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Racconti erotici sull'Incesto

La sorella vedova

By 4 Aprile 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

In casa siamo tre figli un maschio e due femmine, le mie sorelle entrambe sposate vivono nella mia città e mentre con una, Giovanna, ci vediamo raramente con l’altra Luisa sono sempre stato legatissimo.

Ciò che voglio raccontare è quando la mia maggiore Luisa, rimase vedova, all’epoca ero poco più che ventenne e vivevo con mia madre, il fatto che fosse rimasta sola mi spinse ad esserle più accanto, perciò spesso passavo da casa sua per darle una mano.

Fin quando non rimase vedova non avevo mai avuto nessun tipo di interesse nei suoi confronti, se non quello che si può avere nei riguardi di una sorella, ciò che fece scattare una molla in me fu un giorno che ero solo a casa da diversi giorni poiché mia madre era in ospedale e lei si offrì di venire a dare una sistemata.

Io ero in soggiorno a studiare e lei intenta ad indossare degli abiti da casa per iniziare a fare le pulizie nella stanza attigua, nel mentre che si stava spogliando squillò il telefono e alzandomi per andare a rispondere passai davanti alla stanza dov’era lei e la scorsi in reggiseno e mutandine.

Qualcosa scattò in me, non so dire cosa ma qualcosa cambiò di colpo, la vidi diversa e la cosa finì lì, anche se la iniziai a guardare con più interesse, la giornata trascorse tranquilla, ma quell’immagine mi ritornò davanti spesso.

In seguito iniziai ad essere più presente nella sua vita, passavo interi pomeriggi con lei e ciò non le dispiaceva affatto, devo dire che Luisa, più grande di 10 anni, non è una donna vistosa, ma minuta con un seno giusto e un bel sedere ma in ogni caso mi eccitava da morire.

Quando l’andavo a trovare capitava spesso di andare all’improvviso, per non darle modo di potersi vestire, in questo modo la trovavo in abiti da casa e senza reggiseno, questo mi permetteva di poter sbirciare nella scollatura e vedere il suo seno candido, una volta con mia grande sorpresa mi accorsi addirittura che sotto il vestito non portava neanche le mutande e la mia eccitazione crebbe a dismisura.

Ogni occasione era buona per stare con lei, mia madre interpretava ciò con la voglia di non lasciarla sola e Luisa era ben felice che io stessi con lei, dato che in qualche modo sopperivo alla mancanza di un uomo di casa nelle faccende di casa quali piccole riparazioni e vari servizi .

Del resto aveva spesso lavoretti da fare in casa e io l’aiutavo volentieri, il premio che ricevevo a sua insaputa era quello di sbirciare nelle scollature dei vestiti, non essendo consapevole di quanto mi eccitasse infatti lei si sentiva libera di indossare abiti larghi che puntualmente lasciavano vedere il bel seno, quando lei si chinava.

Era diventato un gioco che però volevo finisse nel miglior modo possibile, del resto non potevo continuare eternamente così perciò mi scervellavo a cercare ogni volta il modo migliore per poter capire se lei sarebbe stata mia.

Rammento che avevo preso il vizio di fare in modo di tenere il cazzo fuori dagli slip, ma dentro larghi pantaloni che indossavo per potermi smanettare mentre la sbirciavo, lei non so se per ingenuità o cosa era molto disinibita e spesso anche quando era in bagno lasciava la porta socchiusa e per me era il massimo poterla sbirciare mentre si lavava.

Per circa due anni la cosa andò avanti così, un giorno d’estate però iniziai ad essere più audace infatti avevo preso l’abitudine di passare a trovare Luisa la mattina presto prima di andare al lavoro, la cosa non le dispiaceva affatto anzi era ben contenta perché si chiacchierava e mi faceva vedere le piante che rigogliose crescevano nel suo balcone. E’ inutile dire che il mio interessamento era più rivolto alle sue grazie, cercavo infatti di farla abbassare con la scusa di farle vedere qualche strano fenomeno sulle piante e così potevo sbirciare nella scollatura del vestito sotto il quale non c’era mai il reggiseno.

