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Racconti 69Racconti erotici sull'Incesto

Nuove scoperte (parte 2)

By 22 Gennaio 2011Febbraio 9th, 2020No Comments

NUOVE SCOPERTE (parte 2)

Ricordate dove eravamo rimasti?
Nello scorso racconto avevo fatto quella magnifica scoperta dell’anellino vibrante del quale Andrea divenne assiduo frequentatore, poi la faccenda con il tipo a scuola mi aveva messo davanti a come stavo davvero diventando ed infine avevo trovato nella mia amica, più similitudini di quante mai avessi creduto.
Andrea si era divertito; oggi me lo dice e sopratutto ve lo dice lui stesso da qui vicino, già perché anche quest’oggi è qui e mi aiuterà certamente a focalizzare meglio i ricordi di quanto accadde successivamente, un qualcosa che ovviamente ora leggerete.
Buon divertimento.

Chiusi la porta dietro di me e feci per tornare alla mia stanza come se nulla fosse accaduto, però fui obbligata a passare davanti quella del fesso che era rimasta aperta e lo trovai che stava sistemando i controller e spegnendo la console, ‘hai fatto colpo scemo…’, esclamai io rimanendo all’esterno della stanza appoggiata ad un infisso con le braccia conserte e dopo qualche secondo speso a guardarlo sfaccendare.
Mio fratello nel vedermi fece un’espressione di vero disappunto, ‘dai Chiara ma che hai combinato? Mi sono vergognato tantissimo e se capisce?’, mi venne solo da ridere entrando con passo svogliato, ‘ti sei divertito no?’, lui volle obiettare ma ai miei occhi non poteva certo mentire, quindi decise il silenzio, ‘come immaginavo… comunque non ha capito un bel niente ha solo voluto giocare un po’ con me, magari in futuro lo rifacciamo che dici?’, punzecchiai ancora sistemando un po’ la coperta del letto molto vagamente.
Lui però volle dissentire, ‘no Chiara con te è un conto, ma con lei mi vergogno troppo non farti venire strane idee stavolta’, cercò di essere il più fermo possibile su quanto stava dicendo attirando ovviamente la mia attenzione, così mi avvicinai velocemente e lo presi per un orecchio facendolo scendere con la faccia sul letto e restò li piegato un po’ sofferente, ‘non dai un po’ troppi ordini oggi?’ intimai io portandomi poi lentamente dietro di lui e quando vidi non salire nessuna risposta, in silenzio mi misi con il bacino appoggiato al suo sedere spingendo un po’, ‘vedi? Basta poco per farti togliere la mascherina del bravo fratellino, perché io so come sei…’, aggiunsi con un filo di voce mentre diedi due veloci colpetti, ricordando il modo per fottere da dietro e in risposta lo vidi inarcarsi ma restando sempre muto, forse per via della porta aperta, ‘ricordati chi è tua sorella pervertito’, lo lasciai andare tirandogli un poco i capelli e dandoci un bacetto sulla nuca, per poi allontanarmi sorridendo e farlo ricomporre.
Prima di andarmene mi voltai a togliermi una curiosità superflua, ‘hai tirato a caso quando ha poggiato il piede sul viso?’, lui si voltò alla domanda, cambiando quasi totalmente espressione sorridendo anche un poco, ‘i tuoi li riconoscerei sempre…’, era vero che era carino anche se sciocco, così dopo avergli sorriso me ne andai finendo con il rivederci più tardi a cena e successivamente prima di dormire.
Mi ero già cambiata e messa in tenuta da notte quando pensai un attimo ad un piccolo desiderio che mi era venuto in mente parlando con Ilaria a proposito di Andrea, così dopo aver preso la decisione, mi recai da nostra mamma bussando alla porta e trovandola mezza assonnata che chiedeva cosa cercassi, ‘senti Mà, ti scoccia se porto con me Andrea sabato per una volta?’, Massimo era già assopito e ne fui anche lieta perché non mi andava sentisse
Mamma sembrò abbastanza sorpresa, ‘come mai Chiara?’, chiusi la porta dietro di me per non farmi eventualmente sentire da mio fratello che sapevo ancora in piedi, ‘lo vedo sempre a casa e non esce mai tutto li, se mi dici di no non insisto’, giocai di psicologia dato che sapevo che nostra madre voleva un avvicinamento da parte mia, ‘no figurati, è solo che non mi aspettavo una domanda simile… e che ora avreste intenzione di fare?’, qui le sorrisi svagando un pochino e cercando di guadagnarci qualcosa dalla mia buona azione, ‘contando che staremo in un posto sicuramente tranquillo visto che viene anche lui, che dici delle tre?’, mi guardò con occhi che conoscevo benissimo, ‘facciamo come al solito Chiara, è ancora piccolo per fare così tardi’. Ricambiai il suo sguardo di dissenso, ‘passa le nottate a giocare a quei suoi giochi stupidi vuoi che non possa fare le tre?’, ci fu una pausa dove lei sbuffò parecchio pensando, ‘facciamo le due dai’, sorrisi seducente, ‘due e mezza e non se ne parla più?’, mamma lasciò in sospeso la conversazione accettando in modo silente, per poi darmi la buona notte e dicendomi di essere felice dell’iniziativa che tutto sommato gradivo nel profondo anche io.
Uscii da quella stanza per fare la seconda tappa e quando entrai lo vidi come al suo solito davanti lo schermo a scrivere qualcosa; lui mi guardò attendendo mentre io entrai e richiusi la porta, ‘ma che hai sempre da scrivere?’, mi avvicinai allo schermo credendo fosse qualcosa di losco, invece scoprì essere un racconto o qualche cazzata del genere ed in tutta sincerità vi dico che mi ha fatto venire lui l’idea di scrivere la nostra storia, ‘E’ una storiella che ho scritto, ogni tanto mi ci diverto a continuarla…’, lo guardai come per dire che fosse senza speranze, ‘e immagino sia qualcosa con elfi, folletti e roba simile…’, lui sorrise capendo il mio sdegno, ‘veramente è di vampiri, è una storia così…ci sono tanti film e tanti libri ma secondo me manca sempre qualcosa’, ascoltandolo mi resi conto che poi tanto stupido non era, non sapevo niente della storia, ma in effetti pensandoci ce lo vedevo come scrittore taciturno e solitario, oltretutto gli voglio fare pure un complimento perché avere voglia di scrivere a quell’età non è da tutti.
Sorrisi lievemente, ‘finiscilo e poi fammelo leggere, comunque ti va di venire con me domani sera?’, a quella domanda detta con molto menefreghismo da parte mia lui restò attonito, ‘perché me lo chiedi?’, mi portai una mano ai fianchi in segno che mi stava facendo perdere tempo, ‘non esci mai tutto li, magari ti diverti… ci sarà anche Ilaria’, sorrisi maggiormente facendo pure un po’ la stupida, mentre lui mostrò una faccia mezza seria, ‘si mi va…grazie’, dopo aver sentito le giuste parole lo salutai per la notte e chiedendomi se non stessi facendo una cavolata, andai in camera e mi gettai sul letto, prendendo lentamente sonno.
Quando la mattina seguente incontrai Ilaria, tra una cazzata ed un altra la volli avvertire della novità e se in caso ci fossero problemi, ma come mi aspettavo lei fu subito d’accordo e quando giunsi a scuola chiedendo anche agli altri e inventando la storia che mamma mi aveva chiesto di portarlo, tutti accettarono senza nemmeno tante storie; scherzando pure sul fatto di iniziare a farlo crescere sulla retta via o cose del genere, poi tornai come ogni giorno a casa restando con la mia amica che ci saremmo viste davanti a casa sua e avremmo aspettato il suo ragazzo con la macchina.
Quando giunsi a casa, Andrea stranamente era già arrivato e stava finendo di mangiare, mi sorrise e ricambiai con uno schiaffetto gentile, parlando a nostra madre se aveva lavato i vestiti che volevo mettere quella sera, scoprendo ben felice una risposta positiva anche se comunque dovette mettere becco sulla solita ramanzina del colore triste, della gonna troppo corta e cose del genere che ascoltai a malapena filando in camera.
