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Racconti erotici sull'Incesto

Io e mamma sotto sequestro

By 12 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Ho ancora paura che, alla fine, Possa succedere.
Mia madre &egrave ancora una gran bella donna. E’ lì, legata mani e piedi, supina, su un minuscolo lettino, come servita su un piatto d’argento. Un bocconcino che dei veri maschi non possono non desiderare.

Quella sera cenavamo tranquilli nella nostra villa. Mio padre era ancora in ufficio; comprensibile quando sei un importante dirigente e hai grosse responsabilità.
Ce li trovammo in cucina. Da dove entrarono? Quanti erano? E chi lo sa. Entrarono con una tale furia ed energia che potevano essere dieci, venti, ma anche solo tre. Pensammo subito alla semplice rapina, manteniamo il sangue freddo e cerchiamo di assecondarli; non vale rischiare la vita per un po’ di soldi. Ci puntarono le pistole e ci dissero di seguirli. Eravamo confusi; facemmo comunque come dicevano.
Ebbi un attimo in cui pensai di reagire, ma un paio di occhi che spuntavano da un passamontagna capirono subito le mie intenzioni e mi fecero capire che non era il caso.
Ci fecero salire su un furgone. Ci legarono le mani dietro la schiena e ci misero un sacco in testa.
D’allora siamo in questa stanzetta, su due lettini, mani e piedi legati alla testata e alla base. E’ sempre buio, abbiamo perso la cognizione del tempo.
Non &egrave diverso da come si vede nei film. Noi facciamo come dicono e loro ci rispettano e ci garantiscono quel minimo indispensabile ad ogni essere umano. Mi rimane comunque la paura che possano approfittarsene. Fino ad ora hanno avuto un comportamento corretto; ma hanno sempre il coltello dalla parte del manico.
Ce ne uno che mi irrita più di tutti. Indossano sempre il
passamontagna, non riesco a vederli in volto; ma le mani delicate, il corpo magro e non ancora robusto rispetto a quello degli altri, mi fanno pensare che sia abbastanza giovane. Non a caso &egrave quello che ci fa la guardia, “il palo”; &egrave quello a cui dobbiamo rivolgerci in caso di
neccessità.
E’ fu proprio lì che cominciai a sudare freddo. Arrivò il momento in cui incominciammo a sentire il bisogno di usare il bagno. Decidemmo di trattenere il più possibile; non sapevamo quanto sarebbe durata, magari saremmo stati liberi da lì a poco. La lettera per il riscatto mamma l’aveva già scritta. Un esperienza terribile. Sentimmo il rumore della serratura che si apriva; subito ci passò un brivido di terrore sulla schiena. D’improvviso, la porta si aprì e la luce entrò prepotente, facendoci male agli occhi. Quando riuscìi a tenere gli occhi aperti, vidi mia madre che cercava di alzare la schiena, gemendo di dolore. Gli
avevano liberato le mani: “adesso scrivi una lettera a casa…”. Gli stavano vicinissimi. Vedevo le loro mani su di lei, più che altro per assicurarsi che non facesse qualche stupidata. Fu comunque un immagine che mi fece effetto. Non avevo visto nemmeno mio padre prendersi una confidenza simile, almeno non in mia presenza. Ora degli sconosciuti, virilissimi, dominavano mia madre, le tenevano un braccio, mentre con l’altro scriveva: “noi stiamo bene…” un altro gli mise una mano sulla testa, spingendola in basso, verso il foglio, anche se il gesto poteva prendere vari significati… “la nostra vita dipende da te… fai presto…”. Una mano ora scendeva sul suo fianco, e vedevo il viso di mia madre: rimase lucida e fredda, manteneva il controllo. Solo per un’attimo ebbi la sensazione di vederla emettere un sospiro. Pensai che fu per la paura. “Firmala!” Quindi le riattacarono i polsi alla testata.
Arrivò il momento però in cui non potevamo trattenere oltre. Chiamammo il “secondino” e gli spiegammo la situazione. Si allontanò e io incominciai a pensare a mia madre che l’avrebbe fatta davanti a un uomo, e a che genere di uomo! L’avrebbero portata nella stanza da bagno e chissà cosa sarebbe potuto succedere. Mentre pensavo a come riuscire ad essere presente anch’io, in modo da proteggerla, lo vidi rientrare con un pitale, uno di quelli che usavano i nostri trisnonni, e un rotolo di carta igenica.
