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Un fine settimana speciale – Sabato

By 6 Agosto 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

UN FINE SETTIMANA SPECIALE – SABATO

Non ricordo ormai più cosa sognai esattamente quella notte, ma so per certo che furono sogni molto agitati.
Una cosa tuttavia la ricordo perfettamente, ossia una strana sensazione di bagnato, di caldo ed umido che mi avvolgeva come una coperta intrisa di non so quale liquido vischioso e quando qualcosa mi costrinse ad aprire gli occhi, compresi.

Rinvenni lentamente, svegliata da un movimento estraneo e nella penombra della stanza osservai una sagoma dai lunghi capelli muovere la testa in mezzo alle mie gambe, facendomi spaventare.
Non so come trattenni un urlo, tramutandolo in un sospiro marcato e riconobbi Giulia intenta nientemeno che a succhiarmi con desiderio, in modo lento e costante.

Non riuscii a dire nulla, tranne sussurrare il suo nome, prima di essere raggiunta da un’ondata di sensazioni deliranti. Non avevo idea da quanto fosse li a fare il suo comodo, ma dalla luce oltre la serranda capivo che il sole era già sorto.
Strinsi le coperte facendole segno di fermarsi; il suono del risucchio delle sue labbra e della saliva copiosa invadeva l’intera stanza ed in breve la mia fierezza venne eclissata da spasmi e contrazioni, sapientemente cavalcate dalla sua lingua.

‘G-Giulia… oddio, ferma! Basta, sto per…’

Tentai di avvisarla e la vidi sputare il pene dalla bocca in preda a tremori, gemendo in modo sommesso per il suo orgasmo appena raggiunto.
Ripresi fiato passandomi una mano sulla fronte che scoprii imperlata di sudore, poi socchiusi gli occhi e tentai di calmarmi.

‘scusa… non resistevo più. Mi sono svegliata bagnata’

Fece la faccia tenera abbassandosi con la guancia sul letto e mi fece sorridere, nonostante la allontanai con un piede sul viso.

‘stupida… mi hai svegliato’

‘lo hai fatto anche tu giorni fa no?’

Presa in castagna le tappai la bocca infilandole dentro parte dello stesso piede con cui l’avevo scacciata e me lo ritrovai succhiato, percependo una contrazione di piacere nel basso ventre, ritraendolo.

“ma.. ti senti bene?”

Smise di succhiare e fare la scema, sapendo benissimo a cosa mi riferissi.

“beh, è stato un po strano…”

“eh si, direi di si… mi hai colta un pò di sorpresa, ti era mai successo prima?”

“no…”

“comunque non è nulla di pericoloso… solo molto raro”

Mi guardò alzandosi leggermente, come per chiedere come facessi a saperlo e sbadigliando mi alzai con la schiena.

“Ero curiosa di capire e sono andata a vedere su internet…”

“era come se il piacere continuasse ancora e ancora, non capivo più nulla, poi mi è venuto un gran mal di testa ma ero ancora eccitata, fino a stamattina”

“tutto grazie al mio piedino?”

Sembrò imbarazzata e si morse il labbro dandomi uno schiaffetto sulla gamba a lei più vicina.

‘lo terrò a mente… ma che ore sono?’

‘le 9:00… ti ho fatto da sveglia’

‘ti dovrei dire anche grazie? Sono un bagno di sudore per colpa tua… e poi mi mette ansia l’idea che entri qualcuno dalla porta, non farlo più’

Mi mantenni seria, ma quello che svettava in mezzo alle gambe raccontava una storia ben diversa.
Mi alzai seduta, ed una volta in piedi la avvisai che quella mattina Andrea sarebbe stato dei nostri.

‘e quando l’avresti sentito?’

‘ieri sera…’

‘come come?! Vi scambiate messaggi adesso? Ma eri tu che…’

‘lo so! Ok lo so… mi è venuto in mente di giocare e l’ho fatto’

‘e lui? Che cosa vi siete detti?’

Chiese dopo essere tornata quasi presentabile, a parte il rossore sulle guance.

