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Racconti erotici sull'Incesto

INCEST STORY

By 15 Gennaio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

CRISTINA

Cristina era da poco rincasata: rivedevo le azioni salienti della partita ed avevo udito una chiave girare nella toppa della porta d’ ingresso. Sapevo che era lei e che comunque, quando ero impegnato con il campionato non entrava mai in soggiorno, perchè preferiva non disturbarmi. Appartenevo ed appartengo tuttora al popolo dei pallonari, quella vasta schiera per i quali ogni interruzione che distolga dallo schermo è considerata eresia allo stato puro! Ancora una volta avevamo fatto il nostro dovere e potevo quindi ritenermi soddisfatto per l’ esito. Era ancòra presto per la cena, ma dato che la regina della casa stava dieci giorni a Bologna per un corso di aggiornamento professionale, fin dal mattino avevo optato per una pizza a domicilio, che nella fattispecie mi sembrava comoda e veloce. La proposta era stata accettata di buon grado dalla ragazza, che ai fornelli era anche più scarsa e meno volenterosa di me………Per cui per l’ immediato futuro, la prospettiva era una bella dieta a base di pizza, panini freddi e mitici kebab…….sai che gioia……..una vera goduria per i palati raffinati!
Mentre riflettevo sulla nostra alimentazione, entrai in corridoio per andare nello studio e riprendere la lettura di un giallo, che avevo interotto da quasi una settimana: giusto per sapere se almeno una volta, il maggiordomo riusciva a farla franca. La porta della sua camera era spalancata, e avvicinandomi buttai l’ occhio in maniera del tutto distratta e assolutamente casuale e rimasi pietrificato: la signorina teneva un piede poggiato sul letto per rimanere in equilibrio, mentre si sfilava le calze. Mi fermai a guardarla senza nemmeno rendermi conto di cosa stessi facendo……..almeno non sùbito! A parte i collant, indossava solo un reggiseno e, per la prima volta notai che aveva un fisichetto niente male! Magari era un pò acerba, ma non potevo più considerarla una bambina, dato che aveva da poco compiuto 18 anni. Poi realizzai che stavo spiando mia figlia, ma era troppo tardi, perchè lei si voltò di scatto e -inaspettatamente- invece di provare a coprirsi, come sarebbe stato istintivo fare in una situazione del genere, mi salutò con un sorriso e riprese a spogliarsi, assolutamente incurante della mia presenza. Mi dileguai e, una volta nello studio, chiusi la porta e mi accomodai in poltrona: la lettura divenne l’ ultimo dei miei pensieri, perchè la scena alla quale avevo poc’ anzi assistito prese possesso di me e della mia mente. Indubbiamente, la sensualià del gesto mi era rimasta impressa, ma la cosa che consideravo più raccapricciante, era stata la sua mancanza di una qualsivoglia reazione alla mia presenza: anche perchè la nostra famiglia era stata sempre molto pùdica e di certo nessuno di noi quattro aveva l’ abitudine di andarsene in giro per casa mezzo nudo. Da circa un anno, eravamo rimasti in tre, perchè la figlia maggiore -Gaia- studiava in Inghilterra. Cristina non lasciava mai aperta la porta della sua stanza: magari ci stava anche una distrazione, ma il suo atteggiamento mi offriva notevoli spunti di riflessione! Anche più del mio, che comunque era alquanto censurabile, poichè ripensando alla scena, mi ero eccitato! Ripresi comunque il controllo e tornai in corridoio: udii uno scroscio d’ acqua proveniente dal bagno, segno che era intenta a fare la doccia. La porta della sua camera era sempre aperta e non so perchè, ma entrai e notai i suoi indumenti intimi che aveva lasciato in bella vista sul letto: mi avvicinai e presi le calze…….blu velate e abbastanza sudate……….! Ero come intontito e quando ritornai in me, mi accorsi che le stavo annusando intensamente e anche di gusto………soprattutto la parte dove trovavano alloggiamento i piedi, che aveva un odore forte ma piacevole……..tipico di chi ha indossato l’ indumento ed un paio di scarpe per gran parte della giornata. Le riposi e andai nuovamente in soggiorno, in cerca di un depliant con il numero di telefono del Pizza-express. Quindi mi misi seduto e fissai lo schermo, ma senza nemmeno saper e/o capire cosa stessero trasmettendo, perchè quei profumi così avvolgenti, mi avevano a dir poco sconvolto……..un susseguirsi di situazioni particolari………un cocktail di emozioni: era accaduto nel giro di pochi minuti, e facevo un pò fatica a mettere tutto a fuoco! Pensavo a lei, che stava diventando donna, ma anche al mio comportamento, che fino a poco prima, era stato sempre e comunque più che corretto, direi pure irreprensibile nei confronti degli altri componenti della famiglia………..Ma era accaduto……..stava accadendo qualcosa………la risposta era abbastanza scontata, ma avevo evidentemente il timore di pormi una sola domanda……..la fatidica domanda e cioè: cosa cazzo sto facendo? Ero sovrappensiero quando Cristina entrò in stanza e mi si parò dinanzi: non avevo nemmeno sentito i passi! Possibile? Ero così preso? Ma poi vidi che indossava pantofole di spugna e aveva un’ asciugamani nella quale si era arrotolata come meglio poteva: mi chiese -come aveva già fatto tante altre volte- di asciugarle i capelli ed io acconsentii. Ci dirigemmo verso il bagno: mi fece strada e non potei fare a meno di notare, che -oltre chiaramente alle gambe- anche parte delle natiche erano visibili. Era difficile far finta di niente…..
Si sedette davanti allo specchio che ricopriva gran parte della parete e, preso il fon iniziai la fase di asciugatura: ero in una posizione abbastanza vantaggiosa e dall’ alto potevo vedere anche una buona porzione delle sue poppe, non particolarmente abbondanti -direi una discreta terza misura- ma sode e ben modellate. Durante l’ operazione era intenta a giocare col telefonino e, avendo la sedia uno schienale abbastanza basso, di tanto in tanto tendeva a portare la schiena indietro, andando ad urtare e stimolare la patta che si stava allertando…….fino a quando non decise di appoggiarsi completamente. Ormai avevo il cazzo duro e non poteva non accorgersene: provai a indietreggiare, ma -con sommo stupore- mi guardò giusto un attimo e sorridendo, mi disse di rimanere fermo, perchè stava più comoda! Non credevo alle mie orecchie: del resto, pur non avendo un ragazzo fisso, da quei discorsi che generalmente fanno madre e figlia, sapevo che già da qualche anno aveva iniziato l’ attività sessuale. Per cui, non era certo una sprovveduta e ben consapevole di cosa stessimo facendo io e lei in quel momento, nonostante continuasse imperterrita a messaggiare! Comunque, nonostante la situazione di assoluto imbarazzo, riuscii a portare a termine il mio compito e le dissi che avrei telefonato per ordinare le pizze: intanto, lei si sarebbe vestita. Dopo circa venti minuti, arrivò il fattorino per la consegna a domicilio, e Cristina -avendo sentito il citofono- si presentò dopo poco in cucina: indossava un paio di pantaloncini bianchi attillati ed una canottiera abbastanza generosa, perchè era lateralmente aperta. Non aveva nemmeno il reggiseno e le tette erano ben visibili: tra l’ altro, le aderenze scolpivano la forma e la dimensione dei capezzoli. Fortunatamente ero già seduto, perchè mi arrapai nuovamente e quando si voltò per prendere il sale dalla credenza, potei ammirare anche il filo di un perizoma di colore nero. Finalmente -almeno per me- prese posto e iniziammo a mangiare: lei con il suo telefonino ed io sempre più dubbioso, perchè non l’ avevo mai vista girare per casa in quelle condizioni! Nessuno di noi disse niente ed una volta terminato, provvide a sparecchiare: ero indeciso se guardare un film o riprendere la lettura del famoso libro a cui ho prima accennato, ma le sorprese non erano ancòra finite. Mia figlia infatti, si avvicinò e si creò lo spazio fra me ed il tavolo, affinchè potesse sedersi sulla mia coscia: anche questa non era da considerarsi una cosa nuova, perchè l’ aveva già fatto e mi chiese se fosse tutto a posto, perchè mi aveva visto pensieroso. Evitai di specificare chi fosse -al momento- l’ oggetto dei miei pensieri e lo giustificai con lo stress accumulato nel corso della settimana. E poi, una domanda che avrebbe cambiato -forse per sempre- le nostre vite:

