dio che due vacche’ commentò Bruno ed eccitato riprese a fottere la madre anche con più foga di prima…
‘Io alle troie lo metto sempre nel culo’ dissi e prima che avesse a capire cosa stava succedendo l’avevo già sfilato dalla sua fregna pelata e, allargate le grasse chiappone avevo già puntato la cappella sul buco….
‘Oi oi che fai ma sei pazzo? Ma che mi vuoi aprire in due….’ provò a pretestare Evelina.
‘Buona… Non ti agitare che se no ti faccio male davvero e poi si sente che lo hai già bello sfondato’.
‘Si da un cazzo mica da un palo della luce…. Aia cazzo piano aiaaaaaaaaa’ blaterava mentre glielo infilavo piano piano.
Ci misi dieci minuti a farglielo entrare tutto per bene, uscì un po’ di sangue ma dopo fu solo piacere.
Intanto anche Bruno aveva fatto mettere Antonella a pecorina e si era dedicato al suo secondo canale avendo già ampiamente riempito il primo.
Uno accanto all’altro con le nostre troione poppose e mature le montavamo a tutta forza quasi volessimo fargli entrare nel culo anche i coglioni. Attaccati ai loro fianchi grassocci le strizzavamo a noi e le cavalcavamo come due vacche…
Le troie per nulla in imbarazzo si avvicinarono di più una all’altra e iniziarono a baciarsi lesbicando a tutta forza con le lingue bagnate…
‘Dopo tocca a me zia’ disse Bruno infoiato.
‘Ummm Bravo non vedo l’ora’.
‘Ho l’impressione che quando andrò via avrai un sacco da fare amico mio’ dissi senza smettere di inculare Evelina.
‘Abbiamo sempre lo straphon in aiuto vero zia’.
Sorrisi…. Ormai essere bisessuale non gli creava più alcun problema. Buon per lui.
Sentii l’iphone che suonava in salotto. Era ancora nelle tasche dei pantaloni dove lo avevo lasciato ieri sera. Per fortuna la suoneria era molto alta altrimenti con tutti quei mugolii di gente che scopava e godeva non lo avrei sentito.
Diedi due o tre colpi secchi e veloci sforzandomi di venire… ‘Ummmm eccolaaaaa siiiiii’.
Inondai il culo a Evelina e subito glielo sfilai… Togliendolo un po’ in fretta lei non potè fare a meno di fare un lamento ma non gli badai…. ‘Minchia cosi mi spacchi porco’.
‘Devo rispondere al telefono scusa’.
Andai in salotto con la canna che colava gocce di sperma ovunque ma non ci badai troppo. Viste le premesse pulire la casa dallo sperma e dagli umori sarebbe probabilmente diventato un dovere quotidiano. Goccia più, goccia meno…
Arrivai appena in tempo. Era Jessica. ‘Ma tu pensi di venire a lavorare oggi?’.
In effetti ogni tanto in ufficio ci dovevo andare pure io. Avevamo una riunione stamattina e me lo ero davvero scordato.
‘Ummm mi ci vuole almeno una mezz’oretta devo ancora fare la doccia’.
‘Scommetto che stavi trombando qualche troiona vero? Scommetto che sei ancora li nudo col cazzo duro’.
Sorrisi ‘Tu mi conosci bene tesoro’.
‘Tesoro un cazzo! Muovi il culo. -disse seria ma sapevo che stava scherzando- Ti aspettiamo fra un ora precisa va bene?’.
‘Va bene tesoro. Arrivo’….

Tornai in camera per salutare e li trovai che scopavano ancora. Evelina si era messa il famoso straphon e senza esitare si era inculata Bruno che a sua volta stava ancora inculando la madre.
Tutti e tre, gemevano, godevano e si dimenavano come pazzi… ‘Carissimi mi spiace ma devo andare’.
‘Non ti fermi nemmeno per un po’ di colazione con la provola piccante?’ chiese Evelina.
‘Non posso mi spiace. Mangiatela voi quando avete tempo….’.
‘Passa a trovarci presto’ sussurrò Antonella col fiato mozzato dall’inculata.
‘Non mancherò. Ciao divertitevi mi raccomando’ e tornai in salotto rivestendomi più in fretta che potevo….
La settimana era passata. Era sabato mattina e, vista la bella giornata me ne stavo andando da solo al lago.
L’idea era di sdraiarsi al sole, abbronzarsi un po, leggere un libro e soprattutto non fare assolutamente nulla….
Gli impegni di lavoro per la prossima settimana erano molti e avrei dovuto stare dietro a tutto. Sentivo la stanchezza ancor prima di cominciare.
Avevo già fatto qualche chilometro quando mi arrivo un messaggio sul telefono. Era il mio nuovo amico Bruno. ‘Mia madre e mia zia ci terrebbero che oggi pranzassi con noi’.
Intelligenza avrebbe voluto che dicessi no grazie risparmiando energie per quello che mia aspettava… ma, ammettiamolo ‘tira più un pelo di figa che…’.
Digitai un ‘arrivo in un paio d’ore’ e svoltai la Cayenne con una manovra sola col cazzo già duro nei pantaloni.

