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Racconti di DominazioneRacconti erotici sull'Incesto

Quella porca di mia mamma

By 9 Dicembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi diceva proprio bene. L’ultima ora era saltata e ci avevano permesso di uscire prima.
Con qualche compagno ci eravamo dati appuntamento al centro commerciale più tardi, quindi avevo il tempo di riposarmi un po’ dopo aver mangiato.
Aprii la porta di casa, non so neppure io perché avevo utilizzato le chiavi invece di suonare il citofono, ma quella fu la seconda botta di culo della giornata.
Entrata nella piccola villetta dove abitavo con mia madre e mio padre mi diressi subito in cucina che però trovai vuota. Sentii dei rumori provenire dal piano superiore, mia madre stava con tutta probabilità rassettando. Salii le scale in silenzio, volevo se riuscivo a spaventarla, &egrave una tale fifona mia madre, mi diverto sempre a vedere che balzi fa, lei dice che un giorno o l’altro le farò prendere un infarto.
Sentivo dei rumori provenire dalla mia camera da letto, la porta era aperta così sbircia e vidi che anche mia mamma era aperta. Mia mamma ha trentotto anni, un fisico discreto direi, non &egrave più in formissima, un po’ di pancetta, due gambe ancora sufficientemente snelle e un magari non più sodissimo ma ancora parecchio apprezzabile dagli uomini. Quello che era da parecchi che non vedevo era tutto il pelo che circondava la sua figa in quel momento, mentre ad occhi chiusi con una mano si stava sditalinando e con l’altra’ o porca’ con l’altra si portava al naso le mutande che avevo indossato ieri.
‘Che cazzo stai facendo?’ Sbottai nervosa, come si permetteva
Lei lancio uno strillo cercando di coprirsi.
‘Scusami Francesca’ disse cercando con nonchalance di far cadere le mie mutande sporche dietro al letto, sperando che io non le avessi viste.
‘Scusami?’ mi avvicinai con un ghigno, questo sarebbe stato anche meglio di quando le arrivavo da dietro facendola sobbalzare, sembrava veramente in imbarazzo e non riusciva a guardarmi negli occhi ‘col cazzo che ti scuso, cosa avevi in mano?’
‘Ma’ niente’ non vedi?’
‘Mi prendi per cretina, raccogli quello che hai fatto cadere’
‘Cosa.. cosa stai dicendo?’
Mi avvicinai, le ruotai la testa per guardarla negli occhi dall’alto in basso e le ripetei ‘raccogli immediatamente le mie mutande che hai cercato di nascondere dietro al letto’
Sembrava sull’orlo di una crisi di pianto, nuda, fragile con me che le incombevo sopra. Io normalmente la superavo di pochissimo in altezza con il mio metro e settantacinque, a meno che non indossassi dei tacchi. Però ero decisamente più longilinea di lei, probabilmente con lo stesso fisico proporzionato che aveva lei a diciannove anni. Le feci una carezza e cercai di calmarla, parlandole con tono rassicurante ‘Non tremare, tranquilla, raccogli le mie mutande’
Lei lo face sempre senza guardarmi, io sempre con tono calmo le dissi:
‘Allora, dimmi, ti piace masturbarti annusando la mia biancheria usata? Da quanto lo fai?’
‘No, davvero, &egrave la prima volta, non so cosa mi sia preso’
‘Attenta, te l’ho già detto, non mi prendere per cretina, vuoi forse farmi incazzare di più?’
‘Scu.. scusa Francesca, hai ragione, sono già un paio d’anni, vedi io e tuo padre negli ultimi anni facciamo sesso meno di un tempo e io ho sempre voglia’
‘Davvero? E dimmi, hai ancora voglia adesso?’
‘Beh in un certo senso’
‘Guardami!’ volse lo sguardo nei miei occhi ‘sai vederti qui, in questo stato mi ha fatta bagnare non poco, se me lo chiedi, facendomi capire che davvero lo vuoi, potrei darti le mutande che indosso ora per aiutarti a finire quello che stavi facendo’
‘Davvero faresti questo per me? Oh si ti prego, sarebbe fantastico’
‘Mmm, non mi sembra che tu le voglia davvero’
‘No ti prego, ti scongiuro’
‘Vediamo se riesci a chiedermele mettendoti in ginocchio e guardandomi negli occhi’
Lei rimase perplessa, ma la sua voglia di godere ebbe la meglio e si alzo dal letto, sempre nuda, per prostrarsi ai miei piedi.
‘Ti imploro Francesca’
‘No, no, devi dirmelo bene e ricorda più sarai esplicita e più questo a me piacerà’ dissi con voce impostata ‘e più mi piacerà, più potrebbero essere bagnate le mie mutande’
‘Ti imploro Francesca, dammi le tue mutande umide per annusarle mentre mi tocco’
‘Cerca di essere un po’ più volgare, lo so che ce la puoi fare’ le dissi chinandomi a sussurrarle in un orecchio
‘Potrei avere le tue mutande bagnate, per favore ti imploro, mi servono per farmi un ditalino, sento che ho proprio bisogno di venire, mi stai facendo impazzire’
Io intanto avevo girato attorno a lei che era sempre inginocchiata e mi chinai ad annusare
‘Cazzo, si sente il puzzo della tua figa fradicia, di la verità, tutta questa situazione ti sta eccitando vero?’
‘Oh, cazzo, non hai idea quanto, erano mesi che non mi sentivo così ecc.. no, così in calore proprio’
‘Prendi’ le dissi, porgendole le mutandine che mi ero sfilata intanto che mi trovavo alle sue spalle. Vidi un lampo nei suoi occhi, sembrava quasi delusa
‘Ahahahah sei seria? Davvero speravi che me le togliessi davanti a te? Avresti voluto vedere la mia figa vero?’
Lei rimaneva zitta.
Le presi i capelli e glieli tirai facendole alzare la testa per guardarla negli occhi
‘Rispondi!’
‘Si, avrei tanto voluto poterti ammirare’
‘Vedremo, se sarai ubbidiente nei prossimi giorni potresti anche essere esaudita, ma dimmi, quindi adesso sei diventata lesbica?’
‘No, ma cosa dici, a me piacciono ancora gli uomini, però, sono molto eccitata anche dai pensieri sul corpo di una giovane ragazza come te’
‘Va bene dai, prendi le mutande e finisci di sditalinarti’
Lei prese si alzo e fece per andare, la afferrai per i capelli strattonandola indietro
‘Dove cazzo credi di andare, sul mio letto lo devi fare, proprio come stavi facendo prima’ dicendo questo la spinsi verso il letto dove si fece cadere, allargò le gambe e riprese a darsi piacere ‘lo so che ti piacerà anche sapere che poi io stasera andrò a dormire proprio vicino a dove tu adesso stai facendo colare la tua figa’
Al sentire queste parole mia madre iniziò a muoversi come un ossessa e venne nel giro di qualche secondo ancora.
‘Cazzo ne avevi proprio voglia’ poi la guardai negli occhi ‘certo che sei proprio una troia, una cagna in calore, scommetto che avresti ancora voglia di cazzo vero?’
‘Si, come lo vorrei’
‘Dovrai accontentarti, ma ricorda che se farai la brava in questi giorni, ti ho già promesso un premio. Adesso sbrigati ad andare a preparami qualcosa da mangiare che mi hai fatta divertire ma mi hai anche fatto perdere troppo tempo’
‘Si scusa Francesca’
‘Ah un’ultima cosa troia, d’ora in poi tu mi chiamerai signora e io chiamerò te troia, in quanto io sono la signora del tuo piacere e tu sei la troia che lo cerca. Ti &egrave tutto chiaro?’
‘Si! Si, signora’
‘Brava, adesso sbrigati troia che ho fretta, non ti rivestire che non ne hai il tempo, anzi mi servirai il pranzo tutta nuda, lo so che solo al pensiero ti stai bagnando di nuovo’
Detto questo lei uscì e io finalmente potei darmi piacere, cazzo se mi aveva eccitata tutta quella situazione, mi ci volle proprio poco tempo.
Dopo pranzo uscii salutando mia ma.. la troia e dicendole che poi stasera avremmo parlato ancora.

‘Ciao Pà, ciao Mà, sono a casa’ dissi rientrando e precipitandomi in camera mia, avevo proprio bisogno di un bel bagno.
Dopo essermi rilassata un po’ scesi, vidi che mio padre era davanti alla TV mentre dei rumori di stoviglie mi fecero capire che mia madre era impegnata in cucina. Scambiai qualche rapida parola con mio padre sulla scuola e su quel pomeriggio, quando iniziarono i servizi sportivi, certa che si sarebbe estraniato dal mondo mi defilai e avanzai cauta verso la cucina. Giunsi alle spalle di mia madre che stava semplicemente supervisionando la cottura della cena.
‘Ciao troia!’ le sussurrai imperiosa all’orecchio
Lei ebbe un minimo sobbalzo, si girò a guardarmi, prese un bel respiro come a farsi coraggio.
‘Senti Francesca ci ho pens..’
Il rumore dello schiaffo che le diedi interrompendo quello che stava dicendo mi eccitò a dismisura. Non era forte, non volevo farle male, ma doveva capire chi comandava e sotto sotto lei voleva che fosse così ma era troppo spaventata per ammetterlo.
‘Cazzo fai? Dimmi che cazzo stai facendo’ dicendo questo presi un capezzolo da sopra la camicetta e il grembiule e iniziai a torcerlo leggermente ‘Ti sei già dimenticata chi &egrave che ti da piacere? Dimmelo?’ Intanto la guardavo dritta negli occhi.
‘N.. no. Scusami’
‘Scusami cosa?’
‘Scusami signora’
Strinsi un po’ più forte il capezzolo prima di lasciarglielo.
‘Vedi, tu non capisci che sei mia. Ho idea che ti sia anche piaciuta troppo la punizione. Non &egrave così forse? Non ti &egrave piaciuto prendere uno schiaffo e sentirti torcere un capezzolo? Rispondi troia’
‘Si, signora.’
‘Male, molto male. Chi mi garantisce che non cercherai di ribellarti ancora solo per avere un’altra punizione?’
Lei stette zitta e a sguardo basso.
‘Sei eccitata zoccola?’
‘Si signora’
‘Bene, forse so quello che ti ci vuole, consegnami le tue mutande puttanella’
Lei mi guardo, implorandomi con lo sguardo, cercando di impietosirmi ma senza osare proferire parola, stava imparando, aveva capito che mi avrebbe solo fatta incazzare di più. Vedendo che non rinunciavo ai miei propositi si sollevò la gonna, si sfilò le mutandine e me le consegnò.
Cazzo, avrei potuto strizzarle.
‘Sei proprio una cagna in calore’
La accarezzai sul viso tremante.
‘Mi spiace ma mi hai davvero fatta incazzare prima, pensi che si ripeterà?’
‘No signora, mi scusi ancora’
‘Non so che farmene delle tue scuse. Te l’ho detto, io potrei darti tutto il piacere di cui hai bisogno, un piacere che immagino tu non abbia mai provato in vita tua’ la guardai beffarda ‘ ma se mi vieni a mancare di rispetto devo punirti. Lo capisci vero che devo punirti? La vuoi la punizione dalla tua padrona?’
‘Si signora, devo essere punita, ti prego puniscimi’
‘Brava troia, quando vuoi allora non sei stupida. Ascoltami bene, primo togliti il reggiseno’
‘Ma, ma’ si vedrà..’
Le presi le guance con la mano e le strinsi guardandola senza proferire parola, la girai di spalle, le abbassai una spallina strappandole un bottone della camicetta, con una mano le tenni fermo il busto con l’altra le tappi la bocca e le diedi un morso sulla spalla, dopodiché la trascinai fino alla sua borsa che era poco distante, presi uno specchietto e le mostrai il segno dei denti.
‘Guarda! Guarda ho detto! Ti ho marchiata’ era scossa, sull’orlo delle lacrime. ‘Adesso vediamo se hai capito. Dimmi un po’, chi sei tu?’
‘Sono una troia’ disse asciugandosi gli occhi
‘E di chi sei?’
‘Tua padrona, sono la tua troia’
‘Brava. Capirai che ci vuole poco per rendermi felice e che se io sono felice &egrave meglio per te. Adesso consegnami il tuo reggiseno’
Se lo sfilo controllandosi il segno che le avevo lasciato sulla spalla.
‘Ti piace?’ le chiesi intanto che mi avvicinavo a baciarglielo
‘Si padrona’
‘E perché ti piace così tanto?’
‘Perché &egrave il simbolo che dimostra che ti appartengo, che sono tua’
‘Brava’ le dissi prendendo il reggiseno.
‘Adesso torniamo alla tua punizione, primo: dopocena verrai nella mia camera e mi consegnerai tutta l’intimo che possiedi, da ora in avanti se vorrai indossare dell’intimo dovrai chiedere a me il permesso e ti converrà avere una buona motivazione. Ok?’
‘Si padrona’
‘Secondo, dato che non sei affatto stata brava stasera, ti proibisco di godere. Potrai avere un orgasmo solo dopo che io ti avrò dato il permesso, questo varrà per sempre da ora in poi, ma più sarai brava e magari meno dovrai faticare. Capito? Qualunque cosa succeda prima di avere un orgasmo dovrai avere il mio permesso’
‘Ho capito padrona’
‘Terzo, più tardi, quando verrai in camera ad eseguire quello che ti ho detto, voglio che tu abbia la tua figa fradicia molto più rasata e curata di com’&egrave ora.’
‘Si padrona’ rispose titubante
Brava, le dissi carezzandola, ora puoi anche servirci la cena.
Chiamai mio padre e ci accomodammo a tavola. Avevo l’eccitazione a mille, ma volevo e dovevo resistere ancora. Mentre mia madre si avvicinò a me per servirmi ne approfittai, nascondendomi da mio padre per mollarle un pizzicotto sul culo guardandola. Lei ebbe un sobbalzo, si girò a guardarmi e abbassò immediatamente lo sguardo.
Quando si sedette anche lei cominciammo a mangiare, cercai di intavolare un discorso con lei e mio padre e quando fu avviato fu un piacere torturare la figa pelosa (ancora per poco) di mia madre che non poteva opporsi, non poteva farsi scoprire e soprattutto non poteva godere.
Dopocena ero in camera mia a messaggiare con le amiche via whatsapp. Sentii bussare.
‘Avanti’
‘Salve padrona, le ho portato quanto richiesto’
‘Era ora. Quanto ci hai messo? Vuoi forse essere punita ancora?’
‘No padrona, mi scusi, cercherò di essere più veloce la prossima volta’
‘Vieni avanti dai, non stare li ferma come una troia scema.’
Avanzò titubante.
‘Appoggia pure tutto sul letto, ci penserò io più tardi a trovare un posto a queste cose’
Come fece per chinarsi ne approfittai, e infilai una mano sotto la gonna fino a raggiungere la sua figa che come sempre nelle ultime ore grondava. Intercettai il suo sguardo finché lei non lo abbassò.
‘Guardami!’
Lei alzò nuovamente lo sguardo.
‘Lo rifarai? Cercherai ancora di provocarmi?’ dicendo questo muovevo lentamente le dita, facilitata dal fatto che la troia aveva allargato le gambe per permettermi di manovrare meglio. Potevo notare un sussulto ogni tanto, quando le mie dita arrivavano a sfiorarle il clitoride.
‘No padrona, cer..cercherò di essere ‘ oddio ‘ più brava’
‘Brava zoccoletta, sento anche che te la sei depilata un po’, puoi andare adesso’
Detto questo tornai a guardare il cellulare, ma vedendo che era ancora li impalata guardai mia madre, la fissai per un tempo che volevo sembrasse interminabile per lei domandandole infine:
‘Beh? Che c’&egrave? Non ti avevo forse detto di andare’
‘Si padrona, no.. ma ‘ mi scusi padrona, posso chiederle se sa dirmi quando potrò finalmente godere?’
Vieni più vicina le dissi sollevandomi a sedere sul letto. Come si avvicinò le mollai uno schiaffo in faccia.
‘Te lo meritavi, lo sai che te lo meritavi vero?’
‘Si padrona’
‘Vuoi ancora godere?’ le chiesi massaggiandole la figa da sopra gonna.
‘Si padrona, oh la prego, non resisto più’
‘Dovrai resistere invece’ dissi senza smettere di stimolarla, tremava tutta ‘non ti azzardare altrimenti la punizione sarà ancora più terribile’
La vidi irrigidirsi tutta cercando di contrastare l’eccitazione montante
‘Torna da me più tardi, completamente nuda, quando sarai sicura che il tuo uomo dorma e se deciderò che per questa volta può bastare ti permetterò di godere. E se per caso tuo marito volesse fare sesso con te, ti negherai con una scusa’
‘Gra.. gr..’ deglutì ‘grazie padrona’