-Stasera posso dormire con te?
-Se proprio vuoi…….
-Preferisci stare da solo? Perchè se è così…….
-No, per me và bene. Solo che è da un pò che non lo facevi più…….ti stai facendo grande………
-Lo sono anche per te?
-Perchè me lo chiedi?
-Ho visto come mi guardi………
-Vale a dire?
-Sembra quasi…….
-Sì?
-No, niente……..vado a lavare i denti……ti aspetto in camera e vediamo se danno qualche film decente! Per te và bene?
-Sì, và bene. Ti raggiungo tra poco.

Non avevo parole: o Cristina mi stava volutamente provocando, oppure ero io che avevo male interpretato i suoi atteggiamenti delle ultime due ore. La sensazione era che si stesse divertendo e non era una semplice sensazione, ma qualcosa di più……..qualcosa di diverso e le sue parole me lo avevano confermato! L’ idea di dormire accanto a lei -l’ ultima volta risaliva a qualche anno addietro- mi stuzzicava non poco……..devo ammetterlo: ero sì alquanto confuso e pensieroso, ma stavo scoprendo l’ ultima frontiera del desiderio………Sì, facevo fatica ad ammetterlo, ma la desideravo……..sentivo crescere dentro me la passione ed iniziava a farsi strada una certa smania di poter far mio quel corpicino sinuoso, che stava mettendo a dura prova il mio autocontrollo!
Era un confine che mai avrei immaginato di superare, ma il dado era forse tratto……non potevo certo immaginare fin dove lei si sarebbe spinta: forse le andava semplicemente di fare due chiacchiere o forse no………Ero in bagno e guardavo la mia immagine riflessa nel medesimo specchio, che poco prima era stato testimone di un primo approccio…….di un inizio o forse di una fine di qualcosa………chissà………!
Lasciai cadere la maglietta che indossavo nel cesto della biancheria e rimasi in boxer: era la mia classica tenuta da notte, sia in inverno che in estate. Entrai in camera da letto con circospezione, ma per Cristina era tutto nella norma……almeno in apparenza: era già fra le spire di un piumino primaverile e guardava la tv distesa su due cuscini che rendevano la sua posizione più comoda. Era comunque visibile solo la chioma di colore nero che si confondeva con i colori della notte. Qualche flash proveniente dallo schermo illuminava parzialmente il suo volto, unitamente alla luce del solito lampione, che dalla strada trovava adito attraverso le fenditure della tapparella. Ma la quasi totalità della camera era immersa nel buio. Mi sdraiai accanto a lei e per dieci minuti almeno ci sorbimmo i soliti infiniti spot, che -sempre più raramente- vengono interrotti dalla scena di qualche film: sembrava tornata la calma, la mia compagna di letto non mi aveva degnato neppure di uno sguardo e -tutto sommato- la serata si preannunciava abbastanza tranquilla, se non addirittura soporifera! Magari ero anche deluso, perchè le premesse erano state di ben altra natura, ma forse ero io che avevo lasciato troppo spazio all’ immaginazione……..forse volevo in qualche modo soddisfare il mio desiderio di onnipotenza……..Poi, tutto ad un tratto Cristina decise di cambiare posizione e depose la testa sul mio torace, ma c’ era qualcosa……..qualcosa che non era al suo posto……..non capivo cosa fosse…….D’ istinto, per mettermi più comodo, allungai un braccio come per cingere il suo corpo e con una semplice ma efficace rotazione feci in modo che la mia mano cadesse all’ altezza della sua scapola…….la stavo abbracciando e solo allora capii……Con la mano venni a contatto con la sua pelle morbida e vellutata e data la zona del contatto, ne dedussi che aveva tolto la canottiera e quel qualcosa fuori posto………quel qualcosa non era altro che il suo capezzolo che graffiava la mia pelle. Rimasi immobile,mentre percepivo il calore proveniente dal suo corpo: mi voltai e altrettanto fece lei……..i miei occhi erano nei suoi…….i miei occhi erano i suoi e le nostre labbra si unirono. La sua lingua iniziò immediatamente a frugare nella mia bocca ed era la risposta a tutte le domande che mi stavo ponendo da quando era rincasata. Una risposta eloquente, forse anche troppo. Mentre ci baciavamo, le sue mani si avvicinarono pericolosamente ai miei pantaloncini per sfilarli ed io la aiutai con un colpo di reni. Avrei voluto fare altrettanto, e solo allora mi resi conto che non aveva indosso neppure più quelli: si era denudata prima di mettersi a letto! Altro che sciocche e assurde fantasie……era la pura realtà, una piacevole realtà che stavo vivendo e toccando con mano. Inserii una mano tra le natiche e scesi verso il basso: era già abbondantemente irrorata……era calda…….era pronta! In un batter d’ occhio, Cristina cambiò posizione e si mise a cavalcioni: la lingua si spalmò sull’ addome e risalì lentamente, facendo una sapiente deviazione