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Racconti di DominazioneRacconti erotici sull'Incesto

La mia cuginetta erika

By 9 Febbraio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Questa storia è di pura fantasia qualunque riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale.

 

 

Sono un ragazzo di 25 anni, abbastanza normale alto circa 1,90m per 80kg, moro, non troppo muscoloso; quello che vi sto per raccontare è successo 4 anni. Era un pomeriggio di dicembre quando passai a casa di mia zia per fare un saluto. Mi aprii mia cugina Francesca, allora 22enne, che però era intenta a studiare nella sua camera ricavata arredando la taverna; così senza disturbarla salì le scale per andare a salutare anche le sue sorelle più piccole. Nella loro camera, al secondo piano, non c’era nessuno girai allora sui tacchi per ridiscendere, ma in quel momento il rubinetto della doccia fu aperto e l’acqua iniziò a scorrere. Mi avvicinai silenziosamente al bagno, socchiusi la porta e tramite il riflesso, dello specchio riuscii a vedere l’interno del bagno. All’interno c’era la mia cuginetta che si stava spogliando per entrare in doccia ma una volta nuda iniziò a masturbarsi; non avrei mai pensato che la mia cunetta fosse così porcellina da masturbarsi davanti allo specchio, ma soprattutto non l’avrei mai detto guardando la sua faccia da angioletto che gli ha sempre fatto evitare le punizioni. La mia cuginetta 2 anni più piccola di me è una ragazza che si definirebbe figa, alta 1,68m un seno un po’ piccolo, una seconda ma comunque proporzionato con il suo fisico minuto, il culo a mandolino, 2 gambe lunghe e affusolate e le cosce modellate da anni di pattinaggio artistico. A quel punto una potente erezione prese il controllo su di me, così gli scattai alcune foto con il cellulare poi mi spostai dalla porta, per evitare che mi vedesse, e mi misi ad attenderla al “varco”, dovete, infatti, sapere che la famiglia di mia zia è molto bigotta e la masturbazione come qualunque altro atto sessuale non è assolutamente permesso in casa loro. Circa 10 minuti dopo sentii che chiuse il rubinetto mi rimisi davanti alla porta e aspettai che uscisse dal bagno. Quando uscì, la sua pelle era ancora umida e indossava solo il salviettone, appena mi vide si spaventò e caccio un urlo, facendo così cadere la salvietta che scivolo sulle sue curve fino a finire per terra. Vedendo il suo corpo direttamente senza l’ausilio dello specchio provoco al mio cazzo una reazione ancora più violenta di quella precedente. Quando vide il cellulare che tenevo ancora in mano, scattò violentemente e iniziò a colpirmi e a urlare chiedendomi cosa avessi fatto, ma per lei la “partita” fu breve sono, infatti, molto più grosso di lei e riuscii a fermarla agevolmente. Gli bloccai le braccia e iniziai il mio discorso:

-G:”Che cosa stai facendo troietta!?! Devi portare rispetto per il tuo padrone!!”

-E:”Tu il mio padrone?? Ma cosa ti sei fumato?? Io non sono schiava di nessuno!!”

-G:”Questo è vero, ma lo diventerai di tua “spontanea” volontà appena vedrai le foto che ho qui!!” -E:”E quali foto avresti sentiamo??”

-G:”Te l’ho già detto devi essere più rispettosa con il tuo padrone.” Gli mostrai così lo schermo del mio cellulare, dove erano riprodotte le foto scattate poco prima, e ripresi:

-G:”Hai visto che belle foto che fa questo cellulare??adesso, però parliamo di cose serie, tu d’ora in avanti farai quello che ti dico se no queste foto finiscono direttamente su internet e poi in mano ai tuoi genitori.”

-E:”Sei un lurido bastardo…tu sei mio cugino come fai a farmi questo??”

-G:”Io non sono più tuo cugino ora sono il tuo unico signore e padrone e così devi chiamarmi è chiaro??”

-E:”Si.”

-G:(tirandogli uno schiaffo in pieno volto) “Si come torretta??”

-E:”Si padrone.”

-G:”Bene così va meglio troia.”

Gli infilai una mano tra le gambe, gli accarezzai le grandi labbra che trovai già umide così, gli infilai due dita nella figa, ma come pensavo appena dentro trovarono un impedimento, gli dissi allora:

-G:”Vedo che abbiamo qui una verginella, vorrà dire che mi divertirò di più. E dimmi anche il culetto è vergine??”

-E:”Si padrone.”

-G:”Bene bene…ora ecco le regole di base che devi seguire:

1)Quando siamo in privato, devi chiamarmi padrone o signore, quando invece siamo in pubblico, puoi darmi del tu ma devi comunque portare rispetto.

2)Il tuo pube d’ora in poi dovrà essere sempre glabro come quello di una bambina.

3)D’ora in poi non indosserai più nessun tipo di intimo a meno di un mio ordine preciso.

4)Dovrai essere pronta a soddisfare ogni mio desiderio sia sessuale che non 7 giorni su 7 per questo ti fornirò un nuovo numero di cellulare che non dovrai dare a nessuno e al quale dovrai essere sempre reperibile.

5)Dovrai sempre eseguire i miei ordini alla lettera e nel minor tempo possibile.

6)Ti fornirò un mini-vibratore radiocomandato studiato per la stimolazione del clitoride, e questo lo dovrai sempre indossare.

7)Non potrai masturbarti ne avere orgasmi senza il mio permesso.

8)Inizierai subito da domani a prendere la pillola, non mi piace indossare il preservativo.”