Il ragazzo sciolse i piedi e le mani di mia madre e, dopo che lei si fu alzata, gli rilegò velocemente i polsi dietro la schiena. Io guardavo attentissimo e preoccupato, pensando fino a che punto era il caso di assecondarli e “fare come dicono loro”. Il ragazzo si abbassò e
cominciò a sbottonare i pantaloni di mamma. Glieli calò. Era la prima volta che mia madre mi appariva in modo così disinibito; e lo spettacolo non era niente male: la pelle candida e liscia delle gambe, il monte di venere ben pronunciato sotto la stoffa bianca delle mutande. Probabilmente era una prima volta anche per lui, perch&egrave poco dopo aver infilato i suoi indici nelle mutandine di mamma, accadde qualcosa di strano; il ragazzo alzò il mento e incrociò gli occhi di mia madre. Si creò un’atmosfera come di imbarazzo reciproco ma “condiviso” e accettato da entrambi. Lui era stato, tutto sommato, abbastanza delicato nei movimenti, ed era possibile che ciò avesse potuto svegliare un possibile istinto materno da parte di mia madre.
Lui cercò di rompere l’atmosfera, e con forzata disinvoltura tirò giù le mutande di mamma.
Aveva il pube di mia madre a pochi centimetri dal suo naso. Era ridicolo fingere disinvoltura: si stava godendo lo spettacolo. Me lo confermò quell’espirazione fatta a bocca chiusa, dalle narici, ma che sembrava uno sbuffo. Stava succedendo quello che temevo; incominciai a pensare a mio padre, la sua onestà, i grandi sacrifici di una vita dedicata al lavoro, e ora i peli pubici della moglie erano a pochi centimetri dal muso di un ragazzino, che ne aspirava gli odori.
Riuscì a riprendersi e, alzatosi in piedi, prese il pitale, lo mise al centro del punto più spazioso della piccola stanza e afferrò mia madre per i gomiti; la portò davanti al pitale e la posizionò su di esso.
Fece in tempo però a non perdere lo spettacolo del posteriore che mia madre stava sporgendo per centrare il pitale; mi disse poi che non si sedette perch&egrave era sempre un vaso da notte di estranei e chissà chi l’aveva usato. Mimò quindi di sedersi, senza toccare il pitale,
facendosi reggere dal sequestratore. Non posso negare che la gelosia si unì all’eccitazione: oltre i bellissimi glutei, vedevo anche le sue labbra e l’introito vaginale che spuntava da esse.
Erano passati però già alcuni secondi e ancora non aveva fatto nulla. Ma che aspetta? Forse deve scioglersi dall’imbarazzo. Lo spettacolo che segui fu sicuramente meno piacevole. Quando ebbe finito, arrivo il momento di pulirsi; mia madre aveva avuto sempre i polsi legati dietro la schiena. Quell’ingrato compito se l’assunse il giovane sequestratore. Prese la carta igenica e portò la mano sulle parti intime di mamma. Ma appena lui la toccò, mia madre si allontanò dalla sua mano scattando il bacino in avanti, emettendo un secco “mh!”. Il ragazzo aveva la faccia terrorizzata, sapeva di avergli fatto male, ma non capiva come. Io pensai che probabilmente gli aveva toccato il clitoride, che, delicato com’&egrave, toccato senza lubrificazione può dare dolore.
Dopo pochi interminabili secondi in cui rimasero immobili, mamma riabbassò il bacino mostrando le terga. Lui, delicatissimo, cominciò a pulire. Gettò la carta sporca e ne prese altra pulita. Gradualmente, cominciò a strofinare energicamente. Credo che, finito il dovere di pulire, ora stesse cominciando il piacere di esplorare quest’universo sconosciuto. Immaginavo il piacere della sua mente e delle sue dita mentre palpavano le labbra della figa di mamma, ne sentiva la consistenza, mentre sfiorava la clitoride e l’ingresso della vagina, dalla quale, molti anni or sono, ero uscito io, che assistevo inerme, legato a un letto, rabbioso ed eccitato. Quando però ebbi la sensazione che mi madre stesse incominciando a oscillare il bacino avanti e indietro, pensai che forse non era più il caso di lasciar fare, e dissi al sequestratore che ora del pitale avevo bisogno io.

Quando finirà questo supplizio? Non riesco a pensare ad altro. Con mia madre, durante le chiacchierate che sono l’unico svago della nostra costretta e buia prigionia, non ho voluto parlare di ciò che &egrave successo con il ragazzo. Non c’&egrave nulla da dire, abbiamo solo cagato e pisciato. Punto. Ora non ci resta altro che aspettare che quest’incubo finisca, prima che possa essere troppo tardi.
