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Racconti erotici sull'Incesto

I miei due fratelli

By 11 Gennaio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

i miei racconti
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Tratto da una confessione reale.

I miei due fratelli

Come iniziare un racconto? Incominciando a mettere giù qualche riga. Chi sono? Mi chiamo Katya, abito nell’alessandrino e frequento il liceo scientifico. Attualmente non ho il ragazzo e mi ritengo una ragazza oltre che simpatica, spigliata e nella norma intelligente. Per intenderci non sono la prima della classe, ma neppure l’ultima e debiti da recuperare a settembre ho solo latino. Non me la tiro e non mi sento figa, sono alta 1,65 fisico snello, porto una taglia 44, mi vanto del mio culetto sodo e porto ahimè, una seconda di seno. Sono il mio dolore. Per quanto ho fatto in passato, non sono mai cresciute più di quanto non lo sono ora.

Per il resto non mi resta che descrivere i capelli che sono lunghi e che porto quasi sempre legati con un elastico a formare una coda di cavallo o una fascia soprattutto in inverno che mi copre le orecchie e la fronte; come dicevo, i miei capelli tendono al biondo e accentuo il colore con i colpi di sole. Naturalmente come ogni donna che si rispetti, essendo i capelli tendenti al riccio ondulato, io li stiro perché mi piacciono belli lisci e dritti; un mio piccolo vezzo di cui ne vado fiera! In ultima il trucco… Haimè!!! A causa della rigidità di mio padre, raramente li uso e sì, mi posso definire la tipica ragazza acqua e sapone.

Vivo ancora con i miei genitori, ho due fratelli più grandi di me, tutti e due militari in carriera, mia madre ha superato la cinquantina ed è ancora una bella donna. Ha un seno molto più grosso del mio e lo invidio da molto, moltissimo tempo. Forse perché è di costituzione robusta, ma l’attrattiva del suo petto non passa in’osservata in paese mentre io… UFFI!!!! I miei due fratelli maggiori, sono frutto del matrimonio precedente e dalle foto in casa, hanno preso molto poco dal loro padre e dal loro nonno.

Essendo la più piccola, molte volte erano costretti a portarmi con loro o a condurmi al cinema in qualità di accompagnatori. A volte capitava di andarci a mangiare un gelato in paese o magari a fare i bagni nei canali d’irrigazione. Non gli era permesso di lasciarmi sola e tutt’ora, posso dire che i miei due fratelli potevano benissimo avermi fatto da padri. Molte volte quando eravamo a casa da soli, io li istigavo a fare la lotta con me, sono molto tremenda e quando mi ci metto sono peggio di una zanzara, li stuzzicavo a dovere e poi si finiva a terra sul pavimento e spesso tutti e tre assieme. Il divano del salotto ha visto molteplici volte le nostre zuffe e in questi momenti scappava sempre qualche toccatina fugace o da parte mia o da parte loro, cose innocenti, ma a volte sentivo le loro patte dei pantaloni molto duri e gonfi.

Quando capita facevo loro delle domande e vedevo che arrossivano, ma non hanno mai risposto e anzi, deviavano parlando di altro o tornavano a fare la lotta.

Il più grande si chiama Alessandro ha 30 anni, è un bel ragazzo, statura media, muscoloso, simpatico, ufficiale dell’aeronautica militare, non ha una ragazza fissa anzi, dopo una settimana generalmente chiude i rapporti perché dice che le storie lunghe sono troppo complicate per lui. Penso invece, siccome è un bel maschio e lui lo sa, ne approfitta per divertirsi con tutte! L’altro mio fratello, si chiama Luca, 25 anni anche lui ufficiale, ma nell’esercito. Luca è più alto di Ale, fisico atletico, non è attraente come suo fratello, ma lo trovo lo stesso molto affascinante, serio, ride poco, molto intelligente e colto. Con me, loro due sono stati più che normali fratelli, come ho detto e l’ho ripeto, anche padri; mi hanno sempre protetta, se avevo qualche problema andavo da loro e un consiglio me lo davano sempre.

Arriviamo alla questione che tratta il sito…
Un pomeriggio di due anni fa, in piena estate, stavo per entrare in bagno perché mi occorreva fare la pipì quando sentii la doccia in funzione.
‘Chi è?’

‘Sono io.’

Riconobbi subito la voce di Alessandro, il fratello più grande.
‘Mi scappa. Devo fare la pipì.’

‘Fai con comodo.’

Come ebbi finito lui chiuse l’acqua della doccia.
‘Mi passi l’asciugamano per favore?’

Ebbi appena il tempo di asciugarmi e prenderlo che le porte si aprirono. Gli occhi mi caddero sulle sue grazie o meglio, sul cazzo barzotto e sui peli soprastanti.

Sono certa che lui non ha fatto nulla per nascondersi e anzi, si mostrava lasciando in bella mostra i suoi gioielli anche quando si stava asciugando e in questo modo potevo ammirarlo lungamente.

