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Racconti di DominazioneRacconti erotici sull'Incesto

nath- Schiavo di due padrone: madre e figlia

By 28 Ottobre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Erano le sei e mezza quando la sveglia mi richiamò dal mio mondo dei sogni, Il primo istinto fu quello di distruggere l’infernale marchingegno ma, dopo qualche secondo decisi di concedere ancora qualche giorno di vita allo strumento del demonio e mi alzai dal letto. Come un automa mi diressi in bagno e mi lavai. Tornato in camera mi misi i soliti vestiti, diedi un bacio di buon giorno alla mia compagna e mi avviai per andare allo studio pubblicitario dove lavoro.
OPS! Che sbadato che sono, non mi sono neanche presentato. Rimedierò dubito!
Mi chiamo Luca e ho 42 anni e sto da tre anni con una donna divorziata, Sonia, che ha 41 anni: capelli rossi, occhi neri come la pece un seno notevole e sodo e un culo niente male. La mia figliastra Laura (con cui sono in buoni rapporti) invece ha compiuto diciannove anni da poco, ha preso tutto dalla madre tranne gli occhi verdi del padre.
Come dicevo quel giorno andai al lavoro come al solito senza immaginare ciò che sarebbe successo poche ore dopo.
Arrivato a Bologna dopo un’ora di treno mi recai sul posto di lavoro e appena mi misi a sedere alla scrivania mi chiamarono nell’ufficio del direttore con urgenza. Dopo meno di dieci minuti ero fuori dall’agenzia pubblicitaria: ero stato licenziato.
Non ci potevo credere, licenziato senza preavviso per riduzione di personale, era un incubo. Non sapevo cosa fare, o meglio non sapevo cosa decidere di fare: correre a prendere un mitra e fare una strage oppure mettere una bomba all’interno dell’edificio e farla saltare con calma. Alla fine decisi di tornarmene a casa, sconfitto e depresso. Arrivai a casa cinque ore prima del solito. Immaginai che dentro non ci fosse nessuno, visto che Sonia doveva essere a lavorare e Laura probabilmente in giro con le amiche. Invece appena entrato senti delle voci provenire dalla mia camera da letto. Mi avvicinai silenziosamente e sbirciai dal buco della serratura. Le tapparelle erano abbassate e si vedeva poco. All’inizio non vidi altro che forme confuse, poi riconobbi Sonia distesa di schiena sul letto, nuda e con le gambe aperte; in mezzo c’era un’altra figura. Non potendo trattenere la mia rabbia oltre spalancai la porta con tutta la forza e avevo ed urlai.
-Sonia! Che cosa stai facendo!? ‘
La persona che le stava tra le gambe si giro di scatto.
Rimasi impietrito quando mi accorsi che quella la persona era Laura.
Le due donne mi guardarono con uno sguardo sorpreso. Ci fissammo per alcuni interminabili secondi: nessuno dei tre sapeva esattamente cosa fare o cosa dire. Senza nessun preavviso Laura prese in mano la situazione ed inizio a parlare.
-Ebbene? Hai intenzione di stare lì impalato?-
-Che cosa dovrei fare secondo t&egrave? Ti ho appena scoperto nuda insieme alla mia donna non che tua madre?
-Non lo so, potresti andartene sbattendo la porta oppure unirti a noi se ti fa piacere.-
-Ovvio che me ne vado!-
Mi girai senza pensarci ed uscii da quella stanza. Stavo attraversando il corridoio quando mi accorsi di avere una leggera erezione,mi vergognai di me stesso per averla avuta in quella situazione. Ero quasi alla porta quando Sonia mi sbarro la strada.
-Non andartene ti prego-
La vista del suo corpo nudo e il mio cazzo che diventava sempre più duro mi fermarono. Quando ci raggiunse anche la mia figliastra notai per la prima volta il suo corpo nudo, era perfetto: pelle liscia e bianca, gambe lunghe e perfettamente depilate,come la sua figa. La mia attenzione si concentra principalmente sui suoi piedini, fantastici e lisci con uno smalto rosso sulle unghie. Quell’affascinante visione mi eccita incredibilmente ed il mio cazzo ha ormai raggiunto la sua durezza massima; anche le due donne notano la mia poderosa erezione.
