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Racconti erotici sull'Incesto

Le vacanze di Simona 6

By 24 Aprile 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Giulio guidava piano, non aveva fretta, io non dicevo una parola e evitavo di guardarlo, visto che io non parlavo lui accese la radio, la cassetta inserita era sua, una musica malinconica invase l’abitacolo della macchina, era una cassetta con i notturni di Chopin, non era l’ideale per il morale.
Quando arrivammo lui fermò la macchina e scese lasciando la portiera aperta, la solitudine del luogo, la luce della luna, la musica che si spandeva piano, tutto mi sembrava irreale e distante, Giulio non disse niente, accese una sigaretta e si appoggiò al parapetto del belvedere, immobile, sembrava che stesse aspettando qualcosa.
Stemmo così, in silenzio, per qualche minuto, una goccia che mi colpì sul seno mi fece riemergere dal mio torpore, era una mia lacrima, non mi ero accorta che stavo piangendo, adesso sentivo gli occhi che si riempivano di lacrime, non volevo stare sola, scesi dalla macchina e mi avvicinai a Giulio, lo abbracciai da dietro appoggiando la mia testa sulle sue spalle, continuando a piangere, lui se ne accorse, e si girò abbracciandomi, continuai a piangere sulla sua spalla, per qualche minuto, quando smisi, lui mi diede un tenero bacio sulle labbra, cingendomi le spalle mi portò fino alla panchina dove avevamo fatto l’amore la prima volta, ci sedemmo e prese un fazzolettino, mi asciugò le righe lasciate dal trucco e dalle lacrime sul mio viso;
-Allora Simona, cosa è successo per ridurti in questo stato?- il suo tono era sempre calmo quando parlava con me, non sapevo come cominciare a parlare, allora la mia irruenza mi venne in aiuto, quando sono nervosa parlo di getto;
-Ti ho tradito, sono solo una puttanella-, ecco adesso lo avevo detto, era inutile che io ci girassi intorno, adesso lui sapeva cosa avevo fatto.
-In che senso?- le sue risposte mi lasciavano spesso sconcertata, gli raccontai quello che era successo con Lidia e del successivo arrivo di Giacomo, quando finii di raccontare restai in attesa.
Giulio prese un altra sigaretta la accese e tirò un paio di boccate prima di parlare;
-Qual’è la prima cosa che ti viene in mente pensando a Lidia?- la sua domanda mi sembrò fuori luogo, e mi colse di sorpresa, risposi senza pensare;
-Che è bellissima-
-Già, è l’effetto che fa a tutti, me compreso. Ma è anche una ragazza con molte qualità, è intelligente, sensibile, è non si crea problemi con il sesso-, Giulio fece una pausa aspirando la sigaretta, io fui colta dalla gelosia sentendo quella descrizione, ma non ebbi il tempo di dire niente;
-Lidia ha voluto fare l’amore con te perché le piaci, aveva detto la stessa cosa a me, quando lo abbiamo fatto. Ma ama Giacomo, quindi quando è entrato lo ha voluto fare partecipare, Giacomo sa che lei lo ama, è quindi non si fa problemi ad accettare la sua sessualità-, restò in silenzio, il mio umore era cambiato, adesso mi sentivo furiosa, da quello che Giulio mi aveva detto era stato con Lidia anche lui, la gelosia aveva cancellato di colpo ogni mio senso di colpa;
-Quando sei stato con lei?- le mie parole suonavano dure anche a me, ma non mi importava, volevo una risposta, e la volevo adesso;
-Questo inverno- non aggiunse altro;
-Perché non me lo hai detto?-, la gelosia mi rendeva incapace di ragionare, l’inverno passato io non pensavo minimamente a lui come ad un uomo, perché avrebbe dovuto dirmelo.
Il suo sguardo fu più eloquente di qualsiasi risposta, me ne resi conto da sola, restammo in silenzio per un po, dopo non resistetti, volevo chiarire cosa rappresentavo io per lui, preferivo una delusione che restare nel dubbio.
