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Racconti erotici sull'Incesto

Un fratello speciale

By 14 Dicembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

UN FRATELLO SPECIALE

Salve a tutti cari lettori e lettrici mi chiamo Chiara e sono la protagonista delle vicende che sto per raccontarvi; in effetti penso sarebbe più preciso dire che sono l’antagonista della questione, si perchè l’eroe stupido della cosa è mio fratello che vi saluta da qui vicino dandosi da fare come gli ho insegnato da brava sorella maggiore.
Come dicevo sono una ragazza di diciannove anni da poco compiuti, sono a detta dei ragazzi che ho avuto una tipa con tutte le cose che contano al posto giusto, alta poco meno di un metro e settanta, un bel fisico e con una seconda abbastanza piena, in effetti se mamma si fosse impegnata un po’ di più in quel punto non mi sarebbe dispiaciuto, ma ad ogni modo recupero con un bel sedere sodo ed un viso per niente male.
Non penso ci sia altro da aggiungere per la maggior parte dei maschietti che leggeranno questa storia, che posso giurarvi essere vera e ve lo giura anche mio fratello, parlo io per lui ovviamente, ma per quelli che magari non sono interessati solo a due tette ed un bel culo aggiungerei che ho occhi verde chiaro, capelli lunghi mori portati liberi sulle spalle con alcune mesh rosa e pelle abbastanza chiara; la mia famiglia è originaria del centro Italia ma per questioni di lavoro e di vita ci siamo trasferiti qualche anno fa in un paese vicino Trento e da lì inizia questa vicenda.
La mia famiglia dicevo, veniva fuori da un triste divorzio deciso da mia madre, all’epoca avevo solo tredici anni, per la cronaca con Andrea, questo è il nome di mio fratello, mi porto tre anni di differenza; erano tempi in cui le cose andavano ancora bene, ma quella notizia che nostra madre ci disse con tanta leggerezza come se fosse la cosa più semplice del mondo a me almeno fece dare di testa; per fortuna sono giorni lontani adesso, poi ognuno affronta il dolore a modo proprio ed io decisi di diventare forte, forse un po’ troppo come direbbe chi mi conosce, ma ad ogni modo mi aiutò a diventare quella che sono oggi e rifarei tutto da capo se qualcuno me lo chiedesse, anche perchè senza questo carattere io non starei qui a scrivere una parte davvero divertente della mia vita.
Dicevo che comunque in quegli anni facevo di tutto, frequentavo ragazzi poco raccomandabili, presi anche a fumare e poi insomma ero una tipa che non aspettava molto nel darla in giro diciamo così, quindi se unite questo ad un abbigliamento un po’ da maschiaccio, direi che più o meno avete il quadro completo di me; infine dopo due anni, mia madre ebbe la magica idea di risposarsi, stavolta a soffrirne di più fu proprio Andrea, che gia chiuso com’era dopo la faccenda aveva praticamente smesso di parlare, così mamma e papà adottivo decisero di trasferirsi e cambiare aria per ricominciare.
Ricominciare però non è sempre facile e a questo riguardo io non semplificai di certo le cose; dovete sapere che avendo così tanto odio dentro, alla fine per chiunque è normale sfogarsi in un certo modo che cambia da persona a persona ed il modo per superare la vista dell’uomo che aveva preso il posto del mio vero padre e che per colpa sua adesso vedevo solo poche volte all’anno, era rifarmi su Andrea.
Da quando ci trasferimmo iniziai a comportarmi sempre peggio con lui, ad oggi dico perchè lo vedevo sempre così apatico e taciturno invece io avrei voluto rompere tutto, quindi per me era il miglior passatempo rovinargli la vita in ogni modo, gli davo fastidio in continuazione facendogli dispetti quando potevo ed arrivavo spesso anche alle mani, dato che anche se un bel ragazzino non ha certo un fisico competitivo, ne tanto meno lo spirito.
Le vicende che narrerò sono ambientate più o meno un anno dopo esserci trasferiti quindi tirate voi le somme; Andrea al tempo era il classico ragazzino piacente e che penso tutti i genitori vorrebbero, alto circa uno e sessanta ma era decisamente sottopeso, dato che a forza di mangiare poco aveva assunto un corpo fin troppo magro, è di un castano molto chiaro e con occhi celesti, ripresi in tutto e per tutto da mio zio da parte di mamma, un gran bell’uomo a mio dire, insomma lui non l’ha mai ammesso ma secondo me anche a scuola veniva trattato da soggetto della classe e di botte deve averne prese un bel po’ oltre che da me.
Così arriviamo come dicevo a qualche anno fa, ormai inutili erano i rimproveri di mia mamma quando decidevo di fargli qualcosa e nemmeno lui reagiva più di tanto, finché un giorno non accadde una piccola svolta imprevista alla faccenda e qui penso che molti di voi abbiano gia iniziato ad alzare le orecchie, beh… la cosa andò più o meno così; quel dì avevo deciso di saltare la scuola, pratica più che comune nei miei registri, maggiormente se era una bella giornata quasi estiva com’era quel giorno, tornai a casa più presto del solito dopo aver lasciato amiche ed amici qualche isolato prima, finché una volta a casa mi accorsi che mia madre, casalinga nullafacente, non c’era.
Andrea sapevo stesse poco bene, in effetti era praticamente guarito ma con la solita scusa dell’ultimo giorno si era fatto un altra bella dormita alla faccia di chi lavorava; feci per andare nella mia stanza, passando obbligatoriamente davanti la sua che la vidi stranamente aperta e lui non era nel letto; rimasi un attimo interdetta per poi fregarmene e tornare ai fatti miei, quando aprendo la porta della mia camera trovai proprio Andrea intento nientemeno che a segarsi con in mano davanti alla bocca un paio di mie calze.
La cosa mi fece rimanere impietrita ed anche la borsa della scuola mi cadde di mano, mentre lui letteralmente balzò in piedi con occhi terrorizzati; vi fu solo un attimo di silenzio, infranto poi da lui che rosso in volto scappò passandomi vicino e filando nella sua stanza chiudendosi dentro. Sinceramente non sapevo che pensare… se non tanto per il fatto in se, ma per come lo stava facendo, io sono sempre stata una ragazza dalle larghe vedute su quel fronte, ed i ragazzi che ho avuto potrebbero garantirvelo, però quella scena mi aveva spiazzata davvero, così entrando nella mia stanza chiusi la porta avvicinandomi al letto, feci caso solo dopo un po’ che tra l’altro quelle calze le avevo pure usate qualche giorno prima, poi mi sdraiai sul letto ed accesi la TV tentando di scacciare quella scena dalla mia testa.
Non mi mossi dalla stanza per tutto il pomeriggio, un po’ per i vari compiti arretrati che dovevo assolutamente fare, un po’ per timore di incontrare mio fratello in giro, finché verso le sette di sera incapace di concentrarmi mi fermai a pensare sul serio che quel piccolo porco era entrato in camera mia senza permesso; quello che aveva fatto passò un attimo in secondo luogo, giusto il tempo per tornare me stessa e sopratutto ritrovare la voglia di prenderlo a ceffoni sulla faccia, però anche se so essere maledettamente strana e sbagliata come cosa, ero anche curiosa di sapere se davvero il mio fratellino fosse uno di quei ragazzini che ha il coraggio di masturbarsi sulla propria sorella, in più a quel modo così schifoso ed era qualcosa che avrei scoperto senza alcuna fretta.
A cena non accadde nulla, ne io menzionai la faccenda, ma vedevo dai pochi sguardi che mi dava di sotterfugio che avesse una paura incredibile che lo dicessi ai nostri genitori, non so perchè non lo feci in effetti, forse perchè quell’espressione trattenuta ed ansiosa mi divertiva, ad ogni modo dopo la cena mi alzai subito appresso a lui, che quando mi vide aumentò il passo cercando di raggiungere la sua stanza.
Lo fermai qualche metro prima afferrandolo per un braccio e sbattendolo al muro del corridoio, forse anche un po’ troppo forte, ‘hai qualche rotella fuori posto maiale… tu prova a rientrare in camera mia e giuro che ti faccio pulire il pavimento con la faccia!’, furono più o meno queste le parole che dissi a quanto ricordo vedendolo più che mai arrendevole al mio rimproverò severo, quando poi sentii il richiamo di mia madre che mi diceva di lasciarlo stare dovetti andarmene, mentre lui velocemente rientrò in camera chiudendo la porta.
Da quel giorno in avanti fui abbastanza cattiva con lui, più del solito intendevo; volevo provocarlo per vedere una sua reazione e l’istinto mi portò esattamente dove volevo, lo avevo visto fare quella cosa in un certo modo e se lui era un maniaco attratto da calze, piedi o cose di questo genere di li a breve lo avrei capito.