-G:”Hai compreso tutto??”

-E:”Si mio signore.”

-G:”Bene vedo che capisci in fretta…ti porterò comunque una copia cartacea delle regole.”

-E:”Grazie padrone.”

-G:”Eventuali mancanze nell’obbedienza a una qualsiasi di queste regole ti costerà una punizione che deciderò di volta in volta, e per avere un maggiore controllo su di te anche quando non ci sono, farò istallare un sistema di sorveglianza audio video in tutta la casa.”

La liberai e poi proseguii dicendo:

-G:”Ok ora vediamo la mercanzia fai un giro su te stessa, uhm per ora vai bene…poi valuterò se farti seguire una cura ormonale per aumentarti il seno. Sei felice che apprezzi il tuo lurido corpo??”

-E:”Si padrone grazie.”

-G:”Ne sono felice, ma ora andiamo a depilarti il pube, che quei pelacci non mi piacciono.”

-E:”Si signore.”

Rientrata in bagno prese da un cassetto il rasoio e la crema depilatoria poi si sedette per terra a gambe larghe, ma nel momento in cui stava per spalmarsi la crema sui suoi peli, la fermai e gli ordinai di non farlo.

-E:”Ma così mi farà male signore.”

-G:”Così impari a mancarmi di rispetto troia.”

Cercò di protestare, ma la zittii dicendole che se non la smetteva subito non gli avrei permesso neanche di spalmarsi la crema lenitiva proseguì allora nel suo compito sopportando in silenzio; alla fine costatai che la zona vicino all’ano non era stata depilata perfettamente così dissi:

-G:”Troia dove hai imparato a depilarti??”

Abbozzò una risposta dicendo:

-E:”Ma signore è la prima…”

La zitti, strappandogli il rasoio dalle mani e completai io il lavoro, ma non prima di avergli dato un paio di schiaffi sulla fighetta irritata, che la fecero urlare.

-G:”Per questa volta non ti punirò per questa mancanza, ma devi comunque imparare a eseguire gli ordini.”

-G:”Ora spalmati quella cazzo di crema sul pube e poi vieni di la a salutarmi.”

Andai in camera sua ad aspettarla, dopo un paio di minuti gli urlai di sbrigarsi.

-G:”Allora troia ti muovi…tu non devi pensare più al tuo benessere ma solo al mio.”

Quando arrivò, ero nudo dalla cintola in giù, con un’erezione poderosa che stava iniziando a diventare dolorosa.

-G:”Troia mettiti qui in ginocchio e inizia a succhiare.”

Si avvicinò con riluttanza e con un’espressione di disgusto dipinta in faccia, allora dissi:

-G:”Allora cosa stai aspettando?? Muoviti non ho mica tutto il giorno!!”

Dicendo questo la afferrai per le spalle e la spinsi verso il basso messasi in ginocchio, gli presi i lati della testa e la costrinsi a succhiare il cazzo dandogli io il ritmo, gli pompavo la bocca a una velocità impressionante infilandogli il cazzo fino in gola, questo gli causo diversi conati di vomito ma no ci feci caso. Giunto al limite le dissi:

-G:”Troia sto per venirti in bocca, vedi di ingoiare tutto se no te la faccio pagare cara.”

Dopo pochi secondi gli sparai in bocca 4 o 5 fiotti di sborra calda aspettai che ingoiasse poi estrassi il pene e gli e lo feci ripulire per bene.

-G:”Bene per oggi è tutto.”

Dicendo questo gli presi il clitoride e lo strizzai fra le unghie fino a farla urlare di dolore, mollai poi la presa e percorsi lo spacco della fighetta e come pensavo, era un lago di umori, mi tirai su i pantaloni gli ricordai che le era proibito masturbarsi e poi mi diressi verso la porta. La mia nuova schiava diligentemente mi accompagno, sulla porta mi girai e gli dissi:

-G:”Ah un’ultima cosa voglio che tu scatti delle foto compromettenti a tutti i membri della tua famiglia chiaro??”

-E:”Si mio signore come lei desidera, ma perché le servono??”

-G:”Questi non sono fatti tuoi tu fai solo quello che ti è ordinato chiaro??”

-E:”Si signore.”

Arrivato a casa, mi venne una nuova idea per sottomettere ancora di più la mia nuova schiava, così presi una bottiglia di plastica vuota e inizia a riempirla di piscio.

Il giorno seguente andai di nuovo a casa di mia zia per salutarla e portai anche dei regali “purtroppo” però in casa c’era solo quella cagna della mia schiava.
Entrato in casa, chiamai la mia cuginetta a rapporto e gli dissi:
-G: “Va a cambiarti che dobbiamo uscire.”
-E: “Come mi devo vestire signore??”
-G: “Mettiti la minigonna più corta che hai e sopra una camicia preferibilmente bianca completamente sbottonata con un nodo in vita logicamente niente intimo, scarpe con il tacco non ne hai vera troia??”
-E: “No signore.”
-G: “Va bene provvederemo anche a questo, allora ai piedi puoi mettere quello che vuoi.”
Quando tornò, controllai se aveva seguito le mie istruzioni.
-G: “La gonna è troppo lunga.” Le dissi “non ne hai una più corta??”
-E: “No mio signore è la più corta che ho.”
-G: “Non va per niente bene, dovremo rimediare, nel frattempo tiratela su in vita più che puoi. La camicia invece va bene, mi piace.”
Alla fine dell’ispezione le diedi il nuovo cellulare e gli porsi la bottiglietta con il liquido paglierino. Il contenuto della bottiglia era ancora tiepido avevo, infatti, finito di riempirla un attimo prima di suonare il citofono.
Prese in mano la bottiglia e sentendo il calore che emanava mi chiese:
-E: “Vorrei conoscere, se mi è concesso, il contenuto della bottiglia signore??”
-G: “Certo che ti è concesso lurida cagna questo liquido giallo sarà l’unica cosa che berrai per un bel po’ di tempo, su assaggialo.”
Aprì la bottiglia e ne bevve un sorso, ma non riuscì a ingoiarlo e lo sputò sul pavimento.
-E: “Cos’è questo schifo??”
Le tirai uno schiaffo.
-G: “Lurida vacca cosa hai fatto, quello era il mio preziosissimo piscio, l’avevo prodotto e conservato apposta per te e tu ti permetti addirittura di sputarlo. Questo non va per niente bene sarai punita per questo, ma ora dobbiamo uscire. Portati dietro quella bottiglia che per quando torniamo deve essere finita.”
-E: “Si signore.”

