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IUS PRIMAE NOCTIS : “diritto della prima notte”

By 19 Febbraio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Che bello avevo trovato la donna della mia vita, una bellissima ragazza e dopo un po’ di tempo avevamo deciso di sposarci.

L’avevo conosciuta in un’altra città e avevamo deciso col matrimonio di trasferirci dai miei, data la crisi, e non avendo dei lavori fissi, saremmo andati a lavorare nella ditta di famiglia dei miei ed anche lei sarebbe venuta stare nella casa che i miei avevano ricavato affianco a casa loro e attaccato a dove avevano l’attività e poi lei avrebbe visto se lavorare anche lei in famiglia oppure stare a casa e magari non so occuparsi nella nostra futura famiglia o aiutare mia madre i miei parenti, ecc.
Lei aveva visto pochissime volte i miei genitori e lei purtroppo per vari motivi aveva i suoi famigliari molto lontani e in difficoltà e quindi non in grado di venire e partecipare al matrimonio.

Ma la mia famiglia era aperta, comprensiva e disponibile ad aiutare tutti.

Viste le difficoltà economiche i miei genitori pensarono a tutto per il matrimonio, dal pranzo, alla chiesa e perfino al vestito della sposa.

La mia ragazza era andata con mia madre a scegliere il vestito , almeno al saldo era passata lei, e per la scelta non aveva avuto nessuna restrizione logicamente.

La casa era pronta e a pochi giorni dal matrimonio tutto era pronto,

La nostra futura casa era a 100 metri da quella dei miei e non troppo distanti c’erano altri parenti, tipo mio zio, mio nonno, mio fratellino, ormai più che ventenne e via così’

Arrivò il fatidico giorno, la messa fu fantastica, io e lei dicemmo di si e poi via a fare le foto e poi finalmente a mangiare.

Il pranzo fu organizzato con un servizio di catering nel nostro parco, era una cosa stupenda.

Chiara era bellissima, bionda coi capelli lunghi lisci, un velo e un vestito bianco con la classica gonna che si allarga e sopra un maglioncino che aveva usato in chiesa per coprirsi, dato che davanti aveva una vitina stretta che le dava un corpicino stupendoma sopra la sua bella quarta abbondante di seno veniva schiacciata verso l’interno e in alto, insomma i seni venivano messi in mostra alla grande, erano da favola, per la felicità di tutti i maschietti.
Iniziammo a bere ed a mangiare alla grande e noi sposi eravamo al tavolo coi miei parenti dato che i suoi poverina non erano potuti venire .
Affianco a mia moglie c’era io padre, un uomo contadino forte, moltissimo patriarcale con delle tradizioni ed anche un po’ ignorante’
Poi affianco a lui c’era mia madre e via così e di fronte i miei parenti più stretti.
Come tutti i pranzi che si rispettano, era lunghissimo e l’alcool andava, era uno dei pochi momenti in cui ci si rilassava.
La gente tra una portata e l’altra si alzava, andava in giro e il vino fatto da noi andava alla grande, era un bel vino rosso intenso.
Mio padre avendo Chiara affianco a lui, si mise a parlare e a farle capire meglio come era la nostra famiglia e le nostre tradizioni e come lei fosse la benvenuta.
Arrivati ad un certo punto ci fu il taglio della cravatta, con cui si andava a chiedere contributi per la nuova famiglia.
Presi dall’alcool, su richiesta scherzosa di qualcuno ‘.decisi di togliersi la giarrettiera.
Allora si sedette su un tavolo e tutti: OOOOOOOO’..
Lei si alzò la gonna e mise in mostra le sue belle gambe con tanto di collant color panna e la cosa creò una certa eccitazione in tutti, soprattutto sui maschietti presenti e a quel punto lei con uno sguardo malizioso e col suo rossetto si tolse la giarrettiera in modo estremamente sensuale.
A quel punto iniziò il taglio di quell’indumento che era stato indossato dalla sposina, sulla sua bellissima gamba.
Mio padre per dare il buon esempio tagliò il primo pezzetto e fece la prima offerta ben consistente e preso il pezzo lo guardò bene e l’annusò, complice l’alcool e poi disse.
Mio padre: uhmm, sa di giovane sposina’ahhaha
Tutti risero e lui stesso andò dagli uomini ad offrire pezzi dell’autoreggente.
Alla fine quando finì, qualcuno scherzando disse: e il reggiseno?
E tutti a ridere, ma molti col cazzo in tiro’e speranzosi
E qualcun altro: e le mutandine?
Un altro: il perizoma?
E tutti a ridere e Chiara arrossì perché vedeva che lei era diventata il centro dell’attenzione ed era desiderata.
Tornati a posto mio padre le diede il cesto coi soldi.
Mio padre: tieni, questo è tuo’o è vostro, ma visto l’incasso per la giarrettiera direi che è tutto tuo eheh
Chiara arrossì molto
Mio padre: ma del resto come li capisco, un pezzo l’ho preso anche io eeheh
E dicendo così appoggiò la sua mano grande sulla gamba, coperta dal vestito, della sposina.
Chiara fece finta di niente ma sicuramente qualcosa aveva provato.
Il vino continuavamo a berlo e notai come mio padre in modo sempre più sfrontato faceva cadere i suoi occhi sullo spettacolo, i bellissimi seni della sposina, praticamente si vedevano benissimo da vicino e come lui anche mio zio che era seduto di fronte e il nonno messo di fronte a me e mio fratello seduto di fronte a mio padre.
In pratica lei era l’unica donna, a parte mia madre, non solo a tavola, ma lo sarebbe stato in futuro nella nostra famiglia’
L’alcool andava e il gruppetto le puntava lo sguardo sulle tette, lei arrossiva, non sapeva più come fare , non poteva proteggersi e neanche andarsene e tutti erano felici e parlavano e scherzavano con lei e vidi mio padre che andò avanti a palparle la gamba con una certa insistenza.
A notte tarda, la festa finì tutti andarono a casa e noi due andammo verso la nostra futura casina.
Arrivati, ci rilassammo, scherzammo dicendo tutto quello che era successo, pronti per consumare, per passare la prima notte d’amore sentimmo bussare alla nostra porta.