‘nulla di che… gli ho chiesto se era eccitato per ieri e l’altro ieri’

‘ed ovviamente ha detto di si…’

‘esatto… quindi gli ho detto di andare in bagno e toccarsi’

‘ma è legato stupida’

‘lo so, non mi importava…’

Resto a guardarmi silenziosa ridendo sotto i baffi, ma mi mantenni distaccata dalla sua malizia… almeno un poco.

‘e lo ha fatto?’

‘si, è stato obbediente come sempre… finché non è arrivata la sorella’

‘la sorella? E come lo sai?!’

‘mi ha scritto che doveva andare via perché alla sorella serviva il bagno. Gli ho detto di no, ma stranamente stavolta non ha rispettato i piani’

Restammo un attimo in silenzio a guardarci pensando forse la stessa cosa.

‘tu dici che?’

‘io non dico niente… però è strano’

‘ed è finita così?’

‘si, più o meno. Lui si è scusato tanto, ma mi giravano un po’ in quel momento quindi gli ho detto che stamattina sarebbe venuto qui e gli avrei spiegato meglio la questione’

Sorridendo, diedi le spalle a Giulia ed iniziai a prendere il cambio per farmi una bella doccia rinfrescante, lasciandola riflettere.
Dopo qualche minuto, Giulia si alzò e volò nella sua stanza a fare non so cosa, ma la rincontrai poco prima di entrare in bagno uscendo dalla stanza con diversi suoi vestiti.

‘stavolta tocca a me vestirlo! L’ultima volta sembrava una verginella del cazzo’

‘ehm… lui E’ una verginella del cazzo Giulia’

Restò in silenzio, ma poi continuò a parlare.

‘non me ne frega nulla, oggi si mette i miei vestiti e i miei accessori, ci ho pensato un sacco Nadia’

‘sempre che io voglia… la settimana è ancora mia’

Lasciò cadere a terra i vestito e mi venne più vicina con aria torva, quasi imbronciata, con tanto di mani ai fianchi.

‘avanti, che vuoi…’

Restai zitta squadrandola dai suoi bellissimi piedi non smaltati, passando per il perizoma grigio piuttosto anonimo e arrivando alla magliettina da notte.

‘beh? Allora? Dai, ti finisco quello che ho cominciato così non fai storie…’

La sua violenza verbale mi eccitò in un attimo, ma tenni duro (in tutti i sensi), guardandola abbassarsi in ginocchio e tirare indietro i capelli con aria di chi si vuole sbrigare.

‘tu sei tutta scema… vestilo come ti pare; oggi quel fronte è tuo’

Sembrò restare sorpresa del mio rifiuto, anche se si vedeva chiaramente sotto le culottes la forma della mia eccitazione.

‘davvero?!’

‘si… ora devo fare la doccia, poi dobbiamo pulire un minimo casa… ce lo aveva chiesto mamma tre giorni fa quindi non abbiamo tempo’

‘oddio che bello! Grazie! Vedrai Nadia, quando avrò finito ci potremmo anche uscire per strada, non se ne accorgerà nessuno!’

Spalancai gli occhi per quella idea campata per aria, ma estremamente folle… ed esitai ancora sulla maniglia del bagno viaggiando con la fantasia.
Lasciai Giulia in preda alla sua euforia e mi concessi lascivi pensieri su quello che avremmo potuto fare ad Andrea e sotto il getto della doccia partorii un luna park di tormenti che iniziavano di nuovo a spaventarmi, specialmente al pensiero di punirlo.

Quando uscii pulita e profumata dal bagno, chiamai mia sorella e le dissi di darmi una mano a fare tutto quello che c’era da sistemare; in realtà diedi quasi tutti i compiti a lei, almeno quelli più faticosi ed alle dieci meno qualche minuto, la casa era per lo meno presentabile, come pure le nostre stanze e così le dissi di andarsi a fare una doccia, ma si rifiutò.

‘non ne ho bisogno… ti sembra che puzzo?!’

‘beh di certo non sai di rose… stai sudando come un maiale Giulia’

Risi di lei, mentre mandava giù un bicchiere di succo che le avevo preparato.