‘Cosa ne pensi?’ Mi ha chiesto sorridente.

Per nulla imbarazzata, ma incapace di distogliere lo sguardo.
‘Fra tutti quelli che ho visto quello è veramente bello.’

Ricordo bene la sua reazione quando ha capito cosa gli avevo detto. è rimasto a bocca aperta e senza parole. Con una strizzatina d’occhio e sorridendo me ne andai. Chiusa la porta, pensavo a quello che avevo visto e all’effetto che aveva scatenato in me. Mi sentivo molto eccitata e turbata.

Facevo di tutto per poterlo rivedere nudo e lui invece era come se lo sospettasse. Anticipava sempre ogni mia mossa impedendo il mio scopo. All’ora ho dedicato la mia attenzione all’altro mio fratello. A differenza del più grande, un patito di calcio al limite del sopportabile, Luca era più portato alle arti marziali. A quel tempo praticava una qualche disciplina orientale che contemplava anche di fare esercizi di concentrazione spirituale; Tantrica come li chiamava lui. Si chiudeva in camera e come scoprì in seguito, li faceva rimanendo nudo.

Quella volta che accadde la scoperta, suonò il telefono e risposi io. Era un suo amico che desiderava parlargli. Andai verso la sua camera e pur trovando la porta chiusa, non bussai. Entrai e lo vidi. Era seduto a terra completamente nudo. Aveva le gambe incrociate, ma ciò che vidi mi fece dimenticare ogni cosa. Il cazzo si ergeva dritto e lungo verso l’alto.

Dopo un tempo infinito sentì la sua voce.

‘Cosa vuoi?’

‘C’è… C’è un tuo amico che ti vuole al telefono.’

‘Fatti dire chi è. Digli che lo richiamo più tardi.’ Rispondendo con voce atona e calma.

Rimasi ad osservarlo ancora per qualche tempo e infine mi recai al piano di sotto. Lo spettacolo che avevo visto mi lasciò molto turbata e mi dimenticai completamente del suo amico al telefono. Ciò che avevo visto mi era enormemente piaciuto e quel cazzo dritto e lungo si instaurò nella mia mente per molto tempo. Bastava che chiudessi gli occhi per rivederlo.

Pensai che spesso avevo visto mio fratello fare ginnastica in pantaloncini e non mi era mai capitato di aver notato che avesse li davanti il suo coso così lungo. A volte al mattino, avevo visto lui come l’altro fratello in mutande e non mi era mai accorta che potesse avere o anche solo di scorgere che avesse il suo cosino lungo. A forza di pensare, ne dedussi che il corpo di mio fratello era più bello rispetto all’altro più grande. Era meglio strutturato. Con la mente ripercorsi le varie volte che l’avevo visto semi nudo e le farfalle allo stomaco mi hanno lasciata turbata.

A causa di questo, i rapporti che fino ad all’ora erano stati di reciproco rispetto e comuni fra fratello e sorella cambiarono. I battibecchi e le punzecchiatine non erano cessate, ma ciò che cambiò, fu che da all’ora non persi occasione per mettermi in mostra e attirare la loro attenzione.

Ogni qual volta che eravamo soli, giravamo per casa in mutande, senza tabù. Già lo facevamo in passato, ma mai in modo così plateale o almeno non me ne resi mai conto. Spesso quando uscivo dal bagno o dopo la doccia, invece di portarmi appresso il cambio di intimo lo lasciavo appositamente in camera e così facendo camminavo in quei pochi metri del corridoio nuda, come mamma mi aveva fatto. Successivamente anche loro mi imitarono e devo dire che ogni volta che li intravvedevo nudi, mi sentivo tutta un fuoco.

Arrivò il giorno del mio compleanno, nel pomeriggio avevo festeggiato con le mie amiche in cui ci divertimmo come pazze, la sera invece fui festeggiata dalla mia famiglia in maniera più intima.

Andammo tutti insieme a mangiare in un ristorante dove fanno tutto’ora dell’ottimo pesce. Contrariamente al solito, forse per la solennità dell’occasione, mio padre mi concesse di vestirmi in modo elegante e raffinato. Con l’aiuto di mia madre, provammo molte combinazioni d’abito. Non c’era nulla che mi piacesse e per non deludermi, mi confezionò un abito modificandolo da uno dei suoi. Devo dire grazie nonna, che hai fatto imparare un mestiere alla mamma e che è diventata tanto brava, quanto apprezzata in tutto il paese.

Era un vecchio vestito che veniva usato per i funerali. Lavorando velocemente di ago e filo me lo imbastì a sufficienza per riuscire a farmelo indossare per quella sera.

