Skip to main content
Racconti erotici sull'Incesto

oh, mamma mia

By 11 Maggio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Oh, mamma mia ! ( prima parte )

By Arturo

Cazzo che sbronza, nonostante sopporti bene l’alcol questa volta credo di avere esagerato, tra la musica a chiodo della discoteca e la birra, mi sento proprio rincoglionito. Però non sono completamente partito, visto che riesco ad aprire facilmente il portone. Ascensore, porta di casa, zitto che svegli mamma, camera mia, mi spoglio, bagno a fare un piscione mastodontico, sciacquone,..no pirla niente sciacquone che svegli il condominio, letto, che bello il letto, zac sotto il piumone, che delizia. Porta che si apre, luce sparata negli occhi, fitta nel cervello.
‘ Davide, cristo, sono le sei del mattino, ti sembra l’ora di arrivare ?’
con la voce leggermente impastata ‘ dai mamma, sono stato in discoteca e oggi è domenica’ apro mezzo occhio e la guardo, in sottoveste, leggermente scarmigliata, sguardo furente, che bella mamma che ho!
Ha deciso di non mollare e di spaccarmi le palle. Si avvicina al letto
‘ lo sai che non dormo se non ti sento rientrare’ voce piagnucolosa ‘ se ci fosse ancora tuo padre ” ‘ mamma, papà è morto da sei anni, io ne ho venticinque, ho voglia di fare la mia vita e non voglio essere controllato per ogni cosa che faccio’. Si siede sul letto di fianco a me, la voce si addolcisce,
‘ dai, lo sai che non ti voglio controllare, è che’.quando la sera sono sola mi intristisco, se so che sei fuori mi preoccupo, non ti vedo arrivare mi agito e il sonno sparisce’
Faccio un sorrisino ebete di comprensione e subito lei
‘ hai bevuto ? sai che non mi piace che bevi’ ‘ solo qualche birra’ e apro mezzo occhio. Sento la sua mano che mi accarezza il viso
‘ sei tutto rosso e sudato, stai bene ? ‘ ‘ si mamma, sto bene, solo un po’ brillo e rilassato’ La sua mano fresca continua ad accarezzarmi il viso e la testa, mi piace un mondo.
‘ con chi eri fuori ?’ ‘ con Katia’
‘ chi è, una nuova, non l’ho mai sentita ‘ ‘ è una collega da poco arrivata da noi’
‘ cosa seria ? ‘ Apro un occhio, sghignazzo da ubriaco, ‘ mamma ma che seria, tanto bel sesso con una porcellona appena maggiorenne ‘
sguardo serio da parte sua ‘ ma cos’ ha, 18 anni ?’
Annuisco con sorriso ebete ‘ e viene con te che hai 7 anni di più ?’ sguardo incredulo. ‘evidentemente i ragazzini della sua età non sono abili a fargli certe cose !’
Il suo sorriso diventa malizioso ‘ senti il mio bambino che fa l’uomo vissuto’
la sua mano scorre dal viso ad accarezzarmi il petto, le unghie a grattarmi leggere i capezzoli. ‘sentiamo cosa sarebbero le cose che fai alla tua poppante’
‘ma dai” mi schernisco ma percepisco un’atmosfera che mi fa venire la pelle d’oca. Guardo mamma negli occhi e vedo uno sguardo ‘liquido’, strano.
Ridacchia ‘ ti viene la pelle a grattugia ? Dai raccontami, penso di essere abbastanza grande per sentire certe cose. Cosa le piace alla bambina ?’.
La sua mano prende ad accarezzarmi tutto il petto che mi ha scoperto sollevando il piumone. L’atmosfera creatasi mi prende, l’essere un po’ brillo contribuisce ‘ una delle cose che le piace? ‘
‘ si ‘ mi risponde in un sospiro
‘ bhe, le piace farsi leccare la topa, si bagna un casino ‘ la pressione della sua mano sul mio petto diventa più forte. La guardo negli occhi, diventati proprio liquidi e dilatati.
‘dimmi come fai a leccarla’; rimango interdetto ma poi il gioco mi prende
‘ le piace sentire la mia testa in mezzo alle cosce, la apro con le dita e le lecco il clitoride, le piace sentirsi succhiare il bottone, mi piace farla venire con la bocca, sentire la mia lingua che si riempie della sua broda’.
Mamma ha un respiro un po’ affannato, si china e mi bacia sulla fronte, poi leggera mi bacia le labbra. Si china sul mio petto e mi lecca un capezzolo che subito si indurisce. Le prendo un braccio per allontanarla
‘ smettila mamma ‘ con uno scatto si libera il braccio e con voce bassa e arrocchita
‘sta zitto, stupido’.
La sua reazione mi gela e rimango immobile. Continua a leccarmi i capezzoli e a carezzarmi. Con imbarazzo mi accorgo che comincio ad avere un’erezione. Con uno scatto mamma si alza e si sfila la sottoveste rimanendo solo con un minuscolo tanga. La guardo a bocca aperta, osservando meravigliato il corpo di questa ragazza di 45 anni, con due tette non grandi ma sode e dritte, i fianchi e le cosce lisce senza un filo di cellulite. Sale sul letto e si siede sulla mia pancia. Mi guarda con quello sguardo che non le ho mai visto, mi prende le mani e le appoggia sul seno. Sento i capezzoli duri e puntuti nel palmo della mano.
‘le mie tette non sono belle come quelle della tua ragazzina?’
‘ mamma ‘ le dico- tu hai bisogno di un uomo’
‘ non ho bisogno di nessun uomo, stronzetto’ mi sento rispondere con quella voce bassa e sensuale. Stringendo le sue mani sulle mie si fa palpare il seno. Ha gli occhi chiusi e geme leggermente. Poi china il busto mettendomi le tette in faccia.
‘dai, succhiamele come facevi da piccolo’.
La sfrontatezza e l’imperiosità che usa con me e la sbronza fanno il loro effetto, mi metto a leccarle le tette e a succhiarle i capezzoli, abbracciandola e accarezzandole la schiena liscia e bollente. Geme e respira come se le mancasse l’aria. Si alza di scatto, si toglie il perizoma, si rimette a cavalcioni su di me mettendomi l’inguine davanti alla bocca
‘ dai, fammi venire con la bocca come fai con la tua puttanella ‘.
L’odore di sesso che emana dalla sua figa è intensissimo e mi stordisce, le metto le mani sulle natiche e la spingo contro la mia bocca, tiro fuori la lingua e lecco leggermente le labbra esterne.Sento sulla lingua il sapore del suo bagnato. Mamma geme più forte e spinge il bacino contro la mia faccia. Mi infoio e comincio a leccare con forza, penetro con la lingua tra le labbra e cerco il grilletto, indurito e sporgente, lo prendo tra le labbra e i denti e succhio. Sento mamma urlare e le sue mani che mi attanagliano la testa e stringere i capelli. Succhio e lecco più forte e con le dita l’accarezzo da dietro. La penetro con un dito e mi sembra di entrare in un ambiente liquido tanto è bagnata. La penetro con due dita, non capisco più nulla; sulla punta dell’anulare sento il cerchietto dello sfintere anale, spingo deciso e il mio dito sparisce all’interno senza sforzare. Mi sembra di avere le dita nel fuoco. Continuo a leccarla e la penetro avanti indietro nei suoi buchi. Urla e ansima sino a che di colpo si irrigidisce, mi stringe forte la testa e i capelli, contro di se, e con un ultimo urlo butta fuori tutta l’aria trattenuta. Lentamente mi scivola lungo il corpo, sfilo delicatamente le dita dai suoi buchi, sento il suo respiro che lentamente si regolarizza, è spalmata su di me, con il viso nascosto tra la mia spalla e il viso. Sento il calore del suo inguine attraverso i boxer; ho perso l’erezione. Rimaniamo così per qualche minuto, mamma solleva il viso, mi guarda e mi sorride, mi accarezza il viso, mi bacia sul collo, sulle labbra. Si solleva e mi si mette di fianco, la sua mano scorre sul mio corpo, si infila sotto il boxer e mi copre il sesso moscio, raccogliendolo nel palmo e stringendolo. Faccio per parlare ma con l’altra mano mi copre la bocca. La mano accarezza e stringe il mio cazzo che rimane inerte, sono come inebetito. Mamma si alza, mi sfila i boxer e si accoccola vicino alle mie gambe. La sua mano dolcemente mi masturba, scappellandomi e accarezzandomi i testicoli. La guardo, lei guarda me sorridente. Il mio cazzo rimane moscio nonostante le carezze. Ad un tratto vedo che abbassa la testa, riesco solo a dire
‘o mio dio’
che sento la sua lingua leccarmi la punta.
‘ la tua ragazzina te lo lecca ? ‘
‘ si mamma, si, me lo lecca’dico con il respiro mozzo
‘ vediamo se sono brava anch’io’
e sento il mio cazzo sprofondare in un buco bollente e umido. La guardo, le sue labbra attorno al mio sesso, i capelli a coprirle in parte il volto, il mio cazzo che fa entrare e uscire dalla bocca, gli occhi chiusi, impegnata nel farmi diventare duro, ogni tanto mi guarda e mi pare che sorrida. Nonostante lo sbalordimento e l’imbarazzo il mio cazzo inizia ad indurirsi nella sua bocca e vedo che lei s’ impegna ancora di più leccandolo e aspirandolo tenendolo tutto sprofondato in bocca.
‘ oh cazzo, glielo dico- sei bravissima a succhiarlo’
‘ lo sò, lo so’ togliendoselo un attimo dalla bocca.