Non sapevo in effetti molto sull’argomento, giusto con amiche ed amici poteva essere capitato qualche volta un discorso simile per riderci su, ma comunque la malizia che solo una ragazza può avere fece il resto, fui semplicemente me stessa e tanto bastò.
Così in modo piuttosto vago iniziai a camminare per la casa scalza e quasi sempre in infradito, seminando calze e calzini un po’ dove capitava, tuttavia a parte qualche occhiata a cena o a pranzo quando gli stavo praticamente sotto gli occhi, non sembrava avere propensione per quegli affari, poi però fu tradito da un mio gesto fatto quasi involontariamente; dopo una cena presi il cellulare dalla tasca per rispondere ad un sms, Andrea era seduto a capo tavola quella sera praticamente al mio fianco ma non lo stavo calcolando sapendo che di li a breve si sarebbe alzato, così senza pensarci troppo alzai le gambe e le poggiai sul tavolo stendendole nella sua direzione, portandogli praticamente i piedi a qualche palmo dal suo posto, in quel momento i suoi occhi fecero una stranissima espressione, quasi di paura in effetti.
Velocemente mi guardò un istante poi distogliendosi riprese a finire la minestra, solo la voce di mia mamma mi riprese dal fissarlo divertita, ‘Chiara abbassa quelle gambe sei a tavola accidenti’, suonò il rimprovero, trovando anche l’appoggio del compagno, così senza dire altro e abbastanza soddisfatta da quanto visto diedi un piccolo schiaffo sulla guancia di Andrea e tornai in stanza a prepararmi per uscire.
Quella storia andò avanti ancora diversi giorni, non perdevo mai l’occasione per dargli attenzione, in particolare quando vedevamo la TV in salotto, cercavo sempre di mettermi in una posizione dove lui non potesse evitare di vedermi, finché proprio uno di quei pomeriggi quando i nostri genitori non erano in casa, lui si voltò verso di me con sguardo supplichevole, ‘basta Chiara ti prego non ce la faccio più ad andare avanti così, mi dispiace non dovevo entrare in camera tua, però adesso smettila sennò mamma capisce…’, mi prese di sorpresa perchè non mi aspettavo da lui una reazione così diretta, forse era proprio vero che lo stavo facendo morire, restai in silenzio a pensare qualche attimo se addirittura fosse fino a quel punto, ‘non so di che parli, è giugno e quasi estate dovrei coprirmi per un tuo cazzo di problema al cervello?’, risposi io divertita e negando tutte le provocazioni di quei giorni.
Lui alle mie parole si limitò a spostare lo sguardo a terra ed alzarsi per andare in camera sua, però ebbi l’impeto di raggiungerlo quasi correndo e una volta in camera sua lo afferrai forte e lo gettai a terra, ‘sentì porco non ti starai prendendo un po’ troppe libertà con me? Ti alzi e mi dai le spalle e fai quella faccia da cane bastonato che ho sempre detestato, te lo do io un motivo per farla sul serio allora, tu da oggi prova a chiamare la mamma una sola volta quando ti faccio qualcosa e le dico tutto, siamo intesi?’, gli parlai in maniera molto concisa e tenendolo fermo a terra con un piede sul petto, mentre aspettavo la risposta che sapevo sarebbe arrivata.
Dopo un suo cenno positivo mi tolsi da sopra di lui e sorridendo gli diedi un calcetto sulle palle, non lo feci forte eppure probabilmente lo avevo preso abbastanza bene dato che rimase li con le mani sull’inguine per un po’ di tempo, poi decisi di tornare a vedere la televisione ed il programma che stavo seguendo.
Avevo una sensazione addosso di trionfo lo ammetto, mi faceva stare davvero bene il fatto di avere un potere così grande su quel piccolo pervertito, alla fine se non fosse stato un debole al tempo avrebbe potuto semplicemente dire di no, io lo avrei detto a mamma e tutto al più si sarebbe preso una strigliata per la sua incompetenza anche nel masturbarsi, tuttavia andò diversamente e da allora quasi non vedevo l’ora di tornare a casa per fargli qualcosa; mi divertivo in particolare a farlo stare con la porta aperta mentre studiava distraendolo con la mia musica in camera ad alto volume, lo vedevo qualche volta arrivare per chiedermi di abbassare ma non aveva mai il coraggio di dirlo, poi ancora quando doveva andare in bagno spesso lo precedevo all’ultimo, specialmente di mattina; perdendo tempo inutilmente sapendo quanto se la stesse facendo sotto e facendogli fare ritardo a scuola, quando uscivo lo trovavo sempre che si teneva li sotto e saltellava tipo balletto, il tutto senza ovviamente mai chiamare nostra madre che neppure immaginava la cosa.
Quello che però cambiò davvero la situazione accadde qualche settimana più tardi; ormai l’estate era arrivata ed i vestiti diventavano sempre più corti e per via di quella storia avevo preso anche a dedicarmi di più ai piedi, curandoli e provando vari tipi di smalto; non c’era una ragione vera e propria e non sto qui ad analizzarmi, fatelo voi se volete, fatto sta che mi godevo ogni volta gli sguardi sottomessi di Andrea il quale cercava di non farci caso.
Tutto questo fino ad un giorno in cui ero intenta a leggere un libro da poco acquistato; dalla camera di mio fratello avevo notato uno strano silenzio, immediatamente pensai al maiale intento a segarsi, ma non poteva essere così stupido dato che la chiave della sua stanza glie l’avevo sottratta e quindi chiunque sarebbe potuto entrare, tuttavia guardando bene se nel salone ci fosse qualcuno mi avvicinai alla porta e andando per le spicce la aprii con un colpo secco trovandomi davanti mio fratello intento proprio in quella pratica.
Era alla sua scrivania davanti lo schermo del PC, balzò per lo spavento ricoprendosi alla buona e sbrigandosi a togliere qualche sicura pagina porno di internet, fu allora che, dopo la non troppo grande sorpresa iniziale, con calma richiusi la porta alle mie spalle e mi avvicinai con lo sguardo più severo che riuscì a fare, mentre Andrea chiudeva gli occhi pensando al ceffone che gia lo stava per raggiungere.
Però mi trattenni dal farlo guardando lo schermo del PC ora sul desktop, ‘sei davvero stupido… forza aprì la pagina che stavi vedendo’, non so perchè lo chiesi, il cuore sentivo battermi forte, forse ero solo curiosa di vedere quali fossero le sue fantasie, ad ogni modo lui esitò mostrandomi occhi di finta innocenza, ‘se non ti dai una mossa te ne do così tante che stavolta finisci all’ospedale’, incalzai senza alzare troppo la voce dandogli uno schiaffetto sul viso per farlo muovere, poi dopo qualche secondo spostò la mano sul mouse e cliccò l’icona nascosta sulla barra applicazioni.
Quando mi mostrò la pagina rimasi un attimo di stucco, era un sito su per giù come youtube, ma fatto in modo che vi fossero caricati ogni sorta di schifezza con tema ricorrente anche della sottomissione di ogni genere, quasi sempre di donne che punivano uomini.
Guardai qualche altro istante prima di soffermarmi su quello che aveva selezionato mio fratello, il quale mostrava un immagine che non capii a pieno, ‘fammi spazio…’ gli intimai facendolo alzare dalla sedia e mettendomici io presa da quel cavolo di video, quando poi premetti l’avvio rimasi veramente turbata dalla cosa; c’era un uomo censurato in volto con attorno due puttane vestite in maniera anche piuttosto normale, l’uomo era nudo e legato a letto mentre quelle due si prendevano dimestichezza del suo corpo con cinghie e vari altri oggetti, spalancai gli occhi quando una delle due prostitute gli infilò un enorme uccello finto nel sedere, mentre l’altra gli stringeva il pene con alcuni legacci, probabilmente per non farlo venire pensai.
Alla fine dei cinque minuti l’uomo era a pezzi e lo si vedeva chiaramente, la bionda che lo aveva sodomizzato a quel modo alla fine tolse le costrizioni facendolo finalmente venire copiosamente sui piedi della compagna, poi si bloccò indicando la fine di quel clip; rimasi zitta, non sapevo cosa dire in effetti la curiosità mi aveva portato ad avere ogni conferma sul fatto che mio fratello fosse abbastanza anormale, quindi stetti in silenzio voltandomi poi con sguardo incerto verso di lui che sul letto guardava a terra con faccia abbastanza sconfortata, ‘tu stai veramente male Andrea… vado a dirlo alla mamma perchè stai esagerando’, non lo dissi per fargli paura, ma ero davvero intenzionata a parlarne con i nostri genitori in quanto non era certo normale quella cosa che avevo visto, ma lui alle mie parole si alzò spaventatissimo e si gettò davanti a me in ginocchio, ‘no ti prego avevi promesso di non dire niente! Sei una bugiarda Chiara, giuro che non ti parlò più se lo fai’, mi venne da ridere per quelle moine da femmina che stava facendo, però nel vederlo a quel modo così supplicante in effetti la cosa mi intrigò parecchio, così spostai una gamba sopra la sua spalla destra e lo premetti un poco con il piede facendolo scendere di più, ‘sei veramente fuori di testa, scommetto che anche adesso la cosa ti piace vero? Perché quel giorno ti segavi con la mia roba?’, gli chiesi dandogli una spintarella e facendolo cadere indietro trovandomelo a gambe aperte a meno di qualche centimetro dalla sedia su cui dall’alto lo guardavo.