prima a destra e poi a sinistra all’ altezza dei capezzoli, e proseguì quindi la sua ascesa fino a ritrovarsi nuovamente infilata nella mia bocca. Riprendemmo a baciarci appassionatamente, mentre le massaggiavo e contemporaneamente le dilatavo le natiche: appoggiò allora entrambe le mani sul mio torace come per far leva, si posizionò meglio con il bacino e un attimo dopo la cappella premeva e si faceva strada tra le labbra della sua fica. Era già fradicia e madida dei suoi umori e non feci alcun movimento, perchè fu sufficiente che si inarcasse lievemente, per permettermi di scivolarle dentro. Si distese nuovamente con il mento che urtava contro il mio petto e un attimo dopo -afferrate saldamente le sue chiappe- iniziai a muovere il bacino per dare la cadenza: il canale era tuttavia un pò stretto e mi piantò le unghie nella carne, mentre con i primi movimenti provavo a farmi spazio nei meandri della sua passera. Allora si inarcò nuovamente e sfruttò il suo peso per essere lei a dare il ritmo: si muoveva lentamente……aveva paura di provare dolore e l’ assecondai perchè ero cosciente di avere un cazzo di notevoli dimensioni, che tuttavia scalpitava dalla voglia di liberare tutta la sua virilità. Sentivo le pareti vaginali adattarsi pian piano al nuovo e invadente ospite, mentre lei s’ impalava con quasi impercettibili movenze dall’ alto verso il basso e viceversa: la lasciai fare e presi a strizzarle le tette, mentre i capezzoli erano resi sempre più duri e vogliosi dal bastone di carne che la stava trapanando a passo di crociera……….Ma la fase critica, quella di adattamento era ormai superata e la mia amante ci stava prendendo gusto, perchè si mise seduta in posizione quasi verticale…..le mani ancora una volta ben piantate sul petto ed iniziò a cavalcare, roteando il bacino in tutti i modi possibili e immaginabili, per meglio impalarsi sulla verga: ci sapeva fare e quei movimenti sinuosi erano devastanti……..mi sentivo immerso dentro la sua accogliente caverna……..ero quasi stupito da tanta e sacrosanta esperienza ed il suo sguardo sempre più libidinoso e pieno di desiderio, alimentava ulteriormente la voglia che avevo accumulato durante la giornata…….una voglia matta di farla mia, di chiavarla………Un urlo liberatorio accompagnò il suo amplesso: continuò a saltellare sulla canna e quando dopo poco venni anch’ io, avevo le labbra serrate intorno ad un suo capezzolo. Rimanemmo abbracciati……..ero sempre dentro lei e la rigirai, stendendomi sopra il suo corpo: la stantuffai senza tregua, mentre con la lingua facevo la spola fra le poppe e la sua bocca, lasciando una lunga scia di saliva ad ogni passaggio. Stavo godendo come non mai e non mi vergognavo affatto che fosse mia figlia: piaceva anche a lei essere scopata da me e ciò mi dava sicurezza: un pò alla volta diminuii le battute…….volevo assaporarla lentamente…….non c’ era più da avere fretta……..volevo gustarmi ogni frazione di secondo che trascorrevo nella sua vagina e, quando di lì a poco venne nuovamente, mi chiese di cambiare posizione. Mi distesi allora sulla schiena e mi disse di tenere gli occhi chiusi……l’ assecondai e bastò un attimo, perchè percepissi il calore della labbra mentre avvolgevano la cappella, adattandosi immediatamente alle sue dimensioni. Infatti, Cristina -oltre al canale vaginale un pò stretto- aveva anche una bocca abbastanza piccola, ma si capiva che lo aveva già fatto altre volte: mi sentivo interamente risucchiato nelle sue fauci, e di tanto in tanto dava qualche leggero colpo di lingua -quasi come fossero carezze- sia alla fenditura che al filetto. Non sembrava molto interessata a percorrere l’ asta in tutta la sua lunghezza e la sua attenzione alla parte scappellata mi eccitò ulteriormente: le misi una mano dietro la nuca, ed allora si decise a percorrere il cazzo fino a raggiungere l’ estremità inferiore, dove prese in bocca un paio di volte anche i testicoli, alla cui base premeva con due dita………voleva evidentemente ritardare la mia venuta. E poi risalì nuovamente fino ad ingoiare la cappella: lo rifece quattro o cinque volte, ma sempre lentamente e con estrema perizia, fino a quando -nonostante gli accorgimenti presi- non riuscii più a trattenermi e le venni in bocca, inondandola di cremoso succo di mia produzione: aspirò ogni goccia dimostrando di apprezzarne e di gradirne il sapore…….evidentemente non era nuova nemmeno a tale esperienza, ma dopo aver leccato i residui che colavano lungo la mazza, pose il capo sul mio torace e si addormentò quasi all’ istante, lasciandomi alle prese con quei pochi sensi di colpa ormai rimasti, che la sua vicinanza mi fece ben presto dimenticare.