Uscimmo dalla casa e mi diressi verso un piccolo sexy-shop vicino a casa, che però era famoso per essere molto fornito.
Quando arrivammo al negozio, parcheggiai in una zona un po’ nascosta, feci scendere la mia cagnetta, e prima di entrare nel negozio la costrinsi a bere dicendole:
-G: “Zoccola devi abituarti al sapore dell’urina.”

Il sexy-shop era davvero ben fornito come si diceva, iniziammo allora a gironzolare tra gli scaffali e subito ci si avvicinò una ragazza sulla trentina bionda, circa 1,65m, fianchi un po’ pronunciati, una terza abbondante e che sembrava molto soda, nel complesso molto piacente.
Mandai la mia zoccola insieme alla commessa per scegliere i suoi nuovi abiti consegnai, però, alla commessa una lista di quello che volevo acquistare per la mia schiava. Gli dissi:
-G: “Ciao io sono Giacomo e sono il padrone di quella lurida cagna, per cui non lasciarle scegliere niente, attieniti alla lista e andrà tutto bene.”
-C: “Ok signore non c’è problema.”
Presi poi in disparte la zoccola e gli dissi:
-G: “Seducila e fatti fare uno sconto.”
Poi la lasciai andare nella sezione abbigliamento.
Io proseguii nel mio giro, andai innanzi tutto a comprare il nuovo piatto per la mia schiava, una bellissima ciotola per cani di acciaio inox dove feci incidere il nome della zoccola, poi comprai un collare di pelle, nero opaco feci anche aggiungere una targhetta d’oro dove feci incidere su una faccia “Appartengo a padron Giacomo” e sull’altra “In caso di ritrovamento chiamare il 339******4”. Acquistai anche una serie completa di dilatatori anali, un piccolo vibratore telecomandato, diversi vibratori e dildi, palline cinesi, un butt-plug con coda, diverse corde e attrezzature per il bondage, fruste e paddle.

Raggiunsi la mia schiava nel momento in cui, con in dosso un completo intimo perizoma reggiseno aperto in mezzo alle gambe e che lasciava in mostra i capezzoli, stava leccando la passera alla commessa che dall’espressione sul suo viso sembrava gradire molto. La commessa aveva una bella figa con delle labbra molto carnose, con un piccolo triangolino di peli sul pube che sembrava indicare la sua fonte del piacere. Schiarendomi la voce feci notare la mia presenza, la commessa presa alla sprovvista cerco di coprirsi scusandosi con me per l’accaduto, io le dissi allora di continuare pure perché la mia cagnetta doveva imparare a far godere anche le donne, mi sedetti in un angolo a osservare la scena, la mia vacca riprese a leccare con gran foga. Gaia, la commessa, iniziò molto presto a emettere gemiti sempre più acuti e nel momento in cui sentì che stava per venire afferrò la testa alla schiava e se la spinse in mezzo alle gambe venendole in bocca, a vedere quella scena mi eccitai molto così una volta che Gaia aveva raggiunto l’apice del piacere, dissi alla mia cagna che avrebbe dovuto fare una sfilata per me con tutti gli abiti che aveva provato. Presi poi la commessa per un braccio e gli dissi:
-G: “Nel frattempo tu aiuterai me… a svuotarmi i coglioni.”
La attirai a me, cercai di baciarla ma oppose resistenza allora la spinsi con forza verso il muro e la bloccai con il corpo, avevo così la possibilità di muovere le mani liberamente, la sinistra, la feci scendere lentamente e mi fermai all’altezza dei seni, lì iniziai a torturarle i capezzoli, la destra invece la feci scendere direttamente su quella bella fighetta che si ritrovava e iniziai a massaggiarla. Quando poi mi spostai a massaggiare il fiorellino posteriore ebbi una bella sorpresa, la vacca aveva, infatti, un plug infilato nel culo in quel momento persi il controllo di me stesso. La spinsi in basso e le schiaffai il mio cazzo in bocca nel frattempo entro anche la mia schiava con indosso un mini-abito molto sexy che copriva a mala pena le chiappette sode e con una scollatura molto ampia sia davanti sia dietro, quella posteriore arrivava appena sopra il sedere. Il tutto era corredato da autoreggenti nere con la riga dietro e scarpe tacco 12, a quella vista non riuscii più a trattenermi e scaricai nella bocca della commessa una quantità di sborra impressionante, le tenni il cazzo in bocca costringendola a ingoiare, poi feci inginocchiare di fronte a me anche la mia schiava e gli feci ripulire bene il cazzo quando ebbe finito, cercò di rialzarsi, ma la bloccai dicendogli:
-G”Aspetta non ho ancora finito.”
Così iniziai a urinarle direttamente in bocca, rallentando ogni tanto il getto permettendole di ingoiare. La schiava con molto sforzo riuscì a bere tutto.
-G: “Sei stata molto brava!! Ora vai a metterti il prossimo abito.”
La commessa nel frattempo si era rialzata, rivestita e si era spostata dalla parte opposta della stanza rispetto a me, si vedeva che era molto spaventata da me.
Qualche minuto dopo la sfilata continuò con lingerie sexy ma elegante e poi con completini intimi da troia con aperture su figa, culo e capezzoli. Le feci comprare anche un abito da cameriera sexy, uno da infermiera, minigonne inguinali, top e calze a rete e delle scarpe tutte con tacco non inferiore ai 10cm.

