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Racconti erotici sull'Incesto

MARIA

By 8 Aprile 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Capitolo I’:

‘Beh? Cosa mi racconti della tua tresca con la mamma?’
La domanda mi arrivò come un cazzotto alla bocca dello stomaco, sia per l’argomento che
affrontava, ma anche per il tono canzonatorio con cui mi era posta e per la persona che me la stava
facendo: mia sorella Maria.
Ma andiamo con ordine: una quindicina di giorni fa, verso la metà di settembre, i miei genitori
erano partiti per una vacanza alle terme (Ischia). A casa rimanevamo io e mia sorella maggiore,
Maria, rientrata all’inizio del mese da uno stage in USA. Maria, 21 anni, studentessa modello,
sempre prima della classe, la preferita di mio padre; alta 1,65 cm, castana, occhi castani; ben fatta,
taglia 46, con un seno abbondante e due gambe notevoli, ma non avevo quasi mai fatta molta
attenzione al suo aspetto femminile. Vivevamo le nostre vite senza particolari contatti e la sua
assenza per l’università non aveva migliorato questo aspetto.
I miei erano partiti da una mezz’ora. Stavo in camera mia a fare nulla, a giocare ad un videogioco.
Maria era entrata silenziosamente, scalza, in camera e si era comodamente seduta a gambe
incrociate sul mio letto, indossando una comoda t-shirt bianca di un paio di taglie superiori alla sua,
che arrivava a coprire a stento la metà delle coscie. Faceva ancora un discreto caldo in quel primo
pomeriggio di settembre.
Dopo un breve silenzio, quasi ignorandomi, buttò là per caso la domanda fatidica:
‘Beh? Cosa mi racconti della tua tresca con la mamma?’
Trasalii, mi confusi, quasi mi cadde il joy-stick dalle mani: ero sicuro che ignorasse tutto e poi io e
la mamma avevamo cercato di stare attenti a non scoprirci, scegliendo per noi luoghi e momenti
tranquilli.
‘Eeeh’.che ti devo dire’.. Tutto normale’.’ Cercai di tergiversare, fingendo di essere impegnato
nel videogioco.
‘Mimmo, guarda che non sono mica scema! Già mi ero accorta tornando a casa che la mamma era
cambiata: allegra, sorridente, soddisfatta e realizzata. Taglio dei capelli moderno. Gambe, ascelle e
inguine accuratamente depilati. Gonne sopra il ginocchio e tacchi alti in ogni momento. Reggiseni e
mutandine sexy. Insomma era un’altra donna, molto più felice e piacevole. E poi quell’aria
soddisfatta e appagata’. Una donna di certe cose se ne accorge e, insomma, mi sono convinta che
si fosse fatta un’amante. Gliel’ho anche chiesto, ma ha divagato con un sorriso enigmatico e non mi
ha dato una risposta concreta. E poi, bada, la cosa mi stava molto bene: se il risultato era questo, se
lo meritava. E poi nostro padre non credo che sia sempre stato un santarellino! Tutto mi quadrava,
dunque, fino all’altro pomeriggio, quando sono tornata prima del previsto e ho visto la mamma che
fuggiva fuori dalla tua camera, nuda, per chiudersi in bagno. Dopo poco sei comparso tu, arruffato e
stravolto, mentre lei era un po’ imbarazzata e con il viso arrossato. Due più due fa quattro e quindi
tombola!: non solo la mamma aveva un amante, ma questo amante era mio fratello! Allora, è così o
no?’ mi incalzò, parlando con voce calma e rilassata.
‘insomma’sai’ come posso dire’ in effetti qualche volta si creano delle circostanze’.’ Nel
panico cercavo di prendere tempo per ricucire una versione attendibile.
‘Non ci girare intorno! Guarda che non mi scandalizzo mica. Anzi se l’amante sei tu ‘perché sei
sicuramente tu!- è anche meglio, perché il risultato sulla mamma è decisamente positivo e quindi va
bene; e così, oltretutto, non corre i rischi di un estraneo: come dire’se le cose restano in casa è
meglio! Insomma hai fatto l’amore con la mamma?’
‘E va bene: sì, io e la mamma facciamo regolarmente l’amore, quando è possibile! E adesso che
cosa vuoi fare?’ ammisi con un senso di liberazione, ma avvertendo il timore che quella
ufficializzazione poteva comportare.
‘Nulla assolutamente, Mimmo! stai tranquillo! Te l’ho detto: io ne sono contenta, anzi felice, e non
me ne frega niente di tutto il resto. Stai sereno’..Piuttosto, ti mancherà per queste due settimane’
‘Eh sì, mi mancherà parecchio, ma che devo fare’.aspetterò’
‘Ma’., se vuoi,’. io potrei anche alleviare la tua attesa”.’ Pronunciò quella frase con uno
sguardo intenso, che non le avevo mai visto, carico di significati chiari, ma che non ero pronto a
recepire.
‘Non capisco: cosa intendi dire?’
