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Racconti Erotici LesboRacconti erotici sull'Incesto

Madre e figlia al club lesbo

By 27 Aprile 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Molto tardi, dopo i quarant’anni, e dopo la separazione dal marito, Elisabetta aveva scoperto di essere attratta più dalle donne che dagli uomini. In gioventù aveva avuto un paio di esperienze lesbo, piccole storie, ma in una ventina d’anni di vita famigliare il sesso al femminile era stato per lei solo una delle tante fantasie. Oggi, a 46 anni, vive una storia più o meno fissa con una donna sposata di 38 anni, Eliana, conosciuta a cena da amici. Escono insieme, a volte passano fuori anche qualche weekend, da buone amiche anche se il loro rapporto lascia trasparire qualcosa di più dell’amicizia. Se n’è accorto, facendo finta di nulla, il marito di Eliana. Se n’è accorta, facendo finta di nulla, la figlia di Elisabetta, Simona, 21 anni, studentessa, che dopo la separazione condivide la casa con la madre e la sera lavora in un bar per arrotondare.
La forte complicità ha portato Elisabetta e Eliana a provare anche nuove esperienze, come ad esempio fare sesso a tre con un’altra donna. Oppure scommettere se l’una o l’altra riescono a portarsi a letto una collega di lavoro. Finché un giorno Eliana propone ad Elisabetta di andare insieme in un locale frequentato da donne bisex e lesbo: ‘Ci sono ragazze bellissime, anche giovani, delle strafiche’ Dai, ci divertiamo, ci mettiamo un po’ in tiro”. Elisabetta accetta volentieri, e la serata è programmata per giovedì. Avvisa Simona che sarà a cena fuori con Eliana, si prepara appena Simona è uscita per andare al lavoro nel bar. Doccia, ceretta, smalto a mani e piedi, minigonna, giacchino in pelle, sotto lingerie nera, senza calze e con dei sandali sexy con tacco a spillo.
Trovare parcheggio a Milano è sempre complicato, ma dopo alcuni tentativi lasciano l’auto nei pressi del locale, entrano, e cercano un tavolo. Le luci sono abbastanza soffuse, c’è un bancone con sedie, parecchi tavoli, una pista per ballo o spettacoli. ‘Il sabato fanno strip-tease femminile solo per donne, ma non ci sono mai venuta’, dice Eliana. Al bancone, sedute di spalle, vi sono tre ragazze piuttosto giovani. Sono vestite molto provocanti, minigonna, tacchi a spillo, capelli sciolti. Nella penombra è impossibile vedere da lontano i volti e i dettagli. Eliana nota l’interesse della sua amante per le tre ragazze apparentemente sole.
‘Sono delle escort, cioè, non proprio, insomma, sono ragazze che trovi sempre. Mi hanno detto qui che sono studentesse che arrotondano. Se dai loro 200-300 euro te le porti a letto senza tante storie”. ‘Magari si comperano una borsa o delle scarpe” ride Elisabetta. ‘Sì, lo fanno per quello, giusto per avere qualche soldo. Io comunque non le ho mai provate’ scherza Eliana. ‘Dai, andiamo a vedere come sono’, suggerisce Elisabetta all’amica, che non se lo fa ripetere. Si alzano, e camminando tra i tavoli arrivano al bancone, fanno per sedersi quando due delle ragazze si girano per guardarle.
Elisabetta sbianca, la bocca aperta senza riuscire a parlare. E’ la voce della prima ragazza che arriva per prima all’orecchio di Eliana: ‘Mamma! Che cazzo ci fai qui?’. ‘Io? Tu cosa fai qui, e vestita in quel modo? Ma sei impazzita? Sarebbe questo il lavoro nel bar?’.
Simona ha una minigonna inguinale, scarpe scollate con tacco 12, una camicetta semisbottonata che lascia intravedere il pizzo del reggiseno, un trucco forte che solitamente non usa, un profumo di Chanel molto pungente. Simona arrossisce profondamente, si alza dallo sgabello e tira giù la gonna con le mani. ‘Non ti prendo a schiaffi solo perché siamo in locale pubblico’ sibila Elisabetta. ‘Dai, calmati, su, adesso usciamo, ci calmiamo e ne parliamo’ consiglia Eliana. ‘Ne parliamo a casa, vieni’, intima la madre. Le tre lasciano il locale, ed Eliana responsabilmente convince madre e figlia a tornare a casa insieme. Lei prenderà un taxi.