Una volta finita la sfilata ordinai alla cagna di rimettersi i suoi abiti. Pagai tutto, scontato!! Feci portare tutta la merce alla macchina. Prima di fare salire in macchina la cagna, la feci bere.
Salimmo in macchina e le ordinai:
-G: “Arrotola la gonna fino alla vita, poi metti i piedi sul cruscotto e inizia a masturbarti, ma non hai il permesso di venire.”
-E: “Ma signore così mi vedranno!!”
-G: “E’ proprio quello lo scopo cagna, e ora esegui.”
Partii e mi diressi verso un negozio, dove facevano tatuaggi e piercing, il negozio apparteneva a un mio amico e prima di portarci la schiava mi ero messo d’accordo con lui. Una volta arrivati la feci scendere e gli dissi:
-G: “Entra ed esegui alla lettera quello che ti viene detto, torno dopo a prenderti, e vedi di memorizzare quello che fai perché dopo voglio un resoconto completo e dettagliato.”

Mentre la aspettavo, andai a casa sua e montai il si stemma di video sorveglianza, avevo così una copertura completa di tutte le stanze della casa, poi passai anche a prendere dell’intimo normale, ma di 2 taglie più piccolo di quello che di solito indossa.

Dopo un paio d’ore tornai a riprenderla, come avevo previsto, uscì con il vestito tutto sgualcito, quando salì in macchina, si sentì anche un forte odore di piscio e sperma.
-G: “Allora racconta cosa ti è successo??”
-E: “Sono entrata nel negozio mi sono presentata al banco, e mi hanno detto che mi stavano aspettando, di accomodarmi che mi avrebbero chiamato appena fossero stati pronti per me. Dopo una breve attesa mi hanno chiamato, mi hanno portato in un camerino e mi hanno detto di spogliarmi lo feci. Mi portarono poi in una stanza, dove c’era una sedia ginecologica, al centro e a ridosso del muro un tavolo con degli strumenti chirurgici. Mi accomodai sulla sedia e subito un uomo sulla 50ina iniziò a saggiare la “consistenza” delle mie labbra, una volta raccolte le informazioni di cui aveva bisogno disinfettò e in seguito anestetizzò la zona su cui avrebbe dovuto operare, infine quando fu pronto, iniziò a infilare i piercing, ma a causa dell’anestetico non riuscì a capire il numero e la posizione in cui li aveva messi, finito con la passera, passò ai capezzoli dove dopo aver ripetuto il procedimento di prima, infilò un anellino per capezzolo.
-Tatuatore: “Abbiamo finito, ora può andare a rivestirsi.”
Mi rivestii e tornai nella sala d’attesa, in quel momento mi resi conto che non avevo con me denaro e che non avrei potuto pagare, la paura prese possesso di me, Cosa mi succederà, ora?? Mi avvicinai lentamente al bancone e informai la segretaria della mia situazione. La segretaria iniziò a insultarmi davanti alle persone in attesa.
-S: “Sei una lurida troia, che pensa di ottenere ciò che vuole sventolando un po’ la fighetta in giro.”
Diventai rossa per la vergogna, la supplicai di smettere, ma non si lasciò impietosire e prosegui per 5 minuti buoni, quando alla fine se ne andò nella sala accanto facendomi cenno di seguirla. Nella sala accanto trovai di nuovo il tatuatore 50enne, che scoprii in seguito, essere il proprietario del negozio, la segretaria gli raccontò l’accaduto e lui s’infuriò come una bestia e mi disse:
-T: “Dovrei strapparteli tutti quei piercing che ti ho fatto zoccola.”
-E: “No, la prego il mio padrone si arrabbierebbe molto, farò tutto quello che vuole.”
-T: “Ah ma allora abbiamo qui una cagnetta, questo rende tutto più interessante. Inginocchiati e inizia a spompinarmi, e fallo come si deve.”
M’inginocchiai davanti a lui e tirai fuori un cazzo di discreta lunghezza (circa 17cm), ma sottile. Mi avvicinai e sentii un odore pungente di piscio, dovetti così fare ricorso a tutta la mia forza di volontà per riuscire a prenderlo in bocca. Iniziai a leccargli la cappella e poi cercai di prenderlo in bocca, ma visto le dimensioni non fui abbastanza veloce così il tatuatore spazientito me lo spinse dentro a forza e iniziò a scoparmi la bocca, dopo qualche minuti riuscii a prendere il suo ritmo e a mantenerlo da sola così mi mollo. Mi ci vollero quasi 20 minuti di sofferenza per portarlo all’apice del piacere però non volle scaricarmi la sua sborra calda in bocca, ma preferì inondarmi faccia e capelli.
-T: “Cagna fammelo tornare duro e fallo in tempi brevi.”
Ripresi in bocca il suo cazzo moscio e ricominciai a spompinarlo, quando fu duro, abbastanza mi fece mettere a pecorina e puntò la sua cappella sul mio fiorellino vergine.
-E: “No, la prego il culo no, sono vergine.”
-T: “Ma come fa una troia come te, a essere ancora vergine, spiegamelo??”
Senza dire altro mi sfondò il culo senza nessun tipo di lubrificazione, nonostante il cazzo non fosse largo sentì molto dolore nella penetrazione, un dolore che mi fece urlare senza ritegno, ma più urlavo più lui accelerava il ritmo delle pompate. Dopo un tempo che a me è sembrato eterno, mi venne dentro l’intestino, quando lo tolse, mi sbatté il cazzo sulla faccia lasciandovi delle tracce di sperma misto a escrementi, finche alla fine non aprii la bocca e iniziai a ripulirlo. Quando finii il compito, il cazzo era lucente così per ringraziarmi mi ordinò di aprire la bocca così che lui potesse, svuotasi la vescica al suo interno, il tatuatore non fu gentile come il mio padrone che mi diede il tempo di ingoiare, così dai lati della bocca uscii un rivolo di piscio che inzuppo i miei vestiti fino a gocciolare sul pavimento, quando ebbe finito, mi ordinò di pulire il pavimento con la lingua e poi disse:
-T: “Quando avrai finito, potrai “renderti presentabile” e andartene, potrai pulirti la faccia, ma qualunque altro liquido sul tuo corpo o al suo interno dovrà rimanerci.”
-E: “Grazie signore le sono molto riconoscente.”
Quando uscii, dovetti passare dalla sala d’attesa, dove c’erano ancora delle persone che avevano assistito alla scenata della segretaria che mi additarono come troia, cagna e quant’altro e di certo l’odore che emanavo e lo stato dei miei abiti non aiutava. Mi diressi verso l’uscita a passo svelto, tenendo la testa bassa in quel momento mi dissi: Hanno ragione loro sono solo una vacca da monta, e non sono degna neanche di avere un padrone.
A questo punto intervenni:
-G: “Bene vedo che te ne sei resa conto, d’ora in poi per te sarà tutto più “semplice”.”
Adesso andiamo a casa che è ora della punizione, durante il tragitto per casa la vidi bere molto, non voleva, infatti, peggiorare la sua posizione.

