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Racconti erotici sull'Incesto

SERATA CASALINGA

By 6 Ottobre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

La scoperta

Sono in camera da letto. Ho fatto una doccia e mi sto frizionando il corpo con olio profumato. Devo uscire con mio marito per andare a cena con dei conoscenti. Sono nuda davanti allo specchio che, implacabile, mi rimanda le immagini del mio corpo. Guardo la mia immagine per la prima volta da quanto ho partorito il mio secondo figlio; sono trascorsi ben 18 anni. Noto dei cuscinetti sui fianchi e la pancia mostra chiari segni di decadimento. Un tempo l’avevo che sembrava essere tutt’uno con le reni. L’avevo talmente piatta che si poteva cuocere un uovo. Mi metto di profilo e noto che anche il mio culetto ha perso la sua smagliante forma. I miei glutei non si tengono più su come un tempo. Afferro le maniglie dell’amore e le scuoto. Sigh!.. dio quanto grasso! Poi i miei occhi si spostano sul mio seno. Lo guardo e non posso fare a meno di cacciare un grido di compiacimento. Eh, sì; anche se un po cadente ho delle tette che ancora sfidano la forza di gravità. Alla mia età (38 anni) avere un seno ancora rigoglioso significa avere ancora un arma da usare. Ed io lo uso con profitto. Mi diverto molto a guardare le espressioni degli uomini quando gli sbatto sotto ai loro bramosi occhi le mie gemellone coperte da camice con i primi bottoni non agganciati. Do loro in mostra abbondanti parti delle mie zizze e tenuto conto che uso reggiseno a coppe completamente aperte, chi guarda non può non notare la forma dei capezzoli, grossi come ciliegie, che spingono contro la stoffa delle camicie come due bulloni che sembrano volerla perforare. Vedo i loro pomo d’Adamo salire e scendere; li guardo negli occhi e vi leggo il desiderio. Nonostante tutto e nonostante il trascorrere degli anni credo, penso, sono sicura che molti miei ammiratori farebbero salti di gioia se solo facessi capire loro che qualcosa potrei concedere. Anche se il mio corpo lo desidera non posso. Ho un marito e due figli che amo e la loro presenza mi proibisce di fare azioni immorali. Comincio a vestirmi. Ho appena indossato le calze ed il reggicalze che il trillo del telefono mi distoglie. Alzo la cornetta. La voce di mio marito mi suona nell’orecchio.
‘Ciao, cara. Non affrettarti. Ti comunico che la cena &egrave saltata. I miei titolari hanno altri impegni per me. Ho già avvisato tutti che &egrave rinviata a data da destinarsi. Ti prego chiama tu il ristorante ed annulla. Se proprio vuoi uscire vacci da sola o portaci i ragazzi.’
Cazzo. Questa non ci voleva. Mi stavo preparando per una serata piena di avance silenziose.
‘Quando credi di poter rientrare?’
‘Non lo so. ma credo che ci tratterranno per almeno due o tre ore. Diciamo che per le nove o dieci di stasera sarò a casa. in ogni caso quando ho finito ti faccio un colpo di telefono.’
‘Caro, se non mi trovi vuol dire che sono uscita con i ragazzi. La serata non la perdo.’
‘Ok. Amore. Divertiti.’