Era mio padre: ciao a tutti’
Io: ciao papi’
Lei: buonasera’

Mio padre prese un sigaro , lo accese e si appoggiò alla parete.

Allora, voglio mettere in chiaro subito una cosa, tu sei la benvenuta, come hai visto ti vogliamo tutti bene, abbiamo fatto tutto il possibile per farti stare bene, adesso viene il tuo turno (rivolto a lei)

Sentendolo così serio si creò quasi un gelo’
Mio padre: questa è una grande famiglia, noi diamo tanto e vogliamo indietro tanto, io soo il capo famiglia, qua io mi faccio un mazzo così e pretendo il rispetto.
Le decisioni le prendo io, anche se voi siete sposati dipendete da noi.
Fate quello che vi ordiniamo.

Chiara tu aiuterai la mamma nelle faccende di casa, nel tenerla pulita , ogni cosa farai quello che lei ti dice e noi ci teniamo che la famiglia si allarghi che abbiate dei figli’
Noi ci teniamo a mantenere delle tradizioni che da più di tre secoli manteniamo.

Come accadde quando io mi son sposato anche voi dovete mantenere la tradizione’
Lui si avvicinò a Chiara e le mise una mano sulla spalla ed iniziò ad accarezzarla per poi passare al collo e al viso, io rimasi senza parole’

Io con tua madre, rivolto a me, prima di sposarmi, non ebbi mai la possibilità di fare niente, immagino che voi invece non vi siate fatti mancare niente’, tua madre era vergine, non penso proprio che Chiara lo sia’il vestito bianco da sposa è per le vergini’non per quelle che l’hanno già data.
Chiara si sentì male’, si sentì sporca’una puttana’
Ma Chiara riceverà la disciplina che si merita a partire da questa sera!!
Io e Chiara rimanemmo senza parole.

La nostra famiglia ha sempre avuto e continuerà a mantenere le tradizioni, la più importante è lo
Ius Primae Noctis
IL PATRIARCA QUA SONO IO , IL FEUDATARIO SONO IO , quindi la prima notte Chiara la passerai con me!! E’ CHIAROOOO!!!!!!!

Mio padre era tutto nervi, tutto muscoli, quando gridava faceva paura’

Chiara rimase ferma, immobile, io pure.

Mio padre mi prese e mi fece uscire di forza dalla casa,.
Mio padre: rientrerai quando te lo dirò io, HAI CAPITOO!!??!
Io: s.ss’.sssss si!!
Mi trovai solo, fuori nel giardino, e vedevo la luce uscire dalle finestre, (le tende non le avevamo ancora comprate)
Bussai alla porta e gridai ma niente, ero chiuso fuori.