-Giulio, cosa sono io per te?-, era da tempo che volevo fargli quella domanda, ma la rimandavo per paura della risposta, in un altro momento non l’avrei mai fatta, ma adesso spinta dalla rabbia era venuta fuori, mi pentii subito di averla fatta, sentii il mio cuore accelerare i suoi battiti nell’attesa della sua risposta, se la prese comoda, accese un altra sigaretta e tirò alcune boccate, la mia tensione continuava a salire;
-Sei la mia fidanzata-, lo guardai cercando di capire se era serio, continuò – quando queste vacanze sono iniziate, pensavo che eri soltanto la mia sorellina troia e volevo divertirmi un po’, poi qualcosa è cominciato a cambiare, in un mese e mezzo ho imparato a conoscere aspetti di te che non mi ero mai soffermato a guardare, e devo dire che mi piaci, mi piace stare con te, è mi da fastidio stare senza di te, mi piacciono i tuoi dubbi e le tue certezze, credo che l’unica nota negativa nella nostra relazione sia il fatto che siamo fratelli-, il suo discorso mi aveva calmata, la mia tensione calò improvvisa, era la cosa più vicina a una dichiarazione d’amore che mi potesse fare, ma questo mi fece sentire più colpevole per quello che avevo fatto;
-Allora mi giudichi una puttana per quello che ho fatto- non era una domanda, ero sicura che la pensasse così, come poteva essere altrimenti?
-è perché? Perché ti piace il sesso? Simona quando hai scopato per la prima volta?-
-Ad aprile, perché?- non capivo il senso della sua domanda
-Adesso stai imparando cosa è il sesso, non ti sentire colpevole ogni volta che scopri qualcosa di nuovo, altrimenti uscirai fuori di testa.-
-Ma a te non da fastidio che io vada con altri?- io ero gelosa se una ragazza parlava con lui, come faceva lui a sopportare la mia voglia di fare sesso con altri. Questo non riuscivo a capirlo.
-Simona, tu sei come una bambina in un negozio di dolci, vuoi assaggiare tutto, ma hai paura che qualcuno ti sgridi. Ti ho detto che di te mi piace tutto, anche questa tua ricerca di nuove sensazioni mi piace, quando torni da me felice quello che hai provato mi sento felice per te, l’ultima cosa che vorrei fare è soffocarti.-
Impiegai del tempo ad assimilare le sue parole, io sapevo di amarlo istintivamente, speravo che anche lui provasse qualcosa per me, adesso il suo discorso quasi mi spaventava, Giulio non mi amava istintivamente ma con fredda razionalità, ed era questo a spaventarmi.
-Giulio portami a casa-, avevo voglia di tornare a casa e stringermi a lui, avrei potuto farlo lì,ma avevo bisogno di tempo per digerire appieno il suo discorso.
Risalimmo in macchina senza dire una parola, per tutto il tragitto le sue parole continuavano a ronzarmi in testa, la musica che continuava a uscire dallo stereo sembrava sottolineare con forza le sue parole.
Arrivammo a casa molto tardi, i nostri genitori erano a letto, Giulio andò in camera sua e io lo seguii muta, ci mettemmo a letto, io lo strinsi forte e sentii un lacrima scendermi sul viso, poi mi addormentai.
Quando mi svegliai il giorno dopo Giulio era già sceso, guardai la sveglia, erano quasi le 11: 00, provai un senso di sollievo nel trovarmi sola, non avevo voglia di parlare con nessuno, mi alzai e andai in camera mia e mi buttai sul letto.
Ero sdraiata sul letto da almeno mezzora, quando la porta si aprì piano, era Giulio, non disse niente, si avvicinò al letto e mi abbracciò, io risposi al suo abbraccio stringendolo forte, le sue mani iniziarono ad accarezzare piano il mio corpo, io cercai la sua bocca avidamente, la mia lingua cercò la sua, iniziai a succhiarla come una forsennata, avevo bisogno di fargli capire che ero sua, totalmente sua, Giulio cominciò a far scendere le sue mani sul mio corpo, le sentivo scorrermi lungo i fianchi fino a toccare il bordo delle mie mutandine, le sue mani iniziarono a farle scorrere verso il basso, staccò la sua bocca dalla mia scendendo verso il mio sesso, mi rilassai abbandonandomi nelle sue mani, sfilò piano le mie mutandine, il suo viso scomparve tra le mie gambe sentii le sue labbra posarsi sul mio clitoride depositandovi sopra un piccolo bacio, subito dopo la sua lingua iniziò a percorrere il solco della mia fica, la muoveva piano, percorreva tutta la lunghezza della mia fica, quando arrivava al clitoride lo mordicchiava delicatamente strappandomi sospiri di piacere, iniziavo a bagnarmi, la mia eccitazione mi faceva bruciare dentro, lui continuava piano leccarmi, non lo incitavo, volevo che quel momento durasse per sempre, il mio corpo non era d’accordo con me, il mio sesso colava sempre più umori, l’orgasmo mi colse improvviso e devastante, mi agitai sotto i colpi della sua lingua che insisteva sul mio clitoride prolungando il mio piacere, dopo alcuni interminabili istanti mi abbandonai sul letto godendomi gli strascichi dell’orgasmo.