Ritorniamo a sonnecchiare, che &egrave l’alternativa allo svago della chiacchierata. Quanto abbiamo dormito; senza sapere se &egrave giorno oppure notte, se quello che stavamo mangiando, sempre legati al letto, era il pranzo o la cena.
Nel dormi-veglia, mi accorgo che il ragazzo &egrave entrato nella nostra stanza. Non ha cercato di svegliarci, non ha nemmeno acceso o portato la luce. Fingo di dormire, cercando di capire che intenzioni abbia ora il nostro carceriere.
Si mette, in piedi, al lato destro del lettino di mamma. Il mio lettino &egrave alla sinistra di quello di mamma; vedo quindi mia madre che dorme e subito dopo il suo letto c’&egrave il ragazzo, di fronte a me.
E’ tesissimo, &egrave questo non promette niente di buono. Per nessuno; anche io non mi masturbo da un bel po’, ed oltre ad aver paura per l’onore di mio padre ho anche paura della reazione che posso avere io.
Il ragazzo &egrave tesissimo, e si sente che vuole fare qualcosa ma che ha paura di fare una cazzata. Ma ecco che, molto lentamente, dirige le mani all’orlo inferiore della maglia di mamma. La porta su, fino al massimo, attento a non svegliarla. Che intenzioni ha? Le argomentazioni ci sono tutte: il petto nudo di mia madre &egrave delizioso. Infatti le mani, timidissime, iniziano a toccarle la pancia, il seno ancora nascosto dal reggiseno. Ma ancora per poco: afferra le coppe e l’elastico dalla parte inferiore e glieli tira su, come ha fatto con la maglia.
Rivedo il seno di mia madre. Come mi piacerebbe ricordare di quando mi allattava, di quando ero una cosa sola con lei, frutto del ventre suo e mi nutrivo avidamente di lei. Ora però &egrave un’altra la bocca che succhia, se le sta godendo lui, meno candidamente; perch&egravea lingua che ora saetta e rotea su quei capezzoli, su quelle aureole non &egrave quella innocente di un figlio, ma quello di un maschio che la vuole possedere, che vuole farsi padre con una donna che ha già un uomo: mio padre, l’uomo probo che ora, in ansia, stara probabilmente aspettando notizie. E’ inutile negarlo: mi sta diventando duro, ma sono anche un po’ incazzato; però non so proprio cosa fare. Rischiare? Reagire? Finch&egrave si limita al seno, posso anche lasciarlo fare.
Ma ho fatto i conti senza l’oste. Il ragazzino sa che c’&egrave un bottino ben più prezioso se scende un po’ più giù. Decide di ripetere un gesto non nuovo per lui: abbassa i pantaloni e quindi le mutande di mamma, fino alle caviglie.
Non avrei mai pensato di vedere mia madre così: praticamente nuda, con le sue parti intime così oscenamente esposte. Sono così eccitato che la sborrata mi esploderebbe nelle mutande, se non fosse per la rabbia che mi suscita quel ragazzino che si sta abbuffando di un delizioso pranzo che non gli appartiene. Sarà giovane, ma sa cos’&egrave un ditalino: lo sta appena facendo a mia madre. Gia… e mia madre?
Sollevo appena lo sguardo verso il suo volto. Non c’&egrave dubbio: sta fingendo di dormire. Ha gli occhi chiusi, ma le labbra appena socchiuse e il muso appena rivolto verso l’alto mi fanno capire che il trattamento gli sta piacendo. E poi credo stia cominciando ad ansimare.
Probabilmente anche lei sta lasciando fare. Meglio così.
Peccato che lui si sia fatto coraggio e ha tirato fuori il cazzo. Che vuol fare? fino a che punto vuole diventarmi “patrigno”? Si sta segando. Con l’altra mano continua il ditalino. Ma dev’essere scomodo, perch&egrave decide di usare entrambe le mani per la sega. Così scopro che sa anche cos’&egrave un cunilingus. Intanto mamma sta cominciando a gemere in maniera più spudorata, mentre io sudo freddo, perch&egrave penso che di là potrebbero sentirci… cio&egrave, sentirli!
Così come mia madre ha smesso di fingere di dormire, penso sia il caso che la smetta anch’io: “ehi… oh… eehiii!!! Fate piano!” Ma io non esisto; tra loro ormai se creata una forte sintonia. Io non esisto più, lei &egrave suo. Il ritmo si fa sempre più veloce, anche mia madre, che ha i polsi legati sopra la sua testa, incomincia a muovere il bacino avanti e indietro, per dirigere meglio la lingua del suo amante sui punti giusti della sua femminilità. Con un urlo, esplodono in un orgasmo.