E’ più forte della mia volontà, il pompino favoloso che mi sta facendo inizia a farmi gemere, mi sdraio rilassato e mi godo la sua bocca. Cazzo, sa fare dei pompini stupendi, mi è diventato duro in modo incredibile. La sua bocca mi ha fatto partire, non capisco più nulla.
Ad un certo punto la sua bocca mi molla l’uccello, apro un po’ gli occhi e la vedo accoccolarsi sul mio ventre, con la mano si punta il cazzo e lentamente scende come se ne assaporasse ogni centimetro. Vedere mia madre impalata sul cazzo, con gli occhi chiusi e un’espressione, come posso dire, estasiata, mi dà una scossa ed è come se mi risvegliassi; faccio un movimento e lei, senza aprire gli occhi e, con una voce bassa e cavernosa,
‘ sta fermo, fermo, mi muovo come voglio io’.
Mi appoggia le mani sul petto per equilibrarsi e prende a muoversi lentamente su e giù, poi si ferma e spinge il bacino contro il mio per farsi penetrare di più e mugola e fa strani versi. La guardo affascinato muovere il sedere avanti e indietro, su e giù accelerando e smorzando i movimenti. E’ lei che mi sta letteralmente scopando, usando il mio cazzo per trarre il massimo piacere. Accelera i movimenti, respira come i cagnolini, brevi e frequenti; immobile la guardo affascinato.
Alza e abbassa il culo più velocemente, continua a sibilare
‘si,si,si’..’ sino a che, urlando, si immobilizza e sento la sua figa contrarsi intorno all’uccello.
Sento che con voce impastata e ad occhi chiusi continua a ripetere il mio nome.
Ho l’uccello duro, ancora dentro di lei, che mi fa male.
La rivolto sulla schiena, mi sistemo meglio tra le sue gambe, le piego le cosce sul busto per aprirla meglio e comincio a muovermi come piace a me. Tutte le volte che la penetro a fondo la sento gemere e dalla sua figa bagnatissima, che cola liquido, si sente un rumore simile a un pernacchietto. Dopo un po’ che mi muovo sento un formicolio che mi sale lungo la schiena e incomincio a gemere anch’io dal piacere
‘ che bello, che bello, sto per sborrare”’ sento la sua voce un po’ stridula
‘ in bocca, in bocca’..’ parto del tutto, mi sollevo di scatto e mi siedo sul suo petto e le ficco il cazzo in bocca e incomincio a chiavarla avanti e indietro.
Praticamente ululo dal piacere. Sento le sue mani aggrappate alle mie chiappe, un dito che mi fruga alla ricerca del buco e il dito che mi penetra in fondo e mi schiaccia l’interno. E’ come una scarica elettrica, sento un fiotto di sborra uscire e riempirle la bocca. Sono irrigidito dall’orgasmo intensissimo, con gli occhi chiusi; sento solo la sua bocca e la sua lingua che continuano a muoversi, succhiando forte tutto quello che ancora c’è dentro.
Il lavoro che mi fa con la bocca diventa fastidioso, mi sfilo aprendo gli occhi e guardandola; un filo di sborra bianca le cola dalle labbra. Con il dorso della mano si pulisce, e poi la vedo leccarsi le labbra. Ha ancora in bocca un po’ della mia sborra, che manda giù inghiottendo.
Senza dire una parola mi stendo di fianco a lei dandole la schiena, lei copre entrambi con il piumone, si spalma contro la mia schiena, sento tutto il suo calore. Le sue mani ad abbracciarmi e le sue labbra a baciarmi leggera sulle spalle e sulla nuca. Mi addormento.
Mi risveglio rincoglionito, faccio fatica a capire dove sono. Sento che c’è qualcuno nel letto, mi giro, vedo la nuca di mamma. Alzo il piumone e vedo la sua schiena nuda e il suo culetto. Di colpo mi ricordo cosa è successo e mi chiedo se è possibile, io ero mezzo ubriaco ma mamma no!. Ma lei è lì, nuda nel mio letto.
Di colpo il mio cervello registra l’odore della stanza, un misto di sudore, di donna e di figa. Mi alzo e vado in bagno, piscio e mi lavo la faccia. Mi guardo allo specchio e mi chiedo come è stato possibile. Ho sempre pensato che qualche storiella con qualche uomo l’avesse, anche se con me non ne ha mai parlato; è intelligente, bella, dimostra 10 anni di meno e ” si scatena con suo figlio!
E come ci sa fare’. Torno in camera e l’odore percepito prima, di sesso, mi prende di nuovo il cervello. Alzo il piumone e la guardo. La nuca con i capelli biondi e corti, spalle ben tornite, vita e fianchi sottili, culetto tondo, alto e sodo da fare invidia a tante ragazzine, cosce e gambe lunghe e sottili, dio, è proprio bella. Così sdraiata sul fianco, con le gambe un po’ piegate, s’ intravede il sesso coperto dal pelo biondo.
Il vederla e l’odore mi stordiscono, mi eccito. Mi sdraio al suo fianco, le accarezzo le spalle e i fianchi, le do tanti piccoli bacetti sul collo e sulla nuca. Lei ha un gemito, si sveglia, gira la testa, mi fa uno splendido sorriso
‘ ciao piccolo ‘. Si rigira e con voce dolce mi dice ‘ continua, mi piace’.
Riprendo a baciarla e ad accarezzarla. Lei fa dei rumorini di gola a dimostrare il suo piacere. Prendo a leccarla leggermente sulla schiena e pian piano scendo.
Le prendo le natiche tra le mani e la lecco alla fine dell’osso sacro dove inizia lo spacco. Si stende completamente sulla pancia e mi apre piano le cosce. Mi metto tra le sue gambe, apro bene le natiche e lecco deciso tutto il solco insistendo sul buchino rosa. La cosa le piace perché il mugolio è più forte e apre di più le gambe.
Si alza il ginocchio con il sedere in alto e le cosce spalancate. Così riesco a leccarla tutta, dal culo alla figa. E’ già bagnata, il clitoride già eretto, lo prendo tra le labbra e lo succhio. Le infilo due dita e la masturbo. La guardo, bocca spalancata, occhi chiusi, le mani contratte sul lenzuolo.
‘ leccami, leccami che sto venendo”.’
Qualche leccata e succhiata e la sento venire, irrigidendosi e urlando. La guardo, il sedere alzato, cosce spalancate, le labbra della topa aperte, lucide dal bagnato, di un rosa acceso, l’apertura della vagina dilatata. Ho un’erezione incredibile, rimango qualche attimo a guardare quella donna in posizione eccitante. Ogni remora mi passa, la prendo per i fianchi e la faccio mettere nella stessa posizione sul bordo del letto. Si lascia muovere come una bambola.
‘ apri di più le gambe ‘ le dico e lei ubbidisce spalancandole al massimo.
Mi prendo in mano il cazzo e lo strofino su tutta la passera spingendolo forte sul suo bottoncino. Dopo un po’ di questo trattamento mamma è di nuovo eccitatissima, geme e agita il busto, le mani si aggrappano alle lenzuola. Io sono eccitatissimo ma molto presente. Mi piace l’idea di averla lì, alla pecorina, che gode delle cose che le faccio.
Poi la penetro, lentamente, il quella posizione riesco a riempirla sino in fondo. Mi ritraggo e affondo, sempre piano, l’unica cosa che riesce a dire è un continuo ‘ siiiiii’..’ strascicato e roco. Accelero il movimento seguendo il crescendo del suo godimento sino a che con un urlo mamma viene. Non riesce neanche a stare in ginocchio, crolla supina sul letto con le gambe spalancate.
Io sono lì con il mio cazzo indurito. Il mio sguardo và tra le sue natiche, il suo sfintere rosato risalta sulla pelle ambrata. Salgo sul letto, la prendo sotto le ascelle e la tiro verso il centro.
M’ inginocchio tra le sue gambe spalancate. Mi bagno le dita strofinandole sulla sua topa e le inumidisco lo sfintere, mi bagno la cappella con la saliva e lo punto contro il suo buchino forzando un po’.
Mamma, che si sta’ riprendendo, capisce cosa voglio e la sento irrigidirsi leggermente
‘ Davide, non l’ho mai fatto’
‘ fai quello che ti dico e andrà tutto bene’
‘ non farmi male ‘
‘stai tranquilla, rilassati’
La sento rilassarsi sotto di me. Spingo ancora un po’ e sento cedere leggermente lo sfintere.
‘spingi come se dovessi fare la ”’ capisce cosa voglio dire
Sento sulla punta del sesso che mi ubbidisce, mi sdraio su di lei completamente per tenerla ferma e spingo deciso senza fermarmi. Si lamenta un po’, respira corto e frequente.
Quando sento che lo sfintere si è un po’ aperto mi rialzo con il busto, le appoggio le mani sulle spalle e la premo verso il basso e con un colpo deciso scivolo dentro tutto.
Lei lancia un urlo ma ormai sono dentro; mi sembra di avere l’uccello in un forno tanto è calda.
‘ rilassati, rilassati, non cercare di spingermi fuori’
infatti la pressione intorno al mio cazzo diminuisce. Resto fermo un attimo e poi prendo a muovermi avanti e indietro. Il calore e lo stretto del suo culo mi deliziano, non sento più neanche i suoi lamenti.
Nel mio cervello solo il caldo e i muscoli del suo sfintere. La sento che solleva il sedere e apre le cosce al massimo.
Riesco ad entrare più a fondo, le mie palle schiacciate contro il suo culetto. Non ci metto molto a venire, quando sento la scarica lungo la schiena la penetro sino in fondo e lascio che le contrazioni mi svuotino.
