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Racconti erotici sull'Incesto

L’officina di papà 01

By 18 Giugno 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

i miei racconti
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Dedicato a Noemi. Una dolce fanciulla in fiore che vuole far parte del mondo anticipatamente.

L’officina di papà 01
Cap.01

Mio padre ha gestito una piccola officina di riparazione auto nel garage nella parte posteriore della nostra casa, per tutto il tempo che io posso ricordare. Quindi ero abituata a vedere sporchi meccanici che girano intorno e dentro la nostra casa.

Ora a quattordici anni, il mio corpo era perfettamente fiorito. I miei seni si erano sviluppati in grosse mammelle come tanto speravo che diventassero, ma che ora mi davano fastidio per il loro peso e per il dondolio che creavo quando camminavo o quando facevo ginnastica a scuola. Il ciuffo di peli in mezzo alle gambe si era allargato creando un boschetto cui ne andavo fiera quando mi spogliavo in palestra, anche se mi vergognavo profondamente nel mettermi nuda per fare la doccia di fronte alle mie compagne.

Essendo la mia famiglia di origini meridionali, avevo la carnagione più scura rispetto a molte amiche e questo d’estate, ha comportato che non mi scottassi e che mi abbronzassi più velocemente rispetto a loro. Con la mia fioritura in una giovane donna, mamma ha iniziato a coprirmi e a sgridarmi obbligandomi a vestirmi quando uno dei dipendenti di mio padre veniva a trovarci in casa. Ho iniziato una specie di studio nell’osservare i loro sguardi in base a come mi presentavo e su come mi vestivo. Questo ingenuo gioco mi divertiva, perché iniziavo a catalogare i vestiti in base al tipo di occhiate che avrei ricevuto da loro.

Durante le vacanze scolastiche, un lunedì mattina, papà ha portato un nuovo apprendista in casa. Il suo nome suonava bellissimo, Daniele, diciotto anni, dai lineamenti stupendi e dal fisico mozzafiato. Durante la prima settimana della sua presenza fra noi, a volte mi recavo in fondo al giardino per dare un’occhiata oltre al recinto o nell’officina di papà e ogni volta che vedevo Daniele, il mio cuore iniziava a battere impazzito e le mie ginocchia si facevano improvvisamente deboli. Quella è stata la prima volta che ho avuto una vera sbandata per un ragazzo, anche se non ci avevo ancora mai parlato.

Fra le lenzuola del mio letto nel buio della notte, le mani corrono libere per trovare vogliose, l’umido caldo tra le mie gambe. Incapace di distoglierle e di fermarle, le dita strofinano la gemma del mio piacere fino a quando la figa inizia a pulsare e incapace di fermarmi, sobbalzo nel letto. Tutto il corpo si agita sotto il movimento esperto delle dita e in un mormorio, lo chiamo. ‘Daniele… Daniele…’ Sogno ad occhi aperti, fantasticando su un futuro assieme.

Venerdì, mi aspettavo di andare a fare la spesa con la mamma, ma papà per me aveva altri progetti. Mi ha chiesto se volevo guadagnare qualche soldo lavando le automobili. Normalmente ho sempre rifiutato la sua offerta, ma visto che avrei potuto passare del tempo vicino a Daniele, ho accettato immediatamente. Corsa nella mia camera ho aperto l’armadio dei vestiti. Si preannunciava una giornata calda e sarei stata a contatto con l’acqua per tutto il giorno quindi, ho scelto di indossare il mio bikini bianco. Ho indossato una vecchia maglietta e per malizia la minigonna in jeans. In questo modo ero certa che avrei attirato il suo sguardo.

Scesa in cucina, c’era ancora mio padre che beveva il caffé e impaziente, l’ho aspettato fremendo che terminasse. Assieme poi ci siamo recati in officina. Quindi mi ha mostrato le sei auto da lavare e preso il secchio e la spugna, ho iniziato ad innaffiare le auto per iniziare a lavarle, mentre lui si è recato poi in officina al lavoro e lasciandomi sola.