Attacco il telefono e mi butto sul letto. Che schifo di serata. Dopo circa quindici minuti mi alzo, indosso il reggiseno a coppe aperte; copro il tutto con una vestaglia semitrasparente ed esco dalla stanza. Mi dirigo verso le stanze dei miei due figli. Chiederò loro come vogliono trascorrere la serata e se sono disponibili a sobbarcarsi la loro madre. Arrivo alla porta della camera del più grande. Non busso. Afferro la maniglia ed apro. Entro. &egrave seduto alla scrivania. Mi da le spalle ed &egrave intento a leggere qualcosa, non so di che si tratta perché non riesco a vedere. Mi avvicino. Lui non si accorge della mia presenza. Da sopra le spalle guardo e vedo che sta guardando immagini di una rivista porno. La mia prima reazione &egrave di disgusto, poi mi soffermo a guardare anch’io. Mi accorgo che lui ha il cazzo fuori dai pantaloni e lo accarezza. Non posso che ammirarlo. &egrave una bella mazza; grossa &egrave lunga. Farebbe la felicità di molte ragazze e di molte donne. Me compresa.
‘Cosa leggi?’
Nel sentire la mia voce sobbalza. Poi senza nessuna remora o difficoltà mi risponde.
‘Sei tu mamma. Non ti avevo sentita.’
‘Ti credo. Sei talmente impegnato a guardare quelle sconcezze che il mondo intorno a te non esiste più. Ti piacciono così tanto queste riviste? Questa che stai guardando di cosa tratta? Qual &egrave l’argomento?’
Per niente intimidito mi risponde.
‘L’argomento &egrave l’incesto.’
Resto di sasso.
‘L’incesto? Vuoi dire fare sesso con uno dei propri familiari? Oh cazzo! Non sapevo che esistono riviste che trattano di argomenti di questo tipo. Quello che stai guardando a che rapporto si riferisce?’
‘A quello tra madre e figlio.’
Sono scioccata.
‘Vuoi dire che sono immagini di una madre che fa sesso col proprio figlio?’
‘Sì mamma.’
Un attimo di titubanza.
‘Posso guardare anch’io?’
‘Prendi una sedia e vieni a sederti vicino a me. La guardiamo insieme.’
Quello che vedo &egrave indescrivibile. Le figure di un ragazzo nudo che si esibisce montando una donna nuda con dei seni procaci e che chiama ‘mamma’. I miei ormoni cominciano a danzare. Per un attimo distolgo lo sguardo dalla rivista e sposto gli occhi sulle gambe di mio figlio. Lui continua ad accarezzarsi il cazzo. La danza degli ormoni aumenta di intensità.
‘Di un po’. Tu veramente credi che queste cose nella realtà esistono? Voglio dire non &egrave che sono frutto di perverse fantasie. Una madre che si scopa il figlio? dai non dirmi che ci credi?’
Lui mi guarda negli occhi. Una strana luce li illumina.
‘Perché non dovrei crederci? La storia &egrave piena di relazioni incestuose e credo che fra le mura domestiche molti incesti si consumano senza che nessuno sappia.’
‘Tu lo faresti? Voglio dire ti scoperesti tua madre? La chiaveresti?’
Senza mostrare vergogna mi fissa negli occhi e senza essere minimamente imbarazzato mi risponde.
‘Se mia madre fosse una bella donna come lo sei tu e mi facesse capire che lei fosse d’accordo a fornicare col proprio figlio non vedo perché non dovrei farlo.’
Senza giri di parole e molto esplicitamente mi ha detto che mi chiaverebbe. I miei ormoni aumentano di velocità; sono scatenati ed hanno invaso il mio cervello che &egrave completamente partito.
‘Mi stai dicendo che se io te lo permettessi tu non avresti remore nel copulare con tua madre?’
‘Mamma, sei una bella donna. Io mi procuro questa rivista perché vedendo le figure la mia fantasia mi fa vedere il mio corpo avvinghiato al tuo in tutte le posizioni che il Kamasutra descrive. Sono anni che fantastico di potermi accoppiare con te. Sì, il mio più grande desiderio &egrave di chiavarti.’

