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L’intreccio – Capitolo 36 – La tragedia

By 24 Ottobre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Luana era in auto con il suo bull di turno, era intenta a deliziarlo con uno dei suoi sontuosi pompini, Corrado era davanti, al posto guida, con il cazzetto in mano a segarsi e guardava tutto eccitato la scena dallo specchietto retrovisore. Si erano appartati in un luogo conosciuto dove si praticava lo scambio di coppie ed era frequentato da voyeur che appena vedevano un auto si avvicinavano incuriositi sperando che ci scappasse qualcosa. In effetti si avvicinarono un paio di tipi ben piazzati e con l’attributo in mano di dimensioni considerevoli. Corrado se ne accorse e avvisò la moglie: “Luana! Abbiamo visite!” Lei si staccò un attimo dal cazzo del suo partner, dette un’occhiata “bene, abbassa il finestrino” replicò al marito e si posizionò in maniera tale che gli sconosciuti potessero toccarla, poi continuò a spompinare il suo bull, voleva portarlo alla massima erezione per poi impalarsi sopra di lui. Si avvicinò il primo dei due voyeur e dopo un cenno di assenso di Corrado allungò una mano toccando le chiappe ben sode di Luana, che si staccò nuovamente dal cazzo, si girò per vedere chi la toccasse e poi riprese il lavoretto di bocca. Lo sconosciuto aprì la portiera si piegò e allargando le chiappe di Luana prese a leccarla in entrambi i buchi, lubrificandoli per benino e assaggiando il sapore degli umori di lei che copiosamente scendevano dalla sua fica. “uhm, che lingua” disse Luana staccandosi nuovamente “Continua a leccarmela, che poi ti faccio un bel regalo”. Il voyeur non disse una parola e continuò il lavoro di lingua. L’altro voyeur aprì la portiera dal lato opposto e salì in auto, con il cazzo ben eretto, accomodandosi vicino al bull di Luana che si stava godendo il favoloso pompino che la troia gli stava facendo “Non ti dispiace” disse il secondo voyeur al bull “Guarda, se non dispiace al cornutello qui davanti, cosa vuoi che importi a me” replicò il bull “Fate pure” disse Corrado “non è un problema, mia moglie è talmente troia che se ce ne fossero altri soddisferebbe tutti” a queste parole Luana si staccò nuovamente dal cazzo del suo bull e prese a leccare la cappella del secondo voyeur mentre il primo voyeur le infilò due dita nella fica muovendole freneticamente avanti e indietro con un ritmo forsennato. Luana inarcò la schiena non perdendo il contatto con i due cazzi che aveva di fronte a lei alternando il pompino ora ad uno ora all’altro “uhm, sìììììììì, continua con quelle dita, sìììììììì, ancora, ancoraaaaa” e squirtò imbrattandogli la mano. Decise allora che era giunta l’ora di far godere i tre maschi che le stavano procurando un immenso piacere. Si impalò sul cazzo del bull e prese a scoparselo ben bene mentre segava gli altri due per mantenerli in tiro, come se ce ne fosse bisogno, visto lo spettacolo con cui li stava deliziando. Ad ogni affondo roteava anche il bacino, sembrava una furia scatenata. Ansimava e gemeva, “sei proprio una gran troia” la apostrofò il bull “sì, lo so, mi piace il cazzoooooo, mi piacciono i cazziiiiii”. Il cazzo al bull stava per esplodere, Luana se ne accorse e strinse ancora di più i muscoli della fica intorno a quel randello che la stava riempiendo tutta. “vengoooo” disse il bull scaricandole in fica quattro o cinque fiotti di sperma caldo. Luana rallentò il ritmo fino a fermarsi si sfilò dal cazzo del suo bull e si mise a pecorina sul sedile “Ora voglio il tuo” disse al primo voyeur. Questi non se lo fece ripetere due volte, si insalivò la cappella e con un colpo solo la penetrò fino in fondo tenendola ben stretta per i fianchi. Il bull scese dalla macchina e il secondo voyeur prese il suo posto seduto sul sedile. Luana alla vista di quell’uccello maestoso e nodoso si avventò con la bocca su quel grosso pezzo di carne fino a farlo sparire tutto nella sua gola. “mamma mia! Che bocca! Nessuna mi aveva fatto un pompino cosììììììììì” disse tutto d’un fiato il secondo voyeur mentre il primo stantuffava la fica di Luana che era in preda a mugolii di piacere visto che aveva la bocca occupata. Anche il primo voyeur raggiunse l’orgasmo dopo averla sbattuta per un tempo indefinito e le scaricò dentro la fica una grossa quantità di sborra, rallentò il ritmo e si sfilò anche lui. Luana si girò di 180° e si mise a pecorina dal lato opposto. Ora voleva che anche il terzo cazzo schizzasse dentro di lei. Il secondo voyeur la abbrancò per i fianchi e la penetrò inesorabilmente “uhm, quanto è grosso, che bello, sbattimiiiiii, scopamiiii” urlò Luana indemoniata “vengoooo” urlò Luana in preda ad un orgasmo incredibile. Il secondo voyeur serrò ulteriormente le mani sui fianchi di Luana e con un grugnito le scaricò tutto il suo seme nell’utero. Sfilò il cazzo dalla fica di Luana grondante dei suoi umori e dello sperma dei tre. “Cornutello vieni qui a pulirmi” disse perentoriamente Luana a Corrado che nel frattempo era venuto nella sua mano. Il marito scese dall’auto si sdraiò nel sedile posteriore e iniziò a leccare la fica della moglie. “Leccala bene, cornutello, voglio che me la pulisci bene”. I tre stalloni nel frattempo si sollevarono i pantaloni e senza dire una parola si allontanarono dall’auto di Corrado lasciando i due coniugi da soli. “E anche questa sera ti ho fatto divertire, cornuto!” “Sì, è stato meraviglioso” concluse lui. “Portami a casa, Corrado”. Corrado accese il motore dell’auto e partì.