Un’oretta più tardi sentii bussare
‘Entra’
Entrò, sguardo basso, completamente nuda, con le sue tette grosse e la figa quasi completamente rasata, aveva lasciato solo pochi corti peli vicino alle grandi labbra.
‘vieni avanti’
Si portò vicina a me, mi alzai e la feci chinare verso il letto a novanta gradi. Mi portai alle sue spalle, presi a giocare con le sue tette, massaggiandole e strizzandole. Giochicchiai con i suoi capezzoli e all’improvviso glieli strinsi di più e la senti prendere fiato pesantemente.
‘Sei eccitata troia?’
‘Si padrona, ho una voglia pazza’
‘Hai dovuto negare a tuo marito una scopata?’
‘No padrona’
‘Dimmi, da quant’&egrave che non scopate tu e lui?’
‘Saranno quasi due mesi ormai, padrona’
Intanto continuavo a muovere le mie dita.
‘Non puoi ancora godere’ tremava ‘Sei sicura che non abbia un amante?’
‘No.. non credo’
Mi fermai, mi staccai da lei.
‘Lo sai vero che oggi il tuo comportamento non mi &egrave piaciuto?’
Non attesi la sua risposta e le diedi un forte schiaffo sul culo. Presa alla sprovvista lancio un piccolo urlo.
‘Zitta puttana, non vorrai svegliare quel pover’uomo che dorme di la?’
‘Ti piacerebbe che sapesse che troia che sei vero?’
‘No padrona, ti prego ti imploro, no’
‘Tu dici così ma il tuo corpo la pensa diversamente’ le dissi rimmettendole improvvisamente tre dita nella figa. ‘ Senti come sei fradicia’
‘Non lo meriti lo sai? Sei solo una troia, lui meriterebbe di sapere che puttanone ha nel letto accanto a lui, lo meriterebbe vero?’ le chiesi giocando sempre con la sua figa.
‘Mmm MMm s.. si, ahhh padrona’
‘Fai più piano cagna’ dissi togliendo le mani dalla figa e mollandole un’altra sculacciata
La presi per i capelli e le tirai forzatamente la testa indietro.
‘Ringraziami ogni volta che ti tratto come la troia che sei’
‘La tua puttana ti ringrazia signora’
Oddio se ero eccitata.
‘Sei stata brava, girati’
Obbedì.
Piangeva era sconvolta, un misto di eccitazione, paura e umiliazione.
Adesso ti mostrerò che se fai la brava verrai anche ricompensata, puoi sfilarmi le mutande.
Sgranò gli occhi, come a non credere che davvero stesse capitando.
‘Adesso sdraiati a figa aperta e fammi vedere come vieni leccando le mie mutande’
Si sdraiò e obbedì, mentre si masturbava io mi avvicinai e inizia a giocare con i suoi capezzoli alternando piacere e dolore.
Non durò molto e poco dopo fu scossa da un orgasmo continuando a tremare per quasi mezzo minuto.
Le diedi qualche attimo per riprendersi.
‘Adesso alzati’
Mi stesi sul letto.
‘Prima di andare a letto mi sembra il minimo che dia un bacio alla tua bambina’
Si avvicinò per baciarmi e io le diedi uno schiaffo
‘Sei proprio una troia scema, cosa hai capito, non sono queste le labbra che devi baciare. Ricorda che il mio piacere deve essere il tuo principale interesse e cerca di essere brava se non vuoi essere punita ancora’
Non durai molto.
Era brava e tanto ero eccitata che venni quasi subito.
‘Brava, adesso bacia i piedi della tua padrona e poi potrai andare a letto’
La mattina al risveglio mi venne in mente come poter migliorare ulteriormente la situazione.
Cominciai a far combinare a mia madre dei disastri. A colazione mise il sale nel caff&egrave a mio padre.
‘Ma come ti viene Giovanna?’
‘Già, dove hai la testa mamma? Scusala papà non mi sembra molto intelligente’ stamattina.’
‘Ma dai, ha già rotto una tazza e adesso questo, io sto solo constatando dei fatti, dovrai pur essere d’accordo con me’
‘Si ma non puoi dire queste cose di tua madre’
‘Ok, ok’
Quello che mi interessava era che non mi avesse corretto su quello che avevo detto ma solo sul fatto che non avrei dovuto. Come pensavo, se me lo fossi lavorato bene avrei potuto divertirmi di più.

Tornata da scuola trovai la troia che stava bevendo un te con la sua amica Alessandra.
‘Scusa ma ti sei già dimenticata’ cominciai a dire verso la zoccola con tono irritato ‘oggi pomeriggio devi accompagnarmi a fare shopping. Scusami Ale ma mia madre a volte &egrave scema, meglio se vai che tra poco dobbiamo uscire’ Così detto andai in cucina a mangiare il pranzo che mia madre aveva preparato, lasciandole entrambe basite.
‘Mi scusi signora’ disse mia madre entrando in cucina ‘Alessandra &egrave andata, incredula per come ci ha trattate ma ho cercato di minimizzare’
‘Trattate? Guarda che a lei non ho fatto niente e tratto te per la troia che sei. Non faccio forse bene’
‘Fa benissimo signora. Sono una troia, mi deve trattare come una troia’
‘Cos’&egrave quel sorrisino? Non mi direi!!!’ esclamai stupita ‘comincia a piacerti il fatto di essere puttana e di essere trattata come tale?’
‘Un po’ signora. Se posso permettermi, dove andremo oggi?’
‘Brava, &egrave proprio questo il punto, ho pensato che se sei una puttana dentro, forse &egrave meglio che cominci ad esserlo anche fuori. Quindi andremo a comprare quello che serve per fare di te una troia in tutto e per tutto’
Era di nuovo spaventata, meglio.

Rientrammo tardi nel pomeriggio, avevamo preso qualche capo per essere un mignottone da gara e qualcosa un po’ più da puttanella.
‘Adesso vai a prepararti e quando pensi di sembrare una puttana tonerai da me, ti aspetto sul divano’
Dopo pochi minuti tornò da me con un vestitino con gonnellino svolazzante e la parte sopra decisamente scollata.
‘No, no, no. Non hai capito qual &egrave il tuo ruolo mi sa. Adesso vai di là e ti metti la minigonna, quella di lunghezza intermedia e quel top bianco ultrattillato’
‘Ma.. tra poco arriverà tuo padre, non poss..’ lo schiaffo che le tirai le blocco il resto delle parole.
‘Davvero tu vuoi discutere di questo con me?’
‘Andiamo, ti accompagno’
La feci vestire come avevo deciso io per lei e non protestò neppure una volta. Dopo di che la truccai, con un bel rossetto rosso e del mascara pesantemente distribuiti sul suo viso. La portai così di fronte allo specchio della notte prima.
‘Guardati! Ammirati!’ Spalanco la bocca per lo stupore, cercando di dire qualcosa ma muovendo la bocca senza riuscire a proferire parola. I suoi capezzoli parevano voler bucare il top bianco e più se ne rendeva conto, più si eccitava, più si eccitava più diventavano duri. Cominciai ad accarezzarglieli piano. Trasaliva al minimo tocco.
‘Ti eccita vero? Sapere che sei una zoccola?’
‘Si padrona’ ancora quel timido sorriso che spuntava.

Quando mio padre rientrò andò in cucina e la vide. Io riuscii a origliare tutto il loro discorso
‘Giovanna ma’ come diavolo ti sei conciata?’
‘Perché scusa?’
‘Cazzo sembri una mignotta della peggior specie’
‘Vero?’
‘Ma’ e ne sei anche contenta’
‘Mi spiace’ mormorò mia madre
‘Cio&egrave ti spiace di essere contenta del fatto che sembri una mignotta?’
Sbirciando vidi che si avvicinò a lei. Dovevo intervenire o se la sarebbe scopata, lei era mia, solo io potevo decidere se doveva venire e dallo sguardo di panico che c’era sul suo volto lo sapeva anche lei. Era mia ormai.
‘Io salgo un attimo a cambiarmi che dopo devo uscire. Spero non si mangi tardi.’
‘Sarà pronto tra una mezzoretta’ disse la bagascia intanto che si rimetteva ai fornelli
Per un po’ ero tranquilla quindi salii anch’io e mi cambiai mettendomi giù da gara.
Scesi e trovai mia madre sola in cucina.
‘Dov’&egrave?’ le chiesi sussurrandolo all’orecchio. Ero arrivata alle sue spalle senza che se ne accorgesse e ore le stavo strizzando le tette.
‘&egrave in doccia, dai smettila che se arriva e ci trova”
‘Si, si tranquilla, smetto’ e intanto continuava.
‘Adesso facciamo un giochino’ dissi sogghignando ‘da quando comincia la cena, ogni volta che mi toccherò il naso con la mano destra dovrai trovare un modo per farlo eccitare ancora di più. Ho visto come stava per saltarti addosso prima. Ti &egrave piaciuto vero?’ adesso l’avevo piegata sul tavolo, le avevo sollevato la gonna e le stavo massaggiando la fica.
‘Ti prego’
‘Ti &egrave piaciuto?’
‘Si mi &egrave piaciuto. Ma ti prego’
‘E di cosa mi staresti pregando?’
‘Potrebbe arrivare da un momento all’altro, basta’
‘Basta? E io che pensavo volessi venire’
‘Oh, si cazzo.’
‘Eh no, ormai hai detto basta e basta sarà. Anzi sappi già che avendo rifiutato, non potrai avere altri orgasmi per oggi e vedremo se la prossima volta rifiuterai ancora.’
‘Inoltre, aggiungeremo una variante al giochino di stasera, se e quando toccherò il naso col dito sinistro dovrai masturbarti. No senza che cerchi di rimediare, ormai ho deciso, starà a te trovare il modo di non far capire quello che stai facendo e dovrai continuare senza poter godere fino a quando non avrò tolto il segnale’.
Le riabbassai la gonna, le tirai tre sculacciate che ebbero l’effetto di eccitarla ancora di più e la lascia così, grondante e insoddisfatta.