Venne ad accogliermi Bruno con una vestaglia nera legata in vita. Sotto era evidentemente nudo e un po’ si notava il cazzo che ciondolava quando si muoveva…
Il ragazzo, ormai libero da ogni costrizione si avvicinò per salutarmi e mi infilò la lingua in bocca… Così eccoci a limonare proprio lì dove mi ero fatto sua madre la prima volta. Il cazzo gli si era già indurito e ora era saltato fuori dalla vestaglia e anche il mio stava per esplodere nei jeans tanto che dovetti per forza sbottonarli restando nudo dalla vita in giù.
Appena vide l’attrezzo Bruno subito lo afferrò con la mano mentre ancora mi stava baciando succhiandomi i capezzoli… Iniziò a segarmelo piano piano e io feci lo stesso a lui…
Già mi pulsava la cappella e avevo solo voglia di farlo chinare e prendergli subito il culo a tutta forza.
Ma ecco Antonella spuntare nell’ombra. Anche lei indossava una vestaglia chiara a fiori che, diciamolo pure, non nascondeva quasi nulla visto che le tettone sbucavano fuori in tutta la loro prepotenza. ‘Buoni porconi che il pranzo è quasi pronto. Forza George vai a metterti una vestaglia anche tu che fra dieci minuti vi voglio in sala da pranzo…. Vi aspettiamo li’.
‘Ma ce la facciamo a mangiare prima?’ borbottai a Bruno.
‘Non ti preoccupare è un pranzetto speciale….’ e sorrise mentte dal suo armadio mi offriva una vestaglia rossa di seta che non stetti nemmeno ad allacciare lasciando che l’uccello ciondolasse allegramente semi duro…

