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Racconti erotici sull'Incesto

L’amore arriva all’improvviso

By 20 Giugno 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Non riuscivo a dormire e quindi mi diressi in cucina a prendere da bere e nell’andarci sentii degli strani suoni provenienti dalla camera dei miei genitori, che strano a dirsi visto che era sempre aperta, questa volta la porta era socchiusa e dallo stretto spiraglio proveniva una lamina di luce, forse giunta dalla piccola abat-jour del comodino.

Mi avvicinai e capii immediatamente cosa fossero: i miei genitori stavano scopando.
Il pensiero di bere mi passò completamente dalla testa e mi misi in ascolto, a riparto dietro la porta.

‘Ohh si… dai fottimi… si così…. dai’
‘Si, ti sfondo, te lo pianto per bene…ti piace così eh’
‘Si l’adoro, dai…oh…. si… si… oh dai continua’
‘E dopo ti trapano il culo, sei contenta eh’
‘Oh si… non vedo l’ora’ – ‘ ma adesso pensa solo alla mia figona ormai grondante ‘

Non avrei mai pensato che certe cose uscissero dai miei genitori; per avermi fatto hanno dovuto per forza farlo ma non mi ero mai posto la domanda del ‘come mi avevano fatto’. Fatto sta’ che stavo iniziando ad eccitarmi, a sentirli scopare, a sentire i gemiti di mia madre e i colpi secchi del cazzo di mio padre.
Estrassi il mio cazzo ormai in tiro e presi a masturbarmi, seguendo i gemiti di mia madre, iniziai lentamente e quando mia madre era vicina all’orgasmo, iniziai a pomparmi più velocemente.
Feci anche capolino qualche volta e la vidi: distesa sul letto con le gambe sulle spalle di mio padre mentre lui la fotteva davanti, poco dopo messa a pecorina con dietro mio padre che la inculava con furore, con delle poderose penetrate che la scuotevano tutta ma la cosa che mi arrapava di più era la faccia di lei… un’espressione da vera troia, che non avrei mai immaginato a mia madre.

Mentre loro persistevano nel loro amplesso, io continuavo a masturbarmi imperterrito, mentre tiravo qualche rapida occhiata dentro la stanza e mi immaginavo al posto di mio padre; ero talmente assorto che non sentii i passi felpati di mia sorella dietro di me. Me ne accorsi solo dopo quando mi appoggiò la sua mano sulla schiena, che per poco non urlai dalla paura.
Rimisi a posto in fretta e furia il pene mentre cercavo di borbottare qualche scusa ma lei sembrava che non si fosse accorta di niente, forse perché in corridoio era buio e lei era ancora dietro di me, però il bozzolo del cazzo ancora in erezione era ben visibile, sotto il debole strato di cotone dei boxer.
‘ Non riuscivo a dormire’ – mi disse con voce assonnata
‘Si, nemmeno io’ – dissi con voce un po’ impastata e insicura ‘ ma ora torno in camera’
‘Aspetta, tu ti eri messo a spiare i nostri genitori mentre facevano sesso, vero !? ‘
‘Chi !? IO !? No, che scherzi ! Passavo per caso e ho sentito i rumori del loro..ehm… rapporto’
‘Spostati e fammi vedere a che punto sono, così almeno posso tornare a dormire’