Mi riprendo che sono sdraiato su di lei a coprirla, il mio cazzo ancora dentro di lei. Mi sfilo e mi metto di fianco. E’ sveglia e presente, mi abbraccia e mi chiede
‘ ti è piaciuto, piccolo mio ?’
‘ si, tantissimo, sei fantastica’
‘sei bravo ad usare l’altro buchino, evidentemente le tue donne te lo fanno usare’mi dice maliziosa. Ridacchio e le dico ‘si sono bravo ad usare tutti i buchi di una donna. Ma a te è piaciuto?’ ‘All’inizio non tanto, ho sentito male ma poi mi è piaciuto abbastanza’.. La prossima volta andrà meglio’.. Hai visto che non ho bisogno di un uomo, stronzetto ?’
Oh, mamma mia (seconda parte )

By Arturo

Sono passati sei mesi da quella domenica, le mie notti ora le passo nel letto di mamma. Quel pomeriggio, abbracciati nel letto, le chiesi
‘ mamma, senti, ma ti sembra normale tutto questo ?’ seria mi rispose
‘ no, Davide non è normale e lo so benissimo ma vedi”.ho ricevuto un’educazione molto rigida dalla mia famiglia, allora si usava. Ho avuto degli uomini prima di tuo padre, che credimi, ho amato con tutta me stessa e tu ti ricordi come ero disperata quando è morto. E ne ho avuto, pochi, dopo che è morto. Una cosa ho sempre creduto: che sesso e amore fossero due cose ben diverse. Si sostiene che per le donne sesso e amore siano due cose che debbano correre assieme, per me non è cosi, non lo è mai stato neanche da ragazza. Ho fatto sesso con uomini che non amavo nel senso vero della parola e con uomini che amavo, come tuo padre. Solo che l’educazione rigida ha creato in me un continuo conflitto, con gli uomini, facendo sesso non riuscivo ad essere me stessa, neanche con tuo padre. Avevo vergogna a chiedere, subivo, e alla fine ero sempre insoddisfatta, di me e di loro e loro di me. Avevo voglia di prendere io l’iniziativa, ma la reprimevo aspettando che fossero loro; avevo voglia di succhiarli ma non lo facevo aspettando che fossero loro a mettermelo in bocca pensando che se avessi fatto io un gesto del genere mi avrebbero giudicato. Ho passato la mia vita reprimendo me stessa e quella che sono. Dopo che la mia ultima storia con Gianni è finita ho deciso che non avrei cercato un altro uomo. Tu sei cresciuto, sei diventato un bell’uomo; ti ho osservato, ti guardavo nudo quando uscivi dalla doccia, mi eccitavo e mi vergognavo di me stessa; è un bel po’ che rimugino quest’idea, più ci pensavo, più mi eccitavo e più mi vergognavo di me stessa. Vergogna, vergogna, sempre vergogna nella mia vita, vergogna di essere me stessa. Ho detto basta, ma perché dovevo vergognarmi di quella che ero; tu sei una parte di me, sei uscito da me, con te ero sicura di riuscire a non vergognarmi. Certo, avevo paura di traumatizzarti o che non mi avresti capito, ma conoscendoti mi sono detta che tutto sarebbe andato per il verso giusto, aspettavo solo il momento adatto, per me e per te ‘. E quel momento è arrivato ‘ e, guardandomi seria e apprensiva ‘ ..ho forse sbagliato tutto?’.
Rimasi silenzioso per un po’ poi le dissi
‘ questa cosa tu la hai pensata da un po’ e metabolizzata, a me è capitata tra capo e collo, devo digerirla. In ogni caso ho capito il tuo problema, ti capisco e mi dispiace che tu abbia vissuto tutto questo tempo cercando di essere una persona diversa da quello che sei in realtà’. Rassicurata dalle mie parole mi ha abbracciato stretto e mi ha baciato sulla bocca, la lingua a cercare la mia.
‘ Ad esempio quello che sto per dirti non avrei il coraggio di dirlo ad un altro uomo. Quasi tutti gli uomini che ho avuto volevano da me ‘.. un rapporto’.. anale, anche tuo padre quante volte ha insistito. Io non ho mai accettato, e non perché non volevo o perché la cosa mi disturbava o per paura del dolore ma perché pensavo che mi avrebbero considerata una puttana. Mentre io volevo provare anche questo. Quando ho sentito che mi forzavi ‘ il buchino, ho avuto un attimo di incertezza ma poi mi sono lasciata andare perché con te non provo nessuna vergogna ‘. Mi ha stretto forte un’altra volta e mi ha baciato a lungo.
Mi ha preso la mano e la portata tra le sue cosce. Con voce bassa e roca
‘ senti come mi sono bagnata, solo al pensiero mi sono eccitata di nuovo ‘
ho preso ad accarezzarla, era di nuovo piena di umori. E’ scivolata tra le mie gambe e ha preso a leccarmi e succhiarmi. Nonostante tutto, la sua bocca è riuscita a risvegliarmi di nuovo. Si è rialzata e si è messa a cavalcioni del mio bacino e in un sussurro
‘ tu stai fermo che voglio fare io’.
La sua figa mi ha inghiottito e la sensazione di avere il cazzo in un forno umido e caldo è ricomparsa. Ha preso a muoversi e a gemere. Guardarla mi dava più piacere che non la sua figa intorno al mio cazzo.
In un crescendo di gemiti e movimenti è venuta. Mi è crollata addosso con il mio cazzo duro ancora dentro. L’ ho lasciata riposare un po’ poi ho iniziato a muovermi io. Lei subito ha aperto gli occhi, mi ha guardato con un sorriso complice e mi ha detto
‘ no, tu stai ancora fermo’
e sempre guardandomi fisso negli occhi e sorridendo, si è sollevata leggermente, ha sfilato il mio uccello ancora in piena erezione, tenendolo in una mano si è accovacciata, l’ ha appoggiato al suo buchino posteriore e movendosi lentamente si è fatta penetrare.
Ho sentito sulla punta del cazzo i suoi muscoli aprirsi e dilatarsi e le pareti calde del suo culo avvolgermi e stringermi. La guardavo, con gli occhi chiusi emetteva piccoli gemiti e lamenti mentre il mio sesso si faceva strada nel suo intestino.
Oramai era ben dilatata e con un unico movimento si è abbassata facendosi penetrare completamente.
‘ è molto più bello di stamattina ‘ mi ha detto con gli occhi chiusi ‘ è bello sentirti dentro di me anche lì ‘.
‘ inizia a muoverti senza farlo uscire’ ho detto.
Ha iniziato a muoversi alzando e abbassando il culetto scorrendo sul mio cazzo. Era talmente eccitata che era lubrificata anche lì. Mentre si muoveva, stringeva e rilasciava i muscoli dello sfintere dandomi delle sensazioni incredibili.
‘ sei bravissima, è la più bella inculata della mia vita, si’ continua così che mi stai facendo venire’..vengo, vengo”’
Ha urlato anche lei, ha avuto l’orgasmo sentendo il mio cazzo pulsare e riempirle il culo di sborra.
Il primo mese dopo quella domenica è stato pazzesco. Mamma è stata presa dalla frenesia.
Lei che passava ore nel suo studio di architetto, facendo orari pazzeschi, cercava il più possibile di farsi trovare a casa quando tornavo dall’ufficio. Arrivava a casa, si tuffava in doccia, preparava pranzetti, quando arrivavo mi buttava le braccia al collo e mi baciava, non mi mollava un attimo.
Uscivo magari dalla doccia e la trovavo in bagno con l’asciugamano pronto, mi si inginocchiava davanti e mi prendeva in bocca e mi succhiava sino a farmi venire e si masturbava venendo quando sentiva riempirsi la bocca e la gola dal mio seme.
A volte aspettava di aver finito la cena e dopo il caffè mi diceva
‘ voglio il mio dessert ‘ e lì in cucina si accoccolava tra le mie gambe e dopo avermi svuotato mi leccava accuratamente per non perderne neanche una goccia e di diceva ‘ amore mio, è buonissimo, sa di mandorle’.
Si comportava come una sposina nei primi mesi di matrimonio. Ma anche in me qualche cosa era cambiato. Anch’io aspettavo con ansia di tornare a casa, vederla e fare sesso con lei. Non sono mai stato uno stallone, credo di essere un sano, normale ragazzo, ma da quando abbiamo iniziato mi accorgo che oltre che riuscire ad avere rapporti ripetuti in breve tempo, riesco ad avere una resistenza molto maggiore, riesco a mantenere un erezione per parecchio tempo e riesco a controllare l’orgasmo.
Cosa mai riuscita con altre donne, forse perché con mamma non ho l’ansia della prestazione. Sta di fatto che riesco a starle dentro, duro, per parecchio tempo e lei riesce sempre ad avere orgasmi ripetuti, tanto che alla fine è spossata.
La felicità di mamma di poter dare sfogo completo alla sua sensualità l’ ha fatta diventare, se possibile, ancora più bella.
La sera mi racconta della corte spietata che sia i clienti che colleghi e il suo capo le fanno; ridendo mi dice che Franco, il suo capo ‘ farebbe follie per darle una leccatina ‘.
Passato il primo mese in cui tutte le sue e mie fantasie sessuali erano state provate, pian piano la frenesia si è calmata; una sera dopo aver fatto l’amore iniziai un discorso
‘ senti mamma, mi vedi, sono felice e tranquillo in questa situazione che ho accettato completamente, ma ho una paura: penso che tu capisca che io debbo farmi una mia vita, vedere altre donne, prima o poi devo trovare una mia sistemazione e ‘..’
‘ mi vuoi dire che hai paura che io sia gelosa se vai con altre? ‘
‘ si, è questa la mia paura ‘
abbracciandomi stretto ‘ no, Davide, stai tranquillo, non avere questa paura, mi basta quello che mi stai dando’.
