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Racconti erotici sull'IncestoTrio

Monellina intraprendente

By 14 Settembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

 

Quella sera rientrai in casa già parecchio su di giri e non avevo toccato alcol. Mi chiamo Juliet sono di origine britannica e sono quel tipo di ragazza abbastanza carina da attirare l’attenzione di giovani e meno giovani. Alta 1.60, bella terza abbondante e soda che sta su anche senza bisogno del reggiseno, colpi di luce che riflettono i miei capelli di varie tonalità di biondo, occhi azzurro-verde, fisico tonico ma mi piace mangiare e così ho accumulato qualche chiletto in più nel girovita che però non mi crea problemi visto che il mio viso angelico colpisce comunque. Sessualmente ho sempre prediletto gli uomini sulla 40ina per vari motivi, il primo prettamente sessuale, l’esperienza gli mette meno fretta e sanno prendere gli iniziativa dilungandosi in preliminare mentre un coetaneo parte abbassandosi i pantaloni e non chiedendosi minimamente se tu abbia goduto o meno. Altro fattore determinante: il potere. Darla al momento giusto ad un 40enne giusto può darti spinte anche molto potenti.

 

La mia indole sportiva mi aveva portato a rischiare troppo così proprio il giorno di chiusura delle piscine estive durante un tuffo dal trampolino avevo sbagliato qualcosa ed ero caduta rovinosamente a terra rompendomi un braccio una caviglia e slogandomi l’altra e così da circa una settimana ero costretta su una carrozzina e da quanto dicevano i medici avrei dovuto rimanerci per almeno altri due mesi. Appena tornata a casa dal pronto soccorso subito le mie amiche si erano precipitate da me per farmi compagnia e per non farmi sentire isolata e non mancava giorno che qualcuna non mi venisse a trovare o mi invitasse a casa sua.

 

Quella sera la mia amica Silvia mi invitò a casa sua per la cena avrei cenato con la sua famiglia che programmava una grigliata di fine estate. Mi sarebbe venuta a prendere sua madre e poi mi avrebbe riaccompagnato il padre a cena conclusa. La cena si teneva sul terrazzo e riuscire a portarmi su fu una vera impresa per Silvia e la madre ma dopo 10 minuto eravamo arrivate io fresca e riposata loro un pò meno. Alla griglia c’erano il padre e lo zio di Silvia e l’odore invitante che emavana la carne mi confermò che avevo fatto benissimo a farmi coinvolgere. La serata passo in sobrietà ed allegria e per un giorno non pensai alla condizione di inferiorità che mi sarebbe spettata per i prossimi 2 mesi. Come tutte le cose belle però la serata si concluse e verso l’una il padre di Silvia mi annunciò che quando sarei stata pronta lui mi avrebbe portata a casa. Silvia piegò la mia carrozzina e si affrettò a portarla giù alla macchina mentre il poveretto afferrandomi gentilmente da sotto i glutei mi prese in braccio a mò di bimbo piccolo e mi apprestò a fare le scale. Sarà stato il suo imbarazzo a stare a stretto contatto con una coetanea della figlia, sarà stato il caldo o lo sforzo ma dopo qualche gradino cominciai ad avvertire un “ostacolo” che si poneva tra il suo ventre ed il mio. Io subitò sorrisi divertita della cosa mentre lui sembrava molto imbarazzato, cercava di scostarmi dalla sua palese erezione mentre ogni movimento che cercava di fare per allontanarmi senza fare cadere risultava un massaggio. Dopo qualche passo rinunciò allo spostamento e comincò a camminare a passo più sostenuto per porre fine presto a quell’imbarazzo. Io dal canto mio avevo proprio voglia di sfregarmi un pò era da 2 settimane che non facevo nulla ed ero nervosa per questo. Così cominciai a strusciare senza ombra di equivoci il mio bacino sulla sua erezione, lui dapprima si bloccò incredulo poi riprese a scendere le scale con passo più lento accompagnandomi con un movimento del bacino, cercando di non essere visto e con uno sguardo molto arrapato mi guardava dritto negli occhi. Appena arrivammo alla macchina mi sistemò sul sedile passeggero e lui si affrettò a mettersi al posto di guida. Dopo i saluti con Silvia e i ringraziamenti a sua madre partemmo veloci.