Erano più o meno le due e mezza quando nostra madre mi bussò alla porta dicendomi che doveva andare con delle amiche a fare la spesa, gli feci un cenno con la mano e la cosa finì li, quando però realizzai la cosa mi alzai prima che uscisse di casa, ‘e verso che ora stai qui?’, lei alzò le spalle parlando che dopo sarebbe andata a fare una passeggiata per negozi e facendomi intendere sul tardo pomeriggio e come spesso avveniva in quei casi qualcosa mi frullò in testa.
La salutai restando in piedi tanto di certo non dovevo tornare sul mio letto per quello che avevo pensato ma piuttosto andai da Andrea in sala, che pacatamente sul divano guardava la TV come ogni pomeriggio; non persi nemmeno tempo ad ingegnarmi per attirare la sua attenzione tanto che appena arrivai li vicino lui con sguardo dolce si distolse dallo schermo per guardare se ai piedi tenessi scarpe o meno, ‘sei contento di venire con me stasera?’, gli sorrisi parlando mentre lui fece un cenno con il capo, ‘però non me lo hai mica dimostrato tanto…’, dissi cattivella come al mio solito restando però ferma a guardarlo dall’alto, ‘che vuoi che faccia?’, mi chiese con un filo di voce, girandosi completamente verso di me come e prestandomi la massima attenzione, ‘siamo soli questo pomeriggio, qualcosa mi invento tu vieni di là’, gli diedi la mano per alzarsi cosa che forse lo allertò un attimo visto che non ero solitamente così buona, spensi la tele e lasciammo la sala per andare nella sua camera.
Le tapparelle erano chiuse come a dire un segno del destino, poi lo guardai un attimo pensando tra me; lui proseguì avanti sedendosi sopra il letto nell’attesa, viaggiando un po’ con gli sguardi su di me ma finendo sempre con l’abbassare gli occhi, una delle cose che più mi piacevano di lui, ‘resta qua che ho trovato…’, lo vidi preoccuparsi e faceva bene dato che nella mia testa già avevo creato tutto un percorso che inglobava anche la serata fuori, poi tornai con l’affarino che conosceva benissimo.
Appena lo vide nella mia mano sussultò, ‘Chiara…’, esclamò per niente convinto di quello che volessi fare ma io sorridendo gli andai vicino, ‘fai quello che ti pare questo pomeriggio sei libero e senza pensieri’, lui non capì la frase però poi gli indicai di togliersi i pantaloni cosa che fece abbastanza lentamente e poi anche le mutande; il suo affare era mezzo sveglio ma con qualche veloce mio toccò si drizzò del tutto pronto per giocare e fu in quel momento che dalla tasca dei jeans tirai fuori un altro oggetto più che familiare e che tutti voi ricordate certamente, il nastrino per capelli nero.
Mise a fuoco le due cose aprendo gli occhi e restando zitto, mentre io me la ridevo, ‘se facciamo come al tuo solito rovini tutto, perché sei uno stupido quindi devo sempre intervenire io..’, esclamai un po’ saccente mentre per prima cosa legai ben stretto alla base del suo giocattolo il nastrino nero facendolo tra l’altro già ansimare e vedendolo così su di giri gli diedi uno schiaffetto sulla guancia, ‘vedi che non è uno scherzo ci devi stare attento e se sbagli, prima te ne do parecchie e poi ti faccio stare nudo davanti a Ilaria o peggio, intesi?’.
Quella nuova minaccia sortì l’effetto anche più del previsto vedendolo più che spaventato, poi infilai l’anellino di gomma come al mio solito attorno alla punta del suo giocattolo ed attesi qualche istante, ‘Chiara aspetta un attimo non so se resisto…’, parlò a vuoto mentre lo stavo accendendo premendo il bottoncino rosa, al che lui si irrigidì all’istante, poi senza dire altro tirai su mutande e calzoni, ‘dai che fai ancora in tempo per vederti i cartoni pollo’, gli dissi vedendolo invece sedersi a gambe aperte sopra il letto guardandomi in maniera abbastanza sofferta, ma conciato così mi venne solo da sorridere ed alzando un piede dall’infradito glielo misi esattamente sopra, godendomi tra l’altro la vibrazione che scaturiva da li sotto.
Lui strinse i denti chiudendo gli occhi, mentre andai qualche volta su e giù premendo il giusto per farlo sentire e poi mi allontanai precedendolo in sala a gustarmi le varie espressioni che certamente per tutto il pomeriggio avrebbe mostrato.
Stetti li sul divano con il mio fratellino per più di due orette, Andrea cambiò non so quante volte posizione non riuscendo a stare fermo per più di qualche minuto e mostrando sempre le gambe aperte non proprio in maniera pudica, finché quando mi alzai per andare a farmi una bella doccia lui mi chiamò con un filo di voce, ‘Chiara… fallo smettere per un po’ ti prego’, chiese lui sbottonando il primo bottone del jeans ansimando notevolmente, ma li mi voltai più che mai seria, ‘posso inventarmi anche di peggio lo sai no? Ti porto fuori stasera, quello è il minimo’.
Mi ci avvicinai afferrandoglielo con la mano sentendo ovviamente la vibrazione, ma anche il suo coso forse pure più duro del solito, ‘ma devo venire almeno… sta diventando insopportabile te lo giuro’, mi pregò nuovamente facendomi solo innervosire, tanto che lo presi di forza e alzandolo lo portai in camera sua schiaffandolo sul letto, il tutto senza che lui opponesse la minima resistenza; anche quando vide che avevo preso a togliermi la parte inferiore dei vestiti, tanto dovevo fare la doccia e già che c’ero mi prendevo pure un pizzico di piacere.
Così pensando mi misi sopra di lui dapprima cavalcandolo e restando un po’ sul bacino, facendolo agitare tantissimo quasi da spingermi via, poi salii sempre più per giungere sul viso e li restò immobile con la passera a qualche centimetro, ‘ti avevo detto di non lamentarti è colpa tua’, gli sorrisi infame mentre i suoi occhi li vidi quasi spegnersi o comunque diventare in altre parole senza volontà, per poi scostare il perizoma ed allargare con due dita le labbra di sotto che scendendo lentamente andarono a baciare quelle di Andrea.
Gli avevo insegnato proprio bene constatai soddisfatta, era da un po’ che non ci giocavo a quel modo e ammetto di essermela veramente goduta facendogli prendere qualche volta respiro al poveretto; dopo forse un quarto d’ora abbondante venni con un orgasmo fantastico direttamente sopra di lui, per poi scostarmi e restare qualche minuto a godermi la sensazione di piacere che ancora durava.
Diedi una rapida occhiata a mio fratello che a parte la bocca totalmente bagnata se ne stava quasi immobile con piccoli tremori che mi fecero temere il peggio, ‘ma sei venuto?!’, mi alzai quasi in apprensione ma la sua faccia mi rassicurò parecchio, ‘per un attimo mi avevi fatto pensare… dai pulisciti e se torna mamma vedi di comportarti bene sennò t’ammazzo’, prima di voltarmi presi un fazzoletto dai jeans a terra e glielo misi sul petto come regalo assieme ad un bacino sulla fronte, unico punto del viso che non era raggiunto dai segni del mio passaggio, poi un po’ più leggera me ne andai in bagno a finire quel che dovevo.
Non stetti li ad osservare i minuti ma me la presi molto comoda, anche perché lo facevo ogni sabato di prepararmi alla meglio, è vero che ero e sono una tipa piuttosto particolare dal carattere al modo di vestire, ma comunque ho sempre tenuto all’immagine… la cosa che forse mi distingue è di dover piacere a me stessa e non agli altri; togliendo comunque le frasi fatte, uscii dalla doccia con ancora l’asciugamano indosso diretta nella mia camera per mettermi i vestiti che avevo già preparato.
La porta di Andrea era chiusa ma non ci diedi peso continuando a fare quanto stabilito, poi una volta ultimato il tutto, non mi restò altro che truccarmi un minimo ma quello lo potevo fare benissimo prima di uscire.
Guardai l’ora dal mio computer e segnava le sette meno un quarto, in effetti iniziavo ad avere fame e quella scema di mia madre ancora tardava, così decisi di controllare anche con una certa curiosità, il mio fratellino per vedere se tutto era come l’avevo lasciato e decidendo già da ora di dargli un po’ di tregua; andai alla porta aprendola lentamente cercando di non fare rumore e lo trovai rivolto verso la finestra sul letto come se dormisse.