Non ero molto convinto delle sue parole e proprio per metterla alla prova, ripresi i miei vecchi contatti. Le prime volte, quando rientravo tardi, avevo il timore di trovarla sveglia pronta a farmi qualche scenata o rimprovero, invece nulla, m’infilavo nel letto, l’abbracciavo e lei sorridente e tranquilla mi chiedeva come era andata. A volte mi chiedeva maliziosa di raccontarle i particolari delle mie scopate ma si limitava a questo.
Una sera, rientrato piuttosto tardi, mi spoglio e mi infilo nel letto. Credendo che dormisse mi sdraiai tranquillo dalla mia parte. Subito si è girata, mi ha salutato e mi si è rannicchiata contro.
Ho capito che era eccitata e, infatti, ha preso ad accarezzarmi, poi si è infilata sotto le coperte e ha iniziato a baciarmi e leccarmi, poi si è sollevata e con voce roca
‘ hai scopato vero ?’
‘ si ‘ ho detto aspettandomi la sfuriata
‘ non ti sei lavato vero ?’
‘ no, perché, ti infastidisce ?’
con una risatina rauca di gola ‘ no, no anzi mi piace sentire sul tuo cazzo il sapore di un’altra donna ‘ e a ripreso a succhiarmi e leccarmi il cazzo.
Sentirle dire questa cosa mi ha lasciato di stucco ed eccitato allo stesso tempo; questa donna non ho ancora cominciato a conoscerla.
Poco tempo dopo quella sera, a letto, ero dentro di lei; ero già riuscito a farla venire due volte mentre io ancora duro mi muovevo piano piano godendomi la sua figa calda e bagnata; la guardavo sotto di me, le cosce spalancate e il viso rilassato e sorridente.
Mi guarda fisso e mi dice ‘ mi piacerebbe vederti leccare un’altra donna ‘
mi fermo e la guardo ‘ vorresti fare un giochino a tre? ‘
maliziosa ‘ e perché no !’
‘non finirai mai di stupirmi’
ridendo ‘ pensi che stia scherzando ?. Dico veramente, mi piacerebbe vederti fare sesso con un’altra donna e anche partecipare; è una delle mie tante fantasie’.
Rimango senza parole e per non farle vedere il mio stupore mi sfilo da lei, la prendo per i fianchi e la volto sulla pancia.
Le apro con le mani quel culetto sodo e rotondo che si ritrova e le lecco il buchino; almeno ho il tempo di pensare. Lo insalivo per bene e poi le punto il sesso su quella boccuccia rosa e grinzosa.
La sento sospirare, non le basta mai. La penetro piano piano e lei spalanca bene le cosce per accogliermi.
Quando sono dentro tutto mi sdraio su di lei a coprirla interamente, infilo le mani sotto di lei e le prendo le tette in mano; sul palmo sento la punta indurita dei suoi capezzoli.
Gli strizzo il seno con dolcezza e, aggrappato alle sue tette, inizio a scoparla lentamente nel culo.
Le sussurro nell’orecchio ‘ e così vuoi fare la porcellina, vuoi leccare anche tu una bella fighetta calda e umida’ il mio cazzo nel culo e le parole sussurrate la scaldano
‘ si, si ho voglia di leccarla ‘
‘va bene, la porto io una bella fighetta, però anch’ io voglio vederti che succhi un altro cazzo’ sempre più eccitata ‘va bene, va bene faccio tutto quello che vuoi ‘
Anch’io sono molto eccitato e i miei movimenti diventano un po’ violenti ma la cosa non sembra infastidirla, anzi in breve ha un orgasmo e anch’io le vengo dentro.

Per parecchi giorni ho rimuginato la questione pensando a quale mia amica coinvolgere nel gioco, alla fine ho pensato che l’unica che avrebbe accettato, dopo averla fatta bere un po’, sarebbe stata la Katia; abbastanza puttanella da accettare la cosa e soprattutto facile da gestire quando un po’ bevuta, tra l’altro mi aveva accennato ad una sua breve esperienza lesbica. Pensando a come organizzare la cosa, non doveva capire che era mia madre, decisi che avrei fatto credere che mamma fosse una vicina e sarebbe arrivata quando Katia era già un po’ ‘partita’.
La invitai a cena un sabato sera dicendo che avevo la casa libera perché mia madre era all’estero per un congresso. La cosa funzionò benissimo perché Katia, dopo due o tre bicchieri di vino e qualche liquore era completamente partita, nel senso che diventava allegra e completamente disinibita. Mamma rimase nascosta, guardandoci, mentre io mi lavoravo la ragazzina.
Quando la vidi eccitata al punto giusto le dissi che avrei fatto un gioco, la bendai e le legai i polsi alla testiera del letto, era meglio non rischiare. Feci venire mamma e a gesti le feci capire che doveva leccarla. Lei prese a leccare la passera della ragazza e a toccarla.
Mi misi di fianco a guardarla. Devo dire che vederla mi eccitava; lei però non la vedevo particolarmente entusiasta della cosa. Katia ebbe un orgasmo, spostai mamma e mi misi in mezzo alle gambe della ragazza.
Mentre scopavo guardavo mamma inginocchiata di fianco al letto che osservava, ogni tanto accarezzandomi. Ad un tratto si alzò e andò via. Dopo un paio d’ore accompagnai a casa Katia, che non si era accorta di nulla e che aveva smaltito un po’ l’alcol. Tornato a casa trovai mamma a letto sveglia. Mi spogliai e mi infilai nel letto, senza dire nulla. Mi venne vicino, mi abbracciò e nascondendo la faccia tra le mie braccia disse
‘ Davide, preferisco gli uomini ‘, mi misi a ridere.

Ora si trattava di organizzare l’altra cosa. Chi potevo coinvolgere ? Certo non uno sconosciuto, non mi sarei mai fidato. Io sapevo chi”ma la cosa mi era difficile. Il ‘chi’ era il mio amico fidato Fabio. Ci conosciamo da ragazzini, è in estrema confidenza con mia madre che lo ha sempre visto per casa, siamo più che fratelli, abbiamo anche condiviso, nello stesso momento, la stessa donna, sa tutto di me, a parte questa storia, e io so tutto di lui, nel sesso ha meno morale di un riccio, è uno stallone meglio di me, è un ragazzo di una discrezione assoluta e affidabile, ha sempre sbavato per mia madre, me lo ha detto in maniera molto discreta raccontandomi che da ragazzino la guardava di nascosto e quando eravamo al mare o in piscina e la guardava in costume, la sognava di notte e io avevo aggiunto ridendo
‘ e ti facevi anche un sacco di seghe’
però”..come dirgli che scopo mia madre e vorrei anche farlo insieme a lui ?. Dovevo parlarne prima con mia madre. Aspettai la sera giusta, era arrivata molto tardi dal lavoro, stanchissima. Dopo cena eravamo andati subito a letto. Mi abbracciava, vogliosa solo di coccole e non di sesso. Mi aveva raccontato la sua giornata ed io la mia. Approfittai del sentirla rilassata e tranquilla.
‘Ti ricordi che ti avevo detto che volevo vederti con un altro uomo e tu mi hai risposto di si ?’ ‘Si, mi ricordo, sono una porcellina vero ? ‘ ridacchiando.
‘ bhe, penso di averlo trovato’
Si è fatta subito attenta. Aspettai qualche secondo poi sparai ‘ Fabio’.
Mi ha guardato a bocca aperta per un po’ poi mi ha risposto
‘ Fabio”.tu sei matto, mi vergognerei come una ladra ‘.
Passai una mezz’ora a spiegarle le varie ragioni e cercare di convincerla. Alla fine ammise che le mie ragioni erano tutte validissime ma che comunque lei si vergognava e solo il pensiero la faceva diventare una statua.
La rassicurai che l’imbarazzo sarebbe stato solo all’inizio e che comunque lei doveva fare la parte di quella che non sapeva nulla e di essere presa alla sprovvista; questo avrebbe spiegato l’imbarazzo e tutto il resto.
Alla fine mi disse ‘ Davide ci devo riflettere su ‘.
Passarono parecchi giorni senza che mamma mi desse una risposta e io non la sollecitavo, doveva essere una sua decisione. Pensai anche che avesse elegantemente fatto cadere la cosa, semplicemente non parlandone più. Dopo circa un mese, stavamo facendo sesso, mentre gemeva e si agitava con il mio uccello nella pancia, mi disse che si era decisa e che voleva farlo.
Evidentemente certe decisioni le prendeva nei momenti in cui la sua sensualità si liberava completamente dai legacci morali che la stingevano.
Ora ero io che dovevo trovare il momento e il coraggio per coinvolgere Fabio. Ci misi un po’ di tempo. Una sera, dopo aver riaccompagnato a casa due sorelle con cui uscivamo, eravamo rimasti in macchina a chiacchierare; ad un tratto gli dissi
‘ Fabio, ti devo dire una cosa”.scopo con mia madre ‘.
Il fumo della sigaretta che inalava andò di traverso. Poi mi guardò con la bocca aperta. Raccontai tutto, come era iniziata e come proseguiva, cosa facevamo a letto con tutti i particolari, le mie sensazioni e il fatto che scopare con lei era la cosa più bella ed eccitante che mi fosse capitata, le giustificazioni, poche, di mia madre e le mie, le sue fantasie sessuali e le mie. Mi ascoltò sino alla fine senza dire una parola e poi emise solo un ‘ cazzo ‘..cazzo ‘. Non mi aspettavo di essere giudicato da lui e non lo fece. Dopo un po’ di silenzio, da buon cinico e pragmatico che era mi chiese
‘ perché mi hai raccontato tutto questo ?’
