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Racconti erotici sull'Incesto

Le storie di Sergio

By 2 Aprile 20232 Comments

Nella vasca idro
Quella mattina, domenica. Bella giornata, La primavera era iniziata con il caldo ma non troppo, oggi è luminoso e soleggiato. Sabato gli operai avevano finito di istallarci la vasca idromassaggio: una grande vasca dove ci potevano stare tranquillamente 3 ma anche 4 persone. Enorme. Con gli schienali come sedie a sdraio. Al negozio sembrava più piccola.
Mia moglie già al lavoro, dottoressa senza casa e famiglia, grande chirurgo, indispensabile tutti i giorni e spesso le notti. Genny non è male, ma ormai è solo lavoro e carriera. Futura Primario. Anche lei bella, bionda, alta e formosa: gli apprezzamenti dei colleghi non mancano. Un peccato per la nostra intimità, infatti o studia o sta in Ospedale o nella Clinica del padre. Ogni giorno una scusa.
In pratica vivo con le nostre figlie, Giusy, diciottenne, ragazza vispa, carina, intelligente e ben formata. In piena crescita. E Sara, di un paio d’anni più piccola, sempre bionda con gli occhi castani, sembra una bambola. Per una settimana sta dai cugini in montagna, torna domenica prossima.
Io sono un film editor professionista. Sergio, Giò per gli amici. Lavoro soprattutto da casa, nel mio studio con una attrezzatura non proprio economica. Mi sono laureato e ho conseguito un paio di master di Video Editing della PC Academy di Roma, non posso lamentarmi. Soprattutto delle condizioni economiche. Spesso lavoro per grandi registi. Viviamo in una villetta nella periferia di Napoli.
Giusy e Sara vanno a scuola con ottimi voti e nel tempo libero si dedicano agli Scout, ascoltano musica o chattano con le amiche. Hanno una amica del cuore: Anna, stessa età di Sara e stessa scuola, figlia della nostra colf. Carina, magra ma con un fisico più piccolo di Sara, sembra più piccola degli anni che ha, è più una bambina che una ragazzina.
Non vedevo l’ora di provare la vasca idro. Vado in bagno ed apro i rubinetti. Favolosa! Quasi quindici minuti ed è piena sino al limite minimo per poter accendere l’elettropompa. Un sogno che si realizza. Metto i sali da bagno comprati apposita, con qualche goccia di olio essenziale e mi spoglio. Nudo entro in quella calda ed accogliente piscina che mi avvolge con mille bollicine che mi massaggiano tutto il corpo. Una delizia, una esperienza unica, molto meglio di una SPA. L’acqua azzurra per i sali profuma di lavanda: le essenze si sprigionano ad ogni bolla che sale in superfice. Un sogno.
Si apre la porta. Non la chiudiamo quasi mai: il wc è dietro un muretto che funge da separé, così come la doccia, quindi dalla porta non vedi che la vasca ed il lavabo. È Giusy.
-Papà stai provando la vasca, che bella, non vedo l’ora che finisci così la provo anch’io. Dai papà fai presto che dopo vorrei uscire un po’ con Anna con il tuo permesso. Sara non c’è ed Anna si sente sola, vuole che la vado a prendere.
-Giusy, ma ci si sta bene anche in due, dai, spogliati. Se metterti un costume e se me lo prendi me lo metto anch’io. Prima non ci ho pensato ed adesso sono nudo, scusa.
-No, mi spoglio ed entro, sono grande abbastanza e non è la prima volta che siamo nudi. Da tanto che non ci facciamo una doccia insieme, forse dall’estate scorsa.
-Proprio perché ora sei più grande che non dovremmo….
-Ma dai, vecchi tabù da bigotti medievali!
Detto fatto, me la ritrovo accanto a me, avvolta anche lei da quell’acqua inebriante, calda ed avvolgente, profumata e corroborante. Tutti e due nudi, sdraiati come se stessimo su una sdraio a mare. Lei è bellissima, bionda con gli occhi verdi, sa di freschezza, di pubertà, di donna che sta crescendo: i seni sono collinette che vogliono esplodere dal petto, le aureole, chiare e rosee come roselline circondano i capezzoli turgidi e rossi. Le gambe affusolate proteggono un fiorellino appena piumato di peluria tenera e quasi trasparente. Già quasi una donna a tutti gli effetti, con i suoi pensieri, il suo mondo, i suoi capricci e, chissà forse, le sue voglie ed i suoi segreti.
La stavo contemplando, la stavo ammirando, eppure tante volte ci siamo trovati nudi. Ma questa volta, questa mattina, questa domenica, la vedevo diversa. Non era più una bambina, ma una ragazza, una giovane donna. Chissà se ha il ragazzo, chi sarà il fortunato che potrà abbracciarla e baciarla in piena intimità. Chi sarà il prescelto che le farà conoscere il mondo del sesso?
Pensieri osceni mi passavano per la testa, pensieri irripetibili, assurdi, e facevo uno sforzo non indifferente per poterli ricacciare nel recondito della mia mente. Intanto il mio corpo reagiva: una erezione improvvisa. Il cazzo divenne duro, grosso, turgido. Una asta non indifferente che voleva essere protagonista. Inutile pensare ad altro, al lavoro, agli impegni. Pulsava di vita propria. Ero eccitatissimo.
Giusy se ne accorse, divenne rossa, ma non si scompose. Guardava il mio sesso con curiosità ma aveva gli occhi come vogliosa. Possibile? Mia figlia che mostrava libidine? Mai avevo avuto una erezione in sua presenza, mai mi sono eccitato dinanzi al suo corpo. Mai abbiamo avuto effusioni se non qualche bacetto sulle labbra, nulla di più.