-A quanto pare invece il tuo amico li sotto preferirebbe restare- mi dice Laura con un tono scherzoso.
Mi arrendo all’evidenza: sono eccitato da morire e si! Vorrei restare e scoparmele tutte e due.
-E se decidessi di restare?-
-Dovrai guadagnarti i nostri corpi.- Mi dice Sonia avvicinandosi a me.
Con la coda dell’occhio vedo Laura che si sposta alle mie spalle.
-E come dovrei fare?-
-Così!-
Improvvisamente sento qualcosa di freddo e duro intorno alle braccia. Sono manette. Mi giro di scatto e vedo Laura che scoppia in una risata, una risata malvagia. Mi hanno ammanettato, non ci posso credere.
-Cosa significa questo?!-
-Significa che per guadagnarti i nostri corpi dovrai essere umile e devoto, dovrai essere il nostro schiavo personale.- dice Sonia.
-Ora noi andremo a fare un po’ di compere e questa sera quando torneremo sentiremo la tua decisione.-
Detto questo si vestono ed escono dalla porta.
Rimango solo. Non so quando torneranno, ma la mia risposta &egrave già decisa ed era sì.
Erano circa le sei e un quarto quando la porta si aprì. Ero stato praticamente tutto il giorno sul divano ad aspettare con impazienza l’arrivo delle due donne ed ora che erano giunte, l’eccitazione aumentò notevolmente. Avevo tenuto le manette da quando me le avevano messe fino ad ora e i polsi iniziavano a farmi male. La prima a varcare la soglia fu Sonia con due grosse borse, seguita da Laura con una sporta pure lei.
-Hai pensato bene ad una risposta tesoro?-Chiese Sonia.
-Sì! La risposta &egrave sì.-Risposi io
Un sorriso crudele si dipinse sul volto delle donne. In quell’istante pensai che forse non avrei dovuto accettare quella sconcia proposta, ma il pensiero si interruppe subito quando un violento schiaffo colpì in pieno il mio viso.
-Sì mie signore dovevi dire!- Mi gridò in faccia Laura.
Una risatina usci dalla bocca di Sonia.
-Sì mie signore.- Dissi senza riuscire ad oppormi a quell’improvviso attacco di violenza.
-Bene, dato che tu verme hai accettato di servirci e venerarci bisognerà decidere alcune regole.- Disse Sonia.
-Esatto. Regola numero uno: dora in poi dovrai chiamarci padrone. Regola numero due: tu verme dovrai fare solo ciò che ti diciamo.- Iniziò Laura
-Regola numero tre: tu non avrai più nessuna autorità e non potrai decidere più niente.- Aggiunse Sonia completando la frase di Laura.
Non dissi niente. Sonia si sedette sul divano e si tolse le scarpe, Laura la imitò.
-Non stare lì impalato cane! Vieni subito qui!-Mi dissero quasi all’unisono.
Senza nessuna obbiezione mi diressi verso di loro come un fedele cagnolino; Ormai era troppo tardi per tirarsi indietro.
-Inginocchiati schiavo!- Disse Sonia.
Obbedii.
-Leccaci i piedi brutto verme schifoso!- Aggiunse mentre Laura mi sputò in faccia.
Mentre il cazzo incominciava ad indurirsi iniziai la mansione che mi era stata affidata dalle mie nuove padrone. Iniziai con i bei piedini della mia figliastra. Prima leccai delicatamente le sue dita, il sapore era ripugnante ed allo stesso tempo piacevole. Passai al dorso sempre più eccitato,leccai minuziosamente ogni singola parte con assoluta dedizione. Era passato quasi un quarto d’ora quando un violentissimo calcio nello stomaco mi destò dal mio stato di trance; era Sonia.
-Non dimentichi qualche cosa lurido verme!- Disse
-Cosa mia padrona?- Chiesi
Un altro calcio più violento del primo.
-Come osi chiedere cosa! I miei piedi, inutile essere! I miei piedi non sono ancora stati leccati!- Rispose mentre mi sputò in faccia.