 

“E’ da un po’ di tempo che vedo come guardi Greta, Andrea” disse Sofia al suo uomo. “in che senso?” “nel senso che ho notato come le guardi il culo e le tette” “Beh, ormai si è fatta donna e mamma e sta acquisendo un corpo non più da ragazzina” “te la scoperesti? Ne avresti voglia? Sarebbe un tuo sogno erotico?” “Sofia, ma che cazzo dici è tua figlia!” “Rispondi, te la scoperesti?” “Pensi che sia possibile?” “Ah, vedi che te la scoperesti?” “Che palle! Sì, certo me la farei volentieri” “bene, se questo è un tuo sogno, posso parlargliene” “va che sei incredibile! Non è che invece vuoi tu coinvolgerla nei nostri giochi?” “No tesoro, voglio che il mio uomo sia felice, e se la sua felicità passa anche da una scopata con mia figlia posso accettarlo. Oggi gliene parlo” “e come farai a convincerla?” “non ti preoccupare, ci penso io”. 

La sera, rincasando, Andrea trova a casa, ad attenderlo, Sofia e Greta. Deglutii visibilmente “Buonasera” disse emozionato “Buonasera” risposero in coro madre e figlia “Vedo che sei imbarazzato” “non mi aspettavo di vedere Greta qui stasera e la bimba dov’è?” disse Andrea “La bambina è con il padre, tranquillo” replicò Greta immediatamente. “Ho parlato con Greta, Andrea, di quello che ci siamo detti questa mattina” venendo subito al sodo, disse Sofia “lei è altrettanto entusiasta, già da tempo anche lei aveva un piccolo desiderio da esaudire” “ah, ecco” sedendosi sul divano Andrea e allentandosi i bottoni della camicia. Le due donne lo raggiunsero e si posizionarono ai suoi lati e mentre Sofia baciò con passione Andrea, Greta pose la sua mano sul pacco e iniziò una lenta masturbazione da sopra i pantaloni. Entrambe lo spogliarono completamente nudo e Sofia prese a regalargli uno dei suoi fantastici pompini per farlo diventare duro come il marmo. Greta ne approfittò per spogliarsi completamente e si risedette sul divano. Andrea permise anche a Sofia di liberarsi dei suoi abiti e si tuffò ad assaporare la fighetta di Greta che inarcò la schiena e mise entrambe le mani dietro la nuca di Andrea che non disdegnava di soffermarsi sul grilletto della giovane donna. “Mamma! Avevi ragione! Mi fa impazzire con quella lingua! Continua Andreaaaa, non ti fermare!” sospirò Greta ansimante mentre i suoi umori dissetavano Andrea che incessantemente muoveva quella lingua lungo tutto il sesso di lei. Sofia nel frattempo si sgrillettava il clitoride con due dita e si infilava un dito nel culo. Greta ebbe un orgasmo travolgente “ahhhhhh, siiiii, ohhhhh, vengoooo”. Andrea smise di leccarle la fica si alzò in piedi prese le due donne per mano “Andiamo in camera, saremo più comodi” e le condusse nell’altra stanza. Sofia ne approfittò per prendere un dildo che teneva nel comodino e che usava spesso nei giochi con Andrea, incominciò a leccarlo per tutta la lunghezza dell’asta bagnandolo bene e simulando un pompino poi appoggiò la schiena alla spalliera del letto e se lo infilò tutto nella fica muovendolo piano piano avanti e indietro. Voleva lasciare il proscenio a Greta che nel frattempo si mise carponi nel letto di fronte alla madre. Andrea alla vista dei quella fica all’aria così invitante si posizionò dietro e si stava preparando alla furiosa monta della puledra che era di fronte a lui che nel frattempo si stava titillando il clitoride. Andrea insalivò il suo grosso cazzo e appoggiò la cappella all’ingresso di quella fighetta vogliosa. Lo introdusse piano piano fino in fondo si fermò un attimo per farglielo sentire per tutta la sua lunghezza e poi prese a scoparla vigorosamente. “Oh! Mio Dio! Ma quant’è grosso, mi riempie tuttaaa, cazzo che cazzoooooo!”