‘Intendo dire che noi due’.io e te’..potremmo anche divertirci un po’ insieme’ se credi’
Ero esterrefatto: mia sorella mi stava proponendo di fare sesso dopo avermi detto che sapeva che io
ero l’amante di mia madre. Pazzesco!! Anche se inaspettata la cosa mi stava intrigando e qualche
cosa mi stava crescendo dentro ai pantaloncini. Cercai comunque di essere razionale e
‘Ma come facciamo, Maria. Non possiamo: siamo fratello e sorella. Come facciamo’
‘Il fatto che siamo fratelli non mi pare proprio un argomento che regga, non credi?’ mi rispose con
una risata divertita ‘ma forse non ti piaccio abbastanza’..non sono abbastanza bella.’
E pronunciando quelle parole si sollevò la t-shirt, sfilandosela dalla testa e apparendo
completamente nuda al mio sguardo, ad eccezione di un ridottissimo perizoma nero. Rimasi senza
fiato, a bocca aperta, strabuzzando gli occhi. Non avevo mai fatto molta attenzione (o meglio, quasi
mai) a Maria come femmina, ma quella che mi si era mostrata era una vera gnocca: spalle larghe,
due tette sode e sostenute, di una terza abbondante, con due capezzolini rosa rivolti all’insù. Pancia
piatta, con un grazioso ombelico profondo, due fianchi un po’ pronunciati che sostenevano i filetti
del perizoma in velo nero, attraverso il quale non si vedeva nemmeno l’ombra di un pelo. Gambe
ben tornite che terminavano in due piedini eleganti, curati, con le unghie laccate di smalto rosso
acceso.
Si era alzata in piedi e mi guardava con aria di sfida, ravviandosi i capelli mossi con entrambe le
braccia e accentuando così la curva perfetta del suo seno.
‘Cazzo, che fica che sei, sorellina!’ esclamai convinto ‘Ma un momento, non si può. Tu sei
fidanzata e tra nemmeno un mese ti devi sposare’ balbettai in un residuo di lucidità.
Maria intanto aveva fatto un paio di passi ed era vicinissima a me che sudavo copiosamente, per il
caldo e per la vicinanza di tutto quel ben di Dio.
‘E’ vero, tra un mese mi sposo ed ho promesso a Michele che sarei arrivata vergine al matrimonio.’
Disse con voce bassa, fissandomi negli occhi vicina ad un soffio dal mio viso. Parlando intanto
aveva appoggiato una mano sul mio pacco duro.
‘Ap’appunto ‘balbettai ormai in pieno marasma- lo vedi, non possiamo’
‘Io ho promesso di arrivare vergine al matrimonio e ho ferma intenzione di mantenere quello che ho
promesso. Ma non ho promesso di non divertirmi un po”. E credo ci sia modo di divertirsi lo
stesso, anche senza scopare fino in fondo. Non credi anche tu fratellino?’ continuando a
massaggiare il mio cazzo duro dentro i pantaloncini.
‘Beh, se dici così’. Se lo vuoi proprio’ qualcosina si può anche escogitare’
Allungai la mano a palpare quel seno perfetto che mi ballonzolava davanti sospinto dal suo respiro,
diventato corto durante il colloquio.
‘mmmmmh’ mi piace’. Ma dovrai avere molta pazienza e insegnarmi tutto. Sai non ho molta
esperienza’. Io sono vergine!’
‘Ok, sei vergine, ma avrai pure fatto qualche manovra nel passato, con Michele o con qualche altro
fortunato.’
‘No! Con gli uomini solo qualche bacio, un bel po’ di petting ed una mezza sega’ confessò
tranquilla.
Intanto il mio cazzo eretto allo spasimo era spuntato dal pantaloncino e adesso era tutto contenuto
nella sua calda mano. Fissando le sue labbra invitanti, le presi la mano e le indicai come
masturbarmi. Iniziò così un lento e sensuale va e vieni, mentre il suo respiro si era fatto più corto e a
tratti si inumidiva con la lingua le labbra carnose semiaperte. Le appoggiai una mano aperta a coppa
a raccogliere un suo seno, sodo ed elastico: avvertii sul palmo il capezzolo irrigidirsi e spingere
come un sassolino. Aveva inconsciamente aumentato il ritmo della sua mano che si andava
impiastricciando delle secrezioni che la gradevolissima sega induceva dal mio membro. Mentre
baciavo le sue labbra morbide e sorprendentemente fresche, strinsi dolcemente quel capezzolino,
strappandole un profondo sospiro.
‘Ti piace?’ le chiesi continuando a tormentare il suo seno.
‘Sì, molto’ sussurrò. Riavvicinai la mia bocca alle sue labbra. Chiuse gli occhi e si lasciò baciare
con le labbra dischiuse, inizialmente passiva, ma quando la mia lingua si intrufolò a cercare la sua,
venni accolto da un vortice di sensualità generato dalla sua totale e entusiastica partecipazione. Ci
staccammo dal bacio per prendere un po’ di respiro. Si abbandonò tra le mie braccia con tutto il suo
corpo
‘ E’ bello quello che mi stai facendo’ mi sussurrò strofinando il suo seno sodo sul torace: avvertivo
distintamente attraverso la t-shirt i suoi capezzolini duri ed eccitati.
