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Racconti erotici sull'Incesto

STORIE DI PIEDI

By 7 Gennaio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

ZIA SUSY

Mia zia Susy, la più giovane delle sorelle di mio padre, viveva e vive tuttora nel nostro condominio: nonostante abbia superato i sessanta &egrave ancora una donna attraente e piena di vita e non a caso convive con un uomo che &egrave molto più giovane di lei. Ha sempre frequentato casa nostra considerandosi a furor di popolo un elemento della famiglia. Il primo approccio che ebbi con lei risale ad un periodo in cui, messi da parte i giocattoli e le fantasie preadolescenziali, iniziarono i primi pruriti: in verità, già allora non ero un novellino, perch&egrave avevo già avuto le mie prime esperienze sessuali e le amiche di mia sorella -che sistematicamente circolavano per casa, mi avevano insegnato svariati “trucchetti” del mestiere. Mi consideravano un bel ragazzo anche abbastanza dotato per la sua tuttavia ancora giovane età, ma ciònonostante le loro attenzioni nei miei confronti erano tante e frequenti ed ebbi pertanto la facoltà di crescere e maturare piuttosto rapidamente. Mi ritenevo fortunato…..quasi un eletto, perch&egrave mentre la maggior parte dei miei coetanei trascorrevano l’ intera giornata a farsi seghe, io possedevo già una certa esperienza in materia.
La zia era ogni domenica a pranzo da noi ed era solita indossare gonne piuttosto succinte con calze velate di colore quasi sempre blu o nere……..i miei colori preferiti che tanto stimolavano ed eccitavano la mia creatività: non aveva un fisico da sballo, di quelli che anche se sei in strada, non puoi fare a meno di voltarti a guardare. Tuttavia, riusciva ad esprimere alla grande la propria femminilità, soprattutto perch&egrave era molto elegante e distinta sia nell’ abbigliamento che nel portamento: ciò faceva di lei una vera signora ed ero molto attratto dal suo modo di fare, avvolgente ma senza mai cadere o scadere nella volgarità. Quando era da noi, indossava sempre pantofole aperte, che mettevano in mostra le sue estremità: era pulita e curata e sapeva di buono: quando eravamo a tavola, con il pretesto di giocare con il cane o di tenere d’ occhio i cuginetti più piccoli, spesso e volentieri stazionavo sotto al tavolo per godermi lo spettacolo del giorno. Le tovaglie erano quasi sempre abbastanza lunghe e ciò mi permetteva di avvicinarmi quanto più possibile alle sue gambe per guardarci in mezzo e ai suoi piedi, che smaniavo dalla voglia di accarezzare e leccare senza alcun pudore. E dopo mangiato, si stendeva sul divano a piedi nudi e, quando potevo mi sedevo sempre accanto a lei: fu proprio in occasione di una situazione del genere che la ruota -dopo una lunga ed estenuante attesa- girò finalmente dalla mia parte. Eravamo appunto seduti sul divano, mentre gli altri erano sparsi e indaffarati per casa e non badavano a noi: di punto in bianco e con mia grande sorpresa, la Susy -così la chiamavo e lo facccio tuttora- mi chiese se volessi farle un massaggio, perch&egrave la sera precedente aveva indossato scarpe non particolarmente comode e i piedi ancòra le duolevano. Non credevo alle mie orecchie…..ero come imbambolato perch&egrave per la prima volta mi chiedeva di toccarla: diedi giusto un cenno di assenso e dopo un attimo mi trovai i suoi piedini sulle cosce: cercai di mantenere la calma e presi a massaggiarla, ma timoroso di ciò che stavo facendo e senza troppo vigore. Anzi, sembrava quasi che stessi maneggiando qualcosa di estremamente fragile e prezioso e, non a caso mi disse -sorridendo- di metterci un pò più di energia, se proprio volevo raggiungere lo scopo ed &egrave quanto feci. E’ superfluo sottolineare che il cazzo diventò subito duro come una mattonella e lentamente riuscii ad avvicinare i piedi al bacino, facendo quindi in modo, che di tanto