. Sofia teneva chiusi gli occhi e si riempiva la fica con il dildo e aumentava sempre di più il ritmo della penetrazione. “Sofia, mettitelo nel culo” disse Andrea “e tu Greta lecca la fica di tua madre” improvvisandosi un regista di un film porno. Sofia si sfilò il cazzo finto e lo introdusse nel culetto facendolo entrare per tutta la sua lunghezza, avvicinò la sua fica alla bocca della figlia che senza esitazione iniziò a leccarla. Nel frattempo, Andrea sfilò il cazzo dalla fica di Greta, leccò abbondantemente il secondo buchino della giovane donna, poi lo appoggiò e spinse piano. “Fai piano, hai un cazzo enorme e non sono abituata” implorò Greta ad Andrea che introdusse il suo grosso membro piano fino in fondo e si fermò per far abituare il culetto a quella vigorosa introduzione. La lingua di Greta saettava nella fica di Sofia la quale gemeva e ansimava “che lingua, che lingua” mugolava Sofia. Andrea strinse le mani sui fianchi di Greta e iniziò un lento movimento su e giù per tutta la lunghezza di quel poderoso cazzone. “spaccami ora! Inculami, sbattimi forte adessooooo” urlò voluttuosa Greta. Spronato da quella parole Andrea serrò ulteriormente le mani ai fianchi della ragazza e iniziò un martellamento profondo e veloce nel suo buchetto. “Siiiii, ancoraaaaa, ancoraaaaa, sbattimi porcooooo”. Nella stanza si udivano gemiti, mugolii e il suono della palle di Andrea che sbattevano contro le chiappe di Greta. “Dai, daiiiii, oraaaaa, vengoooo” gridò Greta ansimante “vengooooooo” urlò anche Sofia. Anche Andrea era prossimo all’orgasmo si mi mise in piedi sul letto davanti alle due porche che aspettavano la sua copiosa sborrata con le bocche spalancate. Andrea raggiunse l’orgasmo un primo fiotto di sperma riempì la bocca di Sofia, il secondo lo dedicò alla bocca di Greta ed il terzo colpì la faccia di Sofia. Le due troie si baciarono appassionatamente e ripulirono il cazzo di Andrea. Poi lui si sdraiò nel letto con il fiatone. Le due donne appoggiarono la testa sul suo petto. “Che scopata ragazze!” “sei stato un grande Andrea” rispose Greta evidentemente soddisfatta “mio marito non è mai riuscito a farmi godere così, adesso capisco perché la mamma è sempre così contenta” “te l’avevo detto che Andrea è un amante formidabile, peccato che non puoi godere delle prestazioni di Filippo, che ormai è accasato e non ci pensa più ai giochi, altrimenti ti saresti divertita ancora di più!” “e chi è Filippo?” chiese Greta incuriosita “E’ quello che ci fece il contratto nel negozio diversi anni fa l’ex collega di Gabriele, non te lo ricordi?” “ah, già adesso mi viene in mente, ma perché ti sei scopata anche Filippo?” “non solo lui, anche Gabriele” “ah! Però, la mia mammina” “Ahahahahah” e risero tutti di gusto.