In ogni caso quel giorno nel mentre che si parlava, iniziai a dirle (cosa vera) quanto fossi felice di aver lei come sorella e a un certo punto l’abbracciai cingendola da dietro, la tenevo stretta a me e nel mentre con le braccia toccavo il seno morbido. Per evitare di rovinare tutto non accentuai la cosa ma  mi consolai del grosso passo avanti fatto e di ciò che avrei potuto tentare in seguito.

Le mattine successive che passai a trovarla iniziai perciò a trovare la scusa per abbracciarla, cingendola sempre da dietro, non so perché ma lei non opponeva resistenza, pareva quasi che le piacesse ma quando cercavo di spingermi oltre mi scostava e sorridendo mi diceva di andare al lavoro.

Il massimo fu una mattina in cui mi aprì con un pigiamino di seta abbottonato davanti, sotto al solito il seno era libero e lei mentre parlavamo giochicchiava con i bottoni, questo comportò che a un certo punto rimasero aperti i due bottoni centrali e il seno si vedeva benissimo, ero al massimo dell’eccitazione e lì accadde qualcosa che ancora mi sconvolge, nel mentre stavo per uscire la cinsi come ogni volta, ma stavolta ero determinato e quindi mi spinsi oltre inserendo una mano nel pigiama aperto.

Lei lasciò toccarsi il seno sentivo i capezzoli tra le dita, i morbidi seni che erano freschi e morbidi, il gioco stava prendendo una piega che mi piaceva molto, ero eccitatissimo e allora tentai di toccarle la fica ma lei al solito mi scostò correndo via. Mi resi conto che forse avevo esagerato senza dir nulla andai via e mi ripromisi che quel gioco sarebbe terminato lì….  In seguito però ci furono nuovi sviluppi che poi vi racconterò………… 

In casa siamo tre figli un maschio e due femmine, le mie sorelle entrambe sposate vivono nella mia città e mentre con una, Giovanna, ci vediamo raramente con l’altra Luisa sono sempre stato legatissimo.

Ciò che voglio raccontare è quando la mia maggiore Luisa, rimase vedova, all’epoca ero poco più che ventenne e vivevo con mia madre, il fatto che fosse rimasta sola mi spinse ad esserle più accanto, perciò spesso passavo da casa sua per darle una mano.

Fin quando non rimase vedova non avevo mai avuto nessun tipo di interesse nei suoi confronti, se non quello che si può avere nei riguardi di una sorella, ciò che fece scattare una molla in me fu un giorno che ero solo a casa da diversi giorni poiché mia madre era in ospedale e lei si offrì di venire a dare una sistemata.

Io ero in soggiorno a studiare e lei intenta ad indossare degli abiti da casa per iniziare a fare le pulizie nella stanza attigua, nel mentre che si stava spogliando squillò il telefono e alzandomi per andare a rispondere passai davanti alla stanza dov’era lei e la scorsi in reggiseno e mutandine.

Qualcosa scattò in me, non so dire cosa ma qualcosa cambiò di colpo, la vidi diversa e la cosa finì lì, anche se la iniziai a guardare con più interesse, la giornata trascorse tranquilla, ma quell’immagine mi ritornò davanti spesso.

In seguito iniziai ad essere più presente nella sua vita, passavo interi pomeriggi con lei e ciò non le dispiaceva affatto, devo dire che Luisa, più grande di 10 anni, non è una donna vistosa, ma minuta con un seno giusto e un bel sedere ma in ogni caso mi eccitava da morire.

Quando l’andavo a trovare capitava spesso di andare all’improvviso, per non darle modo di potersi vestire, in questo modo la trovavo in abiti da casa e senza reggiseno, questo mi permetteva di poter sbirciare nella scollatura e vedere il suo seno candido, una volta con mia grande sorpresa mi accorsi addirittura che sotto il vestito non portava neanche le mutande e la mia eccitazione crebbe a dismisura.

Ogni occasione era buona per stare con lei, mia madre interpretava ciò con la voglia di non lasciarla sola e Luisa era ben felice che io stessi con lei, dato che in qualche modo sopperivo alla mancanza di un uomo di casa nelle faccende di casa quali piccole riparazioni e vari servizi .

