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Racconti erotici sull'Incesto

Miria mia cugina (2° parte)

By 9 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Sto rievocando la notte precedente che ci ha visti, me e Miria, precipitare in un sonno profondo, ristoratore. Necessario dopo la giornata esaltante, di amore e di sesso sfrenato.

Rivedo la visione della stupenda creatura, che ho visto crescere, che ho coccolato, adorata per tutti questi anni.

La mia cuginetta, diventava donna, non me ne accorgevo, non potevo.

Non posso crederci! Un angelo simile si &egrave concessa proprio a me, a suo cugino.

Ecco che mi ritornano i sensi di colpa. Mi sento colpevole per aver approfittato di lei, io che avrei dovuto proteggerla, ho sfogato i miei bassi istinti su quel corpo fatato.

Lei così bella, genuina, spontanea si &egrave data a me con tutta se stessa, senza alcuna remora.

Mi ronza nella mente il termine ‘ incesto! ‘, distogliendomi da altri pensieri.

Mi sforzo di convincermi e mi chiedo:

– Non mi sembra così peccaminoso, sporco, questo amore! Fra le sue braccia, in questi due giorni, si &egrave fermato il tempo concentrato com’ero in lei, nella sua felicità, nella sua spontanea commovente dedizione.

Ripenso con un fremito, quanto sia bello, appagante, rilassante stare dentro quella natura calda, stretta, avvolgente.

– Non m’importa più di niente! Voglio stare li, sempre in quella alcova!

– Ma si!! Io amo teneramente quella creatura, l’ho sempre amata! Non &egrave la passione sfrenata per il sesso, fine a se stesso, che spesso mi accecava con le altre donne.

– Io amo, la mia cuginetta!

Questa scoperta, così semplice, mi rasserena e ripeto a me stesso per convincermi fino in fondo:

– Io amo Miria!

Ma ecco! Evocata! Compare la mia dea, &egrave una figura celestiale, radiosa. E’ bella!

Mi sorride felice e con infinita dolcezza mi si rivolge con voce armoniosa :

‘ Buon giorno, caro! Hai dormito bene? Guarda che magnifica giornata? Sembra felice come noi. Ma tu sei felice?’

Non attende risposta , la fata! Per lei &egrave tutto scontato ormai.

E’ intenta a reggere, in equilibrio, un grande vassoio colmo di ogni ben di dio per la colazione.

Deve aver saccheggiato il frigorifero e la dispensa.

Avanza a piccoli passi. E’ stupenda nella sua splendida nudità.

I miei occhi fanno a gara fra le leccornie che trasporta e fra il suo florido seno eretto sopra al quale si ferma la punta dei capelli biondi scompigliati.

Si avvicina al letto dove sono appollaiato, vi posa il vassoio, mi bacia sulla guancia, mi fa una carezza vellutata sotto il mento.

Mi commuove la tenerezza in quei gesti.

La guardo estasiato mentre mi porge la tazza con il caff&egrave fumante, mentre imburra una fetta biscottata e la spalma di marmellata’ me la offre! Con naturalezza, come se ripetesse movimenti consueti, familiari.

Sorrido! Sembra una sposina in luna di miele.

E’ spontanea, sincera. La felicità alberga nei suoi occhi splendenti di un verde più chiaro del solito.

E’ un incanto questo quadretto familiare!

Rompo l’incanto:

‘ E’ tutto per me? Tu non hai fame?’

Lei mi osserva, immobile, con soddisfazione mentre con gusto addento quello che mi porge.

‘ Si amore ‘ risponde dolcemente.

Non mi &egrave chiaro se la sua risposta &egrave alla prima o alla seconda domanda.

Poi comincia a parlare:

‘ Vani! Sono contenta ! Ho sognato un momento così fin da bambina, sai?

Io sono nata per te! Per essere tua, per sempre’sempre! Tu sei la mia vita!’

E’ una confessione d’amore, espressa con semplicità, con convinzione senza enfasi.

‘ Miria! Anch’io’

Rispondo altrettanto semplicemente e proseguo:

‘ Saremo felici sempre, anche quando dovremo fingere e comportarci come sempre abbiamo fatto. Ho paura che non ci sarà permessa questa nostra felicità’ .