 

Aurora quel sabato lo aveva dedicato allo shopping insieme a Gabriele aveva voglia di cambiare qualcosa nel suo abbigliamento ed acquistò alcuni vestiti e scarpe adeguate. Mentre tornava con il suo lui in macchina espresse un desiderio: “questa sera ho voglia di trasgredire andiamo a comprare qualche cosa di particolarmente sexy?” “cos’hai in mente?” chiese Gabriele incuriosito “Mi piacerebbe andare in un cinema a luci rosse vestita in maniera sexy in modo che gli uomini presenti si avvicinassero e mi toccassero” “non è un problema” rispose Gabry. Cenarono e si prepararono: lui indossò una paio di pantaloni, una camicia e una giacca sportiva. Lei si preparò con cura, si depilò completamente la patatina, si mise lo smalto nelle unghie dei piedi e nelle mani di un rosso intenso. Indossò un paio di autoreggenti nero opaco, mise un minuscolo perizoma che le copriva appena le parti salienti, indossò anche un reggiseno a balconcino che le sostenevano quelle belle tette che aveva. Mise anche uno dei vestitini semi trasparente che aveva appena acquistato di color nero, indossò un girocollo e un paio di orecchini coordinati. Si truccò in maniera sobria un po’ di mascara per le ciglia, la matita nera per risaltare gli occhi un trucco leggero sulle palpebre, il rossetto rosso non poteva mancare e infine due gocce di Chanel n. 5 “Sono pronta, come sto?” “faresti rizzare il cazzo ad un morto, possiamo andare?” “Andiamo!”. Il tragitto fu relativamente breve entrarono nel cinema a luci rosse e appena dentro si accomodarono nelle poltroncine centrali e iniziarono la visione del film. Le immagini scorrevano e Gabriele seduto alla sinistra di Aurora iniziò a frugarla nelle cosce scostandole di poco la sottile striscia di stoffa che le copriva la fica. La sentì subito bagnata, Aurora si morse il labbro inferiore provando una bella sensazione essendo così stimolata. Improvvisamente si voltò verso Gabriele facendogli un lieve cenno con gli occhi, lui si scostò di poco verso lo schermo staccando la schiena dalla poltrona come a cercare di vedere meglio e vide una mano che si era posizionata sulla gamba di Aurora e piano piano risaliva sulla coscia. Aurora provò un misto di inquietudine e piacere a quel tocco cercò con lo sguardo gli occhi di Gabry che le fece un cenno di assenso con il capo, levò la sua mano dalla fica della compagna per lasciare il posto a quella dello sconosciuto, che intrufolò due dita nella passera di Aurora sentendola tutta bagnata. “Seguimi” sussurrò lo sconosciuto ad Aurora nell’orecchio. Poi si alzò e andò verso il bagno, lei si voltò verso Gabriele e le disse: “vado in bagno” “Ok” rispose Gabry. Aurora si alzò mise a posto il vestitino e fece per andare in bagno seguendo lo sconosciuto, la fermò un attimo Gabriele per una mano: “Ti raggiungo fra poco” “va bene” replicò Aurora. Si avviò verso i bagni scostando i tendoni della sala e si diresse nella giusta direzione dove sulla soglia la stava aspettando lo sconosciuto. Con la luce dei bagni ebbe modo di vederlo bene nel suo insieme era un uomo di bell’aspetto con un certo fascino. Alto, brizzolato un bel pezzo di manzo con due belle spalle. Appena la vide la prese per mano