‘E’ bello anche quello che tu facevi a me’ replicai indicando con un cenno della testa al mio cazzo
che sporgeva umido e eretto dai pantaloncini, orfano della sua dolce manina.
‘Spogliati, Mimmo, ti prego. Voglio vederti nudo’ mi chiese quasi con timidezza.
Non mi ci volle molto a sfilare la maglietta e il pantaloncino. Maria intanto si era appoggiata sul
materasso, semisdraiata, con le gambe giù dal letto.
‘Sei bello’ disse facendomi arrossire ‘è eccitante così depilato’ guardando il mio membro che
eretto oscillava per l’eccitazione. Mi avvicinai a lei e prendendo con due dita gli elastici del
perizoma
‘Anch’io voglio vederti nuda,’ completamente nuda’ le dissi iniziando a sfilare quel minuscolo
pezzetto di tessuto. Mi aiutò a toglierlo, ma rimase nella stessa posizione, a farsi guardare, quasi
timida aspettando il giudizio.
‘Sei proprio bbona, sorellina mia. Un vero splendore’
Le allargai dolcemente le ginocchia. Faceva resistenza.
‘No, Mimmo, non esagerare! Ti prego! Sono vergine’ mi ripetè in un sospiro indeciso
‘Lo so, me lo hai detto. Stai tranquilla, non ho intenzione di rompere la tua promessa penetrando in
te, anche se adesso lo desidero! Voglio solo guardarti e baciarti’.là. Michele non te lo ha mai
fatto?’ le chiesi
‘Michele no!’ rispose pronta. Poi titubante ”però lo ho già fatto!’ ammise.
‘Brava, porcellina, e con chi? Ti è piaciuto?’
‘Con la mia compagna di appartamento, a New York’
‘Ma brava, non sarai mica lesbica? Racconta’ mentre accarezzavo con lentezza l’interno cosce che
poco alla volta si lasciava dilatare. Piano piano potevo vedere estasiato la sua splendida vagina
apparire esposta tra le sue gambe, completamente depilata.
‘Eravamo tutte e due straniere, per la prima volta in america, spaesate e sole. Lei è somala, un paio
d’anni più grande di me. Ci siamo trovate subito in sintonia, per fortuna, e dopo un paio di
giorni’.una sera che eravamo un po’ tristi e un po’ sbronze’.lei era già esperta’..beh, l’abbiamo
fatto prima sul divano e poi abbiamo proseguito per tutta la notte a letto!’ racconta di getto con gli
occhi semichiusi, la testa abbandonata in dietro, il respiro sempre più corto e sospirante. Le gambe
ora sono aperte, disponibili. Le grandi labbra carnose e lisce, appena dischiuse, lasciano intravedere
il rosa cupo della vagina, lucida di secrezioni. In alto il clitoride, grosso come una falange del mio
mignolo, sembra un membro in miniatura, scuro e eretto, parzialmente coperto da un lembo di pelle
tenera e rosea. Sono rapito da tanta bellezza.
‘E ti è piaciuto?’ insisto con la voce roca dall’eccitazione e avvicinandomi col viso all’inguine di
Maria adesso indifeso
‘Sì! Molto! Lei è molto brava, mi ha fatto cose meravigliose con le mani e con la lingua’ e poi
con tutto il corpo. Aveva’ha un sapore dolcissimo la sua pelle e ‘.la sua vagina. Anch’io dopo un
po’ sono diventata bravina, sai! Lo facevamo quasi tutte le notti, e qualche volta anche di giorno. Ci
sentivamo molto meno sole’. Le ultime parole sono smozzicate. La sua eccitazione al ricordo è
evidente e esasperata, adesso che ha riaperto gli occhi, dal suo sentirsi nuda davanti a me e
completamente esposta. La sua mano destra scende lenta ma decisa tra le gambe ad accarezzare il
clitoride e a dilatare le grandi labbra: in un attimo la vedo contrarsi in un orgasmo potente che
scatena due o tre fiotti di secrezioni che le scolano fuori dalla vagina. E’ troppo! Mi impugno il
membro pulsante e inizio a masturbarmi con decisione fino ad alleviare in parte la eccitazione
eccezionale che quella splendida donna, mia sorella, mi sta provocando: erutto con un ruggito tre o
quattro fiotti abbondanti, cremosi, caldi, che le piovono sulla sua pancia, accolti dal suo gridolino di
sorpresa.