A quel punto entrai palesando la mia presenza, ‘ciao scemo come va?’, dissi sedendomi accanto a lui che rantolò qualcosa che non distinsi chiaramente finché non si voltò e lo vidi davvero in brutte condizioni poveretto, se dovessi fare un paragone per farvelo intendere stava forse anche peggio di quella volta prima del ritorno dalla Puglia; lo guardai e mi fece pena sul serio, però volevo sapere se la situazione li sotto era cambiata e se era venuto nonostante tutte le premure, così dandoci una carezza gli sbottonai la patta e constatai che le mutande erano intatte e senza ambigue macchie, ‘sei stato proprio bravo’, alle mie parole lui però non rispose restando ad occhi socchiusi, allora tolsi lentamente anche i boxer vedendo con i miei occhi il suo uccello ormai bordò e che veramente sembrava star li li per scoppiare.
In quelle condizioni devo dire che aveva un affare veramente invidiabile sopratutto considerando l’età, poi spensi la vibrazione accorgendomi che l’anellino era praticamente intriso di quel liquido che conoscevo più che bene, mentre lui sospirò ed ansimò ad ogni contatto con le mie dita, tuttavia lo lasciai con il nastrino stretto alla base.
Si spostò leggermente tirandosi su ed aspettando forse che rimuovessi anche quell’ostacolo per magari farlo finalmente venire come al mio solito, però non lo feci, ‘guarda qui che capolavoro, è sensibile immagino…’, dissi da vera bastarda passandoci nuovamente un dito sopra la punta facendolo scattare, ‘Chiara fammi finire sto impazzendo…’, chiese lui dolcemente mentre io mi distesi più giù della sua posizione stando praticamente con il viso sopra il suo coso, ‘se adesso lo levo tu vieni quasi subito, forse pure da solo senza che faccio niente, invece voglio che resisti fino a dopo la serata intesi?’, a quelle parole lo vidi con occhi disperati, ‘non posso!’, esclamò lui anche alzando la voce e facendomi capire di essere già oltre il limite, ma io sapevo che poteva resistere e lo avevo capito grazie a questi mesi passati a fare gli scemi a quel modo, così sorridendogli volli sottolineare quanto avevo sentenziato andando velocemente nell’anta dell’armadio e trovando subito quanto cercato.
Il tempo probabilmente non era molto ma me lo sarei fatto bastare, così senza aggiungere altro girai sotto sopra Andrea che non provò nemmeno a resistere, il che mi fece davvero capire quanto doveva stare fuori dalla voglia e gli legai con la sciarpa le braccia dietro la schiena come l’ultima volta assieme ad Ilaria, più che altro perché sapevo che altrimenti avrebbe reagito troppo d’istinto per quello che volevo fare.
Lo riportai alla posizione iniziale con la differenza che ora aveva le braccia sotto la schiena e mi rimisi giù con il viso cacciando fuori la lingua e dando una rapida passata sopra all’asta che spuntava davanti a me; come previsto cercò di sottrarsi ma lo feci restare fermo afferrando le palle con una mano e stringendo un poco, ‘Chiara se continui mi fai male smettila!’, parlò lui ancora cercando di dissuadermi, ma sinceramente mi fece solo divertire di più e sentendo quella richiesta mi avvicinai e lo presi tutto in bocca, rimanendo però ferma e sentendo una miriade di spasmi sul suo corpo che fu costretto a smorzare per non fare attrito con le pareti della bocca, ‘Chiara…’, suonò ancora a denti stretti e per qualche attimo forse fui tentata di lasciarlo stare, ma come immaginerete fu un pensiero che durò poco, giusto il tempo per guardarlo da quella posizione e passare la lingua qualche volta su e giù dall’interno, prendendomi dei sobbalzi incredibili che purtroppo per lui non fecero che aiutarmi.
Restai così per poco meno di cinque minuti, ogni volta che si rilassava qualche istante che smettevo, subito tornavo a muovermi con le labbra senza un ritmo preciso, andando da qualche colpo ad un vero e proprio pompino che sapientemente interrompevo quando vedevo il ventre contrarsi, infine quando notai alcune lacrime scendere dagli occhi lo liberai da quella prigione; più che respirare ormai Andrea ansimava solamente e deglutiva a fatica, era fermo con la schiena inarcata ma non per via delle braccia, forse per provare a far passare quella sensazione che sembrava farlo impazzire.
Mi scostai un poco, ‘adesso da bravo aspetti che tutto si calma e poi ti levo il nastrino, va bene?’, chiesi dandoci qualche bacino sulle guance sentendo ancora il mio odore sopra di esse, quando feci questo lui carino si avvicinò un po’ di più sempre respirando a fatica ma cercando forse di starmi vicino e lì, dopo tutto quello che stava sopportando, lo abbracciai un poco finché il respiro non tornò più o meno regolare, ‘dai che tra poco torna mamma vedi che puoi fare…’, tornai sul discorso vedendo che l’uccello non diminuiva di un solo centimetro ma restava più che mai dritto facendomi forse capire di aver esagerato con l’ultima cazzata, ‘allora… devi andartene, forse così c’è qualche speranza’, disse lui ancora vicino al mio seno facendomi pure ridere, ‘va bene scemo, ti chiudo la porta… fai tu a levartelo quando vedi che il pericolo e rientrato ma se per caso vieni non so che ti faccio è una promessa’, alla fine gli stavo dando fiducia ed il minimo che poteva fare era molta attenzione a non rovinare tutto proprio ora che mi ci ero sprecata così tanto.
Mezz’ora dopo tornò nostra madre salutandoci dall’ingresso, ormai ero completamente vestita, quella sera indossavo delle scarpe a tacco alto chiuse, calze ovviamente nere ed una gonna che scendeva di taglio sulla gamba sinistra, quando l’avevo vista al negozio me ne ero innamorata all’istante e non penso serva ricordare il colore; sulla parte superiore avevo optato per una camicia abbastanza aderente senza maniche di un bianco brillante e sopra un maglioncino copri spalle nero, insomma parola mia stavo davvero bene anche senza contare i capelli fatti ed il trucco che poi avrei messo.
Infilandomi le scarpe non potei non pensare che di certo sarebbero piaciute ad Andrea, che mi aveva visto tutto sommato raramente per più di qualche minuto con quel tipo di calzatura, visto che io stessa ammetto di non andarne pazza, preferendo quelle da ginnastica o d’inverno gli anfibi; così tra un pensiero ed un altro dopo l’avvertimento di mia madre di andare a tavola passai a chiamare il pollo, che però già mi aveva preceduta uscendo dalla porta diretto al bagno, voltandosi un attimo per porgendomi il mio nastrino più che imbarazzato.
Sorrisi poggiandolo rapidamente in camera e memorizzando di lavarlo al più presto, poi cenammo e quando finalmente venne l’ora fummo liberi di uscire dopo aver salutato a casa; Andrea era vestito piuttosto semplice non avendo probabilmente nulla di adatto ma andava bene così, in quel modo faceva risaltare di più me pensai incamminandoci verso casa di Ilaria, ‘allora non mi dici niente? Come sta tua sorella?’, gli sorrisi tirandoci per scherzare un orecchio, ‘stai benissimo scusa… è solo che mi sento un po’…’, non lo lasciai finire perché sapevo come si sentisse o comunque lo potevo immaginare, ‘e le scarpe anche ti piacciono?’, feci la scema fermandomi e puntando la gamba in avanti risaltando ovviamente il tacco in una posa piuttosto da puttana ad essere sincera.
Lui aprì gli occhi per poi voltarsi e continuare a camminare senz’altro per paura che qualcosa si risvegliasse li sotto, ‘tu stasera ti metti vicino a me e Ilaria che a proposito quando ci si mette si veste anche meglio di così e poi stasera fa caldo magari te la ritrovi in sandali’, stuzzicai ancora quel poveretto raggiungendolo e prendendolo anche per mano, ‘Zitta Chiara ti prego! Se sapevo che avevi pensato a questo forse non sarei venuto, mi sta facendo malissimo…’, esclamò lui con poca voce ma restando con la mia mano nella sua, ‘suvvia dai, guarda se ti comporti bene vedrai che sarò buona… però tu devi fare il bravo’, aggiunsi voltando l’angolo assieme guidandolo mentre con faccia speranzosa tentò un mezzo sorriso, più mezzo che intero.