 

Dopo già pochi metri la sua mano si appoggio sulla mia coscia come a tastare il terreno, ed io per tutta risposta mi rilassai dandogli un tacito permesso, la mano di lui però si allontanò, tornò sul volante e comincio ad accellerare vistosamente, fino a che in una stradina delosata svoltò e si fermò.

Ricominciò a sfiorarmi la coscia, con la punta delle dita, avanti e indietro, io comincia a sentire un calore espandersi dalla mia fighetta arrivare fino al cervello ed una sensazione di umido di pervase, emisi un gemito ed un sospiro di piacere.

“Allora ti piace fare arrapare i vecchiacci come me?Quanti anni hai”

“20”

“Io 43. Adesso ti faccio vedere cosa succede a fare arrapare un vecchiaccio come me.”

Con molta delicatezza mi trascinò nei sedili di dietro e dopo avermi sollevato la gonnellina mi sfilò gli slip e ciò che vide fu una passerina lucida e bagnata che non aspettava altro che essere toccata e leccata. Estasiato dalla vista passò un dito in mezzo alla fessura bagnata, facendomi sussultare ulteriormente, presosi di coraggio comincio a leccarmi l’interno coscia per poi arrivare al mio fiorellino senza mai staccare i suoi occhi dai miei. Apri con le dita le labbra e vi infilò la lingua facendomi gemere e sighiozzare di piacere, sentivo un caldo pervadermi ovunque lo sentivo prima leccare e lappare tutto poi risalire e succhiarmi il clitoride, poi cercorrere tutto lo spacco per tentare di sfondarmi il culetto con la lingua, io non mi tenevo più a freno gemevo e godevo come una cagna in calore.

“Si dai ti prego non smettere sto per venire, dai fammi venire, fammi godere che sono un lago”

Lui però si fermò e velocemente si abbasso i pantaloni della tuta facendo svettare un bel cazzo di medie dimensioni dritto all’inverosimile e con un guizzo velocissimo lo puntò all’entrata della mia fighetta

“Non sei una bambina, fai la donna, le donne godono con il cazzo non con la lingua”

E di botto mi infila l’uccello dentro fino alla radice sbattendo i coglioni e cominciando a trapanarmi come un forsennato.

“Ecco adesso urla finchè ti pare”

Lo sentivo martellare con una frequenza assurda e la cappella picchiettava continuamente contro la cervice provocandomi scosse di piacere indescrivibili e l’orgasmo si avvicinò dinuovo.

“Oh..si ti prego adesso scopami che ci sono quasi…”

“Che bella fighettina stretta che hai…mi piacciono le giovani sono tutte strette te lo stritolano….godi..ti piace??godi….”

Io intanto mi contorcevo dal piacere che mi stava dando quell’uccello cosi esperto ed ogni orgasmo era più potente dell’altro. Ridusse un pò il ritmo per permettere alla sua mano di raggiungere il mio buchetto posteriore infilando piano un dito.

“Mmmhhh hai anche dei buchini non usati…che meraviglia…mi fai venire al solo pensiero”

e intanto cominciava una lenta masturbazione al mio culetto

Quella doppia penetrazione mi ha riportata sull’onda del piacere ma un piacere diverso incontrollabile, ogni muscolo se ne andava per conto proprio

“Oh si cazzo vengo vengo ancora mio Diooo”

Questo orgasmo fu devastante addirittura per la prima volta in vita mia provai lo squirting, sborrai come un uomo dall’intensità delle sollecitazioni. Ormai anche lui era vicino all’orgasmo.

“ahhhh sborro ti riempio bella maiala….”

 

 

Ed eruttò una quantità incredibile di sperma nella mia fighettina allagata.

“Cazzo che bella figa che sei”

Mi riportò a casa senza togliermi le mani di dosso e prima di scendere infalandomi la lingua in bocca.

Mi accompagnò alla porta e mi salutò.

La porta si aprì…

“Ciao zio….”

 

CONTINUA

 

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