in tanto sfiorassero la patta: mi lanciò un paio di occhiate non proprio di benvenuto ma non si ritrasse, n&egrave disse qualcosa al riguardo. Dato anche il contatto, era impossibile che non si accorgesse del mio stato di eccitazione, come avrebbe successivamente ammesso e andammo avanti così per una trentina di minuti, alla fine dei quali lei sembrò più distesa ed io -con la scusa che dovevo ancora lavare i denti- corsi in bagno e poi in camera a cambiarmi, perch&egrave ero venuto due volte nei pantaloni. Dopo un pò ritornai in sala ed erano tutti intenti a chiacchierare: pensavo quindi di averla fatta franca, ma la zia -interrompendo la discussione con mia sorella- mi guardò e mi disse che avevo dei bei pantaloni, e ritornò nuovamente a parlare con lei, come se niente fosse accaduto e niente avesse detto. Ovviamente, nessuno -tranne me- aveva afferrato il concetto: mi aveva messo in guardia…….mi aveva fatto capire che non era stupida e che l’ avevo fatta grossa. Almeno era ciò che credevo, ma nel giro di qualche settimana, fui costretto a ricredermi, perch&egrave avevo fatto un errore di valutazione……..
Infatti, non trascorse molto tempo che -cosa programmata già in netto anticipo- i miei si assentarono per una decina di giorni: accompagnarono infatti mia sorella in Toscana, perch&egrave doveva sottoporsi ad un intervento chirurgico. Ormai non ero più un bambino…….tutto sommato ero grandicello, ma ancora non si fidavano a lasciarmi da solo a casa, perch&egrave sapevano che avrei continuamente invitato amici e fatto un gran casino. Fu Susy a togliere loro dall’ imbarazzo, perch&egrave disse che potevo stare tranquillamente da lei: tra l’ altro eravamo a Febbraio, le scuole sarebbero state chiuse alcuni giorni per il Carnevale e lei, in quel periodo non stava lavorando, n&egrave aveva impegni di altra natura e quindi poteva ospitarmi e tenermi a bada. Ovviamente la sua proposta fu accolta di buon grado: io invece, visti i precedenti non sapevo se rallegrarmi o prepararmi al peggio: mia zia era molto schietta e mi stupivo che non avesse fatto alcun accenno all’ episodio precedentemente menzionato. Ma, conoscendola ero certo che prima o poi qualcosa mi avrebbe detto. La famiglia si mise quindi in viaggio e nel tardo pomeriggio -dopo aver messo in borsa l’ occorrente- andai da mia zia: viveva da sola in una casa abbastanza ampia e mi fù assegnata la camera degli ospiti, che aveva anche un bagno privato. Sistemai le mie cose nei cassetti e dopo una doccia, la raggiunsi in cucina, dove era intenta a preparare la cena: indossava un pantaloncino abbastanza stretto che metteva in bella mostra un perizoma di colore nero e una canottiera abbastanza scollata……direi pure vistosa…….un pò insolita per come la conoscevo! Non aveva nemmeno il reggiseno e suoi capezzoli erano perfettamente scolpiti nel tessuto di ciò che li ricopriva. Niente collant ma solo un paio di deliziose ballerine, con le quali giocherellava -senza magari nemmeno rendersene conto, mettendo in mostra i talloni e parte delle piante dei suoi deliziosi piedi. Ero seduto e mi dilettavo a guardare le sue rotondità, non particolarmente appariscenti -aveva tuttalpiù una terza misura- ma davvero ben modellate e proporzionate all’ insieme: ci trovavamo soli…….non era già accaduto tante altre volte, ma il contesto ed il mio stato d’ animo erano diversi dal solito……….lo percepivo e mi sentivo imbarazzato, perch&egrave non sapevo di cosa parlare e allora la mente vagò per qualche minuto……..Pensai a lei, che tutto sommato non aveva avuto una vita tanto facile: non aveva figli e il suo matrimonio era durato quasi due anni. Poi suo marito era scappato con una polacca ed era rimasta single…….pensavo più per scelta che per reale necessità, perch&egrave sicuramente era una donna piacente……..piacente……..molto piacente……..La sua voce mi riportò alla realtà:

-Allora cotolette con patate fritte, cosa ne dici?
-Per me và bene!
-Laconico e pensieroso come al solito…..la solita ragazzina che ti fà girar la testa?
-Ma no…….niente di particolare…….le solite cose…….sai com’ &egrave………!
-Mi sto rendendo conto che io e te non abbiamo mai parlato più di tanto…….
-Voi grandi……sempre con i vostri discorsi: in verità, un pò mi annoiano!
-Noi grandi, dici? Ormai sei dei nostri o forse poco ci manca……ma siamo là……! Oppure sei grande solo quando trascorri ore
intere sotto ad un tavolo o quando accarezzi un paio di piedi e devi correre al bagno per darti una ripulita?

Mi sentii raggelare: sapevo che era solo questione di tempo, ma non potevo immaginare che mi avrebbe preso a bruciapelo…….Avevo poco tempo per riflettere e non potevo certo dire stupidaggini, perch&egrave sicuramente si sarebbe incazzata ed io sarei finito nella merda al ritorno dei miei. Tuttavia, mi sembrava strano che non avesse raccontato loro ancora niente delle mie marachelle…….molto strano……

-Non dici niente: devo forse considerarla una parziale ammissione di colpa?

Intuii che dovevo reagire, altrimenti me la sarei vista brutta……mi avrebbe fatto a pezzi……..

-Guarda che non ho fatto niente……
-Niente? Hai quasi sborrato sui miei piedi e lo chiami niente? Mi hai guardato fra le cosce decine di volte e ogni volta che vai in
bagno rimani tre ore per annusare e fare chissà cosa con le mie calze…..! Devo continuare?
-Allora sapevi già e non hai mai detto niente?
-Certo che lo sapevo! Mica sono nata ieri……Allora, come la mettiamo? Vorrei qualche spiegazione…….se permetti…..
-E se poi te la prendi?
– E’ da tanto che volevo parlartene: aspettavo solo il momento giusto e opportuno per farlo…..
-Sei arrabbiata?
-Il discorso &egrave che sono tua zia e non una di quelle puttanelle che ti porti in camera!
-Perch&egrave tu……..
-Sì, so anche questo: le amiche di tua sorella sono molto disponibili…….forse anche troppo…….!
-Beh, &egrave ovvio che sto crescendo e che mi piacciono le donne: e poi i loro piedi, soprattutto se indossano collant……..mi fanno
andare fuori di testa……..mi eccitano da morire!
-E mi sta bene pure questo, ma io sono sempre tua zia e forse dovresti concentrare le tue attenzioni da qualche altra parte!
-Non &egrave così facile, perch&egrave se vedi una persona che ti piace……
-Non si può avere sempre tutto!
-Io non ti ho mai chiesto niente…….
-E ci mancherebbe: sei proprio uno sfacciato!
-Se proprio devo dirla tutta, tu mi piaci e anche tanto. Se poi vuoi farmene una colpa……

Mi fissò con incredulità, perch&egrave non si aspettava una risposta del genere e forse stava prendendo tempo perch&egrave non sapeva cosa dire……..

-Visto che &egrave quasi pronto, forse &egrave meglio se cominci ad apparecchiare, ma non pensare mica di cavartela così…….non finisce quì!

