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“Che ne dite di una pausa e una bella rinfrescata?” propose mia madre prima di riaprire le danze.
“Siiiì! Di nuovo tutti in piscina!” gioirono all’unisono le mie sorelle e le loro amichette.
Così ci sistemammo tutti in piscina o bordo piscina, ma questa volta senza l’imbarazzo iniziale della nudità.
Tutti i maschi erano in piena erezione per via dell’ultima scena di delirio sessuale che aveva coinvolto la famiglia di zio Pietro: sua moglie Ivana e le figlie Erica e Sabina.
Ogni tanto qualcuno veniva masturbandosi nel guardare tanti corpi nudi e provocanti.
Così mia madre, accorgendosene, tolse la copertura dalla vasca idromassaggio (ancora vuota) ed invitò tutti: “Dato che è un vero peccato sprecare tutti i nostri fluidi, mi rivolgo soprattutto ai maschietti, d’ora in poi potete venire all’interno di questa vasca. Voglio che la riempiate con la vostra sborra, porconi!”
Che intenzioni aveva mia madre?
L’avrei scoperto tra un po’! Nel frattempo mi svuotai anch’io assieme ad Andrea masturbandoci reciprocamente mentre osservavamo mia cugina Sabina sniffare chiazze di sperma precedentemente depositate sul trampolino della piscina.
“Mmm, meglio della bamba!” esclamò aspirando come fosse in astinenza.
Si unirono anche la sorella Erica e le mie sorelline, che furono subito istruite sul da farsi, non essendo avvezze a tale pratica come invece lo era Sabina.
“Perché non facciamo una bella masturbazione di gruppo?” propose Andrea.
“Dai! Figo! Sembra eccitante!” gioirono le mie sorelle.
“Ok, allora mettiamoci uno di fianco all’altro, tutti sui bordi della vasca! Così la riempiamo per benino, eheheh!” prese le redini mia madre.
Tutti ci stringemmo l’uno accanto all’altro, non essendo molto grande la vasca, e prendemmo a masturbarci reciprocamente guardandoci tutti negli occhi.
Io ero in mezzo alle mie sorelle, per cui con una mano sditalinavo una, con l’altra mano l’altra sorella; mentre io avevo il privilegio di avere 2 mani sul mio cazzo, una per sorella.
Così, mentre l’una mi segava, l’altra stringeva e tirava le mie palle, o si concentrava sul glande strofinandolo e martoriandolo una volta sputato abbondantemente sulla sua mano.
“Oh, sì! Brave troiette! Continuate così! E tu, Sara, consumami la cappella con quella tua bella manina! Sputaci ancora sopra, così vengo prima!” e così fece, portandomi all’orgasmo.
“Dai, fratellino, svuotati i coglioni!” mi dissero con voce suadente entrambe all’orecchio a loro portata, come avessero comunicato telepaticamente.
E quando videro che venivo, presero a leccarmi e ciucciarmi l’orecchio, ansimandoci dentro.

“Voi tutti maschietti, svuotate i vostri coglioni nella vasca! Dai, adesso! Tutti insieme! Anche voi femmine! Vogliamo essere da meno? Dimostriamo a questi porci che possiamo fare di meglio, che possiamo superarli anche in porcaggine!
Ah, siiiì…sto per venire! Squirtiamo e sborriamo tutti insiemeeeee! Vengoooo!”
di nuovo mia madre prese le redini della situazione guidando il gruppo ad un orgasmo simultaneo.
Tutti urlavano e gemevano senza freni, senza timori e tutti assieme ci liberammo con un’abbondante e multiorgasmica eiaculazione.
In media venimmo una dozzina di volte ciascuno nell’arco di 1 ora, rendendo le nostre cappelle infuocate, di un rosso intenso e pulsanti, come anche le vagine e i clitoridi, che non ne volevano sapere di riposarsi.
Ed ognuno di noi maschi riuscì ad emettere oltre 1 litro ad eiaculazione e fino a 3 le femmine.
Davvero formidabile questo siero!
Per cui, potete immaginare il nostro stupore nel vedere la vasca già piena.
Ed è ciò che ci spinse ulteriormente a superare i nostri limiti di perversione.
“E adesso noi femminucce vi faremo vedere di cosa siamo capaci! Avanti, tutte nella vasca! Facciamoli impazzire questi porci!” rivelò l’intenzione finale mia madre.
Tutte le ragazzine, donne e nonne entrarono nella vasca e cominciarono a baciarsi e strusciarsi.
Le ragazzine cominciarono a spruzzarsi reciprocamente il contenuto della vasca, come fosse semplice acqua; altre presero ad immergersi in apnea.