‘e di chi è la colpa?! Lava qui, togli questi, aggiusta questo, spazza li sotto! Mi hai preso per una colf? Almeno io ti ho fatto pulire solo la mia stanza… e se non ricordo bene ti sei offerta addirittura tu’

‘colpita e affondata… hai ragione, ma ti faccio fare quello che vuoi con Andrea, quindi va più che bene come compromesso. Se vuoi restare così restaci, tanto a lui non darai certo fastidio…’

Le guardai le infradito ai piedi immaginando l’odore di gomma e quello dei piedi mescolarsi e diventare pungente, ma scossi il capo scacciando il pensiero.
Per tutta risposta, Giulia alzò le gambe poggiandole sul tavolo nella mia direzione senza togliere neanche le ciabatte e cambiai espressione.

‘scommetto che puoi dire di no ad un pompino… ma a questi non ce la fai. Non fai altro che guardarli già da prima quando pulivo’.

Non risposi perché purtroppo aveva ragione e non era affatto normale avere più resistenza per la sua bocca anziché per i suoi piedi sudati.

‘avanti… che ci vorresti fare?’

‘… smettila’

‘io non sto facendo niente, sei tu che ti stai avvicinando con la faccia’

Non me ne ero nemmeno accorta ma distavo da quei piedi soltanto una ventina di centimetri e già l’odore era piuttosto forte.
Non appena ebbe rimosso velocemente un infradito, alla vista del piede nudo ed umido sotto la pianta ci poggiai il viso inspirando a pieni polmoni, inebriandomi e sentendo montare una grossa erezione.
Il passo dal tirare fuori la lingua e leccare fu molto breve e dando questa piccola vittoria a Giulia, restai in quello stato umiliante per diverso tempo, finché il suono del citofono non ci obbligò a smettere.

‘è lui?’

‘si… probabile’

‘rispondo io’

Disse Giulia sorridente e rimettendosi le infradito, arrivò alla porta ed attendemmo l’arrivare del nostro giocattolo.
Quando lo vidi entrare, accompagnato da mia sorella, il suo sguardo era più sottomesso del solito, ma comunque tentava di sorridere alle battute di Giulia su qualcosa che neppure ricordo.
Mi alzai per salutarlo e lo vidi scendere con lo sguardo un solo istante prima sul mio intimo e poi sulle infradito che indossavo.

‘allora Andrea, si è arrabbiata tua sorella ieri?’

Esclamò Giulia senza tatto, sentendolo rispondere che per fortuna era andato tutto bene. L’imbarazzo era palese, anche perché se sapeva questo, Andrea doveva aver capito anche che le avevo raccontato tutto.

‘E’ bello che tu abbia così rispetto di tua sorella… ma vedi, quando ieri mattina abbiamo parlato mi sembrava di essere stata chiara sull’esigenza, o sbaglio?’.

Restò in silenzio e calarmi nella parte ormai era quasi istantaneo, o forse non ne ero più uscita.
Quindi trovando il coraggio mi decisi ed alzai per la prima volta le mani su di lui, mollandogli un schiaffo molto forte sulla guancia.
Lo schiocco fece eco nella cucina e lui arretrò di qualche basso con sguardo sperduto e sorpreso, come quello di Giulia che si limitò a rimettere l’amico davanti a me.

‘devi rispondere…’

‘s-scusami… ma io non posso quando c’è lei’

Ascoltando la patetica paura nei confronti di una ragazza, lo colpii nuovamente sullo stesso punto. Stavolta restò fermo sul posto, ma in compenso una singola lacrima gli scese sulla guancia offesa e sembrò diventare ancora più piccolo del solito.

‘adesso andremo nella stanza di Giulia, perché detesto vederti vestito così ed anche mia sorella… poi continueremo a parlare un po’ della questione perché voglio capire che situazione c’è a casa tua, sei d’accordo?’