Era quello che mi aspettavo
‘perché le ho proposto di fare sesso con due uomini, lei ha accettato e ho pensato a te’
‘ridendo ‘ sei un bel bastardo’.
Continuò a ridere per un po’ senza dire una parola e poi mi disse
‘ Davide tu sai benissimo che trovo tua madre una delle donne più belle e affascinanti che abbia conosciuto, e che da ragazzino, quando la vedevo in costume da bagno sbavavo ‘
‘ e ti tiravi poi le seghe’ rise e ammise
‘ è che ho paura di fare cilecca per l’imbarazzo’
‘ tu che sei imbarazzato”! Non farmi ridere ‘
Ho capito che la cosa gli piaceva un casino. Spiegai come volevo organizzare la cosa e mettere mamma davanti al fatto compiuto.
La sera dopo dissi a mamma che avevo parlato con Fabio. Diventò rossa come un peperone
‘ hai raccontato tutto? ‘
‘ si, con tutti i particolari ‘
E le raccontai come volevo organizzare la cosa.

(continua)
Oh mamma mia (terza parte)
By Arturo

Telefonai a Fabio e gli dissi di venire a cena il sabato e di farsi il bidet; mi mandò a fare inculo ridendo.
Mamma preparò la cena e poi si cambiò.
Era più bella che mai, gonna corta e stretta, camicetta aderente, qualche gioiello; fantastica. Arrivò Fabio e mi aspettavo di trovarlo un po’ teso, ma quel marpione era normalissimo, allegro e rilassato come sempre.
Osservavo mamma, ma anche lei era normalissima. Il più teso ero io.
La cena si svolse come tutte le altre volte, come cento altre volte.
Finita la cena mamma, come d’accordo, ci disse ‘ ragazzi andate di là che sparecchio e poi preparo il caffè, vi vengo a chiamare quando è pronto’.
Andammo in camera mia e velocemente ci spogliammo nudi, mettendoci sdraiati sul letto. Fabio era già con l’uccello dritto.
Come organizzato con mamma, aspettò cinque minuti poi aprì la porta e le parole ‘ ragazzi il caffè è pron”..’ le morirono in gola.
Recitava alla perfezione, era riuscita anche ad arrossire, forse non aveva avuto bisogno di fingere. Rimase bloccata sulla porta guardandoci, nudi e sdraiati sul letto. Poi senza dire una parola, richiuse la porta.
Mi alzai e le andai dietro; la bloccai in corridoio abbracciandola. Mi guardò e mi sussurrò con voce da bambina piagnucolosa
‘ Davide, mi vergogno davvero ‘
‘ stai tranquilla, vedrai che poi ti passa ‘ e tenendola per le spalle la riportai in camera. Fabio, con una incredibile faccia di bronzo, era tranquillamente rimasto sdraiato con il suo uccello in tiro. Mamma guardò un attimo in faccia Fabio e poi si girò verso di me guardandomi e stringendomi le braccia con le mani, poi sempre guardandomi fisso, abbassò le braccia lungo i fianchi.
Presi lentamente a sbottonarle la camicetta e la sfilai. Fabio ebbe come un sussulto. Passai le mani dietro la schiena a mamma e slacciai e sfilai il reggiseno.
Poi abbassai la zip e la gonna scivolò a terra lasciandola solo con un minuscolo tanga. Fabio la vedeva da dietro e lo spettacolo doveva piacergli perché aveva gli occhi a pallone.
Sfilai anche il tanga e poi la feci voltare. Non vedevo se mamma guardava Fabio o teneva gli occhi abbassati, Fabio invece la guardava e come, il suo sguardo correva dalle tette piccole e sode al ventre piatto e al triangolo di peli biondi.
‘ Fabio, accendi la luce sul comodino ‘ Volevo che la luce fosse più bassa per creare meno imbarazzo.
Spensi la luce centrale. Mamma era immobile nel centro della stanza. L’abbracciai da dietro prendendole il seno tra le mani e le dissi a bassa voce
‘ dai, Fabio ti aspetta ‘ la spinsi verso il letto.
Si mosse e si sedette sul letto di fianco a Fabio. Allungò le mani sul suo petto e prese ad accarezzarlo, lentamente, sulla pancia e sul petto. Una lunga e delicata carezza. Fabio era molto eccitato, la guardava fisso. Poi una mano arrivò al sesso e, delicatamente lo avvolse accarezzandolo per tutta la sua lunghezza, e poi giù a prendere nel palmo i testicoli.
Io, in piedi dietro di lei, le accarezzavo e stringevo le tette e capii che si stava eccitando perché i capezzoli si erano induriti e ingrossati.
Dopo un po’ di carezze, si chinò e iniziò a leccarlo con colpetti di lingua sulla cappella, poi lungo tutto il pene e tra le cosce.
Fabio non perdeva un movimento e mamma si era messa in modo da farsi osservare perfettamente. Io mi spostai di fianco per osservarla. Non aveva più bisogno di essere spronata.
Quando aprì la bocca e lentamente imboccò il cazzo di Fabio lui emise un gemito; senza togliersi il cazzo dalla bocca si spostò mettendosi a cavalcioni delle sue gambe e prese ad accarezzarlo anche con le mani.
Vedevo le sue labbra scivolare sulla pelle del mio amico, alternando succhiate superficiali sulla cappella con ingoi profondi. Fabio non guardava più e, con gli occhi chiusi e respirando rumorosamente, si godeva quel magnifico pompino.
Anche mamma si era eccitata perché la sentivo respirare più velocemente. La toccai tra le gambe e sentii il bagnato. Subito lei sollevò il sedere e aprì le gambe.
Presi a masturbarla delicatamente. Continuavo a guardarla. Stava ‘lavorando’ Fabio senza mai toccare il suo sesso con le mani: usava solo le labbra e i movimenti della testa.
Dai rumori che faceva Fabio con la bocca capii che era prossimo all’orgasmo; infatti dopo un po’ irrigidendosi Fabio iniziò ad eiaculare nella bocca di mamma che emise un rumore dalla bocca: stava inghiottendo senza smettere di succhiare.
Ci volle qualche attimo perché Fabio, quando viene, allaga tanto ne fa uscire. Quando mamma si accorse che lo aveva svuotato si staccò pulendosi le labbra con il dorso della mano. Sapevo ora cosa voleva e poi dovevo dare a Fabio il tempo di riprendersi.
Feci sdraiare mamma a fianco di Fabio a pancia all’aria, e presi a leccarla.
Lei era già molto eccitata e le mie leccate erano sapienti. Dopo un po’ dissi a Fabio di mettersi lui a leccarla e mamma, quando sentì la lingua di Fabio farsi strada tra le sue pieghe e sul buchino del culo, prese a gemere più intensamente.
Mi misi vicino alla sua faccia e le sussurrai
‘ ora hai due uomini a tua disposizione, è di tuo gradimento ?’ ridendo mi fece si con la testa. Le avvicinai alla bocca il mio cazzo e subito lo infilò nel suo splendido buco.
Fabio è bravo con la lingua e mamma arrivò velocemente all’orgasmo prendendolo per i capelli e schiacciando la sua testa tra le gambe.
Guardai Fabio che, da buon stallone, era già pronto. Dissi a Fabio di sdaiarsi sul tappeto. Feci alzare mamma che era ancora un po’ intontita dall’orgasmo e lei s’inginocchiò su Fabio. Tenendosi il cazzo con la mano, Fabio cercò la passera di mamma e la penetrò. Con un gemito mamma si sedette. Fabio la tirò contro di sé costringendola a sdraiarsi su di lui. Io mi misi dietro, e delicatamente forzai lo sfintere di mamma che in quella posizione era leggermente aperto e invitante.
Il sentirsi forzare anche dietro fece fare a mamma un movimento come a staccarsi ma Fabio la bloccò con le braccia e io continuai.
Mamma si lamentava perché eravamo grossi tutti e due, ma piano, piano, riuscii ad entrare tutto. Rimanemmo un po’ fermi per farla abituare alla doppia penetrazione, poi prendemmo a muoverci come sapevamo fare perché non era la prima volta che scopavamo insieme una donna.
La mamma alternava lamenti a gemiti, però, quando alla fine io e Fabio venimmo riempiendola di sperma, anche lei ebbe un orgasmo.
Poi io mi sfilai, mamma si alzò, si mise le dita tra le gambe che gocciolavano e prese un po’ di sperma. Ridendo lo spalmò sul mio petto e su quello di Fabio
‘ ragazzi, mi avete affogato e distrutto ma siete stati bravissimi. ‘
Baciò me sulle labbra e si chinò a baciare Fabio. Sempre ridendo
‘ vado in bagno a vedere se riesco a liberarmi un po’ della vostra roba’.
Rimasti soli guardai Fabio come per dire ‘ cosa ne dici’.
‘ cazzo Davide, è la donna più sensuale, eccitante e bella che abbia conosciuto. Non avrei mai immaginato che fosse così ‘
‘ Fabio e lo vieni a dire a me? ‘ ci mettemmo a ridere come matti.
Dalla cucina mamma ci sentì ridere
‘ bambini cosa avete da ridere, sparlate di me? Venite che il caffè è pronto ‘
In cucina mamma, tranquillamente nuda come se fosse la cosa più naturale del mondo, riempiva le tazzine.
‘ No Sara, non sparlavamo, dicevo a Davide che sei la donna più eccitante e bella che abbia conosciuto ‘
‘ Fabio, mi fai arrossire ‘ e gli diede un leggero bacio sulla bocca.
‘Forza ragazzi, tutti a dormire nel lettone che è tardi’.