Citofonai ad Ilaria che mi rispose al volo dicendomi di arrivare subito, abitava in un palazzo molto simile al mio probabilmente dello stesso gruppo di quartiere; aspettammo cinque minuti o su di li ed infine il cancello si aprì facendo uscire la mia amica più in tiro che mai.
La ricordo perfettamente ancora oggi perché nemmeno per il suo ragazzo si metteva a quel modo, indossando sopra una camicetta rossa elegante leggerissima e più che scollata con una giacca da sera sulle spalle di un bel nero lucido; sotto anche lei aveva scelto la gonna, solo che era più che mini e con parecchi fronzoli anche questi di un rosso scarlatto davvero appariscenti, che scendevano ai lati delle gambe, la gonna era di un materiale un po’ particolare come velluto che dava delle sfumature rosso scuro all’indumento invece nero, non indossava calze ma la cosa che certamente notai e che mi fece piacere fu il veder indossati ai piedi il paio di sandali nuovi che gli avevo chiesto di mettere perché li volevo vedere, inventandomi la scusa che li volevo forse prendere anche io e di certo Andrea non sdegnò la cosa… e poi non dite che non penso a lui da brava sorella.
Ci salutammo come al nostro solito facendoci tra l’altro i complimenti per come stavamo messe, poi Ilaria si voltò salutando con parecchio entusiasmo mio fratello che con due occhi da pesce lesso ricambiò sorridendo in evidente imbarazzo per il motivo che solo io sapevo, ‘alla fine li hai messi, grazie’, dissi a lei che capendo il soggetto del discorso mise in mostra le sue calzature vedendo poi Andrea voltarsi cercando di essere naturale nell’atto, ‘ero indecisa a dirti la verità, perché non trovavo la gonna, poi mamma ha fatto il miracolo ed eccoli qua, il bello è che non costano niente ti giuro’.
Continuò il discorso vantandosi del colpo di fortuna che aveva avuto trovando quel negozio girovagando col ragazzo; erano dei sandali a tacco alto otto centimetri mi sembra o li vicino, erano neri nella parte bassa ma con tantissimi cordini di un rosso scuro e sfumato ai bordi, ridiventando appunto nero e dando un effetto davvero bello al tutto, poi un cinturino chiudeva il quadro cingendo la caviglia.
Parlammo del più e del meno finché con un po’ di ritardo non vennero finalmente a prenderci il suo ragazzo ed un amico di scuola con i quali salimmo a bordo diretti per la serata ad un locale diciamo disco-pub abbastanza tranquillo, anche se di sabato sera il tranquillo voleva dire una ressa di gente infinita; Quando giungemmo al posto ci unimmo ad altri ragazzi, una coppia che conoscevamo e tre loro amici tutti maschi di cui uno davvero carino, Andrea fu un po’ il giocattolino della compagnia, ma si comportarono tutti bene con lui, finché non fummo finalmente al nostro tavolo ad ordinare qualcosa da bere.
Nel locale anche se presto tutto sommato vi era già parecchia gente, in fin dei conti era un po’ il ritrovo per chi voleva un sabato sera simpatico senza voler strafare e come quel posto io personalmente ne conoscevo solo un altro parecchio lontano, ad ogni modo ci accomodammo più o meno tutti su una tavolata che per mia fortuna tra l’altro finiva tra una parete e ai lati da due colonne che nella parte finale facevano da muri aggiuntivi, lasciando un po’ isolati dalla sala chi si sedeva in fondo, quindi senza perdere tempo, spingendo anche un po’ Ilaria e afferrando Andrea, ci posizionammo proprio in quel punto, seguiti poi dai nostri compagni intenti in schiamazzi come il loro solito.
Non ci fu nemmeno bisogno di dire nulla che Andrea seguendo semplicemente la fila che per caso si era fatta si trovò alla mia sinistra e Ilaria subito dopo, a quel modo potevamo anche parlare senza dover urlare in maniera esagerata, ‘Insomma Andrea che bella sorpresa stasera, spero che con questi scemi non ti sentirai in disparte’, parlò carina lei a mio fratello che sorrise mostrando un espressione di imbarazzo mal celato, ‘ma vedrai che non succede, tanto ti teniamo compagnia io e tua sorella, poi qui iniziano più tardi a ballare e fare un po’ di spettacolo vedrai che ti piacerà sicuramente’, proseguì, mentre io stetti ad ascoltare e piuttosto a vedere il comportamento di Andrea, ‘grazie…’, fu la sua sommessa risposta che mi fece pure innervosire tanto da darci un pizzico abbastanza forte sulla guancia, ‘quanto sei scemo, puoi anche dire qualche altra cosa no?’, sorrisi ad Ilaria che restò in silenzio essendo abituata al mio carattere.
Di li a poco prendemmo a parlare io e la mia amica facendo partecipare saltuariamente anche Andrea con dei pareri su qualche scemenza, poi giunse il tipo delle prenotazioni facendo il giro di tutti e scegliendo io per mio fratello qualcosa di analcolico, tanto al massimo se avesse voluto poteva prendere qualche sorso da me, pensai finendo di dire, ‘Chiara guarda chi c’è…’, Ilaria divenne un poco più seria facendomi segno di voltarmi verso l’entrata dove nientemeno indovinate chi non riuscì a beccare quella sera? Ebbene si, proprio il tipo con qui era successa quella faccenda in macchina abbastanza da dimenticare, almeno per me.
Giuro che le coincidenze della vita mi lasciarono di merda sul serio e mi prese veramente a male, ‘ci vuoi andare a dire qualcosa? Tanto ti ha visto..’ proseguì la mia amica beccandosi però un mio sguardo per niente dolce, ‘porca miseria che sfiga non ci credo… comunque no che non ci vado, gliel’ho detto che non abbiamo altro da dirci e per me è questione chiusa’, troncai subito l’argomento mentre lo vidi allontanarsi con la sua cerchia di amici e sedersi giù in fondo per fortuna lontano da noi.
Il ragazzo di Ilaria venne vicino a lei dandole qualche bacio ed attenzioni cosa che lei prese volentieri, tornando poi dagli altri ragazzi, ‘insomma fra voi funziona?’, chiesi io sorridendo ma anche un po’ gelosetta a dir la verità, ‘sembra di si, lui è un tipo che si fa i fatti suoi e questo mi piace e su gli altri fronti penso lo sai’, sorrise maggiormente non andando oltre nel discorso facendo una carezza ad Andrea, indicando ovviamente di non parlare esplicitamente per causa sua, ‘si vede che state bene, poi anche i suoi amici sono simpatici, comunque se vuoi andare da lui Ila non farti problemi non è che devi fare la babysitter con me qui’.
A quelle parole Andrea si voltò cercando di guardarmi in malo modo facendo ridere Ilaria, ‘tu zitto e mosca tanto è così la cosa’, risposi io sistemandomi i capelli con poca importanza, dandoci però una veloce carezza, ‘ma dai poverino non gli dire così e comunque stai tranquilla che dopo che mettono la musica un po’ vado anche da lui sennò si sente trascurato’, sorrisi all’affermazione mentre mio fratello restò zitto senza ribattere su nulla come giusto che sia, poi lo guardai un attimo meglio e vidi i suoi occhi colmi di una qualche stanchezza che per esclusione non poteva essere certo voglia di dormire, così parlando con Ilaria mi venne un idea per farmi due risate.
Presi poco dopo a giocherellare con la cannuccia del cocktail facendola poi cadere ovviamente a posta sotto il tavolo da vera infame, ‘La riprendi per favore?’, gli dissi un attimo a lui facendo la vaga e indicando di scendere, guardandolo poi in silenzio fare quanto chiesto.
Sapevo che per come l’avevo fatta cadere avrebbe dovuto immergersi sotto il tavolo completamente e di certo voltandosi almeno un minimo si sarebbe trovato davanti i piedi di Ilaria e ovviamente anche i miei, tuttavia non mi bastava solamente quell’attimo di svago, così appena lui prese a scendere mossi la scarpa sopra la cannuccia che sapevo essere li vicino e rapidamente la gettai indietro da qualche parte aspettando il risultato sperato.