E qualcuno accende la luce…

taboo1987@libero.it scrivetemi, se vi va. “ma che cazzo succede!” Finalmente, forse adesso i sequestratori più maturi metteranno le cose apposto. “ma porca puttana! Lo sapete che a me piacciono i lavori fatti bene, puliti!”
“dai capo, &egrave giovane, cosa ti aspettavi, che non lo facesse?” Non farti convincere. Non farti convincere…
“già, e poi lei mica urlava perch&egrave non ci stava, anzi…” Ma cosa crede, che mia madre sia una puttana?!?
“…eh, anzi, mi sa che ha fatto bene! che da quando abbiamo cominciato sto lavoro, non possiamo sfogarci nemmeno co’ le puttane” E’ arrivata la conferma: vogliono usare mia madre come fosse una puttana…
Questi ultimi commenti mi rassicurano poco. Sono entrati tutti nella stanza, e ancora non capisco quanti sono. Io non esisto, sono tutti intorno al letto di mia madre. Immobili; guardano il capo e aspettano una sua risposta.
Lui si gira verso il ragazzo “ma almeno te la sei scopata?” Addio. “naaa, &egrave ancora giovane. Che vuoi che abbia fatto! Bisogna dargli una spintarella…” “già, spogliati. Che lei te la prepariamo noi!”
La situazione sta precipitando così in fretta. Sta succedendo quello che temevo. Quegli uomini si muovono tutti intorno a mia madre, e riesco a sbirciare la situazione tra i loro corpi: le hanno slegato le mani e i piedi, ma solo per toglierle i vestiti; le hanno riattacato sia polsi che caviglie al letto, supina, ma in modo che le gambe e le braccia siano abbastanza aperte.
Solo ora mi convinco realmente di quanto sia bella mia madre. Ora intravedo le caviglie e i piedi, ora il busto e i seni, ora parte dei glutei e i peli del pube, ora il suo volto. Preoccupato, ma comunque abbastanza disteso, come una bambina che si ritrova davanti a qualcosa di nuovo, shockante ma attraente.
Arriva il nuovo ordine del capo “dai su, datti da fare”. Gli altri sono sempre intorno al letto di mia madre. Due di loro sono fra il mio letto e il suo e mi danno le spalle. Il primo mi copre la visuale di mamma dai piedi alle ginocchia, il secondo dall’ombellico alla parte alta dei seni. Ciò che vedo sono le sue cosce, il bacino e subito dopo la testa.
Riesco a vedere per un attimo anche il ragazzo in piedi; completamente nudo, ha solo il passamontagna. E’ proprio un ragazzo; ha il pube molto folto, ma quasi nessun pelo sul petto, oltre le ascelle. E devo ammettere che ha proprio un bel corpo, tonico, ben modellato. E il cazzo, malgrado l’orgasmo di poco tempo fa, e bello dritto. E anche abbastanza dotato, quindi…
Sale sul letto. Punta le ginocchia sul materasso, nello spazio che le gambe, tese e divaricata di mamma, offrono. Non si &egrave ancora sdraiato; affera il cazzo con la mano destra. Si abbassa e si sdraia su di lei.
Immagino le loro pance e i loro capezzoli che si toccano, la piacevolezza delle loro pelli lisce e delicate che si strofinano tra di loro. Intanto vedo lui che fa scorrere il glande su e giù sopra la figa di mamma; &egrave chiaramente inesperto, non sa come farlo entrare. E’ qui ho un colpo al cuore: mia madre inizia a curvare il bacino in avanti; lui capisce il segnale e rimane fermo, con il cazzo puntato sulla figa. Ed &egrave mia madre che, riportando il bacino un po’ indietro e poi rimandandolo in avanti, a penetrarsi con il cazzo del suo giovane amante.
E’ fatta. Ora mio padre &egrave bello e cornuto. Il ragazzo mette i palmi sui fianchi di mamma, all’altezza dei glutei, e comincio a vedere le sue giovani chiappe che salgono e scendono, salgono e scendono dal bacino di mamma. Le gambe tese di mamma mi permettono inoltre di vedere, mentre lui sale, i loro pubi. Umidi, pulsanti. Il letto incomincia a cigolare in maniera ritmica, e ritmico &egrave anche il suono dei loro umori, che stanno iniziando a fondersi in un liquido solo.
Dovevano essere molto bagnati, perch&egrave il rumore del pene che scorre avanti e indietro nella vagina &egrave così forte che, pur non vedendo i loro genitali, riesco a immaginarli.