Ascoltandola come avevo sempre fatto, lo indossai e lei terminò cucendomelo letteralmente addosso. Era stato indossato al contrario e se sul davanti il taglio sul petto era ampio a causa delle sforbiciate date per togliere il colletto, dietro si apriva lasciando scoperta la schiena. L’ampia e lunga gonna aveva lasciato posto ad una mini perfettamente modellata per le mie gambe e per il mio sedere. Infine, i capelli erano stati conciati formando una rosa dietro la testa lasciando il collo e il viso completamente scoperti.

Infilati gli orecchini preziosi di quando mamma si era sposata e una mia collanina, terminai truccandomi con gli ombretti che mi erano stati regalati giusto poche ore prima. Fu mia madre che mi mise il rossetto e quando scendemmo le scale di casa, i nostri accompagnatori rimasero a bocca aperta. Vedendo l’espressione di mio padre, mi impaurì. Era immobile con la macchina fotografica fra le mani e mi stava osservando con gli occhi spalancati.

Fu un battito di mani iniziato da non so chi che smosse l’aria e ci fece riprendere. Mio padre scattò innumerevoli foto e poi la macchina passò di mano in mano in cui ogni componente della famiglia fu immortalato per l’evento.

Andammo a mangiare e per la prima volta mi sentii in soggezione. Ero a braccetto di mio fratello e ogni sguardo del ristorante era su di me. Una voce alle spalle mi fece arrossire.
‘Sentiti figa. Ti stanno spogliando tutti con gli occhi.’

Avvampai e penso che le guance si trasformarono di rosso fuoco. Cercai di fare uno sguardo truce a mio fratello, ma non so se ne fui capace.

Durante la cena l’ottimo pesce fu abbondantemente bagnato dal buon vino. Prima di all’ora non mi era mai stato permesso di bere se non il moscato e quella volta invece fui festeggiata come una vera regina. Prima dell’arrivo del dolce, i miei genitori si presero per mano e mi consegnarono un pacchettino. I regali da parte loro li avevo già ricevuti e non me ne aspettavo altri e la sorpresa fu per me totale. Lo aprì e trovai un ciondolo con attaccato un mazzo di chiavi.

Erano le chiavi di casa, ma a questi, era attaccato anche una chiave dalla forma inconfondibile.

‘Sei grande e vogliamo dimostrarti la nostra fiducia. Nascosto dietro la casa c’è un motorino nuovo che ti aspetta.’

Urlai per la gioia e la contentezza! Mi lanciai ad abbracciare la persona più vicina a me e che mi era tanto cara. Fu mamma ad essere investita per prima e dopo averla baciata mi abbracciai a mio padre e lui si prese anche le lacrime. Non risparmiai neppure i miei fratelli che baciai anche loro in bocca e nello slancio abbracciai pure il cameriere che portò la torta. Ero tanto felice che non mi accorsi di dare spettacolo. La sala era ancora mezza piena e l’urlo di gioia aveva attirato l’attenzione di tutti. Non potevo contenermi. Desideravo il motorino da tanto tempo e finalmente i miei sogni erano stati realizzati. Per farmi tranquillizzare mia madre mi accompagnò in bagno dove dovetti lavarmi la faccia. Il rimmel era colato a causa delle lacrime e oltretutto, ora mi scappava anche la pipì.

‘Hai perso alcuni punti qui.- Indicando la congiunzione dei lembi all’altezza del sedere e potei sentire le sue dita sfiorarmi la schiena nuda e il bordo dell’elastico delle mutandine.- Se stai attenta a come cammini e a come ti muovi, non dovrebbe accaderti più nulla.’

Dopo essermi lavata accuratamente la faccia, presi il posto di mia madre nella toilette e mi abbassai sul water. Nel farlo alzai la gonna come ero abituata a fare per poi prendere con i pollici l’elastico superiore delle mutandine e abbassarle.

Il danno si proruppe con un sonoro STRAAPPP!!! Restai immobile a mezz’altezza osservando le cuciture ai lati della gamba completamente aperti. Cercai in qualche modo di trattenere i lembi, ma l’unico effetto fu di ampliare gli spacchi e peggio, inizia a pisciarmi letteralmente addosso. Cercai di stringere le ginocchia per fermare il flusso, ma ogni maldestro tentativo sembrava produrre nuovi strappi al vestito mentre continuavo a pisciarmi sulle gambe.

Arrabbiatissima mi tolsi le scarpe e mi sedetti sollevando ciò che era rimasto della minigonna. Il flusso caldo dell’urina si spandeva nelle mutandine e dentro alla tazza del cesso. Ero in panico.

Come mi sono calmata ho valutato il danno. Ho tolto le mutandine bagnate e ho iniziato ad asciugarmi con la carta igienica. Poi ho osservato il vestito. Gli spacchi erano localizzati solo sui fianchi delle gambe ed arrivavano fino alla cucitura originaria. Mi sono guardata allo specchio e mi sono rimirata. Sembrava che non era accaduto nulla di grave nel resto del vestito. Mi sono lavata le mani e ho tolto sfilando i fili che penzolavano.