‘ Non credo, Vani. Saranno tutti contenti della nostra felicità? Dovranno esserlo. La mia mamma ci aiuterà. Lei sa quanto ti amo!’

Sgrano gli occhi a questa rivelazione. Lei continua:

‘ Fina da bambina, la mamma pazientemente mi consolava, quando io capricciosa, ti volevo vicino, volevo giocare con te.

Lei mi convinceva ripetendomi sempre:

– Vani &egrave grande, deve studiare, deve stare con quelli della sua età. Ma ti vuole bene sai! ‘

Io mi tranquillizzavo, fino al nuovo capriccio.

Quando ho festeggiato il mio 15mo compleanno, tu non eri presente ma ti aspettavo come mi avevi promesso. Soffrivo la tua assenza. Non ti sei presentato!

Allora sapevo già di amarti e ti desideravo. Avevo già scoperto il piacere toccandomi pensando a te.

Ricordo le sensazioni elettrizzanti del passaggio delle mie mani sul ventre, avevo imparato in poco tempo a gioire con esse. Sentivo il loro calore quando decise dal seno vagabondavano verso il pube indugiandovi. Seguivano con le dita le curve del mio corpo per poi audacemente esplorare le femminilità, stimolandomi senza pietà il clitoride, penetrandomi con il dito medio fino a raggiungere quel piacere massimo trattenendomi dall’urlo che mi nasceva spontaneo nell’invocarti.

Quelle mani erano le tue, quel dito era il tuo membro che allora potevo solo immaginare.

Ricordo quei momenti come ora. Quante volte ti ho amato così.!

La mamma, a quella festa, si era accorta della mia tristezza, della mia indifferenza. Preoccupata, abbracciandomi mi chiedeva cosa avessi.

Ricordo bene! Sono scoppiata in lagrime e disperata con singhiozzi che mi scuotevano il petto, avvinghiata a lei mi sono sfogata:

‘ Non &egrave venuto , mamma! Non &egrave venuto!’

‘ Chi non &egrave venuto? ‘ Non ha capito subito.

‘ Oh, mamma! Vani! Me l’aveva promesso!’

Lei dolcemente:

‘ Tesoro, verrà vedrai! Soffri così tanto? Sai Vani &egrave grande’ ‘ ripeteva la solita litania ‘ ‘ ha altri interessi, sarà stato trattenuto dalla ragazza’

Ho sbottato:

‘ Si lo so! Quella smorfiosa di Marcella. Lo so cosa fa con lui, quella! Lui si &egrave dimenticato di me!’

La mamma mi stringe e quasi divertita:

‘ Immagino cosa fanno! Sono adulti, Vani &egrave un uomo, ha 27 anni. Marcella &egrave la sua ragazza, potrebbe anche sposarla, sai! ‘

Questa uscita ha solo aumentato la mia disperazione e le lagrime:

‘ No’no mamma! Io devo essere la sua ragazza! Nessuna gli vuole bene come me!! ‘

La mamma commossa :

‘ Ma tu sei la sua cuginetta, sei ancora una bambina!!’

Io timidamente: ‘ Si mamma’ ma io lo amo! Sai io lo amo!’

A questa esclamazione convincente, precisa,la mamma non replica, si limita:

‘ Tesoro !’ stringendomi di più a se.

La conferma che il mio amore, non era fantasia di adolescente l’ha avuta l’estate dello scorso anno quando mi ha vista sconvolta. Ti avevo appena sorpreso mentre facevi l’amore con Marcella.

Con lagrime di rabbia le ho riferito come godeva, quell’antipatica, con il tuo meraviglioso membro infilata dappertutto e come tu fossi felice di montare quella femmina in calore.

Ho raccontato tutta la scena a mia madre. Con lei sono sempre esplicita su argomenti sessuali. Lei stessa mi ha abituata così, fornendomi sempre esaurientemente le risposte alla mie curiosità sul sesso, fin da bambina.

Ho giurato in quel momento, che tu saresti stato mio. Ti avrei strappato a quella smorfiosa. Lei non aveva niente più di me. A te piaceva quella donna solo per andarci a letto, come avevi fatto con tutte le altre. Io ero la tua ragazza, eri me che amavi e non lo sapevi ancora! Te ne saresti accorto presti però.! Odiavo quella donna!

