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Racconti erotici sull'Incesto

Orient …Esxpress

By 29 Marzo 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Dall’Oriente con ….. Klister

Cari ammiratori e compagni nel piacere,
come ho promesso nelle nostre mail, voglio farvi tutti partecipi di questa piacevolissima avventura occorsami, direi inaspettatamente, anche se sono sempre mentalmente preparata ad eventuali occasioni.

A settembre, appena rientrata da una goduriosissima vacanza, di cui , se ricordo bene, vi ho già parlato, sono stata contattata da un gruppo di ex colleghi che avevano accolto l’offerta di un’organizzazione internazionale, per andare a prestare la nostra opera nei paesi colpiti dallo tsunami.
Visto che sto bene di salute e sono ancora attiva, ho accettato.
Naturalmente questo non è il soggetto di cui vi parlerò. Si doveva trattare di tre mesi che sono poi diventati sei con tappe di due mesi circa in diverse aree. Vedeste il bene che mi ha fatto..!! Ho perso 10 kili e rassodato le chiappe. Dal lato negativo mi si è un po’ svuotato il seno…….!

Per circa quattro mesi non è successo proprio niente. Anzi, anche la mia routine di piaceri solitari si è diradata moltissimo sia per stanchezza e mancanza di privacy, quanto per la mancanza di anime gemelle. Ho guadagnato però moltissimo dal lato umano e professionale.

Durante l’ultimo stage, in Thailandia, siamo stati alloggiati presso un grande albergo dove ho avuto la fortuna di conoscere un medico, lì residente, che presta la sua opera sopratutto per i turisti. Un gentiluomo francese di altri tempi. Tralascio la descrizionre per ovvi motivi.

Forse per la dieta non proprio ortodossa e lo stress, il continuo viaggiare, aggiunto alla mia non più verde età, mi stava causando dei problemi intestinali. Io che soffrivo di stitichezza…..!!!! Incredibile…!
Per fortuna che non avevo con me la mia attrezzatura o non sarebbe successo niente.

