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Racconti erotici sull'Incesto

Mia sorella Giuseppina – Angela 5

By 14 Maggio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Opera del mio grande amico Gianfranco.

Giuseppina, così bella, così innocente, commette un errore. Pensa che sia tutto finito, ma è in agguato il fato..
Lui vede subito la possibilità di poter trarne vantaggio.
La storia si divincola nei giorni che si susseguono. La piccola giovane Giuseppina non sa cosa le accadrà..
Leggete e scoprirete..

Mia sorella Giuseppina Nr. 1
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Angela saga
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Angela cap 5

– No’no’no, Andrea, ti prego, non fatelo, non fateci del male. Ho troppa paura! ‘ implorai, mentre le lacrime mi bagnavano il viso, – Paola, diglielo anche tu, ti prego. Sei sua sorella, non è possibile che voglia farti cose di questo genere. ‘

– Credi?! ‘ mi rispose con un sorriso tranquillo sul volto, – Andrea mi ha insegnato tutto quello che so, il suo cazzo è stato il primo che ho assaporato. Non so, se lo amo, ma certo, quando sto con lui, sotto o sopra di lui, od anche al suo fianco, mi sento piena di una felicità che tu non puoi nemmeno immaginare. Mio fratello ed anche il mio uomo. Chi potrei amare di più, al mondo?! Vedrai, tra poco capirai quali sensazioni riesce a darmi’.. ‘ Al solo pensiero gli occhi di Paola diventavano lucidi ed il suo viso si trasformava in una maschera di desiderio, mentre Andrea si avvicinava al letto, dalla sua parte.
Le carezzò i capelli con infinita dolcezza:
– Sei bellissima ‘ disse ‘ ed io ti adoro. Ho una voglia pazza di far l’amore con te, subito. Ma lo sai, quali sono le regole: sono io, a dover iniziare Angela. Tu sarai scopata da Giorgio, adesso. Ma ti prometto che non mi dovrai aspettare molto’. E poi, ti prego, pensa a me, quando accadrà: lo sai quanto impazzisco di piacere, nel vederti scopata da un altro’.-

Una piccola lacrima bagnò la palpebra di Paola, scivolando poi a fianco e perdendosi sul cuscino, mentre il suo sguardo adorante non si staccava dal fratello ed un sorriso tremulo le increspava le labbra piene e rosse.

Andrea girò attorno al letto e si avvicinò a me. L’espressione che mi alterava la faccia dovette dirgli molto, sulla paura che mi permeava sino al midollo. Si sedette sul bordo:
– Non temere, Angie, sarò dolcissimo, con te. Ed anche Giorgio non ti farà alcun male. Ti daremo solo piacere e tu sarai felice assieme a noi. ‘

– Ma non è possibile! ‘ risposi, senza riuscire a trattenere le lacrime ‘ Sono vergine, non ho mai avuto un ragazzo. Mi farai male di certo, e molto! ‘
Andrea si girò verso Giorgio:

– Ma allora era vero, quello che mi avevi detto! Non volevo crederci, questo fiorellino non ha mai scopato con nessuno’Oddio! ‘ Per un attimo mi tornò la speranza. ‘Forse,’ pensai, ‘Andrea non mi farà nulla, mi farà rivestire e mi riporterà a casa.’ Ma, avrei dovuto saperlo: quella era, non poteva essere altro e solo che un’illusione. Ed infatti, un attimo dopo Andrea si chinò e mi baciò sulle labbra, spingendovi contro la lingua con una forza pari solo a quella delle sue mani che mi percorrevano il corpo frenetiche. Compresi che ciò che gli avevo detto, circa la mia verginità, aveva avuto il solo effetto di moltiplicare per mille la sua eccitazione, ormai incontenibile.

– Cazzo, era un sacco di tempo, che non trovavo più una vergine, – disse, – l’ultima volta fu quando scopai Paola per la prima volta. Ma anche prima m’era capitato una sola volta, od al massimo due. – Rise divertito: – Ora, in qualche modo, diventerete sorelle: scopate per la prima volta da me tutt’e due’.! ‘ La paura mi attanagliava ancora, ma mi sentii intenerire, anche se non capivo perchè.