Finalmente arrivò l’ora della cena, non stavo più nella pelle all’idea di vedere che livello di troiaggine sarei riuscita a farle raggiungere.
Io e mio padre ci sedemmo, mia madre si avvicinò a me per servirmi un piatto di minestra. Ne approfittai per infilarle una mano sotto la gonna e massaggiarla delicatamente. Lei alzò lo sguardo verso suo marito per vedere se aveva notato qualcosa ma lui stava guardando lo smartphone. Cercava di chiudere le gambe la stronza, io invece cercavo di divaricarle con la mia mano. La lotta la vinsi io che riuscii così a darle un colpetto breve ma deciso giusto sul clitoride. Lei fece un gridolino, ebbe un sobbalzo e rovesciò una parte di minestra sul tavolo.
‘Ma stai attenta stupida’ dissi, alzandomi rapida per non farmi sporcare.
Mio padre alzò lo sguardo. ‘Giovanna ma insomma, dove hai la testa oggi?’
Lei stava zitta. ‘Pulisci adesso’ alzò lo sguardo in tempo per vedere che mi stavo grattando il naso con la mano destra. Impallidì spaventata e la guardai, sfidandola a mettere in dubbio i miei ordini. Andò in cucina, prese una spugna, tornò. Io feci finta di controllare il telefono ma intanto sbirciavo mia madre che si era fermata accanto a mio padre e si allungava sul tavolo per ripulire il mio lato, sbattendo praticamente il culo in faccia a mio padre. La gonna corta era un po’ risalita e non avevo dubbi che mio padre avrebbe notato presto che c’era accesso libero alla figa. Infatti dopo un attimo vidi la mano di mio padre sparire al di sotto di quello che rimaneva della mini.
‘E anche questa &egrave fatta’ dissi, solo per far capire che stavo per distogliere lo sguardo dal telefono e dare tempo ai due di ricomporsi.
Ci risedemmo a tavola e iniziammo la cena, invitai silenziosamente più volte la zoccola a rabboccare il bicchiere di mio padre che non si accorgeva di avere bevuto così tanto ma noi potevamo notare che i suoi occhi erano sempre più piccoli.
Quando mia madre si alzò per servire nuovamente mio padre mi toccai il naso con la mano destra.
Vidi che nell’avvicinarsi a lui per servirlo gli sbatté praticamente le tetta in faccia, così facendo non potevo vedere niente perché ero oscurata da mia madre ma immaginai mio padre mordicchiarle un capezzolo ed ero pressoché certa che la sua mano era finita nuovamente sotto la gonna.
‘Ehi, che fate?’ chiesi con tono fintamente disinteressato.
‘Ehm, no niente scusa, non so cos’abbia tua madre stasera. Cosa ti piglia Giovanna?’
‘Secondo me si sente un po’ zoccola, hai visto come va in giro vestita?’
‘Dai francesca, non dir..’
‘Eheh si, in effetti un po’ mi ci sento’
‘Ahahaha visto papà che avevo ragione’
Passato il momento, mia madre tornò a sedersi.
‘Qualcuno ha visto il mio cucchiaio’ chiese una volta che si fu ripresa
‘Ah si scusa, l’ho preso io’ le dissi, passandoglielo. Non le era sfuggito che stavo ripetutamente battendo l’indice sul naso’ l’indice sinistro però e con lo sguardo le indicai il cucchiaio.
Lei andò avanti a mangiare con una mano, mentre il cucchiaio e l’altra mano sparivano sotto al tavolo.
Nel giro di un minuto era persa in quello che faceva, non si era accorta che mi ero alzata’
Abbracciai mio padre da dietro, si sentiva l’odore del vino che aveva bevuto, sicuramente aveva le difese un po’ abbassate.
‘Secondo te perché quella zoccola &egrave tutta rossa’ gli chiesi
A queste parole mia madre mi guardò nel panico e divenne ancora più rossa, come una scolaretta colta in fallo.
‘Giovanna, tutto bene? Certo che sei strana’
‘Io, io..’
‘Secondo me &egrave solo in calore, hai caldo vero?’
‘Si, in effetti ho un po’ caldo’
‘Beh, puoi anche toglierti la maglia magari ti senti meglio’
Lei fece per toglierla automaticamente, si bloccò a metà gesto ricordandosi che sotto non aveva nulla.
‘Dai cosa aspetti, secondo me ti sentirai meglio, anzi sai che ti dico ho caldo anche io’ e così dicendo mi tolsi la maglia.
‘E tu non girarti che sono senza maglia’ bloccando la testa di mio padre. ‘Dai puoi continuare’ rivolta poi a mia madre che era ancora bloccata.
Mia madre finì di togliersi la maglia.
‘Ma cosa fate?’ biascicò mio padre strizzando gli occhi.
‘Sshh. Allora ti senti meglio adesso?’ dissi ritornando ad abbracciare mio padre ed appoggiando le mie tette alla sua testa e le mie mani sul mio petto.
‘Si decisamente’
‘Quindi puoi continuare’ a mangiare’ non le era sfuggita la voluta pausa che avevo fatto sottintendendo che non era quello che avrei voluto continuasse.
Lei fece finta di niente ed allora mi schiarii la voce e capì che non aveva altra scelta e l’altra mano sparì sotto al tavolo.
‘Certo che la mamma &egrave proprio una bella troia vero?’ sussurrai a mio padre in modo che anche lei sentisse. La mia mano intanto scendeva sempre più verso le parti basse di mio padre.
‘Ha ancora delle belle tette grosse. Ma vedo che non &egrave l’unica cosa grossa qui’ la mia mano aveva ormai raggiunto l’altra cosa grossa, il cazzo di mio padre che voleva strappare i pantaloni da quanto premeva per uscire.
‘Vedo che sta piacendo anche a te’
‘Eh’ devo ammettere che vedere tua madre così e te.. e tu che.. ‘
‘Si immagino’ gli dissi. Nel frattempo lo avevo aggirato e mi ero seduta in grembo con la schiena appoggiata al suo petto.
Ormai mio padre ragionava solo con le parti basse che sentivo premere sempre più sul mio culetto sodo.
‘Alzati troia!’ le dissi intanto che prendevo le mani di mio padre e le portavo sulle mie tette e muovevo il bacino stimolando continuamente il suo cazzone.
‘Secondo me hai ancora caldo perché non ti togli ancora qualcosa’
‘Ahahahaha tua moglie non porta le mutande cazzo’
‘Si eheheh me ne ero accorto anche prima’
‘E dimmi ogni tanto te lo fa un pompino?’
‘Si, beh qualche volta ha provato’
‘Siediti’ rivolta a mia madre ‘Solo qualche volta? Perché non di più?’
‘Beh sai, non &egrave che mi piacciano molto, non &egrave molto brava’
‘Allarga le gambe e facci vedere cosa stavi facendo prima, non vorrai raffreddarti?’ poi rivolta a mio padre ‘Che ne sai, ma gari proprio non ti piacciono i pompini’ Intanto mia madre si mostrava aperta a noi mentre col cucchiaio giocava con la sua figa.
‘No, no vedi ho avuto le mie esperienze ma tua madre non ha i pompini tra il suo forte’
‘Fermati! Vieni qui schifosa’
Si alzò e si avvicinò a occhi bassi.
‘&egrave vero? &egrave vero che non sei una gran succhiatrice di cazzi?’
‘Si &egrave vero’
Le tirai uno schiaffo. ‘Si &egrave vero e poi?’
‘Si &egrave vero padrona, non so succhiare i cazzi molto bene’
‘Beh sai che la pratica affina le capacità. Tu vuoi diventare la nostra brava puttana?’
‘Si padrona’
‘Adesso dovresti chiedere a questa troia di succhiarti l’uccello, magari dandole prima un ‘incentivo’ dissi a mio padre mimando uno schiaffo.
‘Girati’ gli disse mio padre. Gli tirò un forte sculaccione ‘Succhiami il cazzo’
Puttana, sillabai con la bocca.
‘Succhiami il cazzo puttana’ e gli tirò un’altra sculacciata.
‘Si signore’
Mi sollevai un pochino per permetterle di armeggiare con cintura e pantaloni. Quando ebbe tirato fuori l’uccello duro, no il grosso uccello duro di mio padre mi risistemai in modo che intanto lo spompinava stimolasse anche la mia figa.
‘Sei bagnata troia?’
‘Mppf s sgnr’
‘Lo sai che per oggi non potrai godere, hai rifiutato di venire prima’
‘Dimmi papà, lo sapevi di avere sposato una troia?’
‘Oh cazzo no, nooo siii cazzo vengooo’
Mia madre si stacco in tempo per evitare che le vanisse in bocca ma le esplose tutto in faccia e sulle tette.
Mi chinai e la schiaffeggiai ‘Chi ti ha detto di scansarti troia’ raccolsi un po’ di sperma e lo assaggiai ‘mmm buono papà, tra i migliori che ho assaggiato’
‘I migliori?? Come i migliori? Vai in giro a distribuire pompini con ingoio?’
‘Certo che no, ma vuoi che una ragazza arrivi a diciannove anni ancora innocente al giorno d’oggi? Vieni trasferiamoci sul divano, tu sparecchia troia! E poi raggiungici cagna. E sia chiaro, quando ti chiamo cagna, voglio che fai il possibile per essere una cagna’
Ci trasferimmo sul divano e aggiornai mio padre su come fossimo giunti a quel punto.
Ad un certo punto mia madre arrivo a quattrozampe
‘Ahhahahaha oddio sei davvero una cagna allora’
‘Ahahaha incredibile, &egrave veramente fortissimo’
‘Si sono la vostra cagna’
‘Papà senti questa, abbaia cagna’
‘Woof woof’
Andammo avanti a ridere e prenderla per il culo una decina di minuti.
‘Ma dimmi papà, hai detto che mia madre non &egrave la migliore spompinatrice, che &egrave allora al top?’
‘Sicuramente la mia segretaria Anna, quella che lavorava per me fino a due anni fa’
‘Ah! E ti spompinava soltanto o te la scopavi pure?’ Lo dissi guardando mia madre perché speravo proprio che la risposta fosse si e volevo vedere la sua reazione.
‘Certo che me la scopavo, ma ti ricordi quanto era figa?’
‘Ahahahaha quindi troia sei contenta?’ si vedeva che ci era rimasta male ‘Oltre che una gran porca sei anche cornuta ahahahah’
‘Si, sono anni che &egrave cornuta aahahah’
Il discorso si faceva interessante e infatti a mio padre stava già tornando duro.
‘Dimmi papà, ti piacerebbe renderla ancora più cornuta? Ho una voglia incredibile di cazzo’ dissi passandomi la lingua sulle labbra. Mi bagnai un dito e lo passai sul mio capezzolo.
‘Leccami la fica troia, intanto che faccio un pompino a tuo marito che mi sembra che quello di prima non l’abbia soddisfatto più di tanto’
Mia madre cominciò a leccare e succhiare e intanto io inumidivo il cazzo di mio padre. Sarebbe stato decisamente il più grosso cazzo che avessi mai preso.
Dopo cinque minuti mi interruppi, non ce la facevo più.
‘Adesso guarda come ti faccio godere tuo marito’ Cosi dicendo mi impalai letteralmente sul suo bel cazzone.
‘Toccami le tette papà dai, sono la tua figa stasera’
‘Oh si bambina mia, hai proprio delle belle tette’
‘Ti piace vedere i tuoi padroni che scopano cornuta?’
‘Oh si mi piace, mi piace, ti prego padrona posso godere anche io?’
‘Oh, no mi spiace ma hai fatto la cattiva, se sarai brava domani ti farò godere, promesso’
‘Hai visto papà come si &egrave illuminata la troia quando le ho promesso l’orgasmo e come era felice quando le ho chiesto se le piaceva vederci scopare?’
‘Si, ahahaha, secondo me le piace proprio essere cornuta’
‘Si anche sec.. siii secondo me sii. Papà oddio siii ti prego godooo”
‘Anche io piccola anche iooo” a quel punto lo tiro fuori, afferrò la testa della zoccola e le infilo al volo il cazzo in bocca e le riversò dentro tutta la sborra che aveva.
Lei ingoio tutto.
‘Andiamo a letto papà, sono sfinita’
‘Si Francesca andiamo a letto. Vieni anche tu’ cagna’
Mia madre ci seguì lentamente su per le scale’ gattonando.
Quando arrivammo in stanza fece per alzarsi, la afferrai per i capelli. ‘Dove credi di andare? Ci dormo io accanto a tuo marito, il posto delle cagne &egrave sul pavimento, sul letto ci possono salire solo ai piedi dei loro padroni e solo se loro acconsentono’
Poi le feci una carezza, proprio come avrei fatto a una cagna quale era e mi sdraiai sul letto con mio padre, dormendo abbracciata a lui.
&egrave uscita, &egrave andata scuola.
Gli ultimi giorni sono stati davvero rivoluzionari.
Mia fi.. no, no, lei &egrave la mia padrona, lei &egrave la mia padrona. Ha smesso di essere quello che era ed &egrave diventata una splendida giovane donna.
Io li amo, entrambi i miei padroni. Sono stata così contenta ieri sera, quando mia figlia ha preso un cazzo. Oh, si e che bello poi vedere finalmente mio marito contento e appagato anche in mia presenza.
Spero di poter essere a lungo la loro troia, non potrei mai pensare di stare lontano da loro, ho bisogno delle loro attenzioni.
Purtroppo stamattina hanno deciso che ancora non posso godere ma forse adesso che sono sola.. no, no, no, io sono la loro puttana, io non posso godere senza il loro permesso.

