Skip to main content
Racconti Erotici LesboRacconti erotici sull'Incesto

Madre e figlia online

By 9 Maggio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Cominciai a entrare nelle chat un anno fa, prima occasionalmente, poi a mano a mano più frequentemente, fino a quando ne avevo trovate un paio dedicate a ragazze e donne in cerca di partner dello stesso sesso. Il pc era nella mia stanza, lo usavo principalmente per lo studio, l’ultimo anno di università, giurisprudenza. Ma come tutte le ragazze della mia età, a 24 anni, navigavo spesso e mi divertivo anche a scoprire siti un po’ particolari e pruriginosi, e in più la mia natura fortemente bisex ha fatto il resto. Ho trovato diverse donne in chat, con cui abbiamo dialogato a lungo, anche per delle ore, dandoci appuntamenti online e scambiandoci i particolari più intimi e le esperienze più private. Una di queste mi colpì particolarmente, anche se non avrei mai immaginato che quell’incontro sul web avrebbe per sempre cambiato la mia vita, anzi sarebbe stato il più forte cambiamento di tutta la mia esistenza. Non avrei mai immaginato che stavo chattando con mia madre.
Una sera dopo cena, entrata in chat, trovo un nick particolare, sedotta1998. Mi incuriosisce l’anno, troppo recente per essere l’anno di nascita, così iniziamo a parlarci, io con il mio solito nick floreale.

Petalodirosa24: ciao sedotta1998
Sedotta1998: ciao!
Petalodirosa24: immagino che tu non abbia 10 anni’
Sedotta1998: ehi, magari, ne ho più di quattro volte tanti!!!
Petalodirosa24: parliamo un po’ in pvt?
Sedotta1998: certo

Clicchiamo sui rispettivi nick e passiamo alla finestra privata. Cominciamo a raccontarci di noi, ovviamente senza fare nomi e riferimenti, salvo la città dove abitiamo entrambe, Milano. Lei è una quarantenne e l’anno si riferisce ad un episodio in cui fu sedotta per la prima volta da una ragazza, dieci anni or sono, che le ha fatto scoprire il piacere del sesso tutto al femminile, cosa che il matrimonio non era riuscito a darle. Le ho confidato che anche io, nonostante abbia un fidanzato, sono molto attratta dalle donne, e ho avuto diverse esperienze di questo tipo, l’ultima l’anno scorso, sebbene tutte con ragazze della mia età.
Continuiamo a parlarci per giorni, la sera ci diamo degli appuntamenti e ci colleghiamo, a volte per una o due ore, e la confidenza diviene tale che cominciamo a parlare esplicitamente di sesso, a dire che ci toccheremmo, che andremmo anche oltre. Lei dice che vorrebbe baciarmi e così io, e passo dopo passo, giorno dopo giorno, si crea un legame sensuale e una indiscutibile eccitazione ogni volta che vediamo l’altro nick sullo schermo.
Devo dire che comincio a pensare a lei spesso nella giornata, studiando, cenando con i miei, e non vedo l’ora di essere sola al pc per passare un po’ di tempo a parlarle, fino al giorno in cui ammettiamo entrambe di masturbarci a vicenda quando parliamo di sesso. Ormai lo facciamo con estrema apertura, fino ad una sera in cui non so bene chi inizia, ma finiamo per proporci un incontro vero, reale.

Petalodirosa24: e sì, immagina se ci vedessimo come ci salteremmo addosso entro due minuti
Sedotta1998: facciamo un minuto? :-)
Petalodi rosa24: non scherzo sai, davvero ho una voglia di baciarti e di toccarsi sul serio, non solo qui in chat
Sedotta1998: poi stiamo tutte e due a milano, non sarebbe difficile, eh?
Petalodirosa24: non lo dire ancora se no mi vesto e ti raggiungo stasera stessa!