Attese a rispondere, ma quando feci per alzarmi parlò, ‘non lo so, l’ho fatto senza pensare scusa, erano la prima cosa tua che ho trovato…’, stava mentendo, conoscevo quando lo faceva perchè non guardava mai negli occhi, il tipico animo puro mi venne in mente ridendo, ‘dimmi la verità o ti chiamo mamma seduta stante’, intimai ancora, finché lui alzò lo sguardo facendomi anche tenerezza per qualche istante, ‘perchè mi piaci…’.
Dopo aver sentito questo tolsi il sorriso pensando seriamente che la cosa stava diventando pesante, ‘Sono tua sorella e pure di sangue, come cazzo fai a dire così?’, chiesi severa, al che lui continuò nel dire, ‘te l’ho detto solo perchè me lo hai chiesto minacciando, non mi sembra abbia l’intenzione di andare più in la della fantasia…’, disse alzando nuovamente gli occhi provando a mettersi in piedi, ma io gli diedi un’altra spinta facendolo rimanere a terra e restando in silenzio ancora per diversi istanti, maturando concetti ed idee che una sorella so non dovrebbe nemmeno pensare, ‘così ti piaccio è? E ti piacciono anche i miei piedi maiale?’, fui forse un po’ eccessiva però me l’aveva proprio tirata fuori dicendo quelle cose, alle quali rispose solo con un cenno del capo, fu allora che gli portai un piede sul volto e lo feci stendere completamente ed in quella posizione notai immediatamente un rigonfiamento sul cavallo dei pantaloni della tuta che indossava.
Ci rimasi un attimo nel constatare che bastava davvero quello per fargli avere un erezione, così presa da quell’insano gioco in me scattò qualcosa di davvero poco etico,’bacialo, ubbidisci sennò finisce che dopo le stronzate che hai detto ti faccio ricoverare da mamma’, dissi seria e porgendogli sulle labbra l’oggetto del mio desiderio; inizialmente mi guardò incredulo ad occhi spalancati, ma poi alzandosi lentamente e tornando seduto senza troppa esitazione prese a fare quanto avevo detto in maniera delicata e dolce.
Andò avanti sotto il mio sguardo sempre più incredulo e divertito per quasi cinque minuti, finché i passi di qualcuno nel corridoio lo fecero smettere più che mai spaventato ed un poco anche io, infatti subito tolsi la pagina dal computer e gli feci cenno di alzarsi da terra, osservando la porta aprirsi lasciando entrare nostra madre, ‘ma che state combinando? Hai finito i compiti Chiara?’, chiese poi con le mani ai fianchi parlando con entrambi, ‘mi stava chiedendo un aiuto in grammatica, comunque si li ho fatti, a proposito stasera esco con Ilaria e gli altri ok?’, spostai subito il discorso da quella situazione che un po’ era ambigua, in quanto non c’era nessun libro di grammatica sulla scrivania, ‘esci anche stasera? Eravamo rimasti per tre volte a settimana Chiara, parlane con Massimo stasera e vedi che ti dice’, aggiunse poi entrando e dando una carezza ad Andrea che le sorrise un po’ forzatamente, lasciandoci infine nuovamente soli.
Strinsi i denti, ‘Dio quell’uomo deve morire assolutamente, mi dirà di no quasi sicuro!’, parlai non facendo caso nemmeno a quanto successo poco prima, mentre invece Andrea dalla faccia se lo ricordava eccome, ‘che ti guardi ancora? ti è piaciuto?’, dissi io seriamente e senza sorridere anche se un po’ mi ero divertita davvero, forse anche più che un po’; Andrea fece un altro cenno col capo senza aggiungere altro, mentre il mio sguardo gli andava sulla patta dei pantaloni ancora leggermente alzati, ‘tornò di là, ciao scemo…’, dissi alzandomi e rimettendomi le infradito guardandolo un ultima volta, mentre lo vidi chiaramente rimanerci davvero male, forse il porco si aspettava qualcosa di più, in fondo lo avevo interrotto mentre si stava segando e poi gli avevo messo ancora più voglia, con tutta probabilità stava per esplodere, pensai sorridendo un attimo giusto il tempo di fermarmi sull’uscio della porta e voltarmi con occhi cattivi, ‘non azzardarti a continuare quello che stavi facendo maiale, vedi quello sguardo che hai adesso? Bene so riconoscere se cambiasse e quindi mi avrai disubbidito, in quel caso gia sai cosa succederà’.
Dissi questo tentando di non scoppiare a ridere, cosa che fu abbastanza complicata dopo l’espressione piangente di mio fratello, ‘Chiara dai, io non posso…’, provò a parlare, ma lo zittii all’istante ‘mamma!’, la chiamai attirando l’attenzione di lei nella cucina, mentre Andrea si buttò a terra facendo un segno di preghiera e li dovetti per forza togliere l’aria da dura e ridere di gusto, ‘ma che avete voi due oggi si può sapere? non siete mai stati senza picchiarvi per più di cinque minuti ed oggi giocate?’, parlò la mamma che dalla cucina aveva visto me divertita portarmi al muro poco distante, ‘niente mà, va tutto bene… quando torna piuttosto Massimo stasera?’, svagai facendomi più vicino a lei, mentre la porta della camera di Andrea si chiudeva lentamente.
Passarono due giorni da quel fatto che mi aveva un po’ cambiata in effetti, ogni volta che guardavo mio fratello pensavo se avesse davvero mantenuto l’ordine più che crudele che gli avevo dato; non ero davvero in grado di capire dal suo sguardo se l’avesse rispettato o meno, però osservandolo potevo capire dai movimenti che nelle parti bassi c’era molta attività e spesso a tavola si sistemava li sotto più volte cercando di farlo notare il meno possibile, cosa che ovviamente mi dava da pensare che lo scemo m’avesse ascoltato sul serio, finché una sera dopo cena sentii bussare alla mia porta.
Ne entrò mia madre interrompendo il programma che stavo seguendo alla TV, ‘Chiara ti posso parlare un attimo?’, chiese con tono calmo, però il suo sguardo era un poco preoccupato, quindi senza dire altro le feci un cenno e dopo essersi seduta vicino a me sul letto prese parola, ‘Chiara per caso hai notato qualcosa di strano in tuo fratello negli ultimi giorni?’, chiese sempre in modo preoccupato e li ebbi un attimo timore che qualcosa avesse visto o sentito, ‘no, perchè sta poco bene?’, domandai io facendo la vaga in attesa di sapere le sue conclusioni, ‘lo vedo più taciturno del solito, sta sempre nella sua stanza, ed ha un espressione che non mi piace per niente Chiara, poi…’, la mamma si arrestò un attimo, ‘poi?’ chiesi io con il cuore un po’ palpitante, ‘l’ho visto toccarsi spesso in quelle parti, non vorrei ci fosse qualcosa che non va, dici che dovrei chiedergli se ha dei problemi?’, mi chiese con faccia avvilita, tanto da farmi riflettere un po’ anche a me, che sapevo probabilmente cosa avesse, ‘se vuoi posso provare a vedere io che cosa gli è successo’, risposi senza pensarci più di tanto, ma di certo avrei evitato che quello stupido ne parlasse, perchè a quel punto ci sarei finita di mezzo più io che lui, ‘davvero Chiara? Se ti secca non devi sentirti obbligata’, disse mamma carezzandomi, ma io le feci capire che non ci fossero problemi e che al più presto me ne sarei interessata.
Come era venuta alla fine se ne andò lasciandomi sola a pensare sul da farsi, pensai subito alle varie possibilità ma me ne venne una sola, quindi al fatto che se davvero aveva ubbidito era più di tre giorni che in quelle condizioni come lo avevo lasciato Andrea non si masturbava, però non credevo potesse avere ripercussioni di questo genere; anche vero era il fatto che con i miei continui giochetti avevo potuto ampliare la cosa, ad ogni modo c’era solo un modo per saperlo quindi verso mezzanotte, dopo che mamma e Massimo furono andati a letto, mi recai da lui per sapere che caspita aveva.