Devo finire di riordinare e darmi una sistemata, mi ha chiamata Alessandra e tra non molto verrà a trovarmi. Un po’ di normalità magari non mi farà pensare a quanta voglia ho di godere. Meglio mettere una maglia che non evidenzi troppo quanto i miei capezzoli sono duri.

Alessandra &egrave proprio una bella donna, non so come ho fatto a non pensarci mai, forse perché conoscendola da quando facevamo le elementari insieme l’ho sempre considerata come fosse una sorella, eppure, da quando mia.. la mia padrona mi ha cambiata non posso che vivere la mia vita pensando a cosa possa dare piacere a lei e a cosa potrebbe darne anche a me. Dio come vorrei poter tuffarre la mia testa tra quelle sue tette, deve portare una quinta ma oggi mi sa che se le &egrave strizzate in un reggiseno di una taglia inferiore. Vorrei proprio sentirla ansimare al tocco..
‘Tutto bene Gio?’
‘Si, scusa mi ero persa un po’ via’ Devo assolutamente provare a chiedere alla mia padrona se mi dà il permesso di provarci.

La porta! Oddio la porta! Cazzo se si &egrave fatto tardi, il tempo &egrave proprio volato. Era meglio se rimandavo a casa Ale prima. Oddio chissà cosa farà adesso la mia signora. Ho paura, devo essere sbiancata eppure.. eppure il calore che ho tra le cosce &egrave cresciuto a dismisura.
‘Ah Alessandra, ma che piacevole sorpresa’ dice entrando, perché ha rimarcato la parola piacevole con quel tono perfidamente ironico?
‘Ti fermi a pranzo?’
‘Ciao Francesca, volentieri, tanto non ho niente da fare a casa oggi’
‘Bene’ sorride fissandomi. Ha in mente qualcosa e questo pensiero da solo basta farmi eccitare sempre più
‘Tu’ dice rivolgendosi a me ‘perché non vai a cambiarti’ si, ho capito padrona, mi vuoi troia, sono la tua troia, obbedisco ‘e poi ci porti qualcosa da mangiare’
‘Ma posso aiutarla anche io’ dice ingenuamente Alessadra.
‘No, non ti preoccupare Ale, tu stai qui con me e magari mi aiuterai più tardi. Tanto a lei piace servirci vero?’
‘Certo, &egrave un vero piacere per me’ rispondo meccanicamente.

Dopo che mi sono agghindata come so che piace alla mia padrona torno giù e trovo le due donne che discorrono. Non sento quello che dicono, non mi preoccupo, se la mia padrona mi ha mandata a cambiare vuole che sia la sua troia, probabilmente lo dirà anche ad Ale, &egrave inevitabile.
‘Vado a preparavi qualcosa, avete qualche richiesta?’ dico passando accanto alle due. Ho scelto di indossare degli shorts che esaltano il mio culone, che non &egrave esattamente piccolo ma non &egrave troppo grosso e un top che stringe le mie tettone.
‘Solo che ti dai una mossa’
Dio ho proprio voglia di godere, speriamo che la mia padrona sia dello stesso avviso.
‘Perch&egrave la tratti così?’ sento Ale che domanda alla mia padrona.
Non riesco a sentire la sua risposta, perch&egrave ho lasciato la stanza.
Cerco di fare più in fretta possibile.
Intanto faccio avanti e indietro per apparecchiare e loro mi osservano in silenzio.
‘&egrave pronto’ dico entrando nel locale con in mano una padella. Ho optato per delle verdure saltate con dei bocconcini di pollo.
Servo prima la mia padrona e poi la sua ospite, perch&egrave ovviamente nel momento in cui la mia signora l’ha invitata a pranzo non &egrave più una mia amica ma una sua ospite e penso che se la offendessi potrei rischiare di indispettire la mia padrona e io ho bisogno di godere, sono sovraeccitata.
Faccio per servire anche me ma subito vengo fermata
‘Ferma! Vieni qui! Parlavo con alessandra e da quello che ho capito non l’hai aggiornata su tutte le novità’ oddio no. Speravo ci pensasse la mia padrona ad informarla ma evidentemente mi conosce meglio di quanto credessi perch&egrave la sola idea di raccontare i recenti sviluppi alla mia amica di una vita mi terrorizza, mi umilia ma mi fa anche sciogliere tra le gambe.
‘Davvero Gio non capisco, primo perch&egrave non ti ribelli a come ti tratta tua figlia, qui c’&egrave sotto qualcosa’
‘Allora, “Gio’ dice la mia signora in tono ironico ‘cosa devi dire alla tua amica?’
‘Ehm…’ deglutisco a sguardo basso
‘Guardala mentre le parli scema’
Ale &egrave sempre più perplessa.
‘Lei non &egrave mia figlia Ale, lei &egrave la mia padrona e io sono la sua troia’
Ecco &egrave rimasta allibita a bocca spalancata.
E così comincio a raccontarle tutto.
Quando finisco vedo che &egrave pensierosa.
‘Fammi capire, quindi tuo marito e tua figlia sono i tuoi padroni e tu sei la loro troia, la loro cagna e la loro cornuta?’
‘Esattamente’
‘Ahahahahahah oddio, sei veramente una povera donna’
Io resto li impietrita sperando che mi sia comportata bene.
‘Dimmi puttana, come mai sei stata così docile a raccontare alla MIA ospite tutto questo?’
‘Perch&egrave spero che la mia punizione finisca presto signora, se sarò una brava troia magari la mia padrona deciderà che finalmente posso godere anche io’
‘Brava, adesso mettiti sul divano, prendi le gambe con le mani sollevale e allargale’
Io eseguo. La mia padrona e la sua ospite si avvicinano.
‘Sei proprio una brava troietta’
Si, non riesco a reprimere un sorriso di soddisfazione. Ho compiaciuto la mia padrona. Dio quanto la amo, quanto amo compiacerla.
‘Vedi Ale, non esce neanche un pelo da quegli short, perch&egrave la prima cosa che ho fatto fare &egrave stata depilarsi e consegnarmi tutto l’intimo. L’unica cosa che esce da quegli short &egrave la puzza della sua figa eccitata. Vai, annusa se non &egrave vero’
‘Cavoli &egrave vero’ fa lei avvicinandosi ‘allora godi proprio ad essere trattata da cagna’
‘Su, fagli vedere quanto ti piace CAGNA, alzati e dimostraglielo’
Io scendo da divano carponi, perch&egrave sono la sua cagna, so che non posso parlare ma cerco di imitare al meglio la cagna in calore che sono.
‘Senti ma, visto che lei &egrave cornuta, non &egrave che potrei scopare anche io con tuo padre? Sempre che lui sia d’accordo’
‘Mmmm, non saprei, togliti i vestiti e mettiti sul divano intanto che ci penso’
‘Ma..’
‘Fidati, mi ringrazierai dopo’
Ale si denuda e si mette sul divano io interrogo con lo sguardo la mia padrona.
‘Cagna, la mia ospite gradirebbe stare meglio, vedi di adoperarti perch&egrave ciò sia possibile’
Mi avvicino a lei e faccio per baciarle i piedi ma mi ferma
‘No ascolta mi vergogno, non mi lavo da stamattina e sono stata in un sacco di posti’
‘E di cosa ti vergogni? Lei &egrave la mia cagna non ti devi preoccupare &egrave qui solo per il mio piacere e in questo momento tu sei mia ospite quindi anche per il tuo’
Finalmente mi lascia libera di continuare, io comicio a massaggiarle i piedi e leccarli, baciarli succhiarli. Il loro odoraccio &egrave meglio soltanto del loro sapore che &egrave veramente disgustoso. Ma io continuo, devo essere una brava cagnetta.
Piano piano risalgo, le sue gambe, leggermente pelose mi graffiano, ma io non mi ritraggo, sono una brava cagnetta. Quando finalmente arrivo alla sua figa che gronda dei suoi umori sento che la mia padrona mi ha sollevato la gonna e sta iniziando a giocare con la mia passera si, si, speriamo vada fino in fondo.
Io lecco e succhio Ale sta per venire e anche io oddio vengooooo. Ho un orgasmo che mi squassa tutta e mi porta in un altra dimensione. Mi dimeno e tremo tutta mi abbandono con la testa tra le gambe di Ale che sta gridando qualcosa.
‘Nooo, non fermarti’ ecco cosa sta urlando lo capisco quando mi riprendo. Una mano mi afferra per i miei lunghi capelli mori e mi strattona la testa all’indietro.
‘Scusami Ale’
‘CHE CAZZO FAI??? Ricordati che sei qui per il nostro piacere tu non per il tuo, la mia ospite c’&egrave rimasta male. E inoltre non osare rivolgerti a lei dandole del tu, &egrave una mia ospite,cagna. Scusami Ale, forse dovresti farle capire quanto sei rimasta frustrata da questa sua mancanza di entusiasmo’ sento che si muove dietro di me la mia padrona. Vedo anche la mano di Ale che si muove ma realizzo solo dopo che &egrave arrivato che mi stava tirando uno schiaffo.
‘Perch&egrave cazzo ti sei fermata, ci ero così vicina’ Slam! Un altro schaffo ‘riprendi a succhiare puttana e vedi di farmi godere’.
Sono proprio l’oggetto sessuale perfetto, questa cosa mi piace così tanto che sono perennemente pronta per raggiungere orgasmi. Costantemente eccitata.
Continuo a leccare la figa di Ale, certo se se la rasasse come la mia signora sarebbe meno fastidioso ma non sarò certo io a dirglielo. Io non posso subire altre punizioni.
Le succhio il clitoride per qualche secondo di fila e questo basta per farla godere. Lei serra la mia testa con le sue gambe, sono in una morsa e Ale neppure se ne accorge sta ululando il suo piacere.
Cerco di urlare e mi agito, non riesco proprio a respirare.
Finalmente vengo liberata e respiro affannosamente grosse boccate d’aria.
‘Grazie Francesca per avermi prestato questa cagna, &egrave veramente brava. Quando hai un troione così in casa cosa te ne fai dei vibratori. Ahahahahah’
La mia padrona si avvicina a lei, le fa una carezza. ‘Vedi, il problema &egrave che come una cagna randagia ha dato più importanza al suo piacere che al nostro’ e le schiocca un bel bacio sulla bocca, cazzo vederle slinguare così davanti a me mi fa eccitare di nuovo.
‘Vorresti aiutarmi a punirla?’
‘Siii si si si ti prego. Dimmi cosa le devo fare’
‘Vedi adesso &egrave il mio turno di usare la bocca di questa puttana e tu nel frattempo le riserverai lo stesso trattamento che le ho praticato io poco fa, MA…’ si avvicina e le sussurra qualcosa all’orecchio, non riesco a sentire e quel ma mi preoccupa parecchio ‘E tu CAGNA azzardati soltanto a pensare di smettere di darmi piaceree vedrai che riceverai una punizione molto molto peggiore. E adesso dimmi pensi che sia ingiusta’
‘No signora’
‘E perch&egrave?’
‘Perch&egrave ho sbagliato, padrona. Devo essere punita’
‘Perch&egrave hai sbagliato?’
‘Perch&egrave ho pensato a me stessa prima che a tutti gli altri’
‘Vedi, non sei stata una brava cagnetta, tu sei una cagna e in quanto tale tu sei l’ultima che merita di godere quando ti trovi in una stanza con altre persone’
‘Vieni qui adesso’
Ricevo un altro schiaffo, inizio a piangere, non vorrei ma non posso farne a meno. Non &egrave lo schiaffo, sono le sue parole. Non sono stata una brava cagnetta, non sono stata una brava cagnetta.
Ale mi tira uno schiaffo sul culo e la mia signora in faccia.
‘Ringraziaci che ti vogliamo ancora bene da prenderci cura di te’
‘Grazie padrona. Grazie anche a lei signora alessandra’
‘Fammi godere adesso ne ho proprio bisogno’
Mi avvicino, prendo un grosso respiro per sentire l’odore dell’eccitazione della mia padrona. Questo mi tranquillizza un po’. &egrave ancora arrabbiata con me. Ha ragione, l’ho delusa, ma almeno questo le &egrave piaciuto a giudicare da come puzza di figa in calore.
Finalmente inizio ad assaporarla. &egrave più buona della figa di Ale, forse perch&egrave &egrave quella della mia padrona e io amo la mia padrona. Amo tutto di lei. Lei inizia a gemere sempre più mentre passo più volte la lingua sulla sua figa, molto lentamente, non voglio che venga in fretta, vorrei che potesse godere per sempre, ma dato che questo non &egrave possibile, vorrei almeno che il suo piacere possa prolungarsi il più possibile.
Ale invece da stronza quale si sta dimostrando, mi pentetra la figa forsennatamente, non devo godere, o almeno non posso abbandonarmi al piacere che sta arrivando. Quindi serro i denti e cerco di resistere, il mio corpo freme, tremo tutta ma la mia mente &egrave tutta concentrata sui suoni che escono dalla bocca della mia padrona. ‘Cerchi di rimanere rilassata padrona, non si tenda così, vedrà che le piacerà’ le dico tra una lappata e l’altra. Lei mi sente perch&egrave noto che almeno un po’ meno tesa lo &egrave.
Non ce la faccio, cazzo non resisto più. Devo godere. Aumento un po’ la velocità della mia lingua, stirngo il clitoride della mia padrona tra le labbra fino a che non sentoun urlo animale fuoriuscirle dalla bocca, e continua continua a un certo punto non lo sento più perch&egrave mi estraneo dal mondo mi dimeno godendo. Solo che Ale non si ferma continua a penetrarmiio mi agito. ‘Basta ti prego’ la imploro ‘Basta’ non ragiono più mi aigto tutta, sento delle braccia che mi tengono ferma, lo so che dovrei tranquillizzarmi ma non ce la faccio e intanto che sto pensando questo vengo scossa da un altro orgasmo, o forse &egrave sempre lo stesso di prima che continua non lo so. Non so più niente. Sono un oggetto nelle loro mani che continuano a giocare con la mia figa ipersensibile senza un attimo di tregua. Forse sto piangendo, forse urlo. Forse.
Non sento i loro insulti, sento a malapena gli schiaffi che mi arrivano. Sto godendo di nuovo ohohhohhohooho.
Dopo il terzo orgasmo mi lasciano li in terra tremante e affannata. A un certo punto devo anche aver trattenuto troppo il respiro perch&egrave sento i polmoni in fiamme. Sono completamente bagnata. Non &egrave sudore, non può essere. Sono in una pozza di ac.. no. Non può essere sudore &egrave decisamente troppo ma non &egrave neanche acqua.
‘Cazzo questo troione ha squirtato’ mi arriva uno schiaffo sul culo ‘Brutta troia, ci conosciamo da una vita e non mi hai mai detto che quando vieni squirti’
‘n..’ non riesco a parlare. Non ancora. Tremo.
‘Ahahah ma guradati per terra nuda e tremante. &egrave stata la tua padrona a dirmi di farti questo. Era la tua punizione. Una volta dovevi venire. Poi una volta senza fermarmi perch&egrave prima ti sei fermata e un’altra volta perch&egrave hai usato darmi del tu’
Una mano mi accarezza i capelli. ‘Sei stata una brava cagnetta’ la voce dolce della mia padrona che mi da anche un bacio sulla guancia ‘proprio brava. Adesso io e Ale andiamo a farci una doccia, tu come una brava cagnolina al massimo puoi leccarti, ma sarebbe inutile. Perch&egrave quando ti sarai ripresa ti alzerai e riordinerai tutto. MA.. MA… non ti azzardare a pulire questa pozza, no. Anzi appena hai sistemato tutto ti accucci di nuovo qui, aspetti il mio uomo, tuo marito, e gli farai vedere cosa hai fatto. Ovviamente fino a che io non sarò qui non potrai raccontare niente a lui, potrai solo… abbaiare’ Mi da un paio di pacche sul fianco, come si fa coi cani quando li si conforta e si allontana con Ale.
Quindi questo sono, una troia, piango, una cagna singhiozzo sempre più forte, l’oggetto sessuale della mia bambina, che mi ama tanto anche se ancora non se ne rende conto, rido. Sono felice. Sono veramente felice. Sono i primi complimenti che ricevo da cagnetta. Sono stata brava. La mia padrona &egrave contenta di me.

