Skip to main content
Racconti erotici sull'Incesto

Ricatto e controricatto

By 20 Settembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Questa storia risale al 1989, quando avevo 20 anni. Vivevo con mia madre e mio padre in un piccolo centro agricolo della provincia di Terni. Mio padre era praticamente sempre assente da casa per via del suo lavoro di autotrasportatore internazionale e, dunque, spesso io e mia madre restavamo soli anche per molti giorni di fila. Naturalmente, quando ciò accadeva, mia madre era di solito più apprensiva, mi rompeva le scatole per ogni cosa e mi toccava stare di più in casa per darle maggiore tranquillità.
Una sera del mese di luglio di quell’anno, ero appunto in casa con mia madre e stavamo litigando perchè avevo combinato un appuntamento con i miei amici per passare una bella serata in pizzeria e, poi, in una discoteca fuori paese. Ma mia madre si era messa di traverso, non voleva uscissi con i miei amici, che lei giudicava dei perdigiorno, e stavamo in effetti litigando di brutto. Non me la sentii di mandarla al diavolo, rinunciai ad uscir di casa e, sia pure con un muso lungo così, restai a cena con lei.
A tavola continuai a mostrarle la mia insofferenza, a sbuffare ed a farle pesare quella serata noiosa e per giunta resa insopportabile dal gran caldo. Ad un certo punto una vicina di casa chiamo’ mia madre dalla strada. Mia madre si alzò e si affacciò dalla finestra e cominciò a chiacchierare con lei. Aveva indosso una vestaglietta da cucina molto leggera e piuttosto corta e, mentre parlava alla finestra con la sua amica, non potei fare a meno di guardarla e mi accorsi che aveva un culone da favola e delle cosce ben tornite. Bastò un attimo che il cazzo mi divenne duro e dovetti girare lo sguardo per tenerlo a bada.
Ero molto risentito verso mia madre perché mi complicava sempre la vita e quella sera aveva mandato all’aria una serata in allegria con i miei amici, facendomi fare tra l’altro una brutta figura con essi. Ma quella visione delle sue grazie posteriori mi fece passare di testa l’incazzatura e lasciò il posto ad un’idea malandrina, quasi una piccola vendetta ai danni di quella stronza.
Il giorno dopo, parlando con Sergio, un amico carissimo e fidatissimo, della serata andata buca, gli dissi che mia madre mi aveva rotto i coglioni e lo pregai di farmi un favore: gli spiegai che l’indomani lui sarebbe dovuto venire a casa mia e, facendomi io trovare assente, lui ne avrebbe dovuto approfittare per provarci con mia madre. Sergio era un bel ragazzo e mia madre non aveva mai nascosto i suoi apprezzamenti lusinghieri per lui e per il suo fisico prestante. Il mio amico sulle prime restò sbigottito e mi manifestò tutte le sue perplessità, ma dietro la mia insistenza finì per capire il mio disegno e per assicurarmi la sua collaborazione.
Il mattino seguente alle 10 uscii di casa con una scusa, ma non mi allontanai, nascondendomi in un portone non lontano. Alle 10.30 precise, come convenuto, vidi arrivare Sergio che, dopo aver citofonato, salì in casa. Aspettai una buona mezz’ora, poi uscii dal mio nascondiglio e rientrai in casa, senza farmene accorgere. Non si avvertiva alcun rumore, Sergio era evidentemente entrato in azione. In punta di piedi mi avvicinai alla cucina ed ecco, la scena era proprio quella che aspettavo: mia madre seduta sul tavolo della cucina che si baciava voluttuosamente con il mio amico, lui che cercava di metterle le mani sotto la vestaglia, e lei che opponeva una resistenza solo apparente.
Entrai all’improvviso in cucina, Sergio, anche se complice della messinscena, restò come paralizzato dalla sorpresa, mia madre era tutta arrossita e cercò subito di giustificarsi dicendo che stavano parlando. Come concordato, cacciai Sergio in malo modo e, rivolto a mia madre, le urlai che avevo capito tutto, che avrei raccontato a mio padre che razza di moglie aveva; dopodiché me ne uscii di casa sbattendo la porta.