Entrati in casa gli ordina i di spogliarsi poi le spiegai la posizione che avrebbe dovuto assumere per subire le punizioni.
-G: “Ok cagna quando ti dovrò punire tu ti metterai appoggiata al tavolo con le gambe leggermente aperte in modo che ogni parte sensibile del tuo corpo sia raggiungibile, voglio anche che per cominciare la punizione ti metta delle mollette da bucato sui capezzoli e sul clitoride, hai compreso tutto??”
-E: “Si padrone.”
-G: “Ok allora mettiti in posizione, per oggi ti abbuono le mollette perché hai appena fatto i piercing.”
-E: “Grazie padrone.”
Si mise in posizione e vidi lo sperma colargli dalle natiche e sulle cosce, presi la cinta e le dissi:
-G”Riceverai 20 colpi ogni volta che ti colpirò, ringrazierai e ne chiederai un altro, se non lo farai la punizione, ricomincerà da capo.”
Non aspettai neanche che mi rispondesse e la colpii, la colsi alla sprovvista, ma fortunatamente per lei riuscì a mantenere il controllo e dopo un urlo straziante ringraziò:
-E: “Ahhhhhh… Grazie padrone, potrei averne un altra??”
-G: “Devi essere più rapida a ringraziare, cagna che non sei altro.”
Ripresi a colpire e la punizione andò avanti senza intoppi fino alla fine, quando la “poveretta” stremata cadde al suolo. Ormai si era anche creata una chiazza di sperma per terra.
-G: “Sei stata brava oggi, ma questa è stata solo la prima parte della punizione.”
Le lasciai qualche minuto per riprendersi durante i quali le spalmai una crema lenitiva sul sedere poi le dissi:
-G: “Voglio aggiunge una nuova regola alla lista che ti ho dato, la nona: Quando sei in casa, dovrai sempre indossare questi anche quando sei a letto, sono mutande e reggiseno di 2 taglie più piccola rispetto alla tua. Quando invece dovrai uscire, varrà la regola precedente di niente intimo. La seconda parte della tua punizione consiste nel non poter togliere le mutande quando devi urinare, potrai andare in bagno per non sporcare il pavimento, ma te la dovrai fare addosso e logicamente non potrai rimuoverle dopo, te le potrai cambiare una volta al giorno, la mattina, ma prima di urinare, questa punizione durerà una settimana e in questo lasso di tempo dovrai sempre portare l’intimo “da casa” anche all’esterno.”
Le misi il collare e gli dissi:
-G: “Questo dovrai indossarlo sempre, come simbolo della tua sottomissione a me.”
Poi la feci mettere a pecora e gli misi il dilatatore anale di diametro più piccolo, lasciandogli dentro lo sperma che non era ancora colato.
-G: “Questo dovrai tenerlo per qualche giorno poi verrò a metterti quello più largo.”
-G: ”Ora vai a pulire dove hai sporcato, con la lingua.”
Ora vado, ti lascerò in pace per alcuni giorni finche il gonfiore sulle parti intime non diminuirà e non potremo continuare il tuo addestramento, ma ricorda che ti tengo d’occhi, ho già istallato le telecamere.”

 

Due giorni dopo che lascia la casa della mia cuginetta, disposto a lasciarli una settimana di pausa, passai a controllare lo stato della sua fighetta, e per mettergli il dilatatore anale di dimensioni maggiori.