Ci infilammo nel lettone, nudi, con mamma in mezzo.
Un rumore e un movimento mi fecero aprire gli occhi, il sole era gia levato e rischiarava la stanza; mamma mi dava la schiena, richiusi gli occhi lasciando un leggero spiraglio per far credere che stessi ancora dormendo.
Vedevo un braccio di Fabio che abbracciava mamma, ma non vedevo lui; evidentemente aveva la faccia tra le tette di mamma o meglio aveva la bocca a mungere i capezzoli.
Risi tra me, sapevo che Fabio spesso al mattino aveva una tempesta ormonale e il testosterone in eccesso gli si concentrava tutto sul cazzo; si svegliava dolorante tanto era duro.
Continuai a far finta di dormire.
Mamma faceva piccoli rumori con la bocca e una mano era sulla testa di Fabio a guidarne i succhiamenti.
Ad un tratto mamma si sdraiò sulla schiena e vidi Fabio con le labbra attaccate ai capezzoli che succhiava e leccava come un ossesso. Gli guardai l’uccello che infatti era in tiro quasi a scoppiare.
Mamma aveva sollevato e aperto le gambe; Fabio subito allungò una mano sul suo sesso e prese a lavorare con le dita. Poi si spostò nascondendo la faccia tra le cosce e continuando il lavoro con la lingua.
A questo punto era inutile fingere, mi sollevai su di un fianco e mi misi a guardarli.
Mamma aprì un attimo gli occhi girando il viso verso di me e sorrise, poi li richiuse e, non avendo più motivo di rimanere silenziosa, prese a gemere forte e a fare rumori rochi con la gola.
Fabio smise di leccarla, la fece sdraiare sul fianco con la faccia rivolta a me, sollevò una gamba, si infilò a forchetta tra le cosce di mamma e aggrappandosi alla sua coscia la penetrò. Fabio è bello grosso e lungo e in quella posizione la penetrazione è profonda; mamma espirò con un forte gemito
‘ oh dio Fabio ti sento fino all’utero’.
Il mio amico prese a muoversi lento e profondo, mamma era un unico gemito rauco.
‘ Davide vieni qua, vieni”.dammelo in bocca , fammelo succhiare’
Mi inginocchiai vicino alla sua testa, ero ancora moscio.
Mamma lo prese con una mano e lo infilò tra le labbra succhiandolo voracemente; dopo un po’ ebbe un orgasmo violento urlando e togliendolo dalla bocca e tenendomelo stretto in una mano.
Guardai Fabio, che non era venuto, sapendo benissimo cosa voleva: il suo sogno, infilarlo nel buco più stretto, nella boccuccia rosa e grinzosa, visto che la sera prima aveva dovuto accontentarsi solo della fighetta umida e calda.
Tenendo mamma ferma nella stessa posizione di fianco, con la gamba sollevata, aiutandosi con una mano forzò la cappella sullo sfintere e senza troppa delicatezza lo spinse dentro lentamente ma senza fermarsi.
Guardai mamma che strinse gli occhi dal dolore e disse
‘ piano, Fabio, fai piano’
La sua mano intorno al mio cazzo si contrasse e strinse forte sino a che Fabio non lo spinse tutto dentro la sua pancia.
Una volta tutto dentro Fabio si fermò per lasciarla abituare; la pressione della mano di mamma sul mio sesso si allentò e io feci un cenno a Fabio
‘ Sara, posso muovermi ?’
‘ Si, Fabio ma fai piano’
Fabio iniziò un lento movimento avanti e indietro e, mentre con una mano le teneva la gamba, con le dita dell’altra prese ad accarezzarle la topa insistendo sul clitoride. Mamma si era rilassata perché non aveva più il viso contratto e si rimise il mio uccello in bocca prendendo a succhiarlo con gusto.
‘ Brava Sara, rilassa i muscoli, così, così,”.oh dio Sara, hai il culo più bello, caldo e umido del mondo,’..si ‘.. si’.
Vedere Fabio che la scopava nel culo, in quella posizione, mi ha eccitato da matti. Fabio aveva accelerato i movimenti, entrava ed usciva con fluidità; ad occhi chiusi continuava a dire ‘ Sara cosi,’.. continua, stringi il culo, bravissima, mi stai facendo venire’..si, siiiiiiiii ‘
E venne riempiendola del suo sugo.
Vidi Fabio che si sfilava e mi concentrai sul mio uccello e venni anche io.
Mamma mi stringeva le gambe mentre la sua bocca mi succhiava svuotandomi. Io e Fabio crollammo sul letto, con mamma che ci accarezzava entrambi sorridendo.
La feci girare sulla pancia e aprire le gambe. Dal buco del suo culetto, di un rosa più intenso del solito, che si era quasi completamente richiuso, lentamente colava un filo di sborra bianca; lo raccolsi con le dita e ridendo lo spalmai sulle sue natiche.
Mamma si alzo per andare in bagno.
Fabio mi guardò e mi disse ‘ ma dove ha imparato a muovere i muscoli dello sfintere in quella maniera. Quando ce l’hai dentro sembra che ti stia facendo un pompino con il culo !’
ridendo risposi ‘dote naturale’.
Dopo un po’ ci chiamò per la colazione. Mangiammo chiacchierando e ridendo, contenti e rilassati. Poi mamma si alzò, andò dietro la sedia di Fabio e abbracciandolo e baciandolo gli disse
‘ Sentimi bene, mio bel bambino, adesso non pensare che quando ti passa per la testa tu vieni qui ed io apro le gambe e mi faccio infilare il tuo bell’ uccellone nella pancia e nel sedere. Sono sempre io a decidere quando e come, capito? ‘
‘ certo, Sara, capito il messaggio, comunque sei fantastica e io sono sempre a disposizione.’

(continua)
Oh, mamma mia (quarta parte)
By Arturo

Dopo 15 giorni mi chiamò Fabio sul cellulare
‘ Davide, mi ha appena chiamato Sara: mi ha chiesto se ho il pomeriggio libero e di non dirti nulla ‘
mi misi a ridere ‘ perchè ridi ?’
‘Perché tra due ore parto per Roma e stanotte dormo lì. Evidentemente mamma non riesce più a dormire da sola,”’. ha paura !!!!!!’
‘ Ho capito, ma a te da fastidio ? ‘
‘ Fabio stai scherzando ? Non ho problemi, a patto però che poi mi fai una radiocronaca completa di tutti i particolari. E ricordati di tenerti libero anche per stanotte, fatti un bel po’ di zabaioni e giura e spergiura di non avermi detto nulla. ‘
‘ OK, stai tranquillo e buon viaggio ‘.
Risi tra me e me, mamma era davvero incredibile, la sua nuova personalità era esplosa completamente, ma teneva fede a quanto mi aveva detto: niente più uomini, infatti Fabio che per me era un fratello per lei era diventato un figlio e si comportava di conseguenza; avrebbe potuto rivolgersi ad altri e invece niente, chiamava Fabio, il suo ‘secondo’ figlio. Ma gli diceva di non dirmi nulla, paura di scatenare gelosie tra figli per la mamma !!!! .
La sera dopo, senza dirlo a mamma, mi vidi con Fabio
‘Dai racconta, con i particolari, tutti’..’ .
‘ Davide, a costo di ripetermi, non ho mai trovato una donna così sensuale e calda, ma cosa cazzo le è preso ? Io, tua madre, pensavo di conoscerla bene, dopo vent’anni. L’ ho sempre considerata colta, allegra e alla mano ma un po’ rigida e bacchettona ed ora’.’
‘Fabio, non so cosa dire; dopo tutti questi mesi, ancora la storia mi lascia stordito. Ho capito le sue motivazioni, le ho accettate, vedo che ora da un punto di vista psicologico è un’altra donna, più viva, più vera, più rilassata, allegra e felice, più”’.. tutto più, e non voglio pensare a cosa sarebbe successo se mi fossi tirato indietro e rifiutato di accettare stà cosa; ma, a parte il sesso che con lei è incredibilmente bello, resta mia madre è ho un po’ di timori per il futuro. ‘
‘ All’inizio, quando mi hai raccontato la storia, ho pensato che fosse uscita fuori di testa ma ora”.penso che sia perfettamente normale. Forse hai ragione tu quando dici che ora è veramente se stessa e che ora è una donna equilibrata; mi ha raccontato delle cose di quando era ragazza che forse spiegano le cose, dopo te le dico’
‘ Raccontami come è andata’
‘Mi ha chiamato verso le quattro e ha detto che mi spettava a casa alle cinque. Sono arrivato in anticipo di qualche minuto. Mi ha aperto la porta allegrissima con quel suo splendido sorriso. Ho notato subito che era in tuta. Mi ha stampato un bacio sulla bocca e mi ha detto con il suo tono imperioso ‘ vai a farti una doccia’.
Mi è sembrato di tornare indietro negli anni quando mi comandava a bacchetta.
Sono entrato in doccia e dopo un po’ è entrata lei con un asciugamano, pensavo che lo lasciasse lì, invece è rimasta tranquilla in bagno.
Ho tirato un po’ in lungo, ma lei fissa e silenziosa; a quel punto sono uscito, lei mi ha passato l’asciugamano e mentre mi asciugavo mi fissava con quel suo sorrisetto, poi tranquilla, lentamente ha abbassato la zip della giacca e l’ ha tolta: sotto era nuda con quelle splendide tette ritte e i capezzoli scuri e rigidi.
Poi tranquilla si è sfilata i pantaloni; senza neanche il tanga, con il triangolino biondo in bella vista.
Sempre sorridendo maliziosa, mi ha tolto di mano l’asciugamano, e mi ha detto
‘ adesso tu stai fermo che ho voglia di farti io’.