Giulio si alzò e mi diede un bacio sulla fronte;
-Ti aspettò giù-, disse, e poi uscì, capii che era il suo modo di dirmi ”Va tutto bene”.
Restai sdraiata fino a quando la mamma mi chiamò per il pranzo, stavo per dirle che non volevo scendere, ma mi dissi che era stupido da parte mia cercare di evitare ancora Giulio per il resto della giornata, la notte sarei tornata comunque da lui, anche se non mi avesse cercata, quindi scesi.
Per tutto il pranzo parlai pochissimo, ogni tanto guardavo Giulio per cercare di capire cosa pensasse, ma era fatica sprecata da parte mia, era trincerato dietro la sua solita espressione neutra, quando ormai il pranzo era finito e stavo per andarmene di nuovo in camera mia, lui mi parlò;
-Simona, faccio un giro in paese, vuoi venire con me?-, lo guardai fisso, per la prima volta riuscivo a leggere nel suo sguardo, capiva come mi sentivo e voleva fare qualcosa per me.
-Si vengo. Quando andiamo?-
-Se ti prepari subito tra dieci minuti andiamo. Mamma posso prendere la tua auto?-
-Si tanto non mi serve oggi pomeriggio- la risposta di mamma fù affrettata, ma sul momento non ci feci caso, andai in camera mia a vestirmi per uscire.
Il caldo del pomeriggio era tremendo, l’auto mi sembrava un forno, io avevo indossato solo una maglietta e una gonna, guardare Giulio con i Jeans mi faceva sudare al solo vederlo, lui sembrava non accorgersene, non avevamo ancora scambiato una parola,
-Come stai adesso? Oggi mi sembri assente-
-Non lo so, mi sento ancora confusa per ieri sera. Quello che ho fatto…, le tue parole…, non sono ancora riuscita a metabolizzare tutto.-
-Non fartene una colpa. Ti ho detto che non è successo niente di grave, rimuginare ti fa solo stare male-
-Giulio, io non sono come te, non sono capace di essere fredda come te. Io ti amo, ma allora perché mi comporto come una puttanella sempre in calore? è la tua indifferenza mi lascia sconcertata-
Restammo in silenzio lasciando che i nostri pensieri si inseguissero nelle nostre teste, eravamo giunti in paese, nonostante l’ora calda era pieno di gente, Giulio lasciò la macchina lontano dal centro in modo che potessimo fare due passi.
Quando arrivammo alla piazza centrale ci sedemmo al tavolino di un bar;
-Arrivo all’edicola, ordina due gelati, due minuti e arrivo- Giulio si avviò verso l’edicola mentre io lo guardavo allontanarsi, ordinai il gelato e restai ad aspettarlo.
-Ciao, sei da sola?- il tono era arrogante, alzai lo sguardo verso chi aveva parlato, un ragazzo di una ventina di anni stava davanti a me con un aria da conquistatore;
-No, sto aspettando il mio fidanzato-, il ragazzo non parve per niente intimidito
-Se ti ha lasciata da sola non ti merita, vieni a prendere qualcosa di fresco con me-, la sua non era una richiesta, suonava come un ordine e la cosa mi infastidì;
-Senti, lasciami in pace-, il mio tono era scocciato, ma lui non si arrese
-Non fare la difficile, dai vieni-, sua mano si era posata sulla mia spalla premendo per farmi alzare, ma come si permetteva questo deficiente, stavo per urlargli una parolaccia quando udii una voce conosciuta;
-Ciao Simona, hai problemi con questo cretino?-, io e il ragazzo ci girammo verso chi aveva parlato, per un secondo mi parve Giulio, era Giacomo il fidanzato di Lidia, ci stava guardando con un sorriso freddo che non arrivava agli occhi, il ragazzo stava per reagire, invece si allontanò in silenzio, c’era qualcosa nel tono che Giacomo aveva usato che lo aveva convinto ad andarsene.