Gli altri rapitori, intanto, stanno incominciando a sfilarsi i pantaloni e le maglie, ma non ovviamente i passamontagna. E’ un gruppo molto eterogeneo; qualcuno &egrave un po’ più grasso, qualcuno abbastanza tonico, chi peloso e chi meno. Ma tutti sono intorno al letto degli amanti e stanno cominciando a menarselo. D’improvviso vengo coplito dal suono di uno schiocco; sollevo un po’ la testa e vedo il ragazzo che, sollevato il passamontagna sul naso, sta dando dei bacini a stampo alle labbra di mamma. Il rumore &egrave forte perch&egrave anche mia madre sta ricambiando, ed &egrave impossibile non sentire il rumore che il risucchio delle labbra fanno mentre si uniscono in questo bacio di tipo molto casto. Molto casto fino a quando lui non la guarda negli occhi e esce fuori, timidamente, la lingua. Si fissano qualche secondo; mia madre indietreggia impercettibilmente la testa, quasi chiedendosi cosa fare. Ma sa cosa fare, e socchiudendo gli occhi apre leggermente le labbra e, riportando la testa un po’ avanti, accoglie la lingua del giovane, come prima aveva fatto con il cazzo. Un bacio come quelli del cinema: gli occhi chiusi, le teste che appena appena roteavano, le lingue che ognittanto si intravedevano ai bordi delle labbra e le guance che, ritmicamente, si gonfiavano e sgonfiavano. Non riesco a capire mia madre: certo, anche lei aveva vissuto dei giorni di astinenza, come tutti, come anche i rapitori, come anche mio padre; ma un orgasmo prima l’aveva già avuto. Avrebbe dovuto essere sufficiente per placare la voglia. Quello che sta facendo le piace, o sta lasciando fare, per non correre rischi, ribellandosi? Comunque, credo stia lasciando fare un po’ troppo…
A un certo punto, il piede sinistro di mia madre si libera. E adesso? Mentre temo il peggio, vedo la gamba che si solleva; sicuramente si gode la libertà di poterla, finalmente, piegare. Questo, però, mi permette di vedere i loro genitali. Soprattutto quando lei attorciglia la gamba dietro la schiena del ragazzo. Vedo il cazzo che entra ed esce dalla figa di mamma, vedo l’alone che si &egrave formato sul lenzuolo, sotto le chiappe di mamma.
“Ragazzi, le piace proprio!” “Già, queste corde non servono” “questa non deve mai aver preso un cazzo decente in vita sua” Mentre questi commenti colpiscono le mie orecchie, io mi estranio dal mondo, e con la fantasia scorro l’album dei ricordi: le feste di natale, i suoi abbracci dopo i miei pianti disperati, le gite al mare con lei e papà. Il mare, l’ingenuità dell’infanzia, l’amore.
Quando ritorno alla realtà, lei &egrave completamente avvinghiata a lui. Non hanno cambiato posizione, semplicemente l’hanno slegata, e ha le sue braccia intorno al suo collo e le gambe avvinghiate dietro la sua schiena. Mi sa che il contatto completo con il corpo di mia madre deve aver fatto perdere il controllo al ragazzo, che solleva la testa verso l’alto, porta un po’ le spalle indietro, senza staccare la sua pancia e il pube da quelli di mamma e, con gli occhi socchiusi e la bocca semiaperta inizia a mugulare dei “ah… aahh…aaahhhhh!!!!”
Sta eiaculando. Sta riempendo l’utero di mamma con il suo sperma. La sta innondando, si fa padre-padrone di quella che &egrave stata la mia prima casetta… Vedo i glutei che si contraggono, e ogni contrazione &egrave una schizzata. Una, due, tre volte, quattro volte, cinque volte… ormai ho perso il conto. Anche mia madre sta godendo, sussurrando dei “si… si…”
Gli altri rapitori iniziano a festeggiare, gridacchiando dei “vai” “così” “yuhuuu!” Loro due rimangono immobili qualche secondo. Poi si staccano. Il ragazzo scende dal letto, con il cazzo gocciolante, ha la testa un po’ bassa e un sorrisino timido, mentre gli altri vanno intorno per complimentarsi, gli stringono la mano e gli danno pacche sulla spalla “Bravo, sei stato uomo” “gli hai fatto provare cos’&egrave un maschio”. Mia madre, intanto, si risdraia supina sul lettino, tiene le gambe spalancate e cerca, usando i muscoli della vagina, di cacciare fuori lo sperma. Forse per qualcuno, questo, &egrave un invito.