PER CONTATTI: mauriziorso@libero.it

BETTY

Per circa una decina d’ anni, con mia moglie e mia figlia siamo stati in vacanza in Puglia: la zona costiera è davvero incantevole, anche se forse non ancora sufficientemente sfruttata. Fittavamo sempre una villetta con piscina, perchè a me non piaceva trascorrere l’ intera giornata in spiaggia: in maniera tale, loro potevano tranquillamente rimanere ed io ritornare a casa -una volta stufo del solito casino- e godermi la tranquillità ed il mio piccolo specchio d’ acqua personale.
Quell’ anno in particolare, era il terzo consecutivo che avevamo deciso di bivaccare nei paraggi e prendemmo una casa più grande del solito, perchè mio fratello aveva proposto di unirsi a noi e, dato che ci frequentavamo sporadicamente, accettai con entusiasmo. Anche a mia moglie faceva piacere avere un pò di compagnia ed altrettanto per nostra figlia Cristina, dato che era quasi coetanea con mia nipote Betty. Purtroppo, alcuni giorni prima della partenza, un collega di mio fratello si ammalò e in azienda gli chiesero di farsi carico delle sue pratiche, finchè non fosse rientrato in servizio. Per lui significò dire addio alle vacanze e sua moglie non se la sentì di partire e lasciarlo solo a casa, anche perchè lui non era -e non è tuttora- un asso ai fornelli. Per cui, fu solo Betty ad accodarsi al gruppo: lei almeno, con mia figlia si frequentava già da alcuni anni e si era certamente venuta a creare un’ intesa: infatti, i fine settimana spesso e volentieri uscivano insieme. La sua presenza fu molto apprezzata, perchè era una ragazza arguta, spiritosa e secondo me, molto matura per la sua età e con le idee anche abbastanza chiare…….forse troppo chiare………!
Normalmente, la nostra permanenza abbracciava l’ intero mese di agosto e fù così anche quell’ anno: la prima settimana andò via senza particolari novità e/o accadimenti. Talvolta, la sera si andava fuori per una pizza e si approfittava per incontrare qualche persona conosciuta durante le interminabili partite di beach-volley.
Poi, stanco del solito trambusto, iniziai a rimanere più frequentemente a casa o,magari rientravo dopo aver disputato la mia partitella quotidiana: e nel tardo pomeriggio, quasi al calar del sole ritornavo sul luogo del delitto e potevo avere il mare tutto per me. Feci altrettanto quel pomeriggio, mentre le donne erano intente a cucinare: dopo una rilassante nuotata, ritornai al mio posto assegnato e notai che c’ era anche Betty distesa sul suo lettino, intenta a leggere un libro. Mi disse che era arrivata da poco e che aveva bisogno di riflettere e di parlare con qualcuno:

-Ma a casa c’ è Cristina…..ormai siete amiche per la pelle. Avrete mica litigato?
-No, ma figurati! Non è per quello, ma talvolta noi donne…….
-……Voi donne cosa……?
-Sentiamo il bisogno di parlare con un uomo: mio padre è sempre incasinato con il suo lavoro e i nostri amici non sono
certo così svegli da afferrare il concetto. Capisci cosa intendo?
-Non ne sono proprio sicuro…..
-Quando si parla di sesso insomma……..sai com’ è?
-Ah, ecco…..ma forse tua madre……qualche consiglio…..perchè non provi a parlarne con lei?
-No, non capirebbe e con la zia mi vergogno un pò, però con te è diverso…..molto diverso!
-Perchè dici così, scusa?
-Perchè sei più aperto e non sei di quelli che ti fanno la predica per ogni cosa!
-Beh, ti ringrazio…..se è così e posso esserti di aiuto…….
-Posso parlare liberamente? Mica lo racconti a casa…..sai che figura?
-Di me ti puoi fidare.
-Il mio problema……per così dire…..
-Sì?
-E’ che sono ancora vergine e ho una voglia matta di scopare, ma non so ancora con chi devo farlo……!
-Oh, cazzo……Ma, perchè non ne parli con tua cugina?
-Neanche lei lo sà……è convinta che l’ abbia già fatto con quel tizio che lavora al supermercato!
-E invece non è così!
-Appunto! Ormai nel gruppo tutti hanno già avuto le loro esperienze: mi sento come il brutto anatroccolo……
-Non c’ è un’ età giusta per farlo: evidentemente non hai ancora trovato la persona giusta.
-Lo so…..è solo che non mi và più di aspettare e poi…..te l’ ho già detto: sono quasi sempre in calore!
-Beh, in questi casi è normale masturbarsi……lo fanno tutti!
-Sì, l’ ho fatto ma solo superficialmente: la prima volta ho paura di provare dolore e mi hanno detto che esce tanto sangue!
-Adesso non esageriamo: la prima volta -come dici tu- abbiamo avuto tutti una certa riluttanza, ma poi -dopo averlo fatto-
ti accorgi che non è così terribile…….anzi…..
-E tu quando hai cominciato?
-E chi si ricorda? Avrò avuto all’ incirca tredici o forse quattordici anni.
-Cavoli, hai iniziato presto! E invece guarda me che roba……..
-Secondo me ti butti troppo giù, ma è possibile che in comitiva non ci sia un ragazzo che ti piaccia? So che siete in tanti!
-Forse sì, non ne sono sicura: un paio mi hanno anche chiesto se volevo scopare con loro, ma non sono per niente il tipo
d’ uomo che vorrei!
-Devi avere solo un pò di pazienza, perchè prima o poi arriverà quello giusto!
-Ne sono convinta, ma sono stanca di aspettare e non la voglio dare ad uno che non mi piace abbastanza o che -dopo
averlo fatto- sparisce con una scusa e non lo vedo più! Però, mi è venuta un’ idea ed è già da qualche giorno che ci penso
ed è soprattutto di questo che volevo parlare con te…….
-Dimmi pure! Se posso……
-Puoi……puoi……! Ma deve rimanere un segreto fra me e te……me lo prometti?
-Sarò una tomba!
-Spero che non ti arrabbi per quello che sto per dirti…….
-E perchè dovrei?
-Perchè vorrei che fossi tu a riempirmi per la prima volta!

Ci fu un lungo silenzio: lei si volse verso il mare……non aveva il coraggio di guardarmi…….probabilmente temeva la mia reazione. Un lungo silenzio che durò forse cinque minuti, durante i quali -mentre Betty fissava l’ orizzonte- provai a raccogliere le idee, perchè in effetti non sapevo cosa rispondere e come introdurre l’ argomento, che era molto delicato….lo era anche per me……! In quei frangenti mi vennero in mente tanti episodi di quando ero poco più che un adolescente e gli ormoni esplodevano ad ogni minima sollecitazione. La guardai e mi resi conto che ormai era una donna e anche abbastanza carina: aveva occhi e capelli di un nero, che tanto ricordava le donne del sud ed un corpo che avrebbe potuto portare avanti anche cento gravidanze consecutive, senza mettere sù un solo grammo: le sue tette erano notevoli ma ben modellate ed il costume che indossava, esaltava indubbiamente la sua distinta e non eccessiva, ma comunque visibile procacità.

-Se mi fai la cortesia di guardarmi……
-Ecco!
-Non sono arrabbiato se questa è la cosa che ti preoccupa di più! Nè farò parola con chicchessia della nostra discussione,
ma devi renderti conto che ciò che mi chiedi non è realizzabile!
-Perchè no?
-E me lo chiedi pure! Forse hai dimenticato che tuo padre e mio fratello sono la stessa identica persona: non ti sembra
già abbastanza?
-Mi stai dicendo che non ti sei mai fatto una della mia età? Intendo dire, da sposato e ora che hai famiglia…….
-Stai toccando un tasto molto delicato; non penso che ti convenga proseguire su questa strada!
-Allora è successo?
-Ammesso e non concesso che sia come dici, almeno ho avuto il buon senso di non farmi una della famiglia…..
-Mi dispiace, non volevo essere così invadente, ma……
-Ma?
-E’ da qualche giorno che ti sto osservando e mi piaci come uomo……sì sei un bell’ uomo ed anche esperto in quella
materia…….non come i nostri amici che sono un branco di deficienti: quelli si fanno una sega e dopo dieci secondi
sono già venuti!
-E come fai a sapere che ho tutto questa esperienza in materia, come dici tu?
-Veramente me l’ ha detto Cri…….
-Mia figlia……ma che…..? Mi prendi per culo?
-No, basta però che non t’ incazzi…….Dice che ti sente quando scopi con la zia e qualche volta vi ha anche spiato…..ma,
mi raccomando……non dire niente, perchè quella quando le girano è anche peggio di te!
-Senti senti! E cos’ altro ti ha detto?
-Mi ha detto che ci sai fare e che al mattino la madre si sveglia sempre soddisfatta, perchè la fai godere come una vacca:
e ha anche aggiunto che lo hai bello grosso…..!
-Quella troia!
-Hai promesso di non dire niente……
-E così sarà: io mantengo sempre la parola data, ma tu non metterti in testa strane idee e il motivo sai già qual’ è!
-Mi stai dicendo che se io non fossi tua nipote mi scoperesti? Allora ti piaccio?
-Certo che mi piaci! Non sono mica frocio, cosa credi? Ma ciò non toglie che sarebbe innaturale e, se ci rifletti un pò,
sono convinto che anche tu arriverai alle mie stesse conclusioni!