La breve pausa di calma che seguì non mi impedì di proseguire la esplorazione del suo splendido
corpo, disponibile e non sazio. Mi inginochiai tra le sue gambe e spinsi la testa fino al suo bacino, a
lambire con la lingua i contorni della sue grandi labbra e a penetrare dentro la vagina, lappando la
marea montante delle sue secrezioni dolci ed aspre nello stesso tempo. Maria si era sistemata con
esperienza, alzando le gambe aperte e appoggiandone una sulla mia spalla, in modo da facilitare la
mia operazione e da trarne il massimo godimento. Le sue mani, dolci ma decise, mi accarezzavano
la nuca e mi dirigevano verso i lidi che maggiormente accentuavano il suo godimento. Leccai così a
fondo la vagina, risalii fino ad incontrare il suo clitoride eretto che risucchiai interamente tra le
labbra e mordicchiai con dolcezza, con suo evidente piacere, testimoniato dal suo ansimare forte,
frammezzato da gemiti. Dopo un prolungato trattamento abbandonai temporaneamente il clitoride, e
dilatando le piccole labbra con due dita, leccai a fondo la fica sbrodolante sul fondo della quale si
vedeva chiaramente la membrana rosea dell’imene integro. Passai con la lingua su di lui,
scatenando un grido di piacere e le evidenti contrazioni della sua pancia piatta in un altro rapido
orgasmo. Accolsi con gusto la quantità di umori che sgorgarono dalla sua vagina, e scesi a leccare
lo spazio stretto e liscio che separava la vagina dall’ano, piccolo, roseo, grinzoso e tenero. Quando
la lingua lo raggiunse Maria ebbe un sussulto quasi ritraendosi, ma poi tornò a farsi baciare e
leccare anche il buchino, che si appiattiva sempre più, sotto i colpi della mia lingua.
A questo punto mi fermò, si sottrasse ai miei baci e guardandomi con gli occhi umidi e affamati
‘Basta! Ora tocca un po’ a te!’
Accompagnò la frase con un dolce bacio sulle mie labbra che sapevano intensamente di lei e mi
prese in mano il cazzo duro iniziando a segarmi. Mi distesi a fianco a lei. Maria scese a baciarmi
con dolcezza infinita l’asta, accompagnando i baci con leccatine dell’inguine e dell’asta dalla base
su su fino alla punta. Assaporò le secrezioni che già abbondanti lubrificavano il mio membro,
sollevò il volto a guardami e ‘Adesso guidami! E’ la prima volta, non l’ho mai fatto!’
‘Prendilo in bocca tra le labbra, succhialo come un gelato leccandolo e aiutati con il movimento
della mano’ l’istruii sommariamente mentre godevo delle sue calde labbra che avvolgevano
completamente la testa e parte del corpo del mio cazzo. Era inesperta, ma la sua bocca era davvero
spendida.
‘Ecco così, sei bravissima! Attenta solo con i denti, mi fai male’ ma lei era proprio portata per i
pompini e anche se inesperta mi stava conducendo verso il paradiso. In un’ultimo sprazzo di lasciva
lucidità, senza interrompere la sua superba opera, feci in modo che mi scavalcasse con le gambe e
mi portasse la sua fica all’altezza della bocca, in modo da raddoppiare per entrambi il piacere in un
paradisiaco 69. Sentii l’orgasmo salire dai reni su fino alla punta del cazzo, chiuso nella umida
grotta della sua bocca aspirante. Feci a tempo ad avvertirla ‘Stò per venire’ ottenendo in risposta
solo un indistinto mugolio che accompagnava il frenetico agitarsi del suo bacino sulla mia bocca:
venni in una serie infinita di fiotti successivi mentre Maria si abbandonava con tutto il corpo sul
mio viso, all’ennesimo orgasmo innondandomi di una cascata di umori dolcissimi.
Quando ci ritrovammo l’uno di fronte all’altro, ripulii con un dito un rivoletto di sperma che le era
scivolato fuori dalle labbra e la baciai teneramente sulla bocca. Maria mi accarezzò la fronte e gli
occhi ‘Sei tutto bagnato. E’ stato splendido, Mimmo, ho goduto così intensamente’. totalmente’.
‘Tu sei splendida, sorellina! Una donna splendida e caldissima. Credo che ci divertiremo un bel po’
noi due’.
Sorrise dolce, accoccolandosi languida tra le mie braccia, e ci addormentammo.