Non sapendo cosa fare, ho osservato le mutandine bagnate e le ho gettate in un sacchettino igienico e le ho nascoste dietro al water con il chiaro intento di poterle andare a recuperare in un secondo tempo. Reindossate le scarpe, sono tornata al mio tavolo.

Come aveva detto mamma, dovevo stare attenta a come mi muovevo per non fare ulteriori danni e ho camminato lentamente e a busto eretto. Il mio desiderio era che non si vedessero troppo gli spacchi sulle gambe e invece, ho attirato l’attenzione di tutti. Come sono arrivata al tavolo mia madre mi guardava preoccupata.
‘Cosa hai fatto?’

‘Si sono sciolte le cuciture. Stai tranquilla. Ora è tutto a posto.’

Con occhio esperto ha guardato e ha fatto un tenue sorriso. La festa continuò, con il dolce, i caffè e poi uscimmo tutti dal ristorante.

‘Se volete continuare la festa.- Disse mio padre trattenendo strettamente a braccetto mia madre.- Vi diamo la serata libera. Non abusatene e state attenti.’

Mia madre era sconcertata e io ero al settimo cielo. Potevo fare finalmente tardi e uscire la sera.

Prima che mia madre potesse dire qualcosa, mio fratello esclama.
‘Benissimo! Possiamo farti vedere con i tuoi occhi le feste del giovedì sera.’

Salimmo nella macchina di mio fratello e partimmo in cerca di amici e locali.

Incontrammo un loro amico e visto che nei pub c’era poca gente e poco divertimento decidemmo di andare verso la casa di un altro loro amico con lui che si è accodato alla nostra comitiva. In macchina, saputo che era la mia prima libera uscita esclama entusiasta.
‘Resterai stupita! Vedrai dal vero com’è una vera alcova.’

Non avevo alcuna idea di che cosa fosse. Mi ricordava vagamente il pollaio dove le galline depositavano le uova. Non dissi nulla per non sembrare troppo la più piccola fra loro anche se lo ero effettivamente.

I miei fratelli ridevano. Uno di loro aggiunse.
‘Dovrai stare molto attenta. è come andare all’inferno.’

Ero sempre più confusa. Stavo pensando al caldo e all’afa di quelle prime giornate estive e forse era a quello a cui si riferivano.

Pochi minuti dopo eravamo arrivati e per me era già molto tardi rispetto all’orario abituale. Almeno per quanto concerneva la vecchia me. Stranamente non avevo sonno e anzi, mi sentivo euforica e su di giri. Quando entrai nell’appartamento, rimasi allibita. Entrando, la stanza si apriva in un ampio salotto dove i neon erano incassati lungo le pareti al bordo del soffitto. Il giallo canarino delle pareti, esaltava i mobili laccati di nero e faceva bella mostra al centro della stanza un enorme divano a forma di elle blu.

Fra il divano e il mobile tv vi era a terra un enorme tappeto persiano. Dall’aspetto sembrava soffice e morbido. Alle pareti pochi quadri, i più raffiguranti paesaggi e uno, una donna nuda vista di profilo in cui esaltava il sedere e parte di un seno. La stanza terminava con un piccolo mobile bar pieno di bottiglie di alcolici e la televisione collegata con un impianto stereo.

Vuoi per il vino, vuoi per la birra, mi venne spontaneo chiedere.
‘è qui che si cova?’

I ragazzi hanno iniziato a ridere come matti. Sembravano che avessi detto la barzelletta più bella del mondo e stessi per vincere un premio da come si sganasciavano dalle risate.

‘Si ragazzina. è qui che si portano le galline.’ Rispose ridendo ancora l’amico dei miei fratelli.

Luca si era seduto sul divano con le lacrime agli occhi e l’altro mio fratello il più grande, disse:
‘Certo…. E lui si porta le manze.’

Il loro modo di ridere mi aveva contagiata e presa da un’intuizione capì cosa volessero dire e risi anche io come loro.

Mi avvicinai a lui sdraiato sul divano e con un sorriso malizioso che nelle mie intenzioni avrebbe dovuto essere truce e arrabbiata gli dissi mettendomi le mani sui fianchi.
‘Hai capito il mio fratellino… Ne approfitta anche lui’ Ma bravo… E io che mi devo arrangiare in auto quando ho voglia di fare un po’ di sesso.’

Lui continuava a guardarmi e a ridere mentre con il dorso della mano si asciugava le lacrime.

Una volta calmati, iniziarono a far girare i bicchieri e sollevati in alto:
‘Alla festeggiata!’ Urlarono facendo tintinnare i calici.

