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Racconti erotici sull'Incesto

L’ispirazione smarrita

By 14 Dicembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ il culo di mia sorella quello che si agita sopra di me. Sono sdraiato sul mio letto, le mani dietro la testa, un sorriso beato sul volto e un’erezione strisciante nei pantaloni.
Alessia si muove leggiadra nella sua divisa da liceaele americana, la gonna a scacchi che svolazza ad ogni movimento del suo bacino mostrandomi un’ampia porzione delle sue mutandine bianche candide e immacolate. I polpacci avvolti nei lunghi calzini verdi che le arrivano fin sotto il ginocchio. La camicetta annodata sopra l’ombelico, con i bottoni slacciati sulla scollatura. O le sono cresciute le tette tutto d’un botto, oppure si è imbottita il reggiseno. L’ho vista in topless, e non ha il seno così grande.
Ma non importa se è cotonata. Sta facendo questa danza sexy soltanto per me. A ritmo di una musica lenta ed avvolgente sculetta in maniera ipnotica, la dolce sinfonia delle sue forme è come la musica di un incantatore di serpenti… e il mio cobra si sta alzando e alzando e alzando… presto premerà per uscire dai jeans e andare e mordere un pò di labbra.

Ad Alessia piace scrivere e a me pure. Un giorno abbiamo scoperto questa nostra reciproca passione quasi per caso. Scrivevamo in gran segreto, ci vergognavamo. Io volevo scrivere storie di fantasmi e vampiri, ma quando mi mettevo davanti ad un foglio bianco mi accorgevo che le mie idee vertevano sempre su ragazze, ragazze, ragazze. Queste ragazze ballavano, si spogliavano, scopavano. A volte tra di loro. Non le potevo fermare. Era come se facessero di testa loro.
Mia sorella Alessia voleva scrivere storie d’amore romantiche e smielate, per ragazzine. I suoi protagonisti però tendevano a tradire, a prendere la via sbagliata e ad abbandonarsi al piacere dei sensi. Il cuore scoppiava di sentimenti e allora preferivano lasciarsi guidare dal richiamo della carne.
Abbiamo scritto centinaia di racconti erotici a testa, per compensare una vita totalmente priva di sesso. I nostri tabù li sfogavamo sulla carta.
Quando abbiamo scoperto l’uno dell’altra, siamo finiti vittime nostro malgrado di un vortice di perversione. Mi eccitavano i suoi racconti e i miei eccitavano lei.
Iniziammo un gioco a rincorrerci, a chi avrebbe scritto il racconto più sensuale, a chi avrebbe ricevuto i commenti migliori dagli utenti… ovviamente, essendo lei una ragazza, riceveva molti più commenti di quelli che non ricevevo io. Ma la nostra sfida proseguiva lo stesso.
Poi un giorno.
All’unisono, ci accorgemmo di aver finito gli argomenti. Il foglio bianco era diventato un ostacolo insormontabile. Nessuna ragazza voleva più venire a stuzzicare la mia fantasia, a propormi intriganti storie lesbiche di sesso perverso. Nessun ragazzone superdotato appariva più nelle storie di Alessia per risollevare il morale di una moglie frustrata.
Avevamo attinto a tutta la nostra perversione sessuale repressa, e l’avevamo esaurita insieme.

O almeno così pensavamo.
In realtà, quando manca il desiderio, è solo perchè servono nuovi stimoli.
Fare una bella doccia calda a volte può servire per trovare nuova concentrazione.
Noi iniziammo a fare la doccia insieme.

Sotto l’acqua calda, completamente nudi, ci osserviamo. Lei regge bene il mio sguardo, sono io a sentirmi intimidito dal suo. E’ più piccola di me di due anni, ma è senz’altro più sveglia. Credo che avrebbe potuto avere tutti i ragazzi che voleva, con il suo corpo.
I capelli rossi le si appiccicano a ciocche al suo bel corpo. Anche in mezzo alle gambe i peli sono rossi.
Io inizio ad essere un pò arzillo. Meglio. Non voglio che lei mi veda a riposo. Quando sono eccitato sul serio posso anche raggiungere misure notevoli.
Non ai livelli dei neri dei suoi racconti, ma so farmi rispettare.
Se lei ora mi toccasse, anche solo sfiorarmi, potrei raggiungere un’erezione mai vista. Potrei anche venire così, per un semplice contatto. Ma abbiamo stabilito che non ci sarà nessun contatto tra di noi. Questa nuova terapia ci sta facendo tornare l’ispirazione.
Usciamo dalla doccia e ci asciughiamo. Non so lei, ma guardando il suo corpo io ho già in mente mille intrighi da raccontare.

Ma ormai non basta più. La doccia ha funzionato per diversi mesi, poi ci siamo dovuti buttare su altre soluzioni. A lei piace il solletico, a me piace vederla ballare. Ma sempre senza il contatto fisico. Io uso una piuma per stimolarla. Lei balla senza mai toccarmi.
Ora stiamo cambiando le regole. La nostra produzione di storie sta diminuendo vorticosamente.
L’altro giorno lei si è tolta un calzino, se l’è messo sulla mano a mò di guanto e mi ha masturbato con addosso quello. Sono durato dieci minuti, il tempo di scrivere l’ennesima storia a sfondo lesbico. Al punto finale sono venuto copiosamente, senza versare una sola goccia di liquido seminale sulla sua pelle.
Presto dovremo varcare nuovi confini, se continueremo ad avere questi blocchi.
Ho una proposta da farle: credo di poter produrre il mio capolavoro, se mentre scrivo potrò osservare il suo viso imbrattato del mio sperma fresco fresco.

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