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Invito

Ma si; chi se ne frega. Mio marito mi ha detto di divertirmi e quale divertimento &egrave meglio di una sana scopata. Una scopata fatta in famiglia e di cui nessuno saprebbe mi farebbe recuperare la serata alla grande. Da quello che vedo erigersi dall’inguine di mio figlio credo proprio che il divertimento non mi mancherà. Mi alzo, mi libero della vestaglia e vado a stendermi sul suo letto.
‘Vieni. Porta anche la rivista. Questo &egrave il giorno in cui le tue fantasie diventeranno realtà. Prima però vai a chiudere la porta a chiave. Non vorrei che tuo fratello ci sorprendesse nel mentre me lo stai sbattendo nella pancia.’
‘Mamma, non scherzare. Io parlo seriamente quando dico che ti amo e che niente mi tratterrebbe dall’accoppiarmi con te se tu me lo permettessi.’
‘Senti, io non sono abituata a pregare, ti voglio. Spogliati e vieni a concretizzare i tuoi desideri.’
‘Mamma sarebbe incesto?’
‘E allora? Hai appena finito di dire che tra le mura domestiche gli incesti sono all’ordine del giorno. Hai anche detto che se tua madre te lo permettesse la chiaveresti. Io te lo permetto. Vieni a chiavarmi.’
In una manciata di secondi si spoglia e si lancia sul letto; mi &egrave sopra.
‘Piano. Non essere irruente. Prima liberami dalle mutandine e vieni a baciarmela. Voglio sentire le tue labbra sulla mia figa. Tuo padre non me la bacia mai. Nel Kamasutra non &egrave viene descritta la posizione della figa baciata, ma tu sai come farlo vero?’
‘Baciartela ed assaporarla &egrave uno dei miei desideri preferiti.’
Si inginocchia fra le mie cosce che nel frattempo ho allargato a 180′ dandogli in visione la mia polposa e pelosa figa. Fionda la testa nel mio inguine e sbatte le sue labbra sulle grandi labbra della mia pelosona.
‘Mamma, ti devi tagliare questi peli. Sono di impaccio.’
‘Ti prometto che li taglierò. Ora non pensare ai peli; baciamela.’
Non si limita solo a baciare; la morde pure. Non sono morsi da staccarmela ma sono pur sempre morsi.
‘Ehi! Vacci piano. Quella mi serve.’
‘Mamma te la mangerei per non fartela dare più a nessuno.’
‘Ci credi se ti dico che nessuno, fatta eccezione per tuo padre, l’ha mai avuta. Tuo padre, trascorsi i primi anni di matrimonio, si &egrave guardato bene dal sollazzarla. Dimenticò che sua moglie aveva delle necessità fisiologiche. Dopo di lui tu sei il primo e l’unico. Non ci saranno altri. Mi devi però promettere che nessuno dovrà mai sapere della nostra relazione.’
‘Nostra relazione? Vuoi dire che non sarà l’unica volta?’
‘Non sono mica matta a farmi scappare un bel puledro che mi trova bella e mi desidera. Tu da questo momento diventi, sarai il mio amante segreto. Noi due ci ameremo fino a consumarci. Dovrai alimentare la mia fucina con la tua forza. Mi dovrai allagare il ventre fino a far affogare il mio utero nel tuo sperma.’
‘Mamma sarai la mia mantide.’
‘No, non ti mangerò. Tu mi sevi. Ora datti da fare che il tempo non ci &egrave amico.’