Quando arrivai a casa sua, mi fece entrare mia zia, questo mi sorprese perché di solito la zia di pomeriggio lavora, ma si può considerare comunque una bella sorpresa, mia zia Gloria è a tutti gli effetti, una MILF, è snella e soda nonostante le tre gravidanze che ha portato a termine. E’ alta circa 1,65 per 52 kg, ha una quarta di seno, le labbra carnose da pompinara e gli occhi da vacca repressa. L’unico difetto, se così si può chiamare, è che ha dei fianchi leggermente pronunciati. Ho sempre sognato di portarmela a letto, cosa che sarebbe successa da lì a poco tempo, grazie alla mia schiavetta, ma di questo non ero ancora informato…

Le chiesi se la mia cuginetta fosse in casa, m’informò che in quel momento non c’era, era a fare ripetizioni di latino da una vicina di casa, ma mi disse che sarebbe rientrata da lì a breve, quindi mi chiese se volessi aspettare con lei.

 

-Glo: Perché ti serve? Se è importante, puoi aspettare con me, non dovrebbe tardare ancora molto.

 

Accettai.

 

La mia schiavetta arrivò dopo circa dieci minuti, appena mi vide la sua espressione da allegra e spensierata che era, s’incupì, ma io non me ne curai e anzi la afferrai per un braccio e la portai in camera sua, cercando di non apparire troppo violento per evitare che mia zia se insospettisse.

In camera costatai subito l’assenza dell’intimo e del collare, nonostante i miei ordini, così chiesi spiegazioni a riguardo.

 

-G: Allora vacca perché non stai eseguendo i miei ordini?

 

-E: Signore non ce l’ho fatta… ci ho provato, ma mi vergogno troppo, ho paura che i miei amici sentano il puzzo di urina, e poi il collare… sarebbe troppo strano!

 

-G: Hai disubbidito a un mio ordine, sai cosa ti spetta… mettiti in posizione come sai.

 

-E: Ma signore al piano di sotto c’è mia madre!

 

-G: A me non interessa assolutamente niente di chi c’è giù… se non vuoi che tua mamma ti scopra basta che tu stia zitta! Mi sembra così semplice… a te no?

 

-E: Si ha ragione, mi scusi per la stupidita di quello che ho detto.

 

-G: Ora spogliati e mettiti in posizione!

 

-E: Si padrone.

 

Si spoglio di quel poco che aveva addosso minigonna e una t-shirt molto scollata. Si spoglio con una lentezza e ingenuità quasi esasperante, ma per me la sua ingenuità nello spogliarsi era molto eccitante. Si mise poi in posizione e attese in silenzio l’inizio della sua punizione. Io nel frattempo presi dall’armadio il frustino da cavallerizzo che avevo acquistato qualche giorno prima al sexy shop e mi sfilai la cintura, mi misi dietro di lei da dove era ben visibile la fighetta ancora molto rossa e gonfia a causa dei sei anellini che gli avevo fatto infilare sulle grandi labbra e tra le chiappe s’intravvedeva il butt-plug, un quadretto davvero moltooooo eccitante.

Prima di iniziare la punizione ricordai alla schiava che a ogni colpo doveva scusarsi e chiedere un altro colpo. Inizia la punizione con la cinghia dal culetto e poi sulle cosce, mi fermai solo quando il suo culo e le sue cosce non furono roventi e di un bel rosso fuoco, bastarono una quindicina di colpi. Lei era ormai in lacrime, ma la sua punizione non era terminata, la presi e la feci stendere sul letto a gambe larghe, prima di spostarla però le palpai la fighetta che come immaginavo trovai fradicia. Mi asciugai le dita inzuppate dei suoi umori in un fazzoletto, lo stropicciai e poi gli e lo infilai nella fighetta. Già queste operazioni per lei furono una tortura non da poco. Dopo di che con il frustino iniziai a battere direttamente la vulva e il clitoride. Già dal primo colpo iniziò a urlare come una matta così sfilai il fazzoletto ormai fradicio dalla sua figa e gli e lo infilai in bocca. Continuai poi a battere fino ad arrivare a dieci colpi facendo in modo che la sua vulva diventasse ancora più ricettiva, per lei fu una cosa atroce tanto che sugli ultimi colpi il bavaglio fu quasi del tutto inutile, anche se tra le sue gambe si era formato un lago di umori e la sua figa non smetteva di sgorgare umori roventi, neanche fosse una sorgente d’acqua. La lascia riprendersi qualche minuto poi le ordina di mettere l’intimo di due taglie più piccole, operazione molto difficoltosa a causa del bruciore provocato dalle frustate. La portai, poi, di peso in bagno la misi nella vasca ordinandogli di mettersi in ginocchio, gli tolsi il fazzoletto dalla bocca e al suo posto ci infilai il mio uccello ormai duro come il marmo, inizia a scopargli la bocca con una forza inaudita arrivando a ogni pompata fino alla gola, a causa della forte eccitazione venni in poche pompate. Gli lascia il cazzo in bocca fino a che non perse turgore facendo anche in modo che ingoiasse il mio sperma, dopo di che gli ordinai di sdraiarsi e aprire le gambe e iniziai a pisciare sulle sue mutandine già fradice di umori, appena il getto dorato raggiunse la sua vulva, la vacca caccio un urlo di dolore di dimensioni spropositate. Le rinfilai il fazzoletto in bocca, notai però dopo poco che le sue urla si stavano attenuando e stavano assumendo le sembianze di gemiti fino a che nel momento esatto in cui terminai di pisciare fu travolta da un orgasmo devastante.