-Sei da sola? Giulio non c’è- il suo tono era nuovamente quello che conoscevo, il suo sorriso quello cordiale di sempre;
-è andato in edicola e sta tornando- quasi fosse stato chiamato Giulio era arrivato, si salutarono cordialmente come niente fosse
-Ciao, sei da solo?-
-No, Lidia è dentro, sta prendendo due thè-
-Volete restare con noi?- un po’ mi seccava l’invito che Giulio aveva fatto, speravo che saremmo rimasti da soli.
Giacomo andò a chiamare Lidia che ci raggiunse quasi subito, lei salutò Giulio con bacio sulla guancia, pensando a quello che c’era stato tra di loro ebbi un moto di gelosia, ma subito lei si rivolse a me;
-Ciao Simona, come stai-, prima che potessi rispondere Giulio parlò per primo
-Simona, accompagno Giacomo a comprare alcune cose, ci spettate qua?- ”No che non aspetto” avrei voluto dire, ma non avevo motivo per rifiutare, quindi restai con Lidia ad aspettarli;
-Allora Simona, come va?-, nel parlare Lidia aveva preso la mia mano stringendola, mi sorpresi a sentire che il suo tocco mi piaceva, che mi stava succedendo ancora,
-Ieri sera è stato bellissimo. Sei una ragazza stupenda-, il tono di Lidia mi faceva uno strano effetto, ritrassi la mano per riprendere padronanza di me stessa, lei parve sorpresa
-Che succede Simona? Ti ho fatto qualcosa?- il suo tono era dispiaciuto, come se avesse timore di avermi offesa;
-Lidia voglio chiederti una cosa- feci una pausa per farmi coraggio -Con Giulio c’è qualcosa?-, a queste mie parole sembrò sollevata, mi dedicò un grande sorriso;
-No Simona, con Giulio ci sono stata una sola volta, ma non ha funzionato proprio-
-Perché? Cosa è successo?- la mia domanda era invadente e indiscreta, tuttavia lei mi rispose ugualmente;
-Di preciso niente, ma dopo che mi ero data da fare per farmelo, quando abbiamo fatto sesso sembrava che lui non ci fosse. Mi ha fatto godere tantissimo, ma non era completamente con me in quel momento, ci ho rinunciato. E poi c’è Giacomo, non rinuncerei mai a lui-, nel parlare del fidanzato gli occhi le si erano illuminati, mi sembrò di rispecchiarmi in lei, la gelosia che avevo provato mi passò subito.
-Lidia, posso chiederti una cosa personale?-, forse lei era la persona che avrebbe potuto fugare i miei dubbi, la sentivo uguale a me.
-Se è troppo personale non ti rispondo, ma non credo che tu sia così indiscreta-
-Non ti senti in colpa a tradire Giacomo?-, maledizione, avrei dovuto usare un linguaggio meno diretto, ma adesso era fatta, fissai ansiosa il suo viso sperando che non si arrabbiasse con me, lei mi apparve un attimo turbata, ma fù un attimo;
-No Simona,- la sua voce si era fatta seria, – dapprima si, temevo di perderlo, ma poi abbiamo parlato, tanto, e adesso è un gioco tra noi, io gli dico con chi vado e lo stesso fa lui, ma torniamo sempre insieme, se lui me lo chiedesse smetterei subito, e credo di aver già smesso, la mia è solo curiosità, non ho mai trovato uno come lui, avevo creduto di trovarlo in Giulio, ma adesso che ti ho conosciuta so perché quando abbiamo fatto sesso non era con me. Stava cercando te, e credo che anche tu stessi cercando lui-
Restammo in silenzio, lei sorseggiando il suo the, io assaggiando il gelato, le sue parole mi avevano fatto capire una cosa, ero stata con Luca perché mi lusingava che un uomo adulto mi desiderasse al punto di pagare per avermi, Lidia era stata una cosa nuova e inaspettata, ma il mio pensiero era sempre per Giulio, lui lo aveva capito e mi lasciava fare, ma io avrei mai superato i sensi di colpa che ogni volta mi prendevano?