Entrai senza bussare come facevo di solito trovandolo in uno stato davvero brutto, prima che entrassi stava guardando alla TV il mio stesso programma, poi alla mia vista sussultò sedendosi sul letto; indossava il pigiama e con chiarezza vedevo che il suo affare era in piedi e lui se lo stava coprendo con la parte sopra dei vestiti da notte, ‘che hai scemo? Mamma dice che ti senti poco bene…’, domandai io con superficialità, mentre lui abbassò lo sguardo facendomi anche un po’ pena.
Quando vidi che non volle rispondere entrai nella stanza e chiusi la porta, ‘allora?’, tornai a rimarcare, finché alla fine non cedette, ‘mi fa male da morire…’, rispose scoprendo quanto cercava di celare e mostrando la sagoma del pene più che eretto, ‘non ti sei più toccato?’, chiesi io un po’ sorpresa dato che se gli faceva addirittura male, io stessa me ne sarei fregata di un ordine tanto stupido, ma lui non aggiunse altro in un tacito assenso, in quel momento non so cosa mi prese, ma di certo sentivo una strana sensazione, era piacevole e non seppi spiegarmelo con esattezza, però mi diede il coraggio per dire quelle parole che di li a seguito mi sarebbero uscite dalla bocca, ‘sei proprio un cretino Andrea, nemmeno sei capace di stare un paio di giorni senza segarti…’ esclamai con tono severo e sedendomi sulla poltroncina della scrivania guardandolo male, ‘vieni qui… dai muoviti’, dissi facendogli segno di portarsi a come eravamo l’ultima volta nella sua stanza, cosa che lui fece un po’ sorpreso, ‘abbassa i pantaloni’, forse un velo di imbarazzo in quel momento lo mostrai anche io evitando di guardarlo negli occhi e toccandogli con il piede l’uccello che svettava dall’indumento, mentre lui con occhi quasi persi eseguiva pacatamente.
Lo guardai poco dopo in maniera intensa, ‘sembri un animale ammaestrato cazzo, fa come l’altra volta forza…’, gli piazzai davanti il piede sinistro e con gli occhi guardavo il suo affare nemmeno tanto piccolo come mi aspettavo e li devo dire almeno il mio imbarazzo scomparve se non del tutto in buona parte.
‘e bravo il mio fratellino che bell’uccello che ha, ti sta per scoppiare? è quello il problema?’, gli domandai in maniera retorica sorridendo e parlando a bassa voce, mentre prendevo le sue effusioni alla mia estremità, per poi iniziare a massaggiare con l’altro piede il fulcro del suo piacere, sentendo chiari mugolii di approvazione.
Mi sentivo eccitata in un modo mai provato, persino sentivo il cuore battermi forte in petto per quella follia che stavo facendo; andai avanti a quel modo per alcuni minuti, finché lui non smise di baciarmi e con occhi socchiusi mi volle avvertire che stava per godere, udito questo mi ritrassi trovando gli occhi pietosi di Andrea che non capiva il perchè avevo smesso, mentre io invece me lo guardavo e sorridevo stuzzicandolo solo leggermente, ‘e se adesso ti lasciò così?’, fu un pensiero che per un attimo mi venne sul serio, perchè quella faccia che stava assumendo mi piaceva troppo e mi ricordava un cane abbandonato, ‘Chiara ti prego…’, pregò lui più volte sotto i miei occhi abbastanza divertiti, mentre alcune gocce iniziavano ad uscire dal pene.
Non so a quel punto che mi disse la testa, più semplicemente forse era il fatto che mi sentivo molto eccitata anche io dalla cosa, ad ogni modo mi alzai dalla sedia e lo feci sdraiare per vedere fino a che punto potevo osare; così una volta prono lo costrinsi ad alzare le gambe aiutandolo un poco e facendolo sedere su se stesso in modo che avesse il suo uccello a pochi centimetri dalla faccia.
Fui lieta di vedere che non fece la minima opposizione, solo i suoi occhi imbarazzati cercavano di trovare nei miei la risposta di cosa volevo fare, ed a quel punto più che mai convinta gli afferrai l’affare e iniziai a segarlo lentamente come se non ci fosse alcuna fretta nel venire, cosa per lui ben diversa; andai avanti così poco più di un minuto finché egli non esplose riversandosi sul viso una quantità industriale di sperma, della quale anche io ne rimasi colpita.
Sorrisi lasciandolo libero dalla posizione nella quale si era imbrattato, quanto successo mi aveva eccitato anche a me e non poco, ma cercai di non darlo a vedere troppo alzandomi quasi subito e guardandolo dall’alto, mentre era a terra a riprendersi dall’orgasmo tanto cercato, ‘io mi andrei a lavare se fossi in te, o magari ti piace pure il sapore vero?’, chiesi tornando a stuzzicare il suo giocattolo col piede che istantaneamente si riprese tornando dritto, ‘cazzo Andrea sei una cosa assurda! però non è da tutti… buona notte pervertito’, aggiunsi infine pulendomi la mano leggermente umida sulle coperte del suo letto, lasciando poi la stanza abbastanza soddisfatta ed un po’ pensierosa.
Quando fui di nuovo stesa sul mio letto pensai veramente a quanto avevo fatto ed il bello è che non me ne fregava nemmeno molto, piuttosto mi chiedevo se non avevo esagerato con lui, ma era un problema che semmai si sarebbe visto nei giorni futuri, quando poi mi guardai la mano, ancora con il profumo di Andrea nuovamente quel calore mi tornò addosso; non ero mai stata una tipa che amava masturbarsi più che altro perchè ci voleva troppo e sicuramente qualche dita non fanno come un cazzo, però quella sera alla luce dell’esperienza vissuta, era diverso e quasi senza pensare dopo aver chiuso la porta a chiave mi misi sotto il lenzuolo e portai la mano li, dapprima sulle culotte con le quali dormivo e poi alla passera della quale mi stupii persino io per quanto fosse bagnata; dopo averci giocato per qualche minuto iniziai un lento massaggio, che di li a breve aumentò sempre di più facendomi infine raggiungere il piacere con potenti spasmi e sommessi lamenti… rimasi a godermi quella sensazione ancora a lungo finché appagata non chiusi gli occhi lasciandomi ad un sonno profondo.
Arrivati a questa parte posso solo pensare a due tipi di reazioni di coloro che stanno leggendo, o siete tipi abbastanza strani come me ed in questo caso mando un bacio a tutti voi, oppure siete quelli che stanno facendo una faccia schifata per una sorella che fa cose di questo genere a suo fratello minore e se siete parte di questo gruppo smettete di leggere e cambiate racconto, perchè da qui in avanti arriverà la parte dove la vita di Andrea e perchè no anche la mia, cambiò sul serio.

Il giorno seguente a quell’epilogo così inatteso per pura coincidenza mi ritrovai alla porta del bagno prima di Andrea il quale sopraggiunse solo alcuni istanti dopo; vi fu un breve silenzio prima che la voce di nostra madre ci chiamò per la colazione, come ogni normale giorno entrai io per prima guardando la faccia di mio fratello un po’ troppo rilassata, così mi fermai e lo presi per un orecchia trascinandolo dentro con me e chiudendo la porta, ‘che hai da essere così sereno stamattina è scemo? Ricorda che il discorso è ancora valido, tu toccati l’uccello e mamma scopre tutto, sarò io a decidere se e quando darti corda, intesi?’, volli chiarire subito severa, mentre lui fece solo un segno di ragione con la testa, poi lo cacciai fuori e finii di lavarmi, mettendoci ancora più del solito.
Alla mia uscita lui entrò di corsa abbassandosi i pantaloni prima ancora di aver chiuso la porta, poi fu il mio turno di mangiare ed infine di prepararmi per la giornata; non ci scambiammo altro e prima io, poi lui uscimmo di casa sbrigando ognuno le proprie faccende sino al pomeriggio che rincasammo ovviamente in orari differenti.
Per la giornata pensai alla questione relativamente poco, avevo una voglia pazzesca di dirlo a qualche amica, più di tutte ad Ilaria (mia compagna di banco e migliore amica), ma mi trattenni dal farlo, perchè non sapevo quanto potessi fidarmi, così al termine delle lezioni e dopo aver pranzato mi recai in camera mia per studiare qualcosa con molta poca voglia.
Davanti al PC d’un tratto mi venne l’idea di guardare qualche filmato giusto per distrarmi, in effetti dentro mentivo a me stessa in quanto volevo vedere qualcosa del genere di cui mio fratello era amante, ma non sapendo cosa cercare digitai a caso un famoso sito porno, che a detta di tutti i compagni di classe maschi fosse eccellente; lo trovai subito ed una miriade di clip mi comparvero sullo schermo; ma era roba scontata e vista, soliti pompini e scopate memorabili con stalloni dalla pelle bronzea, pensai però che anche se un bel po’ stranuccio, ero in fin dei conti contenta che Andrea non avesse i gusti di tutto il resto del mondo, ad un certo punto per pura fatalità sfogliando le pagine del sito notai qualcosa che forse poteva essere riconducibile a quelle pratiche e così cliccai dopo aver tolto il volume della casse, trovandomi davanti a due minuti e mezzo di pura teatralità.