 

-G: Questa dovrebbe essere una punizione per te e non un evento da cui trarre piacere!

 

-E: Mi scusi padrone, non ho resistito… ero troppo eccitata!

 

-G: Sei proprio una lurida cagna!

 

-E: Ha ragione padrone, sono proprio una cagna in calore.

 

Ora vai in camera mettiti a pecora e abbassati le mutande che vengo a cambiarti il butt-plug, nel frattempo vedendo lo stato della mia schiava, il mio cazzo si stava risvegliando. Tornai in camera sua e la trovai nella posizione che le era stata ordinata. Mi avvicinai con il cazzo che aumentava di dimensioni a ogni passo arrivato al suo bel culetto sodo, estrassi il butt-plug con un colpo deciso e il butt una vola uscito, fece un sonoro plop e lasciò dietro di se un bel buchetto dilatato. Questa visione mi fece impazzire dall’eccitazione e senza pensarci due volte le infilai il cazzo in culo, nonostante fosse già dilatato e le pareti cedevoli, la mia schiavetta caccio un urlo di dolore. La mia eccitazione era troppo forte per ragionare lucidamente così continuai a pompare finché i suoi lamenti di dolore si trasformarono in gemiti di puro piacere e dopo poco venne nel suo primo orgasmo anale. Il mio cazzo non dava alcun segno di cedimento grazie al pompino precedente così continuai a pompare per altri dieci minuti poi venni scaricandogli una grossa dose di sborra in culo. Nel frattempo lei era venuta altre due volte forse tre. Uscii da lei e gli collocai il nuovo plug in culo ordinandogli.

 

-G: Ti potrai lavare dalla sborra solo domani mattina nel frattempo il plug rimarrà nel tuo culo. Ora rimettiti le mutande, il reggiseno e vestiti non varrai che tua mamma ti veda mezza nuda.

 

-E: Si signore come vuole Lei.

 

Scesi al piano di sotto per uscire da casa, ma mi fermai a salutare mia zia la trovai con il vestito stropicciato e tutta sudata lì per lì non ci feci caso, ma andando verso casa mi s’insinuo in mente un dubbio così appena arrivato in casa, mi fiondai a guardare le riprese delle telecamere nascoste.

 

 

Ormai il dubbio mi attanagliava lo stomaco con sempre più insistenza, perciò mi diressi verso casa il più velocemente possibile. Appena a casa mi fiondai sul divano e feci partire il video di sorveglianza, per i primi cinque/dieci minuti dopo il mio arrivo, la zia rimase in cucina a sistemare le stoviglie, ma da quando aveva sentito le prime urla/gemiti, si agitava ogni secondo di più. Alla fine si decise a salire le scale per vedere cosa stava succedendo, arrivata sul pianerottolo, si affacciò, quello che vide la dovette sconvolgere non poco.  Sua figlia, completamente nuda, a gambe larghe che veniva cinghiata, e a ogni colpo ringraziava. La sua espressione mutò da preoccupata ad arrabbiata, si vedeva che stava fremendo dalla voglia di intervenire, ma qualcosa la trattenne. Lì sull’uscio a osservarci, fino a che con un movimento che sembrava quasi involontario la sua mano, si spostò verso il basso, e s’infilò sotto la gonna che indossava, fino a che raggiunse la sua passerina. Il suo massaggio continuò per tutta la durata della punizione della figlia, si poteva anche vedere come torturasse le sue labbra per trattenere i gemiti, fino al punto di farle sanguinare. Da quello che vidi, dedussi che durante la punizione avesse raggiunto l’orgasmo almeno un paio di volte, quando vidi la mia schiavetta correre in camera vidi nel frattempo la mia zietta precipitarsi giù dalle scale per evitare di essere vista. Nel frattempo pensai “hai capito la mia zietta che porcella, e lei che si atteggia da bacchettona”.

Il tempo di finire questo pensiero che avevo già avviato il programma per il video montaggio, tagliato la parte che desideravo la inviai all’indirizzo mail del lavoro di mia zia, con scritta solo una frase: se non vuoi che tutti sappiano mettiti in contatto con me.

 

Il giorno dopo verso le 10 ricevetti un sms da mia zia diceva:

 

-Glo: Brutto bastardo che cosa vuoi?

 

La feci attendere quasi trenta minuti per farla rosolare bene nel suo brodo poi le scrissi:

 

-G: Voglio solo il completo controllo sul tuo corpo e la tua mente, lurida cagna…

 

-Glo: Ma tu sei un pazzo, non mi sottometterò mai a un moccioso come te!

 

-G: Sai è buffo mi ricorda tanto quello che ha detto tua figlia e hai visto com’è finita, ora sta a te decidere se il video lo devo inviare o no.

 

La risposta arrivò dopo un bel po’ di tempo, tanto che ero quasi sul punto di inviare la mail. Alla fine però il messaggio arrivò:

 

-Glo: Va bene, ti obbedisco.

 

La mia risposta non si fece attendere e diceva:

 

-G: Hai fatto la scelta giusta, ora procurati due elastici e del dentifricio, vai in bagno togliti l’intimo mettiti gli elastici sulle tette, che siano belli stetti, poi con lo scopettino del cesso inizia a sfregarti la figa finche non sei al limite dell’orgasmo dopo di che spalmati un po’ di dentifricio su clitoride e figa. Poi rivestiti e torna al lavoro. Voglio che documenti tutto con foto e che me le invii insieme a un messaggio di conferma del fatto che tu abbia eseguito, hai mezz’ora di tempo prima che invii la mail. Ah un ultima cosa d’ora in poi devi rivolerti a me chiamandomi Padrone.