Il mio intuito aveva fatto centro: prendeva tempo…….stranamente era quasi imbarazzata! Forse avevo colto nel segno? O forse no! L’ avrei scoperto a breve……
La cena non durò più del dovuto e la tv accesa fu sicuramente un pretesto per non chiacchierare: l’ avevo presa alla sprovvista ed ero curioso di scoprire il seguito, perch&egrave Susy era una combattente, non era una alla quale piaceva darla vinta. Almeno non senza aver detto la sua…….Ma la precedente discussione mi era servita da lezione: avevo acquisito sicurezza e sapevo che potevo tenerle testa……perch&egrave sarebbe sicuramente tornata sull’ argomento ed io non volevo essere più impreparato…….Non a caso, l’ aiutai ad asciugare i piatti senza batter ciglio: ero accanto a lei ed ero sempre più convinto di poter reggere ad un suo ritorno di fiamma……! Apparentemente era tranquilla……..quasi compassata, ma pensierosa………e un pò mi intrigava! Ero forse io -uno stronzetto qualsiasi- l’ oggetto dei suoi pensieri? Sicuramente ci speravo, anche perch&egrave a quel punto non avevo niente da perdere!
Aveva scoperto il mio gioco ed ora toccava a me capire quale fosse il suo. La classica quiete prima della tempesta?

La serata era ancòra lunga e le sorprese non sarebbero mancate.

-Maurizio, se ti và possiamo andare in soggiorno e guardiamo un film.
-Per me và bene…..
-E visto che ti diverte tanto, ti chiederei anche di farmi un bel massaggio ai piedi……..nonostante qualche piccolo incidente di
percorso, ho visto che sei bravo……..ci sai fare…..! Sempre se ti và!

-Stavo sognando o era lei ad essere fuori di testa? Soprattutto dopo la ramanzina………

-Certo che mi và……

Eccome se mi andava: diciamo pure che non vedevo l’ ora……..Ero stupito, ma forse non era il momento adatto per fermarmi a riflettere!