Rimasi un po’ frastornato di fronte a quelle parole ma ne rimasi ancora di più quando mia sorella si fece avanti, si mise davanti a me e si mise ad origliare e non so’, se per caso o volontariamente, sfiorò con il palmo della mano il bozzolo, facendomi percorrere un brivido su per tutta la schiena.
Sulle prime non fece finta di niente ma poco dopo che era davanti a me, ed io dietro di lei, ad una distanza che dire breve è dire poco, iniziò ad indietreggiare ancor di più e una volta arrivata a toccare col culetto il rigonfiamento, prese a strusciarvisi contro, facendomi aumentare notevolmente l’erezione.
‘Siamo eccitati eh…’ – mi disse con tono canzonatorio – senti qua’ mentre prese a sfregarsi ancora più sul mio cazzo, che ormai stava per scoppiare.
Non sapevo cosa rispondergli e con voce malferma dissi: ‘No è che.. non è quello che pensi te…’
E detto questo si girò di scatto e prese a sfiorarmi il bozzolo e fece anche per prenderlo in mano, benché fosse impedita dal tessuto; stavo per venire di botto eppure mi trattenni e con una voce proveniente dal mio più recondito io gli dissi: ‘Ma cosa fai Alice, non possiamo…’
Eppure volevo che continuassi, non cercai di togliere nemmeno la sua mano che adesso prese ad toccarlo ancora più delicatamente, rimasi lì immobile a godermi quel momento.
‘Lo so che eri eccitato, vorrei vedere, senti lo sono anch’io’
E con una rapidità degna di un felino o di un illusionista si abbassò i suoi slip, prese la mia mano e la condusse verso la debole peluria del suo ventre. Ed anche lei era eccitata, era umida anzi praticamente bagnata !
Non ci credevo, era un sogno poter toccare mia sorella eppure qualcosa in me mi frenava ma la voglia di poter assaporare una simile situazione mi attanagliava e diluiva i miei dubbi.
E mentre i nostri genitori si stavano fottendo senza remora a pochi passi da noi, io presi a sditalinare mia sorella; iniziai dal basso e presi a salire, sfiorandogli le gambe e con tocco vellutato ad accarezzargliele fino a raggiungere la fichetta ormai umida di umori. Potevo sentirla tremare, scossa dai brividi che le procuravo mentre gli toccavo le labbra, mentre gli martoriavo il clitoride; ormai più sicuro di me, mi avvicinai e presi anche a leccargliela, facendola sussultare ulteriormente, che si dovette appoggiare alla parete per non cadere.

‘Oddio Marco, quanto avevo sognato questo momento, si dai, leccamela tutta, fammi godere’ – disse tra i gemiti sua e quelli della madre.

Dopo queste parole presi con più rigore a lapparla, alternando a sditalinarla e a tentare di mettergli qualche dito nel culetto, facendola trattenere a stento i gemiti che gli sorgevano.
L’amplesso dei mia non sembrava finire, ancora ci davano dentro e non sembravano accennare a smettere, qualche volta si fermavano, scendeva il silenzio e dopo pochi secondo iniziavano di nuovo a darci dentro, anche se era più mio padre a farlo…
E intanto io mi godevo la fichetta della mia cara sorellina… che spettacolo che era, li appoggiata alla parete mentre io la penetravo tra i lamenti e i gemiti di mia madre dall’altra parte del muro.
Gliela leccavo tutta, a volte cercando di penetrarla con la lingua mentre l’accarezzavo la dolce curva del culetto e con un dito inumidito dai suoi umori, cercavo di penetrarla da dietro.
Ormai era un lago ed era venuta una volta, emettendo un lungo sospiro e dai suoi movimenti e dai suoi gemiti sempre più forti, immaginati che fosse prossima ad un’altro orgasmo.
Il cazzo mi stava facendo un male del diavolo, mi premeva per uscire e mi provocava quasi un dolore lancinante; avrei voluto tanto sbatterglielo subito dentro e venire insieme a lei ma mi trattenni e presi a leccargliela con ancor più foga.
E l’orgasmo arrivò talmente forte che dovette appoggiarsi alla parete con le mani per non cadere, le gambe le tremavano e a stento riusciva a rimanere in piedi, inondandomi la bocca del suo dolce nettare mentre lei riusciva a stento a soffocare i suoi lamenti.

Rimasi ancora accucciato a coccolarla per un altro po’, sfiorandogli delicatamente la fichetta e dandogli delle sfuggevoli colpetti di lingua e delle rapide passate, mentre lei cercava di riprendersi e di tornare in se; e nello stesso tempo i miei genitori dovevano essere alla fine visto che i gridi di mia madre si facevano sempre più distaccati.
Ad un certo punto mi guardò, con nello sguardo tutta la dolcezza possibile, con una mano e con un tocco angelico mi sfiorò la faccia conducendola delicatamente verso di lei e quindi ad alzarmi e con un alito di voce mi disse soltanto: grazie.
E mi donò un bacio con una effusione che nemmeno due innamorati possono avere, un bacio che solo due persone unite nell’anima possano darsi, benché siano fratello e sorella.

Io giuro, rimasi lì paralizzato mentre lei si scostò da me e silenziosa come era venuta, se ne tornò in camera sua, lasciandomi lì a sentire gli ultimi gemiti dei miei genitori, ormai lucido dall’ebrezza che mi aveva pervaso e facendomi sentire sia come il ragazzo che aveva trovato il vero amore nel posto più improbabile del mondo, sia come il peggiore dei fratelli per quello che avevo appena fatto.

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