Giacomo e Giulio arrivarono dopo qualche minuto;
-Facciamo due passi?- l’invito di Giacomo ci trovò d’accordo, ci avviammo tutti e quattro per il lungomare, adesso il caldo aveva fatto sparire quasi tutte le persone, io e Lidia camminavamo accanto, l’atmosfera era rilassata, avevamo iniziato a scherzare, anche il mio umore era migliorato tantissimo;
-Giulio hai una ragazza fantastica, quasi quasi te la rubo- Lidia fece seguito alle sue parole posando le sue labbra sulle mie, presa dal gioco spinsi la mia lingua nella sua bocca, e ci scambiammo un bacio appassionato, Giulio guardò con occhio critico;
-Se credi che per farti ingelosire baci Giacomo vai incontro a una delusione-, la battuta non era particolarmente originale, ma ebbe l’effetto di sciogliere la mia tensione completamente, iniziai a ridere senza freni come una scema, la mia risata contagiò anche gli altri, ben presto ridevamo tutti.
Quando ci separammo Lidia e Giacomo erano abbracciati stretti come sardine, io mi strinsi a Giulio e ci avviammo verso casa, il mio malumore, la mia inquietudine erano spariti, volevo solo stare con Giulio e fare l’amore fino a cadere sfinita.
Non ce la facevo a resistere già sulla strada del ritorno iniziai a toccare Giulio in mezzo alle gambe, più di una volta rischiammo di finire fuori strada, sentivo il suo cazzo tendere la stoffa dei pantaloni, ad ogni mia carezza sussultava, io armeggiai con la zip, ma non riuscivo ad aprirla;
-Simona così ci ammazziamo, non puoi aspettare che arriviamo a casa?-, doveva essere vero, perché la sua voce non era la solita voce piatta;
-Ho troppa voglia di te, non puoi fermare la macchina? Dai…-, le mie mani continuavano a muoversi mentre parlavo, Giulio prese una stradina laterale, e fermò l’auto tra due alberi che la celavano alla vista;
-Sei una porcellina impaziente-, le sue parole mi fecero eccitare ancora di più, adesso che non doveva guidare cercava di agevolare le mie manovre, riuscii a slacciare i suoi pantaloni e infilai la mia mano a cercare il suo cazzo, non vedevo l’ora di sentirlo, a fatica lo feci uscire dagli slip tanto era duro, finalmente era lì a mia disposizione, non resistetti abbassai la testa ingoiandolo tutto, amavo sentire il suo cazzo crescermi dentro la bocca, mossi la lingua intorno alla punta per poi ingoiarlo nuovamente con movimenti frenetici, le sue mani si erano insinuate sotto la mia maglietta carezzandomi i seni. Sentivo le sue dita giocare con i miei capezzoli che diventavano sempre più turgidi, la mia lingua passava lungo tutta la lunghezza del suo cazzo, arrivavo fino alle palle per poi risalire, avrei voluto muovermi più velocemente per leccarlo tutto contemporaneamente, smisi di succhiarlo, avevo voglia di sentirlo dentro di me, la mia mano tirò la levetta del sedile facendolo abbassare, con un po’ di acrobazie mi misi a cavalcioni su di lui facendomi scivolare dentro il suo cazzo, ero preda di una eccitazione pazzesca, iniziai a muovermi su di lui con foga, Giulio alzò la mia maglietta scoprendomi il seno, la sua bocca iniziò a succhiare i miei capezzoli aumentando le sensazioni di piacere che provavo, il calore che sentivo dentro la mia vagina aumentava sempre di più, il cazzo di Giulio mi bruciava dentro, la sua bocca mi provocava brividi di piacere sul seno, me ne venni in un orgasmo lungo e liberatorio, mi lasciai andare completamente su di lui abbracciandolo, incollai la mia bocca alla sua intrecciando le nostre lingue fino a quando gli spasimi dell’orgasmo non furono passati completamente.
Ci ricomponemmo e ci avviammo verso casa, ero di nuovo felice, durante il tragitto continuai a scherzare con Giulio, mi sembrava di essere uscita da un brutto sogno.
Quando arrivammo vicino casa stranamente Giulio mise la macchina al minimo arrivando fino a casa nostra senza fare rumore, quando entrammo in casa non c’era nessuno, la cosa era strana, la mamma non doveva uscire;
-Giulio la mamma non ce, dove può essere andata-, per tutta risposta Giulio indicò la casa di Luca, già mamma andava da Luca per scopare, e spesso assieme a papà partecipava a incontri di sesso di gruppo, a lui la cosa non faceva ne caldo ne freddo, ma io ancora non mi capacitavo, la mamma sembrava così riservata, eppure l’avevo vista con i miei occhi tempo prima.