La mantide entra in azione

“Mamma sarai la mia mantide.”
“No. Non ti mangerò. Tu mi servi. Ora datti da fare che il tempo non ci è amico. Abbiamo poco tempo. Tuo padre potrebbe tornare da un momento all’altro.”
“Mamma, lo farò bastare. Perché ti preoccupi? Hai detto che sarò il tuo amante e allora? Abbiamo tutta una vita davanti. Ti sbatterò fino a consumarmi dentro il tuo ventre. Niente mi sarà più da impedimento. Chiavarti sarà il mio unico scopo.”
Un minuto dopo mio figlio fionda la sua testa fra le mie cosce e da inizio alla danza dei baci. Comincia col baciarmi l’interno cosce con piccoli e veloci bacetti che risvegliano nella mia mente assopite sensazioni. Piano e senza fretta sento le sue labbra spostarsi sempre di più verso il centro del mio inguine. È bravo; ci sa fare. Lo aiuto sollevando il bacino in modo che la mia passera sia molto più vicina alla sua bocca. Di colpo un guizzo della sua lingua viene ad assaggiare le mie grandi labbra; un brivido mi percorre la spina dorsale e raggiunge il mio cervello; grido.
“Sììì, finalmente ci sei. Continua. Guai a te se ti fermi.”
Non ha nessuna intenzione di fermarsi. Sento la punta della sua lingua titillare il mio clitoride che in un attimo si indurisce e cresce fino a raggiungere una considerevole misura. Le labbra di mio figlio lo imprigionano e lo mungono mentre la sua lingua continua a vorticare sul piccolo glande del mio clitoride. Un lungo ululato mi sale nella gola e dilaga nella stanza. Smette di succhiarmi il clitoride e mi redarguisce.
“Zitta. Se continui a gridare ti può sentire il tuo secondo figlio, mio fratello e non so che scusa devo raccontargli per giustificare il perché mi sono chiuso dentro.”
“Gli puoi dire che una ragazza ti è venuta a trovare?”
“Sarebbe una bugia perché lui sa che non ho una ragazza e mai l’ho avuta. Mio fratello sa che il mio unico desiderio è quello di possederti. Sa che sei il sogno della mia vita.”
“Vuoi dire che tuo fratello sa che tu bramavi di entrare nel mio letto? e non ha detto niente?”
“No. Quando glielo dissi si limitò a guardarmi e poi, con lo sguardo rivolto verso il pavimento, mi confessò che anche lui era innamorato di te e che desiderava accoppiarsi con sua madre.”
“Mi stai dicendo che tuo fratello mi desidera? Oh cazzo! Non credevo di avere due perversi puledri in casa che scalpitavano per depositare il loro falcone nel mio nido. Non vi importava che fossi vostra madre? Non avete mai pensato che fornicare con me significava commettere un atto impuro? Sapevate che farvi entrare nel mio letto significava commettere incesto? E da quando desiderate chiavarmi?”
“Sono già diversi anni. Dell’incesto non ci importava. Noi vedevamo in te una donna meravigliosamente bella e con un corpo fantastico.”
“Eravate dei bambini. Come vi venivano certe fantasie?”
“Un giorno ti vedemmo nuda sotto la doccia. Avevi lasciato la porta aperta. Le tue fattezze ci colpirono. Cominciammo a spiarti. Poi vennero le prime seghe. Ci masturbavamo pensando a te. Da allora non abbiamo più smesso.”
“Ecco spiegato il motivo per cui mi ronzavate intorno come calabroni infoiati. Avessi saputo non avrei aspettato a farvi alloggiare i vostri sparvieri nel mio nido. Da oggi puoi smetterla di tirarti seghe. Ci sono io che provvederò a soddisfare le tue necessità. Piuttosto con tuo fratello come la mettiamo? Anche se sta nella stanza affianco della tua avrà sicuramente sentito le mie grida.”
“Mamma, lui ti desidera quanto ti desidero io. Non puoi tenerlo fuori dal tuo letto. Dovrai soddisfare anche le sue necessità; trova tu il momento per portarlo a letto.”
Il pensiero di avere due puledri contemporaneamente disponibili a soddisfare la mia sete di sesso mi manda in ebollizione gli ormoni. Sto ancora metabolizzando la prospettiva che il telefono squilla. Mi precipito a rispondere. È mio marito.
“Cara, qui le cose andranno per le lunghe. Credo che mi tratterrò per tutta la serata ed anche per buona parte della notte. Mi dispiace. Vai a divertirti coi ragazzi.”
“Stai tranquillo. Non darti pensiero. Sono rimasta a casa. Con il più grande avevo già cominciato a divertirmi. Non mi resta che trascinare nel gioco anche il secondo.”
Riattaccai. Presi la sveglia e la sistemai sulle ore tre. Corsi in camera di mio figlio.
“Dai, vai a chiamare tuo fratello e raggiungetemi nella mia camera. Abbiamo fino alle tre per portare a termine l’opera. Credo che 12 ore possano bastare per realizzare i vostri e miei sogni.”

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Il pasto si arricchisce di una seconda portata.