Ilaria continuò a bere senza alcun problema e io con lei, ma quando vidi il pollo attardarsi un poco mi feci viva senza problemi, ‘ma che combini?’, lui subito si giustificò portando le mani sopra a dove era seduto per risalire, ‘non c’è Chiara ti giuro non la trovo…’, la sua voce tradiva un certo qualcosa che non definii a pieno e li gli bloccai la risalita facendolo solo uscire solo un po’ con la testa, ‘dai cerca bene che non mi va di sporcare in giro e poi l’hai vista anche tu che è caduta qui’, con vera sorpresa Ilaria mi guardò con occhi un po’ complici che però non ricambiai, non per altro ma perché non sapevo davvero se avesse capito qualcosa quindi nel dubbio negai.
Andrea tornò giù sbuffando ma non dicendo altro e riprese la sua cerca, mentre io da brava calcolatrice, muovendomi fingendo di fargli spazio accavallai le gambe portando un piede avanti praticamente in maniera che se lo ritrovasse sotto gli occhi per forza e li ebbi lo sperato sviluppo; ripresi a parlare con la mia amica, sentendomi poco dopo qualcosa come carezzare la caviglia, mi venne da sorridere ma tenni duro lasciando il maiale li sotto, poi quando capì che fosse rimasto un po’ troppo lo richiamai, ‘dai forza lascia stare, se non l’hai trovata si vede che sei uno scemo o che è finita chissà dove’, nell’udire questo mossi la gamba sempre fingendo di farlo passare e affondai la scarpa toccandolo da qualche parte forse sulla spalla o sul petto e premetti facendolo cadere sicuramente.
Senza nemmeno accorgermene fu divertente constatare alzando un po’ la tovaglia che lo avevo spinto tra l’altro proprio vicino alle gambe della mia amica; lui si sbrigò subito a tornare sopra rosso in volto, ‘ci sei stato parecchio è? Non è che stavi facendo il furbo con Ilaria?’, la mia amica rise alla battuta ma Andrea invece se la prese eccome, ‘non lo farei mai giuro! Stavo cercando una cosa per te che cavolo dici?’, la sua agitazione mi fece divertire ancora di più, ‘se ti scaldi così sembra che hai la coda di paglia però e poi sei diventato anche rosso, qualche dubbio può venire’.
Stuzzicai ancora mentre prima che poté nuovamente difendersi intervenne Ilaria, ‘non mi sembra proprio il tipo tuo fratello Chiara…’, disse spezzando una lancia a suo favore facendolo anche calmare un po’, ‘si hai ragione, sarebbe troppa iniziativa per lui, Andrea è più un tipo calmo su certe cose’, conclusi in effetti in modo ambiguo ma che la mia amica non raccolse, ‘no sul serio Ilaria non lo farei mai…’, esclamò dopo un attimo di silenzio il fesso al mio fianco, ‘ma lo so dai rilassati Andrea, tua sorella scherzava perché fa la scema, che poi se dovessimo dar peso ad ogni cosa, io come Chiara a scuola non vivremmo più avendo a che fare con tipi come questi, dico bene?’.
Fece segno ai nostri amici che nemmeno la sentirono, poi mi guardò a me in cerca di conferma che subito approvai in quanto affermazione più che veritiera sui ragazzi che ti davano pacche sul sedere ogni giorno, guardando mio fratello restare a sguardo a terra e nuovamente in imbarazzo come a sottolineare la sua innocenza, ‘che carino che sei… l’hai fatto imbarazzare, cattiva Chiara’, mi sgridò giocando Ilaria carezzando sui capelli Andrea e bevendo poi un altro sorso della bevanda facendo finire così quel bell’intermezzo.
Devo dire che quella specie di complicità che Ilaria dimostrava, forse anche un po’ eccessivamente, mi provocò una certa sorpresa abbastanza positiva, non credevo potesse pensare neanche lontanamente qualcosa tra me e mio fratello, se così fosse stato mi sarei preoccupata sul serio, però piuttosto sembrava piacergli fare la parte dell’amica buona e della sorella cattiva e a me questo non dava nessun problema… anzi; dopo aver bevuto, chiacchierato ecc…la serata iniziò e le luci si abbassarono aprendo la sala da ballo ed una musica moderna, certamente non di mio gradimento, giunse alle nostre orecchie.
Poco dopo Ilaria come predetto andò via lasciandoci a me e Andrea da soli assieme agli altri tre ragazzi che dopo averci parlato un poco ripresero a cazzeggiare tra di loro, ‘Chiara guarda che se vuoi andare vai non è che ci rimango male…’ suonò la voce vicina a me un po’ più alta del solito per via della musica, ‘andare dove a ballare? Tua sorella non ci è tagliata e dovresti sapere che non mi piace’, risposi io facendo caso meglio a lui che sembrava respirare un po’ in maniera pesante, ‘piaciuta la ricerca della cannuccia piuttosto?”, dissi io avvicinandomi un poco a lui e notando maggiormente il suo affanno, al che lui mi guardò in maniera più intensa, ‘non fare questi giochi così per favore che mi imbarazzo troppo… hai visto prima?’, mi chiese lui preoccupato ma io incalzai l’argomento ormai aperto, ‘volevo solo farti un regalino che ti vedo con quegli occhi che stai pensando solo ad una cosa, ma comunque Ilaria anche se fosse stato è molto aperta su queste cose e per te poi sembra proprio avere un debole’.
Continuai sorridendo e cercando tra l’altro di essere più che suadente parlandoci quasi vicino all’orecchio, ‘e se adesso ti mando a ricercare la cannuccia con questi scemi qui davanti che non ti vedono risalire?’, annunciai poi accavallando le gambe, al che lui si irrigidì completamente restando zitto ad occhi chiusi e facendomi bene intuire le sue reazioni, ‘non dire così Chiara te lo chiedo per favore…’, lo sentii a malapena ma più o meno sussurrò questo tenendosi tra l’altro li sotto cercando di non dare nell’occhio, ‘intendi dire che non vorresti dare qualche attenzione come al tuo solito? Magari stavolta invece che prima levo anche la scarpa così ci arrivi meglio’, dopo quelle parole lui prese un sorso della sua ordinazione mettendosi a testa in giù sul tavolo tra le proprie braccia, più che sofferente facendomi sorridere.
Mandai avanti quella piccola cattiveria per fargli venire ogni fantasia possibile ed inutili furono le sue suppliche di smettere anche quando mi mostrò un rigonfiamento più che vistoso al centro dei suoi pantaloni cosa che mi spinse solo a continuare, finché non tornò Ilaria più che felice di essersi scatenata un poco con il ragazzo a ballare, cosa che sapevo le piacesse parecchio, ‘allora che mi sono persa?’, Andrea restò con il volto basso per nascondere probabilmente il viso contrito mentre subito io trovai una ben plausibile scusa, ‘deve andare un attimo al bagno, ora ce lo porto stavamo aspettando che tornassi’, lei si avvicinò a mio fratello che non so come alzando il capo sembrò stare più o meno bene, ‘beh, allora andate forza, fagli vedere dov’è magari che sennò qui si perde con tutta questa gente’, spiegò lei dandomi nientemeno che un buon aiuto per il mio piano quasi a compimento, così senza aspettare oltre ci alzammo da tavolo e ci apprestammo ad andare.
Il tragitto fu abbastanza rapido dato che la maggior parte delle persone erano nella sala disco, poi voltato l’angolo ci trovammo poco dopo due corridoi uno per il bagno dei maschi ed uno per quello delle femmine; lo guardai un attimo mentre tenendogli la mano lui restava in silenzio con occhi li per li quasi assenti, così cogliendolo di sorpresa presi la strada per il bagno delle ragazze ed aprendo un secondo la porta constatai se vi fosse qualcuna.
Fui davvero rapida nel fare tutto e la fortuna fu dalla mia parte gettando poi dentro il mio fratellino che ovviamente tentò di dissentire in maniera piuttosto sommessa devo dire; il bagno era semplice vi erano cinque cabine (tutte aperte), con davanti altrettanti lavandini con una grande specchiera il tutto ovviamente molto ben tenuto, ‘Chiara se arriva qualcuno sono cavoli’, disse ancora lui guardando attraverso me l’entrata da cui eravamo giunti, nuovamente non dissi nulla spingendolo in una delle cabine e richiudendo subito la porta, ‘da adesso tu fai silenzio, nemmeno voglio sentire che respiri intesi? Se arriva qualcuno tu limitati a non esistere’, era preoccupato ma alla fine era quello che volevo così non avrebbe rovinato nulla anche se fosse venuta qualche rompipalle.