Mia madre &egrave rimasta assorta e silenziosa, a questa disperata esternazione.

Mi ha teneramente accarezzata la testa appoggiata al suo petto, tentava così di consolarmi.

‘Vani, la mamma &egrave con noi. Io ne sono sicura, perché quando le ho portato euforica la notizia della rottura tra te e Marcella, lei ha gioito con me, dicendomi:

‘ Cara, sono contenta di vederti così felice! Speriamo che Vani ti ami, come dici tu. Stai attenta, però e ricordati che si soffre per un amore così.’

La conclusione di Miria mi rincuora:

‘ Sono contento di avere zia Anna dalla nostra parte, ciò mi fa sperare in bene, per noi. Ora mi spiego perché qualche tempo fa tua mamma si mostrava interessata ai miei progetti matrimoniali. Alla mia risposta che non avevo alcun progetto in merito lei sorridendomi mi disse:

‘ Devi ancora trovare la donna giusta?’

Alla mia risposta affermativa ha pronunciato la frase che a quel momento mi sembrava incomprensibile:

‘ Forse Miria non si sbaglia! ‘

Non ho replicato, ma pensando a te, mi sono ripromesso di chiederti spiegazione. Non c’&egrave stato tempo, poi gli eventi ci hanno portato ad oggi, alla nostra felicità.

Ora so cosa volesse dire. E’ vero ti amavo senza saperlo, chissà da quando! Aspettavo la persona giusta. !’

‘ Vani! Mi ami come ti amo io? ! Sai ieri sera sarei voluta morire tra le tue braccia, mi sentivo mancare per la felicità di averti.’

‘ Mi sono accorto, eri su di giri ieri sera, eri in un’altra dimensione’

‘ Tu mi hai portata a questo! Tu magnifico mostro! Oh..non posso pensarci,’sei solo mio! Me lo dicevo anche ieri sera quando sono uscita dal bagno per venire a letto.

Tu eri già lì, dormivi credo. Disteso nudo, al centro del letto. Mi sono soffermata ad ammirare la tua bronzea nudità. Eri così bello!! Ho notato il membro, appoggiato di lato su una coscia. Non l’ho avevo ancora visto così a riposo, rilassato, indifeso. L’ho conosciuto potente, agguerrito, enorme.

Mi faceva tenerezza, il mio passerotto, ho avuto la tentazione di accarezzarlo, baciarlo, coccolarlo.

Ma ti eri appena addormentato!

Ho voluto, almeno, darti un bacio. Avevi la bocca socchiusa invitante. Il contatto delle tue labbra morbide, umide, mi ha subito trasmesso un brivido di piacere a tutto il corpo, culminato nell’immediata contrazione della vagina, come già mi succedeva ogni volta che mi capitava di saltarti fra le braccia, da qualche anno a questa parte.

Il desiderio di essere posseduta &egrave stato impellente.

Tu pur dormendo hai allargando le labbra accogliendo la mia lingua insinuante.

Ormai eri sveglio, allora mi sono adoperata a risvegliare l’altro bel dormiente.

Quel magnifico esemplare l’ho sentito subito duro, premere sul mio pube che gli si strisciava sopra.

Avevo il permesso e lo volevo dentro subito. Ero già tutta bagnata.

Sono risalita strisciante con il ventre lungo la magnifica asta, fermandomi solo l’attimo per alloggiare la punta all’apice delle grandi labbra e ridiscendere assorbendolo fino in fondo nella fica.

Tu sei rimasto rigidamente immobile, io volevo di più anche se mi sentivo riempita tutta. Ho raggiunto subito l’orgasmo roteando la vagina attorno a quell’asta sempre più grossa.

Ero scossa dalla prima ondata di piacere, lunga a calmarsi e non mi fermavo nel lento movimento rotatorio.

Tu mi guardavi soltanto, mentre urla soffocate mi facevano inarcare su te indietro con la testa verso il soffitto.

Tu sei ancora rimasto immobile rigidamente dentro di me, seduta sul tuo ventre ti ho guardata, per un attimo, sorpresa della tua rigida immobilità.

Devi aver capito la mia muta implorazione di aiuto. Non ero ancora appagata!