Continua

Il risveglio fu bellissimo. Aprii gli occhi. Era buio, solo una leggera luminosità filtrava dalla finestra schiarendo di una luce lunare la stanza. Guardai la sveglia: le 2 e 15. Solo allora mi ricordai del pomeriggio passato e scorsi a fianco a me il corpo abbandonato nel sonno di Maria, mia sorella. Mi misi a rimirare la bellezza delle curve di quella splendida donna che dormiva tranquilla vicino a me, abbracciata al cuscino, a pancia sotto, con una gamba stesa e l’altra ripiegata. La curva perfetta del suo sedere, il solco profondo che separava le due metà e terminava lasciando vedere la carnosità della vagina. Il mio cazzo eretto fin dal risveglio dava chiari segni di desiderio. Mi chinai a baciare i due glutei sodi, disturbando il sonno di Maria che mugolando si stese riunendo, ma non del tutto, le gambe. Che gambe stupende! La croce formata dal solco e dalle sue gambe mi attirava magnetica. Continuai a baciare il suo sedere, insinuando la lingua nel solco e nel centro della croce. Il profumo della vagina si faceva intenso man mano che la mia lingua si sforzava di penetrare più a fondo nel solco. Mugolando, questa volta di piacere, Maria allargò leggermente le gambe, permettendomi così di raggiungere e violare la sua vagina ottenendo il dolce premio delle sue secrezioni. Ma non era quello che cercavo: volevo assaggiare, in tutti i sensi, il suo culetto. Dilatai dolcemente con le mani i glutei e finalmente giunsi a lambire il fiorellino scuro del suo ano. Maria mi lasciava fare languida, muovendo il bacino verso di me, verso la mia lingua che avida leccava e inumidiva con abbondanza lo stretto orificio. La operazione conseguì dei discreti successi perché lentamente la mia lingua penetrò dentro il suo stretto canale, ottenendo dei mugolii di piacere via via più intensi. Maria intanto si era messa in ginocchio, spingendo il culo in alto e le gambe divaricate. Mi accorsi che una sua manina era scivolata ad accarezzare il clitoride e secrezioni di piacere scivolavano fuori dalla vagina inumidendole le gambe. Presi il mio cazzo eretto allo spasimo con la destra e iniziai a segarmi, mentre inumidivo con le sue secrezioni l’indice dell’altra mano. Appoggiai così l’indice all’orificio anale di Maria e spinsi: il dito penetrò per tutta la prima falange prima di venire bloccato dalla sua reazione.
“Cosa mi stai facendo?” mi chiese Maria con tono languido, ora perfettamente sveglia e leggermente sorpresa. Ma non si ritrasse.
“Stai tranquilla! Voglio solo farti godere”
Rilasciò lo sfintere e con lui il mio dito che così libero lentamente, molto lentamente, feci penetrare completamente nell’ano. Mi fermai un attimo, l’eccitazione che provavo in quella manovra era talmente elevata che rischiavo di venire nella mia mano: invece volevo ben altro! Anche a Maria tutta l’operazione non dispiaceva affatto: ansimava vistosamente sgrillettandosi il clitoride e movendo con decisione il suo culetto. Ora l’orificio non opponeva più alcuna resistenza alla penetrazione del mio dito, anche se avvertii che la lubrificazione non era ancora soddisfacente, soprattutto in previsione degli sviluppi successivi. Estrassi il dito con un lamento di delusione di Maria, che si voltò a guardarmi stupita e delusa per l’interruzione repentina del piacere che si apprestava a portare fino al culmine.
“Scusa, sorellina, ma vado a prendere qualcosa per lubrificarti meglio” le spiegai
“Ma non è necessario! Mi piace anche così. Rimettimelo dentro” protestò continuando lentamente a tormentare il clitoride
“Altrochè se è necessario! Vedrai dopo come sarà meglio!”
Presi il barattolo di crema dal comodino di mamma e tornai rapidamente da Maria che adesso supina, con le gambe aperte si accarezzava lasciva il culo e la fica con entrambe le mani.
“Girati, piccola, che ti penetro nel culo”
“Sì, ma solo con un dito!” obbedì, girandosi a riassumere la posizione di poc’anzi, col culo aperto e ben sporto in alto.
“Certo, con un dito…..per il momento, poi vedremo cosa ti piace” le risposi iniziando a spargere con abbondanza la crema sull’orificio ritornato grinzoso, ma che si appianava man mano che il massaggio proseguiva e la sua padroncina ricominciava a fare le fusa. La penetrazione questa volta risultò molto più facile e strappò a Maria un profondo lamento di godimento. Ora il mio dito frugava in fondo nello stretto canale anale, ma senza incontrare resistenze, ma generando piacere ad entrambi. Dopo un po’ di penetrazioni e rotazioni del dito provai a raddoppiare l’introduzione, ma anche due dita assieme penetravano in Maria con facilità. Mia sorella era ormai persa nella spirale di piacere che quella violazione le creava: un primo orgasmo era seguito all’introduzione del secondo dito, completo di grida e di incitazioni a entrare sempre più a fondo in lei. Ormai frugavo dentro al suo culetto aperto con decisione e a fondo.
“Dai, sììì….Dai, Mimmo, frugami…sì, così, così…a fondo….Mmmmmm….mi piace…. Sei fantastico con quella mano”
“Hai capito cosa succede tra poco?”
“Certo che l’ho capito! Mi vuoi inculare, vero? Sì, va bene, porco, lo voglio: sfondami il culo…..ma ti prego, ho paura….non farmi male!”
“Non potrei mai farti del male, sorellina” mentii eccitato all’idea di quello che stava per succedere.