Finito di lavare la prima macchina, è poi toccato il compito di asciugarla. Durante il lavoro, la maglietta si è bagnata e vista la giornata decisamente calda, ho deciso di toglierla. Non è passato molto tempo che ho notato i tre meccanici di papà appoggiati al muro intenti a fumarsi una sigaretta e assieme a loro anche il mio bel Daniele. Mi sentivo euforica e notando i loro sguardi, ho capito perché stavano protraendo la pausa visto che le sigarette si erano già da tempo esaurite.

Ogni volta che mi piegavo, da sotto la minigonna si poteva scorgere il pezzo delle mutandine del costume e peggio, il reggiseno del bikini essendo bagnato, lasciava intravedere in trasparenza i miei scuri capezzoli e questo minava la mia sicurezza di giocare con i loro sguardi e mi imbarazzava moltissimo. Poco dopo, Tom alias Tommaso, il più vecchio meccanico e il primo che abbia mai conosciuto, si è avvicinato e mi ha chiesto se volevo una coka cola.

Ero in totale imbarazzo e sentivo le guance che mi bruciavano e non era dovuto solo per la presenza del bellissimo Daniele. Poco dopo è venuto in mio soccorso papà invitandomi ad entrare al fresco. In un angolo dell’officina, fra vecchi pezzi di automobili, vi era un tavolo di plastica circondato da quattro sedie. Si stavano già sedendo tutti quando papà è momentaneamente scomparso. Tom ha fatto le presentazioni e quando ho stretto la mano a Daniele, le ginocchia hanno iniziato a tremare. Matteo, l’altro meccanico di papà, lo conoscevo da tempo, ma i miei occhi erano solo per lui, per il bellissimo Daniele. Papà è tornato portando tre caffé, una coka cola e uno sgabello per me e timidamente mi sono seduta al tavolo vicino a Daniele. Mi vergognavo sempre più per come mi sentivo.

‘Tienili d’occhio Lisa. Non perderli mai di vista. Io vado a fare alcune commissioni con tua madre e non voglio che restiate seduti qui per tutto il pomeriggio.’ Ha strizzato l’occhio con fare scherzoso per poi allontanasi.

Rimasti soli, Tom ha iniziato a tempestarmi di domande e poco per volta il ghiaccio si è rotto. Al mio fianco c’era seduto Daniele che con i suoi occhi mi faceva sciogliere e con il suo sorriso mi faceva battere il cuore all’impazzata.
‘Abbiamo sempre parlato molto di te con i ragazzi e devo dire che sei più bella di come mi ricordavo.’ A quelle parole dette da Daniele, mi sono sentita sciogliere come il ghiaccio. Mi ritrovavo ad ansimare come se avessi fatto una corsa. Avevo le guance di fuoco e abbassato lo sguardo, la sensazione che poc’anzi sentivo, si è tramutata in totale imbarazzo. I capezzoli si erano fatti durissimi e spiccavano attraverso il leggero tessuto del bikini. Non riuscivo a parlare e mi sentivo la bocca impastata. Come se tutto fosse normale, gli uomini hanno iniziato a discutere fra di loro delle loro cose e dei loro argomenti.

Ero in un tale imbarazzo che non riuscivo a spiaccicare una frase sensata. Ogni tanto mi ponevano una domanda, ma non riuscivo a formulare una frase sensata. A poco, a poco, sono riusciti a farmi ridere e a stemperare la vergogna e la rabbia che si era impossessati di me. Finita la pausa, gli uomini si sono alzati e usciti dall’officina per fumare e io ho ripreso il mio lavoro. Sapevo che mi stavano guardando e un pensiero peccaminoso si è impossessato della mia mente. Volevo stuzzicarli e desideravo che Daniele si accorgesse di me e che si interessasse di più. Ogni volta che mi estendevo sul cofano della macchina da lavare, lo facevo tenendo le gambe dritte e piegandomi in avanti. Sapevo che stavo sporgevo il sedere ai loro sguardi lascivi e che la minigonna sollevandosi, lasciava scoperte le mutandine del costume.