– Bello! ‘ esclamò il ragazzo, – Adesso potrete confortarvi tra voi anche con più sentimento. Comunque, non ti preoccupare per quel dolore ‘ disse sottolineando con vigore ‘quel’, – ne avrai anche altro, ma credo proprio che ti piacerà tutto, sino all’ultimo. E forse me ne chiederai anche di più’. ‘ Rimase un attimo a riflettere, in silenzio:
– Però godici bene tutti e due, adesso. Ce ne sono cinque o sei, degli altri ‘ disse, mentre la disperazione aumentava in me al gran galoppo, – che non riusciranno a controllarsi altrettanto. Quelli vi scoperanno come selvaggi’.-

Giorgio, che sino ad allora aveva taciuto, limitandosi a carezzare Paola in maniera distratta, si mise a ridere assieme all’amico:
– Si, – disse ‘ avranno tutto il modo di sentirsi molto vicine’. ‘

Si diedero reciprocamente un’occhiata ed annuirono, l’uno verso l’altro. Poi si alzarono contemporaneamente e cominciarono a spogliarsi, prima le magliette, poi i jeans e finalmente gli slip. Malgrado il panico, non potei fare a meno di ammirarli: bei fisici, atletici, ma non esageratamente. Due visi molto attraenti, con gli occhi azzurri quello di Andrea, mentre Giorgio li aveva grandi, vellutati e grigi. Le gambe apparivano muscolose e lunghe. Giorgio aveva il culo un po’ più grande di quello dell’amico, ma mi fecero venire ambedue la voglia, confusa ma concreta, di mettere le mani su quelle natiche e stringerle. Avevano due splendidi cazzi: quello di Andrea era più lungo ed un po’ più grosso, percorso dalle vene ingrossate e con la cappella turgida e rossa. Più piccolo era il pene di Giorgio, ma di una forma curva che lo rendeva estremamente sensuale. Mi venne in mente, chissà come, ciò che mi aveva detto, una volta, una mia compagna di scuola che passava per essere un’esperta troietta: ‘Delle dimensioni non me è importato mai molto: ho goduto da morire con cazzi di dimensioni più che normali, ma utilizzati in un modo divino!’

Chiusi gli occhi e strinsi le labbra, aspettando ciò che sarebbe successo ormai ineluttabilmente.

* * *

***I’ INTERLUDIO

Andrea guardava le due ragazze stese sul letto con un desiderio che aumentava progressivamente. Aveva dovuto rispettare i patti e portarsi dietro Giorgio, per compensarlo di aver rimediato una piccola cosa splendida come Angela. Ma se avesse potuto, gli sarebbe piaciuto da morire poterle avere ambedue a sua disposizione in modo esclusivo. Il suo cervello galoppava, mentre gli passavano davanti agli occhi le immagini di ciò che avrebbe potuto fare e far fare alle sue due compagne, in un rapporto a tre. Le scacciò bruscamente, tornando ad una realtà comunque splendida: Angela aveva una faccia da ragazzina assolutamente adorabile, su un corpo delicato, esile ma non troppo, gli occhi chiusi, le ciglia tremanti deliziosamente lunghe e le labbra appena socchiuse. Il nasino aveva le alette piuttosto pronunciate e vibranti: l’esperienza gli diceva come questo particolare denunciasse una sensualità estremamente marcata. Le gambe divaricate apparivano ben tornite ed all’interno delle cosce la tensione faceva vibrare deliziosamente i tendini. Quelle assurde mutandine di raso, una specie di boxer per donne, interrompevano la coscia appena sotto l’inguine, rigonfiate dal monte di Venere pronunciato e carico di promesse. Gli era sempre piaciuta, quella cosa alla base dell’addome. Più sporgeva e più lui, mentre scopava, si sentiva letteralmente munto. Portò lo sguardo più in alto e guardò i seni, piccoli quanto una coppa, ma perfetti. Quando l’aveva fatta spogliare per farle indossare quel reggipetto strettissimo, aveva potuto notare la perfezione di quelle due collinette sormontate da altre due, prominenti, di colore roseo leggermente più intenso, che terminavano, a loro volta, con dei bottoncini ancora un po’ più scuri, che già allora apparivano sporgenti e molto duri. In quel momento lo erano stati per via del freddo: ma ora avrebbe pensato lui, a sollecitarli sino a renderli di marmo e sensibilissimi. Li aveva preparati imponendo ad Angela il dolore procurato dal reggiseno che la stringeva come uno strumento di tortura: ora gli sarebbe stato sufficiente sfiorarli, per strapparle gemiti e godimento.

