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Racconti erotici sull'Incesto

Pasquetta!!!

By 13 Gennaio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Come al solito dovevo sorbirmi la riunione di famiglia di pasquetta in cui tutti i parenti venivano a casa nostra a passare la giornata quando pioveva,o quando il tempo era incerto e non si poteva andare a fare la classica scampagnata.

Ero stanco dalla notte prima passata a gozzovigliare con gli amici fino a tardi e perciò mi alzai giusto in tempo per l’ora di pranzo.
Espletai il solito rito dei saluti e mi sedetti a tavola tra mio cognato e mia zia Eligia. Stavamo abbastanza stretti, e se da un lato mi dava fastidio stare così a contatto con mio cognato dall’altra parte mia zia strusciava sul mio braccio le sue stupende tette ogni volta che le serviva il sale o quant’altro tanto &egrave vero che ogni volta ci pensavo io a spostare tutto abbastanza da costringerla a quelle manovre che mi stavano facendo un bell’effetto al basso ventre.

Eravamo arrivati a metà pranzo col mio uccello che non voleva stare più dentro la mia tuta (per fortuna che avevo la tovaglia che mi nascondeva ad occhi indiscreti) quando,
tutto ad un tratto, mentre parlavo con mia cognata che era seduta di fronte a me sentii una mano che, prima si appoggiò sulla mia coscia, e poi salendo arrivò a tastarmi per bene il pacco trovandolo bello pronto e sull’attenti.

Ebbi il terrore che si trattasse di mio cognato che, da certi suoi atteggiamenti nella vita normale, non mi dava l’impressione di essere un vero uomo fino in fondo, ma per
fortuna stava trangugiando il cibo a due mani.
Mi voltai quindi verso mia zia Eligia e notai un lieve movimento del braccio.
Incredibile mia zia mi stava tastando l’uccello sotto il tavolo mentre eravamo tutti seduti a pranzo, continuava a muovere la mano e contemporaneamente continuava a discutere come se niente fosse con la sorella che stava di fronte a lei.
In un momento in cui la sorella si girò per rispondere ad una domanda della nipotina, zia Eligia si avvicinò e sottovoce mi fece i complimenti dicendomi che ero ben fornito la sotto e dopo pochi attimi in cui si rigirò dalla sorella tolse la mano da sopra il mio cazzo con mia enorme delusione che per ovvi motivi non potei lasciar trapelare.

Incredibile, zia Eligia (170 cm, terza abbondante, culetto invitante) tutta fasciata in un abitino stretto e abbastanza scollacciato da far arrapare chiunque, fino a pochi istanti prima mi stava maneggiando il piffero ed ora come se niente fosse continuava a mangiare discutendo amabilmente con la sorella.
Io ormai ero partito per la tangente e non volevo che la cosa finisse li e, protetto anche dalla tovaglia, allungai la mano sotto il tavolo e andai a poggiarla sulla coscia nuda di zia Eligia che non si scompose più di tanto e immediatamente allargò le cosce come ad invitarmi ad approfondire la mia esplorazione.
Ne approfittai subito e andai a verificare un mio sospetto.
Aveva le mutandine zuppe di umori che continuavano ad uscire in abbondanza dalla sua figa.
Le spostai con un dito e cominciai a stuzzicarle il clitoride che sporgeva in cerca di attenzioni e subito Eligia cominciò a chiudere e aprire le cosce e a nascondersi la bocca con la mano per non tradire le sue espressioni di goduria.
Mise l’altra mano sotto il tavolo e cercò di bloccare la mia ma io, imperterrito, continuavo a giocherellare con la sua passera e, dopo un suo sguardo implorante, staccai la mia mano da quel cespuglio invitante ma solo per pochi istanti perch&egrave immediatamente dopo le infilai due dita ad esplorare quell’antro bollente andando avanti e indietro sempre più velocemente finché non la vidi afferrare il suo bicchiere di vino e tracannarlo tutto d’un fiato sollevando la testa all’indietro e strabuzzando gli occhi.