Ci accomodammo sul divano e nella penombra c’ erano solo i flash provenienti dal maxi-schermo che provvedevano ad illuminare di tanto in tanto l’ ambiente: Susy si mise in posizione più vantaggiosa e mi ritrovai nuovamente fra le mani le sue dolci estremità.
Erano un po’ sudate, perch&egrave aveva indossato per non so quanto tempo un paio di scarpe chiuse, ma emanavano un buon odore e mi eccitai ancor prima di iniziare il massaggio. Questa volta fui molto più risoluto, perch&egrave ci tenevo a fare bella figura: iniziai dalle dita e lungo la pianta scesi fino al tallone e poi di nuovo sù e riservai il medesimo trattamento all’ altro piede e così via dicendo svariate volte. Mia zia sembrava molto rilassata e si distese ulteriormente disinteressandosi dei programmi televisivi: aveva gli occhi chiusi e intanto sentivo la patta farsi sempre più gonfia e fremente. Quei movimenti misti agli inebrianti odori erano particolarmente stimolanti e decisi quindi di osare……..Presi l’ alluce fra le labbra ed iniziai a succhiare avidamente……..la lingua si insinuava fra le dita, mentre un sapore leggermente salato portò il mio stato di eccitazione alle stelle: percorsi la pianta spalmando una discreta quantità di saliva e altrettanto feci con l’ altro piede…….era una irresistibile miscela di odori e sapori…….
Nel frattempo la mia compagna di giochi sembrava gradire le attenzioni che le stavo riservando: ora non aveva più gli occhi socchiusi, ma sembrava molto più reattiva e i suoi sguardi di piacere e di consenso mi diedero una ulteriore carica: sbottonai infatti i pantaloni, permettendo alla mia mazza di ergersi maestosa. Lei che aveva seguito la mia manovra, si mise in posizione quasi da seduta e iniziò a sfiorare i testicoli con la punta delle dita dei piedi: sembrava quasi un sogno…..un
sogno che stava diventando realtà, mentre con delicatezza risaliva lungo l’ asta. Mi sorrise e arrapato fino al midollo presi entrambi i piedi, facendo in modo che le piante accerchiassero a mò di tenaglia il cazzo…….accennai un leggero movimento e lei -intuendo le mie chiare intenzioni- iniziò a masturbarmi lentamente dall’ alto verso il basso. Bastarono pochi colpi ben assestati, perch&egrave sborrassi copiosamente, imbrattando i suoi piedi e le caviglie. Si affiancò a me e rimanendo seduta con le gambe in fuori, continuò a masturbarmi con una mano: il tocco mi infoiò ulteriormente e mentre continuava a segarmi avvicinai le mie labbra alle sue, fino a quando non si unirono in un bacio interminabile. Le nostre lingue si scambiarono saliva senza tregua, mentre sentivo le dita risalire lentamente fino a raggiungere la cappella: afferrai la sua lingua fra le labbra e cominciai a succhiare sempre più forte, ma si liberò dalla presa e con un gesto fulmineo si chinò in avanti e cominciò a stuzzicare il filetto. Risposi alla sollecitazione e con una mano posta dietro la nuca, la spinsi verso il basso, fino a quando non accolse la cappella. Sentivo la sua lingua saettare vorticosamente e tormentare la fenditura, ma ero sempre più alla frutta e con un urlo liberatorio, sborrai nuovamente…..questa volta nella sua bocca: Susy non si ritrasse minimamente, anzi continuò a spalmare le labbra calde e umide lungo l’ asta e fino ai coglioni, affinch&egrave nemmeno una goccia andasse sprecata. Poi risalì nuovamente e riprese a succhiare la cappella: il cazzo era sempre eretto……a quell’ età era abbastanza normale………avevo una carica pressoch&egrave infinita, e tuttora mi faccio rispettare. Decisi allora di osare ulteriormente, e senza tanti preamboli -mentre lei continuava imperterrita a spompinarmi- le dissi con un filo di voce che avevo una voglia matta di scoparla e di assaggiare la sua fica: allora Susy interruppe la sua opera e mi parlò:
-E’ proprio vero che l’ appetito vien mangiando?
-Spero che lo sia anche per te…….
-Staremo a vedere…….tanto rimani quì una settimana: che fretta c’ &egrave?
-Ehm……..
-Lo so che sei impaziente, ma ora sono stanca e vado a dormire. Buonanotte.

Lo disse sorridendo e quindi si alzò ed uscì dalla stanza.

Rimasi seduto sul divano con la patta sbottonata e l’ uccello ancora gonfio e intriso della sua saliva: le sue parole erano state chiare……non c’era posssibilità di malintendere, ma ero ancora arrapato e ciò che avevo udito, mi aveva stimolato ulteriormente. Mi tirai un segone pensando a lei…….alla sua passera vogliosa…….a quando avrei potuto finalmente possederla……….!
Fortunatamente per me, l’ attesa sarebbe stata molto breve………

