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Racconti di DominazioneRacconti erotici sull'Incesto

Mia cugina in un bagno chiuso a chiave

By 1 Marzo 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Elena mi salutò, non appena scesi dalla mia macchina dopo essere arrivato a casa sua e della sua famiglia per trascorrere una settimana con loro al mare, in Puglia. Elena era mia cugina, per tutta l’infanzia avevamo giocato insieme anche con gli altri cugini, e fin dai primi tempi ero pesantemente attratto da lei, nonostante lei non mi preferisse particolarmente agli altri.
Aveva diciotto anni appena compiuti, era castana, alta circa 1.60, con due occhi marroni profondissimi. Non era magrissima, era di corporatura normale, ma le sue gambe erano leggermente più robuste della norma, il che contribuiva a rendere il suo sedere perfettamente tondo, e decisamente succulento… più volte fantasticai di morderglielo, baciarlo, stringerlo, e…

I primi giorni trascorsero normalmente, senza problemi. I nostri rapporti erano conviviali come sempre, ma non strettissimi. Una sera feci tardi in camera sua e di un’altra nostra cugina, perché stavamo chiacchierando e ridendo molto. Ad una certa ora crollammo, vinti dal sonno, dormendo in tre in quel letto matrimoniale. Durante la notte, conscio del sonno pesante di entrambe, mi avvicinai ad Elena, in modo da sentirmela vicino. Inaspettatamente però, un’erezione prorompente turbò la mia quiete romantica: mi assicurai che dormisse, e le toccai dolcemente il culo, coperto solo da un paio di slip e da un lenzuolo…non soddisfatto le passai una mano tra le gambe, molto delicatamente…potevo chiaramente sentire la sua leggera peluria che ricopriva quella succosa fighetta, anche se ancora non era ovviamente bagnata.
Mi assicurai che l’altra mia cugina dormisse, e allora leccai il viso ad Elena, cominciai dal mento, fin sulle labbra, e poi il naso, le orecchie…l’avevo inumidita ben bene. A quel punto toccai i suoi capezzolini con molta dolcezza. Mio dio com’erano eccitanti, due puntini morbidi morbidi, che avrei davvero voluto assaggiare, ma l’avrei svegliata. Così mi venne un’idea: la svegliai con un pretesto, dicendole che un armadietto del bagno aveva un problema ad un’anta, e le chiesi di darmi una mano. Lei molto di malavoglia mi seguì in bagno. Quando trovò che nessun’anta avesse un problema,io avevo già chiuso la porta a chiave, e a quel punto le diedi un bacio passionale, con la lingua fino in fondo. La sentivo dimenarsi, non se l’aspettava affatto. Quando mi staccai da lei, ancora frastornata per il sonno interrotto, non ebbe molto da dirmi, ma non era per nulla contenta. Io le dissi ‘adesso ti faccio vedere la parte di me che non hai mai conosciuto’, lei non capì molto, ma non mi importò…la presi con forza, baciandola ancora e tirandole giù gli slip, le passai una mano tra le natiche, sondando il suo buchetto con un dito posto appena fuori. Lei a questo punto era decisamente tesa, ma non sembrava particolarmente contraria. Infatti, si fece togliere anche la maglietta, e rimase completamente nuda. Dopo qualche altro bacio e qualche passaggio del mio pollice sul piccolo clitoride, cominciò a bagnarsi.  La feci mettere in ginocchio e le ordinai di succhiarmi il cazzo. Non le piacque il fatto che le avessi dato un ordine, eppure prese subito il mio cazzo che ormai stava per esplodere dalla voglia. Era evidentemente il suo primo pompino, lo succhiava prendendo in bocca solo metà della cappella, e le sue mani erano ferme. Le diedi uno schiaffo, intimandole di succhiarlo meglio… inaspettatamente sorrise, e prese il mio cazzo in bocca fino a metà, muovendo sapientemente la lingua. Miracolosamente non sentii i denti. Dopo che ebbe fatto un po’ di su e giù, le strinsi i capezzoli, ormai turgidissimi, e le agitai i suoi piccoli seni. A quel punto lei mi sputò sul cazzo, io le diedi un altro schiaffo, e cominciando a menarmelo, dopo poco venni sulla sua faccia, che ormai era una maschera bianca. La mia sborra schizzò velocemente, e le andò negli occhi, nei capelli, sulle labbra ancora leggermente aperte. Era una visione talmente eccitante che avrei desiderato di sborrarle nella figa mentre un mio clone le sborrava in faccia e un altro avidamente nel suo grosso culo arrapante.

‘Tra poco tocca alla tua fighetta pelosa’, le dissi ‘ma ora pulisciti, zoccola’.
Non appena ebbe finito di pulirsi tutta la sborra dal mento, la feci sedere a terra e cominciai a leccarle la figa. Era una fessura stretta stretta, abbastanza bagnata, con un rado sottobosco di peli neri che trovavo estremamente eccitanti. Dopo qualche minuto di sgrillettamenti con la lingua la sentivo fremere, era la sua prima volta. D’istinto mi alzai e con il mio cazzo in tiro le entrai dentro con forza. Lei provò un dolore fortissimo, il suo imene cedette ma uscirono solo poche gocce di sangue.

Comincia piano a stantuffare nella sua fighetta, secondo il ritmo che la faceva più godere.  Era sempre più bagnata, ma stentava ancora a godere come si deve. Mentre la penetravo le massaggiavo anche il clitoride con il pollice, e dopo qualche minuto cominciò di nuovo a sospirare e tremare. Piano piano il tremore si fece più forte, e il mio cazzo, già gonfio all’inverosimile, le stava letteralmente aprendo  la figa. Ad un certo punto era pronta per venire, lo sentivo, non riusciva a respirare normalmente, sembrava stesse facendo un viaggio mistico. Anche io presto fui pronto per venire, e lei non si accorse neanche che, mentre la sua figa si contraeva in preda a spasmi e lei godeva come una cagna, io le stavo sborrando senza ritengo né profilattico nella fregna. Ogni contrazione del mio cazzo era n getto di bianca sborra calda dritta dritta nella sua figa.

Preso dalla passione, tirai fuori il mio cazzo, la feci girare e le ficcai senza pietà un dito nel culo: quando lei emise un grido per il dolore, le morsi una natica e le ordinai di stare zitta. Era un culo sodo sodo, morbido, e abbastanza grande. Un culo perfetto, due chiappe perfettamente tonde che compensavano le sue tettine piccole, sulle quali comunque avevo sempre sognato di sborrare, e presto sarebbe accaduto, ma non oggi.

Elena aveva ormai perso la verginità, e io me l’ero presa senza pensarci due volte. Quando vide che un rivolo di sperma le colava dalla figa, mi disse che ero stato un coglione, ma che le era piaciuto tanto. ‘Ci avrei giurato, cuginetta’ dissi ‘posso pulirti la figa?’. Lei annuì, così a sorpresa la feci sdraiare a terra e, preso il mio cazzo in mano, ormai non molto duro, cominciai a pisciarle addosso alla fregna pulsante.

‘Fammi svuotare, cagna’ le dissi. Lei me lo permise, perché, disse, l’avevo fatta tanto godere. Quando finii, non era più coperta di sborra, ma di urina. Avevo finito, così le diedi un bacio e le disse ‘da oggi in poi sei mia’. Lei con quei due occhioni marroni da cerbiatta aconsentì. La riportai a letto, e dandole una carezza sul culo l augurai la buona notte.

 

Commenti: tommasoxd@live.it

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