Mi è passata dietro e mi ha abbracciato spalmandosi addosso; poi ha incominciato a leccarmi sulla spina dorsale scendendo piano e accarezzandomi davanti. Quando è arrivata a leccarmi sull’osso sacro mi ha detto ‘ da bravo bambino, apri le gambe ‘
Le ho aperte e lei ha aperto le mie chiappe con le mani e ha continuato a leccarmi. Poi ho sentito la sua faccia contro le mie chiappe e la lingua a leccarmi il buco. A quel punto il mio uccello a preso a salire, si è inginocchiata davanti e ha preso a farmi un pompino da favola. Ha continuato a leccarmi e succhiarmi sempre guardandomi negli occhi. Poi l’ ha tolto dalla bocca e se l’è messo tra le tette.
Mi è venuto da ridere perché non ha certo le tette così grandi da fare una spagnola, però era gradevole perché lei se le schiacciava di fianco.
Ha ripreso a succhiarmelo è a quel punto mi sono lasciato andare. Ad un tratto mi ha detto
‘ Fabio, quando stai per venire dimmelo’.
Sentirmi dire sta cosa con la voce arrocchita mi ha fatto partire e dopo un po’
‘ Sara, sto venendo, sto venendo’.
L’ ho guardata, aveva in bocca solo la cappella, dopo il primo spruzzo si è tolta l’uccello di bocca, l’ ha aperta, ha tirato fuori la lingua e si è fatta gocciolare sopra tutta la mia roba. Quando ha avuto la bocca piena, sempre guardandomi, ha inghiottito tutto poi mi ha ripreso la cappella in bocca è mi ha succhiato le ultime gocce.
Davide tu mi conosci, sai che non sono di primo pelo, ti assicuro un pompino così non l’ ho mai provato; ho dovuto sdraiarmi sul tappeto.
Mi è venuta sopra e mi ha detto tutta allegra ‘ credo proprio che questa mamma bacchettona sia ancora bravina a fare certe cose’
‘ Sara non sei bravina, sei fantastica ‘
‘ vado a preparati un caffè, quando te la senti vieni in cucina ‘.
‘ Fabio, vedo che sei entusiasta ‘ e l’ ho detto senza ironia.
‘ Fammi continuare. Torno in cucina, ci sediamo e beviamo il caffè. Tutta allegra e frizzante, ha continuato a chiacchierare, ricordandomi cose successe quando ero ragazzino. Le ho raccontato di quando mi eccitavo a vederla in costume e lei, come te ‘ e ti facevi le seghe’. Quando fa’ così, sembra una ragazzina con quel corpo e con il modo di fare.
‘ Aiutami che prepariamo da mangiare ‘.
Abbiamo preparato continuando a chiacchierare allegramente, non è mai stata zitta un attimo.
Dopo il caffè mi ha guardato atteggiando il viso e la voce a bambina piccola e mi ha chiesto
‘ Fabio, mi fai compagnia stanotte? ‘
‘Certo Sara, lo avrei fatto anche senza chiedermelo ‘
Mi ha abbracciato tutta contenta. Abbiamo guardato un film sul satellite.
Finito il film mi ha preso per mano e con aria maliziosa ‘ Ora nel lettone e vediamo questo bambino cresciuto cosa riesce a fare a questa vecchietta libidinosa ‘.
‘Forza con i particolari’
‘ Davide lo sai, la cosa che m’impressiona è che riesce avere orgasmi ripetuti. Mette in crisi i più resistenti. E’ venuta mentre la leccavo, poi a voluto farlo di faccia e dopo due minuti è venuta, pensavo che ne avesse abbastanza ma quando ha visto che ero ancora in tiro si è girata e ha voluto a pecorina.
Dopo pochi minuti ha avuto il terzo orgasmo.
E’ crollata sul letto, io con il mio piccio dritto, ma pensavo che ne avesse abbastanza.
Invece si è girata, mi ha guardato e mi ha detto
‘ sei stato bravissimo, ora prenditi il tuo premio e fai un po’ il cattivo ‘ ha sollevato il sedere e aperto le gambe.
Capendo il senso le ho aperto le chiappe e ho premuto deciso il pollice contro lo sfintere; dopo qualche attimo di resistenza l’ ho infilato fino in fondo e ho preso a frizionare con decisione. L’ ho sentita lamentarsi un po’ poi ho infilato l’uccello, mi sono ancorato al culetto e mi sono mosso con un po’ di cattiveria.
Sara si è lamentata parecchio, secondo me sentiva male, ma non mi ha detto di fare più piano o di fermarmi e poi ero concentrato sul piacere che provavo e non l’avrei neanche sentita. Cazzo, le ho riempito il culo di sborra, quando l’ ho tolto ha zampillato fuori.
E’ andata in bagno poi è tornata nel lettone, si è accoccolata di fianco. Ho allungato la mano e le ho accarezzato lo sfintere, era leggermente aperto
‘ ti ho fatto male Sara ? ‘
‘ un pochino ma va bene cosi, non preoccuparti, è stato bello e mi è piaciuto ‘.
Dopo un attimo di silenzio, guardandomi seria
‘ Fabio, come mi giudichi ? ‘
Sono rimasto un attimo silenzioso poi le ho risposto
‘ Sara, in tutta sincerità, non ti giudico affatto solo che non mi spiego questa tua metamorfosi. Non sei la donna che ho conosciuto da ragazzino.’
‘Fabio, il fatto è che non ero io quella donna, io sono questa. Ti racconto una cosa che non ho detto neanche a Davide, forse lo saprà più avanti, ora mi pare di averlo già traumatizzato troppo.
Sai che ho fatto la scuola d’arte, avevo quasi 18 anni, ho preso una cotta tremenda per il mio professore di disegno. La mia famiglia era molto rigida e non avevo mai avuto neanche il ragazzo. Una completa innocenza e ignoranza in merito.
Era la mia prima cotta ed ero come rimbecillita. Lui lo aveva capito benissimo ma mi ha ignorato per mesi.
Poi un giorno, finita la lezione, mi ha chiesto di fermarmi; molto secco mi ha chiesto ‘ Oldani, ho bisogno di una modella, sei disponibile per qualche pomeriggio ? ‘
Colta di sorpresa, sono arrossita e ho risposto subito si.
‘Va bene, oggi alle quattro nel mio studio ‘ e mi ha dato l’indirizzo, come se io non lo sapessi. Tutta agitata, raccontando una balla a mia madre, alle quattro in punto mi sono presentata. Mi ha fatto salire nello studio e, molto secco e asciutto, mi ha indicato una sedia vicino ad un letto
‘ Spogliati che iniziamo subito ‘ e si è girato.
Sono arrossita come un peperone e ho chiesto ‘ Spogliarmi ‘.. nuda ? ‘
Si è girato, e con aria di compatimento e con voce irritata ‘ Già, perché secondo te ti dovrei disegnare vestita ? Forza Oldani, se ti vergogni vattene e non farmi perdere tempo’.
Avrei dovuto seguire il consiglio. Invece per l’infatuazione che avevo per quell’uomo e per non passare per una ragazzina mi sono spogliata e, rigida come una statua, sono rimasta in piedi di fianco al letto.
Lui ha armeggiato per qualche minuto, senza mai voltarsi, vicino al tavolo. Poi si è girato, mi ha osservato per bene e poi con voce neutra ‘ ho indovinato, sei di pelo biondo anche lì ‘
Mi sentivo la faccia bollente.
‘ sdraiati sul letto a pancia in su ‘
Ho ubbidito come un automa; è venuto vicino al letto, mi ha fatto sollevare le ginocchia e spalancare le gambe, con il busto sollevato, appoggiata sui gomiti. Lasciandomi in quella posizione cosi oscena e aperta mi si è messo di fronte e in silenzio ha preso a disegnare.
Era bravissimo e velocissimo, in una ventina di minuti aveva finito il disegno: molto rifinito lasciando solo la faccia abbozzata. Quel giorno mi ha disegnata in varie posizioni, sdraiata, di fianco, in piedi.
Dopo due ore mi ha detto che potevo rivestirmi e andare. Pochissime parole durante quelle ore, prima di uscire però mi ha detto ‘grazie’ con l’unico sorriso della giornata.
Per strada ero frastornata, delusa perché chissà cosa mi aspettavo, contenta perché in fondo, a parte lo stare nuda, non era successo nulla. Dopo qualche giorno mi disse di tornare. Con agitazione maggiore, il pomeriggio sono corsa nello studio.
Con lo stesso tono freddo e distaccato mi ha detto di spogliarmi e poi mi ha fatto mettere”a pecorina, con le gambe aperte e la testa appoggiata sul letto. Ero viola dalla vergogna ma non ho avuto il coraggio di dire di no. Si è messo dietro e ha iniziato a disegnare.
Dopo pochi minuti gli ho sentito dire dietro le mie spalle
‘ hai troppo pelo lì; sdraiati sulla pancia e apri le gambe’. Non ho detto no neanche in quel momento”. come non avrei più detto no.
Ero già plagiata, povera stupida.
Mi venne vicino con una forbicina e mi accorciò tutti i peli, poi prese della schiuma da barba e la massaggiò su tutta la passera.
Mi accorsi allora, per la prima volta, che mi stavo bagnando, sentivo come un forte prurito alla vagina. Con un rasoio incominciò a depilarmi, prima il monte di venere, poi toccandomi delicatamente, prendendomi tra le dita le labbra esterne, mi depilò completamente.
Quando mi aveva toccato le labbra, il prurito si era fatto più intenso e piacevole e il respiro mi era diventato più veloce. Quando poi prese della crema e prese a spalmarmela esternamente e tra le labbra della passera, non capii più niente.