Ecco che uno, improvvisamente, prende il posto del ragazzo “ora tocca a noi” Fregandosene dello sperma, gli sale sopra e gli mette il cazzo dentro, cominciando a pompare. Mia madre &egrave ormai troppo presa, e inizia a mugolare senza freni “Ah… si… si… così…” Uno si porta alla testa del letto, gli solleva il mento e fa “l’hai mai assaggiato lo sperma?” Mamma, che in tutto ciò non ha mai perso la sua espressione di bambina un po’ shockata ma molto attratta, senza parlare fa di no con la testa. Ecco che l’uomo afferra il cazzo e lo porta a pochi millimetri dalla bocca di mamma. Lei solleva la testa, lo guarda un po’ negli occhi, poi, come ha fatto con il cazzo e la lingua del ragazzo, socchiude gli occhi e gli prende il cazzo in bocca.
Incomincia a portare la testa avanti e indietro. Ma si vede che &egrave la prima volta. Non usa un ritmo regolare, e poi lo tiene solo in bocca, senza succhiare. Allora l’uomo gli prende il cranio con entrambe le mani e comincia a portarla avanti e indietro con forza, usando un ritmo regolare. E’ lui, &egrave l’uomo che durante la lettera gli aveva messo la mano in testa, lo riconosco! Sono certo che &egrave d’allora che desidera fare quello che sta facendo ora. Mia madre, intanto, pratica il nuovo gioco facendo un po’ di resistenza alla forzatura dell’uomo; ma dopo un po’, vuoi per il piacere di farlo, vuoi per il piacere di quello che se la sta facendo in fica, si rilassa completamente e diventa inerte come un pupazzo, godendosi il piacere del movimento oscillatorio, il piacere di sentire in bocca e con la lingua la gommosità del prepuzio, la morbidezza del glande, la durezza del membro; il piacere della vibrazione provocata dal cazzo che strofina velocemente sul palato, sulle labbra, il pube dell’uomo che si avvicina e si allontana dal suo naso.
Il rapitore ha tolto una mano dalla testa di mamma; ora lei sa come deve muoversi. Ma c’&egrave ancora qualcosa che manca; ed ecco che lui gli rimette la mano sulla testa, la immobilizza e incomincia a portare il suo bacino avanti indietro. Sta scopando la bocca di mamma, che sbarra gli occhi e resta quasi impietrita, non capisce che fare. “Succhia, succhia, fai finta che stai tirando su uno spaghetto”. La testa di mamma &egrave completamente ferma, solo il cazzo del rapitore saetta velocissimo dentro e fuori. Così tenta la prima succhiata; si vedono le guancie che si ritraggono verso l’interno, accompagnate dallo scrocchio delle labbra, quindi tornano rilassate. Una seconda succhiata, una terza e pian piano comincia a muovere timidamente la testa avanti e indietro. Ha imparato a fare un pompino. L’uomo sente che finalmente può togliere le mani dalla testa di mia madre e può godersi felicemente il lavoretto, fino all’urlo liberatorio. Lei, sentendo arrivare lo sperma, cerca di ritrarsi, ma lui subito le mette una mano dietro il collo e la blocca “no, no, ingoia, ingoia…” Il movimento della testa durante la deglutizione &egrave evidentissimo. Vedo la laringe di mamma che sale e scende, e ogni volta che sale e scende una porzione di sperma di uno sconosciuto le scorre giù per l’esofago, fino a raggiungere lo stomaco.
Lui respira affanosamente “aaah, aaah, aaah… ti &egrave piaciuto? aaah, aaah…” E mamma, con un sorriso appena abbozzato ma dolcissimo, scuote la testa affermativamente.

taboo1987@libero.it Io sono ancora a letto, legato e incazzato; e non solo per l’eccitazione. Quanto sono gentili con mia madre… e proprio con la mia?!?
Ognuno si prodiga di insegnarli qualcosa di nuovo. Dopo il sesso orale, qualcuno gli ha voluto far provare il sesso anale. Quindi il piacere di fare sesso a pecorina; di provare la penetrazione multipla; di avere un cazzo in figa, uno in bocca e l’altro in culo. E glielo visto fare mentre con le mani masturbava altre due persone. “facciamo così: tieni la bocca aperta, io ci schizzo dentro, ma tu non ingoiare subito. Fammi vedere la tua bocca piena del mio sperma, poi ingoi di colpo” E lei lo fa! Ma ci stai pensando alla tua famiglia, a tuo marito… a tuo figlio?!?
