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le storie di scarpetta

By 1 Dicembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Il clistere

Salve mi chiamo Kiara ma tutti i miei amici piu intimi mi chiamano scarpetta. Perché questo soprannome? Ve lo spiegherò a tempo debito. Oggi vi racconterò come ho iniziato il mio viaggio nel eros. Ai tempi dei fatti avevo appena compiuto i 19 anni, comincio col dire che sono una persona molto curiosa e aperta a tutte le esperienze, faccio danza e coltivo il sogno di diventare un etoille da quando avevo 10 anni. Cmq non è della danza che vi voglio parlare anche se molto spesso avevo qualche rapporto saffico con ragazze del mio corso. Ho una sorella di nome Giulia che amo profondamente, non un amore che ce tra sorelle la amo come un amante ama il suo amore. E proprio per merito di mia sorella Giulia che posso dire con sicurezza assoluta che ho provato ogni perversione e goduto nel farle da cavia . tutto cominciò una mattina in cui mi sentivo particolarmente costipata, avevo fitte allo stomaco e non riuscivo ad andare di corpo così chiesi a mia sorella che fa medicina se aveva qualche rimedio.

“Giulia senti avrei problemi ad andare in bagno sai per caso cosa potrei prendere?”

“ Erika l’unica soluzione efficace e immediata è il clistere gli altri rimedi danno i loro risultati solo col tempo e ti vedo particolarmente sofferente da quanto è che non vai al bagno?”

“oggi sono 3 giorni che non ci vado… va bene mi hai convinto. Ma lo sai fare?”

“certo che lo so fare per chi mi hai preso? Intanto incominciati a spogliare che io preparo l’occorrente”

Fidandomi delle sue parole mi tolsi pantaloni e mutandine non mi vergognavo perche già conosceva bene il mio corpo, molto spesso ci davamo piacere reciproco coccolandoci nel nostro letto che dividiamo proprio come una coppia. Mi posizionai nel letto in modo che avesse accesso facile al mio culetto. Lei portò un trespolo con una grossa borsa d’acqua appesa collegata ad un tubicino e un plug anale gonfiabile con una pompetta per clisteri. Allargai le chiappe con le mani mettendo in bella mostra la mia rosellina scura.

“sei pronta? Io vado.”

Mi infilò il plug gonfiabile dentro era formato  in modo tale che due tubicini lo attraversassero uno per poterlo gonfiare e formare un tappo per impedire ai liquidi di passare mentre l’altro serviva a fare scorrere il liquido dentro il paziente. Incominciò ha gonfiare il palloncino come si fa quando si misura la pressione sanguigna e il palloncino prese a gonfiarsi dentro di me forzando le pareti intestinali e incastrandosi tra esse senza possibilità di poterlo estrarre se non sgonfiandolo di nuovo. Poi incominciò ad attacare al tubicino quello che collegava la sacca d’acqua sopra il trespolo e aprì il rubinetto, l’acqua sgorgava e sentivo il liquido entrare dentro di me e la mia pancia che non aveva un filo di grasso si gonfiò d’apprima in modo lieve, poi sempre piu accentuatamente ed evidente, alla fine sembravo incinta di un bebè. Vedendo quella pancia crescere oltre misura le dissi

“ Giulia ma quanti litri ci hai messo in quella sacca?”

“ sono 7 litri”

“così tanti?!?!?! Ma non ne basterebbero di meno?”

“si certo ma ho sempre sognato poterti gonfiare e ora voglio vedere se riesci a contenere così tanti litri”

Kiara si girò e vide che la sorella aveva incominciato a frugarsi con la mano dentro le mutandine, mentre lei stava stava soffrendo le pene del inferno la sorella godeva nel vederla in quello stato. Si avvicinò a lei e incominciò a baciarla in bocca mulinandole la lingua dentro. La sacca intanto si svuotava dentro la pancia di lei. Il dolore a quel punto era insopportabile e pregò la sorella di smetterla con quel supplizio arrivato ormai al culmine della sopportazione. La sorella andò dietro di lei e chiuse il rubinetto.

“Kiara hai 4 litri dentro il tuo pancino!”

“basta! Fammi andare in bagno sto scoppiandoooo!!!”

Le si avvicinò e le carezzò dolcemente la guancia

“ dai fallo per me…rimangono solo altri 3 litri…e dopo, tutto sarà finito, ok?

“oddio ti prego… non resisto!”

“si che ce la fai dai lo facciamo piano piano”

“ sono troppo piccola fisicamente per ricevere 7 litri! Mi gonfierei troppo!!”

“dai fallo per me sorellina”

Appoggiai la testa sulle mie braccia disperata non dicendo più nulla. E il rubinetto tornò a fare scorrere il liquido dentro di me. La pancia incominciava a tendersi verso il basso, quasi a volere toccare il letto che fino a prima era ben distanziato. Altri due litri entrarono dentro di me, e ancora una volta il dolore acuto diventava insopportabile mi dimenavo e volevo che finisse, mia sorella faceva di tutto per distrarmi da quel dolore leccandomi la clitoride e i seni, calde lacrime mi rigarono il viso e ancora una volta la scongiurai di levarmi da quella tortura ma lei ormai voleva svuotare tutta la sacca dentro di me.

“ un altro litro solo uno e finirà te lo prometto”

incominciai a urlare  piangere e supplicare, ma lei non la ascoltava piu. Aprì un’altra volta il rubinetto. La pancia ormai poggiava sul materasso e la sacca si svuotò completamente. Le staccò il tubicino e non contenta prese a soffiare dentro il tubicino come se fosse un palloncino da gonfiare, urlai da animale ferito ormai sentiva la pelle che da un momento al altro poteva dilaniarsi e squarciandosi, lei tenendosi il pancione mi trascinai con l’unico pensiero di svuotarsi vado in bagno accompagnata da Giulia, che sgonfiò il plug anale, non appena lo tolse prima un peto e dopo uno scroscio mi uscì dal culo come un fiume in piena, la pancia si sgonfiò e un senso di leggerezza e di appagamento si impossessarono di me.

“scusa per averti fatto soffrire sorellina..”

abbracciandomi con quel suo dolce viso d’angelo le avrei permesso di fare tutto con il mio corpo. Scoprì che quel affermazione era veritiera infatti fu solo l’inizio della mia depravazione. Mia sorella aveva in serbo tante altre cose da farmi provare.   

 

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