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I nipoti di mia moglie 2

By 1 Novembre 2023No Comments

Qualche giorno dopo convinsi mia moglie ad invitare i due cugini a mangiare una pizza a casa nostra il sabato sera e, per non creare problemi ai genitori per venirli a riprendere, proponemmo che rimanessero a dormire da noi. Preparai le mie famose pizze napoletane che furono divorate con molto gusto, poi chiacchierammo un po’ ed infine preparammo ai due cugini il letto aprendo il divano che avevamo in salone ed infine andammo anche noi a letto.
“Senti, Katia, esordii, volevo chiederti una cosa, ma secondo te i due cugini non sono un po’ troppo affiatati, un po’ troppo attaccati?”
“Che vuoi dire? Che significa troppo affiatati? E’ normale sono cresciuti praticamente assieme e, come ben sai, per un periodo stavano sempre attaccati a me, visto che i loro genitori lavoravano ed io invece studiavo ancora e vivevo in questa casa da sola spesso me li portavano. Non sai quanti pomeriggi ho dovuto fare la baby sitter a loro e poi recuperare lo studio di sera. Sono attaccati come fratelli, da piccoli quello che faceva uno lo faceva anche l’altro.”
“No, non intendevo affinità di carattere o di comportamenti, mi riferivo più ad una sorta di atteggiamento complice, mi sembrano due fidanzati.”
“Cosa vuoi dire? Se è quello che penso io, ti stai sbagliando di grosso, entrambi hanno avuto più di una fidanzata, sono la loro zia preferita, a me dicono tutto. Se ci fosse stato qualcosa di quello che tu intendi me ne sarei accorta. E poi, se anche fosse stato, per me non ci sarebbe stato nessun problema, lo sai che non ho pregiudizi.”
“No certo, facevo solo per dire, sono affari loro, era solo per parlare. E, come hai giustamente detto, sei la zia preferita e a te non nascondono nulla.”
Mia moglie rimase un po’ silenziosa quasi che stesse valutando se continuare il discorso o meno, poi disse:
“Anche se … ora che mi ci fai pensare. Senti, probabilmente non significa niente, però qualche anno fa, prima che ti conoscessi avvenne un episodio. Io te lo racconto ma mi devi giurare che non ti arrabbi per quello che sto per dire e non mi giudichi.”
“Dai parla, ti prometto che qualsiasi cosa tu abbia fatto non dirò nulla né mi arrabbierò.”
“Dunque 4 o 5 anni fa, un sabato pomeriggio me li portarono entrambi qui. Come al solito ci sfrenammo, addirittura giocammo a pallone nel salone che allora era praticamente vuoto. Verso le 7 del pomeriggio, visto che era estate ed eravamo zuppi di sudore, dissi loro che dovevano lavarsi prima che arrivassero i genitori a riprenderseli. Mi dissero che però non volevano fare la doccia ma volevano usare la vasca da bagno. E così riempii la vasca e li feci entrare in acqua. Io mi spogliai ed entrai nella cabina doccia. Erano abituati a vedermi nuda sin da quando erano piccoli e quindi non pensai che adesso erano cresciuti e forse non avrei dovuto. Quando terminai indossai l’accappatoio e volevo farli uscire e asciugarli quando vidi che sedevano nella vasca uno dietro l’altro e quello di dietro teneva le mani tra le gambe del cugino. Feci finta di nulla e feci alzare in piedi il primo, quello che stava davanti e vidi che aveva il pisello duro e dritto. Ecco, ora viene la parte di cui ti dicevo che non ti devi arrabbiare. Dunque, alla vista del pisello di mio nipote dritto e duro non resistetti, glielo toccai dicendo qualcosa tipo ‘eh ma che hai qui?’. L’altro vide che toccavo il cugino e si alzò in piedi ed aveva anche lui il pisello duro. Misi la mano anche sul suo e, visto che aveva il prepuzio che copriva il glande, lo tirai un po’ indietro e ripetei il gesto diverse volte. L’altro mi disse ‘anche a me zia’ e quindi dovetti farlo anche a lui. Mentre facevo questo l’accappatoio si era quasi aperto e i due cugini mi guardavano le tette quasi del tutto scoperte. Mi riscossi e li lasciai prima di andare troppo oltre, mi alzai in piedi e mi ricomposi. Uscii dal bagno e dissi loro di rivestirsi. Ecco questa è la cosa che volevo dirti, quella diciamo più eclatante, poi già ti ho raccontato, è successo che qualche altra volta ci siamo messi tutti e tre sul letto a vedere la tv e a volte uno dei due o anche tutti e due si strusciavano su di me e sentivo i loro piselli duri premere. Un’altra volta stavano soli sul letto e dalla cucina ho visto che si strusciavano fra di loro. Insomma sono solo degli episodi, non significano nulla per me e penso che in generale non indichino nulla.”