Arrivammo in cucina. Le due vacche in autoreggenti nere e tacchi ma senza altro addosso erano sul tavolo della cucina sdraiate una di fianco all’altra. Le loro fiche erano state accuratamente depilate ed erano ampiamente dilatate segno che ne avevano fatto un uso davvero intensivo.
Vogliose come vacche stavano lesbicando fra loro con le lingue aggrovigliate e i seni penzolanti.
Smisero solo perchè Antonella potesse dirci ‘Ecco i vostri piatti belli piccanti indicandoci le fiche aperte.
‘Sentirai che buono’ disse Bruno che già si era chinato fra le gambe della zia invitandomi a far lo stesso con sua madre.
Appena misi la lingua in effetti cominciai a sentire una strano pizzicore… ‘Ma che?’.
‘Provola piccante grattugiata dentro la figa’ disse Bruno tutto contento tra una leccata e l’altra.
‘Ma non vi brucia?’ chiesi.
‘Ummm si da morire ma ti fa troppo godere è come se ti esplodesse l’utero ummm. Lecca leccala tutta’ mi incoraggiò Antonella.
Erano proprio patiti per il formaggio in questa famiglia.
‘E sentirai che bello quando ci metti il cazzo dentro’ aggiunse Evelina.
Andammo avanti per un bel po’. Il sapore del piccante mischiato al succo di figa era piacevolissimo tanto più che a un certo punto Antonella arrivata al culmine cominciò a spruzzare liquido dalla figa e pensai quasi che stesse per pisciarmi in bocca… ‘Ummmm mi sembra di sborrare come un maschiooo’.
Bruno senza smettere di leccare la zia non si perdeva una virgola di ciò che faceva la madre. Io lo guardai ‘Ho il cazzo che esplode. Basta leccare voglio fottere!’.
‘O si fottiamo. Voglio il tuo cazzone anche io’ mugugnò Evelina.
Prima di darci le loro belle sorche le due presero una formaggiera e con un cucchiaino si cosparsero di nuovo l’intimo di provola piccante. Come nulla fosse il cucchiaino spariva dentro ai loro uteri, le riempiva e poi usciva vuoto.
Pensai anche a giudicare dalle loro labbra vaginali rosse come pomodori a che cosa potevano provare e avevo anche un po’ paura a ficcare il mio attrezzo in quella lava. D’altra parte non mi tiro mai indietro a una scopata.
Così andai secco. SPROCK!! Tutto il cazzo nel buco di Antonella mentre Bruno faceva lo stesso con Evelina. Bruciava tremendamente come mettere la cappella sul gas acceso ma la voglia di fottere era troppa per tirarsi indietro.
Le tettone delle due donne ciondolavano davanti a noi e anche Bruno più arrapato che mai pompava dentro a sua zia con tutte le forze che aveva.
‘O Siiiiii Vengooooooo’ ululò Antonella.
‘dai si dai anche iooooooooo’ fece eco Evelina.
‘Ummmm non resisto sborro zia sborrrooooo’ disse Bruno ormai al limite.
‘Ummm in bocca Bruno in bocca…. Provola e sborra calda siiiii’ chiese la vecchia porca.
Lui obbediente tolse il cazzo duro dalla sua figa sfondata e glielo mise in mezzo alle tettone sedendosi sul suo ventre grasso.
Le afferrò saldo le tette strizzandovi l’uccello in mezzo e prese a muoverle su e giù segandosi a tutto spiano.
Evelina, vogliosa se ne stava a bocca aperta aspettando la bevuta. Intanto, con due dita si masturbava la fica insaziabile.
Ispirato feci la stessa cosa e piazzai il cazzo di marmo fra le poppe di Antonella… ‘Adesso ti affogo vacca’ dissi mentre le strizzavo quelle morbide tettone con tutta la forza che avevo.
Lei tirò fuori la lingua languida dimostrandomi che non aspettava altro….
Riuscimmo a schizzare quasi insieme e dopo alcune lunghe gettate sulle facce delle due porche ci prendemmo i cazzi in mano e glieli infilammo in bocca quasi a volerle soffocare.
Le due troie obbedienti sbocchinavano succhiando via fino all’ultima goccia.
I nostri uccelli senza tregua non ebbero nemmeno il tempo di diventare molli.
Le due tardone si erano già messe a pecorina per essere montate. Bruno sapendo cosa volevo mi cedette Evelina e col cazzo lubrificato di sborra me la inculai senza troppi problemi. Mi misi bello comodo sulle sue chiappone e me la cavalcai con tutte le forze che avevo.
Bruno intanto si stava inculando di gusto sua madre ‘Ti sfondo il culo mamma. Te lo spaccooooooo’.
‘O si Bruno si. Fammelo uscire dalla bocca. Sfonda la mamma si’.
Gemevamo, godevamo, le due troie vennero un numero di volte imprecisabile, da perdere il conto.
I nostri cazzi schizzavano sperma come pompe dell’acqua. Le due vacche ci davano di mano e di lingua dopo ogni schizzo per farci tornare subito operativi… Era metà pomeriggio e ancora scopavamo come cani.
Alla fine Bruno crollò sul letto e sua madre accanto a lui ancora gli faceva una sega…. ‘Bruno mi fa male il polso….’.
‘Mamma mi sa che ho finito la sborra…’ rise lui.
‘O tesoro quante ne abbiamo fatte?’ domandò Evelina che aveva appena ricevuto una mia sborrata in faccia che ancora le colava sulle tette…
‘Undici… Se mamma riesce a far uscire qualcosa fanno undici’.
‘Mica male’ mi congratulai io.
‘Bhe non credo di poter tenere questo ritmo tutti i giorni’ ammise Bruno.
‘No no caro. Stai tranquillo ne faremo solo una al pomeriggio e una in tre la sera… Magari qualcosa in più la domenica’ decise la madre ancora segandogli il cazzo.
‘Al mattino però si fa a turno. Un giorno a testa’ disse subito Evelina temendo di non avere abbastanza cazzo dal nipote.
‘Poi quando volete passo a trovarvi io’ dissi mentre giocavo allegramnete con le tettone di Evelina.
‘O ma certo pisellone tu sarai sempre l’ospite d’onore’ ammise lei e mi baciò la cappella con gratitudine.
‘E ricordati che c’è anche il mio culo’ aggiunse subito Bruno.
‘Si tesoro ma quando hai bisogno basta dirlo e ci mettiamo lo straphon tranquillo -lo rassicurò la madre- adesso ce la fai a schizzare che davvero mi fa male il polso…’.
‘Mamma non me ne esce più. Che posso farci?’.
‘O tesoro ma non voglio lasciarti a cazzo duro. Evelina dammi una mano. Proviamo a succhiarlo in due. Tu prendigli in bocca le palle io succhio la cappella dai’ propose Antonella.
La sorella troia non se lo fece dire due volte e presero a fargli quella pompa a due davvero perversa.