la portò in bagno la costrinse verso i lavandini si piegò, le afferrò il perizoma dagli elastici e li sfilò. Aurora teneva ora leggermente le gambe divaricate, le mani appoggiate al lavabo e il culo proteso verso l’alto. L’uomo dietro di lei le massaggiò la fica come a sentire se fosse ulteriormente bagnata, estrasse il suo cazzo già duro come la pietra e la penetrò con forza tenendola da un fianco e da una spalla per spingere sempre più a fondo. “Sìììììììì, sbattimi, porco” lo apostrofò Aurora a queste parole lui spinse ancora più forte alternando movimenti più veloci a movimenti più lenti. In quel momento entrò un altro uomo che vista la scena si bloccò un attimo si guardò intorno stupito “vieni accomodati” disse il primo, “la cagna ha bisogno di cazzo”, l’uomo non se lo fece ripetere due volte si tirò giù la zip dei pantaloni ed estrasse il suo bel cazzo nodoso. Aurora alla visione di quel bel cazzo si voltò verso di lui si piegò in avanti e iniziò a spompinarlo per bene per tutta l’asta ingoiandolo tutto fino ai coglioni. Gabriele sopraggiunse in quel momento e alla visione della sua donna così farcita chiuse la porta del bagno in modo che non venisse nessun altro. “Vuoi aggiungerti anche tu?” disse il primo uomo “la troia ne ha voglia stasera” “no tranquilli scopatela pure e fatela godere” a quelle parole i due maschi affondarono di più i colpi usandola come una cagna “uhm, uhm, uhm” mugolava di piacere Aurora, si staccò dal cazzo del secondo e urlò il suo orgasmo “vengoooo” poi riprese il succulento pompino al secondo uomo quando si rese conto che i due stavano sborrando, si inginocchiò davanti a loro che si stavano segando, spalancò la bocca ed estrasse la lingua in attesa di ricevere la sua doppia razione di sperma “vengoooo” disse il primo e le schizzò sul viso, seguito a ruota dal secondo che le sborrò in bocca una grossa quantità di seme. Lei prese lo sperma che aveva in faccia con le dita e se lo portò in bocca. I due uomini si ricomposero e uscirono dal bagno dando un cinque a Gabriele che ricambiò compiaciuto. “Ti è piaciuto essere trattata da vacca?” “Sì molto, Gabry, grazie per esaudire sempre i miei desideri”. “Per una sera mi sono trasformato in Corrado, e tu in Luana” “sì, è vero non ti è dispiaciuto vero?” “No, però adesso andiamo perché ho voglia di scoparti anche io”. Uscirono dai bagni e dal cinema salirono in macchina e corsero verso casa. Entrati dentro l’appartamento Gabriele non perse tempo afferrò Aurora per un braccio e la condusse in camera, la fece adagiare sul letto la spogliò lasciandola con le sole autoreggenti e la penetrò con una veemenza mai avuta prima. “Sì, scopami porco, ti è piaciuto vedermi sbattere vero da quei due?” “sei una grandissima troia, Aurora, una cagna!” “Sì, sono la tua cagna, una gran vacca, continua, continua, non ti fermare” “ti riempio tutta lurida puttana” e dopo un tempo infinito le scaricò tutta la sborra che aveva accumulato nel suo utero e con un grugnito venne copiosamente. “vengoooo” gridò lei contorcendosi e serrando ulteriormente le gambe sulla schiena di Gabriele. Poi esausti si addormentarono abbracciati “Ti amo” disse Aurora a Gabriele “Anch’io” rispose lui.