Ad un certo punto mia cugina Erica spuntò improvvisamente tutta rossa in viso e tossendo per aver bevuto abbondante liquido (ovvero sperma).
“Sorellina, tutto bene? Eheheh! Stavi letteralmente per affogare nella sborra, hihihi! Comunque mi hai ricordato che possiamo anche bere il contenuto della vasca! Non c’è mica cloro, ehehh! Anzi, ci farà pure bene una bella dose di sborra nello stomaco! Su, avanti troie! Svuotiamo questa vasca!” intervenne Sabina.
Detto fatto: tutte si misero a bere come cagne assetate portando con la lingua lo sperma nelle loro avide fauci. Altre presero dei bicchieri, li immersero, per poi estrarli pieni e risvuotarli d’un fiato in bocca o sorseggiando.
Le varie amichette delle mie sorelle non mancarono di scherzarci su, sputandosi addosso il liquido, proprio come si farebbe a mare o in piscina.
Lo spettacolo era surreale! Tanti corpi immersi nello sperma e pregni dello stesso (capelli compresi, per via delle varie immersioni).
Furono tutte prese da isteria, tanto che non sapevano più come altro soddisfare certi impulsi e brame.
Si strusciavano e leccavano come ossesse, si infilavano mani e pugni nei vari pertugi (bocca, figa, ano), facilitate dal denso e lubrificante sperma.
Sembravano stessero facendo il cosiddetto “Nuru Massage”, ma a base di sperma.
“Scommetto che non riuscirete mai a svuotare la vasca” dissi ad un certo punto sfidando le femmine.
“Ah, sì? Ok! Accogliamo la sfida! Chi perde, farà tutto ciò che l’altro o l’altra vuole per 1 ora intera.” rispose mia sorella Sara a nome di tutte e rilanciando il pegno.
“Ci sto! A patto che nel pegno rientri anche Anna e mamma!” rilanciai ulteriormente.
“Andata!” risposero all’unisono le mie sorelle e mia madre.
“Bene! A partire da…adesso!” e dando il via alla gara, diedi anche l’implicito via (accordato in anticipo ad insaputa delle femmine) a tutti i maschi di addossarsi alla vasca e ricominciare a sborrare a più non posso.
“Ehi, ma così non vale! Ci hai fregate!” si lamentò mia sorella Anna mentre sbavava sperma.
“Eheheh! Ormai avete accettato! Continuate a bere, bagasce! Che noi vi rabbocchiamo subito il calice, ahahahah!”
risi di gusto assieme agli altri maschi che già avevano provveduto al rabbocco.
“Uffiii, ma io…gulp, guull, gluu!” tentò nuovamente Anna a replicare, ma subito interrotta dalla madre che, presa per la testa, gliela ficcò giù come per affogarla.
“Zitta e bevi, troietta! Ubbidisci a tuo fratello, al tuo Padrone!” la apostrofò guardandomi con fare troiesco, facendomi l’occhiolino e mulinando la lingua come una serpe.
“Ben detto, madre cagna!” ammiccai anch’io muovendo la lingua come poc’anzi fatto da mia madre.
“Tenete, bevete direttamente dalla fonte!” aggiunsi rivolgendomi alle 3 troie di famiglia, schizzando oltre 1 litro di sperma nelle fauci spalancate con le mani ai bordi delle labbra e la lingua penzoloni di fuori.
Poi, sempre guardandoci con bramosia ed ogni tanto mulinando la lingua come ci fosse un gelato invisibile davanti ad esse, cominciammo ad alzare il tiro: mia madre fece sedere sul bordo vasca a gambe larghe la gran vacca di sua madre, ovvero nonna Edna, e cominciò a tirarle pugni in figa come fosse un pugile, con la sola differenza che si infilavano all’interno dell’umida caverna fino ai polsi. Nonna Edna prima squirtò per l’eccitante trattamento e poi liberò la vescica pisciandosi addosso. Non contenta, mia madre prese di forza per il collo la nipote Sabina, la immerse per circa un minuto senza preavviso e, una volta fatta riemergere, scatarrò sulla testa pelata e paonazza per la mancanza d’aria.
“Lurida vacca, allargati con le mani quel tuo figone slabbrato, che ci infilo la testa della tua nipotina!” esclamò mia mamma a sua madre Edna.
“Oh, sì…infilami quella supposta di nome Sabina! Avvicinala, che la lubrifico ancora un po'” rispose la nonna, nonostante la testa fosse già pregna di sperma e catarro.
E mentre la nonna si tirava all’inverosimile le labbra vaginali lateralmente, mostrando la capiente ed umida caverna a quella porca della figlia, io presi per i capelli l’altra mia nonna, Adele, e me l’attaccai sul cazzone inalberato, senza darle tempo di prender fiato.