Lo lascio e ritorno in camera da letto: la mia. Libero il letto dalla copertura e mi ci stendo sopra appoggiando le spalle alla testata del letto; tiro su le cosce e le allargo più che posso. Cinque minuti dopo i due torelli sono sul letto distesi ai miei due lati. Uno, il primo è già nudo. Il secondo ha ancora i jeans e la maglietta.
“Cosa aspetti? Spogliati che il tempo è poco.”
In una frazione di un minuto si libera dei vestiti e mi viene sopra e senza darmi il tempo di parlare il suo sparviero spicca il volo e raggiunge il mio nido. Lo sento entrare; Sento il suo cazzo penetrare nel mio ventre. La penetrazione dura diversi secondi. Deve averlo abbastanza lungo e deve essere anche largo. Arriva in fondo. Sento il suo glande urtare contro il mio utero. Avvicino la mia bocca al suo orecchio.
“Non avere fretta. Fai piano. Non scappo.”
Lo guardo negli occhi.
“Perché non mi hai mai detto che mi volevi?”
“Sei mia madre. Come facevo a dirti che ti bramavo; che volevo chiavarti. Ho avuto paura di essere preso per pazzo.”
“Non sei il solo pazzo. Anche tuo fratello lo è. Chiavarsi la propria madre è una pazzia. Ma io sono stramaledettamente pazza da farmi chiavare dai miei due figli. Dovete ringraziare vostro padre se sono qui a farmi sbattere. Vi dico subito che non ho remore di sorta. Sarò la vostra puttana. Da oggi voi due riempirete i vuoti della mia esistenza. I vostri sparvieri dovranno sempre essere pronti a soddisfare le esigenze della mia passera. Dovete cibarla. Non dovete mai farmi mancare il vostro amore. Sarete i miei amanti. Vostro padre non lo saprà e voi due non glielo direte e faremo in modo che non lo venga mai a sapere. Siete d’accordo?”
All’unisono si dichiararono d’accordo.
“Ed ora mie fantastici porcellini apriamo le danze.”
Con una spinta faccio roteare il mio corpo fino a trovarmi sopra il mio secondogenito e sempre con il suo cazzo ben piantato nel mio ventre.
“Scusami. Non è giusto che tuo fratello resti a guardare. È stato lui a dirmi del tuo desiderio di chiavarmi.”
Giro la testa verso il mio primogenito.
“Apri il cassetto del comodino. Vi troverai dei preservativi. Prendine uno e vieni da me.”
Con una espressione interrogativa dipinta sul volto esegue. Poi si avvicina.
“Dai, mettimelo in bocca che te lo preparo.”
Un minuto dopo mi trovo a leccare il cazzo del mio primogenito. Il ragazzo mi prende la testa fra le mani e avvicina la sua mazza alla mia bocca. Ho le labbra dischiuse pronta ad accogliere il cazzo di mio figlio nella mia bocca. Metto in azione la lingua e pennello il poderoso fallo come fa un imbianchino quando vernicia una parete. Su, giù. La mia lingua scorre sulla grossa asta che vibra ad ogni passaggio sul suo duro e caldo corpo. Mio figlio lancia lunghi ululati di piacere. Intanto il mio secondo puledro ha preso a svangare il suo omere nella mia figa mentre con la bocca mi sta succhiando una tetta. L’altra mia zizza è invece sottoposta alle strizzate che la mano del mio primogenito esercita mentre l’altra sua mano è impegnata a tenermi ferma la testa nel mentre glielo sto leccando. Per un attimo la mia mente vola a mio marito. Chissà cosa direbbe se scoprisse che sua moglie si fa