Vidi loro buttar già di colpo il contenuto ambrato e li copiai. Il sapore era sgradevole, ma non ebbi il tempo di accorgermene. La gola iniziò a bruciare e poco dopo, un’enorme esplosione di calore mi avvolse. Cercavo in tutti i modi di respirare e con la bocca aperta, muovevo l’aria con la mano per avere un poco d’aria.

‘Allora sentiamo le confessioni della nostra sorellina, a quanti anni hai avuto la prima esperienza?’

E anche l’altro fratello prosegue chiedendo.
‘Poi vogliamo sapere: quante ne hai avute, se hai mai fatto sesso con una donna.’

‘Se sei mai stata con due uomini contemporaneamente.’ Incalza l’altro amico.

Nel sentire le domande che mi avevano rivolto mi sentii un po’ imbarazzata, ma oltre a loro anch’io ero un po’ su di giri per via di tutto l’alcool che avevo bevuto a partire dal ristorante. Così, senza tanti pudori risposi rimanendo in piedi mentre loro si erano stravaccati sul divano che mi stavano osservando interessati. Non so perchè, ma non mi sentivo a disagio a stare con loro che mi fissavano. Ero una nuova me e quella vecchia era rimasta al precedente anno.

‘Dunque… Cominciamo dalla prima: allora, la prima volta è stata due anni fa, al mare, avevo conosciuto un ragazzo del posto, aveva 18anni, bello’ Ma non mi era piaciuto molto. Poi ho avuto altre esperienze con amici, ma uno in particolare è stato magnifico, purtroppo questo stronzo ha preferito la mia amica invece di me, la terza domanda che mi hai posto, cioè se ho avuto esperienze lesbiche, beh… Diciamo che l’anno scorso ho conosciuto una ragazza bellissima, ad una festa noiosissima di compleanno di una amica nostra, lei è di origine sarda, mora con un fisico molto sexy, dopo un’ora che eravamo li a parlare, di nascosto siamo andate via. Era la peggior festa a cui avevamo partecipato, ci siamo recate in un locale qui a Milano, un club di sua conoscenza, il tipico locale dove la musica è tranquilla, luci soffuse, divanetti accoglienti… Cosi passammo due orette insieme, parlando del più e del meno; saltò fuori che lei era lesbica e che le piacevo. Non rimasi stupita più di tanto e man mano che parlavamo di lei e dei suoi gusti, cominciavo ad eccitarmi. Mi intrigava sapere cosa si provasse farlo con un altra donna. Mi sentivo frizzante giusto quel tanto e credo che se ne fosse accorta. Mi ha preso e mi ha dato un bacio in bocca… mmmhhhh sapeva baciare, eccome! Comunque, abbiamo limonato per un po’, alla fine siamo andate a casa sua e siamo finite a letto insieme, poi potete immaginare’.. tutto qua, vi basta?’

Loro se ne stavano seduti comodi sul divano, ma avevano gli occhi sgranati su di me, non so perché, ma incominciai ad eccitarmi guardandoli e il fratellino mi chiese:
‘Scusa’ ma non ti sei dimenticata dell’ultima domanda?’

Pensai un po’ con fare da ingenua, ma sapevo cosa intendeva, poi, come mi fossi ricordata una cosa importante dissi:
‘Cavolo’. Mi ero scordata del discorso di sesso a tre, ehmm’. No non lo ho mai fatto con due uomini, però adesso che ci penso, non mi dispiacerebbe mica sapete?’

Mi resi conto troppo tardi di quello che avevo detto, ma ero tremendamente eccitata e notai il bozzo che avevano nei pantaloni proprio sui genitali dei miei fratellini. Ormai il dado era tratto, come disse Giulio Cesare passando il Rubicone, mi feci forza e presi l’iniziativa, divaricai un poco una gamba in modo che uscisse dallo spacco della gonna mostrandola nuda e liscia fin quasi alla coscia e tenendo una mano sul fianco.

A quella visione incominciarono ad agitarsi sul divano.
‘Se non l’hai mai fatto con due maschi’ Che ne dici di rimediare?’

Sorrisi in modo molto intrigante e gli chiesi.
‘Conoscete due maschiacci per caso che mi sappiano trattare a dovere?’

‘Beh’ sai.. io e tuo fratello a volte portiamo qui qualche signora che conosciamo per farla divertire con due uomini, se vuoi possiamo farti provare questa bellissima esperienza.’

Mi avvicinai a loro, alzai un piede e con la punta della scarpa premetti sulla patta deformata dei pantaloni.
‘Chissà perché ho l’impressione che vogliate farmi la festa.’

Non perse tempo, si alzò e venne di fianco a me, mi mise una mano sul culo e disse.
‘Sorellina, sorellina’è da un pezzo che volevo farti la festa, e mi sa che stasera dovrai accontentare sia me che lui.’

Guardai il mio fratellino con fare da troia esperta e gli dissi.
‘Guarda che ti sbagli caro mio, siete voi che dovete accontentarmi’voglio proprio vedere cosa sapete fare.’