Ho dato un rapido colpo d’occhio da sopra la spalla e li ho visti che erano tutti e tre intenti a guardarmi sorridenti. Sapevo che stavano osservandomi con attenzione fra le gambe quando mi sono vergognata di me stessa. In piedi di fianco a Daniele, c’erano il vecchio Tom e Michele. Entrambi vecchi come mio padre e come lui, padri di famiglia. Anche loro mi stavano osservando attenti e con gran sollievo, poco dopo sono rientrati al lavoro.

Una volta terminate di lavare tutte e sei le macchine, stavo iniziando a radunare gli oggetti che avevo usato quando Matteo e Daniele sono usciti. Con fare serio, hanno iniziato a riprendermi adducendo a fantomatiche errori di lavaggio, ma poco dopo hanno iniziato a ridere e il loro gioco si è scoperto. Capito che mi volevano solo prendere in giro, ho aperto nuovamente l’acqua e con la manichetta ho iniziato a bagnarli. Ovviamente non sono stati fermi e mi hanno stretto fra di loro nel cercare di strapparmi la canna dalle mani. Dietro di me c’era Daniele, che abbrancata strettamente ha lottato nel strapparmi il tubo. Le sue mani hanno vagato a lungo e hanno potuto toccare e accarezzare le mie tette con fare sempre più evidente. .

Il gioco è terminato come abbiamo sentito l’auto di mio padre arrivare. ‘Non è finita qui.’ Ha detto Daniele mentre tornava in officina. Ebbene, ora il ghiaccio è stato rotto.
Da allora abbiamo parlato in ogni occasione che ci si presentava e sempre più andavo in officina e il mio interesse verso di lui si è fatto sempre più evidente, anche per via dei commenti e delle battutine degli altri uomini.

***

Qualche settimana più tardi, come oramai era da tradizione, il padre di Lisa ha organizzato un Barbecue per il compleanno della moglie. Sapendo che ci sarebbe stato anche Daniele, Lisa ha convinto la madre a comprare un vestito nuovo per l’occasione e insieme a lei, anche Lisa ne ha indossato uno nuovo. Prendendo in prestito dal portagioie della madre alcuni gioielli, Lisa ha poi finito di truccarsi con una preziosa collana e con gli orecchini oltre al rimmel e al rossetto. Quando gli ospiti hanno iniziato ad arrivare, le due donne ricevevano moltissimi complimenti e per la maggior parte era diretti alla bellissima a radiosa Lisa. Purtroppo, più il tempo passava, più si agitava e si innervosiva dato che non vi era segno del suo principe, Daniele. Il suo stato d’animo iniziava a risentirne e con la complicità degli zii che subdolamente avevano annusato la cosa, avevano iniziato a farle bere qualche goccia di troppo di spumante. Quando finalmente l’ha visto comparire attraverso la porta, accompagnato da Tom e Matteo, lei era un poco brilla ed essendo non abituata a bere, era prossima ad essere ubriaca.

Con ansia, Lisa ha aspettato paziente che lui si accorgesse di lei e quando finalmente hanno iniziato a parlare, era radiosa e felice come non mai. Ogni tanto la madre li disturbava per portare un vassoio di stuzzichini o per riprendere la figlia perché rideva troppo sguaiatamente. Seduti in cucina a parlare come vecchi amici di sempre, Tom, Daniele e Lisa continuavano a bere e a ridere sparlando sugli altri invitati alla festa. Ogni tanto si insinuava nella combriccola qualche cugino o zio e continuavano a riempire il bicchiere alla sempre più ubriaca Lisa.