Sedotta1998: stasera la vedo dura, sono nello studio e mio marito mi aspetta a letto, magari nei prossimi giorni però’
Petalodirosa24: scherzi o dici sul serio? guarda che accetto
Sedotta1998: pensi che scherzo? dai fissiamo allora, va bene giovedì pomeriggio
Petalodirosa24: pomeriggio o sera?
Sedotta1998: guarda, facciamo pomeriggio verso le 16, così dico a casa che ho un impegno di lavoro, se vuoi c’è un albergo molto bello in centro dove sono sempre per le riunioni, il four season, prenoto una stanza lì e ti aspetto
Petalodirosa24: e se sei un uomo cosa faccio? dammi prima il tuo cellulare
Sedotta1998: se sono un uomo te ne vai, sei in un albergo nel pieno centro di milano nel pomeriggio, non c’è bisogno neppure che entri nella stanza, scusa ma il telefonino in chat proprio non me la sento di metterlo
Petalodirosa24: ok ma come faccio a trovarti? la stanza?
Sedotta1998: domani sera ti dico il numero di camera, me lo faccio dare con la prenotazione così siamo tranquille, sicura che ti va di vedermi o mi dai buca?
Petalodirosa24: ti vedrei già stasera, parola

Passano i due giorni, ed io non faccio altro che pensare all’incontro, mi tocco e mi masturbo in continuazione, fino a giovedì mattina quando esco per l’università portandomi dietro le cose per cambiarmi in un borsone sperando che mia madre non se ne accorga. La saluto: ‘Mamma, vado all’università, pomeriggio ho un seminario ma torno prima di cena sicuramente’, e lei risponde: ‘Ok, ci vediamo a cena’.
Dopo pranzo vado nel bagno dell’università e mi cambio, tolgo la maglia, i jeans e gli stivaletti, sotto ho il perizoma di pizzo nero, mi tolgo il reggiseno e mi infilo il vestito che tenevo ripiegato nel borsone. E’ un vestito corto sulla coscia, rosso scuro e a tessuto pieghettato, che lascia mezza schiena nuda e si allaccia intorno al collo, lasciando le braccia nude e una profonda scollatura in mezzo al seno. Mi sciolgo i lunghi capelli castani. Mi guardo un po’ preoccupata di apparire troppo ‘da sera’ alle quattro di pomeriggio, ma d’altra parte avevo promesso che sarei stata sexy. Mi tolgo le calze, e indosso le scarpe nere, tacchi a spillo da 10 cm, molto scollate. Metto il cappotto per uscire, e mi avvio all’hotel con la mia smart.
Lì nel frattempo è arrivata, anche se io non lo so, mia madre Maria Elena, 44 anni perfettamente portati anche grazie alla palestra, un fisico da trentenne, elegante e molto femminile. E’ già nella stanza dopo lunghi preparativi a casa, ceretta, smalto sulle unghie di mani e piedi, lunghi capelli vaporosi sulla schiena. Ha scelto anche lei di essere sexy, ha un tailleur gessato nero con gonna molto corta, giacca sbottonata sopra una camicetta crema, reggiseno e mutandine di pizzo, anche lei senza calze e con dei tacchi a spillo da 11 cm con laccetto intorno alla caviglia, molto provocanti.
Arrivo puntale, entro al Four Season, vedo gli ascensori, salgo e devo dire che mi sento davvero il cuore in gola. Ho lasciato il cappotto in macchina e sono entrata dal garage, ma sono un po’ imbarazzata a camminare con un vestito così corto ed esposto dentro i corridoi di un albergo. Anche lei è nervosissima, ma io non posso rendermene conto. Fino a quando vedo la stanza, 2364. Sento solo silenzio, mi faccio coraggio, e ce ne vuole tanto, e busso tre volte come d’accordo. Mi apre. Entrambe restiamo di sasso, ci guardiamo con la bocca aperta finché lei non balbetta il mio nome: ‘Tiziana, cosa’ cosa fai qui”. Non so come ma riesco a rispondere: ‘Mamma, la stessa cosa che fai tu’ Cristo santo, cosa abbiamo combinato’ fammi entrare’.