Quella sera, circa un mese fa, mi sentivo particolarmente male e, avendo incrociato Jean (lo chiameremo così) nella hall, visto che eravamo entrati in confidenza, gli chiesi se poteva dedicarmi un pò del suo tempo. Naturalmente lui si mise a disposizione e, saliti in camera, gli esposi il problema. Lui mi visitò coscienziosamente e raggiunse la diagnosi. Un impedimento intestinale da curarsi con lassativi anche se, lui essendo un medico all’antica, avrebbe preferito un sano clistere. A chi predicava…!!!
Gli confessai che anch’io ero ‘molto’ all’antica e preferivo di gran lunga un clistere a qualsiasi pillola o simile. Se poi ci fosse stata la posssibilità di fare infusioni…. Alleluia…!! Jean si illuminò e cominciò ad epostulare sui pregi del clistere, sulla medicina orientale che prevedeva variazioni sul tema, non solo per il tipo di liquido usato ma anche quantità, temperature ed altre varianti. Avevo trovato la mia anima gemella!!! Dopo lunga conversazine, tornati sul soggetto originale, gli confessai che non avevo con me nessun equipaggiamento e gli chiesi dove avrei potuto procurarmelo. Assolutamente non volle sentire ragioni. Lui aveva tutto ciò che occorreva, anzi avrebbe chiamato la sua assistente e domattina mi avrebbe portato tutto in albergo, magari aiutandomi con il tutto. Ci stavamo allontanando. Eppure era uno dei nostri, lo sentivo! Stavo pensando a come riportarlo sulla retta via che mi propose un’altra soluzione, temporanea, disse lui. Aveva con sè una peretta che mi avrebbe potuto prestare per alleviare la mia situazione. Ci siamo pensai. Gli dissi che in attesa del domani sarei stata felicissima della peretta ma che causa la mia schiena, avrei avuto dei problemi a far da sola. Preso!! E voleva esserlo!! Vidi i suoi occhi brillare, la sua eccitazione si era fatta palpabile. A questo punto si offerse, se la cosa non mi disturbava, di farmelo lui. Feci cadere la cosa dall’alto, che entrambi eravamo medici, ecc. ma sentivo anch’io i primi fremiti e non vedevo l’ora.
Mentre preparava, mi spiegò che portava sempre con sè la peretta perchè gli succedeva di averne frequentemente bisogno, vista la sua specializzazione di gastroenterologo e la sua tendenza a prescriverne l’uso. Come lo capivo!! Facendo conversazione mi informai sulle tendenze e mi confermò che erano sopratutto le donne mature a preferirla, mentre gli uomini erano più restii, a meno che non fosse la sua assistente a praticarle. Tra gli orientali erano molto più proni gli uomini, specie i più colti mentre le donne esigevano l’infermiera. Al contrario di quello che pensavo, in occidente, erano le americane che si assoggettavano più volentieri a questa pratica, seguite dalle francesi. Tra uomini gli inglesi erano al primo posto e poi i tedeschi. Anche in questi casi gli uomini di cultura apprezzavano molto di più.Ormai eravamo entrambi in uno stadio di eccitazione avanzata. Prima novità.
Mi fece riempire la vasca di acqua calda. Vi avrei dovuto giacere con le gambe alzate, appoggiate ai bordi. Ero intrigata, nella mia lunga esperienza non ne avevo mai fatti in immersione. Disse che era uno dei sistemi in uso in oriente. Molto rilassante. La lubrificazione l’avrebbe effettuata prima di entrare nell’acqua. Mi spogliai completamente e mi curvai sulla vasca, le gambe completamente divaricate e il culo spinto ben in alto. Ero a disagio solo per il fatto che negli ultimi mesi non mi ero più depilata, limitandomi a mantenere il cespuglio curato e corto. Non so perchè ma mi scusai per il mio look peloso, cosa di cui rise, dicendo di capirmi benissimo. Naturalmente lui notò subito il mio stato di eccitazione cosa che lo convinse che anch’io ero una vera amante dell’arte. Dicendomi di rilassarmi e comportarmi come se fossi a casa mia e che ormai potevo considerarlo un intimo amico, prese possesso del mio ano.
Parlava continuamente, complimentandomi per la bellezza del mio culo, la cura con cui mi occupavo del mio buchetto che, non aveva poturo fare a meno di notare, era ‘felicemente usato’. Dopo qualche toccatina preliminare un dito era entrato e, ai miei più non molto sottili segni di piacere, un altro lo aveva seguito. Mi disse che usava una crema di sua preparazione a base di avocado. Cullata dalle sue parole e suonata dalle sua dita magiche che si stavano producendo in una vibrante masturbazione anale, portai una mano alla fica grondante, continuamente incoraggiata e stimolata dalle sue parole. Raggiunsi l’orgasmo velocemente con sua grande soddisfazione, poi mi adagiai nell’acqua tiepida a cui aveva aggiunto essenze di lavanda e verbena. Decisamente viaggiava ben equipaggiato il mio Jean. Crogiolandomi nel tepore quasi nemmeno mi accorsi della cannula che mi riempiva per due volte del suo liquido tiepido. Continuavo a masturbarmi languidamente. Le sue mani presero poi a massaggiarmi il ventre, sciogliendo e snodando ogni tensione al suo interno. Raggiunsi ancora un paio di languidi orgasmi fino a che la pressione del liquido mi riportò con il culo per terra. Lasciatami sola per qualche minuto, rientrò quando udì lo scrosciare della doccia, per aiutare ad asciugarmi. Gentiluomo fino all’ultimo. Potevo sentire fisicamente la sua tensione, la sua eccitazione non era certo scemata. Nonostante il livello di intimità raggiunta ancora non osava. Ma io si. Alla peggio poteva solo dire no. Stretta nell’accappatoio profumato lo ringraziai di cuore dicendogli che gli ero debitrice e che doveva dirmi cosa avrei potuto fare per lui. Era quasi lì lì per andarsene dicendo che ci saremmo rivisti l’indomani per riprendere la cura quando io stessa mi offrii di ricambiargli il favore. Gli dissi che lo vedevo molto teso ed ero sicura che anche lui avrebbe tratto beneficio da una peretta a mollo. Vidi letteralmente il peso sollevarsi dalle sue spalle alla mia offerta che, naturalmente, accettò. Ed eccomi lì con la fica nuovamente a bagno. La parte più eccitante è proprio nella preparazione e nei preliminari.