Hai preso le redini della situazione. Mi hai girata afferrandomi fortemente le natiche, senza perdere la tua posizione nella fica, mi hai sollevato leggermente il bacino ed hai iniziato ad infierire, lentamente, costantemente.

Sentivo gli affondi lenti, regolari, fino nei punti più remoti, più intimi.

Mi sentivo svuotata , dalla grossezza del membro, quando ti ritraevi attendendo l’attimo sublimo del nuovo affondo che mi avrebbe riempita.

Ero cosciente che avresti continuato per l’eternità, tuoi occhi erano piantati su di me, duri, infondendo nella tua espressione una crudele determinatezza devastatrice.

Il nuovo orgasmo sopraggiunto, più devastante, che annullava tutto intorno, mi lasciava colma di sensazioni che non volevo perdere e ti ho implorato a continuare, fino allo sfinimento totale, per annullarmi con te, in te.

Godevo, amore, godevo ancora. Tu mostro divino, continuavi. Eri il mio padrone, il mio Dio, il mio tutto.

Non smettevi mai, da quando mi eri dentro mi hai portata alle cime più alte della lussuria.

Volevi farmi godere di più, era un orgasmo dietro l’altro poi finalmente hai deciso di finirmi:

Mi hai sollevato le gambe sulle tue spalla, sempre possedendomi, ho sentito uno squarcio dei muscoli vaginali ora tesi al massimo. Gli spasimi di godimento si sono moltiplicati. La potenza del tuo membro indemoniato mi procurava un piacere nuovo spasmodico, sconquassante da annebbiarmi la vista ed il cervello.

Ero alla fine, ormai, all’annientamento finale. Il nuovo orgasmo era doloroso. Forse hai avuto pietà di me. Hai liberato le mie gambe dalle tue spalle allentando la tensione dei muscoli vaginali, continuando imperterrito a sondarmi con quel bastone indistruttibile.

Mi avevi vinta, devastata, completamente distrutta e non ricordo più niente, ero svenuta credo’

‘ No, amore’ti eri semplicemente addormentata ed anch’io ti ho subito seguito. Sai quell’amplesso, anche se ho desistito dal godere &egrave stato sfibrante anche per me. Eravamo veramente stanchi!’

‘ Vani, ma cosa sei? Quando mi trafiggi così, ti trasformi, mi fai vedere le stelle a due passi. Sei così bravo, bello! Sei stato così con tutte, con Marcella?’

‘ No con le altre non ho mai raggiunto l’esaltazione a cui mi hai condotto tu , in questi due giorni. Ho scoperto l’amore! Tu mi hai piacevolmente stregata!.. Sei bella!.. non so come devo dirlo’strega!!’

‘ Vani!!’ avvinghiandosi a me con slancio e stendendomi sul letto:

‘ Come ti amo!! Sei mio’ ora sei solo mio!!’

Mi bacia, mi morde, mi lecca,mi stringe la testa, mi tira i peli sul petto, mi mordicchia i capezzoli, mi afferra il membro stritolandolo, mi morde le labbra,’. mi ordina:

‘ Prendimi!! Ora’!! Fammi tutta!’ Tutta!! Come piace a te’sai come vero?’

‘ Miriaaa!! Ma ti farei male così! Non potresti sopportare!’

‘ Tu sai come fare! Prova amore! ‘

M’invita determinata, con voce bassa, roca dall’eccitazione.

La tensione &egrave alta, il mio membro svetta più prepotentemente. Tremo al pensiero di poter violare ancora quel corpo meraviglioso nell’altra verginità.

Ma devo essere calmo! La mia dea dovrà gioire anche di questo.

La sistemo sul letto distesa, le inserisco sotto le anche un cuscino, le allargo le gambe.

Mi guarda con occhi sognanti ma non comprende l’operazione:

‘ Vani.!! ‘ timidamente ‘ Ti voglio come ti avevo visto con Marcella ‘no così!’

‘ Miria..rilassati, lascia fare a me! Ti farò male ma il piacere lo annullerà. Non temere’ io ti amo!’

La posizione di Miria &egrave eccitante, stupendo il suo viso, esaltato, con l’espressione della vittima che attende il sacrificio.

Il seno ritto trema per l’ansia.

La fica rosea, eccitante &egrave aperta e bagnata.