Entro e chiudiamo la porta dietro di noi, un imbarazzo così non c’è mai stato tra me e lei, cominciamo a ricordare in silenzio tutto quello che abbiamo fatto e detto chattando. Mi siedo vicino a lei sul divano, e solo ora notiamo come ci siamo vestite, e questo non fa altro che accrescere la vergogna. Noto quanto è corta la sua gonna, le sue scarpe, la camicetta sbottonata che lascia chiaramente vedere il reggiseno di pizzo. Provo a rompere il ghiaccio: ‘Scusa, come potevo immaginare chi eri’ è tutto così imbarazzante, scusami tanto mamma’. Ma anche lei si rende conto di non essere nella posizione di riprendermi: ‘Scusa tu, alla mia età fare queste cose, sentivo che poteva succedere qualcosa, che vergogna Tiziana, che vergogna”.
Continuiamo a parlare, l’atmosfera è pesantissima, entrambe imbarazzate, entrambe reduci da un’eccitazione che fino a mezz’ora fa ci aveva fatto pensare di saltarci addosso appena ci saremmo viste. L’eccitazione erotica resta, e l’imbarazzo pure. Sento il profumo intenso che emana mia madre, qualcosa di fresco. Noto i particolari, la sua collana di perle, vedo che si è fatta la ceretta e le unghie, e lei nota lo stesso su di me.
Lei guarda la bottiglia di champagne nel secchiello col ghiaccio, sorride per la prima volta: ‘Pensa che abbiamo detto che non avremmo avuto neanche il tempo di aprirlo. Ora lo lasciamo qui”. Sorrido, anch’io per la prima volta, allungo il braccio, prendo la bottiglia e la apro quasi a scusarmi: ‘Tanto è già pagato, almeno ne beviamo un bicchiere prima di andare, ok?’. Lei annuisce.
Dopo aver bevuto quasi tutta la bottiglia però, passata un’altra buona mezz’ora, senza aver mangiato nulla, cominciamo a sentirci piuttosto brille. Ricordiamo le ultime volte in chat. E chissà perché le chiedo: ‘Quindi tu sei venuta qui direttamente con l’idea di fare sesso con me?’. Lei arrossisce e risponde: ‘Sì, no, voglio dire, non con l’idea di fare sesso con te Tiziana, con la ragazza che ci sarebbe stata. Mica tu sei venuta qui con l’idea di fare sesso con me, no?’. Ora arrossisco io, pensando per un attimo dove vogliamo arrivare.
Non avendo risposto, mia madre mi chiede ancora la stessa cosa. Una domanda strana, senza senso, di cui dovrebbe già conoscere la risposta: ‘No? Mica sei venuta quindi pensando che venivi a fare sesso con me?’. Devo rispondere, ma mi sento ora più confusa che mai: ‘Ma come potevo sapere che eri tu, beh, comunque anche io dicevo la verità quando promettevo che ti sarei saltata addosso dopo due minuti, cioè, alla donna che avrei trovato in questa stanza’.
Cominciamo a farci paura a vicenda, non ho mai visto mia madre così, e lei non ha mai visto me in questo stato. Si capisce lontano un miglio che la nostra confusione mentale non è solo dovuta alla bottiglia di champagne che abbiamo bevuto digiune. E si capisce lontano un miglio che il nostro imbarazzo non deriva solo da quello che è successo nei giorni scorsi in chat, ma dall’eccitazione e dal risveglio sessuale che ci pervade ora, qui, entrambe. C’è amore tra di noi, intesa, un grandissimo legame, ma anche eccitazione e voglia di trasgressione.
Come può essere vero? Continuiamo la conversazione dallo stesso punto, e l’effetto dello champagne è ora totale, è quasi un’ora e mezzo che siamo qui, sedute vicine sul divano, e nessuna delle due capisce più nulla, come sia possibile essere sessualmente eccitate essendo io la figlia e lei, mia madre, la persona con cui vivo da 24 anni. Lei riprende sorridendo dopo la mia risposta: ‘Certo che tornare a casa ora, dopo tutto quello che abbiamo fatto per prepararci”.