Detto ciò, Betty si alzò e, dopo essersi ancora una volta scusata con me, mi salutò con un bacio sulla guancia e si avviò verso casa. Si capiva che era delusa: probabilmente si attendeva una risposta diversa……anche se, sinceramente dovevo essere deluso più io, visto quello che ci eravamo detti. In più, ero anche inviperito con Cristina: quella stronzetta raccontava i cazzi miei anche se stava in famiglia……figuriamoci con gli amici……!
Comunque la faccenda era tremendamente seria, perchè Betty -per quel poco che la conoscevo- non era una che si dava facilmente per vinta: sapevo già che sarebbe tornata nuovamente alla carica. In un certo senso le appartenevo, perchè ero depositario di un suo segreto e mi ero impegnato a non rivelarlo: ero diventato suo complice e sapevo pure, che se non fossi stato accorto, quella complicità l’ avrei certamente pagata a caro prezzo. Difatti, la sera a cena mi fissò a lungo e mi sentii alquanto in imbarazzo, soprattutto in considerazione del fatto che non eravamo soli, come qualche ora prima in spiaggia: fortunatamente, c’ era una mitica (ma non per me!) soap opera a tenere banco e nessuno si accorse delle occhiate di fuoco, che sovente io e la ragazza ci lanciavamo. Dopo cena, le donne in gruppo decisero di fare due passi in centro per gustarsi un gelato: declinai l’ invito e rimasi a casa a leggere un libro. Non le udii rincasare, perchè forse già dormivo profondamente.
Il giorno successivo, mia moglie e mia figlia – erano molto mattiniere- vennero a salutarmi che ero ancora a letto e dissi loro che avrei fatto una capatina, ma nel tardo pomeriggio. Feci una doccia -era mia abitudine farla anche prima di andare al mare- e dopo colazione andai in piscina e presi posto su un lettino, immergendomi nella lettura del romanzo giallo che, già da qualche giorno tenevo fra le mani, ma senza soluzione di continuità. Avevo deciso di finirlo, appunto perchè non era un granchè e, nel contempo ascoltavo musica con le cuffiette. Trascorse al massimo un’ ora, quando -notando un’ ombra dietro le mie spalle- mi voltai e vidi Betty: mi stupii perchè non l’ avevo sentita…….pensavo di essere solo. Mi disse che era rimasta in camera sua a cazzeggiare con i videogiochi e che non aveva molta voglia di uscire. Prese quindi un altro lettino e si affiancò al mio: si sedette dandomi le spalle e, nel farlo si slacciò il reggiseno rimanendo in topless: era la prima volta che lo faceva e, dopo aver posizionato un ombrellone per avere un pò di refrigerio, si distese e chiuse gli occhi. Mi resi conto che aveva un corpo notevole e le due poppe al vento erano una vera e propria delizia per gli occhi e per il palato: la sua voleva chiaramente essere una provocazione e, nel contempo una reazione a quanto le avevo detto il giorno precedente. Sapevo anche che era una persona decisa e risoluta……almeno Cristina è così che la descriveva, parlando della sua più cara amica! Tuttavia, ebbi la netta sensazione che avesse varcato un confine ed era stata anche brava e sottile, perchè non potevo fare a meno di guardarla con ammirazione: ma era solo ammirazione? Mi stava infatti coinvolgendo in una situazione, nella quale era quasi impossibile che scordassi di essere -anche e soprattutto- un uomo: seppure a fatica ed assorto in pensieri tutt’ altro che casti e puri, feci uno sforzo e cercai di concentrarmi sulla lettura. Dopo poco, Betty si alzò per sedersi sul bordo della piscina: dopo essersi evidentemente acclimatata, si tuffò e fece una nuotata. Risalì e mi si parò davanti: non disse nemmeno una parola, ma il suo sguardo era più che eloquente…….alcune gocce d’ acqua colavano lungo i seni, carezzando le aureole e facendo brevemente capolino sui turgidi capezzoli, prima di proseguire il loro cammino verso altri lidi. Prese allora un asciugamani ed iniziò proprio dalle poppe che, sollecitate dall’ operazione di asciugatura, ballonzolavano vistosamente: il pantaloncino mostrava in maniera sempre più evidente i segni della mia eccitazione. La ragazza accolse positivamente la mia reazione con un bel sorriso: la sua tattica stava avendo successo ed io stavo cadendo nella sua rete. Mi disse che rientrava un attimo per cambiarsi il costume e che avrebbe preparato un succo fresco: accolsi con piacere la sua proposta e la seguii con lo sguardo mentre si allontanava. Sapeva di essere guardata……studiata……..desiderata e infatti sculettò in maniera vistosa.