Li per li non rispose, ma non appena feci il gesto di colpirlo, si sbrigò ad accennare un timido assenso e seguirci sulle scale fino alla nostra metà.
Ero già un bollore, sia davanti che dietro e mentre camminavo in testa al gruppo ripensavo se forse ci stavo andando troppo pesante, ma l’eccitazione del potere ottenuto e la sua reazione remissiva non giocavano a favore della coscienza, quindi entrammo e chiusi personalmente la porta per ultima.

‘adesso sei mio e finché non avrò finito non devi fiatare sennò mi rovini l’immaginazione… ti faccio diventare bellissima’.

Esclamò Giulia mostrando sul letto ad Andrea le varie scelte d’abito.
Mi sedetti sulla sedia della scrivania per godermi la trasformazione che fu piuttosto lenta, tanto che dopo quindici minuti decisi di andarmi a prendere qualcosa da bere.
Rimasi lontana dalla stanza per diverso tempo, preparando tre bicchieri con del succo di frutta, andando la bagno e perdendo tempo inutilmente, ma quando entrai in quella camera, quasi mi cadde il vassoio che stavo portando.

Giulia era la, vicino al mobile a specchio ma di fianco a lei Andrea era scomparso ed al suo posto era comparsa una ragazzetta molto simile a Giulia, bionda, con i capelli raccolti dal lato sinistro del viso.
Gli aveva messo un trucco abbastanza pesante, dai toni scuri che mascheravano davvero molto i lineamenti maschili e l’attenzione dell’osservatore era presa quasi esclusivamente dagli occhi, pittati con rosso e nero.
Aveva optato per una gonna nera lunga che copriva le gambe con vari fronzoli ed una camicetta rossa molto carina che restava leggermente aderente sul petto, ma nel complesso era davvero un bell’abbinamento.
Ai piedi indossava dei suoi stivali bassi e tozzi da metallara che probabilmente gli facevano anche male e poi vari accessori tra cui una cinta borchiata, un guanto ricamato alla mano sinistra, lo smalto nero alle mani e persino un suo ciondolo al collo.
Era davvero molto bella.

‘allora?! è valsa la pena aspettare? Il rossetto non l’ho messo perchè ero sicura che non sarebbe durato’

Giulia sorrise venendomi incontro e prendendo il suo bicchiere fresco.

‘hai fatto un lavoro superbo… accidenti! Sembra davvero una ragazza’

Con un lieve imbarazzo, Andrea si voltò allo specchio ammirandosi.

‘bene, hai sete?’

Chiesi dolcemente, prendendo un si poco convinto.

‘bene, berrai non appena ci racconterai un po’ di te e di tua sorella… se non rispondi, troverò il modo per farti parlare. allora? Perché la temi?’

‘i-io non la temo…’

‘mmm… risposta sbagliata’.

Sorseggiando un ultimo sorso di Tè fresco, mi alzai vedendolo accucciarsi e chiedermi scusa, ma lo ignorai andando a prende l’oggetto su cui avevo gettato uno sguardo appena entrata.
Afferrai una delle cinte che Giulia aveva tirato fuori e la passai a mia sorella.

‘fallo tu… ho troppo caldo, attenta a non esagerare’

Giulia mi guardò un po’ indecisa non su cosa fare, ma sul come, poi semplicemente fece fare un giro alla cinta per dimezzarne la lunghezza e mollò una sferzata al fianco di Andrea con così tanta forza da farmi intervenire subito.

‘Giulia! Per fortuna ti ho detto di andarci piano!’

Andrea ricevette il colpo con terrore sulla spalla quasi all’altezza del viso e lo schiocco fu davvero molto forte, tanto che si inginocchiò tenendosi con una mano.

‘non rompere… se me la dai a me faccio come mi pare, altrimenti pensaci tu, e poi non mi sembrava ci fossi andata leggera con la mano’

La sua risposta non mostrò il minimo tentennamento, cosa che invece io avevo mostrato quindi, sentendomi un istante inferiore, leggermente stizzita passai davanti ad Andrea ed afferrai un’altra delle cinte, questa meno larga dell’altra ma borchiata.

‘ricominciamo Andrea d’accordo? Allora, vuoi rispondere?’