chiavare dai suoi figli. Un perverso pensiero mi attraversa la mente. Ma sì, che lo venga a sapere. Conoscendolo sono sicura che la cosa non gli farebbe ne caldo e ne freddo. Non provocherebbe uno scandalo per non esserne coinvolto. La sua reazione sarebbe quella di uscire di casa per non farvi più ritorno. A me farebbe comodo. Potrei ospitare i miei figli nel mio letto senza preoccuparmi che il loro padre lo venga a sapere. I miei pensieri si interrompono. Smetto di succhiare il cazzo del mio primogenito.
“Sei pronto. Calza il preservativo e vienimi dietro.”
Nel mentre lui si sposta fletto il mio corpo sul torace del mio secondo figlio e gli schiaccio le tette sul petto. Porto le mie mani sulle mie chiappe e le dilato.
“Lo vedi quel buco? Quella è la seconda porta dalla quale si può entrare nel mio corpo. Non è mai stata usata. Se non ti fa schifo puoi usarla.”
Per alcuni secondi il silenzio cala nella stanza. Poi …
“Mamma quello che sto guardando è il buco del tuo culo. È questa la tua seconda porta? Vuoi che io la usi? Vuoi essere sodomizzata? Vuoi che te lo metta nel culo?”
“Sì. Voglio che mi inculi. È l’unico modo per avervi entrambi dentro il mio corpo. Uno davanti ed uno dietro. Ho sempre sognato di essere presa contemporaneamente da due uomini e questa è l’occasione che tanto ho aspettato. Dai mettimelo nel culo e trivellamelo. Una sola raccomandazione. Fai piano. Lì sono ancora vergine.”
Nel mentre il mio primogenito posiziona il suo cazzo tra le chiappe del mio culo sento la voce del mio secondo figlio.
“Mamma, consentirai anche a me di mettertelo nel culo? Sai è un desiderio che ho sempre avuto. Chiavarti nel culo è sempre stata la mia più grande fantasia nel mentre mi masturbavo pensando a te. Era il tuo culo che avevo davanti mentre me lo menavo.”
“Bambino mio, stai tranquillo. Niente ti sarà negato. Voi due sarete gli strumenti che dovranno soddisfare i miei più appetitosi istinti primordiali. E guai a voi se non ci riuscirete.”
Intanto il mio primogenito sta spingendo il suo cazzo contro il mio buco del culo. Lo sento entrare.
“Piano. Fai piano.”
Lentamente sento il cazzo di mio figlio scivolare dentro il mio culo. Lo sento salire lungo il condotto rettale. Grido. Il dolore è atroce. Quando è tutto dentro la spinta si ferma e si adagia sulla mia schiena.
“Mamma è stato favoloso. Mi dispiace averti procurato dolore ma mettertelo nel culo è talmente avvincente che non riuscivo a fermarmi.”
“Se ti fermavi non saresti più entrato. Te lo avrei impedito. Non muoverti; resta fermo. Fammici abituare. Ti dirò io quando puoi muoverti.”
Ci vogliono diversi minuti prima che il dolore ed Il bruciore provocato dalla penetrazione del cazzo di mio figlio nel mio buco del culo si attenui. Posso dargli il via. Giro la testa verso di lui, lo guardo negli occhi e gli do il via.
“Dai, puoi cominciare a pomparmi il tuo cazzo nel culo. Fallo con delicatezza. Essendo la prima volta che lo prendo nel culo potrei sentire dolore.”
Poi guardo il mio secondogenito che sta tentando di stantuffarmi il suo pistone nel ventre.
“Questo vale anche per te. Datti da fare a pistonarmi il tuo cazzo nella pancia che il tempo a disposizione è poco.”