Lo dice scherzosa, forse neanche tanto, forse annebbiata dall’alcol, forse senza pensarci sopra. E io più confusa di lei le rispondo, anche perché mi rendo conto di aver pensato la stessa cosa: ‘Beh, lo champagne lo abbiamo finito, se vuoi posso darti un bacio così facciamo finta che non abbiamo sprecato un pomeriggio’.
Non sto parlando di un bacio innocente tra madre e figlia. Chattando abbiamo parlato molto di baci, e ci siamo confessate che per entrambe il bacio è una delle cose più eccitanti, tanto da prometterci che ci saremmo subito date un bacio non appena viste.
Dopo le mie parole arrossiamo entrambe. Provo a giustificarmi: ‘Ricordi, beh’ un bacio solo, così non abbiamo perso tutto il tempo per niente’ se ti va eh’ era giusto perché’ così, come dicevi tu”. Mi rendo conto di parlare con incertezza, quasi balbettando. Non riesco a credere a me stessa, cosa mi succede? Ho voglia di sedurre mia madre, ho voglia di fare l’amore con lei, di baciarla, di accarezzarla, di sentire il suo corpo fondersi con il mio. Non ho mai avuto tanta confusione in testa, il mio cuore batte a mille ma voglio andare fino in fondo. So che questo potrebbe cambiare tutta la mia vita, il mio rapporto con mia madre, la nostra vita familiare, sono consapevole di cosa voglia dire per una figlia sedurre la propria madre, farci l’amore, e accetto di alzare la posta. ‘Comunque vedi tu, mamma. A me, se proprio devo dirlo, un bacio farebbe piacere, poi possiamo tornare a case, vedi tu”.
La risposta arriva indiretta: ‘Non è che complichiamo le cose? Mi sento così ubriaca’ Che facciamo, ci diamo un bacio veloce e andiamo, e da stasera in poi si dimentica tutto?’.
Non posso crederci che sia vero, io e mia madre stiamo parlando di baciarci, qui, in albergo, entrambe vestite e truccate una più sexy dell’altra, entrambe eccitate e ubriache. Ma in fondo cosa può essere, anche lei ha detto che dopo dimentichiamo tutto. Cerco di trovare forza e giustificazione nelle sue parole, nelle parole di una madre. Entrambe stiamo lottando contro noi stesse, anche con l’effetto dell’alcol non è semplice accettare questa nuova intimità, l’idea di varcare una soglia tabù e baciare mia madre come avrei baciato la donna della chat, e per lei baciare sua figlia ventiquattrenne, la sua Tiziana.
Mi avvicino, la guardo, tremiamo entrambe, sorridiamo appena me la tensione è indescrivibile, bisbiglio avvicinando la mia faccia alla sua e prendendole la vita con le mani per avvicinarla: ‘Dai, un bacio veloce così andiamo”. E lei subito, a giustificarci entrambe con noi stesse: ‘Sì, poi andiamo subito”.
Le labbra si sfiorano, un primo bacio, un altro, fino a baciarci mordicchiando le labbra dell’altra. Sento le sue mani cingere la mia vita come io faccio con lei. Il gioco è pericoloso, siamo su un crinale, le labbra continuano a baciarsi ma quando, per un incidente, le lingue si toccano apriamo entrambe la bocca ed iniziamo un lunghissimo bacio duellando con le lingue, ci avviciniamo, i seni si toccano, cominciamo a respirare velocemente e ci baciamo con una passione inaudita, come due amanti. Ormai è incesto, non è più solo un bacio, ma nessuna delle due riesce a fermarsi. Nessuna delle due vuole fermarsi.