Per nostra fortuna la sorella venne distratta proprio in quel momento dalla figlia che voleva andare a giocare con i cuginetti e non si accorse dei movimenti sussultori che il petto di Eligia stava effettuando per via dell’orgasmo che la pervase fin dentro le ossa.
Io riportai sopra il tavolo la mano e, coprendomi con l’altra, leccai le dita che avevano esplorato Eligia facendomi vedere solo da lei che nel frattempo si era un po’ ripresa e
che si avvicinò a me sussurrandomi che ero un maialone e che per il momento dovevo smetterla ma che avremmo ripreso il discorso in un altro momento meno pericoloso.

Mi ritenevo soddisfatto anche se non avevo potuto dar sfogo anch’io al mio povero uccello che non ne voleva sapere di abbassarsi e cercai di distrarmi parlando con mio cognato del più e del meno cercando un po’ di sollievo e, approfittando del fatto che ormai a tavola c’erano dei posti liberi, ci spostammo più a sinistra così da avere più spazio con gran sollievo di tutti ma, soprattutto, del mio bastone di carne che non essendo più io a contatto con Eligia stava cominciando ad abbassarsi e rilassarsi.
Passarono dieci minuti in cui ormai tutto si era calmato, a parte gli schiamazzi continui che la folla di parenti emetteva in continuazione, quando ad un tratto mi sentii nuovamente afferrare l’uccello prima da sopra la tuta e poi abbassandomela direttamente mi sentii afferrare tutta l’asta, che non aveva perso tempo ad innalzarsi nuovamente, con due mani e subito dopo sentivo come se mi stessero leccando la cappella!!!

LECCANDOOO!!!! Ma allora c’era qualcuna sotto il tavolo e subito mi girai per vedere dove fosse Eligia ma non la vedevo da nessuna parte.

E meno male che dovevamo aspettare un momento meno pericoloso!

Certo che ci sapeva fare con quella bocca, andava su e giù lungo la mia asta come una troia bocchinara provetta e, ogni tanto, si divertiva a darmi tanti piccoli baci prima sulla cappella e poi, scendendo, arrivava a baciarmi e leccarmi le palle che ormai erano piene di sperma che non vedevo l’ora di far fuoriuscire ma avevo anche il terrore di come poterla avvisare perch&egrave non sapevo come si sarebbe comportata e se era pronta a non farsi sporcare il vestito o, peggio, il corpo con delle evidenti macchie.
Ormai però ero giunto al limite e, pensando che in qualche modo avesse pensato a tutto lei, scaricai una quantità enorme di sborra che per poco non mi friggevo il cervello dal godimento incredibile dato dalla situazione.
Stavo scaricando le ultime gocce di sperma quando apparve Eligia dalla porta della cucina e, venendo a sedersi vicino a me, mi disse sottovoce che era dovuta andare in bagno ad asciugarsi la passera e a cercare di calmarsi per l’orgasmo che le avevo procurato con le mie dita.

Non ci capivo più niente, ma allora chi era stata a succhiarmi anche l’anima dal mio uccello?

Guardavo a destra e a sinistra ma non capivo chi poteva essere anche perch&egrave ormai era un via vai dal tavolo di gente che si alzava e poi tornava a sedersi dopo essere andata in giro per la casa a sgranchirsi le gambe.
Ero intento a scervellarmi tra me e me che non mi accorsi che la sorella di Eligia, zia Lucia, mi stava chiedendo se volevo il dolce e, ricollegando il cervello al presente, le risposi che non mi andava, ma intervenne Eligia che, afferrandomi per il braccio, mi fece concentrare sul dolce e poi, indicando Lucia, mi disse che doveva essere buono visto che la sorella ne aveva anche al bordo della bocca e, allungando la mano, andò con un dito a toglierle dal bordo delle labbra il rivolo di “crema” che si portò immediatamente alla bocca e succhiò con gusto dicendomi che non ne aveva mai assaggiato di così gustosa ma che d’ora in poi non perderà occasione per farlo.
Io non capendo cosa volesse dire e, ancora in cerca dell’autrice del lavoretto sottobanco, accettai il dolce e con mia grande sorpresa vidi che nel dolce l’unica cosa che mancava era proprio la crema e, guardandole in faccia, capii che dovevano essere d’accordo fin dall’inizio e che mi si prospettavano diverse occasioni in futuro per conoscere più a fondo le mie due ziette!!!!!!!!!!

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