‘a-aspettate… è che lei, voi non la conoscete, non so cosa dirvi’

Altra risposta sbagliata e ci fu soltanto un intesa tra me e Giulia prima di vederlo tornare in ginocchio a causa di una frustata davvero impressionante sulla pancia, alla quale per non essere di meno mi aggiunsi, colpendolo alla schiena con decisione.
Urlò dal dolore e compresi che così non poteva essere, perché altrimenti i vicini avrebbero mandato presto la polizia, quindi mi diedi uno sguardo intorno, ed afferrai dal cassetto di Giulia un suo calzino pulito e del nastro adesivo e con poca grazia lo imbavagliai.

‘ehm.. Bella soluzione ma così non parla più’

Disse Giulia saccente, ma ci avevo già pensato.

‘non importa, risponderà Si o No con la testa… se non risponde o tarda a farlo proseguiamo’

Forse lesse nei miei occhi l’eccitazione oppure fui io che lo lessi nei suoi, ma oltre a questo, notai dei segnali del corpo di Giulia che indicavano inequivocabilmente piacere e la cosa mi sorprese. Dal canto mio mi stavo divertendo, ma a dirla tutta non era eccitata, almeno non fisicamente, mentre lei…

Lo lasciammo li a terra in ginocchio, Giulia dietro di lui ed io davanti, proseguendo.

‘tua sorella ti ha mai picchiato?’

Si salvò per un pelo dalla cinta di Giulia rispondendo un istante prima della sferzata con un cenno positivo.

‘hai mai spiato tua sorella a casa per vederla nuda?’

Esitò troppo e da dietro un sibilò segnò un poderoso colpo sulla schiena che lo fece gemere ed inarcare, poi fu il mio turno prendendolo sul braccio e sul petto.
Tentò di coprirsi il volto ed anche questo non ci piacque, quindi un po’ accaldate escogitammo un altro sistema, sacrificando un paio di calze nuove e legandogli le braccia dietro la schiena.
Sommessamente si fece fare tutto, sospirando e respirando affannosamente.

‘l’hai vista nuda?’

Cenno positivo.

‘le hai mai leccato o annusato i piedi?’

Cenno positivo.
Ci guardammo e ridemmo spaesate perché allora era davvero come avevamo pensato.

‘hai mai goduto grazie a lei?’

Esitò troppo e ci andammo giù di nuovo pesante vogliose di conoscere i torbidi dettagli di quella famiglia, ma nonostante il ripetersi della domanda per tre volte, si rifiutò di parlare.
Lo vidi piegarsi in avanti prostrato con la faccia a terra e con il viso segnato da lacrime silenziose; ero curiosa di sapere, ma Giulia era intenzionata anche ad altro e con calma gli alzò la gonna afferrandolo con uno strattone da dietro.
Andrea si paralizzò sgranando gli occhi.

‘adesso rispondi a mia sorella oppure la prossima botta ti arriva qui…’

Sorrisi credendo scioccamente che scherzasse, ma quando proposi nuovamente la domanda, con paura vidi mia sorella alzarsi e mirare con la cinta sotto al sedere, poi uno schiocco fece salire gli occhi di Andrea all’indietro lasciandolo dimenare a terra.

‘Giulia…’

‘che c’è?’

‘nulla…’

Avrei voluto dirle di darsi una calmata, ma il suo sguardo era davvero assassino anche se sorridente, quindi lo riafferrò per i capelli spettinandolo e lo rimise nella stessa posizione.

‘Andrea rispondimi… te lo dico per tuo bene’

Sembrò tornare lentamente a capire, quindi chiesi l’ultima volta la domanda ed ebbi un cenno positivo.

‘quindi, fino ad esso sappiamo, che tua sorella ti picchia, le annusi e lecchi i piedi come il maiale che sei e che ti ha fatto anche godere.. dimentico qualcosa?’

‘no…’

Risposi io pensando alle novità ed immaginando che tipo di sorella farebbe questo, girandomi poi su Giulia intenta a stringergli le palle nella mani.