Si alzò portandosi davanti a me e mi spinse contro il corpo del mio fratellone. Mi prese la testa e mi baciò in bocca cacciandomi la lingua dentro. Non rimasi immobile a subire e l’ho imitai piacevolmente mentre il mio fratellone da dietro mi alzò la gonna fin sopra le chiappe. Le sue mani scoprirono prima che potesse vedere che non portavo nulla. Si accucciò e cominciò a baciarmi il culetto. Le dita iniziarono ad accarezzarmi la fighetta e io per agevolare l’operazione di mio fratello aprii di più le gambe, cosi lui poté ammirare la mia vulva bella rasata, sì, perché adoro avere la fighetta senza peli, oltre a tutto ho una prugnetta incredibile, due labbra vaginali molto grosse che a vederle chiuse ricorda molto una mela tagliata a metà.

Senza farmi aspettare troppo, il mio fratellone strofinò delicatamente le dita sulla mia fighetta ormai grondante di umori, mentre il fratellino continuava a baciarmi e a palparmi le tettine.

Dopo un po’ fu il mio fratellone che inizio lo spogliarello mettendosi comodamente nudo, quando si tolse gli slip uscì una sberla di cazzo incredibile. Ero esterrefatta. Non ricordavo che avesse un cazzo del genere e con una cappella grossa come un pugno. La lunga asta di carne era magnifica, me lo immaginavo nerboruto per via delle vene che lo circondavano evidenti e incredibile, era completamente senza peli. Ormai ero eccitatissima, i miei fratelli sapevano il fatto loro.

Da dietro, il vestito venne slacciato sganciando il gancetto posto sul collo denudandomi cosi le tettine. I miei occhi incrociarono il suo sguardo calamitato ad ammirare i miei capezzoli aguzzi. Poco dopo un paio di mani mi hanno fatta fremere mentre mi accarezzano il corpo per poi fermarsi a palpare delicatamente il seno. Il mio desiderio di avere di più, di provare di più è stato soddisfatto e una bocca famelica è calata a succhiare un capezzolo. Gemetti mentre mi appoggiavo contro il corpo caldo e muscoloso di mio fratello mentre l’altro era intento a ciucciare amorevolmente il capezzolo. Ero completamente e totalmente in estasi. Ero alla loro mercé, mi lasciai trasportare dal loro desiderio di sesso che avevano nei miei confronti.

Sembrava irreale, ma era tutto vero; stavo per fare all’amore con i miei fratelli e non era un sogno. Mi ritrovai nuda in mezzo ai loro corpi anch’essi nudi e mentre loro esploravano il mio corpo, il corpo della loro sorellina, io mi dilettai a prendere e a sondare stringendo nei pugni quei cazzi che da li a poco mi avrebbero posseduta.

Vedevo solo la testa del mio amato fratellino inginocchiato davanti a me quando mi accorsi che stava leccandomi la figa con molta maestria e passione. Più il tempo passava e più mi sforzavo a restare immobile e rigida in piedi. Stavo usando il residuo della ragione per non cadere mentre la sua lingua saettava sondando nelle mie profondità più intime e segrete. Contemporaneamente percepivo che entrambi i miei orifizi erano leccati e fino a qualche secondo prima pensavo che mi avrebbe fatto ribrezzo essere baciata nel buchino del sedere e invece, mi piaceva enormemente; proprio come essere baciata e sondata profondamente nella vulva.

Premurosamente mi distesero sul tappeto, Luca cominciò a leccarmi partendo dalle mie gambe, mentre Alessandro prese a leccarmi partendo dal mio stomaco. Salivano lentamente tutti e due, insalivandomi tutta. Ero in estasi! Era la prima volta che facevo sesso con due uomini contemporaneamente e per di più loro erano i mie fratelli. Quando Luca arrivò con la lingua sulla mia fighetta ormai grondante di umori, con due dita mi aprì le labbra vaginali. Per facilitargli la cosa, aprii oscenamente le gambe piegando anche le ginocchia. In questo modo mi offrì totalmente a lui e se mai avesse avuto un dubbio, ero certa che ora glielo avrei tolto completamente.

Lui non chiedeva di meglio. Poté in questo modo oltre che a leccarmi la passera in fiamme, passare con la lingua anche sul mio piccolo buchetto alternando il lavorio a lungo. Quando distoglieva la lingua dal clitoride mi faceva tremare tutta. Quella pausa, quella piccola deviazione mi piaceva e mi faceva stare tesa come una corda di violino. Alessandro intanto, si dedicava ai capezzoli non tralasciando per niente il resto della tetta. Mordicchiava, succhiava e leccava alternativamente i due piccoli bottoncini duri di carne. Accarezzava e impastava i tenui globi di carne poi mettendosi sopra di me, mi presentò il suo cazzo mostruoso proprio sopra la mia bocca.