“Segui quello che ti dico di fare e sarà bellissimo! Mettiti di fianco e apriti bene il culo” le ordinai subito obbedito. Era molto eccitante Maria, in un misto di desiderio depravato di farsi violare il culo, di timore che la penetrazione fosse dolorosa e di determinazione a varcare quella porta ormai socchiusa e oltre la quale poteva intuire vette di piacere elevate.
Appoggiai la punta del mio cazzo duro allo spasimo all’orificio vergine del suo ano ed iniziai a spingere con una pressione stabile, non violenta. Vidi il suo sfintere lentamente spalancarsi ed inghiottire cm dopo cm la grossa testa del mio cazzo. Sentivo la mia eccitazione avanzare dentro al cazzo ad ondate, ma mi costringevo a ricacciarla in dietro: venire ora sarebbe stato vanificare tutto quanto. No, volevo penetrare a fondo quello stupendo culo, renderlo disponibile per i giorni futuri.
“Ti fa male?” chiesi a Maria che in silenzio subiva la penetrazione
“No, non tanto”
“Ti piace?”
“Non lo so”
Spinsi il cazzo ancora qualche cm avanti: il suo culo sembrava cedere all’ingresso e la parte più grossa stava per superare lo sfintere
“Ahi. Fermo Ahi!, mi fai male! Fermo, Mimmo! Fermo… mi fa male!”
La morsa della contrazione dello sfintere e il grido di mia sorella mi costrinsero a fermare l’introduzione
“Tranquilla, piccola, rilassati! Vedrai che ora passa!” tentai di tranquillizzare Maria, ma tra le lacrime non mi ascoltava e cercava di sottrarsi alla penetrazione
“Non fare così…è peggio!” cercai di spiegarle inascoltato. Maria era ormai nel marasma: piangeva e più piangeva più serrava il culo e più sentiva male.
Un potente schiaffo sulla natica, seguito da un secondo servì a interrompere per un attimo la sua crisi. Stupefatta, shockata si azzittì e per un attimo rilasciò lo sfintere.
“brava, amore, così va bene! Adesso spingi come se dovessi andare di corpo” le sussurrai con dolcezza
Con la abbondante lubrificazione preventiva e la manovra di Maria il mio cazzo quasi di scatto scivolò completamente dentro l’intestino di mia sorella. Con uno sforzo sovrumano mi imposi di non iniziare subito a pompare, ma volevo che adesso anche lei si adattasse alla penetrazione e ricominciasse a godere. Accarezzai il seno di Maria, le baciai il collo, sussurrandole parole dolci. Quando mi accorsi che si stava rilassando e il suo respiro iniziava a farsi più corto, i capezzoli si fecero rigidi e impercettibilmente con il bacino si muoveva verso di me, scesi con la mano tra le sue gambe a cercare il clitoride.
“Ti fa male?”
“Adesso non più tanto”
Con il dito accarezzavo il suo clitoride grosso e teso, che asciutto all’inizio, andava via via ingrossandosi inumidito dalle secrezioni della sua vagina. Iniziai lentamente a stantuffare dentro il suo intestino. La pausa aveva in parte raffreddato anche la mia eccitazione e quindi avevo la possibilità di portare anche Maria all’orgasmo assieme a me. In effetti la sua eccitazione cresceva velocemente, tra i mugolii e i sospiri accoglieva le mie spinte sempre più veloci e profonde finchè
“Ohhhhhh sì, dai Mimmo, sfondami tutta……sì, così…così fammi venire così… è bellissimooooo”
Con uno scatto indietro dei suoi reni si prese tutto il mio cazzo fino a fare sbattere i coglioni sul suo culo dilatato e venne contraendosi tutta e gridando. Era meraviglioso e finalmente lasciai andare anche il mio orgasmo e le inondai l’intestino con una quantità di sbora bollente. Tanta era l’eccitazione che non smettevo più di eruttare dentro di lei e ad ogni nuovo fiotto Maria si contraeva in successive riprese orgasmiche. Terminato di venire rimasi così, infilato dentro al culo di Maria che si contraeva aritmicamente contro il mio cazzo mentre lentamente cominciava a ritrarsi. Aspettai godendo fino a che non scivolò fuori. Maria giaceva sfinita e rilassata. Riceveva passiva con piacere le carezze che le facevo su tutto lo splendido corpo. Si voltò a guardarmi con gli occhi ancora velati di una lacrima, ma sorridendo “Mi hai fatto male, bastardo!…..ma non avevo mai goduto così tanto! Lasciami ora, devo correre in bagno!”