MARINA

A quell’ ora la metropolitana non era particolarmente affollata: normalmente rimanevo in piedi, ma dato che la maggior parte dei sedili erano liberi, decisi di accomodarmi e studiare -quotidiano alla mano- la squadra settimanale per il fantacalcio. Non trascorse molto tempo, affinch&egrave mi rendessi conto che la mia dirimpettaia era una distinta signora sulla cinquantina: evidentemente, il giornale spiegato che sino a quel momento aveva oscurato la visuale, una volta richiuso mi permise di buttare involontariamente l’ occhio verso il basso: solo allora notai che stava giocando con le scarpe, che infilava e sfilava continuamente, mostrando due piedi di taglia media, avvolti in collant trasparenti e di color carne…….la mia tinta preferita. Il movimento era molto stimolante per gli appassionati del settore e, senza volerlo vi concentrai tutta la mia attenzione……..ci separavano pochi metri…..la larghezza di un corridoio, ma quanto bastava per rimanere estasiati……..Un attimo di distrazione fatale, perch&egrave quando volsi lo sguardo verso l’ alto, i miei occhi incontrarono quelli della signora, alla quale non era di certo sfuggita la mia curiosità: mi fissava divertita ed abbozzai un imbarazzato sorriso, perch&egrave non potevo certo immaginare, di essere a mia volta osservato, in quegli attimi interminabili che avevo dedicato alle sue estremità inferiori…….Ma la tentazione era troppo forte e i movimenti che stava compiendo, invitanti e sbarazzini al punto tale che ripresi ad ammirare la sua opera, che tra l’ altro la donna, -incurante della mia invadente presenza- continuava a compiere in assoluta libertà. I nostri sguardi si incrociarono più volte, finch&egrave -dopo l’ ennesima occhiata- si alzò per avvicinarsi alla porta: evidentemente, sarebbe scesa alla fermata successiva, che però non era anche la mia!
Ero un pò indeciso, ma quando le porte si aprirono scesi anch’ io e la seguii sulle due lunghe scale mobili che ci condussero all’ esterno. L’ edificio della stazione si apriva su una specie di piazza a forma di semicerchio, dove era presente una pensilina con una piccola panca che rendeva meno scomoda l’ attesa dei passeggeri alla fermata del bus: infatti, vidi la signora sedersi e, altrettanto feci io affiancandomi a lei a portata di gomito. C’ era solo un ragazzo che ascoltava musica con le sue cuffiette. Inevitabilmente, ci scambiammo un’ occhiata e lei ancora mi sorrise: era una situazione alquanto anomala, anche perch&egrave non era mia abitudine seguire persone sconosciute, ma fortunatamente ci pensò la mia vicina a togliere le castagne dal fuoco:

-Ne devo dedurre che mi stai seguendo?
-Ehm…..mi dispiace, forse lei si sta facendo un’ idea sbagliata……..
-Ma no, ci mancherebbe!
-Forse &egrave meglio se vado……non volevo certo importunarla!
-Rimani se vuoi e dammi pure del tu…….si vede che sei distinto e perbene, altrimenti……..
-…….Altrimenti?
-Altrimenti avresti già la forma della mia borsetta stampata sul viso…….
-Allora devo ritenermi fortunato?
-Diciamo di sì……..ma, parliamo d’ altro……
-Come vuoi!
-Sei un feticista convinto?
-No, ma perch&egrave me lo chiedi?
-E vuoi anche saperlo? E’ da un’ ora che fissi i miei piedi……e non mi sembri il tipo di persona che vende scarpe, dico bene?
-Dici bene!
-Allora &egrave come dico io?
-Non saprei……a me piacciono i piedi femminili e i collant!
-E hai detto poco! La tendenza &egrave quella, ma fà niente………io comunque sto andando a casa…….sono poche fermate e se ti và di
farmi compagnia, allora puoi salire sù e ti offro qualcosa da bere.
-Perch&egrave no?