Mi portò sull’orlo dell’orgasmo e poi di colpo, con voce fredda
‘ Ehi, Oldani, non è il momento di avere orgasmi, rimettiti com’eri prima ‘
Fu come se mi avesse gettato addosso un secchio di acqua gelata. Mi risistemai nella posizione che voleva; disegnò per un po’ e poi con voce seccata di mandò via.
Ero completamente frastornata, non capivo il suo comportamento ma ricordavo con piacere come mi aveva toccato. Andai ancora un paio di pomeriggi ma non successe nulla, disegnava un’oretta e mi spediva via. Con il tempo ho capito che era un sistema per plagiarmi e soggiogarmi, pensavo solo alla prossima volta che sarei andata.
Il mio comportamento verso gli altri, invece, era normalissimo, nascondevo benissimo la tempesta interna che mi tormentava.
La volta successiva, dopo essermi spogliata, mi fece risistemare alla ‘.pecorina con la testa abbassata. Lo sentii armeggiare un po’, poi sentii le sue dita che mi accarezzavano e mi bagnavano esternamente la passera e il ‘buchino dietro con del liquido.
Ebbi come uno scatto ma lui, con voce dura e secca
‘stai ferma e non ti muovere’.
Ubbidii all’istante. L’olio che mi spalmava mi dava un senso di calore e le sue dita che mi accarezzavano incominciarono a farmi bagnare. Piano, piano, le sue dita mi accarezzavano più a fondo, mi aprivano le labbra della passera e mi ungevano, mi toccava il clitoride e lo stringeva tra le dita.
Era la prima volta che un uomo mi toccava così e non ci misi molto ad eccitarmi tantissimo. Poi sentii un dito penetrarmi in vagina e un piccolo dolore, non forte, come una fitta intensa ma brevissima; mi aveva sverginato ma ero così eccitata che il piacere coprì subito il dolore. Masturbandomi con il dito mi portò sull’orlo dell’orgasmo ma quando se ne accorse, tolse il dito.
Io mi calmai un poco e lui riprese; andò avanti per un po’ portandomi sull’orlo e tirandomi indietro.
Poi sentii le sue dita, scivolose di olio, penetrarmi di colpo e rapidamente davanti e dietro; mi ritrassi per il dolore ma lui mi urlò ‘stai ferma stupida’.
Il dolore lentamente svanì e il piacere si fece strada. Questa volta mi fece venire.
Era stata una sensazione incredibile e bellissima, un calore e un brivido che dall’inguine era salito al cervello ed era tornato giù.
Sentii lo stronzo dirmi ‘ Allora Oldani, ti è piaciuto? Il primo orgasmo è bello vero? ‘
Ancora intontita, mossi la testa per dire si. Aveva capito benissimo che per il sesso ero una principiante. Quel bastardo pervertito non aveva ancora finito con me quel giorno. Approfittando del mio disorientamento, appena vide che mi ero un po’ ripresa, mi disse
‘ scendi dal letto e inginocchiati davanti a me’.
Mi alzai e mi misi come voleva.
Si abbassò i pantaloni della tuta: mi ritrovai davanti il suo sesso: moscio, grande come un ‘. salamino, sai un cacciatorino, con la cappella scoperta, solo dopo tempo capii che era circonciso.
Era il primo sesso di uomo che vedevo così da vicino.
Sai 25 anni fa non è come adesso, ora basta andare in Internet. Quelli che avevo visto erano quelli delle statue e dei quadri e quello di mio padre, di sfuggita e da lontano.
Vedendo la mia faccia mi disse ‘ Oldani, cosa è? è il primo cazzo che vedi?’
Dissi di no con la testa.
‘ e ne hai leccato qualcuno?’.
Dissi la verità e con voce roca dissi ‘no’
‘allora è il momento di incominciare. Tira fuori la lingua ‘
Completamente soggiogata, dopo un attimo d’indecisione, ubbidii.
Chiusi gli occhi e sentii sulla lingua quella cosa calda e al naso mi arrivò l’odore di ‘. cazzo che non dimenticherò mai.
Sai Fabio, mi ricordo, nonostante gli anni, di ogni piccolo particolare di quegli incontri, come se fossero successi ieri. Mi disse di aprire gli occhi e mi insegnò a come leccarlo, a come leccargli le palle, a come muoverlo e menarglielo.
La prima cosa più traumatica di quel giorno fu quando me lo mise dentro la bocca: non la aprii abbastanza e mi disse
‘ attenta ai denti stupida’.
Mi veniva voglia di piangere. Mi disse per filo e per segno come dovevo fare, come muovere le labbra, la lingua, come aspirarlo e succhiarlo.
Mi sentivo invadere sino in gola quando lo spingeva a fondo.
La seconda cosa fu quando mi venne in bocca: non mi accorsi di nulla, non lo sentii gemere o forse ero troppo presa nel fare quello che mi diceva; di colpo mi afferrò la testa con le mani e sentii sulla lingua e in tutta la bocca quella cosa calda e vischiosa.
Feci per ritrarmi ma mi teneva bloccata e mi diceva
‘ sta ferma, sta ferma, manda giù,manda giù’ ed io ubbidiente, inghiottii tutto.
Fuori da lì mi dicevo che non sarei più andata, ma come mi chiamava, correvo. Usava le dita per farmi godere e poi mi metteva il cazzo in bocca.
Ero diventata brava con le mani e con la bocca e inghiottivo tutto e mi piaceva.
Ma non prendevo mai l’iniziativa, seguivo solo le sue voglie.
Io lo volevo dentro, volevo fare l’amore veramente ma lui niente, usava le mani e poi, quando venivo, era sempre ironico e mi diceva
‘ sei una porcellina, ti piace godere, vero?’.
Sino a che un giorno non ha usato le mani e mi è piaciuto tantissimo, ma non lo dissi e non lo mostrai, avevo imparato a tenere per me la cosa, per non sentirlo prendermi in giro.
Avrei voluto che finisse dentro di me, usando un preservativo, ma lui niente: quando era vicino si sfilava e voleva la mia bocca o mi veniva sulla pancia o sul seno.
Questa storia è durata circa un anno poi le sue chiamate si diradarono, l’anno dopo non insegnava più nella mia classe.
Sino a che non mi chiamò più; scoprii che aveva agganciato un’altra, più giovane, sua allieva. A lui piacevano quelle di 16-17 anni.
Ero diventata una storia vecchia e passata.
Dentro di me ne feci un dramma, ma all’esterno: nulla.
Ma mi aveva segnato, quel bastardo; mi aveva condizionata come i topolini dell’esperimento russo.
Per tutti questi anni, con gli uomini, mi sono comportata come con lui: non ho mai preso l’iniziativa, ho subito le loro voglie e non ho mai mostrato il piacere nel sesso.
Mi hanno anche detto che ero frigida.
Facevano di tutto per portarmi a letto ma poi li deludevo perché sembravo una bambola; si divertivano solo se mi mettevano l’uccello in bocca, perché lì ero brava e la mia partecipazione era solo ‘tecnica’.
Sai perché, prima, non ho mai voluto un rapporto anale?
Perché con il bastardo non l’avevo fatto e anche in questo mi aveva condizionato.
E l’ ho sempre rifiutato agli uomini che me l’ hanno chiesto. Lentamente in me è nata l’idea che avrei potuto liberarmi dalle catene solo con l’uomo che era parte di me: mio figlio.
La cosa all’inizio mi faceva vergognare, desiderare mio figlio!
Sono anni che giro intorno al problema..’ poi era giovane, come potevo!
Alla fine mi sono decisa, il rischio di farlo andare fuori di testa era minore; è un ragazzo forte, equilibrato, maturo, forse avrebbe capito e, penso, ha capito.
Ora basta, altri uomini non ne voglio! Ora è così, poi si vedrà’.
‘ed io?’
ridendo ‘ Tu Fabio? Ma tu sei come un figlio! Ti ho intorno da quando avevi 10 anni e per me sei veramente come un figlio”ora, in tutti i sensi’ e mi ha guardato con un’occhiata maliziosa.
Davide, ora l’ ho fatta breve ma mi ha raccontato per un paio d’ore, con altri particolari. Quell’uomo l’ ha veramente plagiata e soggiogata e le ha condizionato la sua vita di donna. ‘ ‘Ora le cose mi sono più chiare, ti ha raccontato altro?’
L’ ho visto un attimo titubante
‘ no, ‘ il fatto è che’.sai come sono fatto: l’ ho immaginata ragazza, a diciotto anni, con il corpo che doveva avere all’ora, con in bocca il cazzo del professore e il mio uccello ha avuto un movimento. Sara deve aver notato il piccolo movimento sotto il lenzuolo e mi ha guardato interrogativa.
Le ho detto chiaro ‘ per un attimo ti ho immaginata mentre ‘.succhiavi il professore e”.’ si è messa a ridere e ha tolto il lenzuolo che ci copriva.
‘ aveva un salsicciotto come il tuo, però il tuo e’ decisamente più grande e più bello con la testa coperta.’
Ha allungato la mano e lo ha accarezzato poi è scivolata giù, mi ha appoggiato la testa sulla pancia è ho sentito il caldo della sua bocca
‘ mi piace sentirlo in bocca quando è molle e tenero e che mi cresce dentro ‘.
Non ha più parlato e ho sentito solo la sua lingua e le sue labbra. Ha bevuto tutto quello che c’era da bere poi mi ha detto’ ora vediamo di dormire un po’ ‘.

Prima di andarcene a casa gli dissi ‘ Fabio, sabato a cena da noi’.

Leave a Reply