Il viaggio in auto è carico di rabbia per Elisabetta, che alla fine, guidando, sbotta ad alta voce: ‘Ma ti rendi conto? A 21 anni a prostituirsi in un locale lesbo, cose da non crederci. Con tutti i soldi che ti passo, con tutti i soldi che grazie a Dio abbiamo. Ma ti si è bruciato il cervello, Simona?’.
La ragazza a questo punto ribatte, anche lei alzando la voce: ‘Senti, io sono maggiorenne e non devo chiedere il permesso per quello che faccio, ok? E poi vogliamo parlare di te e della tua cosiddetta amica? Eh? Che cazzo ci facevate in un locale lesbo tu e lei? E perché siete venute proprio al bancone delle ragazze? Eh, dimmi ora. Perché siete venute a sedervi da noi? Io ho mia madre che a 46 anni, una delle principali commercialiste della città, fa tanto l’irreprensibile e poi gira i locali lesbo a cercare ragazzine”.
‘Basta davvero, Simona!’, urla in preda al furore la madre, ‘Ora basta o davvero ti riempio di schiaffi, anche se non l’ho mai fatto finora nella tua vita. Mi devi rispettare, capito?’. Nel frattempo, parcheggiata l’auto, Simona scende sbattendo la portiera e nell’androne continua la discussione: ‘Anche tu devi rispettare me, mamma, non faccio male a nessuno, noi ragazze stiamo lì perché ci va, non siamo mica prostitute. Se poi qualcuna passa la sera con noi e ci vuol fare un regalino lo accettiamo. Non so cosa ti hanno raccontato, ma è tutto qui. Se ci va di andare con una donna andiamo, altrimenti diciamo di no’.
Entrano. Elisabetta chiude la porta di casa dietro di sé, scioccata per la discussione e per quello che è successo. Simona va nella sua stanza e chiude la porta. Dopo pochi minuti la madre sente che sta piangendo. Singhiozzando. Bussa e apre. La figlia è seduta sul letto, le mani sul viso, i singhiozzi che la fanno sobbalzare e le lacrime che le rigano il trucco e il mascara. ‘Simona, scusami, mi sono arrabbiata troppo, scusa. Ora cerchiamo di stare tranquille. In fondo non è successo nulla, sono altri i problemi, tu poi fare quello che vuoi. E’ solo che sono rimasta sconvolta nel vederti lì, come potevo immaginarlo?’.
La figlia, a poco a poco, smette di piangere, con un fazzolettino si asciuga le lacrime e pulisce il trucco, poi per la prima volta sorride e annuisce. ‘Non ci andrò più, prometto’, sussurra Simona. ‘No, non devi dire questo per farmi piacere’, ribatte prontamente la madre, ‘ci andrai tutte le volte che vorrai’.
Elisabetta si rende conto che la figlia ha capito tutto quello che c’è tra lei e Eliana, e in questa posizione sarebbe piuttosto difficile criticare la figlia perché va con altre donne. ‘Anzi, sai che ti dico?’ sorride la madre, senza pensare a quelle che saranno le conseguenze di questa sua frase, di come le sue parole cambieranno per sempre le loro vite: ‘Domani sera ci andiamo insieme al locale, io e te, ci beviamo una cosa e stiamo sole, senza Eliana e senza nessun altro, ok?’. Simona sorride, e fa di sì con la testa. Si abbracciano e vanno a dormire nelle rispettive stanze.
La giornata successiva scorre tranquilla, fino al ritorno a casa di Elisabetta dal suo studio, nel tardo pomeriggio. ‘Mamma, ancora valida la proposta? Stasera al locale?’ chiede Simona. ‘Certo, vado a farmi bella e andiamo’. Entrambe decidono di vestirsi più o meno come il giorno precedente, prendono l’auto e arrivano al locale. ‘Non diciamo che sei mia mamma, ok? Diciamo che sei un’amica, non mi va di dire i cazzi miei nel locale” ammonisce Simona.