Abbassai la tavoletta del water e ce lo spedii sopra spingendolo facendolo sedere forzatamente, il mio piano era finito in quel momento e da ora in avanti avrei improvvisato tanto sapevo bene le sue condizioni ed il fatto che non mi guardasse negli occhi ma osservava in terra un po’ le mie gambe ed un po’ il pavimento mi davano più che ragione; non dissi nulla limitandomi ad alzare una gamba e portargliela sul cavallo dei pantaloni con fermezza e premendo il giusto per vedere una sua reazione che avvenne puntuale aprendo la bocca e iniziando a respirare in maniera non regolare, ‘immagino non ce la fai più è?’, parlai con filo di voce appena percettibile mentre continuai a muovere leggermente la scarpa e arrivando esattamente sopra il suo affare con il tacco, lui in risposta chiuse gli occhi e strinse un poco la mia caviglia con la mano in tentativo forse di riflesso per farmi smettere cosa che ovviamente gradii molto.
Qualche istante dopo tolsi il piede da li vedendolo ormai quasi senza volontà, quella giornata dovevo averlo fatto veramente morire pensai prima di porgergli una mano facendolo alzare, cosa che come un animale ammaestrato fece senza la minima esitazione ed una volta in piedi lo voltai di scattò addosso alla parete del muro oltre la tazza facendogli allargare di molto le gambe e tirandolo poi a me con il bacino, ricordando quella posizione tenuta nella sua camera; ci rimasi anche un istante nel vederlo proporsi a quel modo senza nemmeno un ordine preciso, mi piazzò il sedere praticamente facendomi capire di farci quello che volevo quasi da vera puttana e li mi avvicinai al suo orecchio cercando di essere seria, ‘che porco che sei Andrea ti faresti anche sbattere sul serio se te lo dicessi scommetto’, gli abbassai la testa vedendolo ansimare a quelle mie affermazioni, in modo da darmi ancora più controllo e dopo di questo scivolai con le mani sui fianchi e poi sui bottoni dei suoi jeans liberandolo lentamente e vedendolo inarcarsi un poco, finché non scesero abbastanza da permettermi di avere mobilità sulle sue mutande.
Non appena sfiorai il suo affare sentii delle contrazioni incredibili e lui a denti stretti cercò di fare il meno rumore possibile riuscendoci abbastanza bene e poco dopo anche i boxer furono abbassati facendo svettare il suo coso più dritto che mai e più che bagnato in punta dalle gocce che stavano lentamente uscendo, ‘Guarda qua che maiale hai tenuto duro fino ad ora, sei stato proprio bravo lo sai?’, continuai a dirgli allo stesso modo di prima stando anche maggiormente a contatto con l’orecchio e mostrando un tono suadente godendomi la sua espressione persa nel nulla.
Feci per andare giù di mano però mi fermai ancora notando quella sua posizione che sembrava proprio piacergli, al che mi posizionai meglio dietro di lui e diedi un colpetto con il bacino al suo sedere per giocare un po’ ed in risposta si lasciò scappare un leggero gemito che subito punii afferrandogli i capelli e tirando abbastanza forte.
Tornò in assoluto silenzio e diedi qualche altro colpetto mentre la mia fantasia già pensava a come poter sfruttare in futuro la cosa facendomi eccitare non poco, poi visto che non potevamo star li dentro più di tanto accorciai i tempi portandogli la mano sul sedere e giocando con le dita arrivai sul suo buchino, finché non lo vidi restare immobile come aspettare qualcosa; avrei voluto vederlo in faccia ma non c’era possibilità così mi sarei accontentata di provare a farlo venire a quel modo e pensando questo infilai senza tante carinerie due dita dentro di lui, anche abbastanza forzatamente guardando poi le sue mani con le quali si reggeva alla parete chiudersi a pugno per quanto stavo facendo.
Mi venne da ridere iniziando lentamente ad entrare ed uscire sempre più in profondità; alle due dita se ne aggiunse una terza vedendolo ora allargare maggiormente le gambe ed accostarsi anche con il viso e parte del petto al muro per sorreggersi, infine quando premetti con forza entrando completamente in lui fino all’inizio delle dita con copiosi getti lo osservai venire.
Gli schizzi colpirono il water ed il muro adiacente mentre lui si accasciò a terra sempre nel più assoluto silenzio interrotto solo forse da qualche respiro più che affaticato; quando scese a terra estrassi le dita rimanendo anche colpita dal fatto che fosse così predisposto per quel genere di pratica, lui restò li così per qualche minuto durante il quale io stavo attenta se qualcuno arrivasse dentro al bagno e quando mi voltai gli diedi un colpetto con la scarpa sulle palle tranquillamente in mostra facendolo sobbalzare.
Si voltò solo con il viso mostrandomi un’espressione che non saprei descrivere pienamente, era imbarazzato ma anche sollevato insomma era proprio carino, poi gli portai una scarpa sopra il fondo schiena appoggiandomici e spingendo un po’ col tacco sul sedere, ‘forza andiamo che sennò ci danno per dispersi pollo’, tolsi la gamba da lui che lentamente si tirò su risistemandosi ma continuando a non dire nulla, finché non fu di nuovo in piedi guardando a terra, ‘cerca di toglierti quella faccia soddisfatta altrimenti aspettati domande almeno da Ilaria’ continuai io vedendolo poi staccarsi dalla parete e cercare di darsi una svegliata facendomi pure sorridere; tolsi il chiavistello della porta dicendogli che prima sarei uscita io e poi dopo un po’ sarebbe uscito lui, questo dandoci poi un bacino sulla guancia ove lui in ricambio mi sorrise dolcemente tanto da farmi restare un attimo a guardarlo.
Mi fissò non capendo il perché attendevo ad uscire ed il fatto era che volevo fargli capire che mi piaceva come si era comportato e che avesse rispettato tutte le mie richieste, così mi ci avvicinai un altra volta sorridendo e stampandogli un bacio sulle labbra anche un po’ avventatamente forse, però dentro di me sentivo di poterlo fare quindi lo feci.
Durò qualche secondo roba da nulla ma lo vidi rimanere con gli occhi aperti e senza ricambiare e così andava più che bene, quando mi allontanai Andrea stette fermo un’istante per poi abbracciarmi e li fui io a rimanerci portando solo una mano (quella non utilizzata), sulla sua testa carezzandolo uscendo poco dopo a lavarmi.
Che ci crediate o meno non entrò nessuno, infatti fummo davvero fortunati, perché insomma fu un problema di meno e potemmo giocare più liberamente, poi dopo una decina di minuti dall’inizio della faccenda tornammo al tavolo dove Ilaria stava parlando con due dei ragazzi ed il suo ragazzo restava vicino a lei ascoltando la conversazione, ‘accidenti ce ne avete messo di tempo stavamo per venire a cercarvi’, ci accolse così Ilaria sorridendo e battendo con la mano sul posto di Andrea che ancora con il viso un po’ rosso vi ci sedette, ‘E’ colpa delle stupido che posso farci, dice che c’era gente’, Ilaria mi sorrise per poi riprendere a parlare, finché passammo il resto della serata quasi ancora meglio di come era iniziata.
Infine venne l’ora per noi di andare, avevo strappato a mia mamma una mezz’ora in più e non mi andava di approfittarne più di tanto perché poi la volta successiva avrebbe fatto storie, quindi pagammo ed uscendo salimmo in auto per poi giungere a casa di Ilaria dove dopo essersi salutata adeguatamente con il ragazzo restammo noi tre da soli come quando giungemmo all’inizio.
Guardai Andrea stare al mio fianco per i fatti suoi e per nulla stanco, quindi continuai a parlare un po’ con la mia amica, facendo anche caso a mio fratello che nei suoi occhi c’era ancora parecchia voglia.