Quando tornai a pranzo, trovai mia madre disperata, tentò nuovamente di giustificarsi, mi scongiurò di non raccontare nulla, ma io niente, non le rispondevo neppure. Per tutto il pomeriggio lei cercò di tornare sull’argomento, ma io mi mostrai inflessibile e indifferente. La mia rivincita cominciava a prendere corpo e ne assaporavo il piacere sottile.
La mattina successiva, quando mi alzai, mia madre stava pulendo la cucina e mi aveva fatto trovare la colazione pronta. La sera sarebbe tornato mio padre e si vedeva chiaramente che lei era sulle spine. Mi spiegò nuovamente che avevo equivocato e che lei con Sergio stava semplicemente parlando. A quel punto mi misi a ridere e a sbeffeggiarla. Poi, dinanzi alle sue proteste e preghiere, mi alzai dal tavolo e la sfidai a farmi rivedere bene in che modo stava ‘parlando’ con Sergio.
Mia madre allora si appoggiò al tavolo della cucina e tentò di mimare la scena, come se lei tenesse il mio amico per un braccio. Le ribattei subito che non era quella la posizione, la invitai a sedersi sul tavolo, lo fece ed io mi avvicinai. Aggiunsi che avevo visto chiaramente una mano di lui sotto la vestaglia e, per simulare la scena, misi una mia mano in mezzo alle sue cosce.
All’inizio provò a toglierla, ma quando vidi con che espressione la guardavo negli occhi, mi lasciò fare. Continuai a contestarle che avevo visto come si stavano baciando e mi avvicinai per rifare la scena, ma lei si ritrasse sottraendosi al bacio. Saltò giù dal tavolo e imbufalita si diresse in sala da pranzo; la bloccai spalle al muro e le sussurrai perfidamente che era inutile che recitasse la parte della donna offesa: se non aveva nulla da farsi perdonare, perché temeva tanto che io riferissi tutto a mio padre?
Allora le presi la mano e me la infilai dentro ai pantaloni della tuta, facendo in modo di farglielo prendere in mano. Le feci stringere le sue dita sul cazzo e lei incominciò a piagnucolare. Ma non mi feci impietosire. Anzi le ordinai di farmi una sega, guardava in continuazione il mio cazzo che oramai era fuori dalla tuta. Stava quasi per farmi venire quando, d’un tratto, la sua amica la chiamò dal suo balcone.
Mia madre si sentì salva e si precipitò alla finestra per rispondere. Ma non immaginava che era caduta dalla padella nella brace. Mi avvicinai alla finestra ed incominciai a strusciarmi sul suo didietro. Le alzai la gonna e le passai una mano dentro le mutande. La sua amica vedeva mia madre in faccia, lei non poteva dire nulla, ed io ne approfittai per infilarle il dito nella fica. Mi tolsi i pantaloni e le mutande, lei se ne accorse ed incominciò ad essere nervosa. Ora era lei che voleva interrompere quella chiacchierata, ma la sua amica aveva voglia di parlare e lei non riusciva a togliersela dalle palle.
Piano piano le tirai giù gli slip’..poi le tirai su la gonna e vidi la sua fica stupenda. Le tirai su una gamba ed incominciai a infilarglielo dentro. Non sapeva cosa fare, non poteva neppure agitarsi troppo per non dare nell’occhio. Sta di fatto che, in quattro e quattr’otto, il mio cazzo era tutto dentro quella ficona calda.
Doveva essere terribile farsi pistonare in quel modo e restare apparentemente immobili, tanto più che, mentre la pompavo da dietro, la baciavo sulla schiena procurandole dei brividi irresistibili. Ad un tratto sentii la sua amica chiederle se stava bene; lei ne approfittò per dirle che aveva un po’ di mal di testa, si scusò e la salutò.