Mi precipitai alla finestra a guardare dentro.

Vidi mio padre che col sorriso eccitato sulle labbra si mise a puntare la giovane sposina, tutta bianca ed apparentemente illibata.

Da fuori si sentiva tutto, essendo estate faceva caldo e le finestre avevano degli spiragli che permettevano il ricambio d’aria ma anche di sentire tutto.

Vidi Chiara spaventata indietreggiare verso la parete opposta alla mia, loro difficilmente da dentro mi vedevano.

Lui si avvicinò a lei, lei indietreggiò ma dietro c’era un angolo e non poteva andare oltre, lui la prese dalla vitina e se la avvicinò ed iniziò a baciarla con ardore, con forza, lei cercò di liberarsi ma inutilmente dopo svariati minuti di baci forzati lui iniziò ad affondare il suo viso in quel bel davanzale materno, su quei seni abbondanti che mia madre non aveva potuto dargli.
Lei gridava inutilmente, lui leccava quei bellissimi seni sodi e messi lì in bella vista,a quel punto le tirò fuori le tette ed una alla volta si mise a ciucciarle, si come fosse un bambino cresciuto, con la forza ,il tiro di un adulto, un contadino. Mentre succhiava un seno palpava l’altro, si vedeva che erano anni che aspettava di gustarsi una ragazza giovane e fresca, una sposina.
Dopo aver leccato entrambi i seni, si mise a morderli e a prenderli con due mani, come se volesse fare uscire il latte.
A questo punto la fece inginocchiare di forza-
Si vedeva la sposina col suo vestito bianco , la sua gonna gonfia schiacciarsi, sul pavimento.
Mio padre tirò fuori il suo arnese, la sposina fece una faccia spaventata, non solo per la situazione ma si capì che fosse per le dimensioni di quello che si trovava di fronte a se.

La biondina venne prese per quella coda da bella fanciulla ingenua e con un’unica mano vene costretta a spompinarlo’
Mio padre era affamato di figa, voleva gustarsela tutta la giovane sposina, mentre la costringea a spompinarlo con l’altra mano le strizzava i seni.
A lei veniva da vomitare, l’asta era troppo lunga per lei , inoltre era troppo largo e quindi la sua boccuccia non riusciva proprio’
Ma questo lo eccitava alla grande’
Il porco le sbatteva la sua cappella su tutto il viso’
Mio padre: muovi la linguetta, fammelo ingrossare’.
A quel punto la prese , la tirò su e la mise a 90 sul tavolo’
Lei cercava di liberarsi ma inutilmente, lui le alzò quella gonna da principessa portandogliela fino in fondo , per non aver fastidio, facendogliela arrivare sulla testa.
La testa era coperta, o quasi, i seni erano fuori, sul tavolo di vetro freddo’e il viso anche se bello adesso poco interessava ma era rivolto verso la finestra dove ero io.