Il filmato mostrava un uomo ed una donna, probabilmente era amatoriale data la definizione della scena, la telecamera non permetteva di vedere interamente lei e solo in parte dell’uomo, che con parecchia sofferenza veniva colpito da quella padrona con un frustino forse in pelle o roba del genere, ci rimasi un attimo perchè non avendo viaggiato mai su internet a vedere quelle cose che magari erano pure normali per certi versi mi fece effetto, ad ogni modo proseguendo la tipa afferrò il cazzo dell’uomo e lo legò in maniera davvero esagerata prendendo poi a masturbarlo con la bocca; fu in effetti divertente vedere come il poveretto si dimenava dalla costrizione che non gli permetteva di venire, poi il video mostrava flash finali durante il quale, la donna se ne andava e lo lasciava in quello stato abbastanza pietoso.
Ci rimasi un po’ male alla cosa, va bene giocare ma fino ad un certo punto pensai, alla fine io con mio fratello non avevo certo rapporti così completi, quindi non era la stessa cosa… comunque inevitabilmente dopo aver visto questo, il pensiero su Andrea nella sua stanza tornò con prepotenza, tanto che mi ingegnai un attimo sul come potessi fare per stuzzicarlo un poco; i miei genitori erano entrambi a casa, odiavo il sabato che nessuno faceva niente; poi mi arresi pensando ad altro e mettendomi d’accordo con le amiche per una bella nottata.
I giorni seguivano e quasi la voglia di quelle cose mi stava passando finché tornando da scuola mi accorsi che in casa non c’era nessuno, fu per un attimo il rivivere l’inizio della vicenda e mi venne da sorridere, quando poi vidi arrivare mio fratello che mi salutò con un flebile cenno per dirigersi sul divano, alla vista posai la cartella in terra e lo chiamai, ‘mamma?’, chiesi veloce facendo qualche passo avanti, ‘ha detto che da mangiare è nel microonde e di aspettarla per cena che aveva dei giri…’, rispose accendendo la TV per poi tornare a guardarmi, ‘hai una faccia un po’ spenta, se mamma se ne accorge viene a rompere da me, te l’ho gia detto’, gli dissi sedendomi alla poltrona poco distante e togliendomi le scarpe per stare più comoda, al che gli occhi di Andrea si spostarono su di esse quasi all’istante, ‘non so che farci Chiara, faccio il possibile ma è difficile… è tanto ormai…’, provò a giustificarsi per poi togliere lo sguardo e tornare a guardare quegli stupidi cartoni.
Fu allora che mi venne nuovamente voglia di quei giochi,così mi tolsi un calzino e glielo tirai prendendolo in piena faccia, ‘vammi a prendere le pantofole… tanto lo so che pensi a quello’, dissi ridendo ma dicendo la pura verità a detta del suo sguardo, poi senza dire altro e con molto fervore egli si alzò ed ubbidì da bravo cagnolino, portandomele e fermandosi li vicino.
Lo guardai un attimo sorniona in quanto sapevo cosa sperasse facessi, alla fine era maschio e tutti sono sempre prevedibili su quelle cose, ad ogni modo tolsi anche l’altro calzino e glielo passai sorridendo pensando a che schifo fossero ed anche piuttosto sudati, ‘aspetti qualcosa stupido?’, lui alle mie parole si fece un po’ di coraggio provando a parlare ma non glielo permisi porgendogli un piede davanti, a quel gesto si mise lentamente in ginocchio davanti a me e senza che dicessi nulla iniziò a compiere il suo dovere come le ultime volte, ‘ma non ti fa vomitare che ci ho camminato tutto il giorno?’, chiesi nel silenzio e continuando a guardarlo, anche un po’ per capire cosa gli passasse per la testa, ma non rispose continuando a lavorare dolcemente e dopo un po’ anche a me quei baci iniziarono a tentarmi nella parti intime.
Poggiai come l’ultima volta l’altro piede sul suo affare e lo mossi qualche volta su e giù, quando però lo vidi irrigidirsi mi fermai, ‘ma gia stai venendo?’, chiesi un po’ abbattuta in quanto l’ultima volta almeno aveva la scusa della sega interrotta, ‘scusa è che mi piace tanto…’, rispose dolce, ma facendomi solo incazzare di più, ‘forza alzati, se non sei capace nemmeno di reggere qualche tocco come cazzo farai da più grande?’, alle mie parole eseguì un po’ sorpreso, ed in effetti anche io forse stavo esagerando, ma tanto alla fin fine non me ne fregava niente.
Una volta in piedi gli slacciai i pantaloni di jeans, abbassandoli e facendolo restare in mutande decisamente deformate dal rigonfiamento al loro interno, ‘aspetta qui e muto…’, intimai nuovamente alzandomi anche io e recandomi in camera a prendere qualcosa a cui avevo pensato qualche giorno prima, per poi tornare abbastanza sorridente, ‘adesso tua sorella ti aiuta a calmare i bollenti spiriti’, aggiunsi avvicinandomi e mostrandogli un elastico per capelli nero, non lo usavo più da tempo quindi non mi importava si sporcasse, forse dagli occhi intuì cosa avessi in mente, poi gli feci abbassare le mutande finché non restò col coso all’aria parecchio imbarazzato; presi il suo cazzo tra le dita e gli avvolsi attorno saldamente l’elastico legandolo per bene e guardando alcune gocce uscire dalla punta, ‘adesso dovresti stare un po’ più sulle tue’, aggiunsi per poi tornare sulla poltrona e facendolo sedere nuovamente in ginocchio con faccia un po’ sofferente.
Proseguii quanto avevo lasciato in sospeso provando a muovermi in diversi modi con i piedi, fu l’istinto a farmi da guida in quanto non avevo mai fatto cose di quel tipo tranne che con lui, ma dalle facce che il fratellino faceva probabilmente me la cavavo bene; dopo aver passato a quel modo un quarto d’ora o poco meno lui era praticamente alla frutta, tanto da chiedermi lui stesso di poter finire anche da solo, cosa che prontamente rifiutai, ‘se ti lascio venire tutto sto lavoro è buttato, tu cerca di non pensarci…’, spiegai in modo davvero cattivo, poi smisi quel trattamento e gli dissi di rivestirsi e tornare a vedere la TV e di non togliere quell’affare per nessuna ragione.
Oggi penso a che stupida fui perchè al cesso quel poveretto ci doveva pure andare e invece per tutto il pomeriggio non lo vidi per niente, solo in serata sentii bussare alla mia porta trovandomelo davanti che camminava lentamente, ‘Chiara, devo andare in bagno me lo togli…’, chiese con voce appena accennata facendomi preoccupare un attimo, ‘oddio non vai da oggi a pranzo? Scusa, dai vieni forza…’, lo feci avvicinare tenendo un espressione abbastanza seria, però dentro l’ilarità per quanto fossi stata scema c’era eccome; non appena fu davanti a me, scesi i pantaloni gia sbottonati e poi le mutande per guardare quel pene dritto e più che mai palpitante davanti ai miei occhi con tonalità ormai rossastre, feci per togliere l’elastico guardandolo un attimo, ‘vedi di non venirmi in faccia o ti prendo a schiaffi’, aggiunsi con un mezzo sorriso precisando ad una possibile eventualità conoscendolo, poi una volta libero da vera bastarda premetti un poco sulla vescica tenendolo fermo con l’altro braccio, pochi istanti dopo corse via in bagno con alcuni gemiti di qualcosa di indefinito.
Stavo esagerando? Me lo chiesi spesso e ancora me lo chiedo oggi, lui però è vivo e se la passa bene quindi tanto male non posso avergli di certo fatto.
A cena Andrea si sforzò di essere il più normale possibile, riuscendoci anche… tanto che mamma e Massimo non si accorsero di nulla, poi andammo nelle nostre stanze e la cosa finì li sino al mattino seguente; il bagno era gia occupato, bussai e rispose mio fratello che gia mi fece incavolare per essere arrivato prima di me, quindi gli intimai di aprirmi cercando di non farmi sentire da mamma di la in cucina a fare la colazione.