Poi i suoi occhi si spostarono su Paola. Conosceva il corpo della bella sorella, come e più del suo. L’aveva carezzato, stimolato, esplorato in ogni suo minuscolo recesso, da quel caldo giorno d’estate nel quale era andato in bagno, la mattina verso le sette. Passando davanti alla porta della sua stanza aperta, l’ aveva vista supina sul letto, coperta solo nella parte superiore del busto da una camicia da notte, mentre in vista, e stupendo, aveva potuto ammirare il pube sul quale spiccava il triangolino delicato di peli e le morbide cosce. In un primissimo momento aveva virtuosamente distolto lo sguardo. Ma un attimo dopo, in rapida sequenza gli erano balenati nella mente alcuni pensieri: c’era, in quella stanza, una ragazza nuda e desiderabilissima; i loro genitori erano ambedue già usciti per andare al lavoro; lui stesso era nudo ed il suo cazzo si era irrigidito immediatamente, sino a fargli un male insopportabile. L’aveva preso in mano, in un incontrollabile smania di masturbazione, ma non era servito a nulla: quel bel membro aveva continuato a pulsare incontrollabilmente. Era stato combattuto per qualche attimo tra il desiderio e la coscienza che quello splendido corpo apparteneva tuttavia a sua sorella. Aveva già potuto ammirarne il petto sodo e pieno, in qualche momento: ad esempio mentre Paola si lavava il viso ed i suoi seni pendevano, pesanti, verso il lavandino. Una volta, ancora in quella posizione piegata, gli era successo di poterle guardare il culo nudo, ben formato, grande, ma non eccessivamente. Aveva perfino distinto, per un attimo, il fiore scuro tra le natiche e persino un rigonfiamento tra di esse, situato in basso, indistinguibile nei particolari: certamente la parte esterna della fighetta della sorellina. Ma quel giorno il tabù aveva prevalso, con l’aiuto, probabilmente, della presenza in casa dei genitori. E così Andrea si era rifugiato nel bagnetto di servizio dove, chiuso a chiave, aveva alleviato il suo disperato bisogno con una mano provvidenziale, mossa sempre più velocemente, sinchè un getto di sperma bianco non gli era finito addirittura sul viso.

Aveva cominciato a spiarla, nella speranza di poter vedere ancora qualche lampo di quella carne tanto desiderabile. E così c’era stata quella volta, quando di pomeriggio – mentre i genitori erano andati a fare una visita a degli amici ed ambedue i fratelli erano restati in casa per studiare – Paola era andata in bagno e lui, dopo circa un quarto d’ora, si era messo ad origliare dietro la porta. Aveva sentito la sorella tirare la catena e poi, invece di uscire, continuare a muoversi. Aveva provato a sbirciare dal buco della serratura, ma la chiave gli aveva impedito di vedere ciò che accadeva all’interno. Allora si era ricordato che nella cucina, dall’altra parte della parete, l’idraulico aveva riparato il tubo di scarico del lavabo, non riuscendo però a richiudere il foro per mancanza di tempo. Allora, sforzandosi di non fare rumore, era entrato velocemente in cucina e si era piegato vicino a quel foro piuttosto largo. La visione era stata sconvolgente: Paola aveva appena finito di togliersi del tutto i pantaloni e le mutandine. Dalla cintola in giù era completamente, stupendamente nuda. Mentre lui guardava, aveva preso un telo da bagno, lo aveva steso in terra e ci si era seduta sopra, rivolta proprio verso di lui. Era rimasta ferma per qualche attimo, con gli occhi chiusi, e poi la sua mano destra era scesa tra le gambe, cominciando a muoversi ritmicamente. Andrea vedeva il viso della sorella tendersi sempre più e la sua testina alzarsi verso l’indietro, mentre la bocca si apriva un poco. Poi le gambe si erano distese e lui aveva potuto ammirare una masturbazione sempre più frenetica, sino a quando la ragazza aveva stretto gli occhi spasmodicamente ed i suoi dentini avevano stretto un labbro per tentare, senza troppo successo, di soffocare un gemito. Nello stesso momento Andrea, che già da qualche minuto aveva afferrato il suo cazzo inturgiditosi come un bastone, aveva sentito una contrazione violentissima, mentre un forte getto di sperma era sprizzato da quel pene impazzito abbattendosi sul muro, e lui era rovinosamente caduto sul pavimento con un rumore che, aveva pensato, si era dovuto sentire sino in strada. Ma Paola, persa nel suo personale oceano di piacere, non si era accorta di nulla.

Adesso non riuscì più a resistere: quei tre pensieri gli si affollarono nella mente, sfondarono la diga che lui aveva tentato disperatamente di erigere tra se ed il tabù, ed Andrea si girò, entrò nella stanza dove Paola ancora dormiva e si sedette accanto a lei, sul bordo. La sua mano esitò ancora un attimo, poi si posò delicatamente su di una coscia nuda, accarezzandola lievemente. Il tatto della pelle delicata finì di scatenarlo. La mano si spostò rapidamente in su e senza esitazioni il dito medio si spinse tra le gambe lievemente dischiuse, affondando dentro la carne resa lievemente umida dal sudore. Paola spalancò improvvisamente gli occhi, tentando di capire dove fosse e cosa stesse succedendo.
– Andrea, cosa cavolo stai facendo?! ‘ sussurrò, – Cosa ti salta in testa?-

Il fratello non le rispose. Il dito continuò nel suo movimento sempre più frenetico, resistendo al tentativo di difesa, debole, della mano della ragazza che teneva chiusi gli occhi, protestava parole farfugliate confusamente. La sua mente era colma di sentimenti contrastanti. Da una parte c’era il senso del proibito assoluto, quello che per anni ed anni le era stato inculcato dalla famiglia, dai Catechisti, dai Preti. Il divieto di qualsiasi tipo di rapporto sessuale, compreso quello con se stessa che tuttavia era stato il primo e più ovvio ad essere violato. Il timore di contatti fisici con maschi di qualsiasi appartenenza, scolastica, amicale. I racconti terrificanti delle conseguenze dei rapporti biblici incestuosi e, più tardi, di quelli egiziani, tra Faraoni.