Marina -così disse di chiamarsi- era un tipo abbastanza sbrigativo: non le piacevano troppo i fronzoli e non si perdeva in chiacchiere.
Da circa due anni, viveva da sola perch&egrave era separata dal marito e i due figli erano già sposati e abitavano per conto loro. Capii subito che era una persona arguta: durante il breve tragitto in autobus, discutemmo del più e del meno e mi fece un’ ottima impressione. Certo ero abbastanza curioso, perch&egrave non immaginavo per quale motivo avesse invitato uno sconosciuto ad entrare in casa sua……….
Mi fece accomodare direttamente in cucina dove mi disse di sedermi, scusandosi quindi per la breve assenza, perch&egrave voleva cambiarsi d’ abito e mettersi in libertà. L’ attesa non fu certo lunga ma ampiamente gratificata dal suo ritorno: infatti, indossava una camicetta attillata e abbastanza scollata da mettere in evidenza due poppe di assoluto riguardo, che fino a poco prima erano parzialmente oscurate da una giaccone bombato. Il pantalone era stato sostituito da una gonna sopra al ginocchio che fasciava perfettamente il suo bacino………le scarpe, quelle invece le aveva tenute ed il particolare non sfuggì certo alla mia attenzione: anche il colore delle calze era identico a quello ammirato durante il percorso. In quanto a caff&egrave, ero già a quta due e allora portò due lattine di aranciata, prendendo posto accanto a me che ero seduto a capotavola: discutemmo del suo lavoro, della famiglia e del tempo libero: una conversazione piacevole ma leggera durata una ventina di minuti. Quindi si alzò e spinse leggermente il tavolo, in modo da potersi appoggiare al bordo rimanendo di fronte a me. Osservai il suo movimento che sembrava quasi studiato: si sfilò le scarpe e me le porse, chiedendomi gentilmente di poggiarle sul pavimento. E’ quanto feci, mentre lei si sedeva e schiuse leggermente le cosce, per quanto la larghezza della gonna le permettesse: ero rimasto seduto e nella posizione più idonea perch&egrave vi potessi guardare in mezzo, ma non lo feci per discrezione. Lei ovviamente se ne accorse e poggiò entrambi i piedi sul mio pube iniziando a sfiorare la patta con la punta delle dita…….un leggero massaggio che mise piuttosto rapidamente in tiro la mia verga. Ma si sentiva un pò impacciata ed allora mi chiese di aiutarla a sfilarsi la gonna: mi alzai e riuscii nell’ impresa senza che lei scendesse dal tavolo. Mi rimisi quindi seduto e mentre Marina apriva le gambe poggiando i piedi sulle cosce, notai che indossava delle splendide ed arrapanti autoreggenti: ma, soprattutto non aveva la mutandina o forse l’ aveva tolta quando era andata a cambiarsi……..a pochi centimetri potevo osservare la sua fica rasata, eccezion fatta per un piccolo ciuffo posto superiormente, ma notai che era molto curata. Avrei voluto avvicinarmi ulteriormente…….il profumo di igiene intima che emanava mi aveva già catturato, ma mi chiese di indietreggiare un pò ed eseguii: pot&egrave in tal modo distendere le gambe e allungò i suoi piedi: mi chiese di annusarli ma senza prenderli in bocca, n&egrave leccarli! L’ assecondai e mi misi una delle due piante a diretto contatto con il viso, iniziando ad aspirare profondamente, fino a raggiungere le dita e poi risalendo fin quasi al tallone: lo rifeci più volte……..gli odori che emanavano e traspiravano attraverso il nylon erano tipici delle scarpe appena tolte e mi inebriavano. Intanto, Marina con il piede libero mi massaggiava la patta, donando un totale senso di oppressione al cazzo che non vedeva l’ ora di trovare una via d’ uscita……..un primo passo verso la libertà e magari alla ricerca di un luogo caldo ed accogliente, dove trascorrere un pò del suo tempo libero! La signora sembrava gradire molto le mie attenzioni, perch&egrave di tanto in tanto si toccava la fica e si sgrillettava: allora alzandomi, afferrai dolcemente le sue caviglie e feci in modo che i suoi talloni poggiassero sul bordo del tavolo. Mi avvicinai nuovamente con la sedia, mentre lei -percepite le mie intenzioni- divaricò le cosce offrendomi uno spettacolo maestoso: quando iniziai a lavorarla con la lingua, le grandi labbra erano già schiuse e non trovai quindi ostacolo