Giulio andò in camera sua indifferente alla cosa, io fui presa da una insana curiosità, andai a casa di Luca, andai alla finestra da cui avevo visto mamma che scopava con Luca, stando attenta a non farmi scoprire mi sporsi dalla finestra del soggiorno, mamma era proprio là, ma non era sola con Luca, c’era un altro uomo con loro che non riuscivo a vedere, dalla mia posizione non vedevo bene, e avevo paura che mi vedessero, a malincuore mi allontanai.
Avrei voluto parlarne con Giulio, ma sapevo che la cosa non gli interessava, rientrai a bere un the.
Nei giorni successivi mi sentii spesso per telefono con Lidia, parlare con lei mi piaceva, più la conoscevo e più la apprezzavo, avevamo finito con il vederci quasi ogni giorno in spiaggia, sia con i ragazzi che senza, tutto sembrava filare liscio quando successe un casino.
Avevo dato a Lidia il mio numero di cellulare, casomai volesse chiamarmi, quella mattina ero uscita con Giulio e avevo dimenticato il telefono a casa, c’era solo mia madre in casa, Lidia scelse proprio quella mattinata per telefonarmi per chiedermi se quella sera uscivamo, visto che io non ero in casa rispose mia madre, quando rientrammo mamma mi diede il messaggio;
-Ha telefonato una certa Lidia, voleva parlarti, ma le ho detto che avevi dimenticato il telefono..- interruppi mia madre mentre ancora stava parlando;
-Cosa le hai detto?-, chiesi nervosa
-Niente. Che dovevo dirle. Le ho detto che eri uscita con tuo fratello Giulio e che rientravi più tardi…- interruppi mia madre allarmata
-Le hai detto che Giulio è mio fratello?-
-Certo qual’è il problema?- mamma era stupita dalle mie parole, perché doveva nascondere che Giulio è mio fratello.
Non le risposi annichilita mi recai in camera mia, Giulio era uscito nuovamente, non avevo nessuno con cui confidarmi, cosa potevo fare.
Mentre mi piangevo addosso squillò nuovamente il telefono, risposi, era Lidia, la mia voce tradiva tutto il mio nervosismo e lei se ne accorse;
-Simona è successo qualcosa di grave? Ti sento uno straccio, posso fare qualcosa per aiutarti?-
Il suo tono era allarmato, mi resi conto che era preoccupata per me, non volevo raccontarle una balla, parlai d’impulso;
-Lidia puoi venire qui a casa mia, ho bisogno di parlarti? Io abito a circa dieci minuti dalla spiaggia, ti prego puoi venire?-
-Certo Simona, sono vicino, in cinque minuti sono da te-
Trascorsi i cinque minuti più lunghi della mia vita, finalmente sentii il campanello che suonava, mi precipitai alla porta, mia madre non fece neanche in tempo ad uscire dalla cucina, io avevo già aperto e stavo trascinando Lidia in camera mia;
-E per me mamma, stiamo andando in camera mia-
Quando entrammo in camera mia feci sedere Lidia, lei mi guardava cercando di capire quello che mi passava per la testa, io non sapevo da che parte iniziare a parlare, fù lei ad entrare in argomento;
-Sai quando ho telefonato stamattina, tua madre ha detto qualcosa su te e Giulio, ma non ho capito cosa volesse dire…-, stava parlando tanto per parlare, pensava di aver capito male, ma aveva centrato l’argomento, tirai un profondo respiro per farmi coraggio, e buttai fuori le parole di getto;
-Lidia io e Giulio siamo fratelli-, guardai la sua faccia cercando di capire cosa pensasse, ma c’era solo un grande stupore;
-Ma come…, quando…, non siete fidanzati?- la mia rivelazione l’aveva lasciata senza parole;
-E una storia lunga, ti prego di non interrompermi, all’inizio delle vacanze…-, iniziai a raccontarle tutto quello che era successo da quando quelle vacanze erano iniziate, La mia mancanza di soldi, la proposta di Luca, Giulio che voleva approfittare dell’occasione, e la mia cotta per lui, fino a quello che era successo a casa sua. L’unica cosa che non le dissi furono le serate di sesso di gruppo a cui partecipavano i nostri genitori, ma come diceva Giulio ”sono fatti loro”, quando finii di raccontare aspettai una reazione da parte di Lidia, lei stava seduta senza dire niente, mi girai verso la finestra, non volevo vedere l’espressione del suo viso;
-Se non vuoi più avere a che fare con me ti capisco Lidia-, continuavo a guardare fuori, ero ormai sicura di aver perso un amica, e che lei ormai mi considerasse una persona orrenda, sentii che Lidia si alzava, ”Ecco” pensai, ”se ne và”, sentivo i miei occhi prossimi a riempirsi di lacrime, aspettavo solo che lei uscisse, non volevo che mi vedesse piangere.