Rientrammo in bagno e presi il comando. Seconda sorpresa! Il mio Jean aveva il pene piuttosto piccolo….. non che mi aspettassi John Holmes, visto il suo fisico abbastanza minuto e delicato ma….. piccolino!! Lungo circa 10cm della grossezza di un pollice ma dritto e perfetto, duro come il marmo, un pene con cui qualsiasi donna sarebbe felicissima di giocare. Era inoltre completamente implume. Naturalmente anch’io gli feci i complimenti e non mentivo, è davvero un bellissimo uomo anche se nudo dimostrava ven’anni di meno solleticando il mio incestuoso istinto materno.
Anche lui si mise nella mia stessa posizione, offrendomi le chiappe, aperte dalle sue mani, sopra un paio di palle gonfie e sode, di notevoli dimensioni in confronto al resto. Il suo ano, morbido e molto elastico,accolse le mie dita addattandosi come un guanto da chirurgo. Di nuovo non smetteva di parlare confessandomi di non sentirsi a suo agio con le donne anche se non si considerava omosessuale. Aveva avuto un paio di relazioni gay ma non era quello che voleva. Sborrò improvvisamente, senza neanche toccarsi l’uccello, sotto le mie dita sapienti. Sdraiatosi nell’acqua, il suo cazzo usciva ditto come un fuso. Gli chiesi se non si toccava e lui rispose che non ne aveva bisogno e che era ancora eccitatissimo. Massaggiandoli i testicoli gonfi introdussi la cannula e svuotai la pera. Ricaricai e ripetei poi, come già aveva fatto lui, presi a massaggiargli il ventre piatto e muscoloso. Si era interamente rilassato, sembrava dormisse. Solo il suo cazzo duro dava segni di vita pulsando e muovendosi secondo i movimenti della mie mani. Quando lo sfioravo sentivo un brivido percorrere tutto il suo corpo. Durò una decina di minuti e poi mi disse di guardare. La sua mano si era chiusa sulla sua erezione accarezzandola lentamente una, due, tre volte. Alla quarta vidi, come al rallentatore, la cappella gonfiarsi, l’occhiello del meato aprirsi ed un fiotto perlaceo uscire arcuandosi per ricadere poi sul suo ventre. Il resto accadde a velocità normale. I suoi grugniti, ancora tre o quattro spruzzi, la mia mano che gli spremeva dolcemente i testicoli, il fremito di un nuovo leggero orgasmo che sciolse il nodo di tensione formatosi nei miei lombi. Poi anch’io lo lasciai solo. Rientrò in camera vestito di tutto punto. Ci salutammo contando di rivederci il giorno dopo al bar dell’albergo.
Prima di addormentrmi mi masturbai nuovamente, molto lentamente.

La mattina, mi ero appena alzata, che bussarono alla porta. Era una giovane thailandese che lavorava al Beauty Parlor dell’albergo. La mandava il ‘dottor Jean’ e aveva tutto l’occorrente per la depilazione. Ero in debito un’altra volta. Mi sottoposi con piacere alle ministrazioni della ragazza che, in una mezzoretta mi lasciò con la fichetta morbida come una ragazzina.