Dopo circa venti minuti mi arrivarono tramite mail una serie di foto e nel finestra dedicata al testo, c’era scritto semplicemente: “Ho eseguito Padrone.”

Le foto erano sei, una rappresentava il magnifico corpo di mia zia completamente nuda, la seconda un primo piano delle sue tette libere, la terza erano le sue tette con gli elastici applicati, la quarta era la sua bellissima fighetta, anche se ricoperta da una folta peluria, non ancora “trattata”. Nella quinta si vedeva tra il pelo la pelle tutta rossa ma comunque umidiccia, la sesta infine ritraeva una fighetta piena di dentifricio avvolta dal tessuto di una gonna. Allora le risposi: “Vedo che hai eseguito alla lettera i miei ordini e notato che c’è una bella foresta in mezzo alle tue gambe…questo non mi piace quindi appena arriverai a casa ti depilerai, e che sia una depilazione fatta bene, e ricorda…controllerò. Rimarrai con addosso gli elastici e con il dentifricio sulla fighetta fino a fine giornata, ma per ravvivare il pizzicorio ogni ora ti rispalmerai il dentifricio, quando ti riapplicherai il dentifricio dovrai tornare sull’orlo dell’orgasmo. Ricorda che d’ora in avanti non hai più il permesso di raggiungere l’orgasmo, per nessun motivo a meno di ordini diversi ricevuti da me.”

Poco dopo mi arrivò un altra mail che diceva:

-Glo: Ma signore cosa dirà mio marito quando mi vedrà depilata? E quando si accorgerà che non raggiungo più orgasmi?

-G: Non sono affari miei. Una troia come te può benissimo inventarsi una scusa credibile, e sa fingere orgasmi a raffica.

Quando mia zia arrivò a casa io ero già davanti al monitor di sorveglianza, la vidi depilarsi, poi le inviai via sms nuovi ordini.

-G: Chiama l’altra mia schiavetta e chiedile di controllare il lavoro che hai fatto e di riferire a me.

Vidi la zia uscire dal bagno e urlare a mia cugina di scendere, perché aveva bisogno, Erika scese e trovo sua mamma sdraiata sul pavimento del bagno, già a gambe larghe, notò subito che aveva il pube depilato e questo le fece capire che qualcosa non andava, appena entrò in bagno mia zia iniziò subito a parlare:

-Glo: “Il nostro Padrone ti chiede di controllare se ho fatto un buon lavoro con il mio pube…devi, poi, riferire a lui!”

Subito dopo ricevetti una telefonata da Erika, nella telefonata mi disse che il lavoro era fatto molto male, quindi le dissi di rifare il lavoro, e farlo bene questa volta, ma soprattutto che le stavo osservando e che sarei rimasto in linea, di mettere quindi il viva voce. Erika ripassò subito il rasoio sul pube leggermente arrossato di sua madre, appena ebbe finito le intimai di procurarsi una cintura ricoperta di borchie, per trovarla ci mise cinque minuti durante i quali sua madre rimase sdraiata sul pavimento totalmente aperta e indifesa. Tornata Erika le dissi di dare 50 colpi di cinta a sua madre diretti alla figa e ordinai a mia zia di tenere la figa aperta in modo che venisse colpito anche e soprattutto il clitoride, ma Erika non se la sentiva di colpire sua madre e la dovetti persuadere usando le maniere forti!!

-G: “Tu sei solo un lurido animale e devi ubbidire al tuo Padrone e se non esegui entro due minuti riceverai il triplo delle cinghiate direttamente sulla tua figa ancora infiammata!!”

Sentita questa minaccia, la sua faccia si trasformò in una maschera di terrore e subito mi disse:

-E: “Mi scusi Padrone eseguirò subito!!”

Dovetti, però, assentarmi per degli impegni che dovevo sbrigare e le lasciai “sole”, ma una volta a casa guardai il filmato registrato durante la punizione, che si svolse normalmente fino alla fine quando Erika presa dall’eccitazione e dalla lussuria saltò direttamente sulla figa ormai bordeaux della madre iniziando a leccarla, succhiarla e morderla come un assatanata portando rapidamente sua madre sull’orlo dell’orgasmo e oltre, appena mia zia si fu ripresa dagli spasmi dell’orgasmo fece posizionare Erika sopra di lei nella posizione del 69 ricambiando così il favore alla figlia. Guardai il video per un altro po’, poi presi la macchina e mi diressi a casa di mia zia. Quasi non ci vedevo più dalla rabbia e rischiai pure di fare un incidente, tra me e me pensai “Gli farò pagare anche questa a quelle due troie!!“, arrivato a casa di mia zia entrai, con le mie chiavi, le chiamai a rapporto di fronte a me, quando le vidi erano ancora nude e appena mi videro si misero a quattro zampe cercando di intenerirmi, le due cagne sapevano perfettamente di avere fatto un casino e entrambe all’unisono: “Ci scusi Padrone non succederà più!”

-G: “Non ve la caverete così facilmente cagne!!, ma che non succederà più ne sono convinto!! Portatemi il cane e la cinta, poi mettetevi in posizione per ricevere la punizione!!”

Tornarono dopo poco tempo, Erica portava una lunga e sottile asta di bambù e Gloria, invece, la cinta borchiata che era già stata usata poco prima sulla sua stessa vulva, me le porserò e poi si posizionarono come da ordini.

 

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