“Ragazzi, sono distrutto. Ma da quante ore stiamo andando avanti?” “hai ragione, sono stanco anch’io. Riposiamoci…” “e lei? che facciamo, lasciamo che si raffreddi?” “ehi, ma del figlio ce ne siamo dimenticati?!?”
No. A me ora devono lasciarmi perdere. E’ inutile, sarò eccitato, ma la rabbia &egrave più forte. Questa volta non farò come dicono loro.
“madre e figlio? ma siamo sicuri?” “ma si, non hai mai navigato su ‘i racconti di milu’? Sono cose che succedono…” “già, e poi, con una madre così, chissà quante volte si sarà segato pensando a lei…”
Ma per chi mi hanno preso?!? Mio padre &egrave un brav’uomo, ha lavorato tutta la vita onestamente. Va bene, non sarà una rockstar, ma mi ha cresciuto secondo sani principi, mica come un depravato.
“Ragazzi, &egrave inutile discuterne, il ragazzo ha un bozzo che non lascia dubbi” No, sono irremovibile. Si avvicinano e mi slegano. Che faccio? rimango sdraiato, con la testa reclinata di lato? Mi conviene rischiare? Hanno sempre il coltello dalla parte del manico…
Decido di alzarmi. Sicuramente ho una faccia da funerale; resto con la testa bassa. Tanto, non sento di avere il coraggio di guardarli direttamente. Mi spoglio senza mostrare nessuna emozione, ne lento n&egrave veloce.
Mia madre e sdraiata sul suo letto. E’ nuda, piena di sperma. Mi fa schifo. Ma lei alza le ginocchia, porta i talloni vicino al suo sedere. E la vedo. Quanto &egrave bella… L’origine del mondo. Quella fessura… croce e delizia del mondo. Così oscenamente esposta. E’ li, &egrave solo una figa, alla mia mente, al mio corpo non interessa di chi sia. Attira come una calamita il mio cazzo duro come il ferro. Mi avvicino, salgo sul letto e mi metto su di lei nella posizione del missionario. Non ho bisogno che lei muova il suo bacino, so come si fa. D’altronde, &egrave così “usata” che non ho difficoltà ad entrare. Indietreggio il bacino e la penetro; inizio a scoparla. Ma senza vederla in faccia, terrò il mio volto basso, appoggiando la fronte sulla sua clavicola destra. Non gli rivolgerò la parola. Non &egrave mia madre, &egrave solo una puttana.
Andiamo avanti per un po’. Finch&egrave lei mi bisbiglia all’orecchio “come ti senti?”
“ehi voi due, meno chiacchiere e più musica!” “ma dai, lasciali fare. Non possono fare chissà che di preoccupante…”
Il ragionamento fila. Anche se i rapitori sono sdraiti chi qui e chi la a riprendere energie, noi comunque non potevamo organizzare chissà che rivoluzione.
Continuo a scopare, freddo, in quella posizione. Continuò a bisbigliarmi all’orecchio “perdonami, non mi sono mai comportata così, neanche prima di conoscere tuo padre” Porta la sua mano destra sulla mia nuca.
“Non so cosa mi &egrave preso. Quando ho incrociato lo sguardo di quel ragazzo, la prima volta… Ma non c’era sentimento, &egrave stato più il bisogno di sentire il suo corpo su di me in modo da poter vivere il mio di corpo…”
Senti il cazzo che ti stuzzica la vagina? Ecco, quello sono io, un cazzo. Punto. E’ inutile che mi parli, per me resti una puttana.
“Mi sono comportata da puttana, lo so. Non l’ho mai fatto in vita mia” ora porta l’altra mano sulla mia schiena, iniziando ad accarezzarmi. “Tuo padre &egrave un brav’uomo, non mi ha mai fatto mancare nulla. Tranne tutto questo” In un attimo rivedo l’uomo che gli scopa la bocca, le seghe, lo sperma su tutto il suo corpo. L’eccitazione, in quell’attimo, prende il sopravvento sulla rabbia, e inizio a scopare con più gusto. Lei lo sente e incrocia le braccia alla mia schiena, stringendomi forte e roteando appena il bacino. Ok, capisco che nella vita c’&egrave bisogno anche di questo, e che a te questo &egrave mancato, però…
“no, cuore mio, non pensare che questo continuerà anche fuori di qui. Quello che &egrave successo qui &egrave successo perch&egrave ‘&egrave meglio fare come dicono, perch&egrave rischiare?’, e una parte di me, che &egrave sempre stata repressa, ha deciso di approfittarne ed esplodere. Oh, come ti muovi bene, amore mio…”
Si, &egrave vero, mi sta piacendo da matti; sento il sudore della nostra pelle che si sta unendo, stiamo tornando una cosa sola… E’ incredibile quanto il sesso possa riuscire a cancellare gli egoismi, a sciogliere certe emozioni…
“Prendiamo questa esperienza come una possibilità che il destino ci ha dato per diventare più consapevoli, per espandere la nostra coscienza… oh, si… per vedere il mondo in modo diverso, migliore… siiii…”
Ah, che bello. Riesco, con l’immaginazione, a vedere tutto il mio corpo; i testicoli che oscillano al ritmo della scopata e colpiscono il suo perineo, la mia schiena accarezzata dalle sue mani, le mie gambe al contatto con le sue. Il suo odore.