Sento delle voci, tornano.
‘Allora siamo d’accordo, settimana prossima magari venite a cena una sera da noi e vediamo se la puttana avrà implorato abbastanza il suo uomo di poterlo vedere scoparti’
‘Ciao cagnetta, sei stata brava oggi’
‘Woff’ Grazie Signora Alessandra, grazie. Se ne va e la mia padrona sale probabilmente in camera sua. Sono una brava cagnetta. Quando arriverà mio marito, colui che mi ama rendendomi cornuta lo implorerò, lo scongiurerò, di cornificarmi anche con Alessandra. Speriamo accetti. Sono una brava cagnetta. Ad Alessandra oggi &egrave piaciuto particolarmente trattarmi male e farmi male. Secondo me &egrave gelosa. Temo che se lui si rifiutasse potrebbe diventare davvero perfida. Secondo me &egrave invidiosa. Vorrebbe tanto trovarsi al mio posto. Devo accennarlo alla mia padrona.

Sono
Una
Brava
Cagnetta

Sorrido. Anche oggi sono usciti i miei padroni.
Questa mattina non dovrei avere molto da fare. No finisco di pensarlo che suonano alla porta.
Mi precipito ad aprire perché nel caso fossero i miei padroni e mi ritrovo davanti Alessandra.
‘Ciao Gio, ti direi che passavo da queste parti ma non &egrave per quello che sono qui, mi ha mandata la tua padrona, non mi fai entrare?’
Prego entra.
In quel momento mi arriva una serie di messaggi sul cellulare.
‘Scusami un attimo’
Prendo e leggo.
“Ciao troia, ho parlato con la mia amica Alessandra. Stamattina verrà a farti visita. Le ho già detto che deve trattarti come ha sempre fatto, tu sei la mia troia e può trattarti da tale solo in mia presenza, quindi stai tranquilla, però tu devi assolutamente usarle il riguardo che riserveresti a una mia amica, darle del Lei e obbedire prontamente a quello che dice. Ovviamente non ti può toccare e non può farti toccare da altri. Sei mia puttana, ricordatelo. Ti porterà in un paio di posti, seguila e ascoltala. Se dovessi in qualche modo infrangere una di queste regole, dovrai chiederle di punirti. Ci vediamo dopo. Ciao. Troia.”
Torno a guardare Alessandra, tremo al pensiero ma sono troppo felice di esaudire i voleri della mia padrona
‘Devo essere punita Signora Alessandra, non le ho usato la dovuta cortesia dandole del tu prima’

Un lampo maligno le attraversa gli occhi prima che mi arrivi il primo schiaffone della giornata, piango, fa male certo ma non piango per quello, piango perché sono contenta di essere stata punita. Me lo meritavo.
‘Vestiti da mignottone che dobbiamo andare a fare compere’
Vado di sopra ed eseguo.

Per prima cosa mi porta in un negozio di cosmetici. Acquista di tutto. Rossetto rosso fuoco e un rosso violaceo sempre molto intenso, matite di quattro tonalità una più scura dell’altra, diversi tipi di ombretto.
Poi facciamo un salto in un negozio di abbigliamento a basso costo dove mi vengono acquistati vestiti che coprono sempre meno e di almeno una taglia inferiore a quelli che avrei acquistato io.
Però Alessandra tiene per ultimo il pezzo forte, mi accompagna in un sexy shop dove acquista, due vibratori wireless, una serie di tre dildo di diverse dimensioni e una serie uguale di butt plug, e una serie di altri oggetti di cui fatico a tenere conto.

Rientriamo per mezzogiorno.

‘Vieni di sopra zoccola che dobbiamo prepararti per la tua padrona’
Per prima cosa prende una borsa e vedo che armeggia con l’acqua, mi fa accomodare sul cesso e solo allora comprendo che ha preparato un clistere.
‘Cazzo’
‘No, non ancora, per il cazzo dovrai aspettare’ mi dice divertita ‘devi tenertelo dentro per una decina di minuti’

‘Adesso vedi di farti una doccia veloce’ mi dice dopo che mi sono svuotata e ripulita ‘non abbiamo molto tempo’.
Mi fa vestire con un top bianco e una gonna che copre davvero poco le mi parti intime. Fortunatamente mi fa indossare anche un paio di mutandine, beh non troppo fortunatamente visto che piazza al loro interno uno dei vibratori wireless.
Mi trucca pesantemente, con il rossetto rosso, ritoccato con una matita viola, un po’ troppo ombretto sulle palpebre.
‘Vai a vederti allo specchio’
Mi alzo, vado allo specchio e quello che vedo non &egrave più Giovanna madre e moglie di famiglia, ma Giovanna la puttana, una che farebbe invidia anche alle più navigate troie da strada.
Sento la mia figa pulsare, tra poco la mia padrona sarà a casa e potrò eseguire i suoi ordini.

Suonano alla porta, Alessandra mi precede ad aprire, ‘Ciao Francesca’ dice prima di mettersi a slinguarla davanti a me, poi si gira con aria di sfida, come a dire, io ho potuto baciare la tua padrona e tu no.
‘Com’&egrave andata Alessandra, tutto bene?’
‘Si purtroppo ho potuto punirla una volta sola’
‘Oh, mi spiace, capisco il tuo disappunto, guarda quanto sei puttana’ dice osservandomi ‘dimmi, ti ha trattata bene la mia amica?’
‘Si padrona’
‘Quindi posso farle un regalo? So quanto le piace darti degli schiaffi, posso concedergliene uno?’
‘Tutto quello che la rende felice padrona’
‘Visto Ale, &egrave così brava la mia troia che non si lamenterà se le darai uno schiaffone, niente segni però che pomeriggio verranno dei miei compagni a studiare e poi dovrei spiegare loro tutto’
Segni non ne lascia, non &egrave tanto doloroso quanto umiliante, la mia amica di una vita mi tratta come una troia da malmenare. Ma va bene così se questo serve a compiacere la mia padrona.

Poi ci lascia sole.
La mia padrona sale a rinfrescarsi e io vado a scaldarle qualcosa da mangiare.
Dopo pranzo suonano alla porta, vado ad aprire ‘Ciao, entrate pure’
‘Salve signora, Francesca dov’&egrave?’
‘&egrave di là che guarda la tv, andate pure’
Si avviano, ci sono Chiara e altri tre ragazzi che non conosco.

Sono arrivati da solo dieci minuti quando avverto un formicolio in mezzo alle gambe. La mia signora ha acceso il vibratore.
Vado al suo cospetto abbastanza in fretta.
‘Ha bisogno di qualcosa’
‘Vieni qui’ mi avvicino
Sussurra qualcosa all’orecchio del ragazzo che &egrave seduto vicino a lei
‘Ci chiedevamo se potevi portarci qualcosa da bere’
‘Certo, cosa preferite?’
‘Per i ragazzi tre birre, per noi’ dice indicando lei e Chiara ‘un tea fresco’
‘Provvedo subito’

Torno in cucina e preparo le bevande sul vassoio, intanto il vibratore che ho nella figa continua il suo costante movimento.