Ritornò con un vassoio e due bicchieri di limonata: aveva indossato uno slippino sgambatissimo e le natiche erano -si fà per dire- separate da un semplice filo ornamentale…….le tette erano sempre in bella evidenza. Si accomodò sul mio lettino e le feci posto, aprendo le gambe e poggiando i piedi a terra lateralmente: attese che bevessi e si alzò nuovamente in piedi. Sfilò l’ esigua mutandina e lasciò che cadesse a terra: aveva la fica completamente rasata e intatta…..proprio come una verginella: si rimise seduta e, preso il suo bicchiere, lo inclinò sufficientemente per permettere ad alcune gocce di percorrere una tetta e di depositarsi per qualche istante sul capezzolo, regalandomi per la seconda volta quello spettacolo, che solo pochi minuti prima mi aveva tanto intrigato. Versò il restante contenuto sulla patta dei miei pantaloncini e si passò la lingua fra le labbra, mentre con una mano andava a cercare e a stuzzicare l’ ingresso del suo pertugio ancora inviolato: il cazzo era ormai duro come una roccia e non me la sentivo più di fare la finta parte dello zio premuroso e moralista. Mi sporsi quindi in avanti ed afferrai il medesimo capezzolo fra le labbra, serrandole lievemente e sfiorandolo con la lingua: lo sentivo diventare sempre più turgido e Betty emise alcuni gemiti di approvazione. Mi misi in piedi e, sfilato rapidamente il costume versione boxer, mi avvicinai a lei facendo in modo che il cazzo fosse a portata di bocca: non se lo fece ripetere due volte, perchè istantaneamente la sua lingua si impadronì della fenditura e, dopo qualche timido colpo di approccio, le labbra si richiusero intorno alla cappella. Il risucchio si impossessò del mio corpo mentre la lingua, stimolava talvolta il filetto ed una mano coccolava la parte inferiore della sacca contenente i testicoli: era inesperta ma curiosa di imparare……..di conoscere………di scoprire. Mi guardai attorno: la villetta sorgeva in una zona abbastana isolata e, per i nostri vicini sarebbe stato praticamente impossibile individuarci, mentre eravamo all’ opera. In ogni caso, non me la sentivo di rischiare e chiesi gentilmente alla mia compagna di interrompere momentaneamente la sua opera: mi guardò con un punto di domanda dipinto sul viso e, tenendola per mano la feci alzare e la condussi all’ interno della struttura. Andammo in camera delle ragazze, perchè mi sembrava più appropriato e, per sicurezza preferii chiudere la porta a chiave: per premunirmi, feci prima una capatina in bagno, dove presi alcune vecchie asciugamani con le quali ricoprii interamente il letto………la ragione era ovvia……! Inizialmente rimanemmo in piedi: la strinsi vigorosamente fra le braccia e ci baciammo appassionatamente. Di tanto in tanto, lei gettava un occhio alla verga che premeva con prepotenza contro il suo pancino, impaziente di visitare la sua calda e umida caverna. Poi ci sedemmo sul bordo del letto, tenendo le gambe sporte in fuori: Betty pendeva dalle mie labbra ed attendeva la mossa successiva quasi con trepidazione! Riprendemmo a baciarci intrecciando le nostre lingue, mentre lei afferrò l’ asta e prese a segarmi: la lasciai fare affinchè prendesse confidenza con l’ arnese. Le mie mani intanto le strizzavano le tette arpionando i capezzoli. Dopo un tempo indefinito le nostre labbra si separarono e mia nipote mi disse che aveva voglia di essere chiavata…….mi chiese di far piano…….temeva di avere dolore………
Ci portammo quindi al centro del letto che era a due piazze abbondanti, la feci distendere sulla schiena e le ficcai la lingua in bocca……..avevo anch’ io uno smisurato desiderio di possederla e man mano iniziai a scendere baciando e leccando ogni centimetro del suo corpo. Mi soffermai in particolar modo sulle aureole, che cerchiai più volte con la saliva, prima di riprendere il cammino che mi avrebbe condotto alla sua cavità: giunto al basso addome, mi insinuai fra le sue gambe e le baciai l’ interno delle cosce puntando poi verso l’ inguine……leccai lievemente le grandi labbra ancora unite e lei ebbe un sussulto…….allora risalii e ripresi a morderle i capezzoli, la baciai in bocca e, ridisceso fino all’ ombelico, lo rasoiai con la punta della lingua……..e da lì in poi le mie labbra non si staccarono più dalla sua pelle, fino a quando non giunsero alla spaccatura. La divaricai con le dita quel tanto che bastava per introdurci la lingua: Betty iniziò a gemere e a dimenarsi e lo fece sempre più vigorosamente man mano che andavo in profondità. Contemporanemente le stimolavo il grilletto e dopo poco venne…….era un pò più rilassata, ma non ancora a sufficienza. Allora mi distesi accanto a lei e le chiesi di prenderlo in bocca e di farmi godere: accolse la mia richiesta con entusiasmo……..forse nemmeno lei si sentiva ancora pronta per il grande passo…….Questa volta fu più decisa e lo ingiò fino alla radice: si muoveva rapidamente facendo su e giù, percorrendo la mazza per tutta la sua lunghezza……Era affamata…….le piaceva essere chiavata nella cavità orale e, quando arrivava alla cappella, succhiava come una forsennata…….le dissi che stavo per godere……..allora mi strizzò i testicoli, un attimo prima che le scaricassi dentro svariati fiotti di sborra: il sapore le piacque all’ istante e la inghiottì con golosità. Poi riprese a giocare con le labbra e con la lingua, aspirando abilmente tutti i residui che colavano: una volta terminata l’ opera, andò in bagno perchè aveva bisogno di sciaquarsi