‘guarda! è eccitato…’

Impossibile pensai. Non poteva davvero provare piacere in quella violenza, ed invece non appena ci andai dietro ebbi modo di osservare l’ottimo lavoro di mia sorella con lo spago ed effettivamente un’erezione che faticava a venire fuori.

‘Se non fosse per la tua bastardata sarebbe dritto adesso…’

Constatai sentendomi in colpa un solo istante per averlo massaggiato con la gamba al parco, poiché diversi filamenti era disposti in maniera grossolana ma efficace in modo da legarsi attorno al pene e continuare in mezzo al sedere piegando indietro il sesso in una posizione del tutto innaturale, ed anche andare al bagno in quel modo doveva essere abbastanza difficile.
Con due dita, Giulia tirò indietro la pelle che ancora chiudeva la testa del pene semi eretto e sentimmo gli ansimi di Andrea davanti.

‘ti va di provare una cosa?’

Disse vicino al mio orecchio il suo piano ed esitando, alla vista di quel sedere bianco, ogni scrupolo scomparve, quindi mi alzai e ripresi la mia cinta nella mano.

‘adesso facciamo una prova, se funziona… per qualche tempo questo sarà il tuo unico modo di godere… altrimenti questo è stato solo un tuo brutto sogno’

Replicai alzandogli il viso da terra con il piede, osservandolo piangente chiudere gli occhi per il tocco di Giulia che aveva preso a masturbarlo lentamente quasi mungendolo.
Vibrai un colpo e poi un altro. Il primo fu quasi un carezza, ma il secondo schioccò forte nella stanza e seguitai sentendo gli aggiornamenti di Giulia sulle contrazioni che percepiva ad ogni frustata.
Fu un lavoro di cinque minuti o poco oltre; ormai avevo preso una certa dimestichezza e mi lasciai andare mirando in punti ben precisi sentendolo piangere.

Mentre alzavo il braccio per l’ennesima sferzata, il ritrarsi di Giulia ed il suo ridere sonoro mi bloccarono, tornando al presente per osservare i vari tremori di Andrea ed il pavimento macchiato dal suo seme colato fuori quasi senza forza.

‘avevi detto che non ci avresti mai fatto nulla…’

‘si hai ragione ma ho cambiato idea, l’importante è che non goda’

Fu una frase davvero perfida e le pizzicai il seno facendola saltare.

‘adesso prendi qualcosa per pulire avanti…’

‘io?! Fallo tu se ci tieni… anzi, fallo fare a lui’

Sorrise librandosi al fianco di Andrea costretto al nostro volere e lo mosse portandolo con la faccia sulla chiazza liquida, rimuovendo, dopo avermi fatto cenno di lasciarla fare, il bavaglio improvvisato.

‘come stai? Ti sei eccitato con due ragazze che ti frustano?’

Ansimante rimase zitto guardando avanti a se il suo seme.

‘adesso devi pulire, poi vediamo di farti godere come la ragazza che sei, ti va?’

Restai a guardare Andrea esitare e pregare di aspettare un istante perché il suo corpo bruciava, ma mentre si lamentava, eccitata gli premetti la testa sotto l’infradito schiacciandolo sui suoi umori.

‘lecca… tanto abbiamo pulito stamattina a terra, ci si potrebbe mangiare’.

Con Giulia che lo teneva per i capelli eseguì anche quel mio meschino ordine, tirando fuori la lingua e succhiando quello che aveva schizzato, poi, una volta terminato, lo tirammo su poggiandolo in ginocchio con il busto sul letto.

La mia ossessione per il suo sedere si fece nuovamente sentire, quindi mi posizionai dietro di lui e scesi le sue mutande ignorando lo spago che correva lungo la linea del corpo ed infilai senza grazia l’indice al suo interno.

‘in effetti è più morbido dell’ultima volta…’

Constatai saggiandone la consistenza dei tessuti interni sentendolo mugolare.

‘adesso facciamo i tuoi esercizi giornalieri, magari te li fai fare anche da tua sorella, no?’

Ebbe un sussulto che non scappò ai nostri sguardi.
Da quel momento, iniziò per Andrea una mezz’ora molto lunga; inizialmente ci tenemmo sul replicare le inserzioni della volta precedente, alternando le mie dita a quelle più crudeli di Giulia che sembrava godesse nello strappargli delle urla di dolore.
Fu sua l’idea di utilizzare qualcosa e visto che mi rifiutai nuovamente di scoparlo, Giulia tornò dalla cucina con un enorme cetriolo che mi lasciò inizialmente preoccupata.

‘Giulia non gli starà mai…’

‘possiamo provare… secondo me si’

Cinicamente, mia sorella andò davanti a lui mostrando con fierezza quanto aveva riportato dalla sua spedizione, prendendosi le suppliche accorate del ragazzo che scongiurava di non violarlo con quello. Compresi il suo timore, anche in tutta la mia perversione non mi sarei mai fatta mettere qualcosa come quello dentro, ed immagino neppure Giulia, ma lui non era noi.

Mi raggiunse e diede a me il piacere di farlo.
Esitai, ma Giulia seppe invogliarmi, infilando due indici nell’ano, dilatandolo per farmi vedere quanto ora era elastico e così lo posizionai ed iniziai a premere.
Sentendo il volume penetrarlo, Andrea tentò di alzarsi, ma Giulia abilmente si sedette sopra la sua schiena segnata dalle frustate sotto il vestito e lo tenne buono, mentre a me toccò la parte più divertente.

Tra una spinta ed una contrazione, in quindici minuti, soltanto un terzo dell’ortaggio era scomparso dentro di lui, un risultato che tutto sommato potevo accettare, fu mia sorella ad eccedere prendendolo con due mani ed applicando una forza assai maggiore della mia, tappandogli la bocca con entrambi i piedi.

Ne risultò un’accelerazione che ne risucchiò dentro fino a metà l’oggetto sotto spasmi e urla soffuse, ma d’improvviso mi ritrovai macchiata da alcuni schizzi biancastri sulle braccia e sul petto.

‘o mio dio ma è venuto?!’

Esclamai, interrompendo Giulia dal suo sadismo.

‘ma come è possibile? Lo stavi toccando?’

‘no assolutamente… è davvero un maiale’

Dissi ridendo, alzandomi e andando a prendere un fazzoletto in camera mia.
Quando tornai, Giulia era intenta a farsi leccare i piedi mantenendo con due dita il cetriolo al suo posto.
Ci pregò di rimuoverlo e fui brava, visto che gli avevo abbondantemente fatto pagare la notte precedente, quindi lo estrassi lentamente osservando lo sfintere rimanere dilatato sotto il suo pianto incessante.

‘sei stato davvero bravo… come ragazza sei perfetta’

Avrei voluto vedere come era ridotto sul corpo, ma non me la sentii, quindi lo feci sdraiare a terra davanti a noi.

‘e’ già ora di pranzo… ci pensi tu?’

Mi chiese Giulia continuando ancora a farsi leccarle un piede.

‘d’accordo, ed ovviamente tu sei invitata Andrea’

Sorrisi nell’appellarlo a femmina, ed un suo socchiudersi degli occhi confermò la gratitudine.

‘Ora devo sistemarlo, si è tutto scomposto e non è più carina come prima’

‘già, prima mi ha lasciato senza parole’

Mi guardò sorniona, ma non compresi quello che le frullava in testa finché non mi si avvicinò sussurrandomi all’orecchio l’idea più folle.

‘che ne pensi?’

‘non lo so Giulia… forse è troppo’

‘io dico che non se ne accorge nessuno… potremmo andare al centro commerciale’

Andrea aveva smesso di leccare e si beccò uno schiaffo in faccia con la pianta del piede.

‘fammici pensare mentre cucino… sei veramente una stronza’

Sorrisi alzandomi per uscire dalla stanza, prendendo il suo succo ormai caldo e bevendolo io; poi li lasciai giocare consapevole di dovermi svuotare in qualsiasi modo, altrimenti quel pomeriggio Andrea avrebbe rischiato sul serio la vita.

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