-Cucciola va tutto bene-
Le mani di Lidia che mi stringevano furono una sorpresa, lei era alle mie spalle e mi stava abbracciando, la sua bacca si era posata sul mio collo dandomi dei piccoli baci, avevo paura di girarmi, mi abbandonai al suo abbraccio, la sua bocca baciava il mio collo avvicinandosi alla mia guancia, mi girò la testa cercando la mia bocca, iniziò a darmi piccoli baci sulle labbra, io mi girai per abbracciarla, le nostre mani cingevano i nostri corpi mentre le nostre lingue si intrecciavano nelle nostre bocche, le mie mani carezzarono i suoi seni da sopra la sua maglietta, non aveva il reggiseno, sentii il turgore dei suoi capezzoli attraverso il tessuto, volevo toccarli, le mie mani si insinuarono sotto la sua maglietta risalendo il suo corpo fino a riempirsi dei suoi seni, strinsi piano i suoi capezzoli tra i miei polpastrelli, Lidia fremette mentre la carezzavo, le sue mani andarono a cercare il mio seno, prese il lembo della mia maglietta sfilandomela, chinò la sua testa prendendo in bocca uno dei miei capezzoli e iniziando a succhiarlo, succhiava piano accarezzando il mio capezzolo con la lingua, il mio respiro si fece affannoso, sfilai la maglietta di Lidia scoprendo il suo seno, mi avvicinai a lei strofinando il suo seno con il mio, cercavo di stuzzicare i suoi capezzoli con i miei, mi resi conto che i nostri capezzoli erano duri per l’eccitazione.
Le mani di Lidia si insinuarono dentro la mia gonna cercando il bordo dei miei slip, le sue dita andarono a carezzare il mio clitoride, le mie mutandine erano bagnate per l’eccitazione, allentai la zip della mia gonna facendola cadere a terra, volevo che Lidia potesse toccarmi a suo piacimento, lei non si fece pregare, mi spinse sopra il letto facendomi sdraiare, mi sfilò piano gli slip, quando me li ebbe tolti aprii le gambe offrendomi completamente a lei.
Lidia iniziò la leccare piano il mio sesso, la sua lingua che mi leccava mi faceva rivivere le sensazione che avevo provato a casa sua, lei continuava a leccarmi, il mio corpo si dimenava sotto i colpi della sua lingua, le sue dita cercarono l’ingresso della mia fica, sentii il suo dito penetrarmi e iniziare un furioso ditalino, l’azione combinata della sua lingua e delle sue dita mi fecero avere un orgasmo inatteso, il mio corpo si agitò per il piacere improvviso, inondai la bocca di Lidia dei miei umori che scendevano copiosi dalla mia fica, lei leccava tutto con cura, facendo prolungare il mio piacere.
Mi spostai abbracciando Lidia, le mie gambe si intrecciarono con le sue, io cercai la sua bocca da baciare, quando ebbi la sua lingua da succhiare, iniziai a strofinare il mio sesso sul suo in una lenta masturbazione, le nostre lingue si cercavano inseguendosi nelle nostre bocche, le mie mani circondavano i suoi seni carezzandoli, volevo sentire tutto il suo corpo.
Lidia si spostò scendendo verso le mie gambe, io non volevo perdere il contatto con il suo corpo, ci ritrovammo avvinghiate in un 69, la mia lingua scavava dentro la sua fica succhiando i suoi umori che scendevano copiosi mentre sentivo la sua lingua insistere sul mio clitoride, sentii il corpo di Lidia irrigidirsi e subito dopo la mia bocca fù invasa dai suoi umori, aveva avuto un orgasmo anche lei, io intensificai l’azione della mia lingua sulla sua fica, in preda all’orgasmo lei si era attaccata al mio clitoride succhiandolo forte, era una sensazione bellissima, me ne venni un altra volta trascinata dagli spasimi del suo orgasmo.
Stemmo ansimanti sul letto abbracciate con Lidia che mi coccolava.

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