‘Ecco a voi’ dico rientrando nel salone
Non appena mi chino per appoggiare il vassoio sul tavolinetto la mia padrona cambia la velocità al vibratore, le gambe mi cedono e mi accascio a terra, fortunatamente salvando il vassoio con le bibite.
Sento Chiara e Francesca che scoppiano a ridere.
‘Cosa c’&egrave da ridere?’ chiede uno dei tre maschi
Io mi volto e capisco tutto, il telecomando del vibratore che abbiamo acquistato quella mattina io e la signora Alessandra, &egrave in questo momento nelle mani di Chiara, &egrave stata lei a cambiare la velocità.
‘Niente, niente, tra poco capirai’ rabbrividisco di paura e piacere ‘piuttosto arrivano questi beveraggi o no?’
‘Subito, subito’ dico riscuotendomi dal mio stato di torpore
Porgo le birre ai ragazzi e il t&egrave alle due ragazze.
Faccio per alzarmi.
‘Ferma, non alzarti! Vedi, Giacomo’ mi indica il terzo dei maschi, un giovincello col fisico magrolino, capelli mori di media altezza che &egrave seduto sul divano ‘&egrave un po’ timido ma si chiedeva se non potevi massaggiargli un po’ i piedi che &egrave provato dagli allenamenti di ieri sera’
‘Certo’ rispondo automaticamente, il rifiuto non &egrave contemplato, lo so.
Mi avvicino al ragazzo e inizio a muovergli il piede.
Gli sfilo prima una scarpa e poi l’altra.
‘Puoi fare di meglio, lo so’ la voce della mia padrona.
Allora sfilo lentamente le due calze e intanto lo fisso. Sembra impaurito, poverino, forse &egrave davvero timido e non era una finta.
Gli accarezzo i piedi e sempre fissandolo inizio e baciarglieli.
Lo vedo andare in estasi.
‘Ecco, forse &egrave proprio di un pediluvio che avrebbe bisogno. Ahahahahahah’ questa era chiaramente la voce di chiara.
La mia figa comincia a gemere. Ha bisogno di attenzioni.
Comincio e leccare i piedi del giovane.
‘Che ti dicevo, &egrave o non &egrave brava questa cagna? Ahahaha’
Le parole e la derisione della mia padrona unite all’estasi che leggo sul volto di Giacomo, sono la ricompensa più grande.
‘Secondo me questa troia ha voglia’ dice Chiara alla mia padrona.
‘Credo proprio che tu abbia ragione’
Io in tutto questo sono persa con la mia lingua tra le dita dei piedi del ragazzo.
Non sento niente per una manciata di secondi quando avverto qualcosa penetrarmi la figa.
Mugugno di piacere.
Una mano si impadronisce dei miei capelli e mi strattona la testa indietro.
‘Vuoi godere troione vero?’
‘Si signora, la prego’
‘Guarda cos’hai nella figa’ dice forzando la mia testa a girarsi ‘sei una piccola cagna e per ora non ti meriti niente di più che essere scopata coi piedi’
In effetti la figa sta godendo riempiendosi col piede di Chiara.
‘Stai dando spettacolo’ mi gira ancora la tersta in modo da vedere che gli altri due ragazzi hanno tirato fuori i loro cazzi e li stanno menando ‘Adesso anche i miei amici sanno che puttana ho per casa’
Il mio respiro si fa sempre più affannato, voglio godere, devo godere!
‘Se vuoi puoi godere, ma solo se continui a dare piacere al povero Giacomo, muoviti, cagna!’
Così dicendo spinge la mia faccia contro i piedi del suo amico. Io riprendo a bagnarli con la mia saliva, almeno fino a quando la mia padrona mi schiaccia nuovamente la faccia contro i piedi di Giacomo.
‘Godi adesso cagna, te lo ordino!’
Siiiii, finalmente posso lasciarmi andare a un’orgasmo liberatorio.
La mia padrona &egrave lesta a togliere il piede di colei che mi stava penetrando.
Sento delle voci, delle urla ma non riesco a distinguerle ancora persa nel mio orgasmo.
Un nuovo strattone mi riporta alla realta, vengo fatta girare a forza e la mia testa viene nuovamente premuta contro qualcosa,
‘Hai visto cos’hai combinato scema? Hai lavato completamente la gamba della mia amica. Adesso come minimo devi chiederle scusa e asciugarla’
‘Le chiedo scusa signorina Chiara, non capiterà più. Vado a prendere un asciugamano per sistemare il guaio che ho combin…’
Uno schiaffone da parte di Chiara, fa male. Gli schiaffi li preferisco dalla mia padrona. Vorrei protestare ma se alla mia padrona desse fastidio ci poenserebbe lei a rimettere al posto la sua amica, se non lo fa vuol dire che le piace e se le piace allora va bene. Tutto quello che piace alla mia padrona.
‘Sono certa che non capiterà più’ dice Chiara.
Un’altro ceffone, da dietro, sulla nuca. Piango ma dentro sono piena di gioia. Questa &egrave la mia padrona.
‘Cos’hai capito scema, i tuoi capelli vanno più che bene per asciugarla’
Prendo i miei capelli e asciugo il piede e la gamba della Signorina Chiara.
Non resisto e le lascio anche qualche bacio.
‘Non riesco più a trattemenrmi Fra’ era la voce di uno dei due maschi.
‘Girati, muoviti cagna, vieni a prenderti la sborra di due cazzi in bocca, non vorrai che mi sporchino il divano?’
Mi giro più veloce che posso a quattro zampe, un’occhiata mi basta per capire quale dei due ragazzi stia per venire e mi fiondo sul suo cazzo ingoiandolo appena in tempo per sentire il fiotto di sborra riempirmi la bocca. Mando giù avida tutto il succo.
‘Ti piace la sborra vero?’ Annuisco con la testa non potendo parlare.
‘Grazie padrona’ le dico quando finalmente posso liberare la bocca.
Ma &egrave un attimo, subito prendo in consegna il secondo cazzo.
Intanto che succhio sento di nuovo qualcosa che riempie la mia figa.
‘Senti come &egrave larga questa zoccola, secondo me a breve riusciremo anche a inserirci tutto il braccio’
Al suono di queste parole, di quello che significano per me, in quanto oggetto sessuale di questi ragazzi, ho un orgasmo subitaneo.
Sentendo il mio orgasmo il ragazzo mi segue a ruota riempiendomi la bocca.
Ingoio tutto. Era più gustoso il primo, ma anche questo non &egrave male. Si, sono proprio una cagnetta affamata di sborra, ha ragione la mia padrona.
Mi accascio a terra, spossata da quest’ultima oretta di sesso non stop.
La mia pausa dura poco.
Un calcio in culo della mia padrona mi riporta alla realta.
‘Basta riposare puttana, qui c’&egrave ancora gente che non ha goduto’ alzo lo sguardo e vedo che la Signorina Chiara &egrave a gambe larghe sul divano con la sua fighetta rasata esposta in bella vista, non ho bisogno che mi dica altro mi avvicino e inizio a leccarla, la succhio sempre più a fondo, mi piace anche il succo della figa. Sono proprio un’assatanata.
La signorina Chiara viene in fretta, come sarebbe possibile altrimenti, troppo tempo che siamo tutti eccitati. Io stessa sono venuta due volte e ho una voglia pazza di venire ancora, ma io sono una troia affamata, non faccio testo forse.
‘E Giacomo? Lo vuoi far andare via così poverino?’
‘No, no io sono a posto davvero’ dice lui, ma non capisce che se si rifutasse verrei punita io, come fa a non capirlo, certo &egrave giovane lui e forse… non conosce ancora bene la mia padrona. Del resto dei tre &egrave quello che meno si adatta a questa strana combriccola.
Mi avvicino e inizio ad armeggiare coi suoi pantaloni
‘No, no. Non voglio’ inizia a gridare in preda al panico, si dimena.
‘Vi prego no’ le sue proteste si fanno più deboli come inizio a prendere in mano il suo uccello. Adesso capisco perch&egrave non voleva, nonostante abbia un bell’arnese tra le gambe, si era già venuto nelle mutande prima.
Non lo faccio notare e inizio a spompinarlo, le sue proteste si fermano qui, lui ansima sempre più.
‘In faccia la devi prendere, capito!’
Non &egrave una domanda, &egrave un ordine, della mia padrona.
Stacco la bocca dal cazzo di Giacomo e continuo con una sega.
‘In FAC CIA, IN FAC CIA..’ fanno il caoro tutti quanti.
La situazione mi eccita sempre più, ho anche il pubblico che mi vuole troia, non capisco più niente, la mia figa sbrodola, la mia mano viaggia sempre più veloce fino a che la faccia mi si riempie di sborra calda. Ancora. E ancora. E ancora. Solo in quel momento mi accorgo che anche gli altri due maschi, sono ai miei lati e mi stanno sborrando addosso.
‘Non osare pulirti puttana’ cazzo, io ci speravo.
La mia padrona si avvicina e mi porge qualcosa. &egrave uno specchio. Guardalo, dimmi cosa vedi.
‘Vedo una troia infoiata piena di sborra padrona. Vedo solo una povera cagna in calore’
‘Hai ragione. Hai pienamente ragione. Adesso pulisci questo troiaio e vatti a lavare… sei una lurida cagna’
Giacomo, poverino non osa guardare in faccia nessuno, neppure me che gli ho donato piacere.

Intanto che pulisco loro si danno una ripulita si vestono e la mia padrona li accompagna alla porta.
‘No tu no Giacomo, aspetta che…’
Non sento altro, termino di pulire, non so dove sia la mia padrona, vado in bagno e mi faccio una doccia fresca pulendomi per bene.
Una volta lavata torno in salotto, la mia padrona sta guardando la tv. Mi accuccio ai piedi del divano vicino a lei. Il mio posto.
Passano alcuni minuti.
Sento una carezza.
La mia padrona mi sta accarezzando.
Il mio cuore esplode di felicità.

‘Sei stata proprio una brava troia oggi. Sono fiera di te’

Piango.
Sono troppo felice.

‘Gra.. Grazie padrona. Io la amo padrona. Immensamente’

Il silenzio cala.
Passano ancora alcuni minuti.
La mia padrona ogni tanto mi accarezza e quando si ferma mantiene comunque la sua mano su di me.

‘Lo so’ dice ad un certo momento ‘lo so’ ALESSANDRA

Finalmente &egrave arrivato!
Il giorno in cui probabilmente potrò scoparmi il marito di quella cagna di Giovanna.
Stasera siamo a cena, io e mio marito a casa loro come ci eravamo accordate con Francesca tre giorni fa.
Mio marito non mi preoccupa, deve solo provarci a rompermi le palle quel coglioncello, anzi credo che potremmo divertirci anche con lui.
Mi preoccupa un po’ di più Francesca, &egrave giovane inesperta e irruenta, speriamo che riesca a governare gli eventi anzich&egrave farcisi trascinare.
In ogni caso ho eseguito i compiti che mi aveva affidato.
Adesso dopo una doccia mi infilo un abito color argento, decisamente scollato, non ho le fantastiche tettone di quella cagna della mia amica quindi meglio almeno che mi dimostri accessibile.
In compenso fascia il mio culo che &egrave decisamente più piccolo e invitante e arriva fino al ginocchio con un ampio spacco laterale che dà una certa libertà di movimento.
Ovviamente niente biancheria intima, visto come spero andrà la serata sarebbe solo un’impedimento.
‘Sei pronto?’ chiedo a mio marito entrando in bagno
‘Si certo amore, ma… non ti sembra di essere vestita in maniera troppo ehm… audace?’
‘Cos’&egrave, ti da fastidio che la gente veda che hai sposato una gran figa?’
‘No, no non intendevo questo, &egrave che non vorrei dare scandalo’
‘Adesso non inziare a innervosirmi, aspettami pure in auto tra poco sarò pronta’
‘Ok amore’

GIOVANNA

La mia padrona mi ha ordinato di fare una doccia.
Ha detto che puzzavo di cagna in calore.
Adesso sono profumata, nuda in attesa della mia padrona.
‘Tutto bene schiava?’
‘Si signora. Posso chiederle una cosa signora?’
‘Dimmi ma non esagerare’
‘Non mi chieda di lavarmi così spesso la prego’
‘Perch&egrave? Ti da fastidio essere profumata?’
‘Perch&egrave io sono una cagna in calore signora e come tale devo puzzare’
Un sorriso le sorge sul volto. Sembra quasi dolce.
‘Va bene cagna, penserò alla tua richiesta. Adesso mettiti questa mini aderente, fai risaltare un po’ quelle tue belle chiappone. Sopra non metterti niente tanto avrai il grembiule.’
‘Si mia padrona’ le dico sorridendo ‘&egrave bello poter essere la sua puttana’
‘Hai parlato con tuo marito? Gli hai chiesto se &egrave disposto a chiavarsi la tua amica?’
‘No padrona’ rispondo con sguardo basso sperando di non incorrere nella sua ira
‘E cosa aspettavi scema? Adesso per punizione lo chiederai stasera durante la cena’
Una settimana fa sarei impallidita al pensiero ma dopo le umiliazioni subite negli ultimi giorni questo &egrave niente.

FRANCESCA

Il campanello suona, la cagna &egrave in cucina e non voglio che sconvolga subito il marito di Ale con il suo abbigliamento quindi ‘Vado ad accogliere io gli ospiti’ urlo in direzione della cucina.
Apro la porta. “Vedi sta troiona” penso mentre squadro Alessandra dalla testa ai piedi ‘Caspita come ti sei vestita elegante’ la saluto coi classici baci sulle guance ‘Dovresti essere contento di avere una così bella moglie’ dico rivolta all’omuncolo al suo fianco, prima di procedere a salutare anche lui nello stesso modo, con la differenza che mi avvicino molto più alla bocca che alle guance e soffermandomi un attimo di più.
Mossa che non sfugge ad Alessandra, ma la rincuoro con un occhiolino senza che lui se ne accorga.
Nel frattempo li conduco nel salone dove c’&egrave mio padre che ignaro di come noi donne vogliamo che proceda la serata, si alza a salutare prima lui e poi Alessandra.
‘Vado a salutare Giovanna’ dice Ale intanto che gli uomini si accomodano sul divano.
‘Beh?’ dico io ‘vi sedete lasciando in piedi una povera fanciulla come me?’ fulminandoli con lo sguardo.
Subito si alzano prontamente entrambi
‘Ahahahahah che sciocchi, state seduti, ci stiamo anche in tre se ci stringiamo un attimo’ e così dicendo mi siedo in mezzo ai due strusciandomi lievemente su entrambi e approfittandone per controllare come sta il cazzo di mio padre. Diciamo che la vista di Alessandra prima e il mio strusciamento non gli sono indifferenti. A vista invece, sembra che il marito di Ale sia un po’ più… spento.
Chiacchieriamo amabilmente, con le mie mani che appena possono corrono a toccare il corpo di mio padre e a accarezza casualmente quello del marito di Alessandra.
Dopo un po’ rientra Ale dicendo che la cena sta per essere servita di accomodarci pure.