Chiuse di scatto la finestra, si staccò da me e, giratasi di fronte, mi assestò uno schiaffone in faccia. Mi incazzai di brutto, col cazzo ancora bene in tiro, mi riavvicinai a lei, la presi e la trascinai nella sua camera da letto, dicendole che non c’era nulla da fare, che doveva fare quello che volevo io.
Piangeva in continuazione per l’umiliazione, la misi seduta sul letto e glielo infilai in bocca e, siccome non lo succhiava, allora le diedi due schiaffi. Si scosse e da quel momento incomincio’ a spompinarmi come sapeva fare. Le venni in bocca e non tolsi il cazzo fino a che non aveva bevuto tutto.
La sera tornò mio padre, ma ci disse laconicamente che la mattina seguente sarebbe ripartito. Io naturalmente non dissi nulla e mia madre tirò un sospiro di sollievo.
La mattina seguente, quando mi svegliai, mio padre era già ripartito, ed io chiesi sfacciatamente a mia madre se aveva scopato con lui. Sulle prime non intendeva rispondermi, poi visto il mio tono risoluto, mi rispose che non avevano fatto nulla, perché mio padre era stanchissimo.
‘Meglio così!’, commentai tra me e me.
Andai in bagno e le dissi, senza nessuna gentilezza, di prepararsi perche’ l’avrei accontentata io. Quando tornai la trovai seduta in poltrona che piangeva, mi avvicinai, aprii l’accappatoio e glielo misi di nuovo in bocca. Questa volta incominciò subito a succhiarmelo, senza discutere, ma, siccome non mi toglievo dalla testa l’immagine di quel suo bel culone alla finestra, la feci alzare e la misi alla pecorina sulla poltrona.
Andai in cucina presi la bottiglia di olio e ne versai un po’ fra le chiappe. Riprese a piangere, ma io non diedi alcun peso alla cosa, le allargai le natiche ed incominciai ad infilarglielo nel culo. Incominciò a dirmi che le faceva male, ma piu’ lo diceva e piu’ mi facevo strada nel suo culo. La posizione non era delle migliori, perciò la feci sdraiare in terra, le allargai le gambe ed incominciai a scoparla come un toro. Ad un certo punto lei mi supplicò di fermarmi, disse che voleva sistemarsi meglio, mi fece sdraiare e si impalò sopra di me e piano piano fece in modo di far rientrare la mia asta di ferro interamente nel culo.
Una cavalcata forsennata, indimenticabile. Lei si scatenò come un’ossessa, godette e mi fece godere all’impazzata. Alla fine, mi disse che la sborra la voleva in fica. L’accontentai, sborrò copiosamente anche lei, poi restammo sdraiati l’uno accanto all’altra a goderci il rilassamento dei sensi.
Sono passati un po’ di anni, mio padre non c’e’ più, io ho una bella moglie, dolce e porca al tempo stesso, che mi soddisfa da tutti i punti di vista, ed ho anche una bellissima figlia. Mia madre oggi ha 66 anni. Sono almeno 8 anni che non ho più scopato con lei. Dico la verità, avendo una moglie bella e porca, non sento più la necessità di sfogarmi con lei, nonostante sia ancora un boccone appetibile.
E siccome, quando vado a farle visita, lo faccio sempre in compagnia di mia moglie e di mia figlia, è lei che viene a trovarmi nel mio ufficio, a strusciarmi addosso le chiappe e le tettone ed a manifestarmi la sua voglia insoddisfatta di sesso. Ora sono io a cercare di svicolare, facendole osservare che in ufficio è pericoloso. Lei non si perde d’animo e, in un modo o nell’altro, finisce per prendermelo in bocca e farmi un bel pompino.
Ma, naturalmente, non le basta, vuole che torno a scoparla per bene, minacciando che, se continuo ad ignorare le sue richieste, e’ pronta a fare la spia a mia moglie.
Ora è lei che mi ricatta e, vista la determinazione che leggo nei suoi occhi, temo di non avere scampo.

—-
roki_rae@hotmail.it

Leave a Reply