Anche sapendolo per oggi lo avevo già accontentato abbastanza quindi non me ne preoccupai, però ad un certo punto Ilaria prendette il portafoglio per ridarmi alcuni soldi che mi doveva qualche giorno prima e la scema fece cadere quasi tutte le monete in terra, ‘che cretina che sono!’ esclamò lei sorridendo e poggiando la borsetta in terra probabilmente per iniziare a raccogliergli cosa che normalmente avrei aiutato anche io, però la fermai un’istante con una faccia abbastanza eloquente, ‘dai Andrea aiutala un attimo, così ti fai perdonare per prima che non mi hai trovato la cannuccia’, Ilaria restò un attimo zitta guardando mio fratello che fu sorpreso della richiesta, poi lei guardò me e stavolta vidi con più chiarezza la sua complicità del mio gesto, ‘fammi questa cortesia Andrea ti va?’, gli parlò Ilaria dolcemente, mentre lui si abbassò iniziando a raccogliere quelle su per giù venti monetine sparse sull’asfalto attorno a lei mentre io rimasi a guardarlo a braccia conserte dandoci poco peso.
Ovviamente avevo pensato che le monetine stando tutte vicino i piedi della mia amica Andrea di sicuro qualche pensiero lo avrebbe fatto ed infatti alcune volte si fermò cercando di non dare nell’occhio ma un po’ si capiva per forza e certamente Ilaria non era esattamente una stupida su queste cose; scambiammo qualche battuta li per li senza importanza, ma vedendo Andrea volli spingere un po’ la cosa calcolando un attimo la questione, vedendo Ilaria che già lo stava ringraziando un po’ troppo, ‘non lo ringraziare che poi si monta la testa, in più di sicuro non gli è dispiaciuto che ha visto da vicino i tuoi sandali’, alle mie parole Andrea spalancò gli occhi a dir poco terrorizzato restando a terra con le monetine in mano davanti alla mia amica e guardando a terra come se non credesse che l’avessi detto sul serio, mentre Ilaria stranamente sorrise solo leggermente sorpresa, ‘Ne parlavamo prima al locale che sono proprio belli e chiedendo il suo parere anche lui ha detto che lo sono, quindi non penso abbia fatto tutta questa fatica, dico male?’, gli chiesi poi a lui ridendo stando con le braccia sui fianchi come ad aspettare che dicesse qualcosa, ma lui restò solamente immobile forse pensando a cosa dire.
In effetti non avevo detto nulla di che, anche un maschio può dare giudizi e pareri su cose da femmina si tratta solo di buon gusto (anche se è raro), quindi di per se la cosa era vista solo da quel maiale con malizia e da me ovviamente; però, qui forse ingenuamente o forse a questo punto per qualcos’altro Ilaria si mosse attirando il suo sguardo e mettendogli una gamba avanti gli mostrò per intero uno dei sandali che ora gli stavano a meno di trenta centimetri dagli occhi, ‘si in effetti sono stupendi ed è bello vedere che anche un maschietto ci capisca qualcosa… avrai preso da tua sorella’, dicendo questo mosse indietro il piede facendo leva sul tacco per farglielo vedere meglio, ‘si su questo almeno è affidabile ha gusto per queste cose’, intervenni io guardandola e trovando un più che affine sorriso, tanto che li pensai a due possibilità quindi o che ci avesse preso gusto a giocare con me o che aveva realmente capito qualcosa ed era una questione che dovevo assolutamente capire.
Andrea come intorpidito restò qualche secondo ancora a guardare silenzioso davanti a se, poi raccolse le ultime monetine e risalì rosso in volto, ‘si imbarazza facile tuo fratello Chiara penso sia rarissimo per l’età che ha…’, giocò Ilaria ritraendo la gamba e tornando ad una postura normalissima, ‘è solo stupido, chissà che gli frulla in testa’, lo denigrai un altro po’ giusto per ridere e tirandomelo vicino, ‘dai non gli dire così e comunque è una bella dote avere gusto, peccato che l’estate sta finendo sennò potevi venire a farci compagnia a me e tua sorella quando andavamo in cerca di scarpe, anche se lei questo tipo non lo vede bene’, disse la mia amica parlando ad Andrea che sorrise nuovamente, ‘mi piacciono più le scarpe chiuse che volete? Non è un crimine e poi ti ci accompagno sempre lo stesso anche se non le compro’, affermai dicendo la verità e più che lieta che avesse preso quel discorso nato in maniera così naturale, ‘sarà che io mi ci sento comodissima, pensa che a casa Andrea ne ho una marea se capita che sei a casa qualche volta che vengo prima che faccia freddo me li metto così mi dirai che ne pensi, tu invece? quando andiamo a quel posto hai promesso di prenderne un paio? e se non lo fai non ti parlo più sappilo’.
La mia amica si mise a braccia conserte stizzita per gioco facendomi sorridere, ‘tanto di sicuro lo trovi a casa visto che non esce mai’, Andrea mi guardò cercando forse di dirmi qualcosa ma non lo compresi, ‘beh, se è stato bene stasera puoi portarlo quando vuoi Chiara, sempre se anche lui si sia divertito e gli vada di rifarlo’, fu il modo che lo disse che forse fece la differenza a mio fratello che timidamente accennò di si con la testa, aggiungendo poi di essersi divertito molto; alla fine lasciammo Ilaria ai suoi affari e noi tornammo sulla via di casa.
Regnò il silenzio per i primi cinque minuti di tragitto finché lui non prese parola, ‘Chiara secondo me Ilaria non è stupida se giochi così davanti a lei capisce tutto… non sto dicendo che sbagli però è rischioso’, disse sommessamente facendomi ridere del fatto che non mi aveva detto che stavo sbagliando, ‘tu zitto e fai come ti dico, io penso a tutto… e se anche capisce al massimo capisce che sei un pervertito a cui piacciono i piedi’, risposi semplicemente mentre lui mi guardò come a dire che la cosa era già di per se grave, ‘poi te lo ripeto, tu perché non la conosci, ma lei è stranamente aperta a queste cazzate, quasi quanto me, non te ne farebbe una colpa si è visto da come gioca anche lei’, lui restò in silenzio avvicinandosi un po’ a me cosa che notai, ‘non dirmi che non ti piacerebbe dare un po’ d’attenzione pure ai suoi’, volli sapere senza un vero motivo anche abbastanza seriamente, ‘mi piace farlo con te per tante ragioni… senza motivi sarebbe diverso con lei’.
Fu davvero una bella risposta che mi fece anche piacere, però volli insistere, ‘oggi aveva i sandali, mi sembrava li avesse carini tutto sommato no?’, aggiunsi distaccata facendolo girare verso di me e sentendo la sua risposta affermativa con un filo di voce, quindi dimostrando le mie affermazioni, ‘e allora vedi che sei un maiale? Scommetto che se ti dicessi di baciare i suoi lo faresti vero?’, lui ci restò per quelle parole parlando dopo una breve pausa con un filo di voce e guardando a terra continuando a camminare, ‘se me lo chiedi tu si…’, ci scambiammo uno sguardo con la coda dell’occhio sorridendo entrambi, poi gli feci segno di darmi la mano che lui prese di li a breve.
Proseguii poco dopo vedendo ormai il nostro palazzo, ‘insomma ti sei divertito sul serio?’, Andrea strinse lievemente la mano, ‘si molto…’, pensai immediatamente si riferisse a quanto accaduto in bagno e sotto al tavolo, ma lui aggiunse altro, ‘Il ragazzo di Ilaria ha una parlata un po’ strana forse è di Milano, però anche gli altri in generale qua parlano un accento che non si può sentire’, rise alle sue stesse affermazioni come un idiota però facendomi capire che non si riferiva a quanto gli avevo fatto, ‘pure a me mi sta troppo sulle palle, poi ho avuto una sfortuna assurda nel beccare quel tipo proprio li’, mi resi conto solo dopo aver parlato della confidenza che avevo raggiunto con mio fratello, cosa fino a qualche mese fa impensabile, ‘ho visto che ti sei un attimo spenta… era il tuo ragazzo immagino’, chiese in maniera delicata e senza pretendere risposta, però io la diedi ugualmente continuando a camminare, ‘era un tipo con cui mi vedevo, poi le cose non sono andate… più per colpa mia che sua alla fin fine’.
Lo guardai un’istante pensando tra me proprio al motivo per cui le cose non erano andate e che io ero certa centrassimo noi due; poi notando che lo guardavo si voltò sorpreso come a chiedere cosa stessi fissando e li fui colta un attimo alla sprovvista lasciandogli la mano e tirandoci un orecchio ormai davanti a casa, ‘ahi! Perché?’, mi chiese massaggiandosi la parte dolorante mentre aprivo il cancelletto del nostro condominio, ‘perché sei uno stupido pervertito ecco perché… forza entra’, gli sorrisi seguendolo, per poi prendere l’ascensore e giungere al nostro piano, quindi davanti alla porta di casa presi le chiavi ed entrammo.