GIOVANNA

Alessandra &egrave appena uscita dalla cucina, se la serata comincia così sarà una cena lunghissima. Io non indosso intimo, la mini che ha scelto la mia padrona mi stringe tantissimo le gambe che sfreganosi tra loro un po’ si irritano, certo il faccio che sono strabagnata non aiuta.
Ok, adesso uscirò con addosso solo la mini e un grembiule che essendo abbastanza largo non copre molto le mie tettone. Vedremo cosa dirà il marito di Ale.
Prendo in mano il vassoio quando mi accorgo che la mia amic… ehm la Signora Alessandra ha giocato un po’ troppo con la mia figa e la gonna &egrave risalita tanto che non copre del tutto le chiappe. Ormai ho le mani impegnate, potrebbe essere che venga punita punita per questo ma non sono sicura, mentre sono certa che se tarderò ancora un po’ lo sarò quindi procedo in direzione del salone.
Entro proprio in fornte a lui che all’inizio non capisce come sono vestita ma appena mi metto di profilo capisce come sono vestita, io sto servendo la mia gioia della mia vita per cui non so assolutamente cosa succeda perch&egrave devo essere concentrata ma ho sentito dei movimenti che credo vogliano dire che la Signora Alessandra abbia zittito il proprio marito.
Sicuramente sento bene invece le mani che di nascosto dall’ignaro ospite, frugano dentro il mio corpo, proprio dentro.
La cena prosegue, con palpeggiamenti e strusciate, un paio di volte riesco a reprimere un gemito di goduria/frustrazione. Meno male, altrimenti chissà cosa mi sarebbbe toccato come punizione.
Certo l’atmosfera non mi sembra delle più rilassate.
‘Mi &egrave caduto il tovagliolo, raccoglilo’ La dolce voce della mia padrona.
Mi chino e capisco che il tovagliolo &egrave solo una scusa, voleva che vedessi la sua mano, quella che era sotto il tavolo, che stuzzicava il cazzo di suo padre. Non lo stava segando, lo stava più torturando mantenedolo sempre eccitato.
Dopo interminabili minuti la cena finisce, mentre sono in cucina che sto sistemando mi arriva una sculacciata, la riconoscerei ovunque quella cattiveria carica di amore, la mia padrona. Passata la smorfia per il dolore sorrido.
‘Grazie Padrona’
‘Sei stata brava, adesso finisci di sistemare mentre noi beviamo qualcosa’
‘Farò in fretta padrona’
‘Ci metterai il tempo che devi. Alessandra se ne farà una ragione. Sai che ti voglio bene troia?’
‘Lo so padrona. Grazie padrona’ ALESSANDRA

Cazzo, la cena &egrave finita da mezzora e ancora ho la figa vuota e grondante.
Siamo qui a bere e parlare, beh parlare, non mi &egrave sfuggito come quel cretino di mio marito continua a guardare Francesca. Se la vuole fare, del resto lei continua a fare la civettuola. Poverino. Non sa con chi ha a che fare.
Non mi &egrave sfuggito neppure che gli ha versato da bere ogni volta che il bicchiere si abbassava di livello. Cretino.
La luce in cucina si spegne, Francesca si alza prende per mano il cretino e fa alzare anche lui.
‘Vieni con me che cominica lo spettacolo’ dice conducendolo alle mie spalle.
Giovanna fa il suo ingresso gattonando, il grembiule non c’&egrave più, e la mini sta pericolosamente risalendo mano a mano che si avvicina.
Si dirige verso il divano.
‘Ti piace lo spettacolino?’
Sento Francesca che parla a voce bassa alle mie spalle, con la coda dell’occhio vedo che sta sussurrando all’imbeiclle con la lingua pericolosamente vicina al suo orecchio.
‘Si, ma…’ prova a rispondere
‘Shh… niente ma’ dice mettendogli un dito davanti alla bocca in un gesto che indica silenzio. Il dito intanto rimane li fermo e inizia a giocare con le sue labbra. Ok, il mio caro “maritino” ha il cervello in pappa.
La troia si avvicina a suo marito, si prostra ai suoi piedi.
‘Signor Padrone’ dice ‘posso chiedervi un grosso favore?’
Lui era rimasto un po’ spiazzato dall’entrata della cagna della mia amica anche se, da come si era svolta la cena diciamo che lo immaginava.
‘Dimmi pure cagna’ dice riprendendosi in fretta con un sorrisino sulle labbra
‘Le sarei grata se volesse cornificarmi con la Signora Alessandra’
Lui rimane basito, deglutisce.
‘Hai sentito cosa ha chiesto la zoccolona?’ sussurra Francesca a mio marito intanto che continua a giocare con le sue labbra ‘Vorrebbe che quello stallone di mio padre timbrasse tua moglie. Secondo me la tua dolce metà si sta già bagnando al pensiero. Anzi, secondo me &egrave bagnata già da un po’ al pensiero. Che dici, glielo chiediamo?’
Mi volto a guardarla, non vorrei ferire mio marito, anche se &egrave un coglione, ma capisco che non sta capendo molto, infatti annuisce a tutto quello che dice Francesca.
‘Beh, non hai visto Alessandra?’ dice lei, intanto che la sua mano accarrezza una guancia di mio marito per poi scendere sulle spalle ‘Se vuoi essere chiavata da quello stallone di mio padre ti conviene andare a fare compagnia alla tua amica e chiederglielo. O forse non &egrave quello che vuoi?’
Sgrano gli occhi appena capisco.
Piccola perfida serpe. Vorrebbe che mi umiliassi, in ginocchio a implorare per un cazzo.
Intanto la sua mano accarezza il petto di mio marito. Mi alzo in piedi per andare a casa offesa ed umiliata ma… che succede, il mio corpo non risponde, le mie gambe cedono (si piegano?) e senza che capisca come mi ritrovo a gattonare verso il marito di Giovanna proprio come ha fatto lei prima.
‘Vedi cara Alessandra, il fatto che ti presto i miei giocattoli non vuol dire che siano anche tuoi. Anzi, a dire il vero sei poco più di un giocattolo anche tu’
Mi volto a guardarla e vedo che sta legando con non so cosa le mani del coglione dietro la schiena.
Proseguo.
‘Ti prego…’ sento Francesca che si schiarisce la voce dietro di me, mi volto e la prima cosa che vedo &egrave la sua mano che sta accarezzando la patta dei pantaloni di mio marito, alzo lo sguardo e la trovo che scuote la testa, non va bene, mi vuole più umile immagino.
‘La prego’ dico rivolta nuovamente a suo padre ‘la imploro, sarebbe molto bello se lei mi facesse dono del suo cazzo e del godimento che potrei trarne’

FRANCESCA

Brava Alessandra, hai capito che in questa casa comandiamo io e il mio uomo, se vuoi essere chiavata non c’&egrave problema ma porta il rispetto che devi a noi, entrambi. Questo penso.
Intanto suo marito non capisce più niente, &egrave una marionetta nelle mie mani.
‘Hai sentito tua moglie’ sussurro nell’orecchio ‘se mio padre acconsentirà verrà chiavata da un vero uomo’ intanto calco la mano sulla patta dei pantaloni ‘ti piacerebbe vederla chiavata?’
‘Ma io la amo’ risponde lui
‘Ahahhahahah e chi ha detto il contrario scemotto’ rispondo ‘appunto perch&egrave la ami dovresti capire che se &egrave arrivata ad inginocchiarsi per avere il cazzo di un altro uomo, &egrave perch&egrave lo desidera davvero molto e se tu la amassi davvero saresti contento ogni volta che gode’ il suo cazzo per quanto non grosso &egrave sicuramente durissimo sotto la mia mano.
‘S.. si’ risponde in tono incerto
‘Non ti sento convinto’ rispondo colta da un improvvisa idea ‘vediamo quanto tieni alla felicità di tua moglie’
Lo slego e mi allontano da lui, mi siedo sulla poltrona per gustarmi meglio la scena, intanto faccio un cenno alla cagna che mi raggiunga.
‘Vai da tua moglie, aiutala a rialzarsi’ Lui esegue prontamente, convinto che questo suo incubo possa terminare
‘Guarda tua moglie, la’amore della tua vita, non &egrave bellissima?’ Intanto che dico questo accarezzo la mia cagna sulla schiena arrivando fino al suo culo e stimolando leggermente il suo buco. Lo so che vorrebbe godere.
‘Si &egrave stupenda’
‘E non &egrave forse vero che mentre gode, come ogni donna, &egrave ancora più bella? Non vorresti che avesse questo piacere?’
‘Si’ e in faccia gli si legge la delusione perch&egrave ha capito che se non vuole perdere sua moglie deve liberarla.
‘Che dici padre, possiamo dare a questa donna una dose di gran cazzo?’
‘Credo proprio di si’ dal suo sguardo direi che potrebbe venire da un momento all’altro senza che nessuno l’abbia ancora toccata
‘Controlliamo’
‘Tu’ dico rivolta al marito ‘falle scivolare il vestito alle caviglie’
Lui prontamente esegue.
‘Mi sa che tua moglie &egrave già venuta con certe intenzioni, guarda, &egrave già nuda, niente intimo, pronta per godere. Adesso infilale dentro un dito e dimmi se la tua dolce metà, la donna che ami, &egrave bagnata solo all’idea di scoparsi l’uomo sul divano’
Lui prende la sua mano e un po’ goffamente (si capisce che non &egrave abituato a fare certe cose) la accosta alla fighetta di Alessandra.
Lei reprime un gemito e lui ritira la mano e la pulisce nei pantaloni.
‘Chi ti ha detto di pulirti la mano?’ chiedo con tono calmo ma duro
‘Per punizione accompagna tua moglie al divano e chiedi a mio padre di renderti il cornuto che meriti’ intanto ho allargato le gambe, ho preso la testa della cagna che prontamente ha capito e non se lo &egrave fatto ripetere due volte ha iniziato a leccarmi.
‘Ti.. Ehm.. La prego potrebbe scopare mia moglie fino a farla godere?’ dice accompagnandola verso mio padre.
Gliela consegna per mano e mi guarda.
‘ A… adesso lasciagli… spazio e guarda… chebelladonna&egravetuamoglieeeeeeeee’ pronuncio tutte le ultime parole filate intanto che ho il mio primo orgasmo.

ALESSANDRA

Finalmente, quello che aspettavo da tutta la sera sta avvenendo.
Sono qui, nuda, pronta per essere chiavata e godere.
Mi prende per i capelli e mi avvicina la faccia alla cinta dei suoi pantaloni.
Se li apre lentamente, molto lentamente, cazzo troppo lentamente…
‘Comincia a succhiarmelo, senza mani. Attenta però, ogni volta che ti uscirà di bocca riceverai uno schiaffo e ringrazierai’
‘Si signore’
Ininzio a succhiarlo ma la foga mi fa sfuggire più di una volta il cazzo, ci metto un minuti e tre schiaffi per capire che mi conviene andare un po’ più calma e precisa.
‘Ok sei pronta direi’ certo che sono pronta, lo sono da un po’
‘Appoggiati alla spalliera del divano’ dice alzandosi
Eseguo.
Lo sento dietro, si avvicina, come mi accorgo che &egrave proprio all’imbocco della mia figa spiango indietro il culo per prendere finalmente quel cazzo. Subito una sculacciata mi riporta alla realtà.
‘Stai ferma’ ordina ‘immobile’
Ordina. Si. Ormai sono così, schiava ubbidiente del suo cazzo. Mai lo avrei pensato e mai avrei pensato che mi sarebbe piaciuto tanto.
Lui gioca un po’ con la mia figa. Sento che l’orgasmo &egrave molto vicino, infatti appena entra un paio di colpi e vengo.
‘Di già?’ sento dire da Francesca che ha la voce un po’ affannata, probabilmente sta per godere nuovamente anche lei.
Non ho il tempo di pensare che sento nuovamente pompare dietro, fatico a stare ferma ma ho troppa paura per muovermi, non tanto perch&egrave potrei ricevere nuove sculacciate ma perch&egrave potrebbe fermarsi per darmele. Ok. Adesso ho anche io il cervello in pappa.
Dopo tre orgasmi mi sposta, si accomoda sul divano e mi fa girare di spalle.
‘Ok, adesso siediti sul mio cazzo così tutti possiamo rimirare la tua bellezza mentre godi’
Quelle parole mi ricordano che il cretino sta guardando, lo avevo proprio rimosso.
Mi impalo su quel pezzo di carne duro e mi muovo su e giù, giù e in cerchio, lo sento tutto dentro e intanto guardo mio marito che ha una faccia strana. Non capisco se &egrave contento, deluso, partecipe o amareggiato.
‘Cos’hai da guardare tu?’ gli chiedo, forse più dura di quanto meriti.
Francesca sente si gira a guardarlo ‘Probabilmente non si capacita’
‘Capacitati cornuto, vedi… come… godo… cazzo… siiiiii… loooo sentooo’
E con questo siamo a quattro, vengo fatta alzare.
Poi in ignocchio.
Poi di nuovo in bocca.
‘&egrave il mio turno, vedi di svuotarmi bene i coglioni che stasera me li avete riempiti per bene’ dice lui
Non me lo faccio ripetere, lo prendo in bocca, vorrei dire tutto ma non riesco a prenderlo tutto, cerco di farlo arrivare fino in gola.
Non devo andare avanti molto, del resto andavamo avanti da un po’.
Ingoio. Dio che sete che avevo.
Poi sfatta mi appoggio con la schiena al divano senza la forza di alzarmi
Un po’ di sborra mi cade dal labbro
‘Beh? Non dai neanche un bacio alla donna che dici di amare? Non vedi come &egrave stanca?’ Dice alessandra rivolta al coglione
Lui, che non ha staccato gli occhi da me un secondo si avvicina a mi da un bacetto sulle labbra
‘Cos’&egrave quella roba? Sei sicuro di amarla veramente? A me non sembra un bacio da uomo innamorato’
Lui allora, ferito nell’orgolgio probabilmente, inizia un bacio che mi esplora completamente ripulendomi da tutta la sborra che avevo ancora, dopo di che si gira e… vomita.
Coglione.