Anche a me l’ansia mi attanaglia. Ma vado calmo, devo preparare questa stupenda femmina fino al punto del non ritorno.

Mi chino sulle sue labbra, con un bacio tenero, mordicchiando prima l’una e poi l’altra.

Mi abbasso sui capezzoli appuntiti stuzzicandoli un po’: con la lingua, con i denti, succhiandoli.

Già sospira la mia donna.

Vado più giù, baciandola fino alla vulva profumata gia spalancata. Le insinuo la lingua, esploro, tiro il grilletto. Ora &egrave partita la mia donna, &egrave eccitata!

Mi risollevo, afferro il membro, lo strofino sulle grandi labbra, stuzzico il clitoride, faccio un po’ largo, fra di esse e sprofondo nella fica allagata.

Sento il suo : ‘ Ohhhhhhhhhhhhhh!! ‘ profondo.

Un attimo dentro e subito fuori..

Ora dirigo il membro, intriso degli umori, più giù verso quell’invitante buchetto stretto.

Se ascoltassi il mio istinto bestiale, sprofonderei anche li, subito. Ma..

Lo appoggio al centro, delicatamente, roteando per umettare e spingo solo un po’, qualche centimetro forse.

Mi ritraggo per ritornare più su con un nuovo affondo nella fica calda.

La fata , freme!

Ritorno giù, con gli stessi movimenti spingo di più fin quasi a metà e mi fermo.

Miria fa: ‘ Ohh Vani!!’

Rimango ancora fermo, così per un po’ dentro il buchetto appena violato’

Miria tenta di respingere, io :’ Rilassati cara! Abituati un po’!!’

Intanto le prendo una mano e dirigendola verso la vagina la invito:

‘ Adesso toccati, solletica il clitoride!’

Lei ubbidisce, si rilassa la strettezza si allenta. Mi ritraggo e mi reimmergo fino al punto di prima, ripeto il movimento più volte per elasticizzare l’orifizio.

Miria ormai &egrave completamente rilassata, mentre sollecita decisamente il clitoride.

Geme e decisamente mi invita:

‘ Adesso amore, dai!! Spingi!’

Io eseguo senza indugi e spingo con forza senza fermarmi occupando il nuovo sito fino in fondo.

Miria, lancia un urlo cercando di ritrarsi.

Io fermo la rincuoro:

‘ Calmati, tesoro, rilassati! ‘

Mi chino a baciarla.

Poi mi guarda con stupore, a bocca aperta con una smorfia di dolore che un po’ per volta con gemiti si trasforma in un sorriso.

Il dolore si attenua, si sta abituando alla devastante intrusione.

Ricomincio, io, a sollecitare il clitoride più decisamente.

Ora Miria comincia ad agitarsi, a gridare:

‘ Vani!! Vani!! &egrave bello!! Dai !! ‘ Sfonda!! Oddio!!!!’

La strada &egrave fatta! Mi tiro indietro lentamente e rivado giù lentamente. Aumento il ritmo. Accelero.

Miria &egrave estatica, &egrave impazzita. Grida. Mentre le torturo il clitoride, penetrando con due, poi con tre dita nella fica fradicia.

Intanto il piolo va su e giù liberamente nel buco appena violato.

Miria urla, m’implora e .. gode con un rantolo dolorosamente piacevole credo.

Le contrazioni stritolano il membro impalato.

Anch’io sono al traguardo, al settimo cielo e mi scarico copiosamente nelle viscere con spinte intermittenti.

La battaglia &egrave finita, mi piego sul corpo sfinito di Miria, le porgo un bacio di riconciliazione.

Mentre il membro perde di consistenza, Miria ha la forza di pronunciare:

‘ Sei fantastico amore! Ho sentito un dolore atroce, ma &egrave durato poco’. Poi il piacere mi ha distrutta.’

E’ passato un po’ di tempo, siamo stretti uno affianco all’altro.

Squilla il cellulare di Miria, appena acceso. Sento:

‘ Miria, ma dove sei? E’ tutta la mattina che non rispondi. Mi hai fatta preoccupare’

‘ Ciao, mamma! Ero con Vani’. Sono con lui!! ‘ risponde contenta.

‘ Miria!! Ma Allora!!!’

‘ Si Mamma!! Siiii!!’

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