Quando ritornò da me, dopo un bel po’ di tempo, sorrideva serena camminando nuda ed eccitante. Si gettò letteralmente su di me in un bacio tenero e profondo “Credevo mi avessi sventrata, là dietro, ma ho controllato ed è tutto come prima….solo un po’ arrossato” “Sei fantastica, sorellina, con un culo delizioso! Scusa se ti ho fatto un po’ male, ma non avevo alternative e non volevo privarti, e privarmi, di un godimento così forte. Le prossime volte andrà molto meglio, vedrai” “Le volte prossime? Passerà un bel po’ di tempo prima che te lo faccia provare di nuovo! Ancora mi brucia!” Sbadigliava dal sonno ed io con lei. “Però devo ammettere che è stato bello, dopo.” La abbracciai e le sussurrai “staremo a vedere! Buona notte”
La mattina dopo mi risvegliò la sua voce dolce che mi chiamava e il profumo del caffè “Sarà ora che ti svegli, dormiglione? Sono le 10 passate, sono stufa di stare da sola!” Aprii gli occhi, un raggio di sole filtrava dalla finestra semiaperta e illuminava il vero sole: una splendida femmina, vestita -si fa per dire- appena di un perizoma rosso, sorridente, conscia della sua bellezza. Era Maria, la mia sorellina. Si sedette sul letto di fronte a me porgendomi la tazzina di caffè fumante. “Ma ti svegli sempre in questo stato?” chiese osservando la potente erezione che accompagnava, come ogni mattina, il mio risveglio “capisco perché la mamma ti ha scelto!” commentò con una punta di acidità nella voce. La abbracciai tirandola verso di me, stesa. “Non essere invidiosa! Stanotte anche tu ne hai goduto, mi pare!” e la baciai corrisposto. La sua bocca era meravigliosamente fresca, sapeva baciare con vera maestria, questo sì. Forse i mesi passati in america con la sua amica somala le avevano davvero insegnato molto! “Sai, quello che abbiamo fatto stanotte mi è piaciuto. Molto: davvero” ammise accoccolandosi provocatoriamente contro di me. “Potremmo anche ripeterci, se vuoi” proposi. “Sì! Mi piacerebbe” allungando la sua mano con le unghie laccate di rosso a impugnare il cazzo. “Dobbiamo fare le cose per bene, Maria. Sei sicura che non ti fa male?” “No, stai tranquillo. Quando ho fatto la doccia prima l’ho visitato attentamente. Il mio dito è entrato senza farmi alcun male” “E brava la mia sorellina porcellina! E naturalmente ti sei anche sgrillettata la fichetta con un ditino nel culo!” “Proprio così. Tu stavi dormendo!” Mentre parlavamo stavo palpando le sue tette sode ed elastiche, con i capezzoli eretti e duri. Mi chinai a succhiarli e morderli. Con un profondo sospiro Maria me li proponeva alternativamente “Mi stai facendo bagnare tutta” finse di protestare “Meglio, così sarà più bello quando te lo metto dentro”. Le sfilai le mutandine e mi posizionai con la testa tra le sue gambe aperte, offrendo contemporaneamente il cazzo alla sua bocca vogliosa. Avvinghiati in uno splendido 69 ciascuno ripuliva con la lingua gli umori dell’altro in continua produzione. Quando giudicai che fosse sufficientemente partita, con la micetta che continuava a bagnarsi e aveva scolato fino al buchetto del culo, che avevo già visitato con un dito un paio di volte senza incontrare ostacoli alla penetrazione, la scavalcai e le dissi di mettersi a pancia sotto. Le posizionai due cuscini sotto la pancia e le ordinai di aprirsi con le mani il solco del culo. Spalmai una abbondante dose di crema su suo buchino, che questa volta si lasciava percorrere facilmente da una, due e anche tre dita. Appoggiai la punta de cazzo all’ingresso e piano ma gradatamente cominciai a spingere. Vedevo il suo fiorellino dilatarsi a accogliere il mio membro e rimasi stupito quando quasi di botto si dilatò tanto da lascialo scivolare dentro di sè. Mi fermai così, appena entrato con neanche un terzo del cazzo, per qualche secondo per farla abituare alla penetrazione: questa volta non volevo che avvertisse alcun dolore, solo il piacere! Accarezzandole lascivamente i fianchi e la schiena ricominciai piano la penetrazione fino ad avvertire la testa del mio membro che superava completamente lo sfintere. Mi fermai di nuovo a consentire al suo muscolo di accettare l’intrusione rilasciandosi. Era lubrificata bene, Maria, e passivamente stava rilasciata aspettando che terminassi di violare il suo stretto canale. Non appena avvertii che lo sfintere si rilasciava la afferrai per i seni sodi e spinsi con decisione fino a che tutto il mio cazzo non fu scivolato dentro all’intestino di mia sorella, che emise un gemito “Quanto sei grosso” “Quanto sei bella stretta. Ti piace?” “Molto, mi sento tutta piena di te” iniziai così a stantuffare lentamente dentro al suo culo meravigliosamente stretto, ma cedevole e caldo. Maria mi assecondava con piccole oscillazioni del suo splendido sedere, tenendosi ancora aperte le due metà e la vista delle sue unghie rosse che