Si siedono a un tavolo non troppo centrale, ordinano due drink, la cameriera saluta Simona. ‘Penserà che sei una mia conquista di questa sera’ scherza la ragazza, e la madre risponde: ‘Allora poi ti devo comprare una borsa o delle scarpe per questa serata?’. Ridono insieme. ‘Vedremo, vedremo come va la serata, poi ti faccio sapere” scherza ancora Simona, e continuano a ridere e divertirsi guardando altre coppie di donne. Un drink dopo l’altro. Una bellissima ragazza giovane, che Simona riconosce per aver visto giusto un paio di volte nel locale, si avvicina e dice: ‘Volete ballare un po’? Vi va?’. Ma Simona, prontamente: ‘No, grazie, scusa, fra poco andiamo via ma comunque preferiamo stare sole’. Appena si allontana madre e figlia ridono, e Simona gioca ancora: ‘Sai, a qualcuna piace fare le cose a tre, quindi ci ha provato, si vede che le piaci”. ‘Oppure le piaci tu” replica Elisabetta. ‘Oppure le piacciamo tutte due, visto che ci somigliamo così tanto, e siamo due gocce d’acqua!’. E ridono ancora, divertendosi come non capitava da anni.
‘Allora, un ballo possiamo farlo, se no sembriamo due mummie. Poi andiamo’, propone la madre, e Simona si alza senza farsi pregare. Vanno alla pista dove diverse donne e ragazze stanno ballando, e cominciano a scatenarsi. Simona è sorpresa di come la madre sia abile nei balli di musica moderna, e di come sia sensuale nei movimenti. Si avvicinano l’una all’altra, giocano, si sfiorano, ammiccano, si mandano baci a distanza, prendono gusto a far credere di essere una coppia lesbo. E nessuna delle due può negare che la cosa non solo le diverte, ma le intriga anche un po’, anche se per gioco.
La serata finisce, è quasi l’una, e le due tornano all’auto e si dirigono a casa. In macchina continuano ad ascoltare disco dance e a muoversi ridendo.
‘Da anni non passavo una serata così, dobbiamo farlo più spesso’, confessa Elisabetta alla figlia. Una volta a casa Simona, appena entrata, accende lo stereo del salone e prende due birre dal frigo, arrivando nel salone ballando in maniera provocante e sensuale con le due bottiglie nelle mani. ‘Allora, me la sono meritata una borsa di Versace? Uhm?’, chiede scherzando alla madre. ‘Beh, vediamo, una borsa di Versace solo per un ballo e due drink? Ci devo pensare” scherza Elisabetta ballando anche lei e prendendo la birra dalle mani dalla figlia. ‘Un ballo e due drink? La serata non è finita” scherza anche Simona. ‘Ah, la mettiamo così eh?’ ride la madre, mentre le due brindano ballando, facendo cin cin con i colli delle bottiglie di birra.
Nessuna delle due se ne rende ancora conto, ma la serata le ha fatte andare su di giri come non accadeva da tempo. Entrambe bisex, entrambe eccitate dall’atmosfera trasgressiva del locale, entrambe vestite così sexy, entrambe disinibite e sempre pronte a nuove avventure nel mondo del sesso. Tutto l’insieme le ha rese vogliose e con tanta voglia di provocare e vedere fino a che punto l’altra ‘ci sta’. Senza un obiettivo preciso, solo la voglia di vedere fin dove vogliono arrivare.
‘E in genere ti regalano una borsa di Versace solo per una serata ballando e bevendo qualcosa insieme? Sei un po’ cara, Simona” gioca ancora la madre, e la figlia non è da meno: ‘Che fai, provochi? Di solito mi regalano anche molto di più dopo una serata, e ti garantisco che nessuna è mai rimasta delusa, anzi. Me lo saprai dire domattina, ok? Affare fatto?’. Elisabetta esita un attimo, sanno che stanno giocando, il gioco si fa più pesante ma anche più intrigante, ed alza la posta solo per vedere la reazione di sua figlia: ‘Affare fatto!’. ‘Bene tesoro, non te pentirai” risponde d’istinto Simona con un sorriso ambiguo, continuando a ballare in modo seduttivo.