La giornata passò velocisima e, raggiunto di nuovo l’albergo rifiutando un invito a cena, mi infilai al Bar ad aspettare. Quasi pensai che mi avesse fatto un bidone. Arrivò portando, oltre l’inseparabile borsa, un bauletto di bambù, tutto decorato. Mentre bevevamo qualcosa mi disse che aveva portato con se un antico clistere cinese, appartenente al suo maestro.
La sua famiglia viveva in oriente sin dai tempi dell’Indocina Francese. Suo nonno era militare e suo padre un diplomatico. Lui era tornato in Francia a studiare e poi rientrato a praticare in Vietnam dove vissero fino alla venuta dei comunisti. Era diventato praticante e poi seguace di un dottore vietnamita che univa le pratiche occidentali a quelle orientali. Alla sua morte aveva ereditato il tesoro che mi avrebbe mostrato. Visto che entrambi non vedevamo l’ora ci ritirammo nella mia stanza e il bauletto fu aperto. Dentro era una borsa di seta impermeabilizzata, decorata con figure che praticavano clisteri, sia uomini che donne, nudi, gli uomini in stato di erezione. Una specie di Kamasutra dell’enteroclisma. Mai visto niente del genere. Al posto del classico tubo di gomma c’erano diverse canne di bambù di varie lunghezze che si montavano una dentro l’altra con grande versatilità. Infine il pezzo forte. In una cassettina laccata erano dieci cannule di avorio di forme e dimensioni diverse…. direi per i gusti di tutti i culi. Da quelle per bambuni ad altre decisamente goderecce. Mi colpirono particolarmente due. Una conica, leggermente curva, che arrivava, in fondo, ad un diametro di circa quattro centimetri, una vera zannetta d’elefante
(era stata infatti ricavata da una zanna di un giovane esemplare). L’altra era scolpita in modo da ricordare cinque palline cinesi messe una sopra l’altra, la piu’ piccola della grandezza di una bilia in cima, mentre l’ultima era della misura di una palla da golf. Decisi che dovevo assolutamente provarla.
Estrasse anche bottigliette di estratti di erbe che avrebbe aggiunto all’acqua.
Ginseng, essenza di gelsomino e olio di noccioli di prugna. Tutta roba nuova anche per me. Riempita la vasca mi spogliai. Subito mi complimentò per la depilatura toccandomi leggermente con le dita e spargendo i miei umori su tutta la zona. Stavolta mi masturbai ancora più apertamente offrendogli un migliore spettacolo alternativamente introducendomi tre dita a fondo e sfregandomi il clitoride irrigidito mentre lui procedeva alla più fantastica masturbazione anale che avessi mai ricevuto. Vi si dedicava con tutto se stesso, stirando ogni pieghina, riducendo il mio sfintere ad un grumo di nervi superstimolati. Non ricordo nemmeno quanti orgasmi ebbi e per quanto tempo inebetita com’ero dal continuo piacere. Poi la vasca, sdraiata nell’acqua calda profumata di eucalipto mi introdusse la cannula da me scelta, sentii distintamente ogni pallina entrare, ognuna aprendomi un po di più fino all’ultima che mi allargò al limite del dolore. Infine l’acqua calda che mi riempiva, le sue mani sul mio corpo non massagiavano solo il ventre, si erano impossesate anche della fica e le sue dita toccavano, stringevano, pizzicavano, entravano portandomi ad un’altra scarica di orgasmi. Quando estrasse la cannula fu come se, ad ogni pallina che usciva, una piccola scarica elettrica si trasmettesse al mio clitoride. Mai provato niente di simile. Per estrarla tutta impiegò moltissimo tempo. Ero strapiena, avevo in corpo più di tre litri e riuscivo a malapena a muovemi. Dovette aiutarmi a sollevarmi e a fare i due passi fino al cesso. Stavolta continuò a massaggirmi mentre mi svuotavo per evitare eventuali crampi. Mentre mi sciaquavo lui preparò nuovamente il pieno e venne il suo turno. Nudo ed in tiro si offrì alle mie dita. Gliele infilavo nel culo per tutta la loro lunghezza, facendolo mugolare di piacere. Quando allungai la mano per accarezargli il cazzo, mi chiese di non farlo perchè sarebbe venuto subito. Mi limitai a massaggiargli le palle gonfie. Aveva scelto la cannula conica e appena fu pronto, sdraiato nella vasca, lo infilai a fondo. Se ne cuccò tre quarti e poi mi fermò la mano. Il suo cazzetto era addirittura paonazzo, sembrava pronto a scoppiare. Aprii il rubinetto e mi dedicai a massagiarlo. Teneva gli occhi chiusi e respirava profondamente. Vedevo e sentivo il suo ventre gonfiarsi sotto lo mie mani. Prese tutta l’acqua dentro di se. Solo allora mi chiese di stringerglielo. Feci appena a tempo che cominciò a pulsare ed eruttare come una fontanella. Mai visto un uomo sborrare tanto. Estrassi lentamente la cannula e lo aiutai a liberarsi. Il suo cazzo rimase duro per tutto il tempo e poi ancora mentre si sciaquava. Candidamente gli dissi che mi sarebbe piaciuto succhiarglielo. Sorrise e ricominciò a parlare. Solo allora mi resi conto che non aveva quasi detto una parola durante tutta la ministrazione. Mi confessò che non aveva mai realmente avuto rapporti duraturi con donne. Si sentiva molto complessato dalle sue misure. Solo la sua assisente ed infermiera era anche la sua compagna di giochi erotici. Gli dissi che non era vero che fosse necessario un cazzone per far godere una donna. Naturalmente lo sapeva però gli fece piacere sentirselo dire. A letto mi dedicai a succhiarglielo con tutta la mia arte ed esperienza decennale. Lo portai varie volte sull’orlo dell’orgasmo per fermarmi all’ultimo momento. Lo prendevo tutto in bocca, leccandolo e succhiendolo come un lecca lecca, ogni tanto mordicchiandogli la cappella fino che non cominciai a sentire una certa stanchezza alla mandibola. Allora gli infilai due dita nel culo ed aumentai il ritmo ricevendo in premio un’altra sborrata eccezionale di cui non persi neanche una goccia. Vero cavaliere Jean volle ricambiarmi il favore e si tuffò tra le mie cosce, succhiando e leccando la mia ficona fradicia. Lo spinsi con forza contro di me, avrei voluto spingermelo tutto dentro. Per essere inesperto con le donne, di sicuro la leccava benissimo. Alzai le gambe e, aiutandomi con le mani sotto le ginochia, mi offersi spalancata al massimo. Tutta la sua faccia era nella mia fica, le sue dita mi lavoravano in entrambi i buchi, le sue labbra afferrarono il mio grilletto succhiandolo con forza e trascinandomi in un’orgasmo colossale che mi lasciò completamente svuotata e senza forze.

Con Jean ho goduto quasi giornalmente per il resto della mia visita in quel paese. Il suo minicazzo mi fece godere in tutti i buchi meglio di molti suoi simili di dimensioni maggiori. Naturalmente il clisterone lo praticavamo solo una volta alla settimana, mentre una peretta ci metteva del giusto umore per una goduta prima di ritirarci.
Mi mancherà parecchio, ma chissà…. nel mondo di oggi le distanze sono relative.
Per una volta non ho scritto di un rapporto incestuoso, ma lo pubblico in quella categoria perchè, nonostante tutto, le avventure incestuose sono sempre nella mia mente. Scrivetemi sempre, vostra

Mariaklistere enemagirl2@hotmail.it

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