artigliavano i glutei candidi aumentavano l’intenso erotismo del momento. Quando avvertii che il suo canale si era completamente adeguato alla penetrazione ed il mio membro entrava e usciva dal suo intestino senza alcuna difficoltà decisi che era arrivato il momento per godere completamente di quello splendido rapporto. Ben inserito in lei, la invitai a mettersi in ginocchio, con le gambe larghe. Estrassi il cazzo quasi completamente dal suo culo dilatato e lo cosparsi di nuovo con altra crema e la inculai con decisione strappandole un grido di piacere. Poi pizzicandole con due dita il grosso clitoride eccitato, iniziai una potente cavalcata, assecondando le spinte di piacere che sentivo crescere dal fondo del cazzo e progredire ad ondate successive verso l’apice. Maria era ormai naufragata in un mare di piacere: ansimava e si muoveva verso di me ad accogliere fino in fondo il cazzo che entrava in lei, pronunciava frasi di incitamento a penetrarla con più forza, a sfondarle il culo e così via finchè con un “Ohh Dio che bello!…Ti sento fino in gola…dai,Mimmo, scopami il culo, così….così…così che sto per venire….vieni, vieni anche tu!…Riempimi tutta….ahhhhh” si abbandonò ad un ultimo potente orgasmo che la sconvolse completamente a lungo. Il suo sfintere aveva cominciato a massaggiarmi ritmicamente ed anch’io mi abbandonai scaricando nel suo intestino una quantità di sperma. Abbandonati stesi l’uno sopra l’altra, ansimanti, sudati, felici, non estrassi il membro dal suo ano, ma lasciai che fosse lei che con le contrazioni dello sfintere lo spingesse fuori ormai non più teso. “Mi stai cacciando fuori. Non mi vuoi più?” scherzai baciandole il collo dietro un orecchio. “Mi hai sfinito, cattivo! Ma mi piacerebbe ricominciare” rispose con la voce roca, provocandomi con i movimenti ritmici del suo sedere contro di me. “OK, si può provare” reagii spingendo il cazzo semirigido a penetrare di nuovo dentro lo sfintere ormai dilatato “vediamo se riesci a farmelo tornare duro. La mamma qualche volta ci riesce!” la provocai. “Ah sì, la mamma ci riesce? Bastardo e porco! Certo non ha un culo bello come il mio! Stai a vedere cosa ti faccio!” e così dicendo si tirò su quasi a sedere sul cazzo, muovendosi con il bacino in modo lascivo e provocante. Il massaggio che mi stava facendo era davvero eccezionale ed efficace. Si era incazzata per quello che le avevo detto, ma questo la rendeva ancora più bella e determinata. Rotolando avvinghiati su noi stessi mi costrinse a stendermi supino sotto di lei. Si sfilò completamente il cazzo dal culo e si girò scavalcandomi. Impugnò il mio sesso ormai tornato ad essere teso e duro e guardandomi con aria di sfida se lo posizionò all’ingresso slabbrato del culo per penetrarsi. Uno sbocco di sperma scolò fuori da lei nel movimento, ma non le impedì di impalarsi di scatto, con un gridolino. Adesso sedeva sopra di me, penetrata fino in fondo del suo intestino, guardandomi con l’orgoglio della sua estrema bellezza. Aveva preso ad accarezzare il suo seno sodo ed invitante soffermandosi a giocare con i capezzolini eretti mentre intanto, molto lentamente, faceva danzare il bacino. Stese le braccia ad appoggiarsi sul mio torace ed iniziò a cavalcarmi con maggiore decisione. Le mie mani rapaci avevano preso il posto delle sue sulle mammelle, che maneggiavo con voluttà, somministrandole nello stesso tempo colpi decisi con il cazzo. Era nuovamente sull’orlo di un orgasmo: me ne accorsi e scivolai con la mano destra a cercare il suo clitoride e la vagina. Bastò sfiorarla per scatenare quello che si era preparata con tanta abilità e fu bellissimo vederla sconvolgersi in un godimento totale, mentre si impalava sempre più forte ed il suo bel viso si sconvolgeva nel piacere, finchè letteralmente crollò esausta sopra di me ad occhi chiusi ed ansimando senza fiato. Mentre la carezzavo con dolcezza sul viso e sul corpo, sfilai il cazzo ancora duro e insoddisfatto dal suo ano e la feci adagiare a fianco a me. La guardavo tutta nello splendido abbandono dopo il godimento e cominciai a masturbarmi con decisione per portarmi a soddisfare la voglia che mi era rimasta “No, Mimmo, non è giusto, poverino! Lascia , voglio farti godere io” si era destata in fretta. Si chinò a baciarmi sottraendomi con una mano il cazzo eretto. Poi si spostò con il viso verso di lui e lo fece scivolare dentro alla bocca. Le sue labbra morbide mi avvolsero completamente dalla punta alla radice, la lingua batteva sulla punta, scivolava sul filetto: bastò un nulla per eruttare nella sua bocca tutto la passione accumulata. Inghiottì con cura tutto quanto e si distese di nuovo soddisfatta su di me “Allora, fratellino? Sono brava come la tua mammina?” “Anche di più!” la lusingai.

Continua

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