Il fatto che la figlia l’abbia chiamata ‘tesoro’, cosa mai successa prima, turba un po’ la mente di Elisabetta, consapevole che stanno giocando ma allo stesso tempo conscia che stanno andando molto in là. Ma non vuole fermare il gioco, non ora. E provoca anche lei: ‘E dimmi un po’, a te piace più sedurre una donna o essere sedotta?’. Elisabetta non crede a se stessa nel porre una domanda così diretta a sua figlia Simona, ma entrambe continuano ad autoconvincersi che è nulla più che un gioco. ‘A me piace sedurre una donna, e a te?’, afferma rilanciando la palla alla madre, che ammette: ‘A me’ a me da una donna piace essere sedotta’.
Simona decide di superare una piccola linea di confine, provocazione per provocazione, vuol fare vedere alla madre che sa il fatto suo. Sussurra con malizia ‘Vedi, allora siamo perfette insieme” e si avvicina a Elisabetta ballando sensualmente, le cinge i fianchi con un braccio e comincia a ballare strofinandosi addosso a lei, fianchi contro fianchi, seno contro seno, con le gambe senza calze che si sfiorano e si toccano.
Simona guarda negli occhi la madre con uno sguardo di sfida, e Elisabetta non abbassa gli occhi, la sfida anche lei continuando a ballare strusciandosi una con l’altra.
E’ troppo quello che stanno facendo, ora finalmente lo capiscono tutte due, per la prima volta. Ma nessuna delle due si ferma o dice nulla, pensando che sarà l’altra a farlo prima o poi. Il ballo si fa più ardito, i seni si toccano e si sfregano, così come le cosce, i fianchi. Poi Simona inaspettatamente si stacca. In parte Elisabetta è sollevata, sapendo che stavano andando troppo oltre, ma il sollievo dura appena un attimo perché la figlia la spinge gentilmente con una mano verso il divano, facendola sedere, e continua a ballarle davanti. Stavolta, dopo un paio di minuti, comincia a spogliarsi, uno dei più erotici strip-tease mai visti.
Muove i capelli ondeggiandoli, mentre si sbottona completamente la camicetta e la tira fuori dalla minigonna, sbottona i polsini sempre guardando la madre negli occhi, poi la toglie e la lancia in un angolo, e subito dopo abbassa la zip della minigonna, la spinge giù e la calcia via. Ora Simona sta ballando, con il suo corpo perfetto di 21enne, con un reggiseno e un perizoma di pizzo nero, e dei sandali in pelle argentata con tacco 12. Un girocollo d’oro. Nient’altro.
Elisabetta si sente il cuore in gola, comincia a pensare a mille all’ora: ‘Cazzo, cosa stiamo facendo, perché non la fermo? Io sono la mamma, e sono qui a guardarla e mi eccito pure. Non posso essere così malata, devo fermarla, il gioco è andato avanti abbastanza”. Ma i pensieri di buona madre impattano con la sua fica, che comincia a bagnarsi e rivela a lei stessa la sua perversione e la sua voglia di andare avanti, costi quel che costi. E che anche Simona sia eccitata non c’è bisogno di molto per capirlo, da come balla e da quello che sta facendo, soprattutto ora che si gira, dimena i fianchi offrendo alla vista della madre il suo culo e la sua schiena, e sbottona il reggiseno, togliendolo e lanciandolo via. Poi si gira, e la madre vede i suoi seni oramai adulti, che non vedeva nudi da qualche anno, con i capezzoli più che turgidi.
Ora Simona, seguendo il ritmo della musica, si muove vicino alla madre e le balla davanti a mezzo metro. Il cuore di Elisabetta sembra esploderle nel petto. Ed anche il cervello. Non capisce più nulla. Giusto, sbagliato, tutto si mescola nella sua testa, fino a quando Simona si volta di nuovo di schiena, spinge giù anche il perizoma, e poi gira su se stessa mostrando alla madre, senza nessuna vergogna, la sua fica con un ciuffetto di peli sul pube. Continua a ballare scatenata, sempre più erotica, e con una mano comincia a toccarsi la fica, prima timidamente, appena una carezza veloce, poi più a lungo, e ostentatamente. Elisabetta forse non se ne rende conto, o forse sì, ma anche la sua mano tremante si muove verso la sua fica, sotto la gonna. Stanno impazzendo di eccitazione entrambe, la figlia che balla nuda davanti alla madre seducendola, la madre che comincia a masturbarsi di fronte a questa scena depravata.