Quando entrai nel bagno lui era in piedi davanti al cesso e con il pisello dritto in una posizione un po’ ridicola, ‘ma che fai?’, chiesi io iniziando a lavarmi la faccia per svegliarmi un poco, ‘non… non riesco bene ad andare, non vuole abbassarsi’, mi disse lo scemo un po’ sofferente, cosa che però a me fece sbottare dal ridere, ‘Chiara sei tu al bagno? Senti, da una voce ad Andrea che stamattina di alzarsi non ha voglia’, suonò la voce distante di mamma pensando probabilmente che fosse ancora a letto, ‘io lo so di che hai voglia il maiale…’, dissi con cattiveria avvicinandomi, e guardando il giocattolo ancora in tiro e più che mai rosso, ‘domani mattina è mercoledì, fai sega a scuola, mamma va con le amiche la mattina se non ci stai peggio per te’, esclamai pensando che magari qualcosa avesse imparato nel trattenersi un minimo.
Detto questo glielo toccai un paio di volte sentendo immediatamente dopo la stretta, l’erezione ingrandirsi assieme a gemiti sempre più marcati; di quel passo si sarebbe finito da solo nei pantaloni camminando pensai, così dopo aver fatto colazione, aspettai che anche Andrea finisse per poi chiamarlo in camera mia, ‘muoviti che sto gia in ritardo…’ gli dissi chiudendo un attimo la porta dietro di lui e sbottonandogli i pantaloni sotto il suo sguardo visibilmente affannato, poi presi dalla tasca dei jeans il mio elastico e glielo avvolsi sull’uccello trovando alcuni spasmi ad attendermi, ‘Chiara non ce la faccio ti prego…’ disse a bassa voce con fare supplichevole e in effetti anche con il nastro quelle goccioline continuavano ad uscire dal suo coso, poi ebbi una grande idea, ‘spero tu abbia fatto tutto al bagno perchè finché non torni a pranzo non ci andrai’, dissi prendendo un altro elastico questo purtroppo anche che mi piaceva e una volta infilato lo legai ben stretto sopra l’altro; sapevo che in quel modo in sangue non sarebbe passato correttamente, ma di certo non sarebbe passato nemmeno qualcos’altro.
Dopo averlo risistemato gli diedi un bacetto sulla guancia ed assieme uscimmo da casa dopo il centesimo avvertimento di mamma; per quanto si sforzava di camminare bene si vedeva purtroppo che qualcosa non andava tuttavia riusciva a camuffarlo abbastanza, ‘se qualcuno chiede stai un po’ male con la pancia che poi non del tutto una cazzata, ciao’, mi limitai a dirgli sorridendo ed allontanandomi con lo zaino verso la fermata dell’autobus lasciandolo infine da solo.
Al contrario degli altri giorni quella mattina ci pensai spesso ad Andrea e non volendo, anche eccitandomi all’idea, alla fine mi resi conto che avevo dato del maiale a lui ma certo io non ero diversa, sangue di famiglia pensai sorridendo, finché la scuola non finì e finalmente fui libera di tornare a casa a divertirmi.
Quando entrai gettai la cartella ad un angolo trovando mia mamma intenta a preparare il solito piatto di pasta che mai mancava a tavola, ‘tutto bene a scuola?’, chiese lei come spesso accadeva, mentre io più che altro volevo vedere il mio giocattolo, ‘si tutto bene, visto poi alla fine non era nulla con Andrea, sta solo crescendo’, scherzai io sedendomi a tavola, mentre mamma mi passava il piatto, ‘si è vero, mi stavo preoccupando per nulla, che ti ha detto? Centra una ragazzina?’, a quelle domande mi colse un po’ di sorpresa, così imparo a tenermi la bocca chiusa dissi tra me sorridendo un po’ a forza, ‘si è proprio per quello, alla fine anche Andrea ha iniziato a frequentare…’, sorrisi nuovamente iniziando a mangiare e parlando anche d’altro finché la porta non si aprì nuovamente lasciando entrare mio fratello, ‘tesoro la pasta è un po’ fredda vuoi che te la riscaldo?’, chiese con fare amorevole da ipocrita qual’è, ‘no mamma mangio dopo adesso vado un attimo a stendermi’, passò guardandomi un attimo per poi filare in stanza, ‘sarà anche una ragazza ma se fa stare così il mio piccolo iniziamo male…’, volle puntualizzare mamma tornando a togliere il piatto di Andrea, ‘beh, tanto piccolo non è più…’, mi scappò dalla bocca mentre per fortuna lei non fece caso al mio commento, poi tutto finì ed andai nella mia stanza come ogni giorno.
Attesi ancora qualche minuto poi andai da Andrea, lo trovai supino che si teneva li sotto mi guardò un attimo e poi si girò nella stessa posizione, ‘spogliati dai che mamma può entrare’, fece quanto ordinato mostrandomi un uccello ben diverso da come lo avevo lasciato; aveva assunto un colore violetto, nonostante questo continuava a rimanere quasi dritto ed appena lo toccai pulsò nuovamente mentre con volto sofferente Andrea stringeva le coperte, ‘non ti si ammoscia mai è…’, mi venne spontaneo dirlo mentre rimuovevo i miei elastici ridotti abbastanza male da quel liquido che continuava ad uscire dal suo affare, ‘non lo so per quanto ce la faccio Chiara’, aggiunse lui una volta tolto l’ultimo oggetto, ‘la cosa non cambia, tu fa una cazzata e finisce male, ora fa come ti pare scemo, stanotte dormi senza parte sotto e senza mutande capito?’, gli dissi, mentre lui sembrò non aver afferrato, ‘te lo devo scrivere su una lavagna o hai sentito?’, incalzai facendogli fare un cenno con la testa in effetti sentendomi proprio una gran bastarda, infine lasciai la camera per tornare alla mia mentre lui scappò via verso il bagno con evidente bisogno.
Anche a cena si comportò bene, secondo me un altro sarebbe gia svenuto per quanto gli stavo facendo però il mio fratellino aveva più tempra di quanto non dimostrasse a pelle, poi verso l’ora di dormire mi recai da lui per sincerarmi avesse fatto quanto gli avevo detto, trovandolo nell’ormai consueta posizione ma sotto le coperte; alla mia vista si voltò accendendo la luce di fianco al comodino, ‘hai fatto come t’ho detto?’, chiesi sorridendo avvicinandomi a passo felpato, mentre lui si scoprì un po’ in imbarazzo, il suo coso era stranamente moscio, ma bastò una carezza che subito tornò in auge, ‘no Chiara! ci avevo messo tanto per farlo smettere…’, disse tenendosi le palle per il fastidio che ormai doveva patire, ‘a volte nel sonno uno fa movimenti o altro, potresti rovinare tutto senza nemmeno volerlo’, gli spiegai con calma e carezzandolo un poco, per poi prendere nuovamente l’elastico ormai a lui più che familiare e legarlo in modo molto più incisivo attorno al pisello pulsante.
A quella pratica stavolta fece qualche rimostranza, ma una mia minaccia di lasciarlo così per altri giorni lo fece rabbonire per poi infine lasciarlo a se stesso sicura che non facesse casini.
Quella notte non riuscii a prendere sonno, avevo troppa voglia, nonostante avessi preso a masturbarmi da parecchio non trovavo soddisfazione come l’ultima volta, l’idea che nel suo letto Andrea si stesse dimenando per merito mio mi eccitava in modo terribile, così controllai l’ora, che segnava le quattro di notte.
Mi venne un pensiero fisso, ovvero se fosse riuscito a prendere sonno, tentai di non cedere, ma alla fine volli andare a vedere muovendomi come un gatto per la casa fino a giungere alla sua porta ed aprirla lentamente; per fortuna era una casa nuova e non c’erano cigolii a potermi far scoprire, poi guardai all’interno illuminato dalla finestra e dalla luce della luna che brillava fuori.
Sembrava in effetti dormire, il suo respiro era pesante e ritmico, mossi un passo dentro ed accostai la porta, guardando meglio tra le coperte rimanendo poi colpita dal rigonfiamento che spiccava in maniera davvero appariscente; mi feci più vicina sempre silente per poi allungare una mano e scostare la coperta gia di per se abbastanza calata, posando gli occhi nella penombra del suo affare drittissimo e pulsante.
Feci fatica a trattenermi dal buttarmici sopra e farmelo lo devo ammettere, però dopo essermi sincerata che dormisse a pieno, mi avvicinai con le labbra a quel cazzo in tiro toccandolo con la lingua e vedendo possibili reazioni di mio fratello; nessuna, non batté ciglio, quindi un po’ divertita dalla cosa ci poggiai entrambe le labbra sulla gonfia cappella e li ebbe un leggero sussulto ma nulla più, non sapevo se proseguire o meno, la voglia era tanta ma se si fosse svegliato non c’avrei fatto una bella figura, ad ogni modo prevalsero gli ormoni e così iniziai a leccarlo lentamente, facendo il più delicato possibile, stando attenta ad ogni sua possibile reazione, finché non lo presi del tutto in bocca iniziando un vero pompino.