 

Miriana mi fece conoscere altre due sue amiche, era chiaro che ormai la relazione fosse più che stabile. Il sabato sera era dedicato alla discoteca, era settembre inoltrato e le serate erano più fresche oltre che piovose quindi ci spostammo in una discoteca al chiuso situata poco fuori città. La location era accogliente e il personale gentile e cordiale. La musica era gradevole tipicamente anni ’80, ’90 e 2000 il DJ veramente valido ed estremamente coinvolgente. Miriana in più di un’occasione si vestiva con un paio di leggins estremamente sexy che le risaltavano quel bel culo che si ritrova. Un top coordinato e le rigorose scarpe tacco 10, come sempre era una delizia per gli occhi e non solo i miei: la notavano tutti e il bello è che lei non lo voleva. Ma quando una è figa c’è poco da fare. A volte, nei momenti di pausa, ci accomodavamo nei divanetti e ci scappava qualche bacio passionale incuranti della presenza di altre persone. Alle 3:00 del mattino era rituale andare via, a casa mia, dove si faceva colazione e poi il più delle volte ci scappava anche una fantastica scopata. Ormai eravamo una coppia più che consolidata: praticamente vivevamo insieme diciamo ufficiosamente, lei aveva ancora tutti i suoi vestiti a casa sua e quando veniva da me si portava solo un cambio. Fu così che arrivammo ad un sabato sera di fine ottobre, quando le proposi di cenare a casa sua “che ne dici di cenare a casa tua? Così mi eviti di fare avanti e indietro” “Certo, Filippo non è un problema”. Io ero già pronto per la serata, lei stava per prepararsi dopo aver fatto la doccia e sistemata i capelli quando sentimmo suonare il campanello della porta. Andò a vedere chi fosse, venne da me e mi disse: “E’ il mio ex marito” “E quindi?” “Quindi non lo faccio entrare” “Ma cosa può volere?” “Ogni tanto non mi lascia in pace e ritorna a rompere”. 

Le scampanellate erano insistenti sentii Miriana apostrofare l’ex marito: “Cosa vuoi?” “Fammi entrare!” rispose lui urlando da dietro la porta “non ci penso nemmeno, non sono sola” “E chi c’è? Fammi entrare!” “no, assolutamente no! Vattene!” Io ero teso come una corda di violino, eventualmente pronto ad affrontare l’elemento. Apparentemente fece per andarsene quando arrivò una telefonata di Ilaria:

Miriana: pronto?

Ilaria: Pronto, mamma, cosa sta succedendo?

Miriana: È venuto tuo padre 

Ilaria: lo so. Mi ha chiamato, fallo entrare

Miriana: Non sono sola, non ho nessuna intenzione di vederlo e poi devo uscire

Ilaria: minaccia di chiamare la polizia.

Miriana: E se anche fosse? Non ho più voglia di avere a che fare con lui.

Ilaria: vedi tu, ma cercate di non fare casino

Miriana: tu stanne fuori

Ilaria: fammi sapere.