Simona si avvicina ancora, afferra la madre per la camicetta con una mano e la tira verso di sé, dicendo seria: ‘Me la guadagnerò la borsa di Versace, vedrai tesoro. E sarà un piacere”. Elisabetta si alza, eccitandosi ancora di più al sentirsi chiamare ‘tesoro’ in quel modo svergognato da sua figlia.
Simona le prende la mano, le prende le dita visibilmente umide di fica, indice e medio della mano destra, e guardandola negli occhi se le porta in bocca e le succhia. Dopo averle ripulite dagli umori della madre si avvicina alla bocca di Elisabetta e bisbiglia prima di baciarla: ‘Vuoi sentire di cosa sai?’. Le labbra di Simona si posano su quelle di Elisabetta prima di lasciarle il tempo della risposta. L’odore della fica che esce dalla bocca di Simona è aspro e pungente.
Non sanno neppure loro come, ma iniziano a baciarsi freneticamente, passandosi le mani tra i capelli, intrecciando le lingue, miagolando come due gatte in calore. I vestiti di Elisabetta volano via in un attimo sotto le mani della figlia. In un paio di minuti sono entrambe nude, solo con i sandali con tacco a spillo, avvinghiate, baciandosi nel mezzo del salone. La mano di Simona sfiora la fica della madre, e sente che è un lago.
‘Dio mio, non ti fermare’ Siamo delle pazze ma non ti fermare’, geme la madre quando le dita di Simona cominciano a carezzarle il clitoride. Hanno perso ogni controllo, sanno cosa stanno facendo e lo vogliono fare fino alla fine.
Simona stuzzicandola le sussurra nell’orecchio, mentre le lecca il collo e la masturba con le dita: ‘Avevi proprio voglia di scoparti una ragazza ieri, eh? Si sente’ Avevo voglia anch’io. Potevamo scopare ieri invece di aspettare fino a stasera, se non ti mettevi a fare tutti quei moralismi materni del cazzo”.
‘Continua, non ti fermare” sono le uniche parole che escono dalla bocca di Elisabetta, persa nel piacere e nella depravazione e scioccata nello scoprire il livello di perversione di sua figlia Simona.
‘In fondo l’incesto è una cosa che mi ha sempre eccitato, non avrei mai pensato di scoparmi mia madre, devo ringraziare Eliana che ti ha portato al locale” sussurra ancora Simona nell’orecchio della madre, che stavolta si lascia andare: ‘Anch’io non avrei mai pensato di scoparmi mia figlia, ma ora non voglio fermarmi per nessun motivo al mondo”.
Si muovono lentamente verso il divano, si stendono, si baciano, cominciano a masturbarsi a vicenda, poi Simona scende sul corpo della madre fino ad arrivare alla fica, a leccarla, a succhiarle il clitoride. Dopo poco Elisabetta ricambia il favore alla figlia, leccandola a lungo, fino a quando le due non prendono posizione per un 69 sul divano, leccandosi e gemendo fino ad un orgasmo che le devasta e le lascia letteralmente senza fiato. Elisabetta è ancora mentalmente scioccata nel razionalizzare quello che hanno fatto, quando Simona si stende a fianco a lei sul divano, le sorride e le chiede ancora con un po’ di fiatone: ‘Allora, me la sono meritata la borsa?’. Anche Elisabetta sorride: ‘Non avrei mai pensato che sarebbe stato così. Mai. Se me lo avessero detto avrei pensato a una cosa disgustosa. Invece il fatto che sei mia figlia mi fa impazzire di piacere’.
‘E il fatto che tu sia mia madre, guardarti negli occhi mentre scopiamo, mi fulmina letteralmente il cervello’ L’ho capito stasera quando eravamo al locale che sarebbe finita così”. Da oggi, da stanotte, Elisabetta e Simona avranno chiaro che il piacere perverso dell’incesto ha preso pienamente il controllo dei loro sensi, e non torneranno più indietro.

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