“Hai capito la zietta maialina!”
“Ecco, lo sapevo! Ti avevo detto di non giudicarmi. Non vado fiera di quello che è successo. E poi in fin dei conti non è successo niente.”
“Come niente? Hai quasi fatto una sega ai tuoi nipoti.”
“Ma quale sega, gli ho solo toccato il pisello per un secondo.”
“Ma ti sarebbe piaciuto continuare. E penso che anche adesso ti piacerebbe spupazzarti i nipotini, anzi i nipotoni, visto quanto sono alti. E se tanto mi da’ tanto dovrebbero avere due arnesi niente male. E visto quello che mi dici sempre quando scopiamo, che ti farebbe piacere che ci fosse qualcun altro con noi, ecco ora abbiamo l’occasione giusta. Li conosciamo, a te piacciono e loro ti adorano e, soprattutto ti desiderano da sempre.”
“Ma sono i miei nipoti!”
“Embè? Meglio, la cosa rimane in famiglia e poi ti garantisco che sarà un’esperienza indimenticabile, assaggerai due cazzi davvero notevoli.”
“E tu che ne sai?”
Mentre facevamo questi discorsi sentimmo dei rumori provenire dal salone dove la luce era ancora accesa.
“Che staranno facendo?” chiese mia moglie.
“Vai a vedere, probabilmente non hanno sonno e staranno prendendo qualche libro dalla libreria, visto che in salone c’è solo quella”
“No, dai, pare che li vogliamo controllare. Ma, accidenti, nella libreria ci sono anche gli album con le foto che mi hai scattato, se le trovano che figura ci faccio? Alcune sono oscene, praticamente si vede tutto in ogni particolare.”
“E che fa, vuol dire che finalmente vedranno quanto è porca la loro cara zia. Allora sì che avranno il pisellino duro. E magari decideranno anche di farsi una sega in tuo onore. E poi scusa, stiamo discutendo se farli scopare con noi e tu ti preoccupi delle foto?”
“Non scherzare, i miei nipoti non fanno certe cose. E poi non sono ancora convinta. Però vorrei vedere cosa fanno, come facciamo senza che si sentano controllati?”
“Il modo c’è.”
Mi alzai dal letto e accesi il pc, mi collegai al sistema di videosorveglianza, selezionai la telecamera del salone e ingrandii l’inquadratura a schermo intero: i due cugini stavano in piedi entrambi un album in mano, completamente nudi e con il cazzo duro. Mia moglie ebbe un mezzo colpo, però contemporaneamente la vedevo interessata allo spettacolo dei due giovani arrapati. Lo spettacolo arrapava anche me e non mancai di far sentire a Katia che anche io ce l’avevo duro. Poi però i due ragazzi si misero comodi sul letto e uno dei due chinò la testa e lo prese in bocca all’altro. Mia moglie schizzò in piedi e corse in salone.
“Ma che cavolo succede?”
I due cugini non si scomposero minimamente ma rimasero così come li avevamo visti e con uno sguardo indisponente. Io alle spalle di mia moglie che stava in piedi vicino al letto sorridevo divertito. Mia moglie indossava solo le mutandine e una canottiera con spalline sottili, le tirai giù facendole scivolare lungo le braccia e le tirai fuori le tettone.
“Lasciali divertire con l’originale invece di guardarti in foto.”
I due ragazzi di avvicinarono alla zia con i cazzi duri e tesi e cominciarono ad abbracciarla strofinandole addosso le loro aste dritte e impastando le tette burrose. Mia moglie mi guardava confusa ma allo stesso tempo desiderosa di quel contatto che, sono sicuro, aveva sempre desiderato. Mi spogliai anche io e mi unii all’abbraccio dei corpi frementi. Mia moglie letteralmente si mangiava di baci i nipoti soffermandosi, ovviamente sui loro cazzi. Ci buttammo tutti sul divano letto intrecciando mani, bocche e sessi. Tutti baciarono tutti in ogni punto del corpo. Tutti leccarono il sesso di tutti. Tutti e tre penetrammo mia moglie saziando la sua figa bagnata e vorace. Gli orgasmi si susseguirono riempiendo Katia di fiotti di sperma.
Il mattino dopo mi svegliai e la vidi, ancora addormentata, con il cazzo di un nipote in ogni mano.

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