Del resto aveva spesso lavoretti da fare in casa e io l’aiutavo volentieri, il premio che ricevevo a sua insaputa era quello di sbirciare nelle scollature dei vestiti, non essendo consapevole di quanto mi eccitasse infatti lei si sentiva libera di indossare abiti larghi che puntualmente lasciavano vedere il bel seno, quando lei si chinava.

Era diventato un gioco che però volevo finisse nel miglior modo possibile, del resto non potevo continuare eternamente così perciò mi scervellavo a cercare ogni volta il modo migliore per poter capire se lei sarebbe stata mia.

Rammento che avevo preso il vizio di fare in modo di tenere il cazzo fuori dagli slip, ma dentro larghi pantaloni che indossavo per potermi smanettare mentre la sbirciavo, lei non so se per ingenuità o cosa era molto disinibita e spesso anche quando era in bagno lasciava la porta socchiusa e per me era il massimo poterla sbirciare mentre si lavava.

Per circa due anni la cosa andò avanti così, un giorno d’estate però iniziai ad essere più audace infatti avevo preso l’abitudine di passare a trovare Luisa la mattina presto prima di andare al lavoro, la cosa non le dispiaceva affatto anzi era ben contenta perché si chiacchierava e mi faceva vedere le piante che rigogliose crescevano nel suo balcone. E’ inutile dire che il mio interessamento era più rivolto alle sue grazie, cercavo infatti di farla abbassare con la scusa di farle vedere qualche strano fenomeno sulle piante e così potevo sbirciare nella scollatura del vestito sotto il quale non c’era mai il reggiseno.

In ogni caso quel giorno nel mentre che si parlava, iniziai a dirle (cosa vera) quanto fossi felice di aver lei come sorella e a un certo punto l’abbracciai cingendola da dietro, la tenevo stretta a me e nel mentre con le braccia toccavo il seno morbido. Per evitare di rovinare tutto non accentuai la cosa ma  mi consolai del grosso passo avanti fatto e di ciò che avrei potuto tentare in seguito.

Le mattine successive che passai a trovarla iniziai perciò a trovare la scusa per abbracciarla, cingendola sempre da dietro, non so perché ma lei non opponeva resistenza, pareva quasi che le piacesse ma quando cercavo di spingermi oltre mi scostava e sorridendo mi diceva di andare al lavoro.

Il massimo fu una mattina in cui mi aprì con un pigiamino di seta abbottonato davanti, sotto al solito il seno era libero e lei mentre parlavamo giochicchiava con i bottoni, questo comportò che a un certo punto rimasero aperti i due bottoni centrali e il seno si vedeva benissimo, ero al massimo dell’eccitazione e lì accadde qualcosa che ancora mi sconvolge, nel mentre stavo per uscire la cinsi come ogni volta, ma stavolta ero determinato e quindi mi spinsi oltre inserendo una mano nel pigiama aperto.

Lei lasciò toccarsi il seno sentivo i capezzoli tra le dita, i morbidi seni che erano freschi e morbidi, il gioco stava prendendo una piega che mi piaceva molto, ero eccitatissimo e allora tentai di toccarle la fica ma lei al solito mi scostò correndo via. Mi resi conto che forse avevo esagerato senza dir nulla andai via e mi ripromisi che quel gioco sarebbe terminato lì….  In seguito però ci furono nuovi sviluppi che poi vi racconterò………… 

Dopo quello strano episodio e per evitare che si interrompesse il nostro bel rapporto fraterno decisi di passare di meno da casa sua, anche perché ritenevo che non fosse giusto se lei non voleva.

In ogni caso fu lei che invece dopo varie insistenze mi chiese di andare a trovarla, mi disse che non comprendeva perché fossi sparito di colpo e che se mi aveva fatto qualche torto era pronta a rimediare.

Devo dire che la cosa mi rinfrancò molto, temevo che l’avrei persa e aldilà di ciò che provavo per lei da un punto di vista fisico c’era una componente di affetto che non potevo tralasciare.

In ogni caso un giorno di buon ora mi presentai da lei per il solito caffè, ero particolarmente nervoso lo ammetto, lei al solito fu molto carina e nel mentre si chiacchierava mi disse che il giorno prima aveva acquistato un vestito che però doveva aggiustare stringendolo da un lato e che aspettava un’amica perché l’aiutasse….