la bocca, ma ritornò in un baleno e, una volta distesa sulla schiena, divaricò le gambe e mi disse che era pronta. In effetti, lo ero anch’ io e già da un bel pò: mi tuffai sulla sorca, le cui labbra non erano più serrate come prima e la lavorai con la lingua, cercando di lubrificarla il più possibile. Ad ogni affondo Betty si dimenava e mi chiedeva spudoratamente di infilarglielo dentro: quando mi resi conto che era finalmente giunto il tanto sospirato momento di farla mia, mi misi in ginocchio, avvicinai la punta della cappella alla sua cavità e mi insinuai fra le grandi labbra. L’ imboccatura della caverna era umida e scivolosa al punto giusto e, inizialmente la ragazza provò a ritrarsi, ma io le dissi di stare tranquilla e di rilassarsi quanto più poteva: le alzai le cosce in modo che andassero a premere sopra i suoi seni e le ancorai i piedi al mio torace. Per lei non era una posizione scomoda e, aperta al massimo avrei potuto prenderla con più facilità. Di nuovo la penetrai, ma con più decisione rispetto a prima e, quando andai inevitabilmente a cozzare contro la membrana, provò ancora a ritrarsi…..iniziai a fare avanti e indietro e solo la cappella spariva dalla mia vista…….il suo sguardo alquanto intimorito mi arrapava ulteriormente…….la rassicurai ancora un paio di volte e, poi improvvisamente con un secco colpo di reni affondai nella sua pancia! Rimasi dentro immobile…….la guardai perchè non aveva urlato……..sul suo viso era dipinta una smorfia di dolore…..un grido soffocato che non aveva trovato una via d’ uscita…….ma il peggio era passato: estrassi allora il cazzo per precauzione e mi resi conto che la perdita di sangue era stata davvero minima. Allora la penetrai nuovamente a fondo e, dopo aver captato un gemito di piacere, mi accucciai sul suo corpo e cominciammo a scopare: il movimento ritmico del mio bacino la costrinse inesorabilmente a venire dopo poco……sentii i muscoli vaginali stringersi impietosamente intorno all’ asta famelica e vogliosa di calore. Incrociò e serrò le gambe all’ altezza delle caviglie dietro la mia schiena e allora spinsi sempre più forte: le poppe ballonzolavano in seguito alle randellate e, per succhiare i capezzoli ero costretto ad arrestarne il movimento strizzandole con le mani…….poi risalii fino a pressare i seni con il mio torace……il suo stupendo viso era libidinoso…….era diventata donna. Ci baciammo e risucchiò la lingua nella sua bocca……..venne ancora e un’ altra volta ancora…….ormai aveva aperto i rubinetti……..era appassionata………..irrefrenabile e anch’ io ero quasi giunto al capolinea: non mi preoccupai, perchè mi aveva già detto che stava facendo una cura ormonale, quando di lì a poco -con un urlo liberatorio- scaricai nella sua vagina un oceano di sperma. Proseguii a martellare il suo canale ancora per un pò ed estraendolo, mi resi conto che ero ancora arrapato……scivolai allora sul suo corpo e baciai e leccai avidamente fra le sue tette, spargendo saliva a volontà nell’ incavo anatomico che si era venuto a creare una volta che le strinsi per avvicinarle. Quando la zona interessata fu abbondantemente irrorata e lubrificata, vi ficcai in mezzo il bastone di carne, mentre Betty -avvicinando le poppe fra loro con le sue mani- facilitò il mio compito: mentre chiavavo poderosamente fra i suoi seni, notai che si sgrillettava e si infilava due e anche tre dita alla volta nella fica. Stava godendo come una porca e mi incitò a pompare sempre più forte, fino a quando -inarcando il bacino leggermente in avanti, sborrai nuovamente: alcuni fiotti conclusero la loro corsa in parte sul viso, e in parte sui capelli della mia compagna.
Eravamo stanchi ma tremendamente soddisfatti, e non c’ era tanto tempo a disposizione per rilassarci ulteriormente: era già pomeriggio inoltrato e la nostra contemporanea e prolungata assenza, avrebbe senza ombra di dubbio insospettito la mia famiglia. Una seppur breve apparizione in spiaggia era dunque obbligatoria: per cui la mia calda amante andò a fare una doccia, mentre io provvidi a mettere in ordine il letto delle ragazze e, soprattutto a far sparire quelle vecchie asciugamani, che erano una prova incontestabile della nostra malefatta: feci altrettanto con i nostri costumi rimasti in piscina, che finirono nel cesto della biancheria da lavare. Avevo anch’ io bisogno di una doccia, che tuttavia feci un pò a malincuore, perchè spazzò via il suo sapore che mi era rimasto appiccicato sulla pelle. Lei rimase a casa: indubbiamente aveva bisogno di riflettere e di metabolizzare il suo primo rapporto intimo con un uomo. Lungo la strada, anch’ io ebbi vari spunti di riflessione, seppure per ragioni totalmente diverse dalle sue: Betty era molto attraente e mi aveva fatto godere……..mi era piaciuto! Era solo l’ inizio e immaginai che sarebbe stata un’ estate lunga e torrida…….

PER CONTATTI: mauriziorso@libero.it

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