-Papi come è grosso. Non ti avevo mai visto così. Si ho visto qualche scena porno, ne parliamo con le amiche, ma non ho mai visto un cazzo così grosso e duro. Non so, mi fa venire voglia di toccarlo, di accarezzarlo. Posso?
-No decisamente no. Non voglio.
-Ma sono stata io ad eccitarti ? Ti ho fatto venire voglia? , a fartelo diventare così grosso?
-Si piccola, ormai sei grande e ti confesso che se tu non fossi stata mia figlia, ti avrei baciato dappertutto, ti avrei accarezzata, amata, stretta tra le mie braccia con ardore. Ti avrei fatto raggiungere gli orgasmi più intensi possibili, ti avrei fatto sentire le stelle viaggiando tra le nuvole. Sei una donna, attraente, bella, e la tua femminilità traspare nei tuoi movimenti, trasuda dai tuoi pori. Vorrei tanto averti solo e sempre per me, ma dovrai conoscere la vita, il sesso, i sentimenti, l’amore anche al di fuori della famiglia.
-Papi…
-Scusa piccola, non avrei dovuto dire queste cose, ma sei magnifica, una donna desiderabile che suscita voglia e libidine, le tue forme sono un invito al sesso, i tuoi seni chiedono di essere accarezzati, baciati, i tuoi capezzoli dolcemente strizzati, succhiati. Quel fiorellino grida di essere violato, riempito e sollecitato. Tutto il tuo corpo è attraente e provocante.
-Ma questa è poesia. Ti amo papà.
-Papi facciamo finta che non sono Giusy, chiamami come vuoi. Io non sono tua figlia, sono una amica che ha voglia di te.
E nel contempo si prende in mano il mio pene ed inizia a masturbarmi. È duro, nodoso. Pulsa. Il glande, rosa, fa capolino con prepotenza ogni volta che mi stringe l’asta con quella manina morbida.
– Fammelo provare, sarebbe la prima volta che sto con un uomo. Fammi sentire come è bello fare l’amore.
La bacio, e le nostre lingue giocano. La sento impacciata, ma subito si scioglie. La mia mano va dritta al suo pube. Morbida e calda sembra già pronta per un amplesso. E’ bagnata. Le accarezzo i seni, le bacio i capezzoli la stringo al mio corpo. Lei lo prende in bocca e mi succhia la cappella. Mi sento al settimo cielo.
-Si dai, è bellissimo. Continua. Il tuo corpo è splendido, il tuo fiore è voglioso. Il clitoride è turgido ed i tuoi spasmi mi dicono che stai godendo come una matta.
Con un filo di voce, come se fosse solo un pensiero uscito dalla mente e non pronunciato con le labbra: -Papi mi svergini, me lo fai sentire dentro?
Ormai mi sono caduti tutti i tabù. Ubbriaco ed euforico, senza troppo pensarci, senza riflettere mi metto sopra di lei e con la massima dolcezza cerco di penetrarla allargandole le grandi labbra. Una spinta, un gridolino, uno spasmo, un urlo di piacere e sono dentro. Dentro mia figlia, nel suo ventre, dentro il suo corpo che sento vibrare come una corda di violino. Urla di piacere, gli orgasmi si susseguono mentre piano, entro ed esco dalla vagina. L’acqua calda ci mette il suo, gli aromi che sprigiona inebriano le nostre menti, ci avvolgono in una nube di piaceri e di sensazioni che esaltano la realtà. Ci sembra di volare, di essere lievitati in un cielo azzurro sopra la terra. Ci vediamo, avvinghiati in una conca bianca circondata di acqua azzurra su di un prato di lavanda e margherite.
-Oh papi è bellissimo. Fammi sentire donna. Fammi sentire tutta tua. Sono al settimo cielo, inebriata da tutte queste sensazioni. È stupendo e lo faremo sempre, sempre sempre. Ti amo tantissimo e ti voglio. Ti desidero. Non c’è nulla di male, non ci sono tabù, nessuna censura. Voglio averti per tutta la vita, anche se un giorno ci separeremo, voglio fare sesso con te finché sarà possibile. Grazie papi, grazie con tutto il cuore di avermi fatto sentire così felice ed appagata.
Le stavo palpando anche quel culetto a mandolino ed il suo ano accoglieva con gratitudine il mio dito che lo esplorava. Intanto il cazzo era duro e pulsante e l’eccitazione di possedere quel corpicino mi stava facendo arrivare, lo sentivo.
La guardo con amore -sto per arrivare, devo per forza uscire.
-Dai papi, vienimi in bocca. Voglio sentire il tuo sapore.
E con una mossa un po’ brusca lo toglie dal suo ventre e se lo porta tra le labbra. Giusto il tempo che apre la bocca, che socchiude le labbra che schizzi di sperma le arrivano in gola. Ingoia. Lo succhia ancora mentre i miei spasmi fanno sussultare tutto il corpo. Sublime.
-Papi sono felice, finalmente appagata di un qualcosa che non sapevo cosa fosse. Una esperienza eccelsa che rasenta l’inverosimile.
-Anche io sono felice, contento di essere stato il primo ad averti, il primo uomo della tua vita. Sento di amarti ancora di più.
Usciamo dalla vasca, ci asciughiamo, ancora qualche bacio, ed andiamo a vestirci.
Oggi si mangia fuori e si fa shopping. Se non sbaglio non abbiamo ancora festeggiato il tuo diciottesimo compleanno!!!!!!
Ma non finisce qui
Barbiere1800@gmail.com
Che faccio, continuo??

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