Senza aver alcun tipo di pensiero sconcio mi offrii di aiutarla dato che quella mattina non dovevo lavorare , nel mentre dicevo ciò notai che come al solito non indossava il reggiseno e dalla vestaglia si intravedeva il suo candido seno, la cosa mi eccitava molto ma evitai qualunque fantasia per non ricadere negli errori del passato.

Andò in camera e quando tornò indossando l’abito notai con mia grande sorpresa che questo era tutto scucito sul lato da stringere, ciò comportava che gran parte di un seno fuoriusciva lateralmente, la cosa mi mandò fuori di testa ma riuscii a tenermi calmo.

Ad ogni modo ero alle sue spalle e seguendo le sue indicazioni imbastivo l’orlo del vestito, dovendomi indicare dove cucire lei si voltava e si scopriva parte del corpo, ero sudatissimo, mentre imbastivo con le dita sfioravo il suo seno e la cosa mi eccitava tantissimo.

Finito di cucire il vestito, tornò in camera per toglierlo, lo fece senza chiudere la porta e indossò la solita vestaglietta leggera di cotone, non potei non sbirciare mentre lasciatasi cadere il leggero vestitino indugiò nell’indossare nuovamente la vestaglia.

Ritornò in cucina, io ero al culmine dell’eccitazione, il cazzo era paonazzo e durissimo e lei faceva finta di nulla, mi sedette di fronte e iniziò a parlare e chiedermi cosa avrei fatto quell’estate, le spiegai che il lavoro era tanto e non mi sarei  mosso, mentre parlavamo lei allargò le gambe e la vestaglia si aprì un po’. Sembrava provocarmi ma volevo evitare gli errori del passato e quindi cercavo di pensare ad altro, in ogni  caso a un certo punto mi alzai per prendere le sigarette poste dietro di lei e con lo sguardo sbirciai nella scollatura, il candido seno si intravvedeva e la cosa mi piaceva troppo, fu in quel momento che decisi di riprovare, da dietro iniziai a parlarle e nel mentre appoggiai le mani sulle spalle.

Mentre la massaggiavo con le mani cercavo di far aprire la vestaglia e mi resi conto che essendo lenta, si apriva sempre più, lei non accennava fastidio perciò incalzai al punto da scostare quanto più possibile la vestaglia.

Questo giochicchiare comportò che il seno fuoriuscisse completamente dalla vestaglia, ormai ero in gioco e decisi di tentare il tutto per tutto, in realtà non ebbi il tempo di pensare che lei girandosi verso di me con il viso ad altezza cazzo, mi fece un sorriso e mi iniziò ad accarezzare da sopra i pantaloni.

Fu un attimo mi spinsi con le mani a carezzarle il seno e lei nel mentre iniziò sorridendo a sbottonarmi il pantalone, il mio cazzo uscì fuori e lei lo prese in bocca avidamente succhiando come una forsennata.

Io nel frattempo decisi di vedere la fica tanto sognata e abbassando le mani la cercai tra le mutande che scostai, era fradicia e colava, andammo avanti così finchè non le sborrai in bocca.

A quel punto andai davanti e inginocchiandomi, le aprii le gambe e iniziai a leccarle la fica, gemeva a ogni colpo di lingua e mi diceva “fratellone mio che bravo che sei e che scema io a non averti lasciato fare prima”.

Sentendo questo smisi e mi alzai, la presi per mano e la portai in camera da letto, la feci mettere di spalle a quattro zampe e la presi con forza da dietro, la fica era bagnata ma stretta per il poco uso, sotto ogni colpo gemeva e godeva finchè non venni nuovamente.

Eravamo assatanati facemmo l’amore tutta la mattina e più volte glielo misi nella fica ormai rossa, ma non ero soddisfatto del tutto perciò, la feci girare e dopo aver stuzzicato l’orifizio anale con la lingua, prima lo allargai un po’ con le dita e poi la penetrai godendo moltissimo.

Eravamo esausti ma sazi e dopo allora andarla a trovare tornò ad essere un motivo di piacere per entrambi e in molti sensi.   

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