Eppure dopo qualche minuto ancora nulla. Il cazzo di Bruno era rosso di fatica e duro dall’eccitazione ma lo sperma non usciva. Le due donne parevano allo stremo delle forze e senza fiato per la pompa in apnea.
‘Niente cazzo non mi esce cazzo!’ borbottava Bruno.
‘Aspetta che forse ho un idea. Mettiti sul fianco e voi due troie non smettete di leccare’ ordinai.
Bruno mi obbedì, mi misi dietro di lui e glielo puntai sul buco del culo.
Era largo, sfondato e umidissimo di eccitazione tanto che l’uccello gli scivolò dentro quasi senza fatica.
Mi attaccai al fianco di Bruno per fare presa e iniziai a pompare ‘Adesso godi porco!’.
‘O si. Dai George si tutto nel culo siiii. Ciucciate troie ciucciate’ ordinò il ragazzo e mettendo una mano sulla testa della madre e una sulla testa della zia dava loro il ritmo del pompino.
Io intanto ero a cento all’ora. Sembrava di avere un martello pneumatico fra le gambe. A quel punto presi dal comodino la provola piccante che era rimasta intatta e ne allungai un boccone a Bruno mettendoglielo in bocca.
‘Forza mangia porcone!’.
Lui la gustò e allo stesso tempo gustò il mio cazzo nel culo, la lngua di sua madre sulla cappella e la gola di sua zia che gli solleticava le palle.
‘O si eccco siiiiiiiiii. George si vengoooooooooo’.
Mi venne da ridere. Doveva aver finito la sborra ma invece gliene uscì così tanta che quasi soffocò la madre.
Io intanto, a mia volta gli sfilai il cazzo dal culo e presi a segarmi per chiudere con l’ultima sborrata…
Bruno appena lo vide si voltò verso di me e prima che potessi dire altro se lo era già preso in bocca ‘O si. Sborra e provola anche a me…’
Spruzzzzzzzzzzzz!

‘Scusatemi tanto ma stasera vado a letto presto. Domani viene a pranzo la mia mammina e devo essere in forma dissi qualche ora dopo quando ci eravamo fatti tutti una bella doccia e le due vacche si erano spalmate di crema antiscrepolatura in figa e in culo.
Mi avevano offerto un aperitivo ovviamente accompagnato da stuzzichini al formaggio. Guardai Antonella ancora splendidamente nuda col le sue tettone a penzoloni.
‘Che hai ti vedo preoccupata? Qualche risentimento per esserti scopata tuo figlio?’
‘No pensavo a cosa succederà tra un mese quando mia figlia tornerà a casa dall’università. Bisognerà fare le cose di nascosto e ridurre il ritmo’.
‘Bhe certo non potremo far sborrare Bruno per tutta la casa o andare in giro con le fighe che colano e le tette al vento. Tanto più che quando arriva la tua Simona arriverà anche la mia Antonella’ aggiunse Evelina
‘Cioè tua figlia si chiama come tua sorella?’ chiesi incuriosito.
‘Si mi sembrava un nome bellissimo però per non fare confusione la chiamiamo sempre Olly’.
‘Tettona come la sua omonima?’ domandai.
‘Bhe si fa la sua figura. Ha già una bella settima e in più è bassina e tracagnotta quindi sembrano anche più grosse’.
La cosa mi stava già eccitando.
‘Bhe scusate ma la soluzione mi pare semplice. Scopate anche loro due!’ dissi.
Tutti ridemmo insieme…
Però era difficile non notare che il cazzo di Bruno aveva sussultato e che Evelina si era impercettibilmente toccata la figa.

Di certo il mio nuovo amico Bruno e la sua porca famiglia mi avrebbero riservato piacevoli sorprese per il futuro che non vedevo l’ora di scoprire…

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