Dall’altra parte premevano l’affetto enorme per suo fratello, il desiderio inconscio di baciarlo che aveva avuto sin da quando erano bambini, lui di un anno più grande. Il piacere che invadeva il suo corpo ogni attimo di più, sotto il tocco di quella mano prepotente che le carezzava il clitoride immergendosi alternativamente nella parte più segreta del suo corpo: enormemente più piacevole, per qualche oscura ragione, della sua stessa mano, per quanto simili fossero i movimenti.
Tentò un’ ultima difesa:
– Andrea, se arrivano mamma o papà’- sussurrò ansimando.

– Sono già usciti. ‘ rispose Andrea, continuando a carezzarla senza diminuire minimamente il ritmo.

La mano di Paola ricadde sul lenzuolo, mentre gli occhi restavano chiusi, la testa girata da un lato, in mezzo ai capelli sparsi sul cuscino, il ventre che si contraeva ed il seno che si protendeva verso l’esterno.

– Si, si’- disse la ragazza a voce bassa e tremante ‘ continua, Andre, (il vezzeggiativo proruppe naturale) ti prego, che bello, oddio, che bello’-

Andrea continuò ancora per qualche attimo. Poi il desiderio pazzesco che gli invadeva perfino la testa lo travolse. Pose un ginocchio sul materasso e si girò, sdraiandosi sul corpo della sorella. Quasi inconsciamente tirò su del tutto la camicia e quasi venne, quando vide i bei seni sotto di lui. Ne sfiorò uno proprio sul capezzolo, prendendo contemporaneamente l’altro tra le labbra per leccarlo con dolcezza. Il gemito che uscì dalle labbra di Paola gli diede la spinta finale ed il suo cazzo penetrò la figa della sorella in un solo colpo, senza alcuna difficoltà, sin dal principio, per via della lubrificazione abbondantissima causata dalle carezze iniziali. Sentì un ostacolo di fronte alla cappella ed, istintivamente, spinse con un potente colpo di reni. Udì Paola urlare per un attimo e, preoccupato, tentò di tirarsi indietro. Ma le gambe della ragazza si avvinghiarono attorno alle sue reni, traendolo verso il suo corpo. Improvvisamente, quel fisico debole e delicato all’apparenza, si animò di una forza terribile: le gambe non mollavano la presa, il ventre si contorceva e la vagina si contraeva succhiando, letteralmente, la potenza interna del ragazzo. Ed infatti il corpo di Andrea si inarcò improvvisamente, lui provò una tensione mai sperimentata prima ed, insieme, i due urlarono tutto il loro piacere.
– Paolaaaa! ‘ urlò Andrea con tutto il fiato.

– Andre mioooo’- gli rispose una voce più acuta e delicata, anche lei su toni altissimi.

Incredibilmente, era accaduta tra loro una cosa rarissima: il loro primo rapporto era culminato in un émpito di piacere contemporaneo e senza limiti, ciò che non accade troppo spesso, neanche tra adulti esperti.

Da quel giorno, i due ragazzi non si fermarono più. A volte era Paola, ad alzarsi di notte, una volta che i genitori si erano addormentati, per sgattaiolare nella stanza vicina, quella dove dormiva Andrea, per infilarsi sotto le coperte, trovando il pene del fratello già eretto e turgido. Altre volte le parti si invertivano, ed era lui ad andare nella camera accanto. Paola lo aspettava, ansiosa di rifugiarsi tra quelle braccia forti eppure tenere, aspettando di sentir le mani del ragazzo percorrere frenetiche tutto il suo corpo, infilarsi sotto la camicia da notte, risalendo lungo una coscia più su, più su, sul fianco, ed ancora più in alto, sino a pinzarle un capezzolo con due dita.. Poi la mano riscendeva nel solco tra i seni, sfiorava il suo ventre e finalmente lei la sentiva tuffarsi nel piccolo lago che nel frattempo era diventata la sua fighetta. Era innamorata pazza del fratello. Le bastava pensare a lui, in ogni momento della giornata, a scuola, mentre stava assieme alle sue amiche a parlare di cose che servivano solo, così sentiva, a sottrarle tempo prezioso, per eccitarsi alla follia.

Gianfranco
Maxtaxi

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