“l’amore con tuo padre &egrave stato sempre bello, ma &egrave sempre mancato quell’eccitamento folle, quello che ho provato in queste ore… aahh…. gli orgasmi che ho provato in queste ore sono riuscita a sentirli dalla punta dei piedi alla punta dei capelli, ma senza l’amore di tuo padre non sono riuscita a ridere di felicità, di gioia, di libertà… ah si, si… da quest’esperienza in poi stai certo che io e tuo padre ci ameremo ancora di più… si, che bello…”
Non posso negarlo, &egrave un’esperienza che sta arricchendo anche me. Penso che da oggi non sarò molto legato a certi ruoli; madre, moglie, puttana, suora… sono solo schemi. Noi siamo soprattutto esseri umani, siamo il nostro corpo; e più viviamo il nostro corpo e più ci eleviamo… ma che cazzo sto pensando! Deve essere l’eccitazione, l’estasi sessuale. Quanto &egrave bello, sento il suo pube che strofina con il mio; ora ha incrociato le sue gambe attorno al mio bacino. Siii, finalmente arriverà quel momento magnifico, anche mamma geme, ci siamo, lei muove il bacino in modo sempre più frenetico, ecco sta uscendo…. siii, vengo, ah, che meraviglia…
Siamo venuti insieme. Siamo ancora uno sopra l’altro, e che fiatone…
Passano alcuni secondi… “mi perdoni?”
Non so che dirle, ancora non riesco ad alzare il volto, a guardarla. Poi ci sono questi intorno a noi che fanno commenti, ridacchiano… che stronzi. Cosa pensano, che loro scopano a crepapalle e sono eroi mentre se lo fa una donna &egrave una povera puttana?!
Rimasi in silenzio. Fronte sulla clavicola. Le diedi un bacio sopra il seno. Lei capì e strinse le braccia attorno al mio collo ancora più forte.

Sono passati alcuni giorni, ma il destino ha deciso che dobbiamo ancora godere di questa esperienza. Mi viene il dubbio che il riscatto sia stato pagato, ma che non abbiano tanta voglia di rilasciarci… Almeno non dobbiamo più stare legati mani e piedi. Le scopate sono continuate, anche se meno frenetiche rispetto al primo giorno. Abbiamo anche riscopato insieme, io e mamma, e mi ha fatto piacere vederla sorridere mentre lo faceva con me.
Oggi però hanno deciso che dobbiamo prenderci un giorno di assoluto riposo; in effetti, ce n’&egrave bisogno, abbiamo i genitali infuocati, soprattutto quella poveretta di mamma. Se gli metti la mano fra le gambe, la differenza fra il freddo delle cosce e la figa rovente &egrave impressionante.
Così ci hanno lasciati un po’ per i fatti nostri, a spalmarci la pasta da fissan che i nostri rapitori ci hanno, devo dire generosamente, donato.
“Certo che se al rilascio ci faranno un controllo medico, sarà imbarazzante spiegare al medico questi arrossamenti”
“Ti preoccupi solo di questo?” Ah, già. Con tutto lo sperma che mamma ha preso, ci sarà ben altro imbarazzo da spiegare.
“Pensi che… sia successo?”
“mb&egrave, non sei stato mica portato dalla cicogna! Io la pillola non l’ho più presa dal giorno del sequestro, e avrai notato che qui non c’&egrave nemmeno l’ombra di un preservativo. Il ciclo non l’ho ancora avuto…”
“Abortirai?”
“non lo so, pensavo che rivivere la maternità con una nuova coscienza possa essere interessante…”
Cazzo! Ora mi beccherò pure il fratellastro bastardo. Chissà di chi sarà figlio…
“Ehi, non starai mica tornando a fare il geloso?”
“io?! No, che pensi. E poi l’aborto &egrave pericoloso, meglio non rischiare; facciamo come dici…”

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