Respiriamo quasi ansimando. Cominciamo a spogliarci a vicenda, la sua giacca, la sua camicetta, il nodo del mio vestito, restiamo lei in reggiseno e mutandine, io solo in perizoma, senza smettere mai di baciarci. Le sue mani carezzano sessualmente il mio seno, mentre ci baciamo ancora e le slaccio il suo reggiseno, toccando i suoi capezzoli turgidi per la prima volta da quando ero una bambina. Glieli bacio, glieli succhio come non facevo da 24 anni, lei sente il piercing della mia lingua battere su e giù sul capezzolo.
Non ci rendiamo conto di nulla, è come in un sogno, ci togliamo anche le mutandine, e le scarpe, siamo nude sull’enorme divano di pelle, ci sdraiamo baciandoci, esplorando i nostri corpi con le mani. Ci guardiamo negli occhi fissamente, vorremmo dire quello che sentiamo ma abbiamo vergogna, pensiamo all’incesto guardandoci ma non troviamo il coraggio di dirlo apertamente.
Ora è lei a succhiare i miei capezzoli e a leccarli, mentre la guardo come ipnotizzata afferrandole i capelli e tendendole la testa con la mia mano. Ci baciamo ancora, a lungo. Le bacio il collo, poi scendo sul suo corpo, le bacio l’ombelico, la pancia, e infine arrivo al frutto più gustoso. Mia madre è bagnata fradicia, quando comincio a leccarle la fica e succhiarle il clitoride nella mia bocca. Chiude gli occhi, ansima, geme di piacere, ma non voglio farla venire così, risalgo baciando il suo corpo.
Ci guardiamo, mi giro sul divano e lei immediatamente scende ancora sul mio seno con la sua bocca, e via via giù fino alle mie cosce. Mi bacia l’interno delle gambe, finché sento la sua lingua toccare la mia fica che sembra esplodere. Dopo un paio di minuti la fermo gemendo: ‘Basta, non voglio venire così, voglio venire guardandoti negli occhi’.
Ci stendiamo una vicino all’altra. Le nostre mani carezzano a vicenda il clitoride, lei massaggia il mio e io il suo, dolcemente e appassionatamente, ci guardiamo fisse negli occhi, la depravazione nei nostri sguardi, sento il suo corpo fremere, tremare, le nostre fiche bagnatissime, fino a venire insieme, un orgasmo fortissimo e che ci scuote per intero.
Collassiamo sul divano e abbiamo bisogno di due o tre minuti per riprenderci, non solo perché siamo senza fiato. Siamo fisicamente ma soprattutto mentalmente esauste.
Alzo io per prima la testa, ci guardiamo, lei sussurra: ‘Titty, questo è stato, era’ Dio mio, sai cosa abbiamo fatto io e te oggi pomeriggio?’. La guardo, siamo molto serie ma al tempo stesso decise, le rispondo annuendo: ‘Lo so, non pensavo che sarebbe mai successo a me, cioè, era un tabù impensabile per me, invece è stata la volta più intensa tra tutte quelle in cui ho fatto l’amore’. Lei osa di più: ‘E pensi che’ voglio dire’ l’abbiamo sentita così forte perché era un tabù?’. Nessuna delle due ha il coraggio di usare la parola incesto, nessuna delle due ha il coraggio di farlo per prima. Non oggi, non questa volta. Le rispondo: ‘Io’ io’ non so, penso di sì però, l’idea che tu sia mia madre’ non so come dirlo’ mi ha fatto scattare un qualcosa nel cervello sin da quando ci siamo ritrovate qui in questa stanza’.
Siamo ancora abbracciate, sudate, lei mi sposta i capelli dal viso e dice: ‘Non dirlo, non ora, sappiamo cos’è e dove siamo finite, ma è stata la cosa più bella della mia vita’. ‘Mamma” le rispondo e la bacio, chiudiamo gli occhi e ci baciamo ancora, più dolcemente, come meno lingua ma con un brivido che ci scuote ancora nella consapevolezza che abbiamo aperto una porta, quella del piacere del’incesto tra madre e figlia, che non potremo e non vorremo più chiudere.

Leave a Reply