A quel punto si mise a morderle la patata con sopra le mutandine brasiliane di pizzo’
Mio padre: bel culo, bello complimenti, adesso me lo gusto’
Lei: no, ti prego’
Lui le tirò una sculacciata
Mio padre: non ti permettere ma più di darmi del tu, e neanche del lei, del voi mi devi dare cazzo!!
Lui si tolse la cinghia e tenendola ferma sulla vita, iniziò a frustarla sulle natiche forte’
Lei piangeva poverina’
A quel punto si mise a palparle bene il culo e poi le gambe, lei indossava delle autoreggenti , tutto color panna.
Mio padre: puttana, ti sposi e ti metti le autoreggenti?
A quel punto le tirò giù di colpo le mutandine lasciandole alle ginocchia e la costrinse ad allargare le gambe.
Mio padre: aprile ti ho detto!!
Lei obbedì, lui le guardò la patatina e poi iniziò a palpargliela e lei d’istinto chiuso le gambe’le dava fastidio (almeno penso o magari piacere).
Lui si inginocchiò come se dovesse fare qualcosa di accurato’
Mio padre: aprile di nuovo e bene’
Lei obbedì’
Lui: sei tutta depilata’puttanella’
Lei: vi prego, smettetela’, lasciatemi’.
Lui iniziò a palpare la micetta della sposina, ed impugnò con la sua grande mano quelle piccole labbra intimidite.
Le labbrette erano umide, infreddolite, mentre la sua mano era grande, calda, avvolgente, decisa, ruvida.
Infilò dentro le dita in profondità e poi le aprì ben bene le labbra guardando così dentro se fosse ancora vergine oppure’
Mise la sua grande bocca in mezzo a quelle coscette giovani e fresche ed iniziò a leccargliela, a mangiargliela, a divorargliela.
La costrinse a spalancare totalmente le gambe, le strappò le brasiliane con un sol colpo e così si degustò bene la torta, la sposina continuava a piangere ma pian piano si sentiva che i suoi versi erano diversi’
Lui inginocchiato dietro di lei con la faccia e la barba immersa tra il bel culo e le belle labbra. Con le mani le impugnava le natiche e con gusto le governava, le apriva a suo piacimento e le degustava le palpava , le alzava le chiappettine sotto per aprirle meglio le labbra, per farla sentire sua.
Sotto le sue guancie strisciavano sulla pelle morbida, sulle balze e sui collant, tutte cose estremamente femminili, audaci, provocanti.
La sposina volente o no iniziava ad emettere, a produrre nettare e lui era li a degustarlo.
Alzava ed abbassava le sue grandi mani, dai glutei alle gambe nude fino ad arrivare alle gambe coperte dai collant , davanti e dietro, si come fosse una vera degustazione della porcellina.
Vedevo la faccia di Chiara che stringeva i denti.