Obbediente ed ormai privo di ogni volontà spostai la mia lingua sui piedi di Sonia e ricominciai il lavoro. Dopo alcuni minuti alzai lo sguardo e vidi che Laura e Sonia si stavano baciando e si toccavano la figa. L mia eccitazione raggiunse il massimo; avevo la sensazione che i pantaloni mi stessero per scoppiare da quanto c’&egrave l’avevo duro. Ad un tratto senza preavviso Sonia si alzò dal divano tirandomi un calcetto.
-&egrave ora di cena schiavo! Prepara qualche cosa!- Disse.
-Sì, mia signora- Risposi.
-Mia signora, potreste togliermi le manette?- Aggiunsi.
I polsi mi facevano davvero male. Era praticamente un giorno che c’&egrave l’avevo e non ne potevo più.
-Ma certo che te le possiamo togliere verme. Assapora bene questo periodo di libertà perché quando mangeremo dovrai rimettertele.- Disse Laura con un sorrisetto malizioso.
-Ma come farò a mangiare?- Chiesi io.
-Come mangiano i cani idiota! Perché &egrave quello che sei giusto?! Un docile cagnolino no?-Rispose Laura mentre mi liberava dalle manette.
Iniziai a cucinare un tortino di patate. Quando fu pronto ci sedemmo tutti e tre a tavola; fu un gravissimo errore.
-Come osi verme schifoso!- Disse Sonia pietrificandomi con lo sguardo.
-Come osi solo pensare di essere degno di sederti alla nostra tavola!! Chiedi subito perdono!- continuò lei.
Mi resi immediatamente conto del madornale errore che avevo commesso e tentai di rimediare.
-Chiedo umilmente perdono padrone, vi imploro di perdonarmi.- Dissi io.
Laura e Sonia si guardarono in silenzio per decidere il mio fato. Furono attimi carichi di tensione per me, carichi di tensione e paura. Ad un certo puto Sonia fece un leggero segno con la testa e Laura mi tiro una violenta ginocchiata nello stomaco. Caddi a terra in preda al dolore.
-Adesso sei perdonato verme schifoso.- Dissero le due donne.
-Dove mi devo mettere allora mie signore?- Chiesi.
-Sotto il tavolo, come si confà ad un cane come t&egrave.-Rispose Laura.
Stavo per andare sotto il tavolo quando venni fermato da Sonia.
-Non dimentichi un dettaglio?- Disse ammanettandomi le mani dietro la schiena.
Andai sotto il tavolo, dove mi passarono un piatto con una fetta di tortino. Stavo per mangiarlo quando Laura lo pestò con i suoi piedini, Sonia fece lo stesso.
-Non te l’avevamo detto?- Disse Laura con un tono da finta stupita.
-Dovrai mangiarlo dai nostri piedi.- Continuò lei.
-Forza! Adesso mangia cane!- Aggiunse Sonia.
Iniziai a mangiare. O meglio, iniziai a leccare via quei pezzettini di cibo che avevano attaccati ai loro fantastici piedi. Questa volta iniziai da Sonia: leccai prima le piante, non nel modo delicato che avevo usato qualche ora prima, ma in un modo più veloce e più ingordo (probabilmente non solo per l’eccitazione ma anche per la mia reale fame). Il sapore era strano, non era cattivo, ma probabilmente ero io che nella mia perversione non sentivo più i sapori ma solo l’eccitazione Mi stavo letteralmente ingozzando dei loro piedi. La mia eccitazione saliva di secondo in secondo. Ogni volta che stavo per finire il cibo appiccicato ai loro piedi loro pestavano ancora la il tornino. Improvvisamente mi misero tutti e quattro i piedi in bocca contemporaneamente, quella nuova situazione mi eccitò ancora di più. Leccai e leccai ancora, senza sosta per quasi un’ora. Ero stremato; volevo che la smettessero per darmi un’ attimo di tregua, ma ovviamente non dissi nulla per evitare severe punizioni.
-Ma guarda un po’ che ore abbiamo fatto mamma.-Disse Laura guardando la madre.
-Cavolo! Sono già le nove meno un quarto, &egrave ora di andare a fare la nostra scopata serale Laura.-Rispose Sonia.
A quelle parole smisi di leccare i piedi delle mie regine e le guadai con eccitazione. Era da quando ero stato catapultato in quel triangolo erotico che aspettavo questo momento

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