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Mio marito ci sorprende

Altri incitamenti non ho bisogno di darglieli. Si danno da fare. Stretta fra loro due con uno che mi sta arando con il suo vomere il giardino che ho fra le gambe ed un altro che, usando il suo cazzo, mi sta trivellando il culo come se stesse scavando un pozzo. È il massimo della perversione che una madre può raggiungere fornicando con i propri figli. La stanza si riempie di grida di piacere. Sotto l’azione incessante dei due cazzi che mi stanno rovistando il corpo riesco a raggiungere una sequela di orgasmi. Riesco anche a squirtare inzaccherando il ventre del mio secondogenito con i mie liquidi, che, copiosi, fuoriescono dalla mia uretra. Poi svengo. Quando ritorno con i piedi sulla terra mi trovo distesa, vestita con una camicia da notte, nel mio letto; i miei due puledri hanno avuto l’accortezza di spostarmi nella mia camera. Mi guardo. Il mio corpo non presenta tracce dell’accaduto. Mi hanno pulita e mi hanno infilato gli slip; mi hanno anche vestita con una camicia da notte Ho solamente il culo indolenzito e non può essere diversamente dal momento che due grossi trapani si sono alternati per trivellarmelo. Quando mio marito, il padre dei miei puledri, fa ritorno a casa mi trova addormentata. Trascorre un anno. La mia relazione con i miei due figli si rafforza sempre di più. La loro forza di giovani torelli mi conquista fino al punto di sfidare mio marito, il loro padre. È domenica. Sono in cucina a preparare il pranzo. I miei due amanti mi raggiungono. Incuranti della presenza in casa del loro padre, mi spogliano facendomi rimanere nuda; mi abbracciano stando uno dietro e l’altro davanti. Le mani di quello che mi sta dietro sono ancorate alle mie zizze mentre il suo cazzo si è posizionato fra le mie chiappe. Le mani di quello che mi sta davanti sono ancorate al mio culo ed il suo cazzo è fra le mie cosce con il glande che preme contro la mia passera. Mi stanno impastando. Le loro bocche sono sul mio collo e lo stanno pennellando con le loro lingue. Gemo. È nel mentre che sono impegnati nella loro azione di palpeggiamento che sopraggiunge mio marito. Al vedere la scena che si sta svolgendo sotto i suoi occhi si blocca come se fosse pietrificato. I miei due figli, per nulla intimoriti, continuano nella loro azione Poi un urlo da animale ferito riempie la cucina.
“Cosa state facendo? Siete impazziti? State violentando vostra madre.”
Intervengo e gli rispondo.
“Tranquillo. Non mi stanno violentando. Mi stanno amando.”
“Ti stanno amando? Sei la loro madre come può essere? Tu sei consenziente? Lo sai che state facendo? Il vostro è incesto.”
“Lo so e non mi importa. Siamo maggiorenni e non stiamo dando pubblico scandalo. Se qualcuno lo verrà a sapere sarai tu ad averglielo detto. A te la decisione del da farsi. Io la mia l’ho presa già da un anno e ti dico che non rinuncerò a farmi chiavare dai miei due figli. Ti dico di più. Ho deciso che mi farò ingravidare. Voglio che i tuoi figli mettano incinta la propria madre. Darò loro dei figli nati dal mio ventre. Diventerò moglie di ognuno di loro. Sarò la loro scrofa.”
È il colpo di grazia. Inebetito si gira e sparisce. Non lo vedrò più. Essendo un professionista affermato non ci denunciò per non essere coinvolto nello scandalo. Io continuai a sollazzarmi con i miei due tori. Figli non vennero non perché non ero fertile ma perché presi le mie precauzioni. Farmi impregnare dai miei figli non era auspicabile. Continuammo a fornicare anche dopo che presero moglie. Restarono con le loro mogli e con i loro figli sotto il mio tetto. Le loro consorti scoprirono per puro caso il rapporto che i loro mariti avevano con la propria madre. Erano uscite insieme per fare shopping. Una delle due aveva dimenticato i documenti personali. Tornarono indietro. Entrarono in casa e nel passare davanti al salone ci videro. Io ero nuda sul tappeto e nella posizione detta – alla pecorina – Il mio secondogenito mi stava pistonando il suo cazzo nel ventre mentre il primogenito mi stava davanti ed aveva il suo cazzo affondato nella mia bocca. Gli stavo facendo un pompino. Scioccate restarono a guardare per tutto il tempo della durata dell’amplesso. Non dissero niente. Quando l’atto giunse a conclusione si avvicinarono al divano e mi invitarono a sedermi fra loro due. Vollero solo sapere da quando durava la mia relazione con i miei figli e se è stata quella la causa della sparizione di mio marito. Avute le dovute spiegazioni decisero di accettare il fatto compiuto. Superato quell’increscioso momento i miei pargoli, in presenza delle loro mogli, mi invitarono a ritornare sul tappeto. Si scambiarono la posizione e riaprirono la danza, Non mi hanno mai fatto mancare il loro amore. Ancora oggi, dopo venti anni circa da quella prima volta, si alternano nel mio letto e mi riempiono della loro forza.
E le mogli? Oh! quelle? Si sono fatte trascinare. Di tanto in tanto si uniscono a noi e partecipano attivamente agli amplessi non disdegnando di avere rapporti lesbici con la sottoscritta e fra loro stesse. Hanno anche acconsentito a che i loro mariti si alternassero fra le loro cosce. I miei due stalloni hanno a disposizione tre giovenche di buona fattura. Io sono la più vecchia ma sono anche la più esperta e la più desiderata. Oggi ho sessanta anni e ciò nonostante i miei due figli/amanti continuano a rifornire la mia miciona dell’alimento necessario. I loro sparvieri non hanno mai smesso di scaricare la loro forza nel mio ventre o nel mio culo. Un solo rammarico: non aver arricchito il mio rapporto con i miei figli con la nascita di bambini. Peccato.

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