Lo presi con le mani che mi tremavano sentendo la consistenza di quel pezzo duro di carne e lentamente, incominciai a masturbarlo mentre lui accucciato mi strizzava le tettine. Era ed è un cazzo bellissimo e non esitai a mettermelo in bocca. Incominciai con il ciucciargli la cappella per assaporarne il gusto e riconobbi il sapore salato di sesso che mi erotizzava ogni volta in passato come nel presente. Leccavo ogni tanto con la punta della lingua passando lungo l’asta in tiro, fino alle palle. Queste erano grosse e piene di buon nettare, intanto Luca mi lavorava con piacere mio, ma anche suo, i miei buchi, infilando dalle due alle quattro dita sia in figa che nel culo. Era veramente bravo a preparare una donna alla penetrazione. Gemevo e ansimavo selvaggiamente, fin che non ressi più e venni con un orgasmo forte ed intenso urlando mentre le ondate di piacere mi facevano tremare tutta.

‘Hurrà!’La nostra sorellina è venuta’ Adesso preparati perché questo è soltanto il primo di una lunga serie!’

Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.
i miei racconti
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Una festa di compleanno, un evento da ricordare. Attimi e momenti da rammentare e rivivere, condividere in modo da aumentare il piacere tralasciando gli attimi di imbarazzo realmente vissuti.

Cap 2

Luca si mise in posizione davanti alla mia fighetta sbrodolante con il suo arnese in tiro. Constatai che era un po’ meno dotato di Alessandro, ma era sempre un signor cazzo. Mi entrò con estrema facilità vista l’abbondante lubrificazione naturale che avevo. Percepii le sue palle accarezzarmi il sedere e i nostri pubi scontrarsi. Era chiaro che mi era entrato tutto dentro e si fermò un secondo, giusto per farmelo sentire bene. Poi partì andando avanti e indietro, dapprima lentamente, poi sempre più veloce con un ritmo a volte incredibile mentre io ingoiavo fino alle palle il cazzo dell’altro mio fratello. Eravamo un bel trio, due fratelli e la loro sorellina porcella. Mi piaceva la trasgressione e quello che stavo provando. Avrei voluto urlare al mondo il mio amore per loro.

Era passata più di un’ora in cui venni scopata a turno. Luca ebbe l’onore di aprire la strada nel mio ano, lo fecce con molta bravura, senza procurarmi alcun dolore. Tutta la tensione e l’apprensione che avevo si dipanarono alla seconda spinta profonda del cazzo nelle mie viscere. Il clitoride era sollazzato da una lingua mentre le tette erano martirizzate da mani avide e i capezzoli succhiati con bramosia. Raggiunsi e superai le vette del piacere più intenso e provai per la seconda volta nella mia vita il più violento orgasmo che mai avrei potuto immaginare.

Imperterriti si alternavano a scoparmi senza che potessi dire qualcosa, mi giravano e rigiravano come volevano nelle posizione che desideravano e nel buco che più li attirava. I miei fratelli si scambiavano i ruoli senza che me ne accorgessi, segno di una complicità che durava da tempo. Non si scambiavano una sola parola fra loro; mi chiavavano e inculavano nelle più svariate posizioni, pecorina, di lato con gamba sollevata, alla missionaria, alla sforbiciata, avevano un repertorio da far invidia ad una porno star e oltre a tutto questo, i loro cazzi superbi non calavano mai di intensità! Insomma, sapevano scopare alla grande e dopo tutte le donne che si erano fatte, ora si scopavano la sorella.

Dicevo, dopo un’ora e più che scopavamo e che ciucciavo i loro cazzi alternativamente, mi proposero la doppia penetrazione, io non l’avevo mai eseguita, ma non mi tirai indietro, anzi ne fui lieta di provarla. Avevo la mente annebbiata dal piacere e non potei certo rifiutarmi dopo tutte le chiavate e inculate subite. Mi guidarono posizionandomi sopra ad Alessandro, che in un baleno mi infilò il suo cazzone in figa, Luca si posizionò dietro fra le gambe del fratello e puntò subito sul mio ano. Le mani del mio fratellone mi fermarono per agevolare l’operazione all’altro fratello. Che coppia quei due, e quando anche Luca mi fu dentro, mi sentii piena.

Con gli occhi chiusi mi feci trasportare dalle emozioni. Gemevo ad alta voce, non volevo che finisse più quel paradiso.

Incominciarono ad andare dentro e fuori alternativamente, sembravano che avessero un sincronizzatore. Mai sbagliarono un colpo o rallentavano il ritmo! Godevo ormai impunemente come una vacca, bocca spalancata e occhi chiusi, non capivo più niente! Provavo un piacere mai sperimentato prima che impregnava ogni mia cellula! Superba! Incredibile! Ogni timore che avessi mai potuto avere era stato superato e dimenticato.
Oltre a scoparmi i buchi tutti e due insieme, mi accarezzavano e palpavano; mi sembrava di stare a fare l’amore con un sol uomo, con due cazzi e quattro mani.