Per lei non esisteva nessun altro. Pendeva dalle labbra del bel Daniele e ad ogni richiesta era sempre pronta ad esaudirla. Sia che volesse qualcosa da bere, sia che desiderasse qualcosa da mangiare. Desiderava ardentemente quelle labbra. Voleva essere abbracciata strettamente a lui ed essere baciata. Lo guarda con fare voglioso e nella testa piena dai fumi dell’alcool, decide di stuzzicarlo per incoraggiarlo a darle un bacio.

Seduta su uno sgabello, ha appoggiato i gomiti all’indietro sulla credenza e al contempo ha aperto le gambe. La reazione che ha ricevuto non se l’aspettava. Il vecchio e fidato meccanico Tom si è avvicinato e le ha messo la mano callosa sul ginocchio nudo. Si è chinato in avanti e le ha sussurrato all’orecchio: ‘Lisa. Stai attenta a quello che fai… Eccitare un ragazzo può portare a molti guai…’ Nel sollevarsi con il busto, la mano scorre verso l’interno coscia e la stringe con forza per poi uscire dalla cucina, ma non prima di aver detto qualcosa sottovoce all’orecchio di Daniele.

Gli occhi di lui erano fissi allo spettacolo che la giovane ragazza stava offrendo. Ha dimenticato il bicchiere sul tavolo e la sua attenzione era concentrata alle gialle mutandine che riusciva a vedere perfettamente. Si è alzato non accorgendosi di aver rovesciato il bicchiere sul tavolo e le si avvicina.

Lisa aveva il cuore sempre più in tumulto e non sapeva cosa fare. Lo vede avvicinarsi e porsi davanti a lei con la faccia a pochi centimetri dalla sua.

‘Ti piace eccitarmi Lisa?- Si è discostato e ha guardato fra le gambe di lei, mentre i polpastrelli accarezzano leggermente la pelle vellutata del ginocchio.- Lo sai che tuo padre mi uccide se ci scopre assieme… Da soli…’

Lisa non era in grado di muoversi. Il respiro le si era bloccato in gola e nelle tempie poteva sentire solo il battito del suo cuore impazzito. Il tocco della mano di lui le aveva fatto venire i brividi e senza saperlo, aveva allargato ancor più le gambe dando un segnale di incoraggiamento non voluto. Daniele non ha aspettato oltre. Guardandola fissa negli occhi, ha fatto scorrere la mano lungo l’interno coscia fino a trovare l’ostacolo delle mutandine.

Lisa ha sobbalzato ansimando, mentre lui premeva con il dorso della mano contro l’interno del pube. Ha mugolato eccitata dal tocco esperto delle dita dell’uomo che tanto sognava. Si sentiva eccitata come non mai e ogni cellula del suo corpo aveva desiderato quel momento da tanto, troppo tempo. Di colpo la cucina si è riempita di gente e spaventata, Lisa ha allontanato Daniele e ha chiuso le gambe nel medesimo istante in cui stava entrando sua madre.

‘Vieni amore!- Urla la madre per farsi sentire dal baccano chiassoso della festa.- Tuo padre ti desidera per fare un brindisi e per salutare gli ospiti. è ora che ti avvii a letto.’

Con le gambe molli, si mette in piedi strattonata per un braccio dalla madre che pur lamentandosi per non lasciare il suo amato Daniele, viene trascinata in salotto e costretta ad ubbidire. Con mal celato disprezzo saluta gli ospiti e si congeda dalla festa avviandosi al piano superiore della villetta dove sono situate le camere. Gettato con rabbia il vestito in un angolo della stanza, termina di spogliarsi e indossa come sempre la leggera vestaglietta e i pantaloncini corti che usa per dormire. Si sdraia a letto arrabbiata, con la stanza che incredibilmente le gira e mentre al piano di sotto può sentire ancora la musica, si addormenta con il sorriso sulle labbra pensando al tocco eccitante della mano di Daniele e ai suoi bellissimi occhi.

Maxtaxi

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Ultima correzione 03-08-09

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