Miriana: sì, ok

Chiuse la telefonata “che palle! Ci si mette pure lei” disse Miriana seccata. Passarono circa 10 minuti mentre lei continuava a prepararsi per la serata quando suonarono nuovamente al campanello, mi alzai dalla sedia e andai a vedere dallo spioncino poi mi voltai e le dissi: “devi aprire, c’è la polizia alla porta” “C’è la polizia?” “Sì”. Miriana andò verso la porta la aprì e fece entrare i due agenti, un uomo e una donna, che accompagnavano l’ex marito. Appena varcata la soglia di casa Francesco apostrofò Miriana: “Ti avevo detto di non far entrare nessuno in casa mia!” “Ti ricordo che è anche casa mia!” rispose lei e l’agente uomo si girò di scatto verso di lui seccato e gli disse “Signore le ricordo che siamo qui perché lei ci ha chiamato in quanto la sua ex moglie non voleva farla entrare per prendere delle sue cose e non per altro” “Mi ha fatto perdere il lavoro questa donna” lamentandosi e borbottando frasi sconnesse. Nel frattempo, io parlavo con la poliziotta in evidente imbarazzo vista la situazione. L’agente allora accompagnò Francesco in camera, lui aprì l’armadio e prese un giaccone, rientrarono insieme nell’ingresso di casa e lui continuò la manfrina del posto di lavoro. L’agente ancora più seccato: “Ha preso tutto quello che doveva?” “Sì”, rispose Francesco “Bene, possiamo andare, ci scusi signora, ma non potevamo non intervenire” nascondendo un certo imbarazzo nei confronti di Miriana, capendo la situazione. Uscirono dalla casa, noi attendemmo la fine dei preparativi di Miriana e quando fu pronta uscimmo di casa. Io mi guardavo intorno guardingo come a verificare che l’ex marito non fosse nei dintorni. Salimmo in macchina avendo come destinazione l’appuntamento con le sue amiche. Andammo a prendere la prima e successivamente la seconda, non abitavano distante dalla casa di Miriana, quando tutti fummo in macchina esordii “Da adesso in poi in quella casa non ci vai più da sola, evitiamo che ti possa succedere qualcosa di spiacevole, domani andiamo a prendere un po’ di roba e ti trasferisci da me” “perché cosa è successo?” chiese una delle sue amiche “Niente” rispose Miriana e raccontò poi gli eventi che erano appena avvenuti. “Ha ragione Filippo” disse l’altra “è meglio se non ci vai da sola” “ora basta pensiamo a divertirci” concluse Miriana. Ci recammo in disco e venimmo accolti sempre splendidamente dal personale alla reception. Ci divertimmo moltissimo quella notte dimenticandoci l’accaduto. Finita la serata andammo a casa mia e contrariamente ad altre volte facemmo colazione e andammo a dormire non senza scambiarci un paio di coccole prima di addormentarci.

Fui svegliato dopo alcune ore da un messaggino di WhatsApp:

Sofia: Scusa se ti disturbo, non so se stai dormendo, ma ti devo parlare urgentemente è successa una tragedia

Svegliai Miriana “Miriana devo telefonare a Sofia” “cos’è successo?” “leggi” e le porsi il mio cellulare, lei lesse il messaggio “chiamala” 

Sofia: Pronto?

Filippo: Pronto Sofia, sono Filippo

Sofia: Lo so, ti devo parlare

Filippo: dimmi

Sofia: mi ha chiamato Luana è successa una tragedia stanotte.

Filippo: Luana? E che è successo?

Sofia: Corrado è stato coinvolto in un incidente con il suo autista

Filippo: e? …

Sofia: Corrado non ce l’ha fatta l’hanno estratto dalle lamiere ancora vivo ma appena arrivato in ospedale è spirato.

Filippo: Oh cazzo!

Sofia: già

Filippo: e Luana? 

Sofia: è in ospedale ma non so altro. Mi ha solo avvisata della tragedia.

Filippo: ok devo pensare. Grazie per l’informazione.

Sofia: Figurati. Ciao

Filippo: Ciao

Mi girai da Miriana “Hai sentito?” “Sì, ho sentito” “mi sa che dovrò andare al suo funerale” “Mi sa di sì” replicò Miriana. “Beh, ci verrai anche tu. Se ci sei tu mi sentirò meglio” “Ok va bene attendiamo altre informazioni”.

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