Glielo inifilai fino alle palle e la tenni finché non ebbe sussulti per mancanza d’aria e finché non vomitò. Allora la spostai e le sputai in faccia, come prese a fare anche nonna Edna sulla testa pelata di Sabina prima di infilarsela su per la figa.
Mentre nonna Edna la teneva per il collo, mia madre la spingeva da dietro, dalle chiappe, essendo chinata a 90 gradi.
Poi, una volta riuscite nell’intento, mia madre infilò un pugno in figa e uno nel culo di Sabina, dando il ritmo a nonna Edna per circa un minuto ad avanti e indietro nella figa con la testa della nipotina, come fosse un enorme dildo.
“Ahhhh, porca madonna puttana maiala! Godooo! Vengoooo!” urlò nonna Edna bestemmiando, sputando fuori la testa della nipotina Sabina dalla figa come fosse un parto e spruzzando a cascata un misto di piscio e umori.
Con la faccia quasi viola e bisunta di sperma e piscio, Sabina riuscì a prendere parola ansimando.
“Oh, sì! Godi vaccona! Pure la mia testa ci hai infilato in quella lurida caverna che ti ritrovi! E tu, zia, continua a spaccarmi figa e culo! Usatemi e fatemi del male! Voglio solo godere! Non me ne fotte un cazzo del dolore o dei rischi.
Soffocatemi ancora, vi prego!”
Detto, fatto! La misero con la testa sul bordo piscina e, mentre mia madre reggeva il resto del corpo supino a galla con un braccio infilato in culo e uno figa, nonna Edna le si sedette sopra col culone e figone peloso e, chinandosi leggermente in avanti, prese pure a stringerle il collo con entrambe le mani per strozzarla.
Mia madre mi fissò con uno sguardo perverso e isterico.
Io presi la prima capitata a tiro per attaccarmela nuovamente al cazzo: era una nonnina senza dentiera, per cui il mio cazzo scivolava nelle sue fauci che era una bellezza.
Nonna Adele, gelosa ed invidiosa per il cambio di sbocchinatrice, spinse in malomodo l’intrusa per sostituirla.
Io la bloccai, con una forte presa sui capelli: “No, preferisco la bocca bavosa e a ventosa libera da denti della vecchietta!”
“Ti prego, usa me! Spaccami i denti, allora! Fammi soffrire, così godo ancora di più!” mi pregò nonna Adele strusciando la sua glabra figa contro la mia gamba.
Allora, preso anch’io da un raptus di follia, e sfidando mia madre con lo sguardo, cominciai a prendere a schiaffi e pugni nonna Adele, fino a spaccarle tutti i denti.
“Puuu, puuu…pfavo, fofì…fontinua! Fammi male!” ansimava nonna Adele con un italiano “sdentato”, eheheh!
Andrea, vista la scena, mi passò delle tenaglie per strappare gli ultimi rimasugli di denti ancora ancorati nelle gengive.
“Ahhhh!” urlò dal dolore ma nello stesso tempo godendo e squirtandomi addosso.
Finito il lavoro, il suo volto tumefatto e impiastricciato di sangue mi fece ulteriormente arrapare, così ci infilai il cazzo assieme a quello di Andrea, entrambi nelle sue fauci spalancate e sanguinolente.
Quando vidi che mia cugina Sabina era in preda alle convulsioni mentre squirtava incessantemente e nonostante ciò, mia nonna Edna e mia madre la presero a sberle e le pisciarono sopra, proruppi in un intenso orgasmo.
“Vengoooo! Lurida vecchia sdentata! Godooo!” urlai il mio orgasmo riempiendo lo stomaco di nonna Adele, assieme ad Andrea, di oltre 1 litro di sperma.
“E adesso ti diamo una pulita! Prendi il nostro colluttorio e sciacquati la bocca e le gengive!” le dissi pisciandole dritto in bocca sempre assieme ad Andrea.
Lei, proprio come si farebbe con un normale colluttorio, prese a fare gargarismi col nostro piscio, con la sola differenza che mandò giù il liquido assieme al suo sangue.
Sabina si ridestò confusa, ancora squirtando.
E mentre veniva leccata da capo a piedi dalla sorellina Erica e dalla madre Ivana ipereccitate dalla scena a cui avevano appena assistito, noi maschi le spingemmo nuovamente nella vasca ancora mezza piena di sperma, e le innaffiammo ulteriormente di sperma, piscio, saliva e catarro.
Ma ancora non eravamo soddisfatti! Tutti volevamo di più! Volevamo osare! Spingerci oltre ogni limite! Il siero cominciava ad essere pericoloso!

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