Luca tirò fuori il cazzo dal mio culo dopo l’ennesimo orgasmo. Brontolai per il dispiacere, ma lui mi assicurò che adesso avrei goduto ancora di più, infatti, puntò la cappella sulla mia fica, che già c’era quel cazzone di Alessandro. Non ci credevo, sapevo che c’erano donne che si prendevano in figa due cazzi contemporaneamente, ma mai avrei creduto che potevo anch’io fare una cosa del genere. Con un po’ di fatica e di aiuto da parte di Alessandro, Luca entrò tutto fino alle palle. Mi sentii aprire come una mela tagliata in due. Rimasi senza fiato per un dieci secondi e quando loro cominciarono a scoparmi tutti e due in figa, venni con l’orgasmo più violento e devastante della mia giovane vita.

Fu un orgasmo lungo, incredibile! Non finivo mai di gridare dalla goduria. Accelerarono il ritmo e neanche fossero in simbiosi, mi scaricarono la loro sborra dentro la vagina. Fortuna che prendo la pillola perché era un torrente in piena, sentii i loro getti inondarmi l’utero mentre non smisero mai di continuare con il loro dentro e fuori.

Dopo un tempo infinito, senti delle forti mani che mi sollevarono e tremai tutta ancora dal piacere quando lo sperma mi uscì lordandomi l’interno delle cosce; tremante e senza forze, mi distesero a gambe aperte sul tappeto con la pancia in aria. Speravo in un poco di pace per respirare perché ero completamente distrutta, ma loro si precipitarono su di me con le bocche e la lingua sulla figa che ormai sbrodolava tutta.

Anche se avessi voluto chiudere le gambe non potevo e fui costretta ad abbandonarmi nuovamente al piacere che le loro lingue mi stavano dando. Mi leccarono e pulirono la fighetta dal loro sperma e a turno me la portavano con le loro bocche sulla mia. La spalancai per accogliere il loro seme che mi facevano colare assieme con la saliva; non avevo mai fatto una porcata del genere, ma in quel momento mi sembrava la cosa più normale del mondo. Bevetti tutto quello che mi offrirono gustando piacevolmente la loro sborra.

Dopo che anche i loro amici ebbero per l’ennesima volta sborrato sulle tette schizzandomi tutta come se avessero voluto battezzarmi con il loro seme del piacere, mi accoccolai in mezzo a loro due aggrovigliandoci in un intreccio di gambe e corpi caldi e sudati. Le loro dolci carezze mi facevano sentire bene, protetta e coccolata con amore. Mi sentivo felice e appagata. Non desideravo altro. Tenevo gli occhi chiusi perché ogni muscolo mi faceva male ed ero letteralmente sfinita.

Mi addormentai su un braccio che mi faceva da cuscino e quando mi destai, Alessandro mi disse che sul letto si stava più comodi. Non risposi, non ne ero capace e non avevo neppure la forza di alzarmi e mi sollevarono letteralmente di peso portandomi in braccio. Scoprì che era un letto matrimoniale molto ampio, molto più grande di quello della camera dei nostri genitori. Ci distendemmo con me ben protetta in mezzo ai miei fratelli, li baciai a turno limonando e toccando i loro trofei morbidi e vellutati; dopo di che esausti, ci addormentammo.

Dormimmo fino alle 9,00 del mattino, quando un cellulare suonò, Alessandro di scatto lo prese e rispose, era la mamma che preoccupata chiedeva dove fossimo. Lui la tranquillizzò, le disse che avevamo dormito tutti e tre nella sua casa perché avevamo fatto tardi. Lei gli ricordò che per mezzogiorno era pronto il pranzo e lui le rispose che saremmo venuti con’ Una gran fame.

Che ci crediate o no, ma quando Ale spense il cellulare e rientrò nel letto con noi, cominciai a cercare i loro cazzi. Subito si resero disponibili e dopo una bella lavorata di bocca e con le mani, chiesi a loro:
‘Se non vi dispiace, vorrei provare ancora la doppia come questa notte, però questa volta le palle me le svuotate in bocca’ Vi va?’

Dalle 9,00 alle 11,00 non abbiamo fatto altro che scopare, alla fine, come da me richiesto, mi saziarono con la loro sborra. A pranzo arrivai a casa senza un briciolo di fame, cosi da quel giorno, con uno o con tutti e due i miei fratelli, almeno tre volte alla settimana, pratico l’incesto. Una sera, portarono perfino una coppia di loro amici con le rispettive compagne e mogli mettendomi al centro dell’attenzione di loro tutti. Seppi farli godere indistintamente dal sesso, maschio o femmina che fosse e fu una notte memorabile, una fra le tante che seguirono.

Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

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