GIOVANNA

Ha vomitato. Non ci credo. Adesso mi toccherà pulire, non posso lasciare sporca la casa della mia padrona.
‘Vado a pulire padrona’ dico facendo per alzarmi
‘Ferma lì, non ti muovere’ dice alzandosi lei
‘Così non va bene’ dice accucciandosi accanto al marito di Ale intanto che gli carezza la testa.
‘Scus…i’
‘Avrei voluto farti godere, magari offrendoti un pompino, ma non credo che te lo meriti’ dice rialzandosi ‘adesso la mia troia ti farà vedere dove puoi trovare l’occorrente, tu potrai pulire intanto che noi andiamo a finire di divertirci in camera da letto e ti conviene che sia bello pulito per quando avremo finito, altrimenti ti costringeremo a pulire con la lingua. Tutto chiaro?’
‘Si signora, scusi ancora’ dice sempre con lo sguardo basso
‘E chiedi scusa anche alla signora Alessandra, che figure le fai fare?’
‘Scusi signora’ dice sempre a sguardo basso rivolto a sua moglie.
‘Sei un cretino’ dice lei allontanandosi insieme a mio marito.
A un cenno della padrona mi alzo, do una mano al pover’uomo e ci avviamo in cucina.
‘Non fare tardi’ intima la mia padrona con un tono che mi fa capire che in caso contrario non mi piacerà per niente quello che può succedere.
Metto in mano ramazza e detersivi al poveretto e lo abbandono in cucina con uno sguardo disperato. Avrei voluto confortarlo in qualche modo ma non ho proprio tempo. Dovrà fare i conti personalmente con i suoi demoni.
Mi affretto verso la camera da letto ma più mi avvicino più il mio passo si fa incerto. Cosa mi aspetterà? L’ansia sembra voglia schiacciarmi ma poi penso a lei, la mia padrona, l’amore della mia vita, qualsiasi cosa succeda sarà quello che vuole lei e quindi andrà bene.
Busso.
‘Entra zoccola’
Entro
‘In ginocchio’
Mi inginocchio sul tappeto ai piedi del letto, daventi ai tre che sono schierati seduti sul letto.
‘Stasera sei stata brava.’ dice fissandomi con uno sguardo non troppo duro ‘quindi ho deciso che adesso &egrave il tuo turno di godere’
‘Grazie padrona’ rispondo illuminandomi in viso e anche in mezzo alle gambe
‘Sai, tutto il divertimento di stasera in fondo, &egrave merito tuo e della tua troiaggine’
‘Si padrona, sono la sua troia e sono felice di questo’
‘Bene, quindi se alessandra ha avuto tre orgasmi, tuo marito uno e io tre, ci devi sette orgasmi’ dice befferda.
Comincio a preoccuparmi, ho una voglia matta di godere, ma sette orgasmi, sarò uno straccio dopo.
‘Grazie padrona’ rispondo sempre senza scompormi
‘Avvicinati, bacia i piedi della tua padrona’
Mi avvicino, comincio a baciarle piedi, li lecco li succhio. All’improvviso sento una mano che comincia a ravanare all’interno della mia figa
‘Cazzo, questa troia sta gocciolando su tappeto da quanto &egrave in calore’ &egrave mio mari… no, &egrave l’uomo della mia padrona che ha parlato.
‘&egrave vero cornuta? Rispondi al mio uomo’
‘Si signore, sono una troia in ca… loooo…reeeeee’ dico scoppiando nel primo orgasmo e riprendendo immediatamente a succhiare i piedi alla mia padrona onde evitare di incorrere nella sua ira.
Una bocca subito dopo si appoggia a baciare le mie labbra, quelle grandi ovviamente.
Non ci vuole molto a raggiungere un altro orgasmo
La mia padrona si alza, mi accarezza col piede prima di portarsi dietro di me e iniziare a giocare col mio culo e a stimolarmi anche li, mentre il suo uomo riprende a sgrillettarmi.
Terzo orgasmo in breve.
Alessandra si alza si accuccia vicino a me e inizia a torcermi i capezzoli.
Dopo un paio di minuti vengo ancora.
Tra un orgasmo e l’altro mi lasciano appena il tempo di riprendere fiato, ma adesso intesificano fino a farmi godere ancora.
Inizio a non resitere, a implorare pietà.
‘Non fermatevi, niente pietà per queta troia’
Le mie urla si alzano sempre più man mano che i minuti passano fino a raggiungere un grido fortissimo quando vengo per la sesta volta
La signora Alessandra mi prende per i capelli tirandomi indietro la testa, e due bocche lavorano i miei buchi.
‘Godi troia’ dice, ‘ti &egrave piaciuto vedermi chiavata da tuo marito vero?’
‘Si signora, mi &egrave piaciuto molto’
Dopo qualche secondo mi da uno schiaffo
‘Continua, non fermarti, cosa ti &egrave piaciuto?’
‘Mi &egrave piaciuto vederla godere sotto i colpi del cazzo di mio marito, mi &egrave piaciuto che mi abbia fatta più cornuta di quel che ero, mi piace essere usata, un vostro giocattolo’
Dicendo questo urlo il mio orgasmo e tutto si ferma
Credo di essere diventata sorda. Non sento niente, dopo un minuto buono mi accorgo che sono accucciata sul pavimento e sto piangendo.
Non ho più forze, non riesco nenache a smettere di piangere.
‘&egrave stata una brava troia’ sento la voce della mia padrona ma non capisco neanche da dove provenga tanto sono disorientata ‘aiutala a mettersi sul letto, stanotte si &egrave meritata di dormire vicino ai suoi padroni’
&egrave l’ultima cosa che sento, sono così felice ed esausta che mi accorgo a malapena delle braccia che mi aiutano ad alzarmi e mi portano di peso sul letto.
Come mi sdraio mi addormento profondamente

FRANCESCA

‘&egrave stata una brava troia’ dico ‘aiutala a mettersi sul letto, stanotte si &egrave meritata di dormire vicino ai suoi padroni’
Mio padre aiuta la troia ad alzarsi e la mette a letto. &egrave devastata ma so che &egrave contenta, glielo si legge in viso.
Mi avvicino ad Alessandra che sta seguendo la scena e le mollo uno schiaffone.
Lei si volta immediatamente con uno sguardo incazzato, che però sparisce subito seguito da uno sorpreso
‘Perch&egrave, se posso chiedere, mi hai colpita?’
‘Puoi chiedere.’ le concedo, facendole capire che le conviene mostrarsi deferente ‘perch&egrave ti sei permessa di dare uno schiaffo alla MIA troia, senza il MIO permesso’.
‘Scusa Francesca’
‘No,no. Vedi potresti esserti fatta un’idea sbagliata. Vedi il fatto che al momemnto tu non sia la mia schiava, non vuol dire che sei comunque troppo superiore alla mia troia. Non &egrave che perch&egrave te l’ho prestata un paio di volte adesso lei &egrave tua. Quindi se devi chiedere scusa fallo nel modo giusto’ dico indicando con lo sguardo il pavimento.
I suoi occhi, appena capiscono, si sgranano.
Poi ancora quel lampo d’ira.
‘Mai’ dice ‘Non mi farai inginocchiare davanti a te’
Prende e si allontana.
La seguo.
Arrivate in salone, vediamo suo marito che esce dalla cucina, deve aver appena finito di sistemare, oppure ha finito da un po’ e non ha osato venire a disturbarci. Bravo maritino.
‘Vieni, andiamocene’ dice Alessandra.
Lui fa per seguirla, poi si ferma e mi fissa interrogativo.
&egrave mio. Lo so. Lui ancora no ma io si.
‘Ho pulito tutto meglio che sono riuscito, scusi ancora per quello che ho fatto’ mi avvicino, lo accarezzo, gli do un bacio in bocca, che ha un saporaccio, ma bisogna pur saper incentivare gli schiavetti ogni tanto. Intanto stringo il suo uccello duro nelle mie mani.
‘Bravo’ gli dico ‘adesso che torni a casa, se vuoi potrai toccarti fino a godere tre volte’
‘Non gli serve il tuo permesso per fare il porco’ dice altezzosa sua moglie.
‘Sicura?’ rispondo io con un sorrisino ‘Adesso che hai capito quello che vuoi torna pure quando vuoi’ dico invece rivolta lui con una carezza sul viso.
‘Certo che non ci tornerà mai più e neanche io. Ho visto come hai ridotto tua madre. Non farai lo stesso con noi.’
Mi avvicino, forzarla adesso la farebbe solo impuntare di più, deve essere una sua decisione. Per questo non mi incazzo, la guardo con malizia, la mia bocca &egrave a qualche millimetro dalla sua, la sposto vicina al suo orecchio, mantenendo lo sguardo fino all’ultimo ‘La troia riceve solo quello che vuole, anche tu puoi ricevere quello che vuoi. Puoi anche ingganrti, raccontandoti che non &egrave così, ma la tua figa non mente, adesso sarà sicuramente fradicia al pensiero di ricevere il mio perdono’ torno a guardarla sfidandola a contraddirmi
Lei esita un attimo poi risponde ‘Sei pazza, tu non puoi fare tutto quello che vuoi’ ma non &egrave più la voce sicura di prima. Beccata!
Oh,come ti sbagli.
‘Arrivederci Alessandra. Quando e non se, vorrai tornare a giocare con noi puoi immaginare cosa ti aspetta. Tu invece torna pure quando vuoi’ ripeto a suo marito.
Cosi dicendo li accompagno alla porta, saluto lei con i due bacetti e suo marito anche ma con un paio di carezze fuggevoli al suo cazzo.
Una volta congedati, torno da mio padre e lo trovo in bagno.
‘&egrave anadata ma tornerà prima o poi. Lui invece lo rivedremo presto. L’ho baciato un paio di volte, adesso ho un saporaccio. Prima di lavarmi i denti, non &egrave che avresti un po’ di sborra per me?’
‘Certo’ risponde avvicinandosi.
Si abbassa i calzoni e io mi abbassao a mia volt iniziando una sega da manuale.
‘Allora’ gli domando ‘piaciuta la serata?’
‘Certo, scoparmi Alessandra &egrave stata una cosa fantastica. Non saremo però stati un po’ rudi con suo marito? e con tua madre? non &egrave che hai intenzione di fare anche di me il tuo schiavetto’
‘Tranquillo papà, tu lasciami fare quello che penso senza contraddirmi &egrave non avrai mai problemi da me. Io alla gente do solo quello di cui ha bisogno. Il troione di la e il cornuto, sono nati per essere schiavi. Tu no. Alessandra non reggerebbe a lungo come schiava, le piace troppo comandare, ma le piace anche essere guidata.’
Intanto l’uccello di mio padre era duro.
‘Dai papà, dammi la tua sborra buona che devo fare i risciaqui prima di andare a letto’
Lui si sta eccitando
‘O preferisci che la prossima volta che mi serve della sborra faccia pompini a metà della mia classe durante le lezioni? Ti immagini, cosa penserebbero i professori sapendo che alla tua donna piace la sborra?’ avrei voluto andare avanti ma un getto caldo mi finisce nella bocca che avevo prontamente spalancato davanti a quel magnifico cazzo.
Faccio un paio di risciaqui prima di ingoiare tutto.
‘Se adesso ti chiedessi il bacio della buona notte rischierei di vederti fare la figuraccia del cornuto?’ gli chiedo
‘Certo che non piccola mia’
Quindi gli do una bella slinguazzata prima di staccarmi da lui.
‘Sei proprio un porco, buonanotte’
E lo caccio fuori dal bagno chiudendo la porta

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