nel penetrarla. La vidi aggrapparsi al tavolo, mentre mi incitava a leccarla e scoparla in profondità: contemporaneamente, con le dita le tormentavo il grilletto e difatti, dopo poco venne inondando la mia bocca dei suoi caldi umori. Avevo voglia di assaggiarla: mi rimisi in piedi e lei mi seguì con lo sguardo mentre mi spogliavo rapidamente, lasciando cadere gli abiti, in parte sulla sedia ed in parte sul pavimento. Quando fui completamente nudo, si distese e mi disse di prenderla: afferrai ancora una volta le sue caviglie e, dopo averle unito i piedini, inserii la mazza in quel pertugio anatomico che si era venuto a creare, facendo avanti e indietro, ma non più di tanto, perch&egrave ero consapevole che non avrei resistito ancora a lungo! Allora sollevai le sue cosce in modo che le piante dei suoi piedi venissero ad accarezzare il mio torace e avvicinai la cappella alla calda fessura: era fradicia e bastò una leggera spinta in avanti per affondare nella sua tana. Iniziai a chiavarla, ma lentamente……..la toccavo internamente facendola gemere dal piacere……..quindi lo tiravo fuori dal suo antro e con la cappella le massaggiavo il clitoride e poi lo rimettevo nel suo pancino: era un gioco stimolante e potevo ritardare la mia inesorabile spruzzata. Marina sapeva come intrigare un uomo: scivolò con i piedi fino a raggiungere il mento ed uno sguardo consenziente mi fece capire che potevo osare! La chiavavo e contemporanemente le leccavo le dita dei piedi…….il loro sapore mi faceva impazzire e fù una liberazione quando le sborrai dentro. Uscii dalla vulva e strofinai la cappella e parte dell’ asta sui suoi piedi, imbrattando il nylon di liquido seminale. Avevamo entrambi ancora tanta voglia di leccarci e di possederci: mi propose di trasferirci in un’ altra stanza. Mi fece strada e, una volta dentro ci accomodammo sul letto: sollevò leggermente le gambe e mi chiese di sfilarle le calze. La cosa mi eccitò ulteriormente e, quando si distese, mi insinuai fra le sue cosce e le entrai nuovamente dentro: la sbattevo con veemenza e mi accanii sulle tette e sui maestosi capezzoli, che stringevo in continuazione fra le labbra. La sentii venire forte e continuai a chiavarla, ficcandole la lingua in bocca…….ne voleva ancora……..non era sazia e mi incitava a fotterla senza tregua: uscii ancora una volta e mi misi in ginocchio. Le presi ancora una volta un piede e lo portai alla bocca per succhiarle le dita, mentre la mia amica -maneggiando con l’ arnese- lo aveva nuovamente introdotto nella sua fica: ripresi a stantuffarla e, quando mi accorsi che stavo per venire, ancora una volta lo estrassi e le sborrai sui piedi, imbiancandoli con la mia materia organica. Marina si sollevò sul bacino e poi si mise seduta: mi fece cenno di avvicinarmi e, per la prima volta lo prese in bocca e cominciò a succhiare, aspirando i residui, che dalla cappella stavano colando lungo il bastone di pelle. Mi distesi affinch&egrave potesse proseguire la sua opera: le sue calde labbra avvolgevano la cappella con passione e somma perizia e, quando fù nuovamente duro, si mise a cavalcioni e si impalò. Cavalcava rimanendo in posizione verticale………mugolava mentre la trapanavo e talvolta la testa cadeva all’ indietro, per poi riprendere il controllo e ripartire ancora più forte, mentre le mie dita impietosamente strizzavano le sue poppe, mettendo a dura prova la re sistenza dei capezzoli…………si inarcò e mi permise anche di succhiarli………si distese poi completamente sul mio corpo e ci baciammo avidamente in bocca, mentre -ad ogni movimento del bacino- le tette strusciavano sul mio petto nudo, donandomi sensazioni indescrivibili. Rimanemmo un pò in quella posizione, continuando a pompare fino a quando, per la seconda volta le scaricai dentro il mio seme………lei venne a ruota e -in seguito alle contrazioni- sentii il canale vaginale stringersi intorno al cazzo. Continuò a muoversi sopra il mio flauto ed io dentro lei, fino a quando mi rimase duro. Poi, inevitabilmente stremati, ci abbracciammo per baciarci e scambiarci saliva e ci addormentammo come sassi.

PER CONTATTI: mauriziorso@libero.it

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