Passati svariati minuti di degustazione, il padrone si alzò, e tenendola ferma tirò fuori la propria spada, allargò le natiche all’ ipotetica verginella e lì profanò quell’utero giovane e fresco, dopo averle sbattuto la cappella sulle natiche lo inserì dentro ed iniziò a scoparsela .
Io ero senza parole, bussai alla finestra ma lui inflessibile , vedevo le sue mani come tenevano fermala puledrina, per la vita, poi per le cosce, per qualsiasi parte.
Mio Padre: aaaa, siiii, bella fighetta, la prima notte di nozze la passi con meeee, siiiii , ma non sarà solo la prima’.voglio assicurarmi che tu rimanga incinta da me’.
La sposina: noooooooo, noooo, vi preggooo, vi scongiurooooo.
Il porco si eccitava sempre più, il suo cazzo era finalmente dentro un giovane e fresco corpo, mentre la scopava la palpava, la sculacciava, la masturbava, le mungeva i seni, la ragazza doveva capire che apparteneva a lui e non allo sposo.
Dopo almeno mezz’ora che se la scopava a 90, con quelle scarpe bianche col tacco, la prese e la girò ed iniziò a scoparla di fronte con le gambe belle aperte come se stesse facendo la visita dal ginecologo.
Lei si dimenava, cercava di spingerlo via ma lui ancor più eccitato lemise le tette belle in vista e mentre la montava contro il suo volere, si mise a leccarle e ciucciarle nuovamente entrambi i seni, una quarta abbondante che si era guardato e desiderato durante tutto il matrimonio. Poi si mise a palpargliele nuovamente ed a spremergliele e poi la slinguò di nuovo privandola del respiro’per lui lei valeva poco più di una vacca che aveva nel fienile e quando si rimetteva dritto faceva strusciare la sua bocca sui collant color panna ‘.
Intanto sulla sua barba dopo averle leccata e divorato la micetta, gli si era attaccato il nettare della sposina, il piacere della Chiara , si su quella barba nera folta faceva contrasto.
Dopo un po’ si era stufato e quindi la prese e data la sua forza e la leggerezza della giovane sposina, si mise a scoparsela in piedi per farle sentire fino dentro l’utero il suo tronco, quindi agguantandola per le natiche, le governava l’apertura della passerina e la poteva muovere su e giù come una bambola e lei piaceva e godeva , lui si divertiva a ftirarla su e poi farla scendere con l’inclinazione giusta per penetrarla meglio e le si vedeva dall’espressioni del suo visino quello che provava, i dolori e i piaceri, gli occhi stralunati. Lei non era abituata ad esser trattata così’
Lui iniziò a camminare e saltellare per la stanza per divertirsi a darle i colpi dentro, a lei era come se le mancasse il respiro in certi momenti’ormai sicuramente era venuta almeno una volta’
Ma il porco di mio padre si vedeva che se la voleva gustare tutta la notte.
Dopo un po’ la buttò sul letto matrimoniale preparato per la prima notte.
Mio padre: bella puledra, questo è il letto della prima notte e qui ti metterò incinta’.ehehehe
Lei cercò di andare indietro verso i cuscini a forma di cuore, il letto era tutto bianco , di seta, mio padre si spogliò completamente’
Mio padre: Come immaginavo non sei vergine, sei sporca, impura, l’hai data via’
La Sposina: nooo, io l’ho fatto solo con suo figlio’
Mio Padre: puttanella’ed io dovrei crederci? E poi dovevo essere io il primo, non lui’.chissà quante volte l’hai fatto, si vede che ti piace sentirlo, allora ti accontento e comunque ti voglio sverginare’.
Lei: ma’.
Lui la prese e la girò nuovamente, lui si sedette sul letto, la mise sulle sue gambe col culetto in su, iniziò a masturbarla ed a sculacciarla e poi iniziò a metterle il dito nell’orifizio.
Lei si contorse, imprecava di smetterla, a quel punto se lo fece succhiare nuovamente, anzì iniziò a scoparle la bocca e nel mentre le allargava il secondo canale, quel buco del culo era suo!! Ed anche se lei imprecava a lui non glie ne fregava niente.
La masturbò come una cagna e dopo averle inserito un paio di dita la prese e la ributtò sul letto, le mise i cuscini sotto il bacino, le spalancò le gambe e si fermò un attimo, si voleva degustare l’umiliante posizione della serva, della giovane schiava, della nuova mucca, la futura vacca’
Lei si tranquillizzò perché per un paio di minuti non subì niente, solo doveva stare col culo all’insù e le gambe spalancate, quindi mostrando la sua bella figa depilata e il suo bel culo ancora vergine.
Ad un certo punto dopo esserselo lubrificato col la saliva della sposina e il nettare sempre della puledrina, le agguantò le chiappe e iniziò a spingerle il mastello nell’orifizio.
Io da fuori, impotente, vedevo lei che si contorceva dal dolore, piangeva, imprecava, gridava come mai l’avevo sentita fino ad allora e lui così porco le sverginò quel sederino candido ed indifeso, che mai probabilmente avrebbe dovuto subire cose simili.
Il cazzo venne messo dentro , avanzava con la velocità che più provocava piacere al padrone e dolore alla sposina.
Lei: NOOOOO, LA PREGOOO, BASTAAAA
Ma questo non faceva altro che far indurire e gonfiare quella terza gamba che mio padre si trovava.
Una volta aperto il varco lui non ebbe pietà, andò avanti e ancora e ancora, le scopò il culo in utte le posizioni e posti ed anche in piedi fino addirittura, per dimostrare la sua mascolinità e procurarle più piacere possibile, a non tenerla, solo inizialmente le natiche per far entrare meglio il suo cazzo nella fregna di sta ormai considerata schiava mignotta.
Ma poi dopo, senza mani, la sorreggeva solamente col suo gran cazzo, quindi tutto il peso della sposina si concentrava nel suo culo, aprendolo sempre più.
Le autoreggenti color panna ormai erano tutte inzuppate degli umori’ma guarda che proietta.
A quel punto mio padre la ributtò sul letto e si mise a scoparla alla grande sculacciandola e strappandole il vestito da sposina, e via il reggiseno, le tolse tuttolasciandola solo con le autoreggenti e le scarpe bianche e a quel punto dopo averla pure schiaffeggiata fece un grido mastodontico di piacere, lei cercò con le ultime forze di ostacolarlo, ma lui niente’
Mio padre: sei mia, sei mia, ti ingravido, mio sarà il figlio che partorirai e che crescerai’..
La sposina: NOOOOO, NOOO, NON VOGLIOOO.
Mio padre: GGGOOOODDDOOOO,OOOOOO, SSISISII, TUTTAAA DENTNTTRROOOOO’OOOO.
Il porco le venne dentro completamente’
Era passata tutta la notte’la giovane e bella sposina era stata abusata, seviziata, scopata, riempita, castigata e sverginata’..questa fu la sua prima notte, Ius Primae Noctis

Qualcosa faceva capire che quello che era successo non si sarebbe limitato solo alla prima notte e non solo da parte del padre padrone, ma probabilmente per svariati giorni e anche dagli altri uomini della grande famiglia’.

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