Una volta dentro ovviamente la porta di nostra madre era aperta lasciando vedere la luce azzurrina del televisore che proveniva dall’interno, guardai il pollo per la medesima motivazione, poi mi tolsi i tacchi per fare meno baccano e nella penombra afferrai il braccio di Andrea consegnandogli in mano scarpe e borsetta per poi togliermi il maglioncino ed incamminandomi verso la mia stanza.
Quando passammo davanti la camera di mamma la vidi chiamarci e dopo averla rassicurata che tutto era andato bene chiudemmo la sua porta lasciandola finalmente andare a dormire, finalmente per me non per lei, ci tengo a precisarlo; poi aprii la strada ad Andrea per la mia stanza entrandoci mentre lui restò sulla porta come un cretino, ‘che cavolo fai?’, gli chiesi poggiando ciò che tenevo in mano sulla sedia della scrivania ed a quelle parole lui mosse qualche passo in avanti facendomi capire che il discorso era per il fatto di avergli sempre detto di non entrare, questo la dice lunga sulla sua psicologia credo.
Mi venne da sorridere vedendolo restare con in mano proprio le scarpe, ‘dove te le metto?’ chiese lui in maniera obbediente mentre io mi sedevo sul letto, ‘hai detto ti piacevano giusto?’, lui sorpreso rispose di si con la testa, ‘ti piace pure l’odore scommetto maiale come sei’, punzecchiai io sapendo in fin dei conti di dire la verità, però lui non rispose restando fermo, ‘no?’ chiesi nuovamente e a quel punto dovette per forza parlare annuendo con la testa positivamente, ‘allora poggiale dentro l’anta dell’armadio ma prima baciale’, sentii un calore muoversi in me li sotto, un sintomo abbastanza piacevole mentre lo vidi imbarazzato alzare una di quelle scarpe e baciarla sul serio nella parte alta e scendendo fino alla punta.
Mi alzai lasciandolo fare e andai a chiudere la porta a chiave vedendolo poi guardare nella mia direzione in maniera dubitativa, poi una volta ritornata sul letto infilai le mani sotto la gonna estraendo le calze che si tolsero velocemente attirando gli occhi di Andrea che brillarono dal desiderio, ‘hai già smesso?’, gli chiesi sorridendo vedendolo imbambolato e non continuando con i baci sulla scarpa che riprese subito dopo; quando per me fu abbastanza gli alzai una gamba ponendo il piede sospeso davanti a lui che si avvicinò come un’automa al bordo letto, ‘hai voglia?’, fu una domanda retorica che però mi divertivo spesso a fargli, beccandomi la sua risposta sempre silenziosa e facendogli segno di venire avanti gli misi il piede praticamente sul viso, mentre lui iniziò a darci una miriade di attenzioni anche più del solito, facendomi eccitare sempre più e quando anche io fui pronta velocemente tolsi il perizoma ma sempre tenendo la gonna facendolo fermare, ‘scendi…’, gli ordinai in maniera tranquilla facendolo sedere in ginocchio a terra e vedendolo spasimare per quel lusso che forse gli avrei concesso due volte nelle stesso giorno.
Una volta come volevo, mi alzai anche io e la gonna ricoprì il bersaglio dei suoi occhi fermandomi a guardarlo dall’alto, ‘vuoi fare felice tua sorella?’, chiesi sorridendo anche stavolta in maniera più che retorica ed alzando un poco la gonna quel tanto che bastò per farla intravedere, mentre lui si avvicinò lentamente verso li sotto; non lo fermai aspettando solo di sentire le sue labbra e quando fu, lasciai cadere la gonna che lo ricoprì senza distoglierlo minimamente da quello splendido lavoro che stava facendo.
Dopo i primi cinque minuti ero quasi arrivata e dovetti poggiarmi alla scrivania per quanto stesse lavorando d’impegno facendomi letteralmente dimenare nonostante cercassi di trattenermi; alzai una gamba e poggiai il piede sulla sua spalla per agevolare il passaggio della lingua nelle parti dove preferivo e questo sembrò incitarlo ancora di più, finché con un ultimo e lunghissimo tremito non venni trattenendo gli ansimi per non svegliare nessuno, arrivando anche a mordermi le dita per quanto era stato bravo, poi poggiai lentamente la gamba a terra e lo allontanai da me riprendendomi un poco sopra il letto.
Lui mi guardava dal basso che tenevo i denti stretti ed aspettava che dicessi qualcosa ma riuscivo solo a guardarlo con un mezzo sorriso, ‘ti è piaciuto?’, mi chiese con voce leggera lui prendendo parola riprendendo fiato evidentemente per lo sforzo che anche lui aveva fatto nel non fermarsi mai, ‘e se dico di no continui?’, volli darci fastidio non palesando l’appagamento tuttavia evidente, guardandolo sorridere e facendo si con la testa, ‘sali sul letto allora…’, ci scherzai vedendolo salire lentamente per poi raggiungerlo senza nemmeno tanti problemi e mettendomici seduta sopra il viso in direzione del corpo, il classico sessantanove per capirci togliendomi con rapide mosse la gonna e sentendolo in effetti riprendere immediatamente con lo stesso identico ritmo di prima che mi costrinse a poggiarmi con le braccia avanti.
Stette li sotto a lungo facendomi davvero impazzire, anche altre volte aveva fatto splendide esibizioni ma questa di quella sera era particolare sul serio, poi dopo forse una ventina di minuti sbottonai i suoi pantaloni vedendolo fermarsi; scesi io col bacino muovendomi senza dargli tregua alcuna e poco dopo riprese un po’ forzatamente mentre liberai il suo affare che svettò già bello e pronto, mettendolo quasi all’istante in bocca sentendo Andrea inarcarsi per il contatto inaspettato.
Ci volle poco anche se dovetti fermarmi qualche volta per le contrazioni che io stessa avevo e che non mi stavano facendo capire quasi nulla, finché all’ennesima ripresa del mio movimento, sulla lingua sentii una miriade di schizzi caldi che segnarono assieme ai tremori del corpo il suo orgasmo che trattenni in me mandandolo poi giù per la gola come ormai facevo spesso.
Andrea si fermò dopo essere venuto e anche io mi tirai su abbastanza affaticata restando seduta sopra di lui e spingendo ancora un po’ per giocare, finché non mi tolsi guardandolo tutto rosso e sporco dei miei umori su praticamente l’intero viso; aveva un’espressione dolce negli occhi, se ne stava li immobile guardandomi mentre si riprendeva e lasciandolo un attimo così mi allungai verso il cassetto prendendo alcuni fazzoletti per me e per lui, ‘ora va meglio?’, mi richiese facendomi girare per quella domanda così stupida, tanto da non meritarsi nemmeno una risposta ma in cambio lo pulii io sulle labbra standogli vicino.
Lo avrei congedato di li a breve una volta ricomposto ma quando fece per alzarsi lo trattenni un attimo con una mano in quella posizione sdraiata e ci diedi un altro bacio sulle labbra beccandomi per giunta tutto il mio profumo che tra l’altro mi eccitò nuovamente; Andrea stavolta ricambiò riproponendo il mio bacio a stampo senza mettere lingua o altro, in effetti probabilmente non sapeva nemmeno come baciare veramente una ragazza, però andava bene così e mi piacque la semplicità della cosa, poi mi alzai dandoci un pizzicotto sulla guancia e vedendolo mettersi in piedi con un sorriso, ‘ora fila di la scemo che hai fatto pure troppo tardi’, dissi brevemente togliendomi gli ultimi vestiti e rimanendo in reggiseno, ‘notte Chiara’, furono le sue ultime parole prima di avvicinarsi un’ultima volta e darmi un altro bacio stavolta sulla guancia e molto più rapido, lasciandomi puoi sul letto a pensare a quanto fosse cretino ma ovviamente anche tanto dolce.

Questo era quanto più o meno volevamo raccontare nel racconto ‘Nuove scoperte’, però nel dilungarci ne sono usciti due anziché uno… beh, poco male se anche questo ha fatto il suo compito.
Tra impegni, studio e quant’altro al più presto scriveremo ancora, per ora rinnovo i nostri saluti, baci a tutti da Chiara e Andrea.

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