Ci stetti un bel po’, il fatto di non dovermi preoccupare che venisse mi piaceva molto ma mi dovevo ricordare anche che se continuavo troppo alla fine si sarebbe svegliato o peggio il cazzo gli sarebbe esploso sul serio, così mentre ingoiavo e leccavo quel pezzo di carne duro come il ferro, con la lingua entrai tra le piccole labbra dell’affare e li mi fermai.
Fu difficile perchè avrei voluto altro, però riuscii a tenermi e ad allontanarmi tra ansimi di mio fratello che stringeva le coperte con forza, mi chiesi cosa avesse sognato il porco dopo quel trattamento, ad ogni modo mi ritirai nella stanza accendendo la TV, in quella notte che era destino la passassi senza dormire.
Finalmente vennero le otto del mattino, volli sincerarmi se mamma fosse davvero uscita e così fu, eravamo liberi per tutto il giorno salvo imprevisti e di certo la prima cosa che avrei fatto sarebbe stata vedere la faccia di mio fratello non appena si fosse svegliato.
Lo attesi in camera, tanto sapevo sarebbe arrivato e puntuale lui venne a trovarmi con il volto quasi disperato, ‘Chiara ti prego non so che è successo ma devo finire subito, non ce la faccio più sento che stavolta scoppierò, aiutami’, disse quasi con le lacrime il poverino, forse avevo fatto un po’ troppo nella notte ma il premio se l’era meritato quindi lo portai in salone dopo aver preso una coperta dall’armadio stesa poi per terra ce lo feci mettere sopra; non riusciva stare fermo si muoveva in continuazione come avesse avuto le tarantole addosso, la cosa mi fece sorridere finché con fermezza rimossi l’elastico e stetti a guardare, ‘forza fallo…’, lo guardai dall’alto dopo che senza chiedergli nulla si era poggiato in ginocchio pensando chissà cosa, ‘cos’è quella faccia? pensavi ci avrei pensato io?’, aggiunsi ora ridendo e togliendomi un infradito per poi spingere il cazzo di mio fratello a terra con il piede.
Lui restò zitto limitandosi a gemere un poco alla pressione, poi dopo che ebbi rimosso l’ostacolo egli iniziò a menarselo stranamente con lentezza, forse gli faceva male o qualcosa del genere pensai continuando a fissarlo; fu questione di davvero secondi, in un attimo ci fu l’arrivo di spruzzi lunghissimi che per poco non uscirono dalla coperta e sembrava non finissero più, mentre addirittura lui aveva quasi gridato finalmente libero, per poi cadere avanti prono nel suo stesso seme, ‘vatti a lavare e muoviti…’, gli dissi voltandomi ed andando in camera a mettermi qualcosa addosso dato che sentivo fresco.
Quando tornai in salone lui era ancora nel bagno e quando ebbe finito tutto uscì con aria quasi distrutta, ‘che cera Andrea, pensare che dovevi stare meglio’, volli sfotterlo un poco da sopra il divano guardando il suo affare ancora dritto, ‘adesso fratellino faremo qualcosa per quel cazzo sempre dritto, finirai le scorte prima o poi’, non dissi altro alzandomi e prendendo lui e la coperta per andare in camera sua abbassando un poco la finestra dato che dalla sua parte c’erano vicini.
Gli feci cenno di sedersi sulla coperta che avevo sistemato sul letto, poi restai un attimo a guardarlo pensierosa; di sprecare calze non ne avevo la minima intenzione, corde non ne avevo, poi pensai alle cinte e di quelle ne avevo davvero un infinità, ma a me ne bastava una.
Corsi in camera e tornai dopo poco con una vecchia cinta in tessuto morbido, con le quali senza perdere tempo legai le braccia di Andrea all’asta di ferro del letto subito dietro ai cuscini, guardando poi quel quadretto, ‘ti piace?’, gli chiesi senza aspettarmi una risposta che tuttavia lui diede, ‘se lo fai tu mi piace tutto…’, rispose con tono pacato anche un po’ rassegnato, il tanto che bastava, ‘e fai bene, anche perchè non hai altra scelta stupido’, mi aveva fatto invece piacere che avesse detto quella cosa, però non potevo farglielo capire, presi uno dei calzini del giorno prima che avevo portato dalla camera e glielo piazzai in bocca per poi afferrargli l’uccello più che mai dritto e scalpitante, ‘adesso ci gioco fino a quando ne ho voglia, vieni quanto ti pare ma non mi fermerò per nessuna ragione quindi più ti tieni e meno soffri’, gli diedi sorridendo un bacio sulla guancia e poi mi misi al lavoro.
Avevo provato solo una volta a fare quella cosa con un ex che veniva troppo velocemente, la cosa però non gli era piaciuta visto che dopo aver finito i maschietti tendono a sentire quella parte troppo sensibile per continuare a lavorarci; beh, Andrea aveva bisogno di migliorarsi e io conoscevo solo quel sistema pensai, iniziando a muovere la mano dopo essermi seduta davanti a lui e portandogli i piedi all’altezza del viso, finché dopo nemmeno cinque minuti un copioso fiotto venne sparato in aria per poi ricadere su di lui assieme ad altri tre o quattro schizzi bianchi, ma come promesso non mi fermai rallentando solo un po’ l’andatura.
Dopo aver proseguito Andrea iniziò a scalciare un poco, cosa che mi fece piacere ma anche incazzare in quanto doveva essere più uomo e non un frignante bambino, così per punirlo presi a sfregare la parte alta del membro con il palmo della mano continuando il movimento con l’altra, entro breve il pisello divenne enorme e di tinta bordò, poi dopo altri pochi minuti venne nuovamente stavolta in modo più sommesso.
Mi venne da ridere, a lui invece non molto visto che aveva preso anche a mormorare fastidiosamente e dimenarsi molto di più anche con le gambe che trattenevo io con il mio peso; rallentai un attimo dandogli tregua per poi aprire le due labbra del prepuzio con le dita infilandovi un poco dell’unghia dentro, cosa che lo fece calmare immediatamente, più per paura che qualche suo movimento brusco potesse ferirlo in quel punto così delicato.
Anche quella cosa l’avevo vista in uno dei filmati che da qualche tempo ormai guardavo spesso facendomi anche una discreta cultura in merito, lentamente smisi per qualche attimo il movimento della mano e mandai più a fondo il dito nel condotto del fratellino che mi guardava quasi con le lacrime agli occhi, quando infine decisi che era abbastanza lo estrassi e ripresi a masturbarlo con l’andamento di prima.
Passammo a quel modo più di un ora, stranamente venne solo un altra volta e con pochissimo sperma, forse l’aveva davvero finito pensai ridendo, poi dopo essermi fermata lo guardai che era quasi incosciente, ‘bravo, sei stato qui fino alla fine’, lo ricompensai con un complimento e togliendogli il calzino ormai completamente bagnato dalla bocca; tentò di dire qualcosa ma le parole si fermarono prima; dopo due colpetti sul viso si riprese un poco guardandomi con il pigiama più che imbrattato della sua roba ed evidentemente sudato, ‘mi vado a dare una ripulita porco… tu resta li che tanto è presto ancora’, gli intimai facendogli pensare che avesse ancora una giornata da passare a quelle condizioni, ma quando tornai si era assopito.
Lo guardai un attimo pensando se svegliarlo, oppure lasciarlo riposare per un po’ e da brava sorella chiusi la porta ed andai in salone a vedere un po’ la TV; passarono circa un paio d’orette nelle quale oltre a vedere qualche cazzata in tele pensai a togliermi qualche altro sfizio con il fratellino, tanto ormai gia che c’eravamo potevo fare di tutto e così feci.
Sorridendo spensi la tele e mi recai da lui svegliandolo con uno spintone, ‘allora bell’addormentata, fatto il riposino?’, domandai voltandomi senza ascoltare quanto avesse da dire, ‘che ore sono Chiara?’, chiese sbadigliando forse credendo che fosse stato tutto un sogno, ma poi gli occhi andarono sulla cinta ai polsi e su lui mezzo nudo, ‘Andrea adesso ti volti e fai il bravo vero?’, gli chiesi sorridendo e iniziando a girarlo, mentre lui non capì minimamente, ‘aspetta Chiara devo andare un attimo in bagno…’, lo spinsi un poco sulla vescica dopo quelle parole, prendendomi mugolii di sofferenza, ‘tanto non ti serve per adesso tranquillo’, lo rassicurai mettendolo praticamente a novanta e forse allora intuì qualcosa.
Gli sfiorai il sedere con due dita continuando a guardarlo, mentre lui mi ricambiò con occhi spaventati, ‘Chiara aspetta che vuoi fare?’, chiese in tono concitato beccandosi uno schiaffo, ‘abbassa la voce o ti metto la biancheria sporca di tutti in bocca, chiaro?’, minacciai prendendolo per le guance da quella posizione abbastanza ridicola in cui l’avevo messo, al che lui stette in silenzio ed attese, ‘non preoccuparti la tua sorellina l’ha gia fatto così, se può farlo lei puoi farlo pure tu no? Devi solo rilassarti però altrimenti fa un po’ male e anche di questo posso dirti qualcosa’, dissi solo la verità, avevo voluto provare a prenderlo di dietro qualche anno fa e la cosa non andò molto bene, lui era un cretino ed in quella circostanza si manda tutto nelle mani del pollo che si ha al fianco, comunque tutto sommato fu un esperienza gradevole almeno nel finale.
Poggiai nuovamente la mano sul sedere di mio fratello e inizia a giocare sia con il suo affare che con l’ano, mentre a denti stretti Andrea evitava di guardarmi in faccia; poi mi alzai da li di fianco e andai totalmente dietro di lui, ‘sai che hai un bel sedere, se fossi femmina te lo invidierebbero’, lo schiaffeggiai un po’ sulle cosce dato che non lo sentivo parlare, ma vedevo che era molto rigido e nervoso, ‘ti ho detto di rilassarti, se non lo fai te lo metto con violenza e non ti siedi per mesi intesi?’, intimai nuovamente finché i tremori non si affievolirono, corsi un attimo in cucina a prendere un poco d’olio, non sarà stato come gel specifici ma avrebbe fatto comodo al poverino, così una volta tornata al mio posto iniziai a giocare nuovamente dopo aver intriso le dita nel vischioso liquido dorato.
Ci volle un po’ prima che il buco fosse dilatato quanto bastasse per quel cetriolo che avevo preso dal frigo, ne avevo cercato uno piccolino ma piccolo voleva dire parecchia circonferenza per più di venti centimetri, un po’ troppo pensai, ma tanto non avevo intenzione di ficcarcelo tutto, a meno che non mi avesse fatto incazzare; infilai dapprima due dita sentendo alcuni spasmi e notando una nuova erezione crescere li sotto, sorrisi aggiungendo un altro dito iniziando a muovermi lentamente, per poi poggiare finalmente sull’ano l’oggetto che sicuramente aspettava da un momento all’altro di sentire.
Quando iniziai a premere lo sentii trattenere il fiato ed irrigidirsi, mi fermai e gli afferrai le palle stringendole facendolo urlare di dolore, ‘lo vuoi capire o no che devi stare fermo?’, mi chiese scusa e gli lasciai la mercanzia per concentrarmi sull’impresa più importante, poi in modo calmo andai sempre più a fondo, sentendo gemiti di ogni genere provenire da davanti, tuttavia glielo lasciai fare dato che anche io al mio tempo avevo fatto suoni simili, quando infine giunsi a metà lo lasciai così e mi portai avanti a guardarlo, ‘ti piace? Nei filmati lo facevano con cose peggiori, ma non ce le abbiamo…’, Andrea mi guardò quasi con le lacrime, ‘mi fa male Chiara toglilo ti prego’, mi pregò più volte, ma io insistetti tornando dietro di lui e iniziando a segarlo in modo da alleviare le sue sofferenze che sapevo prima o poi sarebbero passate.
Venne dopo qualche minuto pregandomi di smettere perchè doveva andare assolutamente in bagno, fu allora che mi fece innervosire dalle ripetute moine così afferrai l’ortaggio e lo spinsi più a fondo facendolo urlare sul cuscino, ‘vuoi andare in bagno?’, chiesi stantuffando un poco il povero sedere non ancora abituato, mentre le urla soffuse mi davano ora una risposta ben diversa; portai le gambe sotto di lui sino a giungere con i piedi sulla sua bocca, non ci fu nemmeno bisogno di dire nulla che iniziò a baciare e leccare come un bravo cucciolo, mentre io riprendevo tutti e due i movimenti con entrambe le mani.
Senza che ce ne accorgemmo si era fatta ormai ora di pranzo, Andrea aveva smesso anche di lacrimare, ma l’espressione che aveva segnava che davvero non ne poteva più poverino, così decisi di smettere e lasciarlo un po’ libero; lo slegai senza fretta e sopratutto senza aver ancora rimosso il cetriolo dal sedere finché rimanendo a pecora non attese altro che il mio intervento lenitivo, però ormai mancavano meno di cinque centimetri a farlo entrare tutto ed era un peccato non approfittarne pensai, così senza dirgli nulla lo tenni ben stretto e spinsi dentro la restante parte, facendogli cacciare un urlo che con tutta probabilità avevano sentito anche nel palazzo.
Non so nemmeno per quanto presi a ridere, ma dopo che lo vidi accasciarsi supino un po’ mi fece tenerezza mentre tremante mi guardava, ‘dai che vuoi per pranzo?’, gli chiesi facendolo girare e togliendogli finalmente quella cosa dal sedere; lui non rispose andando molto lentamente in bagno per fare quanto doveva, ‘allora che cucino?’ domandai ancora bussando alla porta e smettendo di ridere, ‘quello che vuoi Chiara non preoccuparti’, furono le uniche parole che disse, rimanendo nel bagno per molto tempo, probabilmente a rinfrescarsi la parte dolorante.
Quando alla fine uscì camminava un po’ malamente, ma tutto sommato sembrava stare bene, ‘mi hai fatto male sul serio Chiara…’, volle precisare venendomi vicino e sedendosi molto cautamente, mentre io ero intenta a cucinargli il piatto che più gli piaceva come premio ( la Carbonara), ‘sei stato bravo, a me era più piccolo ed ho fatto molte più storie’, risposi felice pensando ancora a cosa eravamo arrivati, a cosa io ero arrivata; finché il pomeriggio non trascorse serenamente sul divano, quand’ecco che lo sguardo di Andrea non iniziò nuovamente a guardare i suoi vizi, ‘possibile che hai ancora voglia dopo tutto?’, chiesi stuzzicandolo passandogli il piede vicino le labbra, ‘non posso farci niente… scusa’, si scusava il pollo e invece io un po’ rosicavo che una tale voglia l’avesse lui invece che uno esterno alla famiglia da potermi fare e magari mettermici insieme normalmente, ‘ma non ti piace altro? Solo i piedi delle ragazze?’, volli approfondire gia che c’ero muovendomi un poco anche sulla patta dei pantaloni gia bella dura, ‘mi piace altro infatti, solo con te è così non lo so perchè… quel video che hai visto ci ero andato per caso sopra e poi mi ero fermato a vederlo per curiosità’, a quelle parole smisi di muovermi e restai basita, ‘stai dicendo che a te non piace quella roba?’, domandai con occhi pieni di sorpresa per un eventuale risposta positiva, che avvenne tramite un silenzio molto eloquente, ‘cazzo ma perchè non me lo hai detto stupido!’, mi alzai per dargli un ceffone ma non ce la feci nel pensare a quanto gli avevo gia fatto, ma lui si girò sorridendo, era da tanto che non lo vedevo sorridere in effetti, ‘va bene così, mi è piaciuto ugualmente quindi dire che non l’abbia gradito mi sembra troppo, forse la parte del sedere… ma per il resto basta che sei tu a farlo va bene’, dopo quanto sentito non seppi cosa rispondere e rimasi probabilmente come una cretina a guardarlo per un bel pezzo, mentre lui ad un certo punto si voltò verso la TV e riprese a guardare il programma.
Fu allora che nuovamente alzai il piede verso di lui e lo spinsi con la faccia sui cuscini premendo con forza, ‘sei uno stupido cazzo! però sei pure dolce mannaggia a te!’, aggiunsi più o meno per poi togliergli nuovamente i pantaloni e guardare quel cazzo che ormai conoscevo fin troppo svettare dopo il mio tocco, ‘beh, a me piace questa cosa che abbiamo trovato, non stavamo insieme da quando mamma ha rotto con papà, quindi finché uno dei due non trova l’anima gemella continua, obbiezioni?’, non accettai diritto di replica e non mi sembra che lui ne cercasse; nuovamente presi a masturbarlo stando un minimo attenta al divano sotto di noi, finché non venne ancora e proseguimmo a quella maniera sino alla sera.

Ecco come iniziò tutto quasi tre anni fa, ovviamente di cose ne son successe parecchie e se la storia sarà piaciuta a chi ha letto le nostre stranezze ne arriveranno altre, sono appassionata di racconti di questo genere e sinceramente spesso giro siti per cercarne qualcuno anche di fantasia ma costruito bene, però son rari anche vero che i miei gusti sono altrettanto rari, quindi un bacione a